
5 minute read
DA VIA DEL CANALOTTO ALLA MADDALENA (GM
A zonzo in terra bresciana e dintorni: itinerari nel verde di casa nostra
Maddalena: Via Amba d’oro – Margherita – Maddalena – Triinal (fc sb)
Advertisement
Sentiero n. 5 – 1 – 2 – 4
Via Rebuffone metri 145 S. Gottardo Metri 412 Cascina Margherita metri 565 Maddalena metri 874 Dosso Torre metri 469 Dislivello 760 metri Tempo previsto Ore 41,30
L’itinerario è molto bello e vario e per nulla difficile. Supera un dislivello di 730 metri in salita e richiede, compresa la discesa, circa quattro ore e mezza di cammino. Il punto di partenza è in via Amba d’oro, all’incrocio con Viale Rebuffone (145 m.). Si segue via Amba d’oro per circa 300 metri, quindi si prende a sinistra via Patrocinio (fontanella all’inizio) che deriva il nome della settecentesca chiesetta che si incontra a circa metà via. La stradina si snoda con ripido percorso tra villette e coltivi e lasciato alle spalle il frastuono della città sbocca sulla strada della Maddalena appena oltre il S. Gottardo. Scesi al piazzale sul colle di S. Gottardo. Scesi al piazzale sul colle di S. Gottardo si passa sul versante opposto della montagna e lungo un agevole sentiero si perviene dapprima al suggestivo “Roccolo Lucchi” ed in seguito ad una spalla della montagna prospiciente la valle di Costalunga. Con attenzione si percorrono, a mezza costa, i ripidi pendii boscosi sospesi sul torrente Garzetta ed alla fine si tocca l’accidentato solco della Valle delle Fontanelle impreziosita da timide sorgenti che costituirono nel passato, per i roncher, l’unico approvvigionamento d’acqua nei periodi di siccità. Il sentiero ora riprende a salire per l’altrettanto boscoso versante opposto fino a sbucare dalle parti del roccolo della cascina Margherita, salendo alla quale si possono vedere, sulla destra al limitare dei prati, due pietre di confine con scolpito lo stemma della città. Per comoda stradina si aggira sul retro la cascina Margherita (m. 565, ore 0,45-1,45) e, poco dopo, si perviene ad uno spiazzo da cui si dipartono due sentieri: si prende quello di destra (sentiero n. 5) e con comoda salita, in un arioso bosco che di tanto in tanto consente aerei panorami sulla valle del Garza, si raggiunge il fresco angolo della “Pozza bresciana” circondata da alberi secolari (m. 720). Si continua col segnavia n. 5, nel bosco ripido, fino a sbucare sulla strada del Muratelo, in prossimità del ristorante Grillo (m. 798), si raggiunge la vetta della Maddalena (m. 874 – ore 1,15-3). Discesa: dall’ex Rifugio Maddalena (m. 844) si scende verso sud direttamente per ripido sentiero seguendo il segnavia n. 1 finché, sulla cresta del Darnei, lo si abbandona per attraversare a destra, in un bosco di roverelle, la Valdovera (segnavia n. 2) che porta alla pozza Zezia. Questo sentiero che prende il nome di “senter dei Caai” continua fino a toccare l’ampia dorsale del Triinal dove si incrocia il sentiero n. 4. Ora seguendo quest’ultimo (questo tratto prende nome di “fasindì”) si compie in piano un ampio giro tra secolari castagni e, lasciata in alto la cascina del “Buren”, si comincia a scendere sul terreno ripido e aperto in direzione della sottostante città. Raggiunto il Dosso Torre (m. 469) in prossimità di un tornante della strada asfaltata, si scende per quest’ultima qualche centinaio di metri finché si ritrova a sinistra via del Patrocinio (segnavia n. 5) per la quale si ritorna al punto di partenza (ore 1,30-4,30).
Da via del Canalotto alla Maddalena (gm)
Sentieri n. 4 e n. 2
Dove. Brescia, da via del Canalotto, zona viale Venezia (metri 138 s.l.m.) al monte Maddalena (metri 844 s.l.m.). Quando. Tutto l'anno, soprattutto nella stagione invernale. Dislivello. 700 metri circa. Difficoltà. Facile (E), con sufficiente allenamento. Abbigliamento. Da bassa montagna conforme alla stagione. Note. Portarsi acqua. Tempo di percorrenza. 2,30 ore circa. Segnavia. Bianco-Arancio. Prima si segue il sentiero n. 4, poi n. 2. Link utili. http://www.provincia.brescia.it Pubblicazioni utili. “Maddalena e dintorni” aa.vv. Ed. Brixia, 1995.
L'itinerario
Continuano gli itinerari sul monte Maddalena. Dopo aver percorso il sentiero numero 1 ( clicca qui) che porta alla cima del colle partendo dall'abitato di Sant'Eufemia, il numero 5 ( clicca qui) con partenza da viale Rebuffone, e il numero 3 (clicca qui), che consente di raggiungere la sommità attraverso la Valtavareda e il Trinale (o Triinal), ci inoltriamo stavolta lungo il numero 4. Questo tragitto, come vedremo, ci porta dall’abitato di Brescia (via del Canalotto), sino alla vetta del monte passando per la cascina Buren, costruzione ben visibile dalla città che purtroppo viene spesso indicata nelle carte topografiche con il nome di Borno ottenuto storpiando il termine dialettale. L'itinerario è ben agibile nei mesi invernali per la sua esposizione ben soleggiata, si consiglia però di evitare le giornate particolarmente umide (pioggia o peggio neve): il tratto iniziale con la cosiddetta scaletera può diventare assai scivoloso e sdrucciolevole. L’escursione consente di fare la conoscenza con i Ronchi della Parrocchia San Francesco di Paola, non mancheranno di soprendere il trekker per la rapidità con cui da uno scenario urbano si viene calati in un ambiente in cui è la natura a farla da padrone (la mano dell’uomo che ha cercato, per quanto possibile, di plasmare la natura in funzione delle proprie esigenze resta comunque ben visibile). Raggiunta via Benacense, una parallela di viale Venezia, imbocchiamo via del Canalotto, facilmente riconoscibile per la piccola fontanella posta proprio all’incrocio con la strada principale; qui potremo fare rifornimento di acqua utilissima per proseguire il cammino. Percorsa la ripida salita di via del Canalotto, dal caratteristico fondo in pietra, sbuchiamo su una strada asfaltata dove teniamo la destra imboccando via Mediana che, passati di fronte ad un noto ristorante, ci conduce dopo un breve tratto all’attacco della scaletera, ben visibile sulla destra ed evidenziata da un cartello segnavia con impresso il numero 4 e i colori bianco-arancio. La scaletera consiste in un'interminabile teoria di gradini frutto dell’opera dei roncher che evidentemente realizzarono l’opera al fine di rendere più agevole e di conseguenza più rapido il tragitto; ciò porta facilmente a comprendere quanto dovesse essere frequentato il sentiero da tutti coloro che avessero la necessità di portarsi dai Ronchi alla città e viceversa, magari più volte al giorno, per sbrigare le più diverse incombenze. Consigliamo un piglio piuttosto tranquillo in questo primo tratto inquanto la lunghissima scalinata concede poche tregue, consentendo di prendere quota assai rapidamente e per questo mettendo a dura prova i trekker meno allenati e smaliziati. Come detto, il sentiero corre con una pendenza sempre piuttosto accentuata inizialmente tra muretti e recinzioni di splendide abitazioni puntualmente munite di cani pronti ad abbaiare al nostro passaggio. Di seguito l’ambiente si fa via via meno antropizzato, passando nei pressi dei ruderi di alcune pregevoli cascine purtroppo abbandonate, sino a raggiungere la sommità del dosso Torre (metri 469) appena al di sotto di un tornante della strada Panoramica. Sino a questo punto il tragitto non presenta problemi di orientamento grazie ai sempre numerosi e ben disposti segnavia; solo nella parte conclusiva di questo primo tratto il fondo ritorna a essere un più 36