Alfathon review

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Supervisione progetto Stefano Martello Mentor Comm To Action Daniele Fabbro, Antonio Gotti, Stefano Martello, Roberto Scalise Coordinamento editoriale Giulia Armuzzi, Martina Bedeschi Testi Giulia Armuzzi, Ginevra Baroni, Martina Bedeschi, Lisa Bellodi, Sabrina Berto, Adelina Burdujanu, Antonio Caselli, Rita Cristofano, Giada Neri, Jacopo Pierucci, Roberto Scalise, Anna Tassinari, Nicolò Tassinari, Sara Vannini Editing Giulia Armuzzi Progetto grafico originale, impaginazione e copertina Hdrà Adv&Digital

Realizzato con il contributo non condizionante di Alfasigma. 2

© Copyright 2021


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EDITORIALE A CURA DI STEFANO MARTELLO – MENTOR COMM TO ACTION

COMM TO ALFATHON IL RACCONTO E LE RAGIONI DI UNA CONTAMINAZIONE

Innovare non è riformare. Edmund Burke, Lettera a un nobile Lord

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EDITORIALE

omm to Alfathon. Non si tratta di una anonima contaminazione semantica, di quelle che usiamo per indicare una coppia talmente indissolubile e interdipendente da non poter essere distinta nelle parti che la compongono e la strutturano.

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Piuttosto, una contaminazione identitaria e valoriale che si riconosce e si legittima nello scopo di una innovazione responsabile. E, in quanto tale, dolorosamente faticosa nel decodificare una porzione di presente frastagliato e nell’opporvi soluzioni e alternative funzionali ad un impatto

che sia sostanziale, e non – come troppo spesso accade – semplicisticamente percettivo. In questo senso, e in questa direzione, ricorre il bisogno di una capacità attitudinale – quella, talvolta abusata, del tessitore sociale – capace di aggregare le discordanze apparenti in una figura di senso e di uso compiuto e stabile. Una vera e propria licenza all'azione che autorizza e tutela il passaggio dal proposito – che è sempre schifosamente anarchico e beatamente adolescenziale – al progetto, in cui i movimenti e le condotte vengono riportate ad una salvifica sobrietà e ad una necessaria misura. Che segna il discrimine tra il successo ed il fallimento. Comm to Alfathon. E non è ancora tutto. Perché oltre a quello che ho accennato – per evidenti ragioni di servizio nei confronti del contenitore che mi e ci ospita – Comm to Alfathon è anche tensione e sfida.


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Tra la teoria – divinamente perfetta, pura e consequenziale nella logica dei movimenti – e una pratica perennemente infangata, in linea con i tempi – di volta in volta, fragili, entusiasmanti, veloci, cinici, opportunistici – che stiamo, tutti, percorrendo. Con velocità e sensibilità differenti. Ognuno come vuole. Ognuno come può. Il risveglio – da una teoria sonnecchiante e scadenzata ad una pratica vorticosa e rutilante e instabile – può essere brusco e comporta alcuni rischi. Primo tra tutti, quello di affidarsi ad una verità polarizzata, adagiandosi nella teoria per non sopportare i graffi della pratica. O abbandonandone i precetti, ritenuti oramai obsoleti e anti storici. Senza pensare ad una strada di sintesi tra quei due estremi così ingombranti.

E non per vigliaccheria o pigrizia, come qualcuno sostiene, ma per attenta consapevolezza del ruolo che abbiamo scelto di esercitare. Con oneri e onori annessi e connessi. È QUESTO CHE COMM TO ACTION INSEGNA. È QUESTO CHE ALFATHON APPLICA. Ed è questo il contenuto contaminato che troverete nelle pagine, nelle parole, nelle idee e nelle dotazioni applicative e strumentali che seguono. Né più, né meno.


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COLOFON COMM TO ALFATHON EDITORIALE A CURA DI STEFANO MARTELLO

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QUANDO LE STORIE DIVENTANO PROTAGONISTE A CURA DI ROBERTO SCALISE

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COMM TO ACTION

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NECESSITÀ E VIRTÙ

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LE INTERVISTE

NDICE 6

BRAND JOURNALISM:

A CURA DI MARTINA BADESCHI

01.

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SCIENZA , INNOVAZIONE E CREAZIONE.

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TEAM PHARMHACK

A CURA DI JACOPO PIERUCCI

A CURA DI SARA VANNINI

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TEAM SITUGEL

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TEAM UMBIOPRINT

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CARMEN LASALA AZA

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BRUNO SARMENTO

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NAYAN BISWAS E SOFIA PENAZZA

A CURA DI GIULIA ARMUZZI

A CURA DI SARA VANNINI

A CURA DI GINEVRA BARONI

A CURA DI GINEVRA BARONI

A CURA DI GINEVRA BARONI


02.

GLI ARTICOLI

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METODO STRATEGICO E CREATIVITÀ

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EPAC ONLUS

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GIOVANI ALLA RIBALTA - RECORFAR

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TENACIA , ENERGIA E SPIRITO DI SACRIFICIO

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ALFRED CARDONA SANTACREU

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TEAM FARMAGRAPHICS

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LLUÍS PASCUAL MASIÁ

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MANUEL ROMERO-GÓMEZ

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A CURA DI LISA BELLODI

A CURA DI NICOLÒ TASSINARI

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NÚRIA CANAL ESPINOSA

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FARMACEUTICA CON PASSIONE

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CONTRIBUIRE ALLA RICERCA PER MIGLIORARE LA VITA DEI PAZIENTI

A CURA DI ANTONIO CASELLI

A CURA DI JACOPO PIERUCCI

A CURA DI NICOLÒ TASSINARI

A CURA DI LISA BELLODI

A CURA DI ANTONIO CASELLI

A CURA DI RITA CRISTOFANO

A CURA DI ANNA TASSINARI

A CURA DI ANNA TASSINARI

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PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE

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TEAM FEM

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RAOUL RAGAZZI PER ALFATHON

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DA PAVIA A NOTTINGHAM

A CURA DI ANTONIO CASELLI

A CURA DI RITA CRISTOFANO

A CURA DI GIADA NERI

A CURA DI GIADA NERI

UN DEVICE INNOVATIVO E INTUITIVO PER L’ENCEFALOPATIA EPATICA A CURA DI ADELINA BURDUJANU

03.

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LE QUOTES

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ALFATHON COMMITTEE

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INTERVISTA A STARTUPITALIA

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A CURA DI SABRINA BERTO

A CURA DI GIULIA ARMUZZI

#OURALFATHON

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I FINALISTI

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IL VINCITORE

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PARTNER

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30

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BRAN ND JO BRAND OURN JOURNALISM

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Questo matrimonio non s’ha da fare: né domani né mai.

L

a perentoria intimidazione dei Bravi al povero Don Abbondio è risuonata per anni nel mondo dell’informazione di fronte a un dilemma apparentemente senza soluzione: marketing e giornalismo possono convivere? Fino a non molto tempo fa per rispondere alla domanda ‘cos’è il brand journalism?’ ci si sarebbe dovuti interrogare su quale fosse il confine tra comunicazione e informazione e quanto fosse o meno lecito ‘confondere’ una notizia con i contenuti propri di un’azienda. Oggi basta aprire un sito web o social network per capire che il brand journalism è ormai un elemento essenziale dell’ecosistema informativo e non più un terreno di scontro ideologico. IL WEB HA RIVOLUZIONATO TUTTO: NON SONO SOLO I MEDIA MAINSTREAM A PRODURRE CONTENUTI, ORA GLI ATTORI E I CANALI DI COMUNICAZIONE SI SONO MOLTIPLICATI. A fare la differenza non è il blasone della testata di appartenenza, ma ciò che si propone al pubblico.

Brand journalism è un modo di fare giornalismo basandosi sul racconto di una storia (sia essa un evento, un brand, un progetto) e usando tecniche proprie dell’informazione, per offrire contenuti ed esperienze al pubblico in un ambiente digitale. Serve perciò una storia da raccontare – ma da raccontare bene, come un giornalista sa fare – e servono delle tecniche per raggiungere il proprio pubblico. Mai come sul Web la forma è sostanza: adeguare il contenuto al medium che si utilizza è fondamentale per essere ascoltati. Ecco, quindi, che il brand journalist sviluppa conoscenze e capacità che vanno oltre i tradizionali attrezzi del mestiere giornalistico: acquisisce competenze di grafica e video editing, scrive in ottica SEO per favorire le indicizzazioni sui motori di ricerca, pone attenzione a colpire l’interesse e l’emotività del suo pubblico. Nuovi ambienti, nuovi approcci e nuovi contenuti che il team di Comm To Action mette al servizio di eventi e progetti per raccontare storie che – in tal modo – divengono davvero protagoniste.

ROBERTO SCALISE – MENTOR COMM TO ACTION

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QUANDO LE STORIE DIVENTANO PROTAGONISTE


COMM TO ACTION E LA SOCIAL MEDIA PARTNERSHIP A SUPPORTO DI ALFATHON

A CURA DI MARTINA BEDESCHI – COORDINAMENTO SOCIAL COMM TO ACTION

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he cosa hanno in comune l’ingegneria informatica, la farmacologia, la chimica farmaceutica e le biotecnologie? Il progetto Alfathon - primo hackathon full digital promosso da Alfasigma in collaborazione con Università di Bologna e Università di Modena e Reggio Emilia è la risposta. Infatti, Comm To Action ha supportato come social media partner Alfathon, l’hackathon che coinvolge professionisti già accreditati e da accreditare, abbracciando i loro progetti, incentivando le proposte e contribuendo all’innovazione dei settori di riferimento. Un progetto tanto vasto ha necessitato di una strategia digitale multicanale: sono stati presidiati i social Facebook e Instagram con cinque post a settimana che, tenendo conto delle diverse modalità di fruizione - un intento informativo su Facebook e una strategia visual su Instagram - hanno presentato ai vari pubblici il progetto, introducendo sapientemente l’Hack Committee.

CON UN TOTALE DI CIRCA 190 POST CONCENTRATI IN UN ARCO TEMPORALE DI CINQUE MESI, ALFATHON HA CONVOGLIATO LA PROPRIA ATTENZIONE AL CONCETTO IDENTITARIO DI INNOVAZIONE, INTESA COME RIELABORAZIONE DEL PRESENTE RIVOLTA ALLE ASPETTATIVE DEL DOMANI. Il Laboratorio di comunicazione Comm To Action è stato scelto per supportare a livello di social media partnership, con l’obiettivo di raggiungere i pubblici più giovani e legati alle università. In questo caso si è instaurata una cooperazione di supporto focalizzata su ricondivisioni mirate e sartoriali, che hanno garantito e irrobustito la visibilità della campagna social e dei profili Alfathon. Comm To Action ha coinvolto un pubblico legato ai corsi universitari di comunicazione con riscontri finali che certificano interazioni


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e adesioni apparentemente alte rispetto al pubblico primario di Alfathon, riuscendo così a ingaggiare un target particolarmente sensibile e influente. Il contributo di Comm To Action si è rivelato fondamentale anche per presidiare Twitter, che non era coperto direttamente dal profilo Alfathon e che, oltre ad informare i giovani studenti di comunicazione, ha incoraggiato sostanzialmente la divulgazione del progetto anche ai professionisti del settore comunicazione e relazioni pubbliche. Oltre alla funzione di supporto al piano editoriale ufficiale di Alfathon, Comm To Action ha partecipato direttamente ai workshop, che hanno permesso a giovani studenti di comunicazione di partecipare attivamente al processo e di comprendere l’importanza della cooperazione e del confronto.

La collaborazione tra Alfathon e Comm To Action si è rivelata vincente; HA CERTIFICATO LA CENTRALITÀ DELLA COMUNICAZIONE SULLE PIATTAFORME DIGITALI E HA VALORIZZATO LA STRETTA INTERDIPENDENZA TRA BRAND E NARRAZIONE MULTIDISCIPLINARE E MULTICANALE IMPOSTA DA AMBIENTI E SITUAZIONI SEMPRE PIÙ COMPLESSE E SFACCETTATE. Questo stesso magazine è una produzione giornalistica targata Comm To Action e rappresenta la testimonianza vincente di una collaborazione win-win in cui onori e oneri sono reciproci e trasversalmente vantaggiosi. Un abbraccio virtuale che Alfathon ha dato a Comm To Action. Ricambiato.


NECESSITÀ E VIRTÙ L

a situazione che stiamo vivendo da più di un anno ormai, ha posto nuovi confini e nuove opportunità, esplorabili anche e soprattutto attraverso il digitale. Il mondo tecnologico che avanza offre possibilità che prima del 2020 sembravano lontane e distaccate dalla quotidianità. Quella quotidianità che oggi, ci fa guardare a ieri come fosse una vecchia polaroid: un “contenitore” di nostalgici ricordi.

N E C E S S I TÀ E V I R T Ù

MA QUELLA STESSA QUOTIDIANITÀ HA PORTATO ANCHE ALLA DIGITALIZZAZIONE, CHE SPRIZZA TECNOLOGIA E FUTURO COME MAI PRIMA D’ORA.

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“Bisogna fare di necessità virtù” recita un vecchio proverbio. È così che è stato progettato un hackathon nativo digitale, che ponesse particolare attenzione all’innovazione e alla ricerca farmaceutica - asset fondamentale per il Paese - in ogni aspetto delle 3 sfide proposte. Il primo appuntamento pensato per le menti più innovative e creative, per gli hacker ed i designer più intraprendenti. Per gli innovatori di domani.


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SFIDA 1

SFIDA 2

SFIDA 3

TRE SFIDE PER UN UNICO OBIETTIVO:

LA SALUTE.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

È COSÌ CHE È NATO “ALFATHON”. IL PRIMO HACKATHON FULL DIGITAL DI ALFASIGMA.


01. LE INTERVISTE

NTE 01.

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ERV 15

INTERVISTE LE


01. LE INTERVISTE

SCIENZA, INNOVAZIONE E CREAZIONE. JUNTO È UN CONTENITORE DI COMPETENZE IN LINEA CON L’INNOVAZIONE. A CURA DI JACOPO PIERUCCI

Una piacevole intervista con Andrea Pelleschi, co-founder di Atlantia Studios.

D: Che cos’è Atlantia Studios e da chi è stata fondata?

01. LE INTERVISTE

R: Atlantia Studios è un’azienda nata nel 2013. Offre servizi di innovazione, digital transformation, sviluppo e progettazione digitale. Fin dalla sua costituzione, lavora per trasformare buone idee in potenziali aziende tech di rilievo. Nel 2017, Atlantia Studios ha aperto a Modena il primo coworking tecnologico della provincia, denominato Junto. Negli anni, al suo interno si è formata una simbiotica comunità formata da software engineers e product designer, che ha dato vita a diverse iniziative nate dall’aggregazione informale e diretta che lo spazio permette.

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Nel 2019 Atlantia Studios ha creato l’associazione Junto APS attraverso la quale ha mantenuto sotto la propria ala, e in forma di associazione, quella comunità di professionisti che negli anni ha decretato il successo di Evensi, concretizzando così anche il desiderio di restituire al territorio e ad altri nuovi talenti, l’esperienza maturata. Da qui sono inoltre nati percorsi di formazione e nuovi progetti no profit.

Nel 2020 Atlantia Studios ha lanciato un acceleratore in pancia a Junto, che permettesse di raggiungere realtà già abbastanza sviluppate ma con la necessità di internazionalizzarsi e affermarsi sul mercato. L’acceleratore è ufficialmente riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna. D: Cosa rende per voi un progetto innovativo? R: L'essere costantemente consapevoli dell'evoluzione del mercato tecnologico, permette ad Atlantia Studios di fornire ai propri clienti e alle nascenti startup risposte professionali al passo coi tempi e che possano precorrere i futuri trend del settore. Durante i suoi anni di vita, l'azienda ha avuto modo di tessere una fitta rete di relazioni con istituzioni (tra cui Università di Bologna, Università di Modena e Reggio, Comune di Modena e Regione Emilia-Romagna) e aziende chiave del territorio, parti integranti di un processo di innovazione digitale internazionale. Proprio grazie all'attiva e duratura collaborazione con partner


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D: Di cosa non si può fare a meno, nel quotidiano, nel lavoro e al di fuori dell'ambito lavorativo? R: La pertinenza dei progetti di startup. Con questa visione, oltre che ad una valutazione di carattere economicoimprenditoriale legata a criteri di scalabilità, impatto sul territorio e capacità di internazionalizzazione.

fondamentali del settore, Atlantia Studios è in grado di accedere in ogni momento a consulenze adatte a qualsiasi tipo di esigenza professionale. D: Segni memorabili lasciati da idee innovative? R: L’esperienza più rilevante da cui tutto è nato è Evensi; un motore di ricerca e promozione intelligente dedicato al mondo degli eventi. Fondata dagli stessi soci di Atlantia: Yuri Grassi, Andrea Pelleschi ed Emanuele Corradini è cresciuta in pochi anni fino a raggiungere 60 milioni di utilizzatori annuali. Nel 2016 è stata aperta, a San Francisco, Evensi Inc. e il team, trasferitosi in Silicon Valley, oltre a raccogliere più di 3 milioni di dollari da venture capital, ha potuto apprendere e formarsi dai maestri del digitale e dell’innovazione. D: In questa realtà "ibrida" che stiamo vivendo, accelerata dalla contingenza pandemica, conta di più l'aspetto tecnico/tecnologico o l'approccio "human centric"? R: Junto Innovation Hub è un contenitore di competenze in linea con la direzione di innovazione fissata da Horizon Europe (2021-2027). In questo senso vi saranno tre “pilastri” di incubazione: • sfera scientifica (excellent science); • sfera di innovazione (Innovative Europe);

D: Quanto sognavate di crescere e a che punto siete arrivati? Qual è la vostra visione aziendale e la vostra mission? R: Contestualmente all’acceleratore, Atlantia Studios ha dato vita a un percorso di Startup Factory, nel quale si pone l’obiettivo di sviluppare nuove startup in serie, seguendo le best practice acquisite negli anni. Tra i progetti più rilevanti che sta seguendo in questo momento, troviamo: • Ski Land - Un sistema di promozione delle esperienze di montagna • Succo.ai - Una piattaforma di intelligenza artificiale che elabora migliaia di testi e ne riassume in poche righe i concetti fondamentali. • Ogado - Un’applicazione che permette di creare liste di interessi per film, libri, serie tv, giochi e molto altro. Inoltre, intendiamo valorizzare il posizionamento del territorio, con la tecnologia, dando quindi risalto alle iniziative di agritech e di sviluppo, secondo quanto previsto dal piano di Carbon Neutrality dell’Unione Europea, di tutte le iniziative di innovazione Green. L’intero processo di diffusione, selezione e modalità di reclutamento delle startup avverrà interamente online, attraverso la piattaforma dedicata creata nell’ambito del progetto Junto Innovation Hub. Riteniamo infatti fondamentale che tutto il processo debba essere accessibile da chiunque e in qualunque condizione (vedi, ad esempio, l’emergenza Covid).

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• creazione di modelli di business competitivi ed in grado di aumentare la competitività del Sistema Europa.


01. LE INTERVISTE

TEAM PHARMHACK A CURA DI SARA VANNINI

ALICE CHIAPPINI

GIORGIO INVERNIZZI

STEVEN CORTINOVIS

PAOLO LIUZZI

ALDO PASCA RAYMONDI

01. LE INTERVISTE

I Componenti

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I componenti di questo team contribuiscono a creare una squadra di lavoro molto trasversale per esperienze professionali e formazione, sono infatti presenti: consulenti, analisti funzionali ed esperti di processi e tecnologie con percorsi universitari nelle facoltà di Storia, Informatica e Comunicazione, Fisica, Matematica. Questa varietà è il vero punto di forza del team.

ETÀ MEDIA

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SFIDA SCELTA

SFIDA 3


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In questo processo ritengono molto importante il confronto con la community e l’aggiornamento continuo. La solida base di competenze tecnologiche trova, nel gruppo, la sua massima espressione nella capacità di sostenersi l'un l'altro e nello spirito di collaborazione che permette il miglioramento costante e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La challenge scelta e il concetto di “innovativo” La sfida su cui hanno deciso di misurarsi è la terza, poiché credono di avere diverse idee innovative utili allo scopo finale della call. Grazie al confronto diretto con figure, quali personale di farmacia, RSA e medici, gli è stato possibile trasformare le loro idee in soluzioni, lavorando sullo sviluppo di personas molto dettagliato e dimensionato su quanto accade concretamente in quelle realtà. Definiscono “progetto innovativo” come, innanzitutto, un esercizio di creatività collettivo volto a migliorare la qualità della vita di ognuno di noi, sfruttando conoscenze e canali disponibili accessibili a tutti (come i bot, i processi di AI e i sempre più diffusi servizi di assistenza casalinghi Alexa e Google Home).

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ALTRA CARATTERISTICA FONDAMENTALE È LA LORO FORTE INCLINAZIONE PER LA TECNOLOGIA E PER SOLUZIONI IN CUI L’ESPERIENZA DELL’UTENTE POSSA ESSERE OTTIMIZZATA GRAZIE ANCHE AD UN USO INNOVATIVO DELLE DIVERSE APPLICAZIONI DISPONIBILI OGGI.

Le aspettative future Ciò che rende questo team un gruppo forte ed unito è la capacità di condividere la visione progettuale d’insieme, facendo tesoro delle diverse conoscenze per poter costruire “pezzi di futuro”. Il loro obiettivo è quello di aiutare le persone nelle attività quotidiane con risorse nuove ma allo stesso tempo di uso comune, aumentandone così la produttività e aiutandole a svolgere un lavoro più “umano”: ossia di potersi concentrare sulla parte più qualitativa della loro professione. UTILIZZARE STRUMENTI E TECNOLOGIE GIÀ MAINSTREAM AIUTA A RENDERE MENO COMPLICATA L’ADOPTION E QUINDI PIÙ GESTIBILE L’INEVITABILE CAMBIAMENTO DI MINDSET. In conclusione, possiamo dire che questa è una squadra formata da diverse personalità, con diversi percorsi professionali, unite da una grande competenza e passione per le tecnologie integrata anche dall’aggiornamento e confronto continuo. Il tutto senza mai tralasciare il “fattore umano”: ascolto e osservazione di ciò che li circonda e delle diverse realtà utili per creare soluzioni che possano aiutare nel concreto.


01. LE INTERVISTE

TEAM SITUGEL A CURA DI GIULIA ARMUZZI

D: Qual è la composizione del team?

R: Il nostro gruppo è composto da Irene Santos Martínez, studentessa di Farmacia all’Università di Valencia e assistente di laboratorio presso il Dipartimento di Microbiologia; Maria Cholvi Simó, studentessa di Farmacia all’Università di Valencia e assistente di laboratorio presso il Dipartimento di Parassitologia e Tecnologia Farmaceutica e Lluís Pascual Masiá, dottorando in Medicina e Salute, Università di Navarra.

IRENE SANTOS MARTÌNEZ

Cosa rende, secondo voi, un progetto

innovativo? 01. LE INTERVISTE

R: Secondo la nostra opinione, per sviluppare un progetto innovativo

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MARIA CHOLVI SIMÒ

LA COSA PIÙ IMPORTARTE È IL FAMOSO PASSO IN PIÙ. Quando le persone pensano all’innovazione, visualizzano grandi invenzioni come l’auto o la lampadina. Ma al giorno d’oggi, i bisogni della società sono cambiati, e ci sono molte persone che si impegnano per rispondere a queste esigenze.

LLUÍS PASCUAL MASIÁ


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PER FARE LA DIFFERENZA E DISTINGUERSI PER CAPACITÀ DI INNOVAZIONE DEVI LASCIARE CHE LA TUA MENTE ASSORBA LE IDEE ESISTENTI E LE PORTI DOVE NESSUNO LE HA MAI PORTATE PRIMA.

Senza dimenticare, certamente, che l’obiettivo che sta al centro dell’innovazione è il miglioramento della vita delle persone.

D: Come avete scoperto Alfathon? R: Un invito a partecipare ad Alfathon è stato inviato agli studenti di farmacia dell’Università di Valencia. È così che Irene e Maria ne hanno scoperto l’esistenza, decidendo di coinvolgermi all’interno di un vero e proprio team.

D: Quale challenge avete scelto e perché? R: Essendo un team di due farmacisti pre-laurea e un farmacista post-laurea, abbiamo considerato che avremmo

potuto dare il contributo maggiore scegliendo la challenge 1. La galenica è un campo inventato, sviluppato e portato avanti dai farmacisti e potrebbe aiutare a migliorare la vita dei pazienti in molti modi. PENSIAMO AD ESEMPIO ALL’IMPLEMENTAZIONE DELLA METODOLOGIA DI SOMMINISTAZIONE, FUNZIONALE AD UN MAGGIORE COMFORT PER LA VITA DEI PAZIENTI E AL MIGLIORAMENTO DELLA BIODISPONIBILTÀ DEI FARMACI.

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01. LE INTERVISTE

TEAM UMBIOPRINT A CURA DI SARA VANNINI

Risposte originali inviate dal candidato e rappresentante del team.

D: Qual è la composizione del vostro team?

01. LE INTERVISTE

R: Siamo in nove con età comprese tra i 30 e 55 anni, e possiamo dire innanzitutto che insieme abbiamo una solida preparazione in materia di automazione intelligente e drug delivery. I componenti del team sono Ruben Foresti, Alessandra Rossi e Stefano Rossi: siamo ricercatori esperti rispettivamente di tecnologie mediche applicate e delle nuove tecnologie 3D-5D; di preparazione di formulazioni solide per via orale per il rilascio controllato o sito-specifico di farmaci, formulazioni inalatorie e nasali; di fisiologia cardiaca in-vivo e sull'aritmia. Claudio Macaluso, professore e chirurgo nel campo

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dell'oftalmologia, si occupa di applicazioni biomedicali nel campo delle tecnologie mediche applicate, mentre Nicola Delmonte, anche lui professore ma in Elettronica, copre gli aspetti legati agli smart devices. L’esperienza di Elda Favari, professoressa in Farmacologia e tossicologia sperimentale, si concentra sulla valutazione di processi cellulari legati all’omeostasi della cellula ed ai processi cellulari di tossicità. Chiara Martini invece è direttore e docente del corso di laurea in tecniche di radiologia medica e cultore della materia in Odontoiatria. Nel nostro team c’è anche un legale, l’avvocato Antonio Izzi, specializzato


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D: Cosa rende, per voi, un progetto "innovativo"? R: La ricerca del miglioramento continuo, in un contesto che mira al benessere diffuso, su lunghi periodi temporali. A nostro avviso, “innovare” significa proporre una soluzione o un

Quale challenge avete scelto e perché?

miglioramento attuale e tangibile a un quesito nuovo o irrisolto. Essere innovativi significa quindi osservare la realtà con spirito critico, individuarne un aspetto di debolezza o involuto e provare a imboccare una strada non battuta per soddisfare un bisogno collettivo. Questo è in estrema sintesi UMBioprint: una squadra che si è posta un problema concreto, attuale e non risolto (il generale indebolimento delle condizioni di salute dei pazienti che sostengono terapie anti-rigetto) rielaborandolo in via inedita (con l’uso della stampa 3D e 4D per un’applicazione localizzata e circoscritta del farmaco) con soddisfazione collettiva, nella forma di una miglior qualità della vita del paziente e dei relativi famigliari.

ABBIAMO SCELTO LA PRIMA SFIDA PERCHÈ È PARTICOLARMENTE IN LINEA CON LA PROPOSTA DI STARTUP INNOVATIVA CHE STIAMO COSTITUENDO.

D: Di cosa non potete fare a meno nel quotidiano e nel lavoro?

D: Quali sono le vostre aspirazioni future? I vostri obiettivi?

R: Onestà, rispetto e conseguente fiducia. Le nostre variegate esperienze hanno un tratto comune: il lavoro di squadra, e la consapevolezza dei benefici della specializzazione e della divisione delle attività per area di competenza che possono derivare da una squadra brillante, propositiva e ben amalgamata. A questa domanda rispondiamo quindi all’unanimità che nel nostro quotidiano non si può fare a meno di un ambiente di team sano, sfidante, stimolante e costruttivo. Crediamo fortemente che una squadra vincente non sia solo la somma dei singoli componenti, ma un enorme valore aggiunto che consente a ciascun individuo di raggiungere traguardi impensabili individualmente.

R: Ci piacerebbe che, anche con l’importantissimo contributo dell’Università di Parma, il nostro progetto possa ottenere un significativo riconoscimento nazionale e internazionale, così che lo stesso possa attrarre investitori specializzati italiani e stranieri che ci consentano di rafforzare le basi della nostra idea e consentire lo studio e sviluppo di altre soluzioni innovative che riuniscano le migliori eccellenze tecnologiche nel campo della ingegneria biomedica e della farmacologia. Tanto, tanto, tanto duro lavoro e moltissime responsabilità, dunque, con l’obiettivo di essere ricordati come il team di ricerca che ha sviluppato la terapia definitiva per evitare il rigetto degli organi e il riaffiorare dei tumori.

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in startup innovative e Silvia Attolino. Lei è la nostra traduttrice e cura la redazione dei documenti e testi in inglese e tedesco. Riteniamo quindi che a contraddistinguerci dagli altri team sia la transdisciplinarità, applicata con sinergia all'interno di un team di professionisti con anni di esperienza in settori in cui facciamo convergere sia il nostro lavoro che la nostra passione.


01. LE INTERVISTE

CARMEN LASALA AZA A CURA DI GINEVRA BARONI

ETÀ

PROFESSIONE

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S TUDE NTE S SA

PASSIONI

MOTTO

VIAGGIARE ,

Fai in modo che ogni momento conti.

DI FARMACIA

E NUTRIZ IONE

IMPAR ARE NUOVE COS E E AIUTARE GLI ALTRI

01. LE INTERVISTE

SFIDA 1 SE POTESSI AVERE UN SUPERPOTERE, SAREBBE...

TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI

24

SFIDA SCELTA

POSITIVA CURIOSA CON L A MENTE APERTA

TE LE TR A S PORTO


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innovativo? D: Dove ti vedi professionalmente tra dieci anni? R: Tra dieci anni vorrei lavorare in maniera consolidata all'interno dell'industria farmaceutica, in un dipartimento scientifico o in un’area relativa ai processi clinici. Mi piacerebbe poter lavorare in un team con mansioni che presuppongano l’assunzione di responsabilità crescenti. E spero, che tra dieci anni, il mio lavoro contribuisca al miglioramento della salute delle persone. D: Come hai scoperto Alfathon? E perché hai scelto la Challenge 1? R: L'ho scoperto… via mail! L’ateneo che frequento ha inviato il bando agli studenti di farmacia. Ho scelto la Challenge 1 perché sono molto interessata all'innovazione nell’ambito farmaceutico. Inoltre, attualmente sto scrivendo la mia tesi sull'incapsulamento di micronutrienti per migliorare l'assorbimento intestinale. La Challenge 1, dunque, è la sfida perfetta per me. Aggrega e comprende i miei interessi personali, le mie competenze e i temi che, spero, diventeranno il mio lavoro nel prossimo futuro. D: Quali sono i vantaggi di un hackathon full digital? R: Innanzitutto, consente a persone provenienti da tutto il mondo di unire e sviluppare le proprie idee. Ritengo, inoltre, che il metodo digitale possa facilitare il nostro apporto in questo difficile periodo di pandemia sviluppando nel contempo una alfabetizzazione digitale che sarà sempre più ineludibile, a prescindere dall’ambito o dalle mansioni.

LA CAPACITÀ DELLO STESSO DI APPORTARE NUOVE VISUALI E NUOVI APPROCCI CON UN IMPATTO POSITIVO AD UN QUALSIASI AMBIENTE DELL’AGIRE UMANO. QUALCOSA CHE OFFRA UNA RINNOVATA PROSPETTIVA AD UNA CRITICITÀ ANCORA IRRISOLTA TRASFORMANDOLA IN OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE DI RIFERIMENTO. D: Quale scoperta avresti voluto fare nell’ambito della tecnologia medica o della ricerca farmaceutica? R: Più che una scoperta un metodo: far riflettere su come un approccio e una metodologia utilizzato in altri sistemi di consegna possa essere adatto e calibrata anche per altri scopi. D: Come è stata influenzata dalla pandemia la nostra percezione della salute? R: Ci ha reso ancora più consapevoli dell'importanza di essere in salute: la stessa ha acquisito un grande significato e se ognuno di noi dovesse esprimere un desiderio ora, penso che tutti aspirerebbero al mantenimento della salute sia fisicamente che mentalmente. D: Nella tua quotidianità, a cosa non puoi rinunciare? R: Alla libertà che mi permette di fare le mie scelte. D: Tre valori su cui deve fondarsi il rapporto con il paziente/cliente: R: Disponibilità, empatia e volontà di aiutare il più possibile.

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Cosa rende un progetto


01. LE INTERVISTE

BRUNO SARMENTO A CURA DI GINEVRA BARONI

ETÀ

PROFESSIONE

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SFIDA SCELTA

PROFE S SORE /

INVE S TIGATORE

SFIDA 1

PASSIONI

MOTTO

SE POTESSI AVERE UN SUPERPOTERE, SAREBBE...

TR ADURRE I FONDAME NTI

Un problema alla volta.

DE LL A SCIE NZ A IN PRODOT TI E TECNOLOGIE RE ALIZ Z AB ILI ,

RE NDE RE FE LICI

CON UN IMPAT TO SULL A

LE PE R SONE CON

PRODUZ IONE FARMACEUTIC A

LE PICCOLE COS E

E SULL A QUALITÀ DE LL A VITA DE I PA Z IE NTI

01. LE INTERVISTE

TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI

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UMILE CON I PIEDI PER TERR A CON IL SENSO DELL’UMORISMO


27 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

D: Dove ti vedi tra dieci anni? R: Alla i3S – Università di Porto, il mio istituto ospitante, perché credo che continuerà a garantire condizioni eccellenti per la ricerca, la formazione post-laurea e l'interazione con l'industria. D: Come hai scoperto Alfathon? Perché hai scelto la sfida 1? R: L'ho scoperto tramite un annuncio via email. Ho scelto la Sfida 1 perché è la più correlata alla ricerca che sviluppa il mio gruppo di lavoro. D: Quali sono i vantaggi di un hackathon full digital? R: Direi il risparmio economico e temporale. D: Quale scoperta avresti voluto fare nell’ambito della tecnologia medica o della ricerca farmaceutica? R: Vorrei essere responsabile di un prodotto farmaceutico ampiamente affermato per la somministrazione orale di insulina, che i diabetici possano assumere nella loro vita quotidiana. D: Come è stata influenzata dalla pandemia la nostra percezione della salute? R: Ha risvegliato la popolazione sulla fragilità della nostra vita e sul valore della scienza.

Cosa rende un progetto

innovativo?

LA FATTIBILITÀ DELLA SUA APPLICAZIONE.

D: Nella tua quotidianità, a cosa non puoi rinunciare? R: Alla libertà di pensiero e di accesso alle informazioni. D: Tre valori su cui deve fondarsi l’approccio con il paziente/cliente: R: Rispettare le differenze tra le persone; utilizzare valori scientifici per convincere il consumatore; informare sui vantaggi del mio prodotto/servizio rispetto agli altri presenti sul mercato.


01. LE INTERVISTE

NAYAN BISWAS E SOFIA PENAZZA

SFIDA SCELTA

SFIDA 3

A CURA DI GINEVRA BARONI

ETÀ

ETÀ

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MOTTO

MOTTO

Stabilire un mondo equo.

Se lo vuoi, lo puoi fare.

PASSIONI

PASSIONI

INNOVA Z IONE

APPRE NDIME NTO IN GE NE R ALE , QUAL S IA S I

E INTR APRE NDE NZ A

COSA VALE L A PE NA DI E S S E RE S TUDIATA . NE LLO S PECIFICO MI PIACE L A SCIE NZ A E LO S TUDIO DI LINGUAGGI E CULTURE .

SE POTESSI AVERE UN SUPERPOTERE, SAREBBE...

SE POTESSI AVERE UN SUPERPOTERE, SAREBBE...

E S S E RE IN GR ADO DI GUARIRE CHIUNQUE

MI PIACE RE BBE AVE RE IL CONTROLLO DE L TE MPO, PE R RE NDE RLO PIÙ VE LOCE O PIÙ LE NTO O IN ALTE RNATIVA IL POTE RE

01. LE INTERVISTE

DE L TE LE TR A S PORTO.

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TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI

TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI

SICURO

DETERMINATA OT TIMISTA

ARROGANTE

INDIVIDUALISTA CURIOSA


29 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

Nayan Biswas e Sofia Penazza stanno conseguendo un Master in Biotecnologia Medica. È tramite il sito del loro corso di studi hanno scoperto Alfathon. LA SCELTA DELLA SFIDA 3 SI ACCORDA CON IL LORO DESIDERIO DI COLMARE IL GAP TRA FARMACISTA E PAZIENTE: IL LORO OBIETTIVO INTERESSA UN SISTEMA DI ASSISTENZA PIÙ EFFICIENTE PER I SOGGETTI PIÙ VULNERABILI. D: Quale scoperta avresti volute fare nell’ambito della tecnologia medica o della ricerca farmaceutica? Nayan: Usare il potenziale della tecnologia quantistica per una terapia rigenerativa medica più efficace. Sofia: Non ne riesco a scegliere solo uno, il mondo della scienza medica è così affascinante. Inoltre, questo campo è come un puzzle, ogni piccola implicazione è una componente di un più ampio sistema e ogni pezzo è importante per fare in modo che ogni cosa sia messa a regime. Personalmente, ritengo che si tratti di una vera e propria magia.

Cosa rende un progetto

innovativo?

LA CONTAMINAZIONE TRA VECCHIE E NUOVE IDEE DECLINATE IN UN NUOVO ASSUNTO E IN UNA RINNOVATA FORMAZIONE.

D: Quali sono i vantaggi di un hackathon full digital? R: La mobilità è uno dei problemi più importanti per la partecipazione ad un hackathon, così l’alternativa di un evento totalmente online consente un facile accesso all’intero evento dalla propria stanza. In questo senso, la modalità consente una maggiore inclusività garantendo la partecipazione di tutti, a prescindere dal luogo in cui vivono. D: Come è stata influenzata dalla pandemia la nostra percezione della salute? R: Considerando le restrizioni alla mobilità che hanno caratterizzato la strategia di contrasto alla pandemia, riteniamo che le modalità di accesso ai prodotti e ai servizi della salute debbano essere maggiormente digitalizzate. D: Tre valori su cui deve fondarsi l’approccio con il paziente/cliente: R: Equità, inclusività e accessibilità.


02. GLI ARTICOLI

ARTI 02.

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ICO 31

ARTICOLI GLI


02. GLI ARTICOLI

E LE NA PE Z Z E T TA

METODO STRATEGICO E CREATIVITÀ: LA SINERGIA PERFETTA CHE HA CAMBIATO IL MIO LAVORO. A CURA DI LISA BELLODI

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02. GLI ARTICOLI

fruttare una precisa palette di colori per comunicare efficacemente e consegnare valore all'impresa è possibile. Lo sa bene la venticinquenne Elena Pezzetta che, con il suo team tutto al femminile, ha deciso di prendere parte alla seconda sfida lanciata da Alfathon. L'idea è quella di mostrare come la creatività possa trasformare l'utopia della digital health in un progetto concreto, rendendo la routine quotidiana un'attività piacevole e in grado di alleggerire la vita del paziente, del caregiver e del medico.

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La giovane visual designer, dopo la laurea triennale in Accademia di Belle Arti, coglie l'enorme potenziale che la comunicazione visiva riveste nella percezione di un servizio o di un prodotto; questa presa di coscienza la spinge a reinventare la propria professione, passando dallo stile soggettivo e dalla libera espressione ad un approccio più organizzato e strategico. La passione per i viaggi immersi nella natura e la ricerca di nuovi tracciati avendo tra le mani un buon libro, sono solo alcune delle esperienze che si fissano nella mente di Elena, ed è proprio la sua determinazione verso il cambiamento che la spinge ad integrare nella propria professione lo studio della fotografia, della comunicazione e del marketing.

PER ELENA PRENDERE PARTE ALLA SECONDA SFIDA SIGNIFICA GUARDARE LA REALTÀ CON GLI OCCHI DEL PAZIENTE,

offrendo uno strumento fatto di piccoli accorgimenti alla portata di tutti, dimostrando come un progetto, per essere innovativo, debba anzitutto guardare alla sua effettiva realizzabilità. A volte un posizionamento di valore, per una strategia di lavoro non richiede necessariamente cancellare ciò che ci ha preceduto, ma la scelta appropriata di un copy e di una palette di colori possono aiutare a differenziarci. Allargare la cerchia dei propri contatti, osservare analiticamente e lasciarsi ispirare da professionisti del settore, oltre che creare e arricchire costantemente le proprie moodboard, sono gli aspetti di cui Elena Pezzatta non può fare a meno nel suo quotidiano e indispensabili per stare al passo con le nuove tendenze che il visual design richiede. In un mondo in costante cambiamento è verosimile pensare che la parte più tecnica ed esecutiva della sua professione verrà affidata alle macchine e che in futuro verrà sempre più richiesta la capacità strategica nell'ottica del brand positioning, ma Elena ha gli obiettivi chiari per il futuro: creatività e strategia faranno sempre parte di lei.


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EPAC ONLUS A CURA DI NICOLÒ TASSINARI

Le persone fanno la differenza.

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razie al progetto Alfathon abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere con Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC, che da anni si trova in campo contro l’Epatite C. L’avventura di EpaC nasce dopo l’esperienza personale di Gardini che nel 1999 riceve un trapianto di fegato; grazie a questo evento, comprende l’importanza di una figura di supporto ai pazienti. Inizialmente decide di creare un sito dove poter dare assistenza diretta al paziente; l’iniziativa ha talmente tanto successo che diventa la realtà complessa che conosciamo oggi. L’OBIETTIVO PRINCIPALE È QUELLO DI CREARE UN PORTALE DOVE LE PERSONE POSSANO CREARSI UN KNOW-HOW CONCRETO E OPERATIVO su counselling, educazione, prevenzione ed informazione, in modo da fornire la possibilità ai pazienti di poter dialogare con i medici oppure di essere indirizzati negli studi specifici di cui necessitano. Il Presidente ne è sempre più convinto; sono 3 i punti chiave per sconfiggere le malattie:

- La prevenzione, perché giocare d’anticipo gioca un ruolo fondamentale nella cura. - Formazione dei medici di base, perché spesso riconoscere determinate malattie agli stadi iniziali non è semplice, visto che devono avere competenze specifiche in moltissimi ambiti. - Strutture che possano fornire assistenza e quindi prendersi carico del paziente in multidisciplinarietà, visto che spesso le malattie quando si aggravano recano danno ad altri organi, avere reparti specializzati nello stesso ospedale può fare la differenza tra la vita e la morte. Per quanto riguarda il futuro ci sono grandi prospettive, poiché saranno presto disponibili alcuni farmaci per malattie specifiche come il fegato grasso ora in fase finale di sperimentazione e promettenti cure per il tumore al fegato. Il Presidente Gardini ritiene inoltre importante che un progetto innovativo possa essere replicabile, oltre che portare beneficio alle persone per far si che un numero sempre più alto di utenti possa usufruire dell’innovazione. Quanto sopra non solo innovando ma anche rielaborando qualcosa di già noto in una visuale nuova e più funzionale allo scopo. L’Alfathon potrebbe essere l’occasione per far sì che professionisti e studenti possano trovare con le loro conoscenze, e il loro entusiasmo delle vie alternative per sviluppare idee che porteranno a migliorare sensibilmente la vita di una moltitudine di persone.

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GLI ARTICOLI


02. GLI ARTICOLI

GIOVANI ALLA RIBALTA - RECORFAR A CURA DI ANTONIO CASELLI

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02. GLI ARTICOLI

a sempre si dice che siano i giovani a costruire il futuro, ed è proprio nell’ottica di supportare progetti innovativi e aspirazioni di nuova generazione che Alfasigma, importante casa farmaceutica di scala internazionale e tra le prime 5 in Italia, ha organizzato Alfathon, primo Hackaton interamente full digital. In questo evento, che accoglie team e singoli da tutto il mondo intenzionati a dare lustro ai propri progetti, i partecipanti si sfidano in 3 challenge differenti accomunate dallo scopo finale: migliorare la salute.

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La prima challenge pone come obiettivo della sfida lo sviluppo di forma farmaceutica in grado di innovare la modalità di rilascio dei principi attivi. La seconda invece si basa sulla creazione di un software/hardware per la gestione di una patologia. Il macrotema della terza consiste nell’avvicinare sempre di più la consulenza del farmacista per le persone più fragili. Uno dei partecipanti a quest’ultima challenge è Francisco Javier Reina Chaparro, 23enne spagnolo iscritto all’ultimo anno del corso di laurea in Farmacia presso l’università di Siviglia. Francisco lavora inoltre come professore di chimica e fisica e nel poco tempo libero

che gli resta - in quanto, come lui stesso dice “l’università è molto impegnativa” porta avanti le proprie passioni, lo sport, la lettura e la scrittura. I suoi punti di forza sono il lavoro in team, la ricerca e lo sviluppo costante di idee sempre diverse, la comunicazione ed una buona capacità nel problem solving. Non è la prima volta che lui e il suo Team, i RecorFar, partecipano ad un evento di questo tipo; hanno infatti già preso parte al “Concurso de ideas de imprendimiento” promosso dall’università di Siviglia, raggiungendo la fase finale nell’edizione 2020. Vedendo in Alfasigma una grande azienda e una occasione per lo sviluppo del proprio progetto, Francisco Reina Chaparro non ha esitato ad iscriversi alla Challenge 3 di Alfathon: “CREDO CHE UNA AZIENDA COME ALFASIGMA POSSA CONTRIBUIRE ENORMEMENTE AL PROGETTO E DARE UN IMPULSO IMPORTANTE GRAZIE ALLA PRESENZA DI INGEGNERI INFORMATICI.” Un apporto fondamentale se si considera l’idea alla base dell’ambizioso progetto spagnolo, ovvero la creazione di un’applicazione per smartphone in grado di combattere


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la disinformazione delle persone sul tema salute. L’app sarà infatti in grado di portare nella tasca degli utenti un farmacista virtuale pronto a dispensare consigli in base ad ogni esigenza. Basterà infatti scannerizzare con la fotocamera del telefono il codice a barre del farmaco in questione per eliminare i numerosi problemi che ancora oggi attanagliano chiunque abbia bisogno di leggere, per esempio, il bugiardino di un farmaco. “MOLTE PERSONE, ED IN PARTICOLAR MODO QUELLE CON QUALCHE FRAGILITÀ NON RIESCONO A LEGGERE O A COMPRENDERE APPIENO LE AVVERTENZE ALLEGATE A UN FARMACO” – sottolinea Reina Chaparro, “l’applicazione potrà aiutare queste persone grazie alla lettura vocale

I COMPONE NTI :

Francisco è quindi sicuro che tramite l’applicazione le intossicazioni dovute dall’errato uso dei farmaci potrebbero diminuire. E non è tutto. Tramite l’app, infatti, sarà come avere una costante consulenza smart, precisa e tempestiva, segnando un punto a favore dei RecorFar “Prendiamo in considerazione la situazione attuale; molte persone non possono recarsi in farmacia o da un esperto per un consiglio su un certo medicinale. Se il farmacista è già all’interno del tuo smartphone sei in grado di risolvere il problema da solo” afferma il fondatore che non ha dubbi sulla valenza del proprio progetto e sul fatto che l’idea possa rivelarsi vincente: “CREDO CHE RISOLVEREBBE MOLTI PROBLEMI, IL COSTO DI REALIZZAZIONE È VERAMENTE BASSO, È SEMPLICE DA PROGRAMMARE E SIAMO PRONTI PER INIZIARE A FARLO”. Con la sua idea è quindi sicuro di poter concorrere per la vittoria. Per il futuro ha in mente una sola cosa: sviluppare il proprio progetto per poter aiutare le persone maggiormente in difficoltà.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

automatica e alla presenza di un promemoria per non dimenticare i tempi di assunzione e indicarne le modalità.”


02. GLI ARTICOLI

IL ARIA CRUPI

TENACIA, ENERGIA E SPIRITO DI SACRIFICIO.

LA FORMULA DI ILARIA CRUPI PER VINCERE NELLA COMPETIZIONE ALFATHON E NELLO STUDIO. A CURA DI JACOPO PIERUCCI

Progettare uno strumento digitale portatile (device, app o altro) che - nel rispetto della privacy permetta di tenere sotto controllo una patologia non solo a medici e personale sanitario, ma anche ai familiari.

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02. GLI ARTICOLI

uesta è la seconda sfida lanciata ai partecipanti dell’Alfathon a cui partecipa Ilaria Crupi, studentessa di Ingegneria Biomedica presso il Politecnico di Milano. “L’app che vorremmo sviluppare permette al paziente di tenere sotto controllo la patologia e l’andamento di un’eventuale cura tramite l’inserimento quotidiano di dati (parametri standard e/o sintomi) sulla cui base, mensilmente, verranno generati dei grafici consultabili dal medico. A quest’ultimo, inoltre, sarà notificato il protrarsi del mancato inserimento di dati ed anche la presenza di parametri anormali.”

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Ilaria ha 21 anni. Le sue passioni sono: hand lettering, cucina e chitarra. I suoi obiettivi nel futuro: “proseguire e concludere il mio percorso di laurea triennale e proseguire verso una laurea magistrale in Bio-Tecnologie Elettroniche.” Ilaria si descrive come una persona “tenace, con una forte energia vitale e un profondo spirito di sacrificio”. Abbiamo inoltre chiesto ad Ilaria il motivo della sua scelta

tra le competizioni proposte e le sue considerazioni a riguardo: “La scelta della seconda challenge è legata alla possibilità di esprimere al meglio le capacità e le conoscenze di ognuno, beneficiando così del lavoro di squadra”. IN CAMPO MEDICO L’APPROCCIO DATA DRIVEN È SEMPRE PIÙ FONDAMENTALE NEL TRACCIAMENTO E NEL MONITORAGGIO DI PATOLOGIE. Ma cosa rende un progetto innovativo secondo Ilaria? La risposta è chiara e serrata: “La parola innovazione ha sempre richiamato alla mia mente l’idea di dinamicità e di speranza: un progetto è innovativo se riesce ad uscire dagli schemi tendendo sempre ad un’evoluzione e quando reca con sé un’aspettativa fiduciosa verso la sua stessa realizzazione.” Ilaria è una persona organizzata. Annota tutto sulla sua agenda, la quale - ci rivela - porta sempre con sé. Nonostante gli impegni e le festività, Ilaria è stata gentilissima e disponibile nel concedere il suo tempo al fine di questa intervista. Sarà il suo approccio analitico e il suo metodo di lavoro strutturato a condurre Ilaria e il suo team alla vittoria attraverso la realizzazione del progetto vincente nella seconda sfida proposta nell’Alfathon di Alfasigma? Si prospetta una competizione entusiasmante.


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ALFRED CARDONA SANTACREU A CURA DI ANTONIO CASELLI

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lasse ’97, Alfred Cardona Santacreu ha studiato Farmacia presso l’Università di Valencia in Spagna e si sta preparando all’esame di Farmacéutico Interno Residente, detto anche FIR, un programma di formazione specialistica per lavorare nell’ambito della farmacia ospedaliera. Durante il suo quarto anno di studi, ha preso parte a un’iniziativa Erasmus presso l’Università di Pisa, un’esperienza arricchente nella quale ha imparato a adattarsi alle nuove situazioni e ha avuto la possibilità di visitare alcuni dei luoghi più belli d’Italia. Oltre al suo grande interesse per il mondo farmaceutico, ha una forte passione per gli sport: dalla ginnastica al paddle e in particolare ha un legame speciale con il basket, che gioca da quando aveva 12 anni. Amante della musica, adora ascoltarla in base al momento della giornata e varia dal gruppo americano Red Hot Chili Peppers e la musica urbana al raggaeton, e nel tempo libero adora passare momenti di convivialità con i suoi amici. È tramite la sua università che è venuto a conoscenza dell’iniziativa Alfathon, ed è grazie al grande interesse nei confronti del mondo farmaceutico e del funzionamento del corpo umano che Alfred e il suo team, composto da Rafael Díaz Gómez, Lluis Miquel Lis López e Rodrigo Alonso

Barambio, hanno deciso di mettersi in gioco scegliendo la prima sfida. Si sono conosciuti in ambito universitario, e già precedentemente hanno lavorato insieme consolidando così la loro amicizia e la loro affinità come gruppo di lavoro. Rodrigo e Rafael si stanno preparando per lo stesso esame di Alfred, mentre Lluis si sta dedicando a un progetto di tesi. Ciò che rende un progetto innovativo, secondo il team leader, è cercare di rendere fattibili dal punto di vista scientifico idee che sono già preesistenti o anche di trovarne di nuove. In futuro gli piacerebbe lavorare in laboratorio o in ospedale, ma anche pensare a qualcosa al di fuori di questo ambito. “È UN’IDEA CONDIVISA DA ME E DAGLI ALTRI MIEI COMPAGNI”, SPIEGA ALFRED, “CI PIACEREBBE UN GIORNO CREARE UNA START UP E MAGARI PORTARE QUALCOSA DI INNOVATIVO ALLE PERSONE, MA AL MOMENTO CI STIAMO ANCORA LAVORANDO”.

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GLI ARTICOLI


02. GLI ARTICOLI

TEAM FARMAGRAPHICS A CURA DI RITA CRISTOFANO

I COMPONENTI: EGIDIO CIFALDI

E

gidio Cifaldi è un giovane ventiseienne di Cerignola laureato in farmacia presso l’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”.

02. GLI ARTICOLI

“MI RITENGO UN RAGAZZO FORTUNATO. PROVENGO DA UNA FAMIGLIA DI IMPRENDITORI NELL’AMBITO DELL’EDILIZIA, MA HO SEMPRE AVUTO LA PASSIONE PER LA SCIENZA.

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Quando mi è stato chiesto perché non volessi continuare a portare avanti l’azienda di famiglia, non ho mai nascosto che, oltre a non amare quel tipo di settore, il mio grande sogno fosse acquistare una farmacia e poterne gestire una” - spiega Egidio - che da poco lavora in farmacia. Egidio crede fortemente nella scienza e in particolare nella ricerca farmaceutica. Ha definito il corpo umano come “una macchina perfetta che ogni tanto fa i capricci” e ha aggiunto: “se quei capricci vengono soppressi è grazie alla ricerca e a quello che i miei colleghi fanno ogni giorno”.

In questa sfida lo accompagnano gli altri due componenti del suo team: Angelo Fiorentino e Ilaria Gosciola, parenti e colleghi di squadra. Egidio ha deciso di partecipare all’Alfathon incuriosito soprattutto dalla sfida numero tre, perché è convinto che, nella realtà in cui lavora, la tutela dell’anziano presenti delle difficoltà. “Il nostro è un popolo molto conservatore che spesso sottovaluta il progresso da questo punto di vista, sfociando nella disinformazione che, a sua volta, può creare problemi nei riguardi della tutela dell’anziano” - afferma. La terza sfida ha l’obiettivo di progettare uno strumento volto ad agevolare l’attività di ‘counseling’ del farmacista nei confronti di quei clienti che presentano maggiori difficoltà, come ad esempio gli anziani, i diversamente abili, i pazienti con scarsa mobilità ecc. “Nel mio lavoro ritengo importante sapere che chi si affida a me rimanga soddisfatto e che possa trarre vantaggio


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“Nel quotidiano sono sempre me stesso, inevitabilmente da ciò che mi accade; mentre, al di fuori dell’ambito lavorativo mi ritengo molto sportivo: lo sport per me è alla base dello svago, non riesco a farne a meno” - aggiunge il giovane farmacista. Egidio, infatti, si diletta nel tennis, nel calcio e nel beach tennis, ma ama anche cucinare e fare foto. “I miei punti di forza? Dico

sempre che non devo essere io a decidere quali siano, ma chi mi osserva dall’esterno. Se dovessi pensarci, direi che sono una persona che non si perde d’animo e che lavora ogni giorno per migliorare. Definisco meglio la mia più grande debolezza: sono troppo buono. Per quanto possa essere assurdo, vedo sempre del buono in tutto e purtroppo riconosco che, a volte, può essere un problema” racconta Egidio. Abbiamo chiesto ad Egidio come è venuto a conoscenza dell’Alfathon: “Grazie ai miei colleghi del team” - ha risposto. E ha aggiunto: “APPENA HANNO LETTO DEL CONCORSO ME NE HANNO PARLATO, CI SIAMO BUTTATI A CAPOFITTO. BELLA INIZIATIVA!”.

IL CORPO UMANO È UNA MACCHINA PERFETTA CHE OGNI TANTO FA I CAPRICCI CHE VENGONO SOPPRESSI GRAZIE ALLA RICERCA E A QUELLO CHE I MIEI COLLEGHI FANNO OGNI GIORNO.

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dai miei consigli” - spiega Egidio. Negli anni la figura del farmacista è cresciuta notevolmente dal punto di vista dell’efficacia. Il farmacista è diventato un professionista che ha acquisito sempre maggior fiducia, spesso sostituendo anche la figura del medico stesso. L’attività di ‘counseling’ è, dunque, necessaria; bisogna andare oltre alla semplice dispensazione dei farmaci e dedicare al paziente un’attenzione in più.


02. TEAM FARMAGRAPHICS ANGE LO FIORE NTINO

V

entisettenne, graphic designer, di Cerignola: si chiama Angelo Fiorentino e grazie a Ilaria Gosciola, sua collega di squadra, ha deciso di partecipare alla terza sfida lanciata dall’Alfathon. Perché proprio la terza? Perché quella che maggiormente si sposa con le competenze del team.

02. GLI ARTICOLI

ANGELO E ILARIA SONO ENTRAMBI GRAPHIC DESIGNER, MENTRE EGIDIO CIFALDI, IL TERZO COMPONENTE DEL GRUPPO, È UN FARMACISTA. ECCO DA DOVE NASCE IL SIMPATICO NOME CHE SI SONO DATI: FARMAGRAPHICS.

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“Nel mio quotidiano e nel mio lavoro, ma anche al di fuori dell’ambito lavorativo, non riesco sicuramente a fare a meno del mio pc, perché per me non si limita ad essere uno strumento di lavoro: è anche la mia tv, la mia radio, il giornale che mi aggiorna su cosa succede in Italia e nel mondo”. E aggiunge: “sono una persona molto curiosa. Oggi, grazie a Internet, posso ritenere di avere un bagaglio culturale molto eterogeneo”. Angelo sottolinea l’importanza del mondo di Internet e della tecnologia in generale, argomento trattato anche nella terza sfida dell’Alfathon. Ai partecipanti viene, infatti, richiesto di sviluppare una piattaforma, un’app o un software che permettano l’attività di ‘counseling’ del

farmacista nei confronti soprattutto di quei cittadini più bisognosi di assistenza sanitaria. “Se un progetto è innovativo si capisce dal fatto che facilita e migliora la vita delle persone” - afferma Angelo. È importante che ci siano persone motivate ed esperti che si impegnino per stare al passo con la rapidità e l’imprevedibilità del mondo. Il motto di Angelo è diventato, appunto,

Il futuro è ciò che costruiamo.

Questo slogan fa riflettere sulla responsabilità e sull’impegno a cui ciascuno è chiamato quotidianamente. “FIN DA PICCOLO SONO SEMPRE STATO CONVINTO CHE LA SCIENZA FOSSE L’UNICA VIA PER AVERE LE RISPOSTE GIUSTE ALLE NOSTRE DOMANDE - RACCONTA E LA RICERCA È IL MEZZO CHE CI PERMETTE DI ARRIVARE A QUESTE RISPOSTE” - CONCLUDE. Al di fuori del lavoro, Angelo è appassionato di snowboard e di motori. Ci ha svelato un suo grande difetto: a volte tende a procrastinare, quindi si impone di fare tutto e subito. Da grande sogna di entrare a far parte di un team di marketing e comunicazione, e magari, un giorno, aprire una sua agenzia di comunicazione.


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TEAM FARMAGRAPHICS IL ARIA GOSCIOL A

È

l’unica donna del suo team, ma tosta. Il suo motto nella vita?

È meglio dire il vero con franchezza, che il falso con grazia.

Si chiama Ilaria Gosciola, ha ventisette anni e fa la graphic designer. Abita a Cerignola, dove vivono anche i suoi due compagni di team. “Sono venuta a conoscenza dell’Alfathon per pura casualità” - racconta Ilaria - ho progettato un sito per un hackathon durante il mio percorso di studi, da allora ho deciso di seguire alcune pagine sui social che trattano l’argomento. Penso che l’algoritmo di facebook abbia supposto che potesse interessarmi. Così ho inviato il link ad Egidio, il farmacista del team, e ad Angelo, grafico come me e abbiamo deciso di partecipare come unico team. Dalla combinazione delle nostre professioni” – spiega – “abbiamo dato, poi, il nome ‘Farmagraphics’ alla nostra squadra ed eccoci qui”. Tra gli hobby di Ilaria al primo posto c’è sicuramente la lettura; le piace soprattutto leggere libri e articoli che toccano il tema dell’ecologia. “Non potrei far a meno di un libro” afferma e continua – “ne porto uno con me anche quando so che probabilmente non avrò il tempo di leggere”.

I TRE GIOVANI HANNO DECISO DI PARTECIPARE ALLA TERZA SFIDA PERCHÉ È QUELLA CHE PIÙ SI AVVICINA ALLE IDEE DEL TEAM E CHE UNISCE NEL MIGLIORE DEI MODI DUE GRAFICI AD UN FARMACISTA. Ilaria ci ha spiegato che per lei è fondamentale che la ricerca farmaceutica collabori per giungere ad uno sviluppo innovativo della vita. Così le abbiamo chiesto quando, secondo lei, un progetto può definirsi innovativo. “Quando permette alle persone di vivere in maniera più semplice, senza intaccare il benessere del pianeta e degli altri individui” – ha risposto Ilaria – “che, ancora una volta, si mostra attenta alla salvaguardia dell’ambiente.” La giovane graphic designer da grande spera di potersi realizzare in ambito grafico, ma se la carriera non dovesse decollare, ha già un piano B: poter lavorare in un ambito che aiuti le persone ad intraprendere in fretta uno stile di vita sostenibile. Tra i punti di forza di Ilaria, infatti, ci sono certamente l’intraprendenza e lo spirito di adattamento.


02. GLI ARTICOLI

LLUÍS PASCUAL MASIÁ A CURA DI ANNA TASSINARI

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luís Pascual Masiá è un giovane dottorando spagnolo all'Università di Navarra, appassionato di tutto ciò che riguarda l'ambito farmaceutico, passione che lo ha portato a conseguire una laurea in Farmacia e un master in Progettazione e Produzione di Farmaci nell'Industria Farmaceutica.

02. GLI ARTICOLI

Oltre ad essere un grande amante dello studio e in generale dell'apprendimento quotidiano di nozioni nuove, gli piace anche rimanere in movimento, praticando sport di montagna o immersioni subacquee. Per quanto indeciso ancora sul proprio futuro professionale, Lluís è sicuro di cercare un impiego impegnativo e stimolante nel campo medico, che gli ponga ogni giorno nuove prove da affrontare.

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Affascinato dalle sfide e con un carattere determinato, per cui mette sempre impegno e dedizione in ciò che fa, Lluís non ha esitato un momento ad accettare l’invito a partecipare all'Alfathon, propostogli dalle sue amiche e compagne di studi, Irene e Maria. Inoltre - già persuaso che ogni hackathon sia un'iniziativa straordinaria che permette di creare un ambiente competitivo ma sano per l'elaborazione di nuove idee - l'aspetto innovativo di Alfathon ha suscitato in lui ancora più interesse e attrazione. La squadra che si è formata è risultata subito unita e dinamica, in quanto

composta da ragazzi giovani accomunati dal medesimo desiderio di mettere in pratica tutta la conoscenza acquisita durante gli studi. La sfida scelta dal team è stata la challange 1, poiché era la più coerente con i loro ambiti di istruzione. Come punto di partenza per ideare il loro progetto in modo che fosse il più funzionale possibile, si sono basati sull'idea che per sviluppare un progetto innovativo non si debbano fare grandi scoperte, ma si debbano prendere in considerazione le nozioni e i dati già esistenti, valutandoli e sfruttandoli in maniera originale. Al giorno d'oggi, anche un piccolo passo avanti è decisivo e rivoluzionario. La realizzazione del progetto, studiato e perfezionato nei minimi dettagli, ha permesso ai ragazzi di divertirsi misurando, e stressando, le proprie capacità di analisi. Convinto che il proprio progresso personale si misuri quotidianamente nelle sfide di ogni giorno, Lluís ha cercato di portare nell'Alfathon un'idea che potesse realmente aiutare, risultando concretamente efficiente per l'assunzione orale di grandi molecole tradotte in farmaco. Nel fare ciò è rimasto sempre fedele al proprio credo secondo cui bisogna impegnarsi per LASCIARE IL MONDO MEGLIO DI COME LO SI È TROVATO.


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MANUEL ROMERO-GÓMEZ A CURA DI ANNA TASSINARI

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anuel Romero-Gómez, medico e professore di medicina all'Università di Siviglia, ha dedicato gran parte della sua vita nell'ambito medico, cercando di migliorare la vita di molte persone malate, impegnandosi, tanto nella ricerca e nella cura quanto nell'insegnamento. Il grande impegno posto nel suo lavoro comunque non gli ha mai impedito di coltivare altri interessi, come la passione per il teatro e il cinema, per la musica e per la lettura di scrittori contemporanei. A questo ha anche sempre affiancato lo sport, praticando corsa e ciclismo. Ciò di cui però non dichiara di non poter fare a meno, sia nella vita quotidiana che nel suo lavoro, è il supporto di una squadra, presente e affidabile come una famiglia. Quando è stato invitato a partecipare ad Alfathon, Manuel ha subito accettato cogliendo l'occasione per condividere e promuovere le sue idee apprese nei suoi tanti anni di lavoro, in modo da poter contribuire concretamente nella ricerca medica. La sfida da lui scelta è stata la challenge 2, riguardante l'encefalopatia epatica, una complicanza della cirrosi epatica, in quanto già precedentemente analizzata e studiata. Ritenendo che ci siano pochi ricercatori che lavorano su questa complessa patologia, le cui

conseguenze possono essere anche molto gravi, Manuel Romero-Gómez, ha speso molto tempo e impegno nel cercare di fare progressi nel trattamento della patologia. Potendo contare su una consolidata pratica clinica, HA SVILUPPATO LA PROPRIA IDEA PER L'ALFATHON PARTENDO PROPRIO DA ALCUNE DOMANDE CHIESTE DIRETTAMENTE AI SUOI PAZIENTI e ha poi sottoposto il progetto a diverse analisi in laboratorio per assicurarsi dell'effettiva funzionalità. Nello sviluppo del progetto, il suo carattere autocritico e resiliente ha giocato a suo favore, portandolo a non fermarsi davanti a qualche complicazione, ma sfruttando ogni problema come punto di partenza per ulteriori miglioramenti dell'idea iniziale. Grazie all'esperienza dell'Alfathon, Romero-Gómez, è riuscito a conciliare divertimento e impegno sociale, ponendosi sempre come principale obiettivo quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti cirrotici.

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GLI ARTICOLI


02. GLI ARTICOLI

UN DEVICE INNOVATIVO E INTUITIVO PER L’ENCEFALOPATIA EPATICA “UNA RICERCA TRASLAZIONALE PUÒ MIGLIORARE LA QUALITÀ DELL’ASSISTENZA AI PAZIENTI” - DOT T. ROMERO-GÒMEZ A CURA DI ADELINA BURDUJANU

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lfasigma, nota azienda italiana attiva nel mercato farmaceutico internazionale, ha lanciato il suo primo hackathon in versione completamente digitale - Alfathon - con lo scopo di contribuire alla ricerca e all’innovazione nel settore.

La data prevista per l’annuncio del vincitore di Alfathon coinciderà con l’inaugurazione del Labio 4.0 Marino Golinelli, il nuovo Centro di Ricerca Farmaceutica all’interno dello stabilimento di Alfasigma Pomezia, a maggio 2021.

02. GLI ARTICOLI

L’hackathon si caratterizza attraverso l’articolazione di tre sfide e ciascuno dei partecipanti potrà sceglierne una per sviluppare e proporre il proprio progetto.

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IN PARTICOLARE, L’OBIETTIVO DELLA SECONDA SFIDA È DI SVILUPPARE UNO STRUMENTO DIGITALE INTUITIVO E UTILE NELLA GESTIONE DEGLI EPISODI ACUTI DI ENCEFALOPATIA EPATICA IN SOGGETTI CON CIRROSI EPATICA. Nell’episodio di encefalopatia manifesta, il soggetto mostra sintomi di ridotta

capacità cognitiva, confusione, sonnolenza e a volte agitazione, risultando nei casi più gravi in un coma a volte irreversibile. Una diagnosi tempestiva del rischio, una corretta gestione e un attento monitoraggio da parte del caregiver familiare o del personale sanitario potrebbero permettere di provvedere una buona gestione dell’episodio acuto e ridurre le cause che portano a nuovi episodi acuti di encefalopatia epatica in soggetti con cirrosi epatica. Abbiamo avuto l’opportunità e il piacere di intervistare uno dei partecipanti alla seconda sfida, il Dott. Manuel RomeroGòmez. Spagnolo, 53 anni, è Epatologo e Ricercatore presso l’Ospedale Universitario Virgen del Rocìo di Siviglia e Docente di Medicina all’Università di Siviglia. Inoltre dirige il programma per la ricerca traslazionale sul fegato e sulle malattie infiammatorie del sistema gastro-intestinale presso l’Istituto di Biomedicina di Siviglia. Il suo primo avvicinamento all’encefalopatia epatica è avvenuto nel 1996, con la sua tesi di dottorato e lavora in questo campo da 25 anni. Le sue più grandi passioni sono la musica, il teatro e il cinema, oltre ad avere un profondo amore per la lettura


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molto presente nella mia carriera. È uno scenario vantaggioso per tutti. Potremmo avere competenze e conoscenze e loro potrebbero aiutarci con strutture e supporto finanziario”.

Quando lo sollecitiamo chiedendogli se ha qualche consiglio o suggestione per un’eventuale futura edizione di Alfathon ci dice: “potrei rispondere a questa domanda quando avrò tutta l'esperienza nel processo. Fino ad ora va tutto bene”.

Amo lavorare in team per avere idee e per stimolare il progetto.

La mia abilità chiave è la connessione e l'interconnessione tra le mie diverse attività e tutte le persone che mi circondano. Credo in una ricerca traslazionale e collaborativa e nella pratica clinica”. Mentre ci dice che “lavoro, resilienza e amore” rappresentano i suoi principali punti di forza personali, afferma che in questo momento si sta concentrando professionalmente su tre obiettivi futuri: “ANDARE IL PIÙ LONTANO POSSIBILE NELLA QUALITÀ DELL'ASSISTENZA AI PAZIENTI INSIEME AL MIO TEAM, INSEGNARE IL PIÙ POSSIBILE CON METODI INNOVATIVI E FARE RICERCHE TRASLAZIONALI IN GRADO DI ESSERE ESTESE A TUTTA LA COMUNITÀ”. Nel suo approccio alla ricerca il dialogo peer-to-peer è fondamentale nella realizzazione del progetto, ed è la chiave di successo in qualsiasi contesto lavorativo. Avendo già percorso un itinerario di ricerca sulla decifrazione della fisiopatologia, nuovi metodi diagnostici e opzioni terapeutiche, questa nuova opportunità fornita da Alfathon potrebbe aiutare il Romero-Gòmez e il suo team nel proseguire gli studi sull'intelligenza artificiale, applicata al trattamento dell'encefalopatia epatica: “la collaborazione pubblico/privato è stata

Chiudiamo l’intervista con una battuta sul tema attuale legato alla situazione pandemica e i risvolti che ha avuto sulle nostre vite e sulle progettualità di tutti noi. Così come la stessa realizzazione di Alfathon è stata trasferita in digitale per rispondere alle nuove necessità imposte dalla pandemia anche in altri ambiti, infatti, la crisi ha originato nuove modalità relazionali tra gli individui. Abbiamo, dunque, chiesto a RomeroGòmez se queste nuove modalità e tecnologie rappresentano secondo lui un processo di cambiamento irreversibile della nostra società. “No”- ha risposto Gomez- “ penso che ci stiamo adattando alla pandemia, ma alcuni aspetti rimarranno dopo la risoluzione e altri saranno sostituiti dal precedente. A mio avviso un approccio che integri le due modalità potrebbe essere lo standard nei prossimi anni”.

TEAM SPAGNA

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e lo sport, in particolare corsa e ciclismo. Alla domanda se pensa di avere qualche dote particolare che lo rende unico e speciale, il Dott Romero-Gòmez risponde:


02. GLI ARTICOLI

NÚRIA CANAL ESPINOSA A CURA DI SABRINA BERTO

SEMPLICITÀ

ELEGANZA

N

02. GLI ARTICOLI

úria Canal Espinosa ha 23 anni ed è all’ultimo anno di Farmacia presso l’Università di Barcellona in Spagna.

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È una persona piena di interessi: si definisce un’umanista, amante dei temi rinascimentali e di materie come la storia e la letteratura e di temi più scientifici come la astronomia e la cosmologia. In particolare, spicca la sua passione per la musica: ha studiato per molti anni il violoncello e ha suonato in orchestra, un’esperienza unica dove ha sentito la speciale connessione che si crea tra tutti i musicisti in quei momenti. Nel tempo libero, adora leggere e prendersi cura delle sue piante, e di recente ha iniziato a progettare il suo urban garden.

FOCUS

Ha scelto la terza sfida di Alfathon, poiché è quella per la quale si sente maggiormente affine visto il suo background di studi. Per lei, ciò che rende un progetto veramente originale è cercare di adottare un punto di vista diverso dagli altri:

I migliori progetti innovativi sono semplici ed eleganti

afferma Núria, sottolineando che nonostante talvolta sia difficile mettere in ordine le tante idee che vengono in mente, la vera chiave di tutto è focalizzarsi su una singola idea brillante. In futuro, le piacerebbe lavorare nel dipartimento di sviluppo e ricerca in una compagnia farmaceutica, cercando di mantenere comunque il contatto umano con i pazienti.


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FARMACEUTICA CON PASSIONE A CURA DI NICOLÒ TASSINARI

“F

armaceutica con passione” non è un semplice slogan ma una vera e propria missione, la ragione valoriale di Alfasigma. L’Alfathon non è una semplice sfida, è un momento dove mettersi in gioco, indirizzando la propria creatività verso un’unica direzione: la Salute. Un progetto che mira a una soluzione tecnologica e innovativa. PER INNOVAZIONE NON BISOGNA PER FORZA PENSARE A QUALCOSA DI MAI ESISTITO, LA REALTÀ È CHE SPESSO BASTA VEDERE CIÒ CHE SI HA GIÀ IN CHIAVE DIFFERENTE. Questo è il caso di tre studentesse dell’università di Milano (facoltà di Chimica e tecnologie farmaceutiche) che hanno deciso di mettere in pratica i loro studi per creare la loro prima piattaforma formulativa, partecipando alla prima sfida dell’Alfathon, per innovare la modalità di rilascio dei principi attivi. Miriam Corsalini 22 anni, Serena Codoro 23 anni e Martina Filippo 23 anni, non pensavano di essere in grado di affrontare questa sfida, ma grazie alle tre caratteristiche che le contraddistinguono - determinazione costanza ed esuberanza- sono riuscite a creare una forma farmaceutica, dove l’utilizzo di piccole sfere chiamate Pellets potrà portare a soluzioni trasversali anche su altre formule dove questa soluzione non era mai stata presa in considerazione.

Questo progetto ha dato loro la possibilità di credere maggiormente nei loro mezzi e le ha avvicinate al perseguimento degli obiettivi prefissati, mentre nel tempo libero amano praticare sport. La chiave per il loro progetto è sicuramente la passione per i loro studi che le ha portate ad affrontare la sfida con entusiasmo. L’Alfathon è stata un’opportunità per mettersi alla prova e capire se potrebbe essere questo il percorso lavorativo per il loro futuro. Data la portata e l’importanza del loro progetto, questa formula sarà anche protagonista della loro tesi di laurea.

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GLI ARTICOLI


02. GLI ARTICOLI

CONTRIBUIRE ALLA RICERCA PE LA VITA DEI PAZI UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ . A CURA DI LISA BELLODI

È

un giorno come tanti per Isabella Poles, eppure quel giorno è destinato a cambiarla per sempre.

02. GLI ARTICOLI

Isabella è una giovane ragazzina quando scopre che il suo amore per lo sport è condiviso e praticato anche da persone con disabilità fisiche. L'esistenza dello sport paralimpico è il trampolino di lancio che la induce a riflettere su come la sua attitudine verso la scienza e la tecnologia possa un giorno includere le persone svantaggiate in ogni ambito, migliorandone la vita. Crescendo inizia ad affascinarsi all'ambito della bioingegneria:

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PREVEDERE LO SVILUPPO DELLE PATOLOGIE GRAZIE ALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, RENDERE PIÙ EFFICACI I PROCESSI DI DIAGNOSI E CURA CON L’USO DELLA TELEMEDICINA, allungare la vita media dei pazienti utilizzando la realtà aumentata durante le procedure chirurgiche e velocizzare i processi di approvazione dei dispositivi biomedici attraverso lo sfruttamento

dell’analisi computazionale, le sembra la strada migliore per far convergere perseveranza e predilezione al team working e l'offrire il proprio contributo alla sanità pubblica nel campo della ricerca. Oggi la ventitreenne frequenta il secondo anno di laurea magistrale in ingegneria biomedica presso il Politecnico di Milano, la passione per lo studio e la dedizione nel trovare soluzioni funzionali le hanno permesso di superare lo stress e la fatica in nome di un progetto più grande. Il conoscere gente nuova e le passeggiate sul lungomare nel fine settimana permettono a Isabella di aprire la mente, scovando punti di vista differenti e trovando soluzioni alternative e innovative ai problemi, necessario nello sfaccettato ambito biomedico. Isabella Poles, assieme ai suoi colleghi del NECSTLab del Politecnico di Milano, partecipa con il team CareLiver alla seconda sfida promossa dall'Alfathon, l'idea è quella di trasmettere come


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la tecnologia, adeguatamente sfruttata, possa diventare un potente strumento medico per la prevenzione di patologie, per lo sviluppo di terapie customizzate al paziente e per risolvere i problemi che gli operatori sanitari incontrano nelle procedure di diagnosi e terapia tradizionali. Prendere parte alla challenge significa offrire una soluzione tecnologica che mantenga sotto controllo l'evoluzione della cirrosi epatica attraverso un'efficace raccolta dati, che possa giovare tanto al campo della ricerca scientifica quanto al miglioramento della qualità di vita del paziente, del caregiver e del medico. Un progetto innovativo per Isabella deve saper rispondere a necessità che potrebbero verificarsi in futuro ed essere in grado di adeguarsi al cambiamento, trasformando un progetto fallimentare in un'opportunità di crescita. Il suo sogno è quello di dedicarsi alla ricerca, partecipare a meeting per confrontarsi con professionisti del settore, ma soprattutto non smettere

mai di imparare, specialmente oggi che la tecnologia è indissolubilmente legata alle nostre vite. NELL'IMMEDIATO FUTURO LA FIGURA DELL'INGEGNERE BIOMEDICO DIVENTERÀ SEMPRE PIÙ VICINA E CENTRALE NEL CAMPO DELLA SANITÀ PUBBLICA E LA CHIAVE DEL SUCCESSO POTREBBE PROPRIO ESSERE IL DESIDERIO DI ISABELLA DI ISTAURARE UN APPROCCIO INTERDISCIPLINARE AI PROBLEMI.

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ER MIGLIORARE IENTI:


02. GLI ARTICOLI

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE A CURA DI ANTONIO CASELLI

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a costante ricerca e la voglia di innovazione che solo una realtà con grandi valori come Alfasigma può avere sono le caratteristiche che hanno dato vita ad Alfathon, il primo Hackaton full digital pensato e organizzato dalla azienda Italiana nata nel 1948 a Bologna grazie a Marino Golinelli.

02. GLI ARTICOLI

Con questo evento di portata mondiale - 1/3 delle iscrizioni provengono dall’estero - emergono i valori propri di Alfasigma fin dal proprio esordio nel mercato: una forte propensione alla ricerca e allo sviluppo e la continua espansione grazie all’acquisizione di altre società italiane e internazionali.

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Grazie agli ottimi risultati ottenuti nel corso degli anni, ora l’azienda bolognese è tra le prime cinque farmaceutiche in Italia ed è conosciuta in tutto il mondo. Con Alfathon Alfasigma ha quindi voluto ribadire quanto sia importante lo sviluppo di nuove tecnologie per l’azienda, sottolineando che l’obiettivo rimane sempre e solo uno: migliorare la salute del paziente. Sono 3 le aree su cui i partecipanti si sfidano. La prima riguarda lo sviluppo di una forma farmaceutica che innova il modo in cui vengono rilasciati i principi attivi. La seconda invece pone come obiettivo

della sfida la creazione di un software/ hardware per la gestione di una patologia. Infine, la terza challenge vuole avvicinare sempre di più la consulenza del farmacista per le persone più fragili. Tre sfide che sicuramente pongono questioni che se portate avanti potrebbero migliorare la vita di molte persone. È con questo obiettivo - migliorare concretamente la vita delle persine - che i CareLiver, un gruppo formato da 4 giovani studenti di Ingegneria Biomedica al Politecnico di Milano - Isabella Poles, Alice Bondi, Luca Cellamare e Luisa Cicolini hanno deciso di partecipare come Team alla seconda challenge.


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I SABE LL A POLE S

Al centro del loro progetto vi è l’utilizzo dei servizi online, sui quali credono molto poiché permettono di velocizzare e rendere più efficace tutto il processo di cura di un paziente: dalla prevenzione alla terapia di una patologia, riuscendo ad approfondire la situazione clinica del paziente seguendolo passo dopo passo, giorno dopo giorno, ora dopo ora. Insomma l’utilizzo di internet permette una stretta relazione anche se a distanza tra famiglia, medico e paziente. Contando sull'appoggio di una grande azienda come Alfasigma, verso la quale nutrono molta stima,

ALICE BONDI

LUC A CE LL AMARE

“SICURAMENTE È UN'AZIENDA CON UNA GRANDISSIMA COPERTURA SIA NAZIONALE CHE MONDIALE, COPRE TERAPIE E SOLUZIONI A PATOLOGIE ABBASTANZA INSEDIATE NELLA POPOLAZIONE E OFFRE SOLUZIONI EFFICACI” vogliono sviluppare il loro progetto in via di definizione. L’idea è un'applicazione strutturata sopra i 3 utenti principali: paziente e familiari i quali avranno a disposizione un app per smartphone; il medico che per ragioni di efficienza avrà una versione dekstop della stessa. L’APP AVRÀ POI 3 FUNZIONI DIVERSE: PREVENZIONE, DIAGNOSI E TERAPIA.

LUI SA CICOLINI

La prevenzione sarà proposta principalmente al paziente, soprattutto quelli in uno stadio iniziale della patologia, e darà consigli sullo stile di vita da mantenere come, per esempio, la dieta da osservare e il movimento fisico quotidiano, il tutto con video tutorial integrati.

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Al loro esordio in un Hackaton, i ragazzi hanno scoperto Alfathon attraverso il Politecnico. Ma non si tratta di un semplice progetto per l’università; infatti i quattro sono spinti da una grande passione per il campo biomedico e dalla voglia di aiutare le persone più fragili.


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La diagnosi e la terapia saranno invece caratterizzate da un calendario in cui il medico può inserire i farmaci da prendere ogni giorno e le visite mediche con tutte le informazioni del caso, che arriveranno come alert al paziente e ai suoi familiari. Ma non è finita qui, perché all’interno del calendario vi sarà lo spazio anche per il diario alimentare del paziente, così da avere un quadro completo delle abitudini alimentari.

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La vera novità del progetto sta nelle task che il paziente viene invitato a svolgere; secondo gli autori “se il medico vede che il paziente compila le task nell’applicazione può considerarlo come un punto molto positivo nella terapia, poiché la cirrosi è una malattia che porta stanchezza e mancanza della forza”. Saranno inoltre inseriti nell’app dei momenti ludici, veri e propri giochi, che svolti dal paziente, daranno un punteggio che andrà confrontato con i parametri per capire lo stadio della patologia. Il vero punto di forza di questo progetto è quindi quello di predire il futuro, come specifica Isabella Poles:

La nostra forza sta nel fatto che cerchiamo di prevenire prima ancora di curare.

Nel corso del lavoro sono emerse alcune criticità; la stessa Poles ammette che: “Il punto più difficile è stato connettere insieme le figure di medico, paziente e familiari”. Oltre a questo anche la necessità di non escludere totalmente il paziente dall’utilizzo della app stessa. Oggi, i ragazzi del Politecnico di Milano sono pronti ad una vera e propria svolta, ma riguardo al loro risultato all’Alfathon non si espongono: “L’OBIETTIVO” – DICONO IN CORO – È SEMPRE QUELLO, NON PARTECIPIAMO PER VINCERE, MA PER PASSIONE, PER QUELLO CHE FACCIAMO E PER METTERCI IN GIOCO, SPREMERSI LE MENINGI PER CAPIRE COSA POSSA SERVIRE A QUESTE PERSONE E TROVARE LA SOLUZIONE REALE PER PROBLEMI REALI”.


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GLI ARTICOLI

TEAM FEM A CURA DI RITA CRISTOFANO

I COMPONENTI: MICHE L A ACE TO

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n seguito al diploma di liceo scientifico, Michela Aceto, 22 anni, si iscrive al corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutica. “Ho sempre creduto nella ricerca, perché l’idea di voler trovare delle cure per persone che non si conoscono penso sia molto nobile e altruistico, anche se alle case farmaceutiche non sempre viene dato il giusto riconoscimento. LAVORIAMO NEL SILENZIO PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA, MA IL MERITO VA SPESSO TUTTO AI MEDICI” – E CONCLUDE – “I RICERCATORI VIVONO NELL’OMBRA, MA SONO DEGLI EROI IN CAMICE”. Michela sta frequentando il quinto anno di università e dopo la laurea non sa ancora esattamente che strada intraprendere. “Il corso di laurea che ho scelto mi offre tantissime possibilità in più campi, da quello farmaceutico a quello alimentare, al cosmetico ecc. Insomma, da quello della ricerca a quello più applicativo. Sicuramente la vita in laboratorio rientra tra i sogni nel cassetto, ma anche il lavoro del farmacista galenista si è rivelato molto interessante” - racconta.

Michela è una ragazza davvero piena di interessi; le piace leggere, ascoltare musica, suonare, giocare ai videogames e ai GDR (giochi di ruolo), guardare film e serie tv. Quello che, però, rende il suo quotidiano speciale è sicuramente la consapevolezza di innamorarsi ogni giorno di più di quello che studia e che, in parte, applica, grazie alla pratica laboratoriale o al tirocinio in farmacia. Il tutto è condito dalla compagnia dei suoi splendidi amici e colleghi che, anche a distanza, riescono sempre a farla sentire parte di qualcosa di bello. “Se dovessi pensare al futuro, di sicuro il supporto e la collaborazione rientrano anche tra i punti chiave di un buon ambiente lavorativo” - afferma Michela. La giovane studentessa ha scoperto l’evento Alfathon tramite la pubblicità sui social correlata al tipo di contenuti che generalmente le interessano secondo l’algoritmo delle piattaforme. “Mi ha subito interessato la sfida numero uno perché è quella che sento più mia, più vicina al percorso di studi e a quello di cui vivo quotidianamente. Così ne ho parlato con altre due ragazze che studiano Chimica


02. e Tecnologia Farmaceutica e dalla nostra collaborazione è nato il team FEM”. Per Michela lo sviluppo differente di qualcosa che possa essere applicato alla novità o a qualcosa di già esistente ma ulteriormente migliorabile è ciò che rende un progetto davvero innovativo. “BISOGNA CERCARE SEMPRE DI DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO E MIGLIORARE. C’È MOLTA COMPETIZIONE E QUESTO, DA UN LATO, SPRONA A FARE SEMPRE MEGLIO.

Anche se talvolta la rivalità, personalmente” – dice Michela – “può far abbattere un po’. “L’insicurezza di non essere mai abbastanza penso che sia il mio più grande debole”. Tra i punti di forza di Michela, invece, ci sono sicuramente la capacità di adattamento a nuove situazioni e ambienti, il rapido apprendimento nella pratica e il forte senso di responsabilità.

È così che ha accolto con determinazione la sfida. “Sono venuta a conoscenza dell’Alfathon grazie ad una collega che mi ha raccontato dell’evento e con cui, in seguito, si è formata la squadra.

TEAM FEM FE DE RIC A FALBO

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a solo 23 anni, ma ha le idee ben chiare, Federica Falbo, che da grande punta a lavorare in una azienda farmaceutica nell’ambito della nutraceutica o della cosmetica. La studentessa in Chimica e Tecnologia Farmaceutica, infatti, ha un motto nella vita:

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Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L'audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.

CI CHIAMIAMO FEDERICA FALBO, ELEONORA SOFIA CAMA E MICHELA ACETO: DA QUI L’ACRONIMO FEM”. “Abbiamo scelto la sfida numero uno perché si allinea con quello che studiamo ogni giorno” – spiega Federica – “Colgo questa opportunità per mettere in pratica le conoscenze teoriche apprese nei vari anni di studio”. Per Federica è importante avere capacità di organizzazione in ogni ambito, da quello lavorativo a quello di tutti i giorni. “Do il massimo in qualsiasi cosa a cui mi dedico e cerco di trarne sempre insegnamento, senza affrontare in maniera sterile le esperienze che mi si presentano” - afferma la studentessa. “Nel tempo libero ho anche altri interessi” - aggiunge sorridendo. “Mi piace molto la fotografia e passo ore a disegnare” continua.


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basarsi per rendere migliore la qualità di vita delle persone. “Negli ultimi decenni la scienza sta compiendo passi da giganti. I progressi raggiunti nei confronti di numerose patologie, che una volta sembravano imbattibili mentre adesso ci si può convivere, sono evidenti” - conclude Federica - orgogliosa di poter dare il proprio contributo alla ricerca farmaceutica.

“HO FIDUCIA NELLA RICERCA FARMACEUTICA PERCHÉ È GRAZIE AD ESSA CHE IL MONDO VA AVANTI SEMPRE PIÙ LIBERO DA LIMITI.

TEAM FEM E LEONOR A SOFIA C AMA

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i chiama Eleonora Sofia Cama la giovane ventiduenne di Rende (Cosenza), iscritta al corso di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutica. Incuriosita dalla proposta della sua compagna di team e dai temi affrontati dall’Alfathon ha deciso di avventurarsi, motivata soprattutto dalla pertinenza dell’evento con le competenze acquisite durante il suo percorso di studi. “Il nostro corso di laurea ci fornisce le basi per imparare a ragionare e agire nell’ambito R&S (Ricerca e Sviluppo)” - spiega. Il team di Eleonora Sofia si è concentrato sulla creazione di una piattaforma per un prodotto “orale” che innovi la modalità di rilascio dei principi attivi. Si tratta della prima sfida lanciata da Alfasigma per tutti coloro che amano mettersi continuamente in gioco e sono affascinati dalle incredibili potenzialità della scienza.

La spinta a migliorarci di continuo e a cercare di risolvere i problemi rende la specie umana degna di essere definita tale e di continuare a esistere” – spiega la studentessa – “che crede fortemente che nella vita non si smetta mai di imparare.” La giovinezza e la grinta di studentesse come Eleonora Sofia e le sue compagne di squadra siano esempio dell’importanza di continuare a imparare e mettersi alla prova in ogni momento. Per Eleonora Sofia è importante lavorare con precisione e organizzazione rigorosa, senza togliere spazio alla creatività, poiché è convinta che sia l’utilizzo alternativo di un’idea originariamente pensata per altro a rendere un progetto davvero innovativo. “Nel mio quotidiano non riesco a fare a meno di avere estrema cura e ordine in ciò che faccio” – e continua – “a volte da punti di forza possono rischiare di diventare debolezze e insicurezze”. La giovane studentessa è appassionata anche di fotografia, cinema e pallavolo, ma fra tutti i suoi interessi il grande sogno rimane quello di poter esplorare il mondo delle aziende farmaceutiche.

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Se per Federica c’è qualcosa che rende innovativo un progetto, questo è sicuramente la possibilità di raggiungere obiettivi o scopi finora sconosciuti. Che siano progetti già vagliati o meno, con il passare degli anni e con lo specializzarsi delle tecniche e delle conoscenze, ogni processo può essere migliorato e utilizzato al massimo delle sue potenzialità. La scienza, quindi, rimane l’unica cosa concreta su cui


02. GLI ARTICOLI

RAOUL RAGAZZI PER ALFATHON “TUTTO CIÒ È LA MIA PASSIONE. IL MIO MOTTO? NON MOLLARE MAI” A CURA DI GIADA NERI

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ma presentarsi con in mano una penna e un libro in tedesco di David Ogilvy, uno dei pubblicitari più famosi ed influenti del XX secolo. Questo dice già tanto di Raoul Ragazzi, uno dei 300 partecipanti all’Alfathon, il primo hackathon interamente digitale, targato Alfasigma. Alla domanda “Quanti anni hai?” preferisce giocare subito una delle sue carte vincenti, l’ironia, rispondendo “20 + 27”. È nato e vive a Merano, terra che definisce “austera, accogliente e termale”, ma è in collegamento fisso con Milano, dove si reca spesso perché è seconda sede della realtà di cui è socio fondatore.

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Infatti, nel 1997, dopo aver collezionato molte esperienze formative e professionali, decide di impiegare tutte le conoscenze acquisite e fondare la sua agenzia pubblicitaria: Apple.bz Advertising Agency. Il suo lavoro è la sua passione. Ama tenersi sempre aggiornato sulle nuove frontiere del settore, con una predilezione il mondo del digital marketing e le iniziative correlate. Attraverso StartupItalia, infatti, è venuto a conoscenza dell’opportunità di partecipare all’Alfathon e ha subito deciso di mettersi in gioco, guidato soprattutto dall’estremo interesse per le due tematiche centrali: la comunicazione e la salute, che considera “mega trend” del momento.

La sfida numero 3 si è rivelata perfettamente in linea con le sue competenze e passioni. Ai partecipanti è stato richiesto di sviluppare una piattaforma multicanale e multilivello in grado di semplificare la comunicazione circolare tra la farmacia e il paziente. “TUTTO CIÒ È LA MIA PASSIONE” – DICE RAOUL – “E PENSO DI AVERE LA PIATTAFORMA ADATTA” rivelando di non aver trovato grandi ostacoli durante la preparazione. Inoltre, pensa anche che contribuire alla ricerca e all’innovazione farmaceutica sia sempre più rilevante in questo periodo: “SONO CERTO CHE IL PRIMO PRESIDIO MEDICO SUL TERRITORIO NON SIANO I MEDICI DI BASE O L'OSPEDALE, MA LE FARMACIE. I farmacisti devono essere consulenti e sempre più proporre la “farmacia dei servizi”. Deciso e tenace, Raoul sembra aver adottato un approccio vincente. Il suo motto chiave nella vita e nel lavoro è

Non mollare mai.


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del Trentino Alto Adige per l’Accademia Italiana della Cucina e si occupa di recensioni per la Guida alle Osterie di Slow Food, essendo anche membro della Condotta Slow Food Alto Adige. In più, la sua passione per il basket lo ha portato a diventare membro del direttivo del ASD Maia Basket Merano.

Ad accompagnare Raoul nel quotidiano ci sono alcune cose di cui non può fare a meno: “Rete con persone migliori di me. Letture di pensieri illuminati. Bollicine. Ma soprattutto lo sguardo di chi mi vuole bene (gatto compreso)”. La moglie Sara e i suoi due figli Niccolò e Camilla sono la sua prima squadra. Una famiglia che lo accompagna e che lui accompagna nella vita di tutti giorni e a cui trasmette i propri valori, la propria determinazione e la curiosità per tutto ciò che fa.

Oltre alla sua azienda, è impegnato nell’applicare le proprie conoscenze anche a livello regionale: tra i tanti incarichi, è Vice Presidente di Confesercenti Alto Adige; Presidente di MyService (la categoria dei servizi di Confesercenti Alto Adige); Coordinatore Regionale del Digital Innovation Hub di Confesercenti; Membro della Consulta provinciale per la ricerca e per l’innovazione. Sicuramente, un uomo che non perde tempo e che dà il massimo per costruire ogni giorno qualcosa di vincente e appassionato. Dopo averlo conosciuto meglio, la domanda sorge spontanea: non si riposa mai? Certo, con una scalata in montagna.

Un uomo di passioni. Oltre al suo lavoro, infatti, Raoul è impegnato in altre realtà che gli hanno permesso di coltivare il suo amore per la gastronomia, il basket e la montagna. Ha conseguito il diploma di Sommelier d’Italia, è coordinatore

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In più, è un giocatore di basket, un uomo di squadra: quando si presenta un ostacolo Raoul risponde facendo canestro. Al suo progetto, aggiunge, non mancheranno caratteri fondamentali come la semplicità e la chiarezza; un lavoro è innovativo se risulta facile e intuitivo quanto “unire i puntini”.


02. GLI ARTICOLI

RUGGE RO DONDI

DA PAVIA A NOTTINGHAM RUGGERO PORTA LA SUA ESPERIENZA INTERNAZIONALE ALL’ALFATHON. A CURA DI GIADA NERI

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02. GLI ARTICOLI

cienza e tecnologie lo hanno attratto fin da piccolo e nella vita è riuscito a rendere queste grandi passioni la sua professione. Si tratta di Ruggero Dondi, uno dei partecipanti all’Alfathon lanciato da Alfasigma, realtà farmaceutica italiana tra le più conosciute a livello nazionale e internazionale. Oggi, riveste la figura di Chimico Medicinale Senior Scientist a Nottingham, presso la Sygnature Discovery ltd, ma la sua storia mette le prime radici in Italia, a Pavia, dove è cresciuto e ha studiato.

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Seppur lontano da casa, il legame profondo che ha con la sua città resta forte. Di Pavia dice di amare la cultura e natura: “C’è tantissimo, di molti periodi storici, senza parlare dell'università e del complesso del policlinico, che è una città nella città.” – e aggiunge – “Il parco del Ticino si snoda nella provincia di Pavia lungo il fiume omonimo. È un peccato che non sia valorizzato di più.” Pavia, però, è anche nebbia, secondo Dondi: “la più fitta che abbia mai visto, e vivo in Inghilterra!”. Nella medesima città ha conseguito una Laurea in chimica organica e subito dopo ha iniziato a lavorare presso molte realtà farmaceutiche, prima nel milanese poi a Ginevra, fino a trasferirsi in Inghilterra, dove è rimasto fino ad oggi. Con un dottorato in chimica organica

e nanotecnologie all’Università di Leicester, ha iniziato a lavorato come Research Officer alla Università di Bath, fino ad arrivare alla realtà dove lavora tuttora. È molto soddisfatto dei traguardi raggiunti e della sua azienda attuale dice: “Anche se Sygnature Discovery viene citata meno dai media perché lavoriamo sempre per conto di altre aziende farmaceutiche, ritengo che il mio lavoro sia molto importante, che salvi molte vite”. Attraverso Linkedin ha scoperto l’iniziativa Alfathon e, date le sue consolidate esperienze nel settore, ha deciso di prendere parte alla sfida 1. Il contest ha coinvolto moltissime risorse in ambito medico e farmaceutico, richiedendo ai partecipati di sviluppare una forma farmaceutica caratterizzata da un’innovativa modalità di rilascio dei principi attivi. Una sfida complessa per la quale Dondi si considera preparato: “HO LAVORATO PER ANNI A METODI ALTERNATIVI DI CELLULAR UPTAKE TRA CUI LA PHOTOCHEMICAL INTERNALISATION (PCI). LA CHALLENGE 1 È DI CONSEGUENZA UN ARGOMENTO CHE MI È MOLTO VICINO.”


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“ e continua – “ho affrontato la sfida come se avessi dovuto preparare la presentazione di un nuovo progetto universitario, ma sapendo che la lettura del mio materiale sarebbe arrivata anche a persone non esperte del settore”. Nonostante l’esperienza, nella realizzazione si possono incontrare difficoltà; PER LUI L’OSTACOLO PIÙ GRANDE È STATO “CERCARE DI CONVENIRE IL PIÙ GRANDE NUMERO DI INFORMAZIONI POSSIBILE IN UN PACCHETTO ORDINATO E SINTETICO - soprattutto perché - presentare un progetto con troppe pagine ha sempre l'effetto negativo di diluire il significato ultimo che si è illustrato.” Tolti gli occhiali e il camice da laboratorio, Ruggero si dedica ad una delle sue altre passioni: la cucina. Ricerca l’innovazione anche in questo campo, sperimentando con nuovi ingredienti e dando ai suoi piatti un tocco originale e creativo. Apprezza le piccole cose della vita come una buon caffè, una cena tra amici o in famiglia. Parlando di futuro si dice speranzoso e volenteroso di imparare e migliorare sempre più, integrando

Queste interazioni multidisciplinari sono quelle che mi hanno sempre dato una spinta in più e mi hanno reso più felice in tutti i miei lavori passati e in tutti quelli che verranno in futuro”.

Un approccio propositivo nel lavoro e nella vita è ciò che più caratterizza Ruggero. Anche parlando di sbagli non la pensa diversamente: “in passato mi è capitato di tralasciare informazioni secondarie durante un progetto, pensando che non fossero importanti. Anni dopo quelle informazioni sono tornate utili, ma non avevo più i miei appunti. Oggi ho imparato che raccogliere tutto, inclusi i dettagli più irrilevanti, può fare la differenza nel futuro di un progetto. LA DIGITALIZZAZIONE È STATA LA SOLUZIONE IDEALE PER ME, PER AVERE OGNI DATO A PORTATA DI CLICK. TUTTI COMMETTIAMO ERRORI, L'IMPORTANTE È IMPARARE DAGLI STESSI E CERCARE DI MIGLIORARSI.”

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nuove skills nel proprio lavoro. Partecipare all’Alfathon è stata una grande opportunità per lui:


03. LE QUOTES

QUO 03.

60


QUOTES

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

OTES 61

LE


03. “

GUARDARE LA REALTÀ CON GLI OCCHI DEL PAZIENTE, OFFRENDO UNO STRUMENTO FATTO DI PICCOLI ACCORGIMENTI ALLA PORTATA DI TUTTI.

03. LE QUOTES

E LE NA PE Z Z E T TA

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IMPEGNARSI PER LASCIARE

IL MONDO

MEGLIO DI COME LO SI È

TROVATO. LLUÍ S PA SCUAL MA S IÁ

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

“ BISOGNA

63


03. “

IL PRIMO PRESIDIO MEDICO SUL TERRITORIO NON SONO I MEDICI DI BASE O L'OSPEDALE, MA LE FARMACIE.

03. LE QUOTES

R AOUL R AGA Z Z I

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65

TE AM FARMAGR APHIC S

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

IL CORPO UMANO È UNA MACCHINA PERFETTA CHE OGNI TANTO FA I CAPRICCI CHE VENGONO SOPPRESSI GRAZIE ALLA RICERCA E A QUELLO CHE I MIEI COLLEGHI FANNO OGNI GIORNO.


03. 03. LE QUOTES

“ 66

LAVORIAMO NEL SI PER MIGLIORARE L VITA, MA IL MERIT AI MEDICI. I RICER NELL’OMBRA, MA S IN CAMICE. TE AM FE M


A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

ILENZIO LA QUALITÀ DELLA TO VA SPESSO TUTTO RCATORI VIVONO SONO DEGLI EROI

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03. “

LE INTERAZIONI MULTIDISCIPLINARI SONO QUELLE CHE MI HANNO SEMPRE DATO UNA SPINTA IN PIÙ.

03. LE QUOTES

RUGGE RO DONDI

68


PEER-TO-PEER È FONDAMENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO. MANUE L ROME RO - GOME Z

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

“ NELLA RICERCA IL DIALOGO

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03. “

INNOVARE SIGNIFICA PROPORRE UNA SOLUZIONE, UN MIGLIORAMENTO ATTUALE E TANGIBILE A UN QUESITO NUOVO O IRRISOLTO.

03. LE QUOTES

TE AM UMB IOPRINT

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TE AM C ARE LIVE R

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

LA NOSTRA FORZA STA NEL FATTO CHE CERCHIAMO DI PREVENIRE PRIMA ANCORA DI CURARE.


03. “

AIUTARE LE PERSONE NELLE ATTIVITÀ QUOTIDIANE CON RISORSE NUOVE MA ALLO STESSO TEMPO DI USO COMUNE.

03. LE QUOTES

TE AM PHARMHACK

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73

NON BISOGNA PENSARE A QUALCOSA DI MAI ESISTITO, SPESSO BASTA VEDERE CIÒ CHE SI HA GIÀ IN CHIAVE

DIFFERENTE. MIRIAM COR SALINI , S E RE NA CODORO E MARTINA FILIPPO

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

PER INNOVAZIONE


ALF ALFATHON

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A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

FATH 75

COMMITTEE


ALF MATTEO FORTINI

CAROLINA CAROSIO

H

D

È ingegnere informatico e dottore di ricerca specializzato in ricerca operativa. Fornisce supporto alle emergenze tramite la condivisione di informazioni e dati, perpetrando così il suo istinto di open data evangelist.

Vicepresidente della Fondazione Agifar Academy dal 2015 al 2018.

A L FAT H O N C O M M I T T E E

a costruito e delineato la sua figura professionale nel campo dei sistemi embedded volti all’elettromedicale, ai trasporti e all’infomobilità.

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OGGI È EMBEDDED LINUX/FOSS CONSULTANT E ASSESSORE ALL’INNOVAZIONE DELLA CITTÀ DI CENTO.

opo aver conseguito con successo i propri studi in fitoterapia applicata allo studio e alla galenica, è stata presidente Agifar di Savona dal 2012 al 2018.

Vicepresidente Nazionale Fenagifar dal 2017 all'estate 2020. Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti dal 2014 e CDA member della Fondazione FarmAcademy dal 2018. È PRESIDENTE NAZIONALE FENAGIFER DALL’ESTATE 2020.


FATH 77

MATTEO VIGNOLI

H

R

a creato un comitato, che si occupa di Epatite C e malattie e del fegato, poi diventato associazione Onlus nel 2004: l’EpaC. È socio fondatore ELPA (European Liver Patient Association), WHA (World Hepatitis Association), ACE (Alleanza Contro Epatite). Con l’EpaC ha contribuito a realizzare il Piano Nazionale Epatiti e ha sviluppato dossier sull’accesso ai nuovi farmaci anti HCV. PRESIDENTE DELL’EPAC, DA SEMPRE IN PRIMA LINEA PER LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE DEL PROSSIMO.

icercatore di ingegneria gestionale presso l’Università di Bologna e Visiting Scholar presso la Stanford e la Ryerson University. È membro del network Design Thinking ME310/SUGAR e membro fondatore dell’iniziativa Challenge Based Innovation @CERN. Responsabile UniBo per l’Open Innovation @Almacube, è anche direttore accademico del Food Innovation Program e trustee del Future Food Institute. In qualità di ricercatore e innovatore ha pubblicato numerosi articoli su riviste di rilievo del settore quali “Research Policy”, “International Journal of Physical Distribution & Logistics Management” e “Journal of Global Operations and Strategic Sourcing”.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

IVAN GARDINI


ALF LORENZO RIDOLA

ANDREA BONACCORSI

L

È

A L FAT H O N C O M M I T T E E

aureato in Medicina e Chirurgia, ha conseguito la specializzazione in gastroenterologia e il dottorato di ricerca in “patologia clinica e sperimentale”. Dal 2010 è gastroenterologo presso l’Ospedale Santa Maria Goretti, latina-Polo Pontino dell’università “La Sapienza” di Roma.

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È membro del S.I.G.E. (Società Italiana Gastroenterologia), dell’A.I.S.F. (Associazione Italiana per lo Studio del Fegato) e dell’A.I.G.O. (Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri).

OGGI È PROFESSORE ASSOCIATO DI GASTROENTEROLOGIA PRESSO IL DIPARTIMENTO DI MEDICINA TRASLAZIONALE E DI PRECISIONE ALL'UNIVERSITÀ DI ROMA “LA SAPIENZA”.

stato esperto per la Commissione Europea e vari ministeri e regioni. Ha fondato una startup leader nella technology intelligence, ha creato e diretto un fondo di seed money e negli ultimi anni ha promosso, con la Fondazione Golinelli, la Summer School in “Entrepreneurship in Humanities”. La sua occupazione nell’ambito dell’economia della scienza e dell’innovazione l’ha portato a pubblicare articoli in principali riviste internazionalii del settore. È incluso nella top 2% dei ricercatori a livello mondiale.

È PROFESSORE ORDINARIO DI INGEGNERIA GESTIONALE ALL’UNIVERSITÀ DI PISA.


FATH 79

ACHILLE GALLINA TOSCHI

I

L

n Italia ed in Europa ha svolto l’attività di mentore e di formatore per incubatori ed acceleratori. È Responsabile Scientifico di Unimore Contamination Lab, una piattaforma progettuale dedita allo sviluppo di programmi d’innovazione collaborativa per le imprese e d’educazione degli studenti all’imprenditorialità. I processi di crescita delle nuove imprese e delle PMI, e la progettazione di modelli innovativi di business, sono i cardini dei suoi interessi di ricerca. Ha infatti pubblicato e presentato molteplici lavori in riviste e conferenze internazionali a riguardo.

RICOPRE IL RUOLO DI PROFESSORE ASSOCIATO IN ECONOMIA E GESTIONE DELLE IMPRESE ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E REGGIO EMILIA.

aureato all’università di Bologna, ha iniziato subito a lavorare nella Reale Farmacia Toschi, di proprietà della sua famiglia dal 1850. È successivamente entrato da consigliere nel 1996 in Federfarma Bologna. Lì ha poi ricoperto la carica di segretario prima di diventare presidente dal 2005 al 2014. È PRESIDENTE DELLA FEDERFARMA EMILIA ROMAGNA E CONSIGLIERE DI FEDERFARMA NAZIONALE DAL 2017.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

BERNARDO BALBONI


ALF SIMONA MORCELLINI

SILVIA MALTONI

V

O

ice Sindaco e Assessore alle Attività produttive, Turismo e Cultura di Pomezia, Città Metropolitana di Roma Capitale.

A L FAT H O N C O M M I T T E E

Docente di Marketing presso l'Università degli Studi di Roma La Sapienza e autrice di pubblicazioni di settore, vanta una ventennale esperienza nel marketing management di importanti multinazionali.

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Grazie all'intuizione vincente di due anni fa, riesce a dar vita ad una rete di aziende del territorio di Pomezia mettendo a sistema eccellenze imprenditoriali di primo piano nel panorama nazionale e internazionale. Oggi la rete POINT (Pomezia Open Innovation Team) conta oltre 30 realtà partecipanti e una serie di progetti stimolanti in essere, tra cui lo stesso Alfathon. Crede nella bellezza della verità come chiave di trasformazione dei desideri in realtà.

tto anni anni fa ha fondato una startup nel settore Agrifood, la prima ad essere registrata come impresa innovativa in Italia. Si è focalizzata anche su aspetti di gestione economica finanziaria, oltre che sulla crescita e sullo sviluppo della start up. Ha sempre avuto un approccio innovativo e dinamico che l’ha sempre contraddistinta in tutte le esperienze aziendali, costruendo la figura professionale che rappresenta oggi, di manager e imprenditrice con prestigiosi riconoscimenti. È stata la prima donna a vincere il Premio G. Marzotto nell’anno 2013. L’anno successivo è stata insignita della massima onorificenza di Milano, l’Ambrogino d’Oro per le Imprese, come Neo Imprenditrice dell’Anno durante Expo 2015. ATTUALMENTE LAVORA PRESSO G-FACTOR, L’INCUBATORE E ACCELERATORE DI IMPRESA DI FONDAZIONE GOLINELLI.


FATH 81

NADIA PASSERINI

N

N

Il suo campo di ricerca principale riguarda lo sviluppo formulativo, la preparazione e la caratterizzazione di forme di dosaggio solide innovative, prevalentemente per uso orale.

Dal 1999 al 2014 è stata docente presso l’Università di Bologna. Le sue ricerche si concentrano sul design del sistema di somministrazione dei farmaci, in particolare sviluppando nuove forme di dosaggio che possono potenzialmente ottimizzare la bio-disponibilità dei farmaci.

el 1998 si laurea “cum laude” in Tecnologia e Chimica Farmaceutica. Nel 2002 consegue il PhD in Scienze Farmaceutiche. Dopo un periodo di post dottorato come assegnista di ricerca, nel 2006 ricopre il ruolo di Ricercatore e dal 2014 di Professore Associato di Tecnologia Farmaceutica presso l’Università di Bologna.

È autrice di 72 articoli scientifici, 2 capitoli di libro, 2 brevetti e oltre 70 comunicazioni a congresso.

el 1997 ha conseguito il PhD in Scienze Farmaceutiche. Un anno dopo ha vinto il premio d’eccellenza “Marie Curie”, ottenendo la possibilità di passare un anno come assistente ricercatrice nel gruppo di ricerca del Professor Craig alla Scuola di Farmacia dell’Università di Londra.

È autrice di oltre 80 articoli scientifici in riviste internazionali, 2 brevetti internazionali in esame e oltre 80 partecipazioni a conferenze nazionali ed internazionali.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

BEATRICE ALBERTINI


I N T E R V I S TA A

STARTUPITALIA

S TA R T U P I TA L I A

A CURA DI GIULIA ARMUZZI - COORDINAMENTO GENERALE COMM TO ACTION

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83 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

Che cosa significa essere innovativi oggi? Cosa rende, per voi, un progetto

“innovativo”?

I

n StartupItalia raccontiamo tante storie di innovazione. Essere innovativi oggi l'abbiamo visto nel difficile periodo che abbiamo vissuto - fondamentalmente significa rispondere ai bisogni, antichi o nuovi che siano. Bisogni legati ad una particolare esigenza per reperire beni di prima necessità come abbiamo visto con l’e-commerce che ha salvato di fatto molte famiglie e ha permesso di risparmiare tempo e soprattutto anche di ridurre i contatti. Un'innovazione molto importante, quella dell’e-commerce, che ha riguardato per esempio anche l’ambito dei farmaci con la loro consegna a domicilio. Essere innovativi quindi ha a che fare con questa capacità di rispondere ai bisogni, siano conosciuti dagli utenti o anche magari non conosciuti. Si possono infatti proporre delle soluzioni nuove talmente innovative che riguardino un qualcosa che non pensavamo di avere come problema o necessità. Essere innovativi oggi non può che essere un qualcosa che ha a che fare con il digitale; da più di un anno proprio su StartupItalia abbiamo raccontato molte storie legate all'innovazione e tutte aggregate dall’elemento digitale. Avendo dovuto rispettare i distanziamenti e le quarantene per essere innovativi BISOGNA TRASFERIRE L’INNOVAZIONE SUL DIGITALE.


Quali sono i valori che vi legano all’esperienza di

Alfathon?

C

ome StartupItalia siamo molto attivi e molto attenti ai vari players e alle varie modalità di fare innovazione. Il sistema dell’hackaton è sicuramente uno dei più interessanti perché permette di aggregare tante idee e tante persone per un lungo periodo di tempo. Questo genera di fatto quella che potremmo definire una sorta di intelligenza collettiva che mescola e contamina le competenze. L’hackaton organizzato, da questo punto di vista, è fondamentale perché ha a che fare con l'ambito healthcare e più in generale

con il tema della salute, tema principale, insieme a quello del digitale e dell’e-commerce, dell’ultimo anno. SALUTE E DIGITALE SONO STATE APPUNTO DUE COLONNE PORTANTI DEL NOSTRO IMPEGNO COME MAGAZINE PER RACCONTARE QUELLO CHE STAVA ACCADENDO. Da questo punto di vista la capacità di questo incontro di raccogliere le migliori eccellenze, il fatto che comunque sia stato proposto anche all'interno di un dibattito di Ateneo, aiuta anche perché permette a grandi realtà di capire quanto le competenze che arrivano dalle nuove generazioni possano dare, a livello di prodotto, a livello di servizi, a livello anche di bisogni e questo credo, in ultima analisi, sia fondamentale.

Che cosa caratterizza, in termini organizzativi, metodologici e procedurali la vostra quotidianità e il vostro lavoro?

01. LE INTERVISTE

Q

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ui parliamo di smartworking, la prima cosa che questa domanda mi ispira. Di fatto noi da oramai un anno abbiamo attivato le procedure di sicurezza, siamo stati reattivi, e non perché avessimo previsto quello che sarebbe successo - nessuno poteva prevederlo - ma grazie al nostro business model la cui organizzazione ci ha permesso di trasferire tutto in digitale, comprendendo sia i benefici sia le assenze a livello di relazione con le persone, con i colleghi, con le startup. Come magazine che si struttura in eventi fisici, siamo inoltre stati molto reattivi nel trasferire questo modus operandi in digitale, trasformarlo nella nostra nuova business unit.

Dopo un anno di smartworking prima forzato e poi diciamo scelto, si capisce che ci sono aspetti positivi riguardanti il tempo che uno può dedicare alle proprie cose, la migliore organizzazione del lavoro, la comprensione che certe cose che si facevano prima erano eccessive in termini di tempi organizzativi. Con lo smartworking però il rischio molto spesso è che non si smette mai di lavorare, non ci si può neanche portare il lavoro a casa perché si sta casa, in un ambiente quindi meno istituzionale. Non si può pensare naturalmente che il futuro del lavoro sia il lavoro da casa. Lo smartworking è semplicemente un modo diverso di organizzare il lavoro, in cui l'ufficio viene visto “solo” come uno dei luoghi del lavoro.


85 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

In un ottica di prospettiva futura, quali sono gli ambiti applicativi più promettenti

e quali gli obiettivi di StartupItalia?

C

ome StartupItalia rimaniamo sempre molto focalizzati sul tema degli eventi online; su questa capacità appunto di offrire a clienti, a startup, a grandi aziende l'occasione di organizzare eventi per raggiungere un pubblico più vasto possibile. Come StartupItalia abbiamo inoltre chiuso un importante aumento di capitale. Gli eventi si trasformeranno, torneranno ad essere fisici senza ombra di dubbio quando sarà possibile nel rispetto delle norme e di tutte le procedure di sicurezza. Penso che la lezione più importante che abbiamo appreso è che se un tempo si pensava magari all'aspetto social, digitale legato agli eventi come ad una sorta di appendice, di plus, adesso lo stesso diventerà strutturale.

L’EVENTO FISICO NON SARÀ SOLTANTO TALE MA DIVENTERÀ UN EVENTO IBRIDO DOVE LA PRESENZA DEL DIGITALE, LA PRESENZA DEL PUBBLICO AL DI FUORI DELLA FIERA, AL DI FUORI DELL'EVENTO, POTRÀ INTERAGIRE MOLTO DI PIÙ SENTENDOSI SOSTANZIALMENTE PARTECIPE. Questa è sicuramente un’opportunità perché permette di raggiungere platee sempre più vaste trasformandosi in un'occasione preziosa da metabolizzare e sfruttare. Tutte opportunità che abbiamo deciso di sfruttare con l’organizzazione di SIOS Sardinia Edition, SIOS Summer e SIOS Winter.


OUR #OUR

ALFATHON

# O U R A L FAT H O N

L’ H A C K A T H O N D EL L E PER S O NE A L FA S I GM A

86


Digital Transformation, New Normal, Call to Action e Innovazione.

Q

ueste parole insieme compongono la definizione di #OurAlfathon: una Call to Action interna per trovare soluzioni innovative da inserire nel processo di Digital Transformation aziendale, capaci di rispondere ai bisogni emergenti con la New Normal. #OURALFATHON, INFATTI, È L’HACKATHON INTERNO CHE ALFASIGMA HA RIVOLTO A TUTTI I DIPENDENTI DELLE SEDI ITALIANE E DELLE COUNTRY ESTERE. Un’opportunità di engagement che vuole supportare il progetto aziendale di Digital Transformation. Questo concorso è stato pensato per raccogliere idee sull’innovazione digitale che potessero contribuire alla New Normal post pandemia da Covid-19 con un focus su quattro tematiche principali: Digital Travel, Customer Engagement, Innovazioni di prodotto e Best Workplace. Nella “nuova normalità”, infatti, l’innovazione e la capacità di adattamento al contesto socioeconomico che si delineerà dopo la fase di emergenza sanitaria, saranno fondamentali per garantire sia la sicurezza e il benessere dei dipendenti, che la competitività dell'azienda. E le idee non sono mancate. Con il coinvolgimento di oltre 100 dipendenti provenienti da 9 Paesi diversi, sono stati 88 i team che hanno inviato un loro progetto. Un successo che ha portato l’Hack Committee a visionare decine di idee che coprivano diversi ambiti: dalla Data Integration nella Business Intelligence, alle Applicazioni per i pazienti; dall’implementazione di QR code nel packaging di prodotto, alla possibilità di focalizzare le proposte legate alla Digit travel sui temi di sostenibilità aziendale.

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

R

87


Quattro i vincitori scelti,

uno per categoria, che il 13 e 14 settembre competeranno per ottenere la medaglia d’oro della prima edizione dell’#OurAlfathon promosso da Alfasigma.

DIGI_TRAVEL

THE AL GREEN RACE FABIOLA RASO

# O U R A L FAT H O N

R

88

esponsabilità sociale d'azienda e rivoluzione verde. The AL Green Race vuole supportare il benessere dei dipendenti Alfasigma attraverso un programma di incentivi per incoraggiare all'uso del trasporto green sia per il tratto casa-lavoro sia per le trasferte lavorative fuori sede. Una competizione in cui tutti vincono: i partecipanti competono per vincere piccoli premi e quelli che non possono partecipare alle sfide, beneficiano della diminuzione dello smog.

BEST CUSTOMER ENAGAGEMENT

UN PASSO VERSO IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE ST E FA N LU KYA N OV

L

a visita, dove il medico può camminare all'interno del vaso sanguigno con l'endotelio interessato, e poi, con le proprie mani, ripristinare il glicocalice - sarà sicuramente ricordata. Con questa proposta è possibile cambiare la solita visione dell'industria farmaceutica sulla comunicazione con i medici. Ciò aumenterà l'efficienza delle visite, ma contribuirà anche a liberare tutto il potenziale dei prodotti.


89 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

BEST PRODUCT INNOVATION

LOVE YOUR HEALTH AND PLANET CARLA FIOROTTO

& CARLOTTA MAZZUCATO

L

a proposta è quella di un nuovo packaging polivalente e innovativo che includa un codice QR indirizzato a una pagina con alcune informazioni verso le quali si vuole agevolare l’accesso: - Un tour virtuale del prodotto lungo tutte le sue fasi produttive; - Un rapido accesso al foglietto illustrativo; - Una sezione Q&A e il modulo per segnalare un evento avverso; -Una sezione CSR per conoscere velocemente l’impatto del prodotto. Inoltre, l'imballaggio potrebbe essere costituito da materiali ecosostenibili e portare un timbro di riconoscimento di questa caratteristica.

BEST WORKPLACE

WELCOME APP GIULIA BERGAMI

W

elcome App è un’applicazione per mobile e pc dove trovare un "Welcome Kit" completo con tutte le informazioni pratiche e F.A.Q. per i primi giorni nella famiglia Alfasigma. Una mappa interattiva con la posizione di ogni dipendente, l’organigramma, il link diretto alla intranet e altre risorse utili (modelli powerpoint, procedura per la mensa) tutte facilmente raggiungibili in un’unica applicazione.


I FINALISTI

FIN

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NALI 91

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

FINALISTI I

D E L L E T R E S F I D E A L FAT H O N


SFIDA 1 ̶

I FINALISTI

SVILUPPO DELLA FORMA FARMACEUTICA CHE INNOVI LA MODALITÀ DI RILASCIO DEI PRINCIPI ATTIVI.

92


93 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

I FINALISTI

TEAM

SITUGEL

LLUÍS PASCUAL MASIÁ

MARIA CHOLVI SIMÒ

IRENE SANTOS MARTÌNEZ


SFIDA 2 ̶

I FINALISTI

ELABORAZIONE SOFTWARE/HARDWARE PER LA GESTIONE DI UNA PATOLOGIA.

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95

TEAM

CARELIVER

ISABELLA POLES

LUCA CELLAMARE

ALICE BONDI

LUISA CICOLINI

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

I FINALISTI


SFIDA 3 ̶

I FINALISTI

LA CONSULENZA DEL FARMACISTA SEMPRE PIÙ VICINO.

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TEAM

PHARMHACK

ALICE CHIAPPINI

GIORGIO INVERNIZZI

STEVEN CORTINOVIS

PAOLO LIUZZI

ALDO PASCA RAYMONDI

A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

I FINALISTI


IL VINCITORE

VIN

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A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

NCIT 99

VINCITORE IL

D E L L' A L F A T H O N


IL VINCITORE

IL VINCITORE

TEAM

100

SITUG


101 A L FAT H O N R E V I E W - 1 ST ED I T I O N

I COMPONENTI

LLUÍS PASCUAL MASIÁ

MARIA CHOLVI SIMÒ

GEL SFIDA 1 ̶

SVILUPPO DELLA FORMA FARMACEUTICA CHE INNOVI LA MODALITÀ DI RILASCIO DEI PRINCIPI ATTIVI.

IRENE SANTOS MARTÌNEZ


PA RTN PARTNER

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N

PROMOTORE

PA R T NER

MED I A PA R T NER

S O CI A L MED I A PA R T NER

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