INspiegabile

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Alessandro Traina



Spaziotemporaneo Milano

INspiegabile

testo

Francesco Tedeschi

Alessandro Traina



Permanenza e permutabilità dello spazio Lavorando su forme di azione e su strutture visive che si definiscono solidamente volta per volta in modo autonomo, Alessandro Traina è andato da una serie all’altra ripetendo alcuni motivi di base, che si rinnovano però ogni volta con caratteri diversi. L’autore delle figure geometriche decostruite che costituiscono il gruppo aperto degli attuali “Inspiegabili” è lo stesso che nei primi anni Novanta sembrava prendere una direzione immateriale e concettuale nelle forme che parevano volere avanzare un’altra, ennesima, sfida al concetto di quadro, con le superfici eseguite a frottage e trattenute da elementi che le incorniciavano o venivano variate dalle calamite, dei primi anni Novanta? Quanto e cosa è cambiato da allora, e dai momenti che precedevano o hanno seguito quella fase della sua esperienza? In un certo senso, la maturazione in lui avvenuta è frutto del bisogno di mantenere fedeltà a una linea data, che si esplica nel silenzio e nell’impercettibilità di un fare che si vuole più mentale che materiale, ma che ha bisogno di aderire a una concretezza di fatto, quella della manualità di operazioni che si estrinsecano in gesti ponderati, limitati, studiati e sperimentati nelle loro diverse possibilità di manifestazione, prima di essere abbandonate, o almeno accantonate, per passare ad altre, che possono raggiungere una maggiore o diversa efficacia, dopo una fase di necessaria sperimentazione. Questa fedeltà a se stesso all’interno del bisogno di modificare l’oggetto della sua attenzione, questo suo modo di pensare l’opera come una via per dare voce e immagine al continuo dialogo tra forma e non-forma, tra persistenza e variabilità, tra assolutezza e relatività, tra costruzione e decostruzione, è messa alla prova in ogni gruppo di lavori da segni di maggiore coraggio, da un’ulteriore originalità e forza di rappresentazione. Come è proprio di autori con una ricerca mirata, che pare scaturire da ragioni interne quasi predeterminate, che trovano una consequenzialità in un fondo di naturalezza, si potrebbe anzi pensare che il suo modo di operare sia simile a quello del saltatore in alto, che deve sollevare progressivamente l’asticella di qualche centimetro, per vedere fino a dove può arrivare. Sappiamo bene che in una disciplina come quella, del resto, come in molti casi della vita, non è sufficiente saltare “più in alto”, ma occorre studiare i movimenti per ottenere, modificando i passaggi e le “torsioni”, un risultato migliore. Si tratta di creare un connubio tra energia e stile, con la necessità di unire le qualità fisiche con quelle dell’ingegno. Caratteri che ben corrispondono alle aspirazioni che si possono riconoscere nel lavoro di Traina in una prospettiva storica, all’interno della sua storia di artista, riflettendo sul


senso di leggerezza da lui ricercato originariamente con le carte e le plastiche incorniciate, spezzate, trattenute da calamite che generano una momentanea, istantanea stabilità in un fluido muoversi, che è del tempo e delle forme. E anche agli accartocciamenti, alle tensioni fisiche, alle “torsioni” che hanno successivamente introdotto altri mutamenti, spesso all’insegna di un convergere verso l’interno, l’interiorità, come è in molti suoi lavori degli ultimi anni, soprattutto quelli a parete, compiuti in forma prevalentemente pittorica, per giungere a una nuova espansione, a una distensione, come potrebbe essere quella dei lavori attuali. Quella leggerezza e quella torsione trovano una nuova sintesi in questa recente serie di opere inscritte all’interno della categoria dell’“in-spiegabilità”, come ha efficacemente indicato l’artista stesso, scegliendo questo gioco di parole per parlare della forma, del procedimento e del probabile esito estetico, di una intuizione che deve mantenere un grado di imponderabilità, al di là di qualsiasi intento progettuale predefinito. Effettivamente, questi lavori richiamano certe proposte dell’area “neo-costruttiva”, nella quale si possono riconoscere alcuni artisti cresciuti fra gli anni Sessanta e Settanta alla luce delle esperienze di una ricerca formale di analogie fra arte e architettura nella prospettiva di un intervento sullo spazio nella sua natura di campo percettivo. Diversamente da quelle, le soluzioni proposte ora da Traina, che pure risentono della derivazione da un punto di partenza pienamente individuabile, di una forma geometrica che in filigrana traspare come motivo originario di una espansione nello spazio in cui le segmentazioni dei suoi lavori producono nuove tensioni dinamiche, non vogliono concludersi all’interno del percorso prevalentemente formale dal quale scaturiscono, ma intendono riprendere, in modo diverso, il tema centrale del suo specifico operare, quello di una istantaneità di posizione che contiene i suoi precedenti, i passaggi che l’hanno generata, e fa della leggerezza di spazi che si librano nel vuoto il momento in cui rapprendere le possibilità che ogni elemento può o poteva generare. Quella, quella sola è data, ma mentalmente ci è richiesto di immaginarne altre possibili, di completarla con le altre fasi del lavoro, con le figure potenziali cui il singolo lavoro, anche nella sua necessaria articolazione in più parti, dà vita. Le torsioni, allora, possono essere nuove soluzioni per quelle tensioni minimali che si annunciavano nelle sue sculture in ferro della fine degli anni Ottanta-primi anni Novanta, con le quali si può riconoscere ancora qualche analogia nei lavori di oggi, per verificare il percorso da lui compiuto, la sua esigenza di salire più in alto, ma con uno stile che ha raggiunto altri gradi di complicazione e, nello stesso tempo, di essenzialità.

Francesco Tedeschi


Permanence and interchangeability of space Working on moving shapes and on visual structures, which are solidly shaped from time after time autonomously, Alessandro Traina has moved from work to work repeating core motifs, but renewing them each time with different characteristics. Is the author of the dismantled geometric shapes, which constitute the open group of the current “In-explicable”, the same of the beginning of the nineties, who seemed to take an incorporeal and conceptual direction of the shapes, which looked as they wanted to bring forward another, umpteenth, challenge to the concept of picture, with the surfaces carried out in frottage and kept together with framing elements or with magnet variations? How much and what has changed from that time, and from the period preceding and following that phase of his experience? In a way, this development process stems from his need to maintain faith to a pre-set course, which is expressed in a quiet and imperceptible mental action, more than material, which needs to adhere to a factual concreteness, the manual action of mixing though over and limited gestures, studied and experimented in their various forms of expression, before abandoning them, or at least, put aside, to move forward to other shapes, which, after an essential experimental phase, can reach a different or stronger effectiveness. This loyalty to himself, that is shown by the need to modify the object of his attention and by his way to think that a work of art is a way to give a voice and an image to the continuous dialogue between shape and non-shape, between persistence and changeableness, absoluteness and relativity, construction and dismantle, is put to the test in every sets of works, where signs are given of increased courage, further originality and strength of representation. As it is peculiar of authors with a targeted research, which stems from almost pre-determined internal motivations, which find a consequential line in a natural background, one might even think that his modus operandi is similar to that of a high jump athlete, who progressively raises the mark of few centimetres, to test how higher he can jump. On the other hand, we all know too well that in that discipline, like in other spheres of life, it is not sufficient to try to jump “higher”, but a study of the movements is needed, modifying the passages and the “twists” to obtain a better result. It is a matter of creating a bond between energy and style, with the need to link the physical qualities with that of the ingenuity. Traits that match the inspirations of Traina are positioned in a historical perspective, in the contest of his story as an artist, pondering on the sense of fickleness


that he originally looked for by way of framed broken pieces of paper and plastic, kept up by magnets that generates a temporary, immediate stability in a fluid movement peculiar of time and shapes. Also the rolling up of paper, the physical tensions, the “twists” that later have introduced other changes, are often aimed to convey towards the internal, the inner part, as in many of his works in the last few years, especially those on the wall, performed in a prevailing pictorial shape, to reach a new expansion, to a stretching, it is likely to be also that of current works. That fickleness and that twist find a new synthesis in this recent set of art works inscribed within the category of the “In-explicable” and how the artist himself has effectively suggested, he has chosen this playing on words to talk about the shape, of its course and possible aesthetic outcome, of an intuition that must maintain a degree of imponderability, beyond any conjectural pre-determined intent. Actually, these works recall certain proposal of the “neo-constructive” zone, in which one can recognise some of the artists of the sixties and seventies who grew at the light of the experience of a formal research by analogy with art and architecture in the perspective of an intervention on space in its perceptive field nature. Contrary to those mentioned, the solutions that are now put forward by Traina, although they feel the effect of their derivation from a wholly individual starting point, of a geometrical shape in filigree that shows through, like the initial motif of an expansion in space, in which the segmentations of his works produce new dynamic tensions, that do not want to end up in the contest of a prevailing formal process from which they stem, but they want to pick up again, albeit in a different manner, the core theme of his own modus operandi, that of an immediate action of positioning which is contained in his previous work, the steps that generated it, and gets the fickleness of spaces suspended in emptiness as the moment in which to clot all the possibilities that each element can or could generate. Although only that one is given, we are requested to imagine in our mind all other that are possible, to complete it with other stages of the work, with the potential figures with which the single work, albeit in its necessary articulation in various parts, generates. The twists, then, could become new solutions for those minimal tensions announced in his iron sculptures towards the end of the eighties-beginning nineties, with which it is still possible to recognise an analogy with today’s’ works, to verify the accomplished course, his demand to climb higher, but with a style that has reached another degree of complexity and, at the same time, of essentiality.

Francesco Tedeschi


IN/3

2008

cm. 104 x 104 x 15



IN/4

2009

cm. 200 x 203 x 34


IN/2

2008

cm. 90 x 82 x 20


IN/2

2008

cm. 90 x 110 x 17


IN/2

2009

cm. 171 x 120 x 31



IN/2

2008

cm. 68 x 200 x 19


IN/3

2008

cm. 84 x 156 x 19


IN/2

2008

cm. 129 x 73 x 27




IN/2

2009

cm. 161 x 200 x 25


IN/3

2008

cm. 100 x 148 x 20


IN/2

2008

cm. 104 x 148 x 25


IN/2

2009

cm. 245 x 182 x 34



IN/3

2008

cm. 77 x 90 x 20


IN/2

2008

cm. 105 x 76 x 23


IN/3

2009

cm. 50 x 50 x 3

IN/2

2009

cm. 50 x 50 x 3


IN/4

2009

cm. 50 x 50 x 3

IN/4

2009

cm. 50 x 50 x 3


Alessandro Traina San Vincenzo (LI) 1957 Vive e lavora a Milano

Esposizioni personali

1987 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1996 1997 1998 2001 2003 2006 2007 2008 2009 2010

galleria Fac Simile, Milano Indicazioni, galleria Fac Simile, Milano (presentazione di Manuela Gandini) galleria Neon, Bologna galleria Unimedia, Genova Fatto di tempo, galleria Fuxia Art, Verona Successione discreta, galleria Piero Cavellini, Milano Disturbi, galleria Neon, Bologna Juliet’s Room, Trieste galleria Eralov, Roma Espace M.P. Manchon, Parigi (F) Attenzioni preziose, galleria Diecidue Arte, Milano Studio Noacco, Chieri (TO) galleria Helen de Roquefeuil, Parigi (F) Prendere tempo, galleria Halskratz, Mannheim (D) Cronoestesia, galleria Erha, Milano Studio Vanna Casati, Bergamo (presentazione di Francesco Tedeschi) Galleria F(actory), Giessen (D) Forma bianca, galleria Attia Bousbaa, Parigi (F) (presentazione di Chiara Guidi) galleria Angelo Falzone, Mannheim (D) Pezzi da museo, galleria Maria Cilena, Milano galleria Plurima, Udine Pezzi, galleria F, Bad Nauheim (D) Inchini, Andrea Pronto Arte Contemporanea, Crespano del Grappa (TV) Arte+ Arte Contemporanea, Varese Tempi vuoti, galleria Spaziotemporaneo, Milano dei Nastri, Spazio Cesare da Sesto, Sesto Calende (VA) 7 per 1, galleria Spaziotemporaneo, Milano Passaggi, Milly Pozzi Arte Contemporanea, Como Opere recenti, Brera 1 Arte Contemporanea, Corbetta (MI) INspiegabile, galleria Spaziotemporaneo, Milano


Principali esposizioni collettive

1986 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998

Neoromantici, galleria E. F. Grisanti, Milano (a cura di Manuela Gandini) 25 anni, galleria La Polena, Genova Premio Saatchi & Saatchi per giovani artisti, Palazzo delle Stelline, Milano (cat.) Fabbrica, ex fabbrica Mida, Brescia (a cura di Massimo Minini) (cat.) Il gioco delle arti, Palazzo della Triennale, Milano Giovane Arte Contemporanea, Castello di Sartirana (PV) (a cura di Elena Pontiggia) (cat.) Fine, Museo Alchimia, Milano Degli scambi, galleria Care Of, Cusano Milanino (MI) (cat.) Paraxo ‘90, Rocca di Andora (SV) (a cura di Elena Pontiggia) (cat.) 1970 -1990 Una collezione in scatole, galleria Unimedia, Genova La galleria si mostra, galleria Neon, Bologna Arie, Fonti del Clitunno (PG) (a cura di Achille Bonito Oliva) (cat.) Concorso Int. di Scultura per Fiumara d’Arte, S. Stefano di Camastra (ME) (a cura di A. Presti) Trattative con Euclide, galleria Spaziotemporaneo, Milano (a cura di Adriano Altamira) (cat.) Air de Paris, galleria Neon, Bologna Delle Pietre e Dell’Anima, San Pietro in Atrio, Como (a cura di Elena di Raddo) (cat.) 6 Artisti Italiani, galleria Halskratz, Mannheim (D) Luoghi in relazione, Palazzo del Seprio, Mozzate (CO) (a cura di Francesco Tedeschi) (cat.) Linguaggio/Immagine, Archivio di Nuova Scrittura, Milano (a cura di Adriano Altamira) (cat.) II Rassegna di Arte Contemporanea, Vecchio Mercato Coperto, Varzi (PV) (a cura di G. Gardelli) Premio ”Cesare Pavese”, ex chiesa di San Rocco, Carnago (VA) (a cura di R. Ferrario) (cat.) La scultura inesplorata, galleria Questarte, Pescara (a cura di Claudio Cerritelli) 5 easy pieces, galleria Attia Bousbaa, Parigi (F) Molto Diligenti Osservazioni, Galleria Civica di Gallarate (VA) (a cura di Emma Zanella ) (cat.) Imaginaria ‘94, La Rinascente Duomo, Milano (cat. con testo di Fernando De Filippi) Mirabilia II, galleria Piero Cavellini, Brescia L’ immagine luminosa, Torre Colombera, Gorla Maggiore (VA) (cat. con testo di Debora Ferrari) Equinozio d’autunno, Castello di Rivara (TO) (a cura di Franz Paludetto) Giovane Arte Contemporanea, Castello di Sartirana (PV) (a cura di C. Cerritelli, L. Somaini) (cat.) Oltre il disegno, galleria Maria Cilena, Milano (a cura di Chiara Guidi) Galeotto fu il libro, Il Mercato del Pesce, Sesto San Giovanni (MI) (cat. con testo di Lorella Giudici) Montaliana, Museo di Sant’Agostino, Genova (a cura di Ellequadro Documenti) Confronti con la Scultura, Auditorium San Fedele, Palazzolo (BS) (a cura di C.Cerritelli) (cat.) La congiunzione degli opposti, Atelier Modarte, Milano (a cura di Maria Campitelli) Previev, galleria Maria Cilena, Milano La scultura possibile, Circolo Artistico di Bologna, (a cura di Claudio Cerritelli) (cat.) Senza titolo, Galleria Civica Bedoli, Viadana (MN) (cat. in Coevit N°1) Generazioni a confronto, galleria Fioretto, Padova Nuove Contaminazioni ‘98, Gall. d’Arte Moderna, Udine (testi in cat. di F. Turchetto e E. Crispolti) Leonardesca, chiostro di San Francesco, Pietrasanta (LU) (a cura di Lodovico Gierut) Artisti di Milano, Casa della Cultura, Milano (a cura di Francesco Tedeschi)


1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Pseudomonas, Aron Arte Contemp., Gallarate (VA) (cat. con testi di R. Limonta e R. Borghi) Le libertà dell’arte, ex Palazzo Vescovile, Massa (a cura di Chiara Guidi) 20 anni del gruppo 78, Teatro Miela, Trieste (a cura di Maria Campitelli) (cat.) Supermarket dell’Arte, Spazio Bigli, Milano (a cura di J. Alcolea e C. Guidi) (cat.) Oro, Incenso e Mirra, galleria Fioretto, Padova 20 anni del gruppo 78, Spazio 111, Milano (a cura di Maria Campitelli) (cat.) Love-phone 2, Futurshow 3000, Fiera di Bologna (a cura di Laura Villani) (cat.) Mouse and Pad, Futurshow 3001, Fiera di Bologna (a cura di Laura Villani) (cat.) Il Condominio, rassegna Hicetnunc, San Vito al Tagliamento (PN) (a cura di A. Bertani) (cat.) Postarte Arte, Palazzo Calabresi, Viterbo (cat. con testi di E. Anselmi, M. Carriero, R. Stoppani) 6 Artisti Italiani, Centro Culturale Italiano, Pforzheim (D) (a cura di Giorgio Pandolfi) L’oggetto inesistente, Futurshow 3002, Fiera di Bologna (a cura di Laura Villani) (cat.) Contemporanea uno, galleria Plurima, Udine La via dell’arte, Museo Civico di Arte Contemporanea, Albisola (SV) (a cura di Paraxo) (cat.) 2nd Detroit International Video Festival 2003, Museo Mona, Detroit (USA) 25! en-plein, galleria Ellequadro Documenti, Genova Il Libro d’Arte, Museo di Palazzo Poggi, Bologna (a cura di Laura Villani) (cat.) Artisti per Fun, Studio Clocchiatti, Udine (cat. con testi di F. Giromini) Al caro Giorgio Gaber, Libreria Bocca, Milano (a cura di G. Lodetti e G. Ottaviani) (cat.) Segno e materia, Villa San Carlo Borromeo, Senago (MI) (a cura di Alessia Locatelli) (cat.) Indagini Neocostruttiviste 3, Libreria Bocca, Milano (a cura di Giacomo Lodetti) (cat.) MigraAzione, Studio 25, Milano (a cura di Pino Diecidue) (cat. con testi di Lorella Giudici) Artisti in cielo e in terra, Libreria Bocca, Milano (a cura di Giacomo Lodetti) (cat.) Acquisizioni 2006, Civico Museo “Parisi Valle”, Maccagno (VA) (a cura di Claudio Rizzi) (cat.) 30x30x30 autoritratti, Spazio Cesare da Sesto, Sesto Calende (VA) (cat. con testo di M. Galbiati) Contemporaneamente, Palazzo Ducale, Corbetta (MI) (a cura di Giorgio Pandolfi) (cat.) Il colore dello spirito, Collegio Cairoli, Pavia (a cura di M. Fraccaro, cat. con testo di F. Parachini) Premio Donato Frisia, Palazzo Prinetti, Merate (LC) (cat.) Metafore della memoria, Museo Civico “Parisi Valle”, Maccagno (VA) (a cura di C. Rizzi) (cat.) Spazio come materia, galleria Milly Pozzi Arte Contemporanea, Como (a cura di Roberto Borghi) Metafore della memoria, Spazio Guicciardini, Milano (a cura di Claudio Rizzi) (cat.) BAU 4 + 5, galleria Claus Semerak, Monaco (D) Wunderkammer, galleria Milly Pozzi Arte Contemporanea, Como (a cura di Simone Frangi) 6 nel Castello, Castello di Lierna (LC) (cat. con testo di Matteo Galbiati) Luoghi dell’Utopia, Villa Borbone, Viareggio (LU) (a cura dell’Associazione Culturale BAU) (cat.) Delirica, Neo Geo Arte, Milano (cat. con testo di Roberto Borghi) Mecenati da Collezione, Acquisizioni 2001 - 2008, Galleria d’Arte Moderna, Udine Suggestioni, Museo Civico “Parisi Valle”, Maccagno (VA) (a cura di Claudio Rizzi) (cat.) L’opera condivisa, MXM Arte, Pietrasanta (LU) (a cura di Maria Mancini) Preziosi e carte, Leo Galleries, Monza (a cura di Matteo Galbiati e Valeria Mosca) Facciamo finta il gioco di Alice, Maffei Arte Contemporanea, Viareggio (LU) (a cura di BAU) (cat.) Arte per Arte Dente per Dente, SpazioCrispiTre, Milano (a cura di G. Gabelli e F. A. Miglietti) (cat.) Artisti per la Salute, galleria Derbilyus, Milano (a cura di Marco Maiocchi) (cat.)


Cataloghi monografici

1989 Claudio Cerritelli, L’oggetto della superficie galleria Neon, Bologna 1991

Maria Campitelli, Le macchine Ferma-il-tempo Pierandrea Casati, Del caso Del tempo Elena Pontiggia, Il contrasto e il tempo gallerie: Diecidue Arte, Milano - Fine Arts Room, Trieste - Fuxia Art, Verona Neon, Bologna - Studio Noacco, Chieri (TO) - Unimedia, Genova Edizioni Essegi, Ravenna

1993 Marco Meneguzzo Cronoestesia galleria Erha, Milano 1997 Chiara Guidi, La Carta della scultura Angela Madesani, Pezzi gallerie: Maria Cilena, Milano - Plurima, Udine 2001 Opere 1998 - 2000 gallerie: Arte+ Arte Contemporanea, Varese Andrea Pronto Arte Contemporanea, Crespano del Grappa (TV) 2003 Angela Madesani, Immagini immaginarie. Il percorso artistico di Alessandro Traina Tempi vuoti galleria Spaziotemporaneo, Milano 2006 Lorella Giudici, Il nastro della vita dei Nastri Spazio Cesare da Sesto, Sesto Calende (VA) 2007 Marco Meneguzzo, Ricostruire 7 per 1 galleria Spaziotemporaneo, Milano 2008 Luigi Cavadini, Passaggi. Per andare oltre la materia Passaggi Milly Pozzi Arte Contemporanea, Como 2010 Francesco Tedeschi, Permanenza e permutabilitĂ dello spazio INspiegabile galleria Spaziotemporaneo, Milano


Tutte le opere sono in acciaio ricoperto di garza dipinta, escluse le ultime quattro che sono eseguite con cartoncino e acrilico su carta.

All the works are made with steel covered by painted gauze, at exclusion of the last four made with cardboard and acrylic on paper.

Fotografie, progetto grafico e impaginazione Alessandro Traina Traduzione Giulia Barbaro

Stampa Multigraf srl www.multigrafitalia.it

Š 2010 Alessandro Traina www.alessandrotraina.it info@alessandrotraina.it

Spaziotemporaneo via Solferino 56, 20121 Milano tel. - fax 02/6598056 www.galleriaspaziotemporaneo.it spaziotemporaneo@tiscali.it



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