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IN MADDALENA PARTENDO DA VIALE REBUFFONE (GM

Da Mompiano a Serle (fs fc sb))

Mompiano (I "Sareser") metri 190 Rifugio La Casina metri 311 Monte Maddalena metri 874 Colle di S. Vito Metri 566 Tempo previsto Ore 4,15

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Saliamo alla Maddalena dalla "casina" di Mompiano, la "villa dei fiori", ora trasformata in Rifugio dall’Associazione Onlus “Gnari dé Mompià”. Quasi un eremo immerso in tanto verde, ingentilito (in estate) da una gran quantità di fiori, ortensie e gerani in prevalenza, rigogliosi e dai colori intensi. Abbiamo fissato il punto di partenza dai "Sareser", un cascinale situato a mattina della borgata, ai piedi del monte nelle vicinanze della Polveriera. É raggiungibile dal "Portass", località a est del Villaggio Montini o mediante la strada della Polveriera, che abbandoneremo prima di giungervi per deviare a destra su una stradina sterrata, che taglia attraverso i campi della "breda Calina". Si prende qui il sentiero segnato, che attraversata la boscosa Val Renada, prosegue in lieve salita alla "Casina". Si riprende poi alla sua destra il sentiero che sale ripido attraverso una selvaggia valletta (n. 10); lo si percorre sino a immettersi sulla stradina della Margherita nei pressi della pozza della cascina (metri 565). Si continua verso sinistra per un breve tratto per poi deviare ancora a sinistra sul sentiero che sale tra le robinie. Seguendolo senza problemi poiché la traccia è molto comoda e fresca si raggiunge la nota e vecchia "posa bresana" (metri 720); ma ancora più vetusti sono i due giganteschi castagni gemelli che da alcuni secoli coprono, con un fitto ombrello di rami e foglie, l'ormai esiguo ristagno d'acqua. Appena oltre la pozza si presenta un bivio, si prende il ramo di destra che sale a innestarsi alla strada di Muratello; il sentiero di sinistra si inoltra verso Nave. In breve ora si raggiunge (a destra) il monumentale crocefisso del Gruppo Monte Maddalena. A questo punto salendo a sinistra tra il boschetto di abeti, si tocca, in pochi minuti, la cima del monte (metri 873); sulla tondeggiante e vicina groppa che si innalza a destra, scendiamo alla chiesetta dedicata a S. Maria Maddalena (m. 825). Discendiamo dall’altro lato, arrivando al ristorante Grillo, e per un terroso sentiero che permette di evitare i tornanti della strada asfaltata, saliamo al vecchio e diroccato Rifugio Monte Maddalena (m. 844 - ore 2). Una stradina, pianeggiante o quasi segue ora il crinale, spostandosi ora sull’uno ora sull’altro versante, e passando quasi sulle cime di Monte Denno e del Monte Selena, le due elevazioni più settentrionali della lunga dorsale della Maddalena, prosegue verso Nord. Sotto il Monte Selena la stradina si fa sentiero e, aiutati dai segni del 3V, scendiamo in un fitto bosco, aggiriamo un roccolo da caccia intorno al quale i segni bianco-azzurri compiono un’inutilità di giravolte e si scende al Colle di S. Vito (m. 566) (0,45-2,45). Si lascia a sinistra il segnavia bianco-azzurro 3V che scende fino a Nave e si segue una stradina terrosa con alcuni segni blu, che risale sulla Costa Grande, sul versante meridionale del Monte Dragoncello. Una serie di saliscendi, sempre circondati dal bosco e poi giù, con una traversata a mezza costa ad incontrare la strada che da S. Gallo porta a Serle. La si segue a sinistra fino a raggiungere la frazione Castello di Serle. Da qui si raggiunge poi in breve Serle per strada asfaltata (1,30-4,15).

In Maddalena partendo da viale Rebuffone (gm)

Sentiero n. 5

Dove. Da Brescia, viale Rebuffone (metri 145 s.l.m.) al monte Maddalena (metri 844 s.l.m.), passando per il San Gottardo. Come arrivarci. Brescia: dai Giardini di viale Rebuffone si risale via Amba d’Oro fino all’incrocio con via Valsorda proveniente da sinistra. Quando. Tutto l'anno. Dislivello. 700 metri circa. Difficoltà. Facile (E) con sufficiente allenamento, in alcuni tratti è tuttavia necessario prestare attenzione per le condizioni del sentiero. Abbigliamento. Da bassa montagna conforme alla stagione. Note. Portarsi acqua. Tempo di percorrenza. 30/45 minuti da Brescia sino al San Gottardo; un'altra ora e 45 minuti fino al monte Maddalena per complessive 2,30 ore circa. Segnavia. Inizialmente nessuno; da San Gottardo sentiero n. 5 con segnavia bianco-arancio. Link utili. http://www.provincia.brescia.it Pubblicazioni utili. “Maddalena e dintorni” aa.vv. Ed. Brixia, 1995.

L'itinerario

Continuano gli itinerari alla scoperta del monte Maddalena. Dopo il sentiero n.1 ( clicca qui) che porta alla cima del colle partendo da Sant'Eufemia, è la volta di un percorso che propone, nella parte iniziale, la riscoperta di un vecchio e ormai desueto sentiero utilizzato in passato dai ronchèr per portarsi velocemente dalla città al San Gottardo. Una volta raggiunta questa località, si prosegue per la vetta del monte seguendo una delle vie più affascinanti e selvagge (a dispetto della relativa vicinanza al capoluogo), il sentiero n. 5, che si snoda nella valle delle Fontanelle (non sono altro che diversi rami, sovente in secca, del torrente Garzetta). Superato il corso d'acqua si raggiunge dapprima la cascina Margherita, poi la carrozzabile che sale da Nave e quindi la meta. Questo tragitto, forse più di altri, consente di cogliere la duplice natura dei Ronchi e del monte Maddalena, in cui antropizzazione e natura si rincorrono con quest’ultima che man mano si sale di quota prende inesorabilmente il sopravvento. L'itinerario prende le mosse dai giardini pubblici di viale Rebuffone a Brescia da cui, risalendo per un breve tratto via Amba d’Oro, ci si porta in via Valsorda che troveremo alla nostra sinistra. Giunti alla sommità di via Valsorda - dal caratteristico fondo acciottolato che solo in cima ritorna a essere asfaltato - in corrispondenza di un piccolo slargo da cui si stacca via Primavera (che più in alto si ricongiunge a sua volta con via Panoramica) ha inizio il sentiero che ci condurrà al San Gottardo. La via è sulla destra, appena più a monte di una grossa cancellata: non presenta in questo tratto alcuna indicazione o segnavia, tuttavia non si può sbagliare perché al suo imbocco c'è un cartello stradale di “strada chiusa”. Corre tra due verdi recinzioni metalliche. Nel tratto iniziale il percorso si presenta come una agevole mulattiera con fondo in cemento che risale abbastanza ripidamente il pendio; dopo aver percorso poche centinaia di metri, dove la rete metallica posta alla nostra destra si interrompe, si stacca il sentiero vero e proprio. Indicato da un'approssimativa freccia in legno colorata di rosa, presenta nel primo tratto una sorta di scalinata alla quale purtroppo da lunghi anni non viene prestata la necessaria manutenzione: è assai accidentata e coperta di fogliame secco (attenzione in caso di pioggia o in giornate comunque molto umide). Il sentiero prosegue ora sempre piuttosto irto e con fondo sterrato in mezzo a una fitta vegetazione che in alcuni tratti invade prepotentemente la traccia, rendendo poco agevole, seppure sempre possibile, il passaggio (attenzione ad alcuni robusti roveti). Dopo un breve tratto, lasciata sulla destra un’inattesa abitazione, la strada presenta nuovamente una sorta di scalinata in cemento che, pure accidentata, prelude allo sbocco sulla via Panoramica: proseguendo lungo quest’ultima verso destra si giunge in pochi minuti al piazzale dell’autobus del San Gottardo.

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