L'Orso in casa n.6 2020/2021

foto Ilaria Cutuli

N. 6 | VENERDÌ 13 NOVEMBRE 2020

IL PUNTO Le serie positive (di vittorie)

L’AVVERSARIA Piacenza, la rivoluzione che... Piace

FOCUS Calcio e dieta: a tavola con i Grigi

INCONTRI I destini incrociati di Re Cecconi e Lorenzetti

LO SPONSOR Sabbione, il prosciutto di casa

UN

CUORE INFINITO

LA PARTITA Domenica 15 novembre 2020, ore 15 ALESSANDRIA-PIACENZA

ORGANO UFFICIALE DELL’U.S. ALESSANDRIA CALCIO 1912

13 NOVEMBRE 2020 | L’ORSO IN CASA | 3

Le serie positive (di vittorie) Nella scorsa domenica, spiccano le prestazioni di Pro Sesto e Alessandria.

I milanesi sono alla quarta vittoria consecutiva, per i Grigi, tre successi di fila di TINO PASTORINO ■ Prima del turno infrasettimanale di mercoledì spiccano le prestazioni di Pro Sesto e Alessandria: per i neo promossi milanesi una serie di quattro vittorie consecutive che hanno significato il primato in classifica con Carrarese e Renate; per i Grigi tre successi di fila in cui hanno interrotto l’imbattibilità alla Carrarese e rimontato il doppio svantaggio contro il Livorno.

Chi si rivede, la Pro Sesto La Pro Sesto, tornata tra i professionisti dopo 10 anni, era partita maluccio con 3 sconfitte (Juventus, Carrarese, Pergolettese) nelle prime cinque giornate; poi batte la Giana, vince a Pistoia, schianta il Novara, facendo saltare mister Banchieri e fa bottino anche a Busto Arsizio. Per la dirigenza sono 16 punti in meno per raggiungere la quota salvezza. In panchina Francesco Parravicini, milanese doc, che ha smesso di giocare cinque anni or sono (a Novara) e ha iniziato ad allenare proprio nel settore giovanile a

Sesto San Giovanni dove da dove aveva preso il via la carriera da calciatore nel 1999. Promosso in prima squadra dal 2017, ha ottenuto un quinto, un terzo e un primo posto in serie D. Gioca ad “albero di Natale” di memoria “ancelottiana” e nelle quattro partite vincenti l’undici iniziale è stato sempre lo stesso: Livieri in porta; linea difensiva con Pecorini Giubilato Caverzasi e Franco; Gattoni Palesi e Gualdi a centrocampo; Mutton e Scapuzzi alle spalle di Cominetti ovvero sei titolari della serie D con gli innesti di Livieri, scuola Milan, Pecorini, ex Monopoli, Franco, ex Monza, Palesi ex Pro Patria (nella foto) e Mutton ex Giana.

Nelle rotazioni c’è anche Bosco, convocato nella nazionale della Repubblica Dominicana in lizza nelle qualificazioni mondiali. Non trova spazio Christian Maldini e ci sono un paio di gravi infortuni per Spaviero e Gianelli. Sta facendo bene Lorenzo Giubilato, cresciuto nel settore giovanile Grigio, titolare dalla seconda giornata.

Grigi, cuore e determinzione Non capita tutti i giorni

foto Ilaria Cutuli

IL PUNTO / IL GIRONE A

di vivere una partita dove, dopo un quarto d’ora, sei sotto di 2 gol e vedi spalancarsi le porte dell’inferno (e non è un’esagerazione).

Il Livorno dei primi 20 minuti sembra una squadra arrivata da un altro pianeta e Mazzeo ha le sembianze dell’alieno di turno: classe 1983, determina le azioni che portano ai gol di Marsura e Pallecchi (primo centro da professionista). Sorvoliamo sulla regola del fuorigioco, ringraziamo Crisanto determinante su Haoudi (fuorigioco macroscopico ma risorvoliamo) e ringraziamo anche Blondett che tiene viva la partita mentre cadono due macigni su Gazzi e Corazza. Poi c’è il secondo tempo: in campo una squadra nuova ma con la stessa maglia, quella Grigia, una squadra che sempre vorremmo vedere per determinazione, piglio e aggressività. Gli altri non ci sono più ma non certo per propri demeriti (come sottolineato anche da Dal Canto in conferenza). Spesso si gioca male perché è l’avversario che ti mette in quella condizione e domenica scorsa così è successo. Poco importa se l’episodio accade nel recupero, lo stesso recupero che ha visto i sorrisi del Novara e del Grosseto. Il calcio è anche questo.

Ma quella voglia, quella determinazione, quel piglio, quella aggressività sono le componenti che possono anche decidere l’esito di una stagione.

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pillole

La classifica

DALLA C

SERIE C GIRONE A Squadra Pro Sesto Carrarese Renate Alessandria Pro Vercelli Grosseto Novara Como Pontedera Juventus U23 Pro Patria Lecco Livorno Pergolettese Pistoiese AlbinoLeffe Piacenza Giana Olbia Lucchese

PT 16 16 16 14 14 14 14 13 13 13 12 12 10 9 9 9 9 7 4 1

G 9 9 9 9 7 9 9 7 9 9 8 9 9 8 9 8 8 7 7 7

V 5 4 5 4 4 4 4 4 4 3 3 3 2 2 2 2 2 2 0 0

N 1 4 1 2 2 2 2 1 1 4 3 3 4 3 3 3 3 1 4 1

P 3 1 3 3 1 3 3 2 4 2 2 3 3 3 4 3 3 4 3 6

GF 11 8 12 15 8 9 13 10 6 10 8 11 13 11 6 5 12 6 4 6

GS 7 5 10 10 5 6 12 10 7 9 5 11 14 12 9 6 12 8 9 17

DR 4 3 2 5 3 3 1 0 -1 1 3 0 -1 -1 -3 -1 0 -2 -5 -11

Al momento di andare in stampa, non si è ancora disputato il turno infrasettimanale di mercoledì 11 novembre

GAZZI E CORAZZA FERMI AI BOX Per Alessandro Gazzi gli esami hanno evidenziato una lesione al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro con una prognosi di 60 giorni. Mentre invece per Simone Corazza lesione di primo grado al bicipite femorale sinistro con una prognosi di 4 settimane.

PANCHINE CALDE Viterbese: esonerato Agenore Maurizi dopo la sconfitta contro la Paganese. Maurizi era in isolamento fiduciario da due settimane essendo risultato positivo al Covid.

IL RAGATZU PRODIGO Olbia: ritorna Daniele Ragatzu, attaccante, classe 1991, svincolatosi dal Cagliari che ha rifiutato le offerte di Brescia, Modena ed Arezzo per restare sull’isola. Da 2016 al 2019 ha disputato 101 partite con 33 gol con la maglia del club sardo.

LE DATE DEI RECUPERI

I prossimi turni 11ª GIORNATA domenica 15 novembre 2020 Livorno-Carrarese sab. 14/11, ore 20,45 Alessandria-Piacenza ore 15,00 Giana Erminio-Pontedera ore 15,00 Grosseto-Lecco ore 15,00 Pistoiese-Olbia ore 15,00 Pro Patria-AlbinoLeffe ore 15,00 Pro Sesto-Lucchese ore 15,00 Como-Pro Vercelli ore 17,30 Novara-Renate ore 17,30 Pergolettese-Juve U23 mer. 2/12, ore 15,00

alessandriacalcio.it

12ª GIORNATA domenica 22 novembre 2020 Grosseto-Livorno sab. 21/11, ore 20,45 Carrarese-Olbia ore 15,00 Juventus U23-Pistoiese ore 15,00 Lecco-Pergolettese ore 15,00 Lucchese-Giana Erminio ore 15,00 Pro Vercelli-Pro Sesto ore 15,00 AlbinoLeffe-Como ore 17,30 Piacenza-Novara ore 17,30 Pontedera-Pro Patria ore 17,30 Renate-Alessandria ore 17,30

Sono 11 le partite rinviate a tutto il 9 novembre: di queste 5 hanno già la data per il recupero. Pro VercelliGiana, Olbia-Lucchese, Como-Pro Patria si giocheranno mercoledì prossimo, 18 novembre. JuveU23Grosseto si giocherà mercoledì 25 novembre e Pergolettese-JuveU23 mercoledì 2 dicembre.

L’ORSO IN CASA Supplemento al n. 90 de ‘Il Piccolo’ di venerdì 13 novembre 2020 A cura di Ufficio Stampa Alessandria Calcio Progetto grafico Cristina Pigoni Impaginazione Mauro Risciglione Foto di Ilaria Cutuli, Mario Bocchio In collaborazione con Medial srl pubblicità, Alessandria Via Parnisetti 10, tel. 0131 56364

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MUSEO GRIGIO / CURIOSITÀ

Una città, due squadre

focus

I PROTAGONISTI SALVATORE IACOLINO IL MAGO DELLA SERIE D

Quante volte l’Alessandria ha affrontato nella stessa stagione due squadre della stessa città? L’ultima volta fu Piacenza di SERGIO GIOVANELLI ■ 20 gennaio 2019. In una giornata surreale e grottesca l’Alessandria attende, allo stadio Garilli, che il Pro Piacenza, impegnato a raccogliere almeno sette giocatori, il minimo regolamentare riesca a scendere in campo.

Per fortuna ci pensò la Lega a fermare tutto escludendo poi i piacentini dal campionato.

Abbiamo rievocato l’episodio per ricordare che in quella stagione, per l’ultima volta, i Grigi affrontarono nella stessa stagione due squadre della stessa città, appunto Piacenza.

Risalendo la storia per ritrovare lo stesso avvenimento occorre arrivare fino al 196667 quando nel campionato di Serie B militavano contemporaneamente Genoa, Sampdoria (appena scesa ed in procinto di risalire) ed Alessandria, destinata a scendere negli inferi della C. In questo intervallo di tempo si sono verificati alcuni incroci con più squadre della stessa città anche se in stagioni diverse.

Il più importante, e curioso, riguarda la città di Verona. A partire dagli anni ‘70 l’Alessandria ha affrontato ben quattro formazioni scaligere. Nel 1977-78 l’Audace San Michele Extra si trovò di fronte i grigi perdendo al Mocca ma vincendo sul proprio terreno.

San Michele è un quartiere periferico di Verona. Tra il 1988 e il 1994 arrivò il Chievo, allora solo esponente di quartiere ma destinato ad un radioso avvenire. Poi nel 201011 trentacinque anni dopo l’ultima volta ecco il doppio match con l’Hellas, nobile decaduta ma pur sempre di alto livello, tanto è vero che ritornò subito in Serie B, sia pure attraverso i playoff. Poi, nel 2013, l’inedito accoppiamento con il Virtus Verona anche questo esponente di Borgo Venezia della città salito per la prima volta in terza serie nel 2013-14.

Ancora i veneti alla ribalta. Nel 1990 e nel 1993 il Vicenza,

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scivolato in terza serie si incrociò con l’Alessandria seguito, tra il 2013 e il 2015 dal Real Vicenza, prodotto di una fusione a tre e capace di raggiungere i professionisti. Oggi il Real si occupa solo di settore giovanile.

Nel periodo buio del dopo fallimento l’Alessandria ha affrontato la seconda squadra di Biella, il Villaggio Lamarmora, oggi in Terza Categoria, e la Pro Belvedere Vercelli che poco dopo ha sostituito prendendone il nome, i bianchi falliti.

Dalla nostra rievocazione abbiamo tralasciato gli anni eroici quando, tipo il 1919-20, c’erano 7 squadre milanesi, 5 torinesi e 3 genovesi in Prima Categoria, e l’era d’oro dei Grigi con i continui incontri Alessandria -MilanInterJuventusTorinoRomaLazio.

In tutto questo il Piacenza Calcio, avversaria attuale, entra di sfuggita; ci ha soltanto fornito lo spunto per ricordare alcuni lontani e curiosi competitori dell’Alessandria.

23 dicembre 2016.

Vedran Celjak in un contrasto con Calandra del Pro Piacenza.

Finì 3-1 per i Grigi grazie alla doppietta di Bocalon e al gol di Marconi

Salvatore Iacolino precisa subito di avere due personalità: «Deciso, quando necessario anche duro nello spogliatoio, ma in campo e all’esterno non mi va mai di fare scenate». Sarà stato sicuramente l’esser cresciuto all’insegna dello stile Juventus, i tempi di Boniperti per intenderci. «Un buon calciatore, con un livello tecnico sopra la media. Ho giocato un anno in serie A, 7 in B e 3 in C. Forse in cuor mio ho il rincrescimento di aver potuto fare qualcosa di più». Parlare del suo passato con le scarpe bullonate ai piedi, che ha visto anche un campionato a Piacenza, per Iacolino vuole dire non poter non ricordare Corrado Viciani, il mago della Ternana. Con lui si parlò per la prima volta di calcio totale, altro che l’Olanda oppure il Torino di Gigi Radice. «È vero, Viciani fu un innovatore che già nel 1971 aveva anticipato i tempi, capendo prima di ogni altro cosa sarebbe stato il calcio di oggi. Ci predicava la zona con passaggi corti e continui, proprio come fa il Barcellona». Ad Alessandria Iacolino è ricordato per essere stato il tecnico della resurrezione, del ritorno tra i professionisti nel 2008.

«Tuttavia mi dà profondamente fastidio essere considerato un allenatore da serie D». Però della serie D è sempre stato un autentico mago, centrando ben sei promozioni, nell’ordine: Ivrea, Casale, Canavese, Alessandria, Savona e Cuneo.

Mario Bocchio

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IL TECNICO Vincenzo Manzo, salernitano, classe 1976, è il nuovo mister dopo il lustro targato Franzini. Tre anni a Borgosesia in D (due qualifiche ai playoff), quattro a Chieri (tre playoff e una Coppa Italia) e lo scorso campionato al Legnano e ora l’approdo tra i professionisti.

Ha giocato per 6 anni nel settore giovanile della Juventus vincendo anche un Viareggio, nel 1994, con Del Piero. La carriera da calciatore è stata fermata da un

brutto infortunio a soli 22 anni. Il suo vice è Manuel Lunardon, con trascorsi nel settore giovanile dei Grigi, ex Biellese, Valenzana e Gozzano.

LO SCHEMA TATTICO Da sempre fedele al 4-3-3, in questo avvio di campionato abbiamo visto spesso utilizzare un 4-1-4-1 (Corbari davanti alla difesa) culminato a Lecco con un 4-4-1-1 (Corradi alle spalle di Galazzi). Già consolidato il reparto difensivo con Simonetti, Bruzzone, Battistini e Visconti davanti a Vettorel.

L’AVVERSARIA / PIACENZA

La rivoluzione che... Piace Dopo aver sfiorato la Serie B, un rimpasto societario, una riduzione di budget e una rivoluzione nell’organico: così il Piacenza ha imboccato la strada giusta della rinascita

dopo i problemi fisici avuti a Renate) in attacco sono gli arrivi per dare una mano ai “ragazzi” giunti dalla serie D come gli ex Fiorenzuola Bruzzone e Corbari e l’ex Borgosesia Renolfi mentre Galazzi e Lamesta sono prodotti del settore giovanile. Ma il vero colpo è stato convincere Corradi a rinnovare: è l’unico superstite della passata stagione (e della squadra che ha sfiorato la serie B nel 201819) .

La rosa Portieri: 1 Vettorel (00), 22 Stucchi (00). Difensori: 3 Renolfi (01), 5 Bruzzone (94), 13 Battistini (94), 14 Corbari (94), 19 Saputo (00). Centrocampisti: 4 Miceli (99), 6 D’Iglio (92), 7 Pedone (94), 8 Corradi (90), 10 Palma (94), 18 Losa (00), 24 Ghisleni (01), 26 Gonzi (Rus-94), 30 Visconti (00), 31 Simonetti (01), 33 Ballarini (01). Attaccanti: 16 Maritato (89), 20 Lamesta (00), 21 Babbi (00), 25 Galazzi (00), 27 Villanova (93). Completano i quadri i difensori Martimbianco (01), Daniello (00) e gli attaccanti Maio (93), Siano (97) e Heatley (98).

L’ultima in trasferta Domenica 25 ottobre 2020 Lecco-Piacenza 2-4 (0-2) Marcatori: Gonzi al 21’, Corradi (r) al 40’, Ghisleni al 53’, Corradi al 58’, Mastroianni al 82’, Purro al 90+3’.

Piacenza (4-4-1-1): Vettorel; Simonetti Bruzzone Battistini (dal 83’ Saputo) Visconti (dal 83’ Renolfi); Ghisleni (dal 66’ Maritato) Palma Corbari (dal 72’ Ballarini) Gonzi; Corradi (dal 66’ Miceli); Galazzi.

di TINO PASTORINO ■ Perde la finale playoff nel giugno 2019 (era stata la seconda classificata del girone A) contro il Trapani: quella squadra, condotta da Arnaldo Franzini, aveva elementi di spessore e talento come Della Latta, Di Molfetta, Matteo Marotta, Franco Ferrari, Bertoncini, Corradi, vecchie conoscenza come Barlocco, Nicco, Sestu e nuove tipo Corazza. L’anno scorso, settima nel girone B, rinuncia agli spareggi. Poi il rimpasto societario, il budget dimezzato, la rivoluzione dell’organico ed ora una nuova annata già ricca di indicazioni positive.

La società Dal giugno scorso l’imprenditore immobiliare Roberto Pighi, già nel club in quota minoritaria, è il nuovo proprietario. Ha rilevato le quote della famiglia Gatti al timone da otto anni.

Nel club anche Marco Polenghi, Ceo dell’omonima multinazionale. Pighi era già stato

presidente del Fiorenzuola ed aveva avuto anche un ruolo dirigenziale nella pallavolo piacentina. Il padre fu sequestrato a Milano nel 1979 e rilasciato nel cuneese dopo 36 giorni di prigionia.

Il Direttore Sportivo Simone Di Battista, 39 anni, arriva dal Fiorenzuola dopo essere stato al Borgosesia.

Ha scoperto e lanciato il tecnico Alessio Dionisi, ex Venezia ora all’Empoli. E’ uno dei più profondi conoscitori della quarta serie e proprio da questa categoria arriva la maggior parte degli innesti biancorossi.

Il mercato Battistini (Pro Patria) in difesa, Gonzi (AlbinoLeffe) e Pedone (Pro Patria) a centrocampo con l’ex Giana Palma, Maritato (era svincolato

Mattia Corradi unico superstite della scorsa stagione

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FOCUS / CALCIO E DIETA

A tavola con i Grigi Alimentazione e nutrizione: regole, abitudini ed esperienze.

Ne parliamo con il preparatore atletico Stefano Bortolan, con Gabriele Bellodi, cresciuto nel Milan, e con due “esperti” come Ciccio Cosenza e Alessandro Gazzi di GIGI POGGIO Stefano Bortolan preparatore atletico dei Grigi Foto Mario Bocchio

■ Oggi lo stile di vita è divenuto per molti regola e riferimento per gestire comportamenti e attività nel quotidiano, dal lavoro al tempo libero. A cominciare dall’alimentazione, c’è, in generale, più sensibilità e informazione, in ogni ambito lavorativo e professionale... e lo sport non fa eccezioni. In questo senso, il Covid, in questi mesi, ha aggiunto variabili prima difficilmente immaginabili, con una diversa nozione nella pratica dell’attività agonistica, a tutti i livelli. Spazi, luoghi e abitudini si sono andati modificando per ragioni di salute e di sicurezza. Su questo e altro abbiamo iniziato la nostra riflessione con Stefano Bortolan, il preparatore atletico dell’Alessandria Calcio che, nell’ambito del proprio ruolo, segue l’aspetto nutrizionale dei Grigi.

«Covid 19 - afferma Bortolan - ha modificato nel profondo tutti i nostri comportamenti, in ogni ambito della nostra vita, dalla socialità al lavoro. Una rivoluzione a cui abbiamo dovuto adeguarci in fretta, sperimentando e trovando soluzioni. E tutto ciò anche nel nostro mondo, nella gestione del lavoro di campo ma anche in tutto quello che comporta la verifica della salute del gruppo, con relative norme di sicurezza».

Ecco, Stefano, viviamo questa situazione anomala dal marzo scorso; c’è stata una sosta lunga, poi la ripresa, i play off, lo stacco per le vacanze, il nuovo campionato con impegni ravvicinatissimi. Immagino che ai giocatori si sia stato indicato un preciso stile di vita...

«Non ce n’era bisogno ma, in totale accordo e costante sinergia con lo staff medico con Mister Gregucci, attentissimo a questo aspetto, sono state comunque impartite indicazioni precise. Lo “storico” di questi mesi dice che abbiamo avuto l’opportunità di lavorare sempre con professionisti di valore assoluto per come si sono sempre attenuti alle nostre sollecitazioni, mettendoci peraltro anche molto del loro. Questo vale tanto più in questo ultimo periodo, in cui l’attività, tra coppe e campionati, con impegni sovente infrasettimanali, ha visto l’intensificarsi quasi frenetico delle gare, con la necessità di modificare, a volte in extremis, il piano di lavoro per posticipi legati proprio all’emergenza».

Il calciatore, nell’alimentazione, ha abitudini consolidate che sono un po’ la prerogativa della sua professione.

Non sgarra perchè non ne sente la necessità e perchè sa che non gioverebbe alle sue prestazioni

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spesa energetica sostenuta per impegni così ravvicinati, in modo da colmare il depauperamento che si verifica dopo la gara.»

E tra impegni pomeridiani e serali, come ci si organizza?

«Anche qui facendo tesoro delle esperienze maturate: il pranzo alle 11 nel caso della gara al pomeriggio, il pranzo e la merenda, con varie scelte, da pane prosciutto, al parmigiano alla frutta, quando si gioca di sera»."

Senza mai sgarrare...

«Il calciatore, nell’alimentazione, ha abitudini consolidate che sono un po’ la prerogativa della sua professione. Non sgarra perchè non ne sente la necessità e perchè sa che farlo non gioverebbe alla qualità delle sue prestazioni. Poi, certo, una birra ogni tanto può anche fare bene, anche in virtù dell’alta concentrazione di sali minerali che contiene ma la consideriamo più come integratore che come sfizi e tale deve restare».

Quindi, orari da variare, in campo e fuori, sovente quasi senza preavviso. Quali le regole a cui ispirarsi?

«Regole ispirate al buonsenso e all’esperienza, con la necessità di variare carichi di lavoro con attenzione alla fase di prepa-

razione ma anche a quella di recupero».

E a tavola?

«Anche qui regole generali, plasmate con un contesto diverso, in cui, per esempio, la “scorta” di carboidrati deve soddisfare la

Consigli che possono essere trasferiti a chi pratica attività sportiva anche a livelli non professionali...

«Nutrirsi in maniera equilibrata è la base di una vita sana a tutti i livelli - conferma Bortolan - senza dimenticare che, in questa fase, con opportunità minori tra limitazioni e chiusure di impianti calano anche le opportunità di muoversi. Quindi, molto banalmente, mangiare meno e non rinunciare almeno a 30/40 minuti di passeggiata ad andatura veloce, da fare ogni giorno. Così, il metabolismo non si arresta».

continua a pagina 10

Gabriele Bellodi E i calciatori dell’Alessandria cosa ci raccontano della loro vita alimentare e nutrizionale? Dai giocatori più giovani a quelli più esperti, la risposta è una sola: rispetto delle regole e comportamenti corretti.

Ce lo dice Gabriele Bellodi, cresciuto nel Milan ed educato a principi nutrizionali puntuali.

«Ho vissuto a lungo in convitto e lì le regole sull’alimentazione ce le ha indicate il nutrizionista della società, con il cuoco a eseguire prontamente. Sono cresciuto con questa impostazione e sono felice di averla fatta mia perchè mi ha consentito di arrivare fin qui. Sono stato sempre consapevole che attenermi a questi comportamenti era l’unica strada e, anche, mio dovere e così ho sempre fatto, anche se, a volte, soprattutto in compagnia, poteva sembrare strano».

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Francesco Cosenza Sulla stessa lunghezza d’onda del compagno di squadra Gabriele Bellodi, è Ciccio Cosenza, nonostante, per lui, con le due promozioni consecutive a Lecce, ci sia stata l’opportunità di festeggiare... ed eccedere...

«Certe abitudini e certi comportamenti entrano nel tuo bagaglio professionale e sono il tuo vivere “quotidiano” a tavola. Per questo, lo “sgarro”, come dici tu, non ti attira più, proprio non ti fa piacere.

Se mangi e bevi in un certo modo e in una certa quantità, capisci che poi non vale la pena cambiare, anche solo per una volta. Non apprezzi e poi fai solo fatica a recuperare».

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Alessandro Gazzi

Alessandro Gazzi aggiunge: «Nutrirsi in maniera corretta, sia in qualità che in quantità, è ormai un’idea che ha conquistato spazio. E per i calciatori deve essere un sacrificio relativo perchè è fondamentale per la loro professione. In questi anni poi è cresciuta l’informazione e la voglia di capirne di più da parte di tutti quanti, senza dimenticare che, comunque, noi, in Italia, con la dieta mediterranea possiamo già godere del privilegio di un’alimentazione assolutamente corretta e molto variata. Tentazioni? Poche. Più che altro curiosità e ricordi o scoperte, girando l’Italia del pallone: il vitello tonnato piemontese, senza la correzione con la maionese o il pesce come lo cucinano in Puglia e pasta, patate e cozze a Bari.

Una bella tentazione».

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SERIE D / EMERGENZA COVID

Il campione del mondo Alberto Gilardino sulla panchina del Siena.

A destra Roberto Cretaz alla guida del Pont Donnaz.

In basso, l’infinito Tavano a Prato

■ Sono nove i gironi, sette a 18 squadre, due (A e C) a 20 per un totale di 166 squadre. Le vincenti vanno in Lega Pro, quattro per raggruppamento le retrocessioni di cui due attraverso i playout. Quattro gli under da schierare obbligatoriamente per tutta la durata della partita (un 1999, un 2000, un 2001, un 2002). Dopo le rinuncia di Savona, Cattolica, Vigor Carpaneto e Sondrio, sono state inserite il Siena (escluso dalla serie C), il Campodarsego (che aveva rinunciato al professionismo dopo aver vinto il girone C) e quattro ripescaggi (tra cui il Vado).

Sono 14 i club esordienti: tra questi i valdostani del Pont Donnaz (girone A; denominazione completa Pont Donnaz Hone Arnad; gioca le partite casalinghe a Montjovet), sodalizio allenato da Roberto Cretaz con in rosa l’ex grigio Filip e l’esperto attaccante Fabio Lauria e il toscani del Pro Livorno Sorgenti (girone D) con l’80 per cento della rosa formata da giocatori cresciuti nel vivaio.

Tra i ritorno in categoria segnaliamo il Trento (girone C) che ha affidato la panchina a Carmine Parlato, uno dei tecnici più vincenti in serie D; poi il Derthona (HSL nata nel 2017) nel girone A, che ha vinto tre campionati consecutivi e che ha rinforzato la società con l’ingresso di Cristiano Cavaliere, già patron del Savona. Il D.S. Luca Sacco ha messo a disposizione di mister Luca Pellegrini una buona rosa tra cui spiccano l’argentino Varela, gli ex Gozzano Emiliano e Concas, l’ex grigio Andriolo e l’inossidabile Teti. L’Imperia (girone A) rientra dopo 8 anni, il Saluzzo (girone A)

Alt, fermi tutti L’ultimo decreto ha bloccato il calcio dilettantistico.

Un torneo ricco di spunti tecnici e vecchie conoscenze di TINO PASTORINO

La Serie D si ferma fino al 3 dicembre, per tornare in campo domenica 6, anche se non è ancora da escludere la ripartenza per domenica 29 novembre. Ciò a seguito dell’ultimo DPCM ma anche per i numerosissimi rinvii (solo 48 le partite non disputate nell’ultimo weekend) che hanno caratterizzato questo scorcio di stagione. Rimane lo spazio per i recuperi che saranno disputati nelle domeniche di stop e mercoledì 18 novembre. Questa che vi proponiamo è un po’ la fotografia di un campionato che da sempre offre spunti sia tecnici che umani, sfiorando spesso quella forma di semiprofessionismo troppo presto accantonata.

dopo 13. Ritorna anche il Carbonia (girone G) mentre per il Giussano Vis Nova (girone B) triplo salto come a Tortona.

Da seguire il Siena (girone E) con la nuova proprietà armena: in panchina Alberto Gilardino, in squadra Terigi, Gerace, Guidone.

A Seregno (girone B) c’è Arnaldo Franzini che ha una squadra forte tra cui spiccano Gladestony (ex Siena e Pro Vercelli), Tentoni, Alessandro (ex Pro Piacenza e Real Vicenza) e i bomber Ricciardo (102 gol in carriera) e França. (brasiliano, classe 1980, da 225 gol). A Forlì (girone D) in panca c’è Giuseppe Angelini che aveva già vinto con il Cesena due anni or sono: in rosa Akammadu. A Prato (girone D) continua la carriera di Tavano. A Cerignola (girone H)

spazio per Longhi (ex Sassuolo, Pisa e Brescia) e Gianluca Sansone (ex Torino e Sampdoria).

Mister David Sassarini riparte da Varese (girone A) mentre il Latte Dolce di Sassari (girone G) annovera in squadra Scotto (20 gol a Mantova) e l’ex Siena Guberti. Ad Arzignano (girone C), dopo la retrocessione, si riparte con Altinier (ex Mantova), Sammarco (ex Chievo e Sampdoria) e Molnar (ex Pro Patria).

Infine il Casale (girone A) che punta sui gol del torinese Alessandro D’Antoni (1988, 95 reti in carriera) lo ricordiamo con il Borgo a Buggiano (12 gol nel 2012-13). In panchina sempre Francesco Buglio con il figlio Angelo nel ruolo di Team Manager.

La Lombardia è la regione maggiormente rappresentata con 23 club davanti a Veneto e Toscana con 16; sono 8 le società piemontesi, 5 quelle liguri.

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campista biondo che per lui era quasi un altro figlio. Si chiamava Luciano Re Cecconi.

Lorenzetti, romano, esordisce dunque in A nella sua città contro la sua squadra da ragazzo. Sulle spalle non ha il 10 di qui da noi ma l’11 perché col dieci gioca Delneri. Secondo le cronache lui e Salvioni “hanno sciupato banalmente due palle-gol”.

Finisce 0-0 con una Lazio priva di Re Cecconi. Si è fatto male a inizio stagione, sta lavorando duramente per rientrare dopo la pausa natalizia.

I due angeli biondi, tra l’altro coetanei, hanno sfiorato l’incrocio sul campo di calcio, e in una partita ricca di significati. Non ne avranno un’altra occasione.

Luciano Re Cecconi e Giuseppe Lorenzetti (in alto e a sinistra), scomparsi rispettivamente nel 1977 e nel 2013

INCONTRI / DESTINI INCROCIATI

Angeli biondi Luciano Re Cecconi e Giuseppe Lorenzetti: allo stadio Olimpico di Roma nel 1976, un appuntamento solo sfiorato di BEPPE GIULIANO ■ Chiudete gli occhi, e provate a immaginare insieme a me. Al me bambino, col papà a vedere i grigi. Dai parterre, naturalmente.

Ci danno una punizione dal limite. La tira Lorenzetti, la mette nel sette, il portiere manco si muove. La giacchetta nera, come si diceva allora, chissà perché decide che si deve ribattere. Lorenzetti la mette di nuovo nel sette. L’altro.

Biondino, centrocampista dai piedi buoni, Giuseppe Lorenzetti era soprannominato “Pepetto” ma lo scoprirò solo molti anni dopo. Qui scrivevano di lui: “l’angelo biondo”.

Nelle giovanili della Lazio aveva fatto meraviglie ma era probabilmente troppo leggero per la serie A. Arrivò ad Alessandria nel periodo in cui tra Remo Sacco e il presidente laziale Lenzini c’erano solidi rapporti d’affari.

Diventò un idolo, e il mio primo idolo con la maglia grigia. Ricordo come fosse ieri lo

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striscione “Rivera + Benetti = Lorenzetti” attaccato alla raminata del rettilineo.

Via di qui proseguì una discreta carriera e finalmente esordì in serie A ventottenne, col Foggia. All’Olimpico, proprio contro la sua Lazio.

12 dicembre 1976 È una partita che non conterebbe molto per il campionato, ma non è una domenica normale: è il giorno in cui i tifosi laziali e foggiani commemorano Tommaso Maestrelli, l’allenatore del primo scudetto laziale, morto giovane pochi giorni prima per un brutto male. Maestrelli, arrivando alla Lazio proprio dal Foggia aveva voluto portarsi un centro-

18 gennaio 1977 Re Cecconi gioca finalmente l’intera partitella, si sente pronto per rientrare, è molto contento. Tardo pomeriggio: è già buio. Nel quartiere Flaminio ad alta intensità laziale entra in una gioielleria insieme al compagno di squadra Ghedin e a un amico comune del gioielliere.

Quel martedì muore Luciano Re Cecconi, ucciso per errore a 28 anni dal gioielliere Tabocchini Bruno: una delle tragedie più dolorose e assurde del nostro calcio.

Pepetto Lorenzetti morirà invece sessantacinquenne nell’estate del 2013. Dopo la carriera le cose non gli erano andate molto bene.

Io potrei facilmente controllare sui vecchi giornali se andò davvero così come ricordo, quella domenica in cui ci diedero una punizione dal limite. Se davvero Lorenzetti la mise due volte di fila, nel sette e poi di nuovo nel sette. L’altro. Non controllo, il mio ricordo di bambino è quello, per sempre resterà tale.

Chiudete gli occhi, e provate a immaginare insieme a me.

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DOMANDE A...

1 / Dove sei nato A Catanzaro

RAFFAELE

CELIA

2 / Quando sei nato Il 4 marzo 1999 3 / Il tuo stato civile Sono fidanzato 4 / La prima società in cui hai militato Nel Soverato Virtus 5 / Hai sempre giocato in questo ruolo Ho cominciato come esterno alto 6 / La tua squadra del cuore La Roma 7 / Il momento “top” della tua carriera Deve ancora arrivare 8 / Il tuo compagno che ha fatto più carriera Alessandro Bastoni 9 / Il mister più importante della tua carriera Da tutti ho appreso preziosi insegnamenti 10 / Il tuo passatempo preferito Giocare con la PlayStation 11 / La tua attrice preferita Jennifer Aniston

13 / La musica che più ti piace Mi piace molto il rap 14 / Il tuo piatto preferito Adoro la pizza

foto Ilaria Cutuli

12 / Il tuo attore preferito Matthew McConaughey

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LO SPONSOR / SABBIONE

1928

Il prosciutto di casa Con Gianluca Sabbione ripercorriamo le tappe storiche del salumificio fondato nel 1928.

Dal prosciutto di nonno Dante alle due novità: il pre-affettato e le Stelline, pasta fresca ripiena ■ Incontriamo Gianluca Sabbione titolare dell’omonimo salumificio per parlare del mondo della sua attività.

Sabbione e l’Alessandrino, un rapporto che inizia molto tempo fa.

«Quella del prosciutto Sabbione è una storia di famiglia, iniziata nel 1928 dalla generazione di mio nonno Dante e portata poi avanti con passione dai miei genitori. In pratica io ci sono nato dentro, crescendo nell’azienda di famiglia con la curiosità e la naturalezza che solo i bambini possono sviluppare.

Ho imparato a vivere la nostra attività come una parte fondamentale della zona in cui abitiamo: le idee per le nostre lavorazioni e per i nuovi prodotti mi vengono dalle piccole cose che ci circondano e dalla storia stessa della mia famiglia. Mi piace pensare che i colori e i profumi della nostra terra siano parte integrante del Sabbione».

Cos’è cambiato nel corso del tempo?

«Negli anni sicuramente è aumentata da parte di tutti l’attenzione per la salubrità di

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ciò che mangiamo. Noi diciamo sempre che siamo orgogliosi di quello che non c’è nei nostri prodotti: il Sabbione, infatti, è un prosciutto cotto di alta qualità, realizzato rispettando la filiera artigianale, ma modulata da standard produttivi moderni. Un prosciutto a bassa umidità, realizzato senza l’uso di proteine di soia e polifosfati, né latte o derivati del latte e privo di glutine, per permettere a tutti i nostri consumatori di gustarlo in assoluta tranquillità. Pochi ingredienti, selezionati, sani e certificati».

Per maggiori informazioni su Sabbione 1928: www.sabbione1928.it facebook: Sabbione1928

La vostra azienda segue una scelta distributiva particolare?

«Sabbione, da sempre, privilegia la capillarità: il rapporto diretto e i km 0 per noi sono davvero un mantra da conservare.

Ci siamo ovviamente evoluti negli anni e cerchiamo di parlare con più interlocutori per raggiungere un pubblico, piano piano, sempre più vasto. Ma la sostenibilità della distribuzione finora ha sempre rappresentato la nostra forza: torna il discorso del territorio, insomma, ci muoviamo tra chi

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Gianluca Sabbione con il suo prosciutto cotto, elemento di punta della produzione.

E le due novità: il pre-affettato e le Stelline, la pasta fresca con ripieno di prosciutto cotto e ricotta

conosciamo, perché crediamo che il commercio locale sia il motore e il fulcro della nostra attività».

Quali sono le novità di casa Sabbione?

«In un’azienda familiare come la nostra, l’arrivo di ogni prodotto viene salutato con tanto affetto, come si trattasse di un nuovo nato! E recentemente abbiamo lavorato molto per concentrarci su due novità: il pre-affettato di Sabbione, una scelta moderna e molto pratica, veicolata attraverso un packaging lineare e pulito di chi, come noi, è abituato ad andare al sodo delle cose. E poi le nostre amate Stelline, che finalmente hanno visto la luce dopo anni di riflessioni e di richieste da parte dei nostri affezionati consumatori. Le Stelline di Sabbione sono pasta fresca con ripieno di prosciutto cotto e ricotta, che si sposano con tantissime varianti di sugo».

Perché Sabbione 1928 ha scelto di diventare sponsor dell’Alessandria Calcio?

«Il calcio racchiude molti valori che ci sono cari: la passione, il legame con il territorio, un linguaggio schietto e la fiducia reciproca.

L’Alessandria Calcio per noi rappresenta un simbolo di tenacia, tradizione e coerenza: per questo abbiamo scelto di supportarla dal 2015, mantenendo sempre un occhio di riguardo alle sue attività collegate ai più giovani. Perché è lì che crediamo stia il valore più alto del calcio stesso. L’Alessandria per noi è il sogno che avevamo da bambini, è la gioia delle cose più semplici. Un pallone, un campo, l’età dei giochi, qualche amico e un panino al prosciutto. Cosa volere di più?»

Il caffè è un bacio sulle labbra almeno una volta, tutti i giorni.

Buona “giornata” ...ai Grigi e a tutti voi Distribuito da: B.R.G. di Bruno e Giuseppe Rangone Tel. 0131 278686 - FRASCARO (AL)

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