SPQR Sport n.10 - 2011

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Politiche dello Sport

L’INIZIATIVA EDITORIALE DEL DIPARTIMENTO SPORT

Il Dipartimento Sport online su www.sportincomune.it






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VERSO LONDRA di Roberto REAN CONT Sales Manager - Sport Getty Images

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2011 - ROMA - RICCARDO LECCA HA BATTUTO LUCKA TOMIC NELL’INCONTRO VALIDO PER IL TITOLO EUROPEO WAKO PRO

2011 - TOKYO - LA NAZIONALE FEMMINILE DI VOLLEY VINCE LA WORLD CUP E SI QUALIFICA PER I GIOCHI OLIMPICI DI LONDRA 2012

i chiude il 2011, anno che non ha visto lo svolgimento dei più grandi eventi sportivi mondiali come i Giochi olimpici estivi o invernali, i Mondiali o gli Europei di Calcio. Comunque, è stato un anno ricco di grandi eventi come i Mondiali di Atletica Leggera, i Mondiali di scherma, quelli di Ginnastica e gli Europei di Pallavolo. E, soprattutto, è stato l'anno pre-olimpico, la cui importanza è nota a tutti perché si iniziano a tirare le somme di quanti atleti o squadre hanno conquistato medaglie nelle competizioni internazionali, dato che serve per fare la proiezione in chiave olimpica. L'italia è in forma, almeno considerando le medaglie vinte dagli azzurri. Così come lo sono le due pretendenti alla conquista del medagliere finale olimpico: ossia Cina e Stati Uniti. Ed è in "forma" anche questa rivista che continua a proporre spazi di approfondimento culturali tesi al sano sviluppo della pratica sportiva. E nel "capitolo" della cultura inseriamo anche le foto che rappresentano momenti di sport fissati dalla bravura e dalla tecnica di un professionista. La sinergia tra la rivista di Roma Capitale e Getty images, che ho l'onore e l'onere di rappresentare, sta dando i frutti sperati, considerando che la mission delle due entità è similare e passa per una sana comunicazione. Finisce l'anno e da parte nostra non possiamo non augurare ai lettori della rivista e a tutti gli sportivi capitolini, i migliori auguri per uno straordinaruio 2012.



LA GENTE PROTAGONISTA Alessandro Cochi, Delegato alle Politiche Sportive di Roma Capitale

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oti campioni e sport di base, grandi eventi sportivi e quel progetto olimpico che tanto ci sta impegnando con il sogno di regalare a Roma i Giochi del 2020... Ma, questa volta, i protagonisti della nostra copertina, sono i tifosi, vera essenza romantica e passionale nel mondo dello sport che sin troppo resiste alle nuove dinamiche dettate dal business. È stato commovente vedere l’Olimpico biancoceleste salutare un giocatore di novant’anni; Uber Gradella, venuto a ricordare il compagno di squadra Piola nel giorno di Lazio-Novara. Ed è stato ancor più bello vedere Giorgio Sandri sotto la Curva Sud che ha tributato a Gabriele, nome e storia da tutti sfortunatamente ben conosciuta, minuti di cori commossi e applausi. Nello stesso giorno in cui, accanto a Giorgio, c'era Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino, indimenticato capitano della Roma. Sotto i riflettori ci vanno spesso i grandi campioni. Noi, questa volta, abbiamo voluto metterci la gente che non guadagna stipendi milionari ma i propri soldi li spende per seguire la propria squadra del cuore, corra essa dietro a una palla ovale o a un pallone da calcio, da basket o da pallavolo. La gente che si emoziona per un simbolo, dei colori ereditati dai ricordi dell’infanzia e trasmessi ai propri figli in un sottile filo di emozioni che raramente si interrompe. E allora, da questo numero, partirà una rubrica dedicata proprio alla gente, a quelle straordinarie coreografie da stadio, simbolo di passione e ingegno, che hanno fatto la storia del nostro calcio ed anche della nostra tv. Coreografie raccontate dai protagonisti. Loro. I tifosi. Coreografie che oggi appartengono alla storia più che all'attualità, al colore, ai ricordi e ai dibattiti sociologici. Proprio nella passione oltre che nella cultura e nella pratica, risiede il senso profondo dello sport: e proprio in questa direzione va la nostra azione di governo. Per questo sogniamo una città in cui l'accesso alla pratica sportiva sia meno a macchia di leopardo e più alla portata di tutti. Per questo è nato il PRISP, il sistema di monitoraggio delle strutture sportive esistenti a Roma che avrà come fine l’esatto mappaggio del bisogno sportivo della popolazione romana. In questi giorni presenteremo la messa online del sistema sul sito www.sportincomune.it.




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giornali il giorno seguente scrissero: “E nel derby torna l’ironia” per il numero di striscioni che la Nord propose. E, all’ingresso in campo delle squadre, fu proprio la curva laziale a stupire per effetti con un manto di cartoncini azzurri nella curva e la scritta “Lazio nel cuore”. Dall’altra parte stendardi di cotone con ciascuno una lettera a formare la scritta “Ragazzi carica”. Lo striscione da campo recitava: “Roma alza gli occhi e guarda il cielo. È l’unica cosa più grande di te”. La Nord, effetto di una soffiata, espose lo striscione: “Infatti è bianca’azzurro”. Quel giorno in curva c’era Fabio Masci, all’epoca esponente di spicco degli Eagles’ Supporters: «L’idea venne fuori in una riunione infinita come si usava all’epoca, soprattutto prima degli appuntamenti importanti. Riunioni fiume che duravano tutta la notte...

Si optò per una coreografia che avrebbe preso spunto da un’altra nostra, fine Anni Settanta, con la scritta “Forza Lazio”, però facendola più in grande. Comprammo il cellophane per la scritta da una ditta specializzata a Colle Oppio. Il lavoro di taglio del materiale fu fatto in una mensa aziendale, dopo aver accantonato tavoli e sedie. C’era chi lavorava alla coreografia e chi, in verità, era distratto dalla cucina della mensa, ma per la domenica tutto era pronto. Il giorno del derby mancava solo l’apertura delle lettere, tutte insieme ad un segnale prestabilito. Avevamo affidato ogni lettera a due di noi, che ne avrebbero dovuto gestire lo svolgimento. Sebbene 2 delle 13 lettere (Z ed L) non si dispiegarono perfettamente a causa della presenza dei famosi “muretti” (e ricordo distintamente le urla dal basso di



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ercavamo un messaggio efficace, significativo e allora qualcuno pensò: qual’è la cosa più bella da dire a una donna? Ti amo. E allora, noi alla Roma non glielo diciamo? Il “Ti Amo” nacque così, intorno forse ai tavolini di un bar. E fu fatto tutto in un appartamento piccolo, incredibile a ripensarci viste le proporzioni», spiega così uno degli storici responsabili dei CUCS, il Commando Ultrà Curva Sud, che ha preferito mantenere l’anonimato. «Ancora c’era l’onda lunga della tragedia di Paparelli, la Questura era particolarmente sensibile al problema di un possibile incendio, quindi impose che lo striscione non fosse unico bensì “componibile”, per motivi di sicurezza. Eravamo quasi sul punto di mollare tutto, quando uno di noi, particolarmente ingegnoso, ebbe l’idea di fare un mosaico, cioè ricorrere a tanti pezzi separati, da incollare, uno per uno, tutto rigorosamente a mano, in un salotto trasformato in un cantiere. Il sabato lo provammo

a Villa Pamphili, ma la scritta non combaciava. Alcune lettere più su, altre più giù, insomma andava rivisto tutto completamente. Il lavoro andava avanti da giorni, grazie soprattutto all’aiuto dei più giovani, che andavano a scuola e avevano più tempo a disposizione. Finimmo alle nove della mattina della domenica, il giorno del derby. Nello sfottò quotidiano di quegli anni, i laziali continuavano a ripetere che lo striscione si fosse rotto. Invece non fu così, anzi era proprio stato pensato affinché si dividesse in tanti pezzi, più facilmente gestibili in caso di incendio. Ed era stato veramente un successo; l’idea del “Ti Amo” si era rivelata di grande impatto». Stefano Malfatti, altro responsabile del gruppo in quegli anni, commenta così quella scenografia: «Fu particolarmente significativa, perché il messaggio era, per così dire, impegnativo. Oltre all’effetto visivo puro e semplice, era lo slogan ad essere differente. Non era il solito “Forza Roma”, era qualcosa di più forte, di più



L’olimpionico, Ambasciatore di Buona Volontà della FAO, protagonista in città di importanti eventi benefici come la Run For Food per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione





Ph. Enrico Ripari

Il Sindaco Alemanno mentre tiene il suo discorso alla FAO

Carl Lewis, Ambasciatore di Buona Volontà FAO, tra i due campioni Pietro Mennea e Nino Benvenuti, testimonial tra gli ospiti d'onore alla Cerimonia della Giornata Mondiale dell’Alimentazione

Mennea: «Lewis? L'ho scoperto io» «Carl Lewis? Si puo' dire che l'ho scoperto io». Pietro Mennea ha un particolare ricordo del fuoriclasse statunitense, che ha incrociato nelle manifestazioni più prestigiose, dal Mondiale dell'83 alle Olimpiadi dell'84 e dell''88. «Era l'Ottanta - ricorda Mennea - e Carl, che aveva 19 anni, si faceva già notare. Mi accorsi delle sue qualita' straordinarie e lo segnalai a Maurizio Vitale della Robe di Kappa, che stava ingaggiando campioni per lanciare il marchio nel mondo».

agosto del ’97, avevo 36 anni suonati. E anLewis, una leggenda anche per le nuove generazioni che se corsi la mia ultima gara, non ebbi azioni concrete. Non mi risparmio e rimpianti. E come avrei potuto averne? con il mio impegno totale spero di Accadeva nello stadio dove Jesse contribuire a cambiare le cose. Owens (il fulmine nero, ndr), il mio idoSeriamente. Tutti noi dobbiamo smetlo, aveva trionfato (entrambi accomunati dal record di quattro ori olimpici terla di stare seduti in poltrona a guarnelle stesse specialità -100, 200 metri, dare in tv la gente che muore di fame. staffetta 4x100, salto in lungo- ndr)». Non è più accettabile. Bisogna scendere in campo. Sempre. Assumersi reBeh, come potrebbe avere rimpianti sponsabilità, in qualunque situazione. questo ancora aitante ragazzo di 50 E in questa grande famiglia ONU mi afanni, figlio di due atleti, nato a Birminfiancano figure straordinarie come gham, Alabama, nel profondo Sud staCarla Fracci, Gina Lollobrigida, Dionne tunitense, che ancora bambino senza Worwik, Roberto Baggio, Dee Dee saperlo iniziava ad allenarsi nella buBridgewater, Susan Sarandon, Rita ca di sabbia della pedana di salto in Levi Montalcini, Céline Dion. L’elenco lungo, all’interno del Club di atletica di personalità è lungo… E, da quest’anleggera fondato dal padre William e no, nominato proprio nell’ultima ceridalla madre Evelyn, nel quale essi monia, Jeremy Irons». stessi si allenavano? Impegno e responsabilità: un monito E che non avrebbe certo immaginato rivolto anche ai giovani? «Sì, certo. di tracciare un vero solco nella storia Anzi, direi soprattutto. Cominciando dell’atletica leggera vincendo a soli 23 dalla scuola, tra i loro primi obblighi. anni le Olimpiadi di Los Angeles e voAnche quando non è più dell’obbligo lando a velocità supersonica verso traraccomando di non abbandonarla mai. guardi frenati soltanto (e proprio qui, Di studiare sempre. E di non lasciarsi a Roma, durante i Mondiali dell’87) da andare, quando ci sembra che le siun Ben Johnson poi squalificato per tuazioni si sbriciolino attorno. Mai abdoping! bandonarsi allo sconforto: mai fermarsi, in pista e nella vita». Già, il doping: parliamone… «Ripeterei quello che dichiarai già allora: è E quando arriva il momento in cui lal’ambiente sportivo che deve iniziare, sciare? «Quando successe a me, il 26 per primo, a denunciare! Gli atleti san-

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no perfettamente chi, tra di loro, ricorre a quelle sostanze. Proposi, a suo tempo, per i trasgressori, anche il divieto di allenare a fine carriera». Infine: cosa ci dice del suo possibile ingresso in politica? «In aprile avevo annunciato questa intenzione presentandomi nel partito democratico per il senato del New Jersey. Ma pare che non avessi la residenza da abbastanza anni. Non mi interessava essere senatore, ma operare concretamente per la comunità. La questione si è chiusa lì. Quell’ esperienza mi è bastata». È tutto dire che uno come lui si accontenti: saggio investitore, ha aperto una società di marketing dopo essersi tolto anche lo sfizio di cantare con gruppo musicale e incidere un CD (ed essere stato testimonial per pubblicità d’effetto come la posa in tacchi a spillo – foto Leibovitz - per la Pirelli) è stato senza dubbio l’atleta più sponsorizzato di tutti i tempi. Che ormai, però, prosegue la sua corsa tagliando traguardi ben più ambiti di quelli sportivi, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica sui problemi autentici e drammatici dei nostri tempi. Sfide concrete e attività in cui la FAO, in particolare, è impegnata 365 giorni l’anno. E continuando a mantenere il record della solidarietà, chissà che “king“ Carl non “rischi” di restare anche qui a lungo imbattuto?







BACKSTAGE Una corsa da seguire in tutti i suoi momenti SALA FANTINI

FERRI NON CONSENTITI Anche i ferri hanno la loro importanza, ne esistono di differenti tipi e in corsa è obbligatorio utilizzare quelli senza ramponi alle estremità che sono vietati

LA SELLA Nel galoppo le dimensioni della sella sono ridotte al minimo. Realizzata in cuoio o anche in materiale sintetico è accessorio principe nel corredo del fantino, la sella può pesare addiruttura solo 300 gr.

Lo “spogliatoio”. Ma anche la “camera caritatis” della corsa. Commenti, critiche, spiegazioni tra i protagonisti. Tutto senza testimoni. O quasi.

LE OPERAZIONI DI PESO

L’INSELLAGGIO

Sulla bilancia storica per verificare la congruità del peso “fantino + sella”, c’è Lanfranco Dettori il jockey numero uno nel mondo. Importante sorvegliare la postura dei vari fantini, per evitare alleggerimenti indebiti.

Dopo la verifica del peso, il cavallo viene insellato. L’operazione è effettuata dall’allenatore, che approfitta per gli ultimi accertamenti precorsa. Si avverte, nettamente, la tensione pre gara.

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spq ort CAVALLI AL TONDINO Prima dell’ingresso in pista, i cavalli sfilano davanti al pubblico in attesa dei fantini. È al tondino che l’allenatore impartisce al fantino gli “ordini di scuderia”, cioè le istruzioni tattiche per la corsa.

L’eleganza è una delle caratteristiche che caratterizza l’abbigliamento nelle giornate più attese

SI SCENDE IN “CAMPO” I fantini ormai pronti raggiungono i propri cavalli nell’area del tondino. È il momento dell’ultimo pronostico, ma anche dell’incoraggiamento che il pubblico indirizza loro dalle staccionate di recinzione.

LE GIUBBE

E SI MONTA IN SELLA

LA “DIVISA”

È il momento. Il fantino monta in sella, sempre dalla parte sinistra, come da tradizione ippica. In gergo, si dice “dare gamba”. Nella foto il fantino italiano Lanfranco Dettori, detto “Frankie”, monta ufficiale della scuderia Godolphin, di proprietà dello sceicco Mohammed Al Maktou.

Il casco, è sempre ricoperto da un copricasco La giubba in seta Il pantalone è molto attillato e rinforzato nei punti di maggior contatto Il frustino è un segmento di vetroresina ricoperto di cuoio terminante in un ricciolo di cuoio Gli stivali sono in pelle e quasi sempre artigianali e leggeri IPPICA | 27

I guanti sono in cotone leggero, palmo e rinforzi in pelle

Nell’ippica, nelle corse al galoppo e al trotto, le giubbe indossate dai fantini rappresentano l’appartenenza dei cavalli alle varie scuderie. Nascono dalla fantasia dei proprietari che possono accoppiare colori e forme prestabilite in modo da rendere unici e riconoscibili i loro colori. Sono come le maglie delle squadre di calcio, indissolubilmente legate alle scuderie e ai proprietari che rappresentano.


BACKSTAGE CAVALLI IN PISTA I cavalli in fila entrano in pista e si dirigono verso il punto di partenza, che varia a seconda della distanza della corsa e del tipo di pista. Nei grandi premi, prima di andare alla partenza, è consuetudine che i cavalli sfilino davanti al pubblico.

LA PARTENZA La partenza avviene dalle gabbie, trasportate tra una corsa e l’altra in punti diversi dell’area delle piste. Il numero di gabbia è sorteggiato, e non corrisponde al numero di copertino del cavallo.

backstage

LA CORSA

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11 METRI

UN FILM PER RICORDARE AGOSTINO DI BARTOLOMEI

Il film è stato presentato lo scorso 30 ottobre al Festival Internazionale del Cinema di Roma nella sezione Extra, ed ha riscosso un grande successo

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di Claudio DI RENZO foto Archivio Privato Di Bartolomei

sempre difficile tentare di raccontare un uomo attraverso un film: la vita è complessa, fatta di contraddizioni, percorsi che si accavallano e spesso si scontrano. Il rischio è semplificare, raccontare tutto come se ci fosse sempre un senso in quello che facciamo. Purtroppo raramente è così. 11 Metri, il film-documentario su Agostino Di Bartolomei firmato da Francesco Del Grosso e distribuito dal Corriere dello Sport, ha il grande pregio di raccontare un uomo unico senza pretendere di capirlo, senza tentare di interpretare il suo sguardo malinconico o i suoi silenzi. A parlare sono i vecchi compagni di squadra, Bruno Conti, Franco Tancredi, Sebino Nela, gli amici di una vita che dipingono il ritratto di un uomo in fondo rimasto sempre uguale al timido bambino che giocava nella parrocchia di Tor Marancia, prendendosi i rimproveri del sacerdote perchè tirava troppo forte. Il regista Francesco Del Grosso e il produttore Daniele Esposito hanno lavorato su questo progetto quasi con soggezione, sicuramente con un profondo rispetto nei confronti della famiglia Di Bartolomei. «Al pensiero di dover ricominciare questo percorso stavo male», dice oggi la signora Marisa, vedova di Agostino, «ma guardando gli occhi di Francesco e Daniele ho deciso di dare l'ok». E proprio Francesco Del Grosso ci spiega il senso del suo lavoro: «Vado alla ricerca dell'uomo attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciuto. Più che un diario intimo, il mio è un road movie emozionale, un incrocio di luoghi e di persone per capire di più la figura di Agostino». Il film è stato presentato lo scorso 31 ottobre come evento speciale della sezione Extra del Festival Internazionale del Film di Roma, ed

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Francesco Talarico

ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. La sala Petrassi che ha ospitato la prima era gremita in ogni proprio posto: erano tutti lì per Ago, per sentire di nuovo la sua voce, per tornare a guardare quegli occhi, così incredibilmente simili a quelli del figlio Luca. C'è anche lui nel film, intervistato proprio in quella parrocchia dove il talento del padre ancora bambino era già visibile a tutti. È emozionan-

Francesco Talarico

Francesco Talarico

La troupe di 11 metri durante le scene di fiction

Luca Di Bartolomei durante l'intervista alla Chiesoletta

te sentirlo parlare di quello che successe quel maledetto 30 maggio 1994, quando è stata fatta la cazzata, come la chiama lui. Esattamente dieci anni dopo Roma - Liverpool, la partita che ogni tifoso romanista ricorda come il più grande dramma sportivo che si possa vivere: perdere la finale di Coppa dei Campioni nel proprio stadio, ai rigori. Quella sera Agostino il proprio rigore lo segnò, anche se alla fine

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fu tutto inutile. Lo stesso giorno, dieci anni più tardi, il suo sguardo triste si spense per sempre. Alla prima era presente anche la Roma di oggi: sono stati Simone Perrotta, Franco Baldini e Walter Sabatini a rendere omaggio al vecchio capitano. Un bambino con la maglia numero 10 batte un rigore, è stata solo l'ultima delle emozioni che 11 Metri ha regalato agli spettatori in sala.


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Da Formello alla Roma Il Campidoglio è vicino alle sue realtà sportive di maggiore importanza: è il caso, ad esempio, della Lazio e della Roma. DiBenedetto, neo Presidente giallorosso è stato in visita a Roma Capitale e la nostra rivista ne ha dato testimonianza nello scorso numero. È poi toccato ai biancocelesti ricevere le attenzioni del Primo Cittadino che, da uomo di montagna, si è intrattenuto non poco con Olympia, l’aquila che la domenica vola prima delle partite della Lazio.

NEL NIDO


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DELL’AQUILA

di Paolo Severo CIABATTI foto Callini-Roma Capitale

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l centro sportivo si estende su di un’area di 40 ettari comprendente un campo principale dove si allena la prima squadra e disputa le partite casalinghe la formazione primavera, campi di calcio regolamentari dove far allenare le varie squadre giovanili, campi da tennis e calcio a cinque, palestre all’avanguardia, piscine, club house, uffici, una foresteria dove alloggiano i calciatori prima durante il ritiro. Ma è sotto la tribuna dello stadio che brulica la vita dell’area tecnica: vi sono gli spogliatoi, l’area medica e fisioterapica, palestre, magazzini e persino un vero e proprio centro di produzione (allestito dalla Universal Production diretta dal responsabile della comunicazione biancoceleste Stefano De Martino) che ha dato vita ai prodotti Lazio Style: il magazine, la radio e il nascente canale Tv. Il Sindaco ha voluto visitare tutto il centro intrattenendosi soprattutto nella seduta di allenamento e proprio nella pancia della tribuna dove ha salutato giocatori e dirigenti biancocelesti. Anche una conferenza stampa per il primo cittadino della Capitale di fronte a tanti giornalisti. Un giorno a Formello poiché lo sport di base e di vertice è una delle priorità di questa Amministrazione.

UN GIORNO A FORMELLO


NEL NIDO DELL’AQUILA

Un momento della conferenza stampa. Al tavolo, con il Sindaco, anche il Delegato alle Politiche Sportive Alessandro Cochi e il Presidente della Lazio Claudio Lotito

Inizia la visita. Verso gli spogliatoi...

Negli studi televisivi di Lazio Style, insieme al responsabile della Comunicazione biancoceleste Stefano De Martino

Reja interrompe per pochi minuti l’allenamento: il tempo per salutare il Sindaco e chiedergli di assistere alla seduta

Un momento dell’allenamento

Federico Marchetti, numero uno biancoceleste

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Il Sindaco, accompagnato dal Team Manager Maurizio Manzini, nella palestra del centro sportivo situata, come il resto degli spogliatoi, nella pancia della tribuna del campo centrale

Alemanno con il Capitano della Lazio, Tommaso Rocchi

La foto di gruppo

Nello spogliatoi c’è Francelino Matuzalem

In panchina per l’allenamento
















Superati nel lazio i 10.000 tesserati

L’atletica laziale di Luca MONTEBELLI foto Getty Images

Società per Province La Top Ten delle società nel Lazio Le prime 10 squadre nelle classifiche ufficiali.

Squadre maschili 1. ATL. STUDENTESCA CA.RI.RI 2. FIAMME GIALLE G. SIMONI 3. ACSI CAMPIDOGLIO PALATINO 4. E.SERVIZI ATL. FUTURA ROMA 5. COLOSSEO 2000 6. ASI INTESATLETICA 7. RUNNING CLUB FUTURA 8. POL. ROMA XIII 9. ALTO LAZIO A.S.D. 10. ATL. ROMA ACQUACETOSA Squadre femminili 1. ASD AUDACIA RECORD ATLETICA 2. ATL. STUDENTESCA CA.RI.RI 3. ACSI PALATINO CAMPIDOGLIO 4. POL. ROMA XIII 5. ATL. ROMA ACQUACETOSA 6. RUNNING CLUB FUTURA 7. CUS TIRRENO ATLETICA ASD 8. ASI INTESATLETICA 9. S.S. LAZIO ATLETICA LEGGERA 10. POLISPORTIVA IUSM

FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO TOTALI

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Atleti per Province FROSINONE LATINA RIETI ROMA VITERBO TOTALI

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708 860 598 13683 550 16399



L’atletica laziale zionali fra i quali il re della velocità Usain Bolt. Anche a Rieti ogni settembre si svolge un meeting internazionale che ha nel suo albo d’oro record mondiali e la partecipazione delle più grandi stelle internazionali. Nel Lazio si sono disputate inoltre 251 corse su strada, 20 cross, e 11 trail. Maratona di Roma e Roma Ostia sono gare di grande spessore internazionale, che ogni anno portano al via rispettivamente 16.000 e 12.000 atleti, molti dei quali provenienti dall’estero. Fra i risultati più importanti che impreziosiscono l’attività laziale i successi della società Audacia Record che ha conquistato quest’anno la Coppa dei Campioni Under 20 ed il 10 scudetto consecutivo di società, innumerevoli i titoli conquistati dalle società militari, tutte affiliate alla nostra regione. E ancora nelle recenti classifiche stilate dalla Fidal il Lazio ha raccolto risultati importanti come il titolo italiano della Running Club Futura nelle corse su strada, di Esercito e Fiamme Azzurre hanno dominato nelle prove multiple, e numerosi successi individuali. Insomma, pur in un quadro che non è tutto rose e fiori, dove occorrerebbero più impianti, maggiori investimenti per rifare il look a quelli già esistenti, dove comunque Fidal e Roma Capitale hanno già fatto importanti interventi di restiling, la situazione, grazie all’impegno di tanti dirigenti appassionati sta decisamente migliorando negli ultimi anni. Ne abbiamo parlato con il Presidente Fidal Marco Pietrogiacomi. Presidente cosa è cambiato in questi anni nell’atletica laziale. «Dico con orgoglio che c’è stato un risveglio importante. Abbiamo cercato di lavorare per la crescita dell’attività giovanile, sotto la nostra gestione è stata aperta la scuola di atletica di Tor Tre Teste, a Roma, hanno avuto impulso quelle esistenti, ed ancora quelle di Velletri, dei Castelli Romani, di Civitacastellana e di Sora. Credo che nei giovani ci sia il futuro di questo meraviglioso sport. Curiamo con particolare attenzione i nostri migliori ragazzi, le nostre rappresentative si radunano spesso e gareggiano in tutta Italia. Credo che questo sia fondamentale per la crescita sportiva e culturale dei giovani atleti». Per dare ai giovani gli insegnamenti giusti, per non farli perdere per strada, farli diventare atleti veri, campioni, occorrono tecnici e dirigenti preparati. «A questo proposito sono stati fatti vari corsi di formazione gratuiti che hanno spaziato dalla preparazione dei tecnici a settori collaterali su argomenti come quello fiscale, doping, organizzazione eventi e marketing sportivo, questo per creare anche una nuova e preparata classe di dirigenti». Tanti eventi nel Lazio, hanno fatto crescere l’attenzione di atleti e dei media. «Stiamo per dare vita al progetto più importante, la We Run Rome, una gara che si correrà il prossimo 31 dicembre per le vie di Roma e che vuole riportare alla tradizione della Maratona di S. Silvestro, inoltre abbiamo inventato le Staffette in Piazza, che si svolgono ogni anno nella splendida cornice di Piazza del Popolo. Rieti nel 2013 ospiterà gli Europei Juniores, lo scorso anno gli Assoluti Master si sono svolti all’interno dello Stadio Olimpico e poi tante gare su tutto il territorio, con tanta partecipazione». Chiudiamo con un messaggio di speranza per l’atletica e per lo sport italiano. «Il momento è difficile per tutti, non ci nascondiamo. La crisi economica pesa notevolmente anche sulle nostre attività. Però abbiamo avuto la capacità di presentarci bene alle aziende ed abbiamo avuto il sostegno di sponsor importanti. Il messaggio è quello di lavorare insieme per il bene comune. I risultati non potranno mancare».

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di Giorgio Franchetti

i ludi romani

Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma

Giochi nell’antichità G L I H I P P I KA G YM N AS I A

LE ANTICHE GIOSTRE Il racconto è ambientato ad Aalen, nel più grande castellum lungo il limes, sede del più grande dislocamento di cavalleria romana sotto Vespasiano. Non sappiamo l’antico nome del sito ma probabilmente il nome Aalen viene da ALA II FLAVIA MILIARIA PIA FIDELIS, il contingente di cavalleria che vi era stanziato. Gli hippika gymnasia (greco: ἱππικὰ γυµνάσια, "esercizi a cavallo") erano spettacoli rituali o giostre realizzate dalla cavalleria dell’Impero Romano per mostrare la perizia e l’esperienza nel cavalcare. Si svolgevano in un’area per parate situate esternamente al forte e coinvolgeva la cavalleria in manovre tattiche con uso di armi come giavellotti e lance. I partecipanti vestivano armature particolari espressamente destinate a queste giostre e anche le loro cavalcature erano addobbate in maniera diversa, spesso con riferimenti mitologici. Queste giostre avevano vari scopi: incrementare l’abilità a cavallo, l’astuzia, sollevare il morale delle truppe, impressionare dignitari e personalità di spicco e conquistare il pubblico.

lzo lo sguardo a guardare le nubi sempre presenti qui in questa terra maledetta da Iuppiter… Non manca mai la pioggia, l’umidità, il fango che ti sale dalle caligae, si impossessa degli eudones e ti imprigiona le gambe… In questo posto maledetto, lungo il limes non c’è mai il Sole! Beati i cavalieri che sono dislocati in altre parti dell’Impero, in Siria, in Giudea! E invece no, noi siamo qui a sorvegliare il confine coi barbari qui nella Retia. Domani sarà presente il governatore in persona e spero che il mio legato si faccia sentire su quella richiesta di trasferimento che ho avanzato tempo fa. «Non pensarci troppo su, Flavivs… Domani tu perderai e sarò io a trionfare agli Hippika Gymnasia stavolta. Monterò una nuova cavalla, Sagitta, (freccia, n.d.s.) e questo dovrebbe già dirti tutto di lei… Non avrai alcuna possibilità col tuo Argenteus… ». «Vedremo Caivs… Ogni anno dici sempre le stesse cose e ogni anno sai poi come finisce! Ahahahaha». Flavivs è il mio decurione (centurione di cavalleria, n.d.s.), giochiamo sempre a sfotterci e lo facciamo anche durante gli scontri contro i Barbari lungo il limes. Ormai il nostro rapporto è come quello di due fratelli anche se io bado sempre a ricordarmi di non metterlo in imbarazzo in pubblico superando la linea gerarchica che nell’esercito romano è ferrea e insormontabile. «Già… Sono anni che lo dico e poi… In effetti quanti anni sono ormai che vinci? Sette? Sbaglio?». Sette. Già sette anni che sono qui a lasciare che questo cielo plumbeo e questo freddo imputridiscano le mie ossa. «A domani Caivs, e riposati bene per essere al meglio… ». Passo davanti le scuderie e non posso

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fare a meno di entrare un secondo. Il mio cavallo è il mio vero e fidato compagno in battaglia. Siamo una cosa sola io e lui, dobbiamo esserlo. Lui deve sentire che io so perfettamente cosa fare e cosa chiedergli e io devo sapere che lui risponderà a ogni mio comando, anche quando gli chiederò di caricare la massa di nemici che corrono verso di noi con la schiuma alla bocca, urlando nella loro terribile lingua frasi contro l’imperatore e agitando quelle loro enormi spade e scuri. «Ave a te, Argenteus… Neanche tu riesci a dormire stanotte eh?». Gli passo ripetutamente la mano sulla testa, lo accarezzo, gli sistemo la criniera. Sento dietro di me un fruscio. Mi volto. Incrocio nella penombra lo scintillio

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ULTIMA PUNTATA

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di Giorgio

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etti Presidente Ass. Culturale Servizio fotografi “S.P.Q.R.” di co: Piero & Giusy LancialoRoma nga

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Termina la rubrica sui giochi antico romani che ha caratterizzato la rivista SPQR SPORT sin dal primo numero. Dopo aver affrontato tutti gli argomenti, ricostruendo set per Roma nelle ville e tra le vestigia di cui la città è piena, vestendo con scientifica precisione gli attori grazie alla collaborazione con l'Associazione Culturale S.P.Q.R., affronteremo ora altri racconti e altre storie verso la nostra giochi missione di cultura dello sport. nell’antichità

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di Giorgio Franchetti

i ludi romani

Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Servizio fotografico: Piero & Giusy Lancialonga

a pugni dalla grecia a roma

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iove a tratti. abe rna Tra i mass to della i del strada pozze si crean basolao picco Luna che d’acqua dove le si specc to le goccesi affaccia tra hia la le mille cerch che cadono nubi, ma subila cuoio sono i d’argento. frantumano in Le raggiunger inzuppate, devomie scarpe di lungo mante un posto caldo affrettarmi a , al coper ello di fa di me atrunculi, poco più lana scuro sulla to. Il una de di Roma di un’om dine muovo sorta di dama bra per testa , quasi ticalmente. no solo orizzon in cui le peloce, mi le talmente lascio alle deserte. Camm stratrova tra La pedina è cattura Da que e vercenate, ino vespalle i due di colore ta fra sto trova tra diverso quando si to a sinist l’Esquilino e giardini di Meuna numero il Quirin di della tavola.di colore diverso o quando si ale, svolHo fredd ra lungo il Vicus e uno Secondo riche se o, inizia le ricostru dei bordopo 30 una meta ho fame, per Patricius. zioni stomovimenti tre catture Iuppiter! il grande no a un precisa. Perco turato più il gioco finisce e non ci sono alrro l’inter ma ho quadrivio pedine avvers vince chi a sinist Se una pedina ha catnei gioc viaggio arie. ra, che con il Clivus Subua via fisale fino l’Argile stesso movim è costretta hi per tum al Colle ranus dell’ant il suo colore ento è dichiar 30 volte allo Oppio, volta c’ero a destra. Mi ata cattura e ichi fermo. stato. Latruncoli perde. Si, ta e ritorno già una Un’esplora tà. dalla guerrEra la via dei volo dell’an è forse il più famoso Tempio a ero andat librai e di di nelle pieg zione vincente tichità. Una version gioco da tao anche miziano, Giano che poi, gioco esistev e di questo al he chiamava l’impe ava anche della Stor andare aveva fatto spost ratore Doin Egitto va pettèia Siga) e in Grecia a destr (si , dove si ia do all’Argile a, verso la are. Si, devo chiamabasso) doveed è giunto a noi Subura un vaso si vedono . In stra, il Clivustum c’è una ti in un (foto in Achille gioco da traversa fonLongu menticarsi tavola; tantoe Aiace intenSi, è lì che a dedevo girares. pare infine del conflitto, dice presi da disi e ci dovre . Ancora presso il che i Celti conobbla leggenda. E che lo comp alcuni pasammicca mmo esser Vallo e. ongon nei loro territor di Adriano e ero latrunculi polvere, po tanto a pochi metri, Una luce fioca sudore. o: cibo, legna bruci i, intorno che lo portaro la prima camminare Seneca (4 viaggio Non mang no al III-IV luce dogo “Phoe . Alzo gli è truncularia a.C. – 65 d.C.) cita secolo d.C. io dall’a ata, nix felix occhi e completamstato lungo e lba, spero lo et tu” (la mentre Varro(Epistole morali una tabula laente, facen mi ha assor il sia Fenice è legil pranz a Lucilio una tavola anche tu), scritt (116-27 felice, domi dimen bito deriguntur o; ero ansio , 118) a.C.) di legno a a Roma ticare so di esser disegni ut in tabula bini, uni transve dice: “Ordines imbiancatain rosso su , dopo di pavon rsi, e di nuovo c’è un locale tanti anni. , con ovvero “ solet in qua latruncalteri derecti, i balla e Dinnanzi si cigola al ai lati e una fenice due ampio occhi ci verticale tracciano 2 ordini ulis ludunt”, vento che cus. Bene , che mettono , in fermento. a me l’altro male dispors orizzontale, di righe, uno luce fioca un pò ad I miei di Heren , il posto è quest percorre il Vinius no a latrunc i sulla tavola sullacome è il norzo a formadelle lucernae abituarsi alla non ricord , ci ho dorm o. La caupona uli”. . Alcune quale giocain brondal soffitt di satiro o di veva così o male si mang ito anni fa. Se Priap iava così e un Le taber o legate con caten o pendono a quei temp giaciglio bene, si benae si somig e. per i, l’Impe era dorm potevo il letto più liano tutte, ro: permetterm lussuoso ire, clienti, tavoli in legno in tutto pesante che stann e panca sull’uscio i. Scosto il tenda che cce per non li o sedut emergono riemp ggio i ed entro i stramazzan ie come vecchfinché il vino Penati dell’odue piccole edico . Dal buio o sulle i poi voci. panche orci; e poi primi odori ste. Arrivano le coi Lari e Ed i alle mie con la mogl eccolo lì Hereno sui tavoli. E re quell’ . Il mio olfatt o riesce narici i unico odore ne di marm ie Tullia, dietro nius, l’oste , forte nei a divideil o bianc le tesse vari effluv o decor loro bancore nere i quadrate; ato con piccoessere la figlia, Herennia e quella deve I GIOCHI DELL’AN , che si TICHITÀ | occupa 86

e

giochi nell’antichità

Hist oria

pa n c r a z i O , L OT TA s e n za pau r a

LE REGOLE DEL GIOCO

L

di gestir e schiave e tenere d’occ perlopiù, hio tavoli. Mi che si avvicele lavoranti, Herrenia ndano tra ce sottile ridesta dal mio i pensiero che in un tesa, aspetsi mette in una ge a me una voposizione “Cosa vuoi latino stentato gheranno tando di veder accento di atsi rivolda mang e mi dice sto incur quanto ho appen i soldi che pache quest iare?”: Il suo chioma Per racco iosisce a chiesto. rossiccia a fronte a anche dalla Pann Quenon molto ragazza dalla il tizio me, finora abbiamo ntare Latruncoli seduto curata giare la schivo “C’è stufat onia. ricostruito viene di sua di una taber metto mano minestra. Alzoe curvo a manuno scorc pagarlo, o di cinghiale, io na... se legato sotto al sacchetto il mantello puoi averee voglio veder hai i soldi per e di cuoio li prima la della do, che ho minestra o solo . Sennò in realtà veste. Prend verza. o qualc di farro molto di re vinar conto, e Se poi he solspiccioli e ie. più di apro la puoi avere non hai che verza, porto di Ne avevo viste mano davanquanto sarà Ci sono puoi scegl Claudio, pochi di il del dentr pane, collo dell’a o un asse, ti a Herennia anni addie quel tipo nel svariati menti se iere: se hai i soldi e anche nfora c’è . denar tro. Vicino lì nelle tue sa una fresco be a pagar i d’argento. un dupondio un bollo drante al scritta: Tanto baste e allora puoitasche hai solo , altrie la cena dice “ROM e presso l’anLONG tutta UM secco…“. un quarebe la la notte comprare AL CLIVU HERENNIO COPOAE AD CLIVUM na. E quest a tutti i clientcompagnia per solo pane Come alla NIO). In S LONGUS, ALL’O NI” (A ROMA un sussu o non sfugge i della caupo dello stufa mensa di Apiciu , quell STE ad lto. Heren HERENquello forte. e anfore s… "Pren to di cingh so, abitua Finalmente sco… E c’è derò iale sul suo nia, ha to a tratta vino, e gono interr L’altro, quello il vino buono, fima, nasce arido che non e del pane freacqua, re perché sia misch un sorris con la feccia più viche conte ato in grand leggero, lo tensertivo lo paghe iato con o e con i e un rò… “. un gesto in“Quanto ngono fino a 375 anfore, i dolia to per accon mezzo inchin , tempo o, si attiva astentarmi. città, fores è che manclitri. ho parla subiLa ragaz tiero, to si avvici hi da stato prima sempre za con na a una che tu ci questa serie di cui L’oscuro ?” sia mai anfoperso me mi rivolg naggio sedut o di fronte e la parol I GIOCHI DELL’AN a. a TICHITÀ

Calcio, pugni... tutto è permesso

ristides! Aristides! Dove sei?! Dove sei finito stavolta?! Maledetto caprone, torna ad allenarti cogli altri!» Dietro questo ulivo Eleutherios non può certo vedermi. La sua voce mi giunge lontana ma viva. Meglio che non mi trovi ora, voglio rubare ancora qualche minuto di pausa all’allenamento … Ogni tanto riesco a sfuggire al suo sguardo e venire qui, appena fuori della palestra, per sedermi all’ombra di un ulivo e guardare il mare… «Aristides! Per Zeus! Tra due settimane ci saranno le olimpiadi e ti devi allenare o gli atleti di Athenai (Atene), di Rodos (Rodi), di Akragas (Agrigento) e di Naxos ti ridurranno tutte le ossa a un cumulo di polvere!». Non ha torto Eleutherios, il mio gymnasiarchos (capo e gestore del gymnasion, palestra ma anche luogo di studio)… Ad un tratto mi sorprende una voce alle occhi… Accadde a Salamina, dove lui e mia mie spalle: «Eleutherios, ha ragione Arimadre Hemea si erano trasferiti dopo esstides, ultimamente sei svogliato e spesso sere fuggiti da Miletos nel 494, quando i non ti alleni come dovresti. Cosa ti turba? Persiani la rasero al suolo su ordine di DaQuali sono i tuoi pensieri?». rio I il Grande per vendicarsi dell’istigazio«Oh Petros, non ti ci mettere anche te per ne alla rivolta delle altre città favore…». ioniche ispirata da AristagoContinua Petros è il mio compagno, la persona con cui il grande viaggio ra. I miei si erano fermati prima per qualche tempo ad mi alleno tutti i giorni; e nei giochi Eretria, dove nacqui io, ma forse l’unico amico vero dell’antichità. quella città non soche mi rimane al monUn’esplorazione anche pravvisse all’ondata Persiado. Eppure neanche lui nelle pieghe na, che spinse tutti gli abitanpuò capirmi ora… Guargrazie storia della ti della Boiotìa e dell’Attiké dando il mare non posso alla ricostruzione verso sud, dopo la disfatta fare a meno di ripensare di un set alle delle Thermopylai. In mezzo a mio padre, Theophilos. porte di Roma a quella massa di gente diMorì sulla sua nave sperata e terrorizzata che si combattendo gli odiati rifugiò prima ad Athenai, e poi a Salamina, Persiani, nel mare di fronte Athenai, in un c’era pure la mia famiglia, guidata da mio assolato settembre di 20 anni fa. Proprio padre, commerciante di tessuti di Miletos; sul mare della madre patria Hellàs (Greche tanto aveva cercato di fare contro le cia). Come il mare che io ora ho davanti gli

«A

l pancrazio è uno sport di origine greca, un misto di lotta e pugilato. Il termine (dal greco pankràtion, pan = tutto e kràtos = potere, forza) significa “intera forza (del corpo)”. Appare come disciplina olimpica nel 648 a.C. durante la 33esima olimpiade; lo scopo era sconfiggere l’avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, e i contendenti avevano la possibilità di utilizzare tutte le tecniche possibili: sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, morsi, possibilità di strozzare l’avversario. In genere, gli atleti approdavano al Pancrazio dopo una certa esperienza nella Pale (Lotta olimpica). Per la sua natura, il pancrazio è diventato una delle più complete discipline da combattimento, poiché comprende tecniche diverse tra loro ed allena quindi ad un uso generale del proprio corpo (tra queste tecniche, che vanno dalla lotta a terra al pugilato, c’è anche l’acrocorismo, ossia la torsione e conseguente rottura delle dita delle mani). L’efferatezza di questo sport era tale che i due contendenti spesso arrivavano a lottare fino alla morte che decretava il vincitore, osannato dal pubblico.

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Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Servizio fotografico: Piero Lancialonga Location: Parco della Cellulosa

Achillia e Amazon, due combattenti impegnate nel loro viaggio nel ludus, l’ultimo della vita

LE REGOLE DEL GIOCO

uardare negli occhi l’imperatore. Il mio unico e solo pensiero da quando entrai nel Ludus Magnus di Roma. Il mio popolo oltre le montagne sempre innevate mi chiamava Critenna, ma quel nome ormai non mi appartiene più. Ora tutti mi chiamano Achillia. E neanche io mi appartengo più, ormai. La giustizia di Roma mi ha consegnato nelle mani di Exibius, il lanista del ludus. «Critenna, non posso fare altro che assecondare l’imperatore… Mi dispiace, tu e Lidya siete le uniche due damnatae che mi resterete per sempre dentro. La vostra purezza, la vostra solarità… Se potessi fare qualcosa vi giuro che la farei. Ma non è in mio potere. Avrei voluto che il vostro processo andasse diversamente, avrei voluto anche io comprare testimoni come ha fatto quel verme che vi ha accusato di furto e omicidio. Tutti sanno che è lui l’assassino della moglie, la odiava da sempre perché tutta Roma sa che lo tradiva con i peggiori soggetti della Subura! Ma voi due, schiave, eravate troppo indifese e sole… Nella mia vita ho visto davvero di tutto e credo Exibius, prima che un di aver visto troppo. gruppo di custodes ci Continua Tra poche settimane scortasse nell’arena per il grande viaggio lascerò il ludus a un espiare la nostra connei giochi nuovo giovane lanidanna… E ora siamo qui. sta e tornerò al mio dell’antichità. Carne da macello, da paese, e lì, giuro, faUn’esplorazione mandare nell’arena per rò come ho visto fare nelle pieghe divertire il popolo, per a molti gladiatori qui della storia grazie divertire l’imperatore. moridentro quando alla ricostruzione Colpevole di una colpa vano loro amici: una di un set alle porte non commessa, vittima lapide in marmo a ridi Roma predestinata di un desticordare per sempre i no certo. Aspetto nei vostri nomi. Ve lo già da parecchio il mio sotterranei Alicarad tornerò prometto. Quando momento. Come gli altri condannanassus farò fare una lapide coi vostri ti a morte, nel buio, in questa celnomi…» letta al di sotto dell’anfiteatro voluQueste furono le ultime parole di

di Giorgio

Franchetti Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” Foto: Piero Lancialonga, di Roma Elaborazione grafica di Giulia Flamini Location: Parco della Cellulosa

giochi nell’an tichità

il vol o

del di sco

CHE

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I E FONTI STORI

Prima della costruzio Domiziano, nell’area ne dello stadio di del Campo teso il mio zio, presso il Pantheon, sorsero Marbraccio che pugna il disco. imme Neronian e, fatte costruire le terre verso l’alto, Lo farò volarone nel 62 d.C. da e completamente Neverso il cielo. Oscurerò staurate da la Alessandro Severo reTitvs, nel lanciofamosa bravura di 227. Presso nel le terme fece me fossi Hyakintdel giavellotto. Corealizzare una grande hos, l’eroe palestra contorna per lanciare che sta giardini che, il secondo Svetonio,ta da cedenti sono disco. Nelle gare pregerì all’impera sugriuscito a primegg tore solo nella poesia iare costruire un nuovo Domiziano l’idea di ancora la poesia latina. Mi attende re il Campo Marzio stadio per abbelligreca e il pugilato e il disco, ma re le gare ginniche e poter far svolgeme in questa devo dare il meglio di e le corse dei valli. Nell’86 cad.C., mi è vicino prova di lancio. Titvs ziano istituì l’Agon l’imperatore Dominei punti e solo un lancio davvero re di Giove, con Capitolinus in onounico del giavello poi del disco no ogni quattro gare che si svolgevapotrebbe consegn tto e anni, le chiavi della armi ni ginniche precedut con competiziovicino a me vittoria finale. Eccolo e da quelle letterarie e musicali Titvs, con la incolta e i sua barba plesso eterogeneall’uso greco. Il comcapelli corti. Marcus Velleivs Figlio di cludeva, oltre o di competizioni in, grandissimo a ta che vinse atlepetizioni di tipo gare sportive, commolte tro. C’è la solita gare anni addieun abbiname artistico, prevedendo nto spalti. L’Agon folla festante sugli piedi e all’eloque per cui alla corsa a Capitoli nvs ogni 4 ni vede i miglior pugilato e la poesianza succedevano il i atleti della andarsi convegn città disco e la poesia latina, il lancio del o per meglio greca, di fronte figurare quindi cio del giavellott all’impe il o e la musica, lanOggi è il quarto ratore Domitianvs successione . giorno e c’è competitiva mista in una vellotto, poi il giaalle discipline in cui le atletiche si alternava fianco a me premiazioni finali. A le dispute culturali. nella corsia no gono svolte L’Agone, ideato dove venDomiziano, era le da segnato, nel programvellotto c’è gare di lancio del giama delle feste Valerivs. Mi sottecchi perché guarda ricco cerimonia della Capitale da un sa che anche di le, aperto da sto osserva io lo inaugurale ndo. Impugn fulmine. Si segnato dalla un fasto vellotto, si concentra presenza dell’imconcentra, a il suo giaimmobile. in silenzio prende la rincorsa, corre, Prende la rincorsa , peratore che, corre forte, re, corre forte, in lo aria. scaglia Migliaia di scaglia con , corper l’occasuo giavello occhi sono forza il tati verso il tto. sione, si cielo, e seguon punpubblico segue Ancora una volta il saetta scura o una mostrato e che supera il dardo che vola alche vola e disegna una parabol va. ve era caduto di poco il punto doa per a terra e conficcapoi ricadere il lancio di Ancora un Valerivs. rsi boato del pubblic nel reno. C’è un tertocca a me. o. Dopo boato. È un Non lancio, è vero. bel vo con il giavellosono mai stato braDopo di lui il turno di Marcvs tto. Il gruppo è atleti mi osserva degli . E’ molto conosciuto , qualcuno di nascosto, parlotta questo atleta, ha vinto già con la mano. ridacchia, coprendosi molte compet zioni. Osserva iil pubblico. Sono nervoso. Guardo il campo di Il lancio, come Prendo il mio pubblico mi guarda. se stesse decidendo centro. Aspettogiavellotto. Mi condove lanciare già il suo riapro. Corro, . Chiudo gli occhi. Li corro forte, lancio il

emoz ni senzaio tempo

È

Quarto giorno dell’Agon Capito linvs: i miglio della città si ri atleti sfidano nel giavellotto elancio del del disco

APPRO FONDI MENT

Poco è conosciuto dei combattimenti tra donne, inquadrate nella classe delle phoeminae. Ne parla Svetonio ed esiste una prova epigrafica di questa pratica. Ad Alicarnasso, odierna Turchia, è stata rinvenuta una stele, oggi al British Museum, che presenta l’immagine di due donne che combattono. Sulla stele si leggono i nomi delle due combattenti, Amazon e Achillia. Ai lati di quello che sembra un palco si vedono due teste: forse due elmi poggiati in terra o spettatori dello scontro. Una legge del 200 d.C. emanata da Settimio Severo, sembra su esplicita richiesta di sua moglie Iulia Domna, vietò definitivamente tale pratica. Una pratica che Giovenale, a suo tempo, aveva già definito «...grottesca...» Recentemente, nell’ottobre del 2000, un gruppo di archeologi ha riportato alla luce a Southwark, sulla riva meridionale del Tamigi, quella che con ogni probabilità può ritenersi l’unica sepoltura conosciuta di gladiatrice donna. Il suo misero corredo, fondamentale per riconoscerla come gladiatrice, era composto oltre che dallo scheletro della ragazza, a giudicare dall’osso pelvico dell’apparente età di 20 anni, da una lucerna con l’immagine di un gladiatore e da pochi monili in ceramica. Sembra sia morta combattendo nella locale arena di Southwark, già scoperta nel 1986, che aveva una capienza di 7.000 spettatori. Southwark all’epoca contava circa 20.000 abitanti.

i ludi roman i

gladiatrice. entra e combatti!

G l a di ator i , m a a l f e m m i n i l e

Le donne in battaglia

to dall’imperatore Vespasianvs. È morto da tempo, il grande generale; e non ha potuto vedere l’opera compiuta. Il figlio Titvs l’ha inaugurato anni fa, ma è stato l’altro figlio, Domitianvs, a terminarlo e a costruire il Ludus Magnus proprio di fronte; palestra dei gladiatori imperiali e carcere dei damnati ad ludos, i condannati a morte nell’arena che attendono il loro turno nei giochi. Fino a poche ore fa ero li, poi tramite un tunnel che collega sottoterra il ludus e l’arena sono stata portata dai miei carcerieri fin qui, in questa umida cella di pareti di tufo. Si sente odore acre di sudore, dalle celle

accanto giungono lamenti di ogni tipo, implorazioni, fetidi effluvi di chi non regge alla paura. Almeno nell’ultimo istante della propria esistenza tutti dovremmo avere più dignità e guardare con sprezzo negli occhi la morte. «Siediti Achillia, presto il nostro tempo verrà…» Una mano afferra un lembo del mio subligaculum e mi strattona dolcemente. Mi volto e nell’ombra appena scorgo il volto sporco di terra e sudore di Lidya, mia compagna nel ludus, mia compagna anche nell’ultimo viaggio della mia vita…

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i ludi roman i

dardo con tutta la mia forza. Per «Chiudo gli una ancora il pubblic volta Prendo il mioocchi. il mio massimo… gue il lancio, o seChi mi conosce segue e mi Ruoto. Giro. disco. da questo fulmine Lancio sempre lo segue di con un sa beIuppiter che ne…» grido cielo dello vola nel anche in terrae cado «Roma ha quindi stadio. Il mio giavello in te tto sforzo. Il disco nello il suo miglior atleta? ra solo un po’ attervola Gli dei staranno ridendi quello di più in là alto. Alto. Alto. Valerivs, Alto. Il do di cuore al pensiema molto pubbl ro!» dietro ico lo segue gli altri. Ippivs tutti attento Tutti gli altri , quasi muto» dono, atleti rimi pare che : «Non tu sento ti stia un fuoco impegnando bruciare dentro poi molto per di me. queste gare…» vincere bivs, forte Tocca adesso a Vib«Ti sbagli Ippivs, atleta veteran il campo di o. Osserva di me. Il giavello sto dando il meglio gara. vellotto. Prende Prende il suo giatto non è mai stato la rincors Corre forte. Scaglia in alto a. Corre. il giavel-

di Giorgio

Franchetti Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” Foto: Piero Lancialonga, di Roma Elaborazione grafica di Giulia Flamini Location: Parco della Cellulosa

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«La ricca Crep ereia e la schiava Lelia: Roma le divise in classi, riunirono nel loro si gioco»

Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Servizio fotografico: Franco Fabbro

i ludi romani

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iulia de l l a b as i l ic a sugli sc alini

GIOCO DELLE FOSSETTE

di tabulae Sono stati rinvenuti diversi tipi tabulae lusoriae per questo gioco. Queste disposte presentano a volte otto buchette di tre, in altri in fila una di cinque e l'altra dodici. Il casi arrivano ad averne anche scolpito sul campo da gioco spesso era

dei mercati Un raccon marmo della pavimentazione nella nostrato ambientatoe in altri luoghi pubblici. Non conoscendo ricostr che di una Domus uzionelo svolgimento del gioco s'ipotizza romana questo possa essere simile al gioco del

Il giocamulino (anche chiamato filetto). certore tentava d'ostacolare l'avversario palline cando di mettere in fila le proprie

la bambo della co la ncordi a

nelle fossette.

mia assenza. Inoltre voglio dei preparat raccontarti ivi paio d’anni e Filetus, e del per il tuo matrimonio con nessuno si era banchetto che di nulla. Durante mai accorto l’occasione… daremo per la notte, approfitt areare il locale, » del pesante mi calavo tra ando «Si padre…» sonno dei miei uscivo nel corridoio le botti e sgattaiolavo genitori, Ciò detto i genitori fuori dagli All’interno regnava , a quell’ora deserto. alloggiamenti della servitù, si voltarono per andarsen il buio quasi e fecero posti solo qualche e della villa, vicino fuori del perimetr chiarore giungeva totale, tratto rallentò e Crepereia li seguì. D’un o lucerne accese da poche trufolavo nella alle scuderie, e mi inqualche passo e li lasciò proseguire di va dai tendaggilungo il corridoio o filtraper voltarsi ro di pere che villa salendo da un albeche chiudeva verso di me sorridermi con coi stanze. Ma e no alcune il muro esterno. suoi rami oltrepassava durante la giornata lanciandomi la sua bambola in mano, Sfruttando la mi divertivo un’occhiata molto spesso Luna luce ad cammina della e carica di significa complice correndo la casaallenare la memoria perbordo del murovo per alcuni metri sul ti. Era chiaro a occhi chiusi messaggio: il suo e poi, sfruttand buio non mi «…ti aspetto e quindi il bero di fichi, dava alcun problem o un almio cubiculu stanotte nel salivo evitare di fare sul tetto m, come sempre a. Per vinaria, e poi so le ore di centro vieni verpiano sulle tegoledella cella scarpe e a piedi rumore mi toglievo le che metro e e non farti per qualnessuno, mi avevo biculum dove scalzi raggiungevo il curaccomando!» vedere da una delle tegole imparato anche che dormiva Creperei un’abitudine . Quella era lito lei dormiva che ormai avevamo a. Di sovo ben attenta era staccata perciò staad da un svegliarla piano e io stavo ben attenta cola apertura evitarla. Poi da una pica senza spaventa nel sottotett «Lelia … Sei rla. o, usata per tu vero? Ti ha no?» vista qualcu-

soutte queste tabernae stamattina ogni volno davvero invitanti. È così il Fota che mi sveglio e vado verso , che parro, percorrendo il Vicus Tuscus in mopane te dal Tevere. Oh quanto bel e nelle gerle stra quest’oggi sui tavoli lo stomaco. esposte. Che aroma. Smuove spesso faccio La mia destinazione, come Foro, precisala mattina, è proprio il Basilica si mente la Basilica Iulia. Nella e spesso tengono le sessioni giudiziarie ricerca di un qualche disgraziato è alla ho una lintestimone. E io per pochi assi, occhi che hangua molto molto lunga e non c’era! Sono visto anche quello che Tempio di Sano quasi arrivato. Ecco il e mi ritroveturno, mi basterà aggirarlo Basilica. rò da davanti gli scalini della suoi gradini Giro l’angolo, ed eccola, coi colonne di bianco marmo e le possenti che si lanciano verso il cielo. Quanto movimento stamattina. Sarà gras«Manilius, anche tu oggi qui? un asse… so che cola se oggi ci uscirà ricettacolo di Questo posto è diventato il e diventa tutti i disperati della Subura a cosa qualsempre più difficile portare che spicciolo!».

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la corsa delle bighe GIOCHI DELL’ANTICHI TÀ | 91

Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma

da anni. Per È la voce di Gaius, lo conosco stesso piano un po’ abbiamo vissuto allo qui, al 5° piadi un’insula non lontana da che l’inno, sempre all’erta e terrorizzati per colfuoco tero fabbricato prendesse incustodipa di qualche lucerna lasciata incendi gli ta da qualche stolto. A Roma dannazione! sono sempre più frequenti, non «Non dirmi che anche tu stamattina qui! Dannaavevi altro da fare che venire zione… Che aria tira?». depretore il Stamattina « Non ti so dire. so quali cause ve ancora arrivare e non bene». siano al ruolo… Speriamo lungo il Vicus «Passando davanti al pane stamattiTuscus momenti ci resto secco lupo…!». da na. Ho una fame

lapilli?». mo qualche partita a terni in piecaro ai leme l’uomo abbia fatto a mettere «Terni lapilli? Il gioco molto e inveVicus Lugaa metter«E lo so bene, io faccio il di simili pietre scolpite e poi gionari? Non conosco le regole trufSennò ci di codi rius, a ovest, per arrivare… pur di ci un tetto, un secondo ordine ce conosco bene la tua nomina che la svengo li davanti! Quasi quasi lonne e via dicendo. Sembra scesa omaggio fatore, Gaius!». sia il gioco è mangiare quel pane renderei mano di Iuppiter in persona divi«Ma quale truffatore! Qui si che quealla statua di quella strampalatacon il sediamoci ad aiutare gli architetti. Eh semplice… Vieni Manilius, di storia! Ci sono nità etrusca che sta all’angolo si era ste colonne ne hanno vista fa qui sugli scalini della Basilica. opera di IuVicus Tuscus da quando secoli tanto graffite nel Questa basilica sorse per già le tabulae dove giocare etrusca, prececomunità sulla la li a.C. 54 stabilita lius Caesar nel marmo». , fatta coda dare il nome alla via!». mostra nel dente Basilica Sempronia EtruSeguo Gaius e infatti mi non ave«Ma chi, Vertumnus? La divinità sache da Tiberius Sempronius Gracgraffiti struire alcuni pavimento fratelli triormai io sca? Ah guarda, io pur di mangiare cus, padre dei due famosi . vo mai notato, nonostante nel crificherei anche al Dio Mitra!» rispesso. Si buni della plebe Caius e Tiberius, venga alla Basilica molto e cerco di gioAlzo gli occhi verso il cielo 170 a.C. di una possono fare molti tipi diversi sono aspettiamo , ci paro dal Sole all’ombra fresca «Siediti Manilius, mentre chi: c’è la tabula latruncularia lapilsale vertigie segga sulla sua colonna. Una colonna che terni a praetor il arrivi giocare per che versioni varie Mi chiedo non faccianosamente verso il cielo. bella sella Curulis perché cosempre con grande ammirazione I GIOCHI DELL’ANTICHITÀ | 87

I GIOCHI DELL’ANTICHITÀ | 86

Giochi nell’antichità

i ludi romani

di Giorgio Franchetti

Presidente Ass. Culturale “S.P.Q.R.” di Roma Foto Pietro Lancialonga e Mario Rossetti (Nella foto i gladiatori della Storica Scuola di Gladiatura di Roma Ludus Magnus Location: Parco della cellulosa, Roma

i r c o m as s i mo n e l c u or e de l c

sede di Il Circo Massimo è ricordato come citgiochi sin dagli inizi della storia della il mitico tà: nella valle sarebbe avvenuto Di certo episodio del ratto delle Sabine. prosl'ampio spazio pianeggiante e la sua di navisimità all'approdo del Tevere via in cui gazione, ne fece lo spazio elettivo giochi e condurre attività sociali e anche dei gare. Nell'arena, si svolgevano le corse compivache quadrighe carri, con dodici tra no sette giri intorno alla spina centrale dele due mete. La spina era riccamente corata da statue, edicole e tempietti.

Per questo racconto ito abbiamo ricostru degli scorci di vita romana nella basilica iulia

Giochi nell’antichità

di Giorgio Franchetti

LE DODICI QUADRIGHE

TABULAE LUSORI AE

di Giorgio Franchetti

APPRO FONDI MENT

I E FONTI STORI

l 10 maggio 1889 durante i lavori di scavo per il Palazzo di icorderò sempre Piazza Cavour, nel Giustizia, nell’odierna il sorriso e sguardo pieno Tevere venne alla fango e nell’acqua del lo si vedendo che di luce il sarcofago la mia domina luce di Crepereia, siamo troppo pereia Tryphaena, di «Non ti preoccup amiche!» giovinetta nobile Creancora una schiava . A quell’epoca ero are, Lelia. Non sepolta insieme romana vederci né sentirci! che serviva nella al possono sa di Creperei deva una bambola suo corredo, che inclucaus si, non penseran Non si vedono da medi sua moglie Decimus Thriphaenus no certo a noi!». tura. Il sarcofago d’avorio di mirabile fate Domitia Longina rise con uno e in una villa . Vivevamo sguardo complice Mi sorbili tra il 150 e il lo scheletro sono datadove tipico di Creperei 170 e all’allevamento il dominus si dedicava a. Capii a cosa ironico, aveva il suo corredo, d.C. Anche la bambola dei cavalli. Io e sorrisi. alludeva, questa villa, chio e da un pettine,costituito da uno specdue anni dopo ero nata in «Bè, presto entrambi in osso. miei genitori Crepereia e anche tu aspetter pettinatura della i Posca e e Phidia porta bambola fa supporre La ai sulla della spettivamente tua si trattasse di che impiegati nella erano riletus, Creperei nuova casa tuo marito Fiun regalo per dei cavalli e custodia un prossimo matrimonio. La nelle «Umpf… Lelia!a…» bambola infatti dominus spessostanze della domina. Mi un’acconciatura presenta stuzzichi Il questa storia! sempre con nuziale come si l’esercito fornendo commerciava con Magari Roma, con sei usava a sposo! E tu scappere scappo e non me lo i cavalli e in trecce no, il 921 dalla fronte e si annodavan che partivano dalla sti con me?» fondazione di quell’an«Si, certo, ti d.C., n.d.a.), aveva Roma (168 immagin durante il rito della o sulla nuca. Inoltre concluso un il mondo! Ahahaha i io e te in giro per “confaerratio”, il fare visto che monio romano, matril’anno preceden ottimo afRideva sempre hah» il cerimoniale prevedeva ri (Longobardi, te la sposa bruciasse Osii e altri, n.d.a. i barbamolto insieme. Crepereia, ridevam la propria bambola che no invaso il o ) avevacrificandola a Venere. confine saca, lei ne avevaIo avevo 10 anni all’epoimperatori congiunt dal Danubio e i due Questo gesto simbo12, forse 13. leggiava il passaggio sposarsi e mettere i, Marcus Aurelius L’età per il figlio adottivo su famiglia. e all’età adulta. Il dall’età dei giochi devo sempre La prenfrettati a recarsiLucius Verus, si erano afcorredo in comprendeva anche di Crepereia matrimonio… giro con questa cosa del trastare l’invasiona Carnuntum per condei Filetus monili il suo futuro e su un anello era inciso e. Servivan era un giovane sposo la cavalleria il nome “Filetus” e il dominus o cavalli per probabilmente il , solo e soltanto di 15 anni che bramava tornò alla fine dell’inverno suo che Roma era Esistevano all’epocapromesso sposo. lis, tra un paio di indossare la toga viriprimi tepori anche bambole primaverili, già calda dei in terracotta, in galato un anellod’anni. Però le aveva reportando un galo alla mia legno, con il suo nome regiovane domina te, per i meno abbienti,e naturalmensuggello del sopra, a ne dell’estate , che alla fisuo in impegno stoffa. si Per gli amanti della . «Guarda cosa Si trattava di sarebbe dovuta sposare. superstizione c’è mi ha portato una da annotare che il dal suo viaggio!» mio padre gliosa bambola bambola, una meraviritrovamento di Crepereia avvenne di avorio che Mi mostrò un acquistò nell’acca il 10 il dominus oggetto avvolto do durante il quale, maggio, periompamento dei cio di cuoio scuro in un astucdi Carnuntum soldati che mi lasciò ma, si celebravan nell’antica Rorole. Era una senza paAlessandria. da un mercante egizio di o piccola La festività dedicate le “Lemuralia”, ti che si potevano scultura, con gli aril regalo per bambola doveva essere ai muovere, bianchis Crepereia in ri”, che si riteneva, morti, i “lemuma, bellissim matrimonio, vista del suo siin quei giorni, a. e infatti aveva niente di simile Non avevo mai visto tornassero in vita. conciata come la chioma acQuesta cein vita mia. estasiata da lebrazione si può se: sei trecce in uso a Roma per le spoquella visione Ero ancora dire no i genitori che entraroca quanto Roma, anticorrendo lungopartivano dalla fronte e io tornai e visto di colpo a farmi seria e scura che, secondo la sulla nuca. Vennela testa si annodavano in tradizione te sua ritrasse volto. Crepereia da parromana, la istituì sa come sempre, da me correndo, gioioquella mattina l’oggetto. La la mano e mise via quelRomolo per placarelo stesso mavera… società era di pril’anima del fratello defunto. divisa rigidamente in classi «Lelia! Lelia ! Dove sei?» vedeva che il pater Il rituale pretevano certo e i ricchi patrizi non po«Sono familias mischiar qui gettasse domina alle sue spalle si con anche se la alcune «Umpf… E smettila…» nostra famiglia gli schiavi, numero simbolico fave nere per il pendenze del era alle dina”, i miei genitori di chiamarmi “dominostro formule propiziator di nove, recitando famiglia da generazi dominus e delle sua sono in giro campagne e ie. per le oni. non «Vieni Creperei «Si ma ho paura possono vederci!» che possano voglio che mi a… Non ti vedo da mesi arrabbiare racconti e cosa hai imparato che cosa hai fatto dal tuo precetto re in

i ludi romani

CUR ME FUGIS?

Giochi nell’antichit à

mi a polvere mi riempie la gola, secca la lingua, il palato. Il rumore che assordante di 250.000 romani le orecurlano, fanno il tifo, mi sconvolge che chie. Ma è proprio per tutto questo a volta, metto in pericolo la mia vita ogni milioni di ogni corsa. Non certo per i due mi ha sesterzi che l’imperatore Caligola alle corse. promesso come dono di addio fialla fino percorso già Quante volte ho ho rene i 7 giri del campo. Quante volte li ho spirato il sudore dei miei cavalli, ginei sentiti nitrire, sbuffare, scalciare, Quante ri dell’ellisse del Circo Massimo. statue e volte ho girato intorno a quelle sulla quegli obelischi posti nel centro, vedrò spina. Oggi, ancora una volta, legno del aprirsi dinnanzi a me la porta di coi colori carcer dal quale uscirò, oggi a me, della primavera, il verde. Accanto le 12 cartutto intorno alla pista, ci sono cielo, da ceres, come i segni zodiacali del oltre alcui usciranno le 4 fazioni in gara: per la mia, la rossa per l’estate, l’azzurra Chisl’autunno e la bianca per l’inverno. contro sà se qualcuno avrà scommesso campiodi me, stavolta. In fondo sono un ne e scommettere contro può significare

L

Rapidus, protagonista della storia un gladiatore retiarius realmente di queste pagine, è sua epigrafe che ci racconta vissuto. Esiste una la come descritta nell’articolo. sua intera vita così Molti questa storia e la raccontano. libri riprendono E veramente morì nell’arena di Spalato così come nel racconto di fantasia dell’articolo, sulla sua lapide si legge infatti “…in medicina decessit”. Così assolutamente un personaggio come anche è storico il secutor Urbicus e anche questa volta conosciamo tutti i dettagli della sua vita attraverso una commovente epigrafe (vedi immagine) fatta fare dalla morte, e attualmente esposta moglie dopo la sua nella collezione civica di Milano. Il gioco del ponte era storicamente effettivamente una variante del combattimento del retiarius e in questo gioco nell’antichità, proprio come raccontato nella storia di fantasia combattente con rete e tridente dell’articolo, il era opposto a un secutor e a un murmillo. La frase “cur me fugis, Galle?” che da il titolo alla storia e che viene pronunciata dal retiarius quando combattimento è effettivamente il murmillo evita il ripresa da un episodio raccontato da Festo, autore del proprio a murmillo che rifuggiva II secolo; riferita il retiarius.

U O M I N I N E L L’ ARENA

IL GLADIATORE Il gladiatore era un lottatore della Roma antica. Il nome deriva dal gladio, una piccola spada corta usata molto spesso nei combattimenti. Erano considerati dei veri e propri eroi nazionali all'inizio degli schiavi riportati dalle conquiste imperialistiche, poi entrarono criminali e infine uomini liberi dopo l’affrancamento. Il primo spettacolo si svolse nel 264 a.C. Nel 105 a.C. i giochi divennero pubblici.

rischiare buttare al vento pochi assi ma non sadi vincere una fortuna, se la Dea rà dalla mia parte oggi… posto «Pronti… L’imperatore ha preso sventonel palco imperiale e stanno per il via alla lare il panno bianco che darà corsa! Euticus, tienti pronto!». La «Sono sempre pronto…», rispondo. le forza con stringere a tensione mi porta Felix, redini dei miei 4 cavalli: Amorinus, da molte Pegasus e Audax. Sono con me posso gare, li conosco perfettamente, Conoaddirittura dire che li percepisco. che il loro sco a memoria ogni segnale muscoli corpo mi manda e chiamo i loro la per nome, quando servono, durante capire sugara. E anche loro sembrano

terra battuta dedicato all’allenamento vero e proprio per la lotta. Io torno a voltarmi verso le colline di Eretria che vanno verso il mare, puntellate di ulivi lungo un tessuto di campi di grano. Appoggio la testa all’ulivo dietro di me, che mi ripara con le sue ampie fronde dal Sole battente, e fisso ancora un po’ il mare. Se chiudo appena gli occhi trovo un po’ di pace ai miei pensieri. Tra poco più di due settimane ci sono le Olimpiadi, presso il santuario di Zeus; e mi piange il

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di Giorgio Franchetti

i ludi romani

manie di grandezza di Aristagora da rendersi inviso al potere… Mia madre era morta qualche anno dopo il nostro ritorno ad Eretria, io ero ormai cresciuto abbastanza da cominciare il lavoro di fabbro. «Capire cosa c’è in quella tua testa, Aristides, questo vorrei… Bè, io torno ad allenarmi, altrimenti davvero Eleutherios ci scorticherà… Ma senza di te non posso provare il combattimento, il pankration (pancrazio) si combatte in due Aristides, lo sai bene. Perciò cerca di uscire dai tuoi pensieri e torna nel gymnasion… » . «Non ti preoccupare Petros, rubo ancora due minuti per guardare il mare e poi vengo… Vai avanti e se vedi Eleutherios non gli dire dove sono, mi raccomando!». Il mio compagno si allontana, lo vedo superare il circuito per la corsa, il drômos, dove alcuni atleti stanno parlottando all’ombra della statua di Hermes, loro protettore. Petros passa il peristilio ed entra nel cortile in

vincerò bito le mie intenzioni. Se oggi la ricompensa promessa dall’imperail tore anche loro potranno godersi meritato riposo… vol«Via…!!» giunge la voce che tante te ho già sentito. spalanLe porte in legno del carcer si mi accano, il Sole forte davanti a me ceca, mi rende impossibile guardare avanti. Ma la strada ormai la conosco Do forbene e così anche i miei cavalli. e te una serie di frustate con le briglie ormai la biga sulla quale sono in piedi avanti. da un pezzo ha un sussulto in Questo è il momento più difficile, le quando la biga sobbalza in avanti, deruote cominciano a girare e il tutto

ruote ve trovare una sua stabilità. Le forti e mangiano la terra su cui girano complirestare in equilibrio è davvero decato. Una volta percorse le prime e il cine di metri poi tutto si stabilizza curpericolo ogni volta giunge a ogni dove va, non sulle parti di rettilineo, quello invece bisogna stare attenti a che fanno gli altri auriga. luce Quando gli occhi si abituano alla potente di fronte a me si erge maestofiso il più grande stadio mai costruito contenere di capace nora dall’uomo, di 250.000 romani e c’è chi dice anche più. Il colpo d’occhio è impressionanvolti, te, colori di ogni genere, vesti, unico di tutto si fonde in un paesaggio

12 bimiriadi di occhi che scrutano le prima ghe in gara. Eccomi passare la lontani, curva. I miei concorrenti sono agevolposso tirare le briglie e girare la mente. La terra si alza di lato, svolto a curva, do di redini e i cavalli tornano circo. sgroppare furiosi sulla terra del a me Intravedo nella polvere di fronte cori colori dell’inverno, che stanno in gran rendo forte. Marcianus oggi è torcere. giornata e mi darà del filo da impePasso proprio ora sotto il palco la corriale. Caligola è seduto e segue un mio sa, come sempre. So che è avrò il grande estimatore e se vincerò del suo regalo. Mi saluta con un gesto saluto braccio, è un onore ricevere il

Dalla villa Romana di Nennings, combattimento fra retiarius e Germania, secutor di fronte all'arbitro, summa rudis

l Sole era alto sopra gli spalti dell’arena di Salonae Palatium na Spalato, Croazia), quando, (odierl’editor annunciò il mio nome…

I

«Quest’oggi il combattimento centrale sarà il famoso gioco del pons (ponte); che tanto successo ha ottenuto in altre arene sparse per l’Impero, Roma ad Arelate (odierna da Capua a Arles), lungo il Rodano…». Il gioco del ponte? Avevo sentito dire di questo particolare combattimento ma non l’ho mai affrontato prima né vi ho mai assistito. Cosa dunque mi aspetta, una volta che questo possente portone in legno si sarà aperto? «Nel gioco del pons si affronteranno un murmillo, o gallico, e un secutor, contro un retiarius molto famoso, che giunge qui dopo una carriera di gloria e vittorie, cominciata nel ludus di Aquileia, e continuata con combattimenti nelle arene di Novum Comum (Como) e Bellunum (Belluno)… Il suo nome è Rapidus!» Le porte di legno si spalancano e vengo accecato dalla lama di luce intensa

Dalmatia, J. J. Wilkes; DAS ANTIKE ROM, Alexander Nikopou; etc.. Gladiatori - I dannati dello spettacolo, F. Paolucci, pag.103 Festo, p.285, 10

che penetra nella mia testa. Rapidus… Questo il nome impostomi dal lanista del ludus di Aquileia, sono nato e dove ho cominciato dove a fare i primi passi di questo mestiere. Fu Olconius a scegliere questo nome, per via della mia rapidità ad alternare gli attacchi con la rete e gli affondi con il tridente… Quasi dimentico il mio vero nome: Cecilius… Non fu una scelta diventare gladiatore, ma una necessità per vivere. La mia famiglia era poverissima e mio padre campava tutti noi alla giornata, facendo lavoretti di muratura, di carpenteria… Mio fratello se ne andò di casa presto, in cerca di fortuna altrove, verso la Gallia, non dette mai più noti-

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zie di se. Si diceva che fosse diventapletamente liscio, come to gladiatore e io crebbi un uovo di con l’idea di che per molto tempo sono faggiano… E la rete fare come lui, come stati chiaogni volta che il mio fratello mati proprio “gallici”… viene lanciata non riesce maggiore, Crissus… ad cattuIl gallo nonostante il suo rarlo, non ha appigli e Mentre pensavo alla curriculum scivola via… Il mia infanzia di combattimenti sembra mio nemico più temibile. avevo di fronte a me la esitare, è struttura che timoroso. Cosa c’è che Urbicus si fa avanti, saluta avrebbe ospitato il nostro lo turba? E’ la folla, si combattiforse malato? dispone accanto a me, mento. Era una piattaforma davanti il palrettan«Si dia inizio al combattimento co dell’editor del giochi, golare di legno, rialzata !» UrMarcus Vipda terra di la l’editor e lascia cadere pius… circa 5 piedi (quasi 1,5 metri)… che da il via allo scontro… il drappo «E che entri l’altro gladiatore «Opposti a Rapidus in del gioquesto gioco Salgo sui gradini di co… Viene dalla Gallia, del pons ci saranno: legno è un famoso un gladiatore conducono al piano rialzato, che mi e valoroso gladiatore che giovane ma già famoso, si è esibito viene vantaggiato perché il mio sono avmolte volte nell’arena di rentia… Un secutor, Urbicus!»da FloarmamenArelate, tanto non prevede nessun to da diventare quasi Da una porta in legno elmo e quinuna legenda: esce di non ho impedimenti Talos, murmillo!» acerrimo nemico di sempre, il mio alla visuale. il glaSalendo le scale il gallo Un gallo dunque… Che diatore secutor… Il suo mi combatte elmo è comda dietro il suo elmo: «Ho sussurra nella classe di gladiatori, sentito che i murmilli, sei originario di Aquileia… E’ vero?»

Giochi nell’antichità

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so, mi volto e sugli spalti attraverso la mia maschera vedo bene il governatore. Se ne sta li a ridacchiare e scherzare col mio legato. Speriamo non stiano parlando della mia domanda di trasferimento! Raggiungo il mio schieramento. All’inizio noi dovremo difenderci. È sempre questo il copione. Ci dividiamo in due gruppi, già decisi il giorno precedente e alternativamente uno attacca l’altro difendo, poi ci scambiamo i ruoli. Il mio gruppo di difesa prevede due

cavalieri di fronte al nostro schieramento. Il gioco è sempre quello: i due cavalieri isolati hanno il compito di attrarre l’attenzione di chi attacca e devono dimostrare la loro bravura nel ripararsi dietro lo scudo dagli attacchi dell’altro gruppo, noi che siamo dietro di loro dobbiamo fare delle veloci sortite per cercare di colpire quelli che vengono ad attaccarli e poi dobbiamo subito rientrare nei ranghi. Qui si dimostra la propria bravura di soldato a cavallo! Ecco che arriva il primo assalto! L’alI GIOCHI DELL’ANTICHITÀ | 88

tro gruppo parte alla carica ma poi devia lateralmente verso la nostra destra e solo quattro cavalieri continuano la loro corsa verso i nostri due isolati. Questi vedono arrivare le lance nemiche e si riparano dietro i loro scudi ovali. Una lancia va a vuoto, l’altra colpisce il cavallo, due contro gli scudi. Lo schieramento ha retto senza danni… Ora tocca a noi cercare di colpire i nemici mentre sono di spalle e tornano nel loro schieramento disarmati. «Avanti, ora!». Al mio grido scattiamo in sei all’inse-

















La Croazia, avversaria nel girone dei prossimi Europei, è una delle poche nazionali con le quali l’Italia ha un saldo negativo: una vittoria risalente al 1942, poi 2 pareggi e 3 sconfitte

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RIFLETTORI SULLO SPORT Il personaggio del mese, il divo, l’uomo copertina: ogni numero alla ricerca delle star che anche grazie allo sport sono diventati le icone del momento...

STAR USCITA CINEMA: 4/11/2011 REGIA: Gavin O'Connor SCENEGGIATURA: Gavin O'Connor, Cliff Dorfman, Anthony Tambakis ATTORI: Joel Edgerton, Tom Hardy, Jennifer Morrison, Frank Grillo, Nick Nolte, Denzel Whitaker, Bryan Callen, Kevin Christy, Sam Sheridan

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NEWS La prima Coppa Italia al Palazzetto dello Sport Dalla collaborazione tra Roma Capitale, la Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts e la distribuzione per l’Italia del film “Warrior”, la M2 Pictures, si è svolto al Palazzetto dello Sport il Torneo di MMA denominato “Trofeo Warrior” proprio dall’omonimo film con Tom Hardy, Joel Edgerton e Nick Nolte ambientata nel mondo delle Mixed Martial Arts americane valevole anche come 1ª Coppa Italia della Federazione. Tanti gli sportivi alla prima del film, al cinema Moderno.

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NEWS NEWS | 104

















I fratelli Boateng vivono un rapporto personale non facile: stesso padre (ghanese), madri diverse. Uno ha scelto la nazionale del Ghana e gioca con il Milan, l’altro quella tedesca e milita nel Bayern Monaco

A CURA DELL’UNIONE ITALIANA COLLEZIONISTI OLIMPICI E SPORTIVI

F I L AT E L I A E D I N T O R N I di Pasquale Polo

V U O I V E D E R E P U B B L I C A T O I L T U O M A T E R I A L E D ’ E P O C A ? S C R I V I C I A R E D A Z I O N E @ S P Q R S P O R T. I T

R Il circuito ciclistico delle Terme di Caracalla che negli anni 50/60 ha visto sfrecciare, nei larghi viali attorno alle mura aureliane, tutti i più grandi campioni del pedale al rullo di potenti motociclette. L’originale idea di far disputare una corsa a tappe per professionisti con la formula mista, ogni tappa si disputava per metà individualmente, mentre la parte finale veniva disputata al rullo di allenatori su delle motociclette (Moto-Guzzi e Gilera), venne realizzata dal giornale “Il Tempo” e successivamente dal “Corriere dello Sport”. La corsa denominata “Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni”, prese il posto della “Roma-NapoliRoma” che si disputò dal 1902 al 1934. Nell’albo d’oro troviamo tutti i più grandi campioni del dopoguerra, Robic (1950), Kubler (1951), Magni (1952/53), il laziale Monti (1954/55), Ockers (1956), Wagtmans (1957), Hoevenaers (1958), Bobet (1959/60) e Graczyk (1961), manca Fausto Coppi, che mal sopportava il rullo delle motociclette, che arrivò per due volte secondo, nel 1950 e nel 1954 e una volta terzo nel 1955. Al seguito di questa corsa, le Poste Italiane portarono un pullman adibito ad Ufficio Postale, che per commemorare le varie tappe utilizzava delle targhette postali speciali che venivano impresse su tutta la corrispondenza che veniva impostata.

Il Circuito delle Terme di Caracalla

La rubrica che racconta i grandi eventi sportivi e i luoghi che hanno fatto la storia dello sport attraverso il materiale dei collezionisti

1958 - Cartolina con l'annullo di Mandello Lario utilizzato per commemorare la partenza per Roma delle Moto Guzzi partecipanti al Gran Premio Ciclomotoristico delle Nazioni

1959 targhetta speciale per la X edizione del Gran premio ciclomotoristico delle Nazioni Tappa Roma-Napoli

1956 - Cartolina del VII Gran Premio ciclomotoristico delle Nazioni

1995 - Annullo speciale dell'Ufficio postale distaccato presso il Gran Premio della Liberazione 1955 - targhetta speciale per la VII edizione del Gran premio ciclomotoristico delle Nazioni Tappa Aprilia-Roma

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NEWS NEWS | 120












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