RASSEGNA STAMPA DEL 18 SETTEMBRE 2019

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Cronaca 13

L'ARENA

Mercoledì 18 Settembre 2019

URBANISTICAEVERDE. Lo studio delministero dell’Ambiente presentato ierialSenato. Etra i Comunipiù piccolisidistingue, in negativo,quello di NogaroleRocca

Cemento,Veronaè neiprimi posti Lanostra cittàè secondaaRoma pertassodiconsumodisuolo Segala:«Colpa delvecchiopiano, orainversioneditendenza» Il Comune di Verona è tra quelli con il maggiore tasso di cementificazione del suolo, con un incremento annuo di 33 ettari.

Lo rivela il rapporto 2019 di Ispra, centro studi del ministero dell’Ambiente, ed Snpa (Sistema nazionale di protezione dell’ambiente) sul consumo del suolo, presentato ieri al Senato.

In Italia nel 2018 sono stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, in media 14 ettari al giorno, due metri quadrati al secondo. La velocità della copertura sembra essersi stabilizzata, ma è ancora molto lontana dagli obiettivi europei, che prevedono l’azzeramento del consumo di suolo netto (il bilancio tra la copertura e l’aumento di superfici naturali attraverso interventi di demolizione, deimpermeabilizzazione e rinaturalizzazione).

Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, è il Comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da Verona (33 ettari), L’Aquila (29), Olbia (25), Foggia (23), Alessandria (21), Venezia (19) e Bari (18), tra i Comuni con popolazione maggiore di 50mila abitanti. Tra i Comuni più piccoli, si distingue quello veronese di Nogarole Rocca, che ha sfiorato i 45 ettari di incremento. Più della metà delle trasformazioni dell’ultimo anno si devono ai cantieri (2.846 ettari), in gran parte per la realizzazione di nuovi edifici e infrastrutture.

«Quello che riguarda Verona è un dato che non mi sorprende» commenta Ilaria Segala, assessore all’urbanisti-

ca. «Si tratta, infatti», spiega l’assessore, «di numeri che si riferiscono all’anno 2018 e il suolo consumato deriva dalla programmazione del Piano degli Interventi del 2012, quello firmato, quindi, dalla passata amministrazione».

Ma, secondo l’assessore Segala, «i risultati sarebbero stati ancora più negativi senza la variante 23, la prima che segna una diminuzione significativa del consumo di suolo, con un aumento delle aree verdi, rispetto a quelle varate durante l’amministrazione Tosi. Inoltre», continua l’assessore all’urbanistica, «proseguono le operazioni di rigenerazione urbana in aree, però, già compromesse o in zone industriali dismesse come l’Adige Docks, che quindi non incidono sul consumo di suolo. L’obiettivo», conclude Ilaria Segala, «è preservare il suolo agricolo, come si è fatto con la cancellazione del centro commerciale della Cercola scongiurando la cementificazione di una vasta area agricola».

Il Veneto è la regione con gli incrementi maggiori con un aumento di 923 ettari, seguita da Lombardia (633), Puglia (425), Emilia-Romagna (381) e Sicilia (302). Rapportato alla popolazione residente, il valore più alto si riscontra in Basilicata (più 2,80 metri quadri per abitante), Abruzzo (+2,15), Friuli-Venezia Giulia (+1,96) e Veneto (+1,88). Il consumo di suolo non necessariamente abusivo - cresce anche nelle aree protette, nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica, in quelle a pericolosità idraulica media e da frana e nelle zone a pericolosità sismica • E.S.

Fotonotizia

ViaMario,rimossii cassonetti

L’areadellaCercoladove l’amministrazioneha bloccato lacostruzione diun centrocommerciale

I DUE CASSONETTI in via Alberto Mario, vicino a un albergo e il plateaticodiunristorante,sarannorimossi.Primacollocatiapochi metridi distanza,eranostatispostati venendoincontroalle richiestedialcuniresidenti.Dopoalcunisopralluoghi,Amiahadecisoche labatteria deicassonettisarà rimossa oggi.I rifiutipotrannoessereconferitinelle limitrofevie Cattaneo, Cantore eOberdan.

ILPIANO. IlpresidenteNiccolai el’assessore Toffali presentanogli interventiin programma

DaBorgo Milano aVeronetta Agecsistema isuoiimmobili Dieci appartamenti in terza circoscrizionefatiscenti sarannoristrutturati subito perfamiglie bisognose Lorenza Costantino

2019, anno di grandi interventi sulle case popolari. Dieci appartamenti di proprietà comunale, disabitati da molto tempo perché fatiscenti, saranno a breve completamente ristrutturati, e potranno tornare a ospitare famiglie bisognose.

La «bella notizia», come non hanno esitato a definirla l’assessore Francesca Toffali (Politiche per la casa) e il pre-

sidente dell’Agec Roberto Niccolai, riguarda il territorio della terza circoscrizione.

Nel dettaglio, sei alloggi in via Molise (Borgo Milano); due in via Pitagora e uno via Monreale (Borgo Nuovo); un ultimo in via Avogadro (San Massimo). I lavori dovranno partire prima dell’estate prossima, per finire in autunno, dopodiché scatterà l’assegnazione.

Questi appartamenti presto rinnovati andranno a sommarsi agli altri dieci finiti di sistemare nel 2018 (Piano operativo regionale 1), e a un’altra decina per cui la ristrutturazione è già in progetto (Por 3). Tutti saranno dotati di nuovi impianti, di siste-

mi per il risparmio energetico, di canne fumarie in regola con le nuove normative. Saranno rimossi i materiali nocivi e inquinanti, come amianto e piombo, e le barriere architettoniche. Verranno anche ammodernati i bagni, rifatti i massetti e i pavimenti, sostituiti gli infissi obsoleti, ritinteggiate le pareti.

Nel frattempo, continuano i due grandi cantieri per la manutenzione esterna dei palazzi Agec a Borgo Roma, in via Tunisi (800mila euro di spesa), e al Saval, fra le vie Dandolo, Maddalena e Faliero (1,7 milioni dal ministero delle Infrastrutture), che si prevede vengano terminati a cavallo fra il 2019 e il 2020.

Altro fronte aperto è quello in via Volturno, sempre in Borgo Roma, dove si stanno sistemando l’area esterna, il cortile comune, tutta la recinzione e la cancellata.

Già terminati, invece, i lavori all’interno di 32 alloggi dell’Agec nel complesso di Santa Marta, a Veronetta, dove manca solo il collaudo. Interventi che sono stati compiuti risparmiando un milione (sui 4,3 inizialmente disponibili). Agec ha già chiesto al ministero competente di poter utilizzare la somma per la riqualificazione di altre palazzine e delle strade nel quartiere.

Tornando ai dieci alloggi dell’Ovest cittadino su cui

INCOMUNE. Ipartiti chiedonoalsindacoun «cambiodi passo» sualcuni temi:ieril’incontro conleforze di maggioranza

Giunta,per oranessuncambiamento Sboarinapunterebbe sull’entratadella Leso comeassessore,la Lega faquadratosullaNeri Enrico Santi

Dopo la «libera uscita» estiva, il sindaco Federico Sboarina convoca le forze di maggioranza. Un vertice cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle forze politiche della coalizione, Verona Pulita esclusa. Alcune, come Lega e Fratelli d’Italia, rafforzate dall’innesto di nuovi consiglieri e assessori, altre, invece, come Verona Domani, fortemente ridimensionate.

E al sindaco, i partiti chiedono un «cambio di passo» su alcuni punti dell’amministrazione ritenuti critici: gestione dei cantieri, edilizia privata, politiche culturali, patrimonio e degli impianti sportivi. Questioni sulle quali si tornerà a discutere anche la prossima settimana.

Non ci sarà, per il momen-

to, nessun avvicendamento tra i componenti della Giunta di Palazzo Barbieri. Le voci della vigilia annunciavano una resa dei conti tra le varie componenti della maggioranza, con la Lega, forte di nuove e inaspettate adesioni, a dettare le condizioni, e un sindaco deciso però a non retrocedere dalle sue posizioni. La questione, però, è soltanto rinviata.

Al centro del dibattito c’è l’assessorato ora occupato da Edi Maria Neri. La titolare delle deleghe ad anticorruzione, trasparenza, semplificazione, patrimonio e demanio era entrata in Giunta su indicazione di Verona Pulita, il movimento civico fondato dall’ex presidente dell’Agsm Michele Croce, ora su posizioni molto critiche se non di aperta opposizione all’amministrazione comunale.

Al posto della Neri il sindaco vorrebbe far entrare nella sua squadra Anna Leso, esponente di Forza Italia e attualmente consigliere nel gruppo misto. Su questa operazione

pone però il veto la Lega, decisa a tutelare tutti i suoi esponenti in Giunta e in Consiglio. Edi Maria Neri, nel frattempo, è infatti passata sotto le ali protettrici del Carroccio.

Di tutto ciò, al vertice di maggioranza svoltosi ieri mattina a Palazzo Barbieri, non si sarebbe, però, quasi parlato. Qualche scintilla attorno al tavolo l’avrebbe provocato il trasloco, avvenuto nella sorpresa generale, di Andrea Velardi da capogruppo di Forza Italia a consigliere della Lega. Un matrimonio, suggellato dalla trasferta sul pratone identitario di Pontida.

Alla riunione hanno partecipato il sindaco Federico Sboarina, a rappresentare la sua lista, Battiti, gli assessori Luca Zanotto e Nicolò Zavarise a nome della Lega, partito che al terzo piano del municipio conta la pattuglia più numerosa con ben sei assessori, compresa Edi Maria Neri, Stefano Bertacco e Ciro Maschio, entrambi parlamenta-

CASTELVECCHIO

Duelibri conCapuozzo Ater,Damiano eBiloslavo DellaLega

Buffonuovo presidente

Sboarinacon alcunicomponenti dellaGiunta nelcortile di Giulietta

ri, di Fratelli d’Italia - gruppo che con l’eventuale entrata di Anna Leso in giunta guadagnerebbe un consigliere comunale, con Luigi Pisa - l’assessore Daniele Polato per Forza Italia (partito ora rappresentato ufficialmente in Consiglio dal solo Stefano Bianchini dopo il forfait di Velardi) e Matteo Gasparato, presidente del Consorzio Zai

per Verona Domani.

Quest’ultimo gruppo, dopo che anche Filippo Rando ha deciso di indossare la felpa della Lega, ora insiste per riavere l’assessorato allo Sport.

Tenendo conto che Verona Domani ha da tempo sconfessato l’assessore alla Cultura Francesca Briani, per il sindaco sarà un vero rompicapo accontentare tutti. •

presto cominceranno i lavori, qui saranno spesi, complessivamente, 500mila euro, ovvero 50mila per ciascuno, «una somma che permette un intervento significativo», dicono Toffali e Niccolai. Le risorse sono state reperite attraverso la partecipazione a un bando regionale, nel quale il Comune di Verona si è piazzato secondo.

«Faccio i complimenti ai miei uffici», ha sottolineato Toffali, «perché lo scorso 4 luglio è stata inviata la documentazione per partecipare alla gara, e il 18 dello stesso mese avevamo già in mano il decreto di assegnazione. Segno che si è lavorato bene e in modo efficiente». «È stata una corsa contro il tempo per non lasciare nemmeno una “lira appesa”», ammette Niccolai, «e siamo felici di aver agguantato questi fondi. Cantiere dopo cantiere, intendiamo riqualificare tutto il patrimonio immobiliare comunale». •

IlConsiglio regionaledel Venetohadesignato ieri, con 26voti favorevoli,Damiano Buffoqualenuovo presidente delConsigliodi amministrazionedell’Azienda territorialeper l’edilizia residenzialediVerona (Ater). Il nomedi Buffo,responsabile organizzativoprovinciale della Lega,erastato propostoinaula dalconsigliere regionale Nicola Finco(LegaNord). Ilnuovo presidenteresteràincarica finoalla scadenza,nel2020, dellalegislaturaregionale.

Finoal 4febbraio2019l’Ater scaligera,chegestisce circa 5.400alloggi nelVeronesedi cuimetà incittà,eha 49 dipendenti,era stata guidata daEnricoCorsi, poidiventato consigliereregionale.Fino ad ora,alla testadell’Atersono rimastiil vicepresidente GiovanniPesanto eClaudio Righettidelcda.

Un po’ fumetti grazie ai disegni di Armando Miron Polacco, e tanta testimonianza ed esperienze vissute. Sono due i libri che domani sera, alle 21, al circolo unificato di Castelvecchio, verranno presentati dai loro autori, due giornalisti inviati di guerra, Fausto Biloslavo e Toni Capuozzo. L’evento, organizzato da Nomos prevede i saluti del sindaco Federico Sboarina e del deputato Vito Comincini, dopo l’introduzione del consigliere Andrea Bacciga, presidente di Omen, sarà la giornalista Alessandra Vaccari a moderare i colleghi.

La prima sanguinosa rivolta della Primavera araba, il caos libico del dopo Gheddafi, la bomba dei migranti in rotta verso l'Italia e l'Europa, il vero ruolo delle navi Ong nel Mediterraneo di questo parlerà il giornalista Biloslavo, mentre Capuozzo parla dell'origine del terrore in nome di Allah delle bandiere nere dell'Isis. •

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MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

PRIMO PIANO

Lo scontro politico

I Dem bellunesi: «Noi restiamo nel Pd» La discussione nei circoli è aperta, ma De Menech e Lotto sono fiduciosi. Visalli: «Peccato, ma sapremo rigenerarci» Irene Aliprandi BELLUNO. «Noi restiamo».

Che l’uscita di Renzi sia uno scossone anche per il Pd provinciale nessuno lo nega, ma a poche ore dall’annuncio, nel partito bellunese prevale la calma. L’attuale segreteria è frutto di un accordo unitario e in direzione c’è un’equa rappresentanza delle correnti, ma i renziani sono molti. Vicino a Renzi è sempre stato soprattutto Roger De Menech, che oggi non ha dubbi: «Io non ho intenzione di uscire dal Pd», sottolinea il deputato. «Non rinnego una stagione politica di riforme. Sono un nativo democratico, prima di ispirazione veltroniana e poi renziana e secondo me quella visione è ancora valida. Credo tuttavia che il Pd sia un partito plurale con la vocazione di rappresentare più mondi. Mi auguro dunque, e ci credo, che la stagione delle riforme si possa ancora fare stando dentro al Pd. Il vero tema oggi è come riuscire a diventare attrattivi per una base più ampia, senza temere le riforme e il cambiamento». De Menech esclude grandi rivoluzioni nel partito bellunese: «Renzi ha mosso molti di noi, ma dobbiamo evitare di farci prendere dal panico, consapevoli che oggi la partita politica è in continua evoluzione e cambia tutto di continuo. Il partito provinciale è quello che mi preoccupa di meno, perché siamo uniti.

Dobbiamo essere bravi a far capire che il partito non è chiuso e non guarda al passato. In questi giorni ci saranno diversi incontri e il gruppo dirigente trarrà le conclusioni.

Fare un percorso condiviso

con i territori è un atto di correttezza. Perché per litigare bisogna essere in due e non è quello che sta succedendo».

Il timore di un indebolimento è inevitabile anche per la segretaria provinciale Monica Lotto: «In questo periodo sono in corso i confronti nei circoli e l’uscita di Renzi è un nuovo argomento da approfondire insieme. Per quanto mi riguarda io resto nel Pd con convinzione: ho creduto nel Pd fin dall’inizio e considero quel progetto più vivo che mai. Il Pd ha tutte le carte in regola per realizzare quanto immaginato nel 2007: aperto, riformista e plurale. Per me il Pd rimane la più grande scommessa politica degli ultimi anni e c’è tutta la volontà di portarlo avanti, allargando il consenso su base progressista».

Irma Visalli, assessore a Feltre e membro del direttivo, spiega: «Nell’attuale Pd ci sono moltissimi renziani della prima ora, ma di congresso in congresso si decide in base alla proposta del candidato segretario. Quindi l’area Dem di Franceschini prima era solo renziana, oggi sta con Zingaretti. In politica essere coerenti non significa fare sempre quello che si aspetta l’opinione pubblica, ma muoversi di pari passo con ciò che succede. Renzi è un personaggio che disegna strategie, provoca e lancia. A me piacerebbe un partito dove battitori liberi e allenatori di squadra siano complementari, ci ho sperato, ma sono felice che il Pd non abbia avuto una reazione scomposta all’uscita di Renzi.

Ora dobbiamo fare come gli ecosistemi naturali, che dopo uno stravolgimento riescono a rigenerarsi». —

Un’assemblea nella sede provinciale del Partito Democratico

il comitato di azione civile

Rizzo: «I renziani sono molti ma questo non è il suo partito» BELLUNO. È inevitabile che

anche nel Pd bellunese qualcuno deciderà di uscire, ma il Comitato di azione civile non sarà il nuovo partito di Renzi che l’ha fondato. A metterlo in chiaro è il responsabile bellunese, Gaetano Rizzo.

«Nasciamo come organizzazione che si concentra e dibatte sui temi, non abbiamo mai voluto legarci alle bandiere e da statuto il nostro obiettivo è sensibilizzare l’o-

pinione pubblica. È pre politica. Certo, la politica ci interessa tantissimo e molti di noi sono renziani, ma ognuno ha le sue idee. Oggi alcuni si sono sentiti spiazzati e vogliamo capire il suo passo, ma restiamo grati a Renzi per il servizio reso al Paese di aver mandato via Salvini».

Detto questo: «I Comitati non ne saranno colpiti. Ci sarà chi resta nel Pd e chi andrà con lui, ma vorremmo ri-

manere un comitato che affronta i temi. Al momento ci sembra di poter continuare così, qualsiasi cosa accada.

Non siamo il partito di Renzi, nonostante dentro ci siano tanti renziani e qualcuno potrebbe lasciare il Pd. Ma potrebbe anche succedere il contrario: qualcuno, non apprezzando l’addio di Renzi potrebbe lasciare il Comitato. Naturalmente ne parleremo e cercheremo di tenere i comitati fuori da una situa-

zione di bandiere», assicura Rizzo.

Dunque non ci saranno rivoluzioni nel Pd bellunese, non nell’immediato, nonostante la sua forte matrice renziana almeno negli anni di governo. Ma qualcuno uscirà e, nonostante la dirigenza voglia evitare speculazioni sul “chi resta” e “chi esce”, un totonomi è già partito. Il nucleo principale a cui guarda il Pd è quello del Comitato di azione civile, dove tuttavia Rizzo esclude che si verifichino scissioni traumatiche. Chi ci sta pensando, prima di abbandonare la grande casa del Pd, vuole capire meglio il progetto di Renzi, perché se è vero che la rottura era nell’aria, non si capisce ancora dove andrà a parare. —

regione

Renzi non sfonda in Veneto, arruolata solo Annibali Ferrazzi è tentato Da Cacciari arriva l’imprimatur alla scissione «Scelta positiva, con 5 anni di ritardo. Conte non rischia»

Albino Salmaso PADOVA. Matteo Renzi non

sfonda in Veneto ma la scissione viene “benedetta” dal filosofo Massimo Cacciari che anzi la giudica «tardiva». Basta come viatico? Dei 10 parlamentari eletti il 4 marzo 2018 solo Lucia Annibali per il momento ha aderito al nuovo gruppo “Italia Viva” che oggi verrà costituito alla Camera.

L’ex premier potrà contare su una pattuglia di 20 deputati e forse 10 senatori sui 162 approdati a Roma un anno fa, dopo il tracollo elettorale del 17,8%, record negativo del

partito fondato da Veltroni nel 2007. L’ex premier sta cercando di arruolare almeno una decina di fedelissimi a Palazzo Madama e oltre a Bonifazi, il ministro Bellanova, Cerno, Faraone, Garavini, Magorno Comincini si potrebbero aggiungere Nadia Ginetti, Leonardo Grimani,Giuseppe Cucca, Valeria Sudano e Andrea Ferrazzi. «Ci sto riflettendo, non ho ancora deciso.

Oggi prenderò una decisione collegiale, sono nato nel territorio, sono stato il più votato anche nelle ultime elezioni comunali e scelto dai circoli di tutta l’area metropolitana di Venezia per il Parlamento. E quindi ritengo giusto confrontarmi e decidere con le donne e gli uomini che mi hanno sostenuto e non fare dichiarazioni pubbliche per rispetto nei loro confronti», dice Ferrazzi, che invita alla pruden-

za. Il senatore veneziano ha fatto una donazione ai comitati di Azione Civile il 20 agosto, il giorno dopo l’apertura di Renzi al patto con Di Maio per far nascere il governo Conte2. Ecco perché è stato arruolato nella squadra. Nessun mistero: «Ho versato un contributo per la scuola politica di agosto dei 230 giovani a cui ho partecipato coordinando il tavolo su ambiente e città.

Una bellissima iniziativa sostenuta da molti parlamentari a prescindere dalla collocazione attuale o futura», taglia corto Ferrazzi per mettere fine a tutti i dubbi.

E Alessandro Zan? Il deputato padovano non rinnega l’amicizia con Maria Elena Boschi con cui ha intavolato un dibattito alla festa padovana del Pd qualche sera fa e nemmeno quella con Gennaro Migliore, arruolato da Renzi.

Andrea Ferrazzi

Lucia Annibali

«Ci conosciamo dai tempi della militanza in Sel, ma io resto nel Partito democratico, fedele al patto di responsabilità nei confronti della comunità che mi ha eletto. Siamo nati come sintesi di diverse culture e ideologie, una ricchezza da mantenere. Qui l’amicizia non conta. In questa fase molto delicata del Paese non possiamo concederci il lusso di dividerci, in ballo c’è la tenuta del governo e la qualità della nostra democrazia che è uscita dall’incubo Salvini», conclude Zan. Ma la scissione del senatore di Rignano è una pura operazione di potere?Sentite cosa ne pensa Massimo Cacciari. «Renzi ha fatto benissimo. È una cosa molto positiva. Ma avrebbe dovuto farla cinque anni fa, se avesse seguito i miei aurei consigli. Oggi avremmo il partito di Renzi al

20%, la sinistra al 15 (o viceversa) e governeremmo beati e tranquilli insieme». Ma i il governo Conte bis non rischia in ko?. «Assolutamente no!

Mica è scemo da mandare a casa l’esecutivo. Questa volta si può davvero dire Conte stai sereno. È un’espressione sincera».

Secondo Cacciari «quest’operazione può realmente allargare il consenso per la nuova maggioranza perché è attrattiva nei confronti di qualcuno del centro, Forza Italia o altri. Certo, se avesse fatto la scissione cinque anni fa sarebbe stata super-attrattiva, ora lo è molto meno». Se si votasse domenica prossima, voterebbe Pd o partito di Renzi?

«Pd ovviamente, neanche per sogno voterei per il partito di Renzi» conclude Massimo Cacciari. —

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Nordest

Mercoledì 18 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Concorsi regionali, bufera sui finti master La vincitrice di una selezione interna non ha il titolo dichiarato `È stato il candidato sconfitto a portare alla luce la vicenda Il segretario generale Valente: «Rivedrò la posizione dei punteggi» Atto ispettivo della consigliera Bartelle: «Altri 2 casi analoghi» `

IL CASO VENEZIA In consiglio regionale del Veneto ci sono dipendenti che partecipano a selezioni interne, vincendole, dichiarando di essere in possesso di titoli che in realtà non hanno. Ottengono incarichi di posizioni di staff che comportano aumenti di stipendio ragguardevoli, si può arrivare anche a 38.700 euro aggiuntivi nel triennio. E l’ente, che dovrebbe controllare, ora si trova non solo a dover fare retromarcia su un caso specifico, peraltro già segnalato dal Gazzettino lo scorso luglio, ma anche a rispondere a un atto ispettivo di un consigliere regionale. Perché ci sarebbero almeno altri due casi di titoli non corrispondenti al vero. Praticamente “falsi”.

LA RETROMARCIA

La clamorosa retromarcia è stata decisa ieri dal segretario generale del consiglio regionale del Veneto, Roberto Valente: «Io devo tutelare i dipendenti nel rispetto delle normative, è a chiaro a questo punto che dopo aver fatto tutte le verifiche sarà rivista la valutazione dei punteggi».

In realtà le ”verifiche” Palazzo Ferro Fini le ha subìte, avendole fatte Roberto Maria de Fornasari von Imifeld, cioè il dipendente regionale che era arrivato secondo nella selezione Appo 2019 per la posizione Po-31 Difesa civica, un incarico triennale da 11mila euro lordi l’anno. La selezione interna era stata vinta da Annalisa Vegna grazie a 5 punti aggiuntivi, determinanti per il punteggio finale, dovuti a un master universitario di primo livello.

Ma era davvero un master universitario di primo livello o un normale corso di formazione? de Fornasari aveva contattato la referente del Settore carriere post lauream di Ca’ Foscari, che aveva detto no, non è un masteri di primo livello; Valente aveva contattato invece il direttore del master in questione, che aveva

L’ENTE TENUTO AI CONTROLLI A CAMPIONE LA DIRIGENTE RAPPO: «IN QUESTO CASO DOVEVAMO INIZIARLI»

detto “sostanzialmente” sì. Allora de Fornasari si è rivolto alla dirigente dell’Area Didattica dell’Università Ca’ Foscari, Francesca Magni. Che l’altro giorno ha messo la pietra tombale: «Dalla consultazione degli archivi e delle banche dati dell’Ateneo non risulta alcun Master universitario di primo livello sull’Immigrazione rilasciato nel 2000 alla dottoressa Annalisa Vegna». Al che Valente ha annunciato la revisione della valutazione dei punteggi: «L’Università ha chiarito definitivamente la questione, è chiaro che l’Amministrazione regionale rivedrà la posizione a suo tempo assunta». Cioè toglierà l’incarico a Vegna e lo darà a de Fornasari?

La richiesta «Vietare le Olimpiadi agli Stati antisportivi»

L’ITER

Al di là del caso specifico, il punto è che in consiglio regionale del Veneto le selezioni interne per il conferimento di incarichi avvengono con autocertificazioni. Il dipendente dichiara titoli ed esperienze, ovviamente sotto la propria responsabilità, tanto che in caso di “falsità documentali o dichiarative” si può arrivare addirittura al licenziamento.

Solo che l’ente dovrebbe controllare: “Le amministrazioni procedenti - impone il Dpr 445/2000 sono tenute ad effettuare idonei controlli, anche a campione, e in tutti i casi in cui sorgono fondati dubbi, sulla veridicità, delle dichiarazioni sostitutive». Palazzo Ferro Fini controlla? «Lo facciamo», ha garantito la dirigente di Palazzo Ferro Fini, Paola Rappo.

Anche per la selezione Appo 2019 per la posizione Po-31 Difesa civica, su cui ora c’è la retromarcia? «Di quest’ultima vicenda non avevamo ancora iniziato le verifiche».

L’INTERVENTO

Tant’è, in consiglio regionale del Veneto ci sarebbero altri due casi “dubbi”. Ne parla la consigliera regionale Patrizia Bartelle (Veneto 2020 - Italia in Comune) che ha annunciato un atto ispettivo. In ballo sempre master universitari che tali, però, non sarebbero, così come diplomi non rilasciati da Università. «La consigliera Bartelle ci dica i nomi ha risposto Valente - La segreteria generale del consiglio regionale del Veneto tutela i dipendenti nel rispetto della normativa».

Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

PALAZZO FERRO FINI La sede del consiglio regionale del Veneto a Venezia

Canoni Ater, Lanzarin annuncia correttivi per seimila inquilini IN AULA VENEZIA Nuovi canoni Ater, ci saranno correttivi per 6mila inquilini del Veneto. Lo ha annunciato ieri, durante la seduta del consiglio regionale, l’assessore Manuela Lanzarin. Il dibattito è stato innescato da una mozione presentata dal Partito Democratico che chiedeva di rivedere la legge e, soprattutto, il regolamento applicativo che ha comportato l’aumento dei canoni degli alloggi popolari mettendo in difficoltà tantissimi inquilini, soprattutto anziani. I consiglieri del Pd, a partire da Claudio Sinigaglia e Francesca Zottis, hanno contestato alla Lega di non aver avviato controlli in passato per scovare i “furboni” con patrimoni immobiliari e sostanziosi conti in banca: «I commissari prima e i presidenti delle Ater poi sono

sempre stati nominati da Zaia, perché non hanno vigilato?».

L’assessore Lanzarin ha confermato che la legge non sarà modificata, ma che ci saranno dei correttivi per 6mila dei 12mila casi critici analizzati. Correttivi - ha detto l’assessore - per «tutelare le fragilità». Chi ha pagato più del dovuto avrà dei conguagli. Il Pd invece chiedeva di sospendere l’applicazione e di modificare la normativa, in attesa delle conclusioni del Nucleo tecnico che sarà al lavoro fino al 30 settembre. «Ecco il Veneto Tax Free di Zaia, che non mette mani in tasca a chi ha redditi alti, ma lo fa a 25.902 nuclei familiari con un Isee inferiore a 20 mila euro», ha detto il capogruppo dem Stefano Fracasso.

SERENISSIMI INTERVENTI Opposizione divisa sui fondi, 300mila euro, destinati a inter-

venti per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della Serenissima in Istria, Dalmazia e nell’Area Mediterranea. Il Pd ha votato a favore, mentre il M5s e i tre consiglieri di Veneto 2020 Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda hanno votato contro. «Chiedevamo più trasparenza e controllo, con una rendicontazione precisa - hanno protestato i pentastellati - ma la maggioranza si è chiusa a riccio».

OPPOSIZIONI DIVISE SUI FONDI PER GLI INTERVENTI NELL’EX SERENISSIMA. E DA AVEPA NASCERÀ UNA NUOVA SPA

VENEZIA «Stop agli atteggiamenti antisportivi. Le Olimpiadi e le manifestazioni sportive internazionali siano apolitiche.

I governi che intervengono condizionando i proprio atleti siano esclusi dagli eventi mondiali». È quanto chiedono i consiglieri regionali del gruppo Centro Destra Veneto Autonomia e Libertà, Stefano Casali, Andrea Bassi e Fabiano Barbisan, firmatari di una risoluzione per cambiare le regole olimpiche: agli Stati che si macchiano di comportamenti antisportivi come l’Iran che aveva imposto al suo judoka Saeid Mollaei di perdere ai Mondiali di Tokyo per evitare la finale con un atleta israeliano - deve essere impedito di partecipare ai Giochi per due tornate. La richiesta a Zaia è che si attivi in tal senso presso il Coni e il Cio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

AVEPA SI SDOPPIA E intanto si profila la creazione di una nuova società secondo quanto previsto dalla legge approvata ieri a Palazzo Ferro Fini che individua in Avepa le funzioni di organismo pagatore in agricoltura su più regioni. «In linea di principio potevamo anche essere favorevoli a un allargamento delle competenze di Avepa per rispondere con maggiore efficienza ai bisogni del mondo agricolo - ha detto Francesca Zottis (Pd) - Non comprendiamo però quali siano le motivazioni che portano la Regione all’istituzione di un nuovo ente in collaborazione con altre regioni o provincie autonome. Non ci è stata fornita alcuna reale motivazione sulla necessità di costituire un nuovo ente. Aspettiamo di vedere come il provvedimento si concretizzerà, per poter dare un giudizio più puntuale. Ma ad oggi, per noi, è un potenziale ente inutile».

Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Sportello postale distribuisce il doppio dei soldi richiesti `Caccia ai “fortunati”

che hanno prelevato, ammanco di 5mila euro IL DISGUIDO GALZIGNANO TERME (PADOVA ) Inseriscono nel bancomat la tessera, digitano l’importo da prelevare e si ritrovano con il doppio di quanto richiesto. La pioggia di euro è stata erogata, nell’ultimo fine settimana, dalla postazione Atm dell’ufficio postale di Galzignano Terme, piccolo centro dei Colli Euganei. Fra il pomeriggio di sabato e l’intera domenica dello scorso fine settimana, il dispositivo ha distribuito 10mila euro, esattamente il doppio di quanto risulta dalle transazioni registrate. Dei cinquemila euro eccedenti, tremila sono già stati restituiti dai correntisti che lunedì si sono recati nella filiale di Poste Italiane. All’appel-

lo, al momento, mancano quindi duemila euro. Il personale è però riuscito, tramite il numero di serie delle carte utilizzate, a risalire a tutti i clienti che hanno prelevato il denaro e li stanno contattando per ottenere la restituzione delle somme in eccesso. «Disservizi del genere sono molti rari – spiega il portavoce dell’ufficio relazioni esterne di Mestre di Poste Italiane -. In questo caso, abbiano accertato che tutto è dipeso dal fattore umano. Un nostro dipendente, per errore, ha messo le banconote nel posto sbagliato. All’interno di ogni dispositivo ci sono degli scomparti in cui il denaro viene suddiviso a seconda dei tagli. Se, per fare un esempio, nel “cassettino” che ospita le banconote da dieci euro sono inserite quelle da venti, automaticamente viene erogata una cifra superiore a quella richiesta».

L’ERRORE DI UN IMPIEGATO Ed è esattamente quello che è

GALZIGNANO TERME Il postamat di via Benedetti

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accaduto nel paesino al centro degli Euganei, dove la notizia si è sparsa in un lampo, provocando curiosità e anche parecchia ironia. «I primi clienti – continua il portavoce di Poste Italiane – hanno contattato un nostro dipendente già la sera di domenica, chiamandolo a casa. Galzignano è piccola e si conoscono tutti. E lui ha provveduto subito a bloccare il dispositivo». Poi sono iniziati i conteggi del denaro effettivamente mancante a fronte della movimentazione registrata e gli accertamenti per chiarire cosa fosse accaduto.

Sulla vicenda interviene anche Silvia Capuzzo della Lega Consumatori. «La cosa migliore da fare è restituire immediatamente i soldi in più – esordisce -. È comunque la prima volta che vengo a conoscenza di un caso del genere. Che questo curioso disservizio sia stata provocato da un errore umano oppure da un malfunzionamento di carattere tecnico, la questione non

cambia: il cliente dell’ufficio postale ha ottenuto più di quello che gli serviva».

Chi non si è già recato all’ufficio postale per riconsegnare le banconote, potrebbe rifiutarsi di farlo, una volta contattato?

«In questo caso, la faccenda forse si complicherebbe, ma difficilmente potrebbe far valere le sue ragioni – risponde Capuzzo -. Di sicuro, non potrebbe negare di averle intascate. La transazione telematica è stata infatti registrata e lo testimonia il numero di serie della sua carta Postamat». Gli accertamenti interni da parte della società potrebbero infine provocare qualche grattacapo a chi ha manualmente eseguito l’operazione di caricamento del bancomat. Che potrebbe adesso essere chiamato a rifondere di tasca propria la differenza, nel caso l’ammanco totale non venga alla fine interamente recuperato.

Eugenio Garzotto © RIPRODUZIONE RISERVATA

19

Economia

Mercoledì 18 Settembre 2019 www.gazzettino.it

H-Campus, parte il polo dell’innovazione Primo mattone per realizzare il più grande centro `Il progetto di Donadon finanziato da Cattolica e Cdp di formazione avanzata d’Europa vicino a Venezia ha rischiato lo stop. Zaia: «Non si intralci il privato» `

L’INIZIATIVA TREVISO Scuola, impresa e innovazione digitale si uniscono nella campagna al confine tra provincie di Treviso e Venezia, per dare vita un polo scolastico “unico in Europa e forse anche nel mondo”. Ne è sicuro Riccardo Donadon, mentre può finalmente tagliare il nastro del cantiere dell’H-Campus, il superprogetto formativo nato in seno ad H-Farm, principale gruppo italiano del digitale. Tra un anno, se tutto procederà secondo i piani, in questo spicchio di terra a ridosso del Sile, ci saranno duemila studenti e un migliaio tra insegnati e addetti, dall’asilo all’università e ai master a studiare le nuove tecnoglie e i loro effetti sull’economia e sulla vita quotidiana, mischiati agli startupper delle nuove società incubate in H-Farm. Il campus, secondo le stime potrebbe generare un indotto da 8,7 milioni di euro annui, ma soprattutto può rappresentare un esempio delle direttrici di sviluppo futuro del Veneto.

«Da qui partono iniziative, idee ma soprattutto la promozione della formazione unica – conferma il presidente della Regione Luca, Zaia, venuto a tenere a bat-

tesimo l’inaugurazione, assieme tra gli altri al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro -. In Veneto, l’autonomia ce l’abbiamo nel dna: non aspettiamo l’ente pubblico, come ci insegna Donadon, che ha dato vita ad una realtà di livello internazionale creata tutta con le proprie mani».

fortuna». Anche perché, a Donandon si sono uniti due partner del calibro di Cattolica Assicurazioni (proprietaria dei quasi 2mila ettari della tenuta di Ca’ Tron, in cui è inserito il complesso) e Cassa Depositi e Prestiti.

LABORATORI E CENTRO SPORTIVO Per realizzare il campus i tre soggetti hanno costituito un apposito fondo immobiliare da 101 milioni (di cui Cattolica detiene il 56%, Cdp il 40 e H-Farm il 4%), gestito da Finint: 59 milioni l’investimento per le costruzioni, di cui otto in viabilità, opere di urbanizzazione e infrastrutture.

Nei 51 ettari complessivi, il progetto prevede 13 nuovi edifici con aule, laboratori e spazi per lo studio. Didattica in inglese, corsi universitari di Ca’ Foscari. Ci saranno anche uno studentato da 244 posti e un centro sportivo con skate-park e pista da atletica. Cuore, la grande “collinetta” biblioteca-auditorium– ristorante, disegnata da Richard Rogers, l’archistar del Centre Pompidou di Parigi. In totale 30mila metri quadrati di superficie coperta, interamente a cubatura zero e in grado di autoprodurre l’85% dell’energia necessaria. Il 90% dell’area, però, resterà a verde.

Mattia Zanardo

TEMPI LUNGHI La posa della prima pietra, abbinata all’interramento del primo dei 3.500 alberi che costituiranno un parco pubblico da 27 ettari, arriva dopo un iter burocratico allungatosi oltre le previsioni (il progetto è stato presentato a fine 2015, i lavori avrebbero dovuto partire già un anno fa).

E, anche se ieri è stata giornata di ringraziamenti per tutti, la scorsa estate il percorso ha subito un brusco rallentamento, in seguito agli ulteriori adeguamenti contro rischi idrogeologici e altre prescrizioni richieste dalla Commissione Via. Lo stesso governatore invoca corsie più spedite per simili iniziative: «Non bisogna fermare l’iniziativa privata: ho l’impressione che la burocrazia nasca dalla volontà di intralciare chi ha più ingegno o voglia di fare. C’era qualcuno che non voleva questo campus e ha cercato di tirare il freno, ma non è bastato: solo i pessimisti non fanno

ALL’AVANGUARDIA Il progetto H-Campus nella tenuta di Ca’Tron

BpVi: il caos della compravendita di azioni IL CRAC VENEZIA In Popolare Vicenza non c’erano procedure informatiche per comprare e vendere le azioni.

«Tutto veniva registrato in fogli excel e su carta», ricorda Sergio Romano, ex responsabile della direzione supporto rete e sviluppo di Bpvi nel corso della sua testimonianza al processo sul crac della banca berica. Insomma, Popolare Vicenza nell’era digitale era ancora ferma alla ... carta carbone. Un processo da emanuensi che sicuramente faceva il gioco di più di qualcuno se a inizio del 2015, quando il gigante con i piedi d’argilla del credito veneto stava già vacillando, era scattato l’allarme rosso sulle azioni e sul meccanismo delle baciate. Il direttore generale Sorato «mi diede l’ordine di occultare le domande di vendita fino a marzo 2015, ritengo perché la lunga lista di azioni che non venivano processato fosse un problema». S’erano moltiplicati gli ordini di vendita fermi, che erano arrivati a 350 milioni.

«E invece in Bce avevano comuni-

cato che ammontavano a 100 milioni». Romano non ci sta e dà ordine ai colleghi di non nascondere nulla.

Cinque ore sotto il fuoco di fila di giudici e avvocati, Romano, racconta la corsa vertiginosa di una banca che in pochi anni pas-

sa da 70mila a 118mila soci. Troppi per gestire ancora le compravendite con il fondo interno alla banca, usato per anni come bilancino per far quadrare i conti e soddisfare i soci che volevano uscire, soprattutto alcuni di quelli di peso liquidati ancora a inizio

La protesta

Iva al 22%, scuole guida in sciopero ROMA Le autoscuole chiudono oggi per protesta contro l’introduzione dell’Iva al 22% per le patenti e, di conseguenza, salta il 50% degli esami di guida previsti.

Le 3.500 autoscuole aderenti a Unasca e Confarca protestano così contro la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate del 2 settembre scorso, che, recependo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 14 marzo 2019, ha introdotto un nuovo regime fiscale per l’insegnamento delle

autoscuole. Non si svolgeranno quindi gli esami di pratica previsti per oggi, mentre nelle altre 3.500 autoscuole non associate le prove di guida dovrebbero tenersi normalmente. «Da Aosta a Siracusa - spiegano Unasca e Confarca - le autoscuole italiane sospenderanno le lezioni e le loro attività per protestare anche contro il recupero retroattivo dell’imposta su tutti corsi per le patenti già svolti sino al 2014». © RIPRODUZIONE RISERVATA

del 2015 quando la massa era ferma al palo. E l’uomo che conosceva a fondo la situazione dei soci era proprio Romano, che per anni aveva cercato di informatizzare il via vai degli azionisti. È lui a raccontare davanti ai giudici di Vicenza dei suoi tentativi di rendere più verificabile tutto il processo di compravendita, senza successo. Fino a che non gli venne chiaramente detto in faccia, che se non la finiva di insistere con l’informatizzazione sarebbe stato licenziato. Ne ha mai parlato con l’ex presidente Gianni Zonin, imputato nel processo sul crac Popolare? «No, in banca c’erano rigidi rapporti gerarchici, io riferivo a Sorato».

IMMOBILI VERSO BAIN Novità dalla liquidazione. Entro settembre potrebbe chiudersi la vendita di Immobiliare Stampa, la società che controlla il patrimonio della Popolare Vicenza in liquidazione. In corsa ci sarebbe solo Bain Capital, il fondo assistito dalla banca d’affari Lazard vuole accaparrarsi palazzi di pregio di BpVi, da quello di Milano in

© RIPRODUZIONE RISERVATA

via Turati a quello di Roma in via del Tritone arrivando allo storico palazzo Thiene a Vicenza di Andrea Palladio che era la sede di rappresenzantanza di Popolare Vicenza con k’ex sede berica della Banca d’Italia di palazzo Repeta. In più ci sono filiali, direzioni e agenzie tra veneto, Toscana e Sicilia della banca veneta finita in liquidazione il 25 giugno 2017. Un patrimonio che era valutato anni fa intorno ai 400 milioni ma che ora, dopo la vendita della sede milanese di Fineco in zona piazzale Loreto per 70 milioni e la crisi di questi anni, non si arriverebbe che a 200 milioni, senza contare i debiti di Immobiliare Stampa.

L’advisor Vitale & Co sta definendo gli ultimi dettagli della cessione. Immobiliare Stampa ha chiuso il 2017 con ricavi per 25,38 milioni, un ebitda di 19,83 milioni e una perdita di oltre 33 milioni, a fronte di liquidità netta per 19 milioni e un patrimonio netto (quindi il valore di bilancio degli immobili che ne costituiscono gli asset) di 170,9 milioni. La società immobiliare era rimasta esclusa dal perimetro delle attività delle banche venete passate a Intesa Sanpaolo, rimasta con una quota minima della società vicentina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cfo compra la boutique finanziaria Alpe Adria ESCE CREDINVEST VENEZIA Tutto in un anno e mezzo: nel febbraio del 2018 era entrata in maggioranza, ieri l’uscita di scena. Credinvest, la banca svizzera che la famiglia De Vido controlla al 45% tramite Sintesi, ha ceduto il 52% di Alpe Adria Gestioni - sede a Pordenone e Milano, boutique finanziaria di grandi famiglie del Nordest a Cfo Sim, società guidata da Andrea Caraceni. Il restante 48% di Alpe Adria Gestioni rimane invece in capo ai fondatori, un gruppo di famiglie imprenditoriali del Nordest come Zoppas, Vecchi, Bottacin e Zanussi, che la crearono nel 1995 per avere un family office dedicato alla gestione dei loro patrimoni. L’acquisizione da parte di Cfo Sim è stata appoggiata da tutti gli azionisti, che l’hanno approvata in assemblea all’unanimità alla presenza del 94% del capitale.

DE VIDO LASCIA SPAZIO Dopo l’uscita di Credinvest, i vecchi fondatori sono tornati ai vertici: Michelangelo Canova nominato presidente, mentre Felice Fort e Umberto Spadotto sono stati designati Ad. Nel cda siedono ora i tre amministratori esecutivi della nuova società controllante: Andrea Caraceni, Massimo Maria Gionso e Corrado Pachera. Con l’unione tra le due società, il gruppo Cfo Sim supera i 2 miliardi di capitale gestito con forte posizionamento nell’area del Nordest. «Questa operazione si inserisce nella nostra linea evolutiva», dice Andrea Caraceni, Ad di Cfo Sim, che non nasconde la volontà di replicare in futuro con altri intermediari la partnership avviata con Alpe Adria Gestioni.

Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

ANDREA CARACENI Ad di Cfo, Corporate Family Office

La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano

Quotaz.

Var.%

1,1026 119,2300 0,8881 1,0966 333,9600 25,9160 4,3416 16,2780 7,8249 3,9227 4,5207

-0,045 0,227 0,342 0,311 0,615 0,131 0,405 0,794 0,375 0,523 0,153

Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano

Max anno

Quantità trattate

A2a

1,597

-0,47

1,435

Atlantia

20,76

1,57

18,115

1,646 1093493 24,76

388130

17,080

0,23

9,455 18,034

98895

Banca Mediolanum

6,970

0,43

5,016

6,980

62806

Banco Bpm

1,853

-3,94

1,612

2,142

3138087

Bper Banca

3,502

-3,26

2,945

4,256

609482

Brembo

9,370

-1,58

8,202 11,841

50852

19,930

-2,50

14,925

20,64

37170

Azimut H.

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Denaro

Lettera

Campari

8,260

1,35

7,347

9,238

220772

41,25 463,35 305,60 242,00

44,25 519,15 335,00 264,00

Cnh Industrial

9,940

-2,12

7,741 10,135

312060

Enel

6,517

0,54

5,057

Eni

14,152

-1,13

Exor

62,56

-1,11

Fca-fiat Chrysler A

12,390

Ferragamo

17,735

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.

Min. anno

Max anno

Quantità trattate

9,360

-4,14

8,589 12,426

396605

Ubi Banca

2,458

-2,96

2,103

17,325

-0,29

14,443 17,474

447508

Unicredito

10,884

-3,34

9,241 12,980

Intesa Sanpaolo

2,125

-0,86

1,819

2,344 12210514

Unipol

4,729

-1,05

3,438

4,793

127175

Italgas

5,706

1,64

5,005

6,234

204773

Unipolsai

2,397

-0,75

1,955

2,465

174596

Leonardo

11,325

-2,96

7,567 11,821

202599

NORDEST

Mediaset

2,736

-1,58

2,566

3,015

208800

Ascopiave

3,835

0,92

2,931

4,243

10577

Mediobanca

9,518

-0,42

7,250

9,634

224100

B. Ifis

15,050

-1,89

11,248

20,28

38346

Moncler

34,13

-0,50

28,13

39,67

65263

1,962

-1,01

1,712

2,619

3243

Poste Italiane

9,974

-0,85

199171

Cattolica Ass.

7,800

-0,13

7,057

8,891

18824

Prysmian

20,20

-3,81

14,954

20,91

341748

Danieli

15,700

-0,76

14,711 19,467

1629

Recordati

38,85

1,57

29,44

40,66

32031

De’ Longhi

19,140

-1,59

16,557

Finecobank

FTSE MIB

Buzzi Unicem

ORO E MONETE

Min. anno

Generali

6,926 10,165

Carraro

2,836 1030964 2554127

25,71

10570

Saipem

4,468

-4,59

3,225

4,991

1357234

Eurotech

7,120

-2,73

3,284

7,171

169115

6,739

2241503

Snam

4,460

0,41

3,895

4,820

962852

Geox

1,274

-1,55

1,147

1,906

23351

13,054 15,941

1893624

Stmicroelectr.

17,805

-1,38

10,842 18,293

234124

M. Zanetti Beverage

5,860

-1,35

5,565

6,515

1121

64,86

22176

Telecom Italia

0,5080

-1,68 0,4370 0,5655 5589033

Ovs

1,675

-3,35

1,101

1,953

172175

-1,53

11,073 13,723

723086

Tenaris

10,320

-1,90

9,316 13,446

572701

Stefanel

0,1100

0,00 0,0780 0,1632

N.R.

-2,07

17,209

50396

Terna

5,618

0,46

5,026

666584

Zignago Vetro

10,640

-0,93

46,35

21,53

581de53b-8637-4192-8469-59c24c58172f

6,009

8,442 11,230

2266

MERCOLEDÌ 18 SETTEMBRE 2019 IL MATTINO

PADOVA

21

il diktat

«Fuori dalla Giunta chi corre in Regione» Il sindaco Sergio Giordani avvisa i suoi: «Chi si candida per un posto in Consiglio dovrà rimettere tutte le deleghe» Mentre a Padova la musica “renziana” suona ancora a basso volume, i movimenti per essere inseriti in una delle liste di centrosinistra per le elezioni regionali del prossimo anno sono già abbondantemente in corso. A dettare le regole delle candidature saranno i rispettivi capi politici, ma le prescrizioni sulle eventuali ambizioni di uomini di giunta sono già arrivate direttamente da Sergio Giordani.

SCELTA OBBLIGATA

Subito dopo il ritorno di tutta la squadra dalle ferie estive, il sindaco ha annunciato ai suoi assessori che, qualora legittimamente vogliano correre per un posto come consigliere regionale nel 2020, un attimo dopo l’ufficializzazione della candidatura dovranno dimettersi e rimettere nelle sue mani le deleghe. Un “diktat” irrevocabile che ha spiazzato alcuni componenti della squadra di Palazzo Moroni in trattativa per un’eventuale corsa a Palazzo Balbi, e basato sulla richiesta del rispetto del voto dei cittadini, della maggioranza e dello stesso primo cittadino.

Questi i punti evidenziati da Giordani che potrebbe quindi

doevr affrontare un rimpasto di giunta.

I PAPABILI

Attualmente i nomi sono solo tre: Arturo Lorenzoni, Andrea Micalizzi e Antonio Bressa. Il vicesindaco ha presentato a giugno il progetto “Il Veneto che vogliamo» insieme a uno dei suo consiglieri politici, Marco Carrai. L’obiettivo è quello di riproporre l’esperienza politica di Coalizione civica a livello regionale, e non è escluso che sia proprio il professore a giocarsi la partita a Venezia.

Se così fosse, dovrà abbandonare l’ufficio al primo piano di Palazzo Moroni, dove sono conservati tutti i progetti sulla mobilità e la viabilità del futuro, a partire dal tram fino alle nuove aree pedonali. Sempre che non entri in partita direttamente Carrai, ex assessore di Flavio Zanonato. Nel Pd invece invece gli unici ad avere le carte in regola per provarci sono Bressa e Micalizzi, rispettivamente assessore al Commercio e ai Lavori pubblici. Il primo ha fatto tutta la trafila formale per arrivare al ruolo di assessore, passando per i circoli fino alle segreterie di partito, mentre il secondo è partito

dall’attivismo nei quartieri e dal 2010, esclusa la parentesi della giunta Bitonci, ha sempre amministrato. Due profili diversi, uno in camicia l’altro in maglietta, su cui il partito vorrebbe puntare considerando il curriculum politico, i consensi e la capacità di polarizzare la loro visibilità.

NELL’OMBRA

C’è in realtà un quarto uomo che per adesso lavora nell’ombra, l’assessore alla Cultura Andrea Colasio. Dopo aver lasciato il Pd si è assestato nei movimenti centristi e conserva buoni rapporti con tutti gli attori politici, compreso l’attuale governatore Luca Zaia. — Luca Preziusi

Il sindaco Sergio Giordani con tutti gli assessori della Giunta comunale

SICUREZZA IN AGRICOLTURA. AMORE PER LA VITA.

la proposta di fdi

«Test antidoping per gli amministratori di Palazzo Moroni» Un test antidoping come nel mondo dello sport. È la proposta lanciata dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia a tutti gli amministratori di Palazzo Moroni, Giordani in testa. Elena Cappellini ed Enrico Turrin hanno già depositato una mozione da discutere in consiglio comunale, che prevede un test antidroga per tutta la giunta e i componenti del parlamentino di Palazzo Moroni, ovviamente senza obbligo, ma su base volontaria.

«A Padova il problema dello spaccio e della dipendenza da sostanze stupefacenti ha raggiunto i livelli degli anni Ottanta» spiegano Cappellini e Turrin, «ed è un tema di cui si parla ogni giorno. Il sindaco e il prefetto hanno convocato dei tavoli proprio per affrontare il fenomeno, e quindi abbiamo pensato che dare per primi il buon esempio, in maniera trasparente e dimostrando di essere puliti, sarebbe un segnale di onestà, correttezza e rettitudine».

Al prossimo consiglio comunale utile si valuterà quindi la disponibilità da parte del sindaco Giordani, della sua giunta e di tutti i consiglieri, compresi gli altri componenti dell’opposizione, dai leghisti ai forzisti, fino al grillino Giacomo Cu-

sumano. «Fratelli d’Italia considera il consumo di stupefacenti uno dei mali peggiori della società. La droga è una delle maggiori fonti di traffici illeciti e finanziamento della criminalità internazionale. L’ultima relazione al Parlamento riporta che, nel 2017, circa 4 milioni di italiani hanno utilizzato almeno una sostanza stupefacente illegale e di questi, mezzo milione ne fanno uso frequente» spiegano da Fdi. La ricetta? Bastone e carota: «Ribadiamo che devono essere potenziate le attività di prevenzione, cura e riabilitazione senza tralasciare l’attività di contrasto al traffico e allo spaccio. Contemporaneamente bisogna potenziare e incrementare l’informazione, la ricerca, il monitoraggio per contribuire a una migliore comprensione di tutti gli aspetti del fenomeno. È un impegno al quale il mondo istituzionale non può sottrarsi, soprattutto per la tutela dei giovani e delle famiglie».

La proposta è stata già fatta e discussa anche in consiglio regionale a giugno, sempre da parte di Fratelli d’Italia, ottenendo l’approvazione da tutti i gruppi consiliari senza neanche un voto contrario. — LU. PRE.

UOMINI E MACCHINE, OBIETTIVO SICUREZZA Trattrici, macchine e attrezzature agricole sono strumenti che gli agricoltori, i contoterzisti e i manutentori del verde e del territorio utilizzano ogni giorno, per ogni tipo di lavorazione. Debbono quindi essere sicure, e usate con prudenza e competenza.

MACCHINE VECCHIE, IL PERICOLO “IN CASA” Nelle aziende agricole italiane si utilizzano trattrici e macchinari che spesso hanno 30 o 40 anni d’età e questo comporta minore produttività, consumi elevati, inquinamento ambientale e soprattutto rischi per l’incolumità degli operatori. Secondo i dati ufficiali il comparto agro-forestale registra ogni anno circa 200 incidenti mortali.

MEZZI AGRICOLI FUORI CONTROLLO Senza una revisione periodica presso officine specializzate, che verifichi anche l’efficienza delle parti meccaniche, il rischio di incidenti aumenta notevolmente. Molti infortuni, peraltro, possono essere causati dall’impiego di macchine prodotte in Paesi esteri, prive dei requisiti di sicurezza previsti dalle leggi europee.

MACCHINE NUOVE, UNA SCELTA POSSIBILE L’acquisto di mezzi meccanici di nuova generazione costituisce la soluzione migliore per ottenere efficienza e sicurezza nelle operazioni. Per facilitarne l’acquisto, l’Unione Europea, il Governo e le Regioni hanno elaborato forme di incentivazione, dai PSR ai contributi INAIL fino alla Legge Sabatini e alle disposizioni delle singole amministrazioni locali.

FEDERUNACOMA, UNO SPORTELLO DEDICATO Rivolgendosi alla Federazione italiana dei costruttori di macchine agricole, ogni operatore può avere informazioni e dettagli in merito alla revisione delle macchine vecchie, alle agevolazioni per l’acquisto di macchine nuove, alla sorveglianza sui mezzi meccanici illegali e al conseguimento del patentino obbligatorio che abilita gli operatori agricoli all’uso dei mezzi meccanici.

PER INFORMAZIONI progettosicurezza.federunacoma.it

VI

Rovigo

Mercoledì 18 Settembre 2019 www.gazzettino.it

Renzi? «No, grazie: restiamo nel Pd» `Entusiasta l’ex assessore comunale Frigato: Poco entusiasmo in Polesine per la “scissione” annunciata dall’ex premier: «Il partito ne soffrirà» «Una fuga in avanti che mi sollecita e solletica» `

POLITICA ROVIGO Matteo Renzi chiama,

lanciando il proprio partito, e il Polesine risponde con freddezza. La nuova stagione inaugurata dal politico di Rignano, nato rottamatore, trova, almeno per il momento, una sponda convinta solo in due alfieri della primissima ora del “renzismo”.

L’avvocato Giacomo Bovolenta, consigliere di maggioranza di Porto Tolle, non nasconde il proprio entusiasmo: «Era l’ora, aspettavo questo momento da anni. Sono sempre stato convinto della necessità di una scissione, lo dissi a Renzi già nel 2012 quando venne a Rovigo. Sto già pensando di riattivare la rete di contatti, qualcuno mi ha già chiamato. E’ un progetto interessante avvincente, perché vuole parlare di contenuti con un linguaggio diverso dalle urla e dagli insulti: in giro vedo molta tattica, io che non sono del Pd non ho problemi ad espormi e a dire che ci voleva».

EX ASSESSORE Pronto a rimettersi “in marcia” anche l’ex assessore e presidente del consiglio provinciale Federico Frigato, che dopo le

primarie per la candidatura a sindaco del 2015 ha fatto un passo indietro: «La passione politica c’è ancora e resto un renziano convinto. Già quest’estate avevo iniziato con alcuni amici a pensare di formare un comitato. Ora, questa fuga in avanti solletica e sollecita». A fronte di due “bis-renziani della prima ora”, pronti a prendere parte alla prossima Leopolda, molto meno convinto un altro storico sostenitore di Renzi in Polesine, già coordinatore veneto dei suoi comitati fra 2012 e 2013, il sindaco di Canaro Nicola Garbellini: «Al momento resto dove sono. E’ difficile sbilanciarsi perché non sono chiari i contenuti. Di sicuro non si smarca dal sostegno al nuovo Governo, perché ha contribuito a farlo nascere. E non penso che lo indebolisca, anche se non ritengo che abbia in mente di raccogliere eventuali parlamentari in uscita da Forza Italia. Credo abbia in testa un partito come quello di Macron, molto liquido e incentrato sulla figura del leader e su un rapporto diretto con gli elettori. Non nego di essere incuriosito, ma avendo vissuto la fase costitutiva del Pd, avendo lavorato e fatto fatica per cercare di farlo crescere, non penso di lasciarlo».

il partito. Questo strappo, invece, non lo comprendo e non credo che rafforzi né il Pd, né il Governo. Per la mia storia sono e resto nel Pd, anche se ho seguito e apprezzato Renzi nelle sue scelte di Governo, meno su quelle partitiche. Non sarò mai, insomma, uno che dice finalmente se n’è andato, perché è sì una figura ingombrante, ma non sarà mai un avversario».

COMITATI CIVICI

ENTUSIASTA Federico Frigato, ex assessore provinciale del Pd

ASSEMBLEA PROVINCIALE Lunedì, nell’assemblea provinciale del Pd, i toni sono stati abbastanza duri nei confronti della scelta di Renzi. E il segretario Giuseppe Traniello Gradassi bolla il tutto come «una scissione perniciosa, che in un momento delicato come questo non fa male solo al partito, dal quale uno come lui ha avuto tutto, intaccandone la necessaria unità, ma mette a rischio il Paese stesso minando la tenuta del Governo Conte, che pur con tut-

ti i dubbi della convivenza con i 5stelle, rappresenta un argine all’imbarbarimento». Secco anche il consigliere regionale Graziano Azzalin: «Una mossa dettata dall’ego e dalla volontà ricattare Governo e Pd». Critico anche Diego Crivellari, che pure qualche mese fa aveva registrato un “comitato di azione civile”, rispondendo all’invito lanciato proprio da Renzi: «Due mesi fa non si sapeva che sarebbe andato a parare qui, speravo fosse un modo per rivitalizzare

Costa in prova dopo l’investimento GRANZETTE ROVIGO Era il 18 agosto di un an-

no fa, quando all’interno del parco dell’ex Ospedale psichiatrico di Granzette, il 70enne Roberto Costa, che per anni ha tenuto viva la memoria dell’ex manicomio organizzando visite e mostre, al volante di una Golf vecchio modello, intestata a sua moglie, ha investito Devis Vezzaro, 43enne vicentino (nella foto), fondatore dell’associazione “I luoghi dell’abbandono” che ha vinto il bando dell’Ulss 5 ottenendo in comodato proprio la gestione dell’intero complesso manicomiale:

un fatto che aveva destato scalpore e che si inseriva in un crescendo di attriti fra i due.

L’INCHIESTA Secondo il sostituto procuratore Monica Bombana, che aveva coordinato le indagini, non si sarebbe trattato di un incidente, ma di un’azione dolosa, motivo per cui Costa era stato indagato per l’ipotesi di reato di lesioni. E ieri è comparso davanti al giudice per le udienza preliminari Pietro Mondaini, che ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato difensore Gianluca Pertoldi, disponendo per Costa 4 mesi di messa alla prova da svolgersi alla Casa

IL SETTANTENNE AVEVA TRAVOLTO CON L’AUTO IL GESTORE DELL’EX MANICOMIO DI GRANZETTE

Albergo di Lendinara.

L’istituto della messa alla prova, introdotto nel 2014, prevede la sospensione di un procedimento per reati con pene fino a un massimo di quattro anni e lo svolgimento da parte dell’imputato di un periodo di lavori socialmente utili, con l’affidamento all’ufficio di esecuzione penale esterna. La durata e le prescrizioni della prova vengono decise dal giudice, di fronte al quale si tiene poi una nuova udienza per valutare, al termine, l’esito del programma di trattamento. L’imputato si deve far carico anche del risarcimento dei danni. Se l’esito è poi positivo, il reato

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Fra chi ha registrato un comitato, due a Rovigo, uno a Porto Viro e uno a Badia, anche a Polesella, dal sindaco Leonardo Raito, uscito dal Pd proprio dopo la scelta di sostenere il “Conte bis”. «Credo che sia una fase di forte disorientamento per gli elettori del Pd. Prima Calenda, ora Renzi. Anche se chi aveva evidenziato quanti problemi avrebbe causato l’accordo con i grillini aveva ampiamente anticipato i rischi di scissioni e spaccature. Credo sia presto per esprimere un giudizio politico. Renzi per me resta uno dei pochi dirigenti di autentico spessore che abbiamo, anche se deve limare delle spigolature caratteriali e di ego che in passato gli hanno fatto male».

Francesco Campi

viene dichiarato estinto, in caso contrario il procedimento riprende.

L’INVESTIMENTO E’ stato lo stesso Costa ad ammettere di aver colpito con l’auto il vicentino Vzzaro con il quale non correva buon sangue, illustrando all’epoca con un preciso comunicato stampa la propria versione dei fatti. Secondo il suo racconto, però, non si sarebbe trattato di un gesto volontario, bensì di un fatto accidentale, dovuto allo stato confusionale provocatogli da un pugno che il 42enne gli avrebbe sferrato precedentemente al volto, all’altezza dell’orecchio sinistro, e all’obnubilamento della vista dovuto alle lacrime di rabbia e dolore.

F.Cam.

SANITÀ PRIVATA REVOCATO LO SCIOPERO (F.Cam.) Uno stato di agitazione che ha dato i propri frutti, tanto che lo sciopero che era stato previsto per venerdì è stato revocato.

«Sono giorni caldi di agitazione e protesta: 3000 lavoratori della sanità privata, il 70% infermieri, aspettano il rinnovo contrattuale da altre 12 anni», sottolinea Attilio Minichini, dirigente territoriale per il Polesine della Uil Fpl. «Questi lavoratori – spiega si sentono molto delusi per il silenzio che continua a tenere nei loro confronti lo storico Collegio Ipasvi, oggi Ordine Fnopi: noi riteniamo che mai come ora sia necessario che, a fianco delle rappresentanze sindacali, l’ordine Fnopi prenda una chiara e precisa posizione a sostegno dei lavoratori. Siamo consapevoli che gli ordini professionali non sono una rappresentanza sindacale, ma è una reale questione di dignità professionale». La situazione si è sbloccata nel pomeriggio di ieri, con un incontro presso la sede Ministero della Salute di Lungotevere Ripa, alla presenza del ministro Roberto Speranza, con i rappresentanti di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, le organizzazioni datoriali di Aris e Aiop insieme alla Conferenza delle Regioni. Il ministro ha aperto la riunione, auspicando una ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto dei lavoratori della sanità privata e, alla luce dell’apertura del confronto, le organizzazioni sindacali hanno deciso di sospendere lo sciopero.

OGGI IN GRAN GUARDIA COME SI MUOVONO I MERCATI FINANZIARI (F.Cam.) Otto risparmiatori su dieci, in Italia, chiedono una maggiore consapevolezza finanziaria e si dicono favorevoli a programmi di educazione mirati. Per informare e rassicurare, Alleanza Assicurazioni, società del Gruppo Generali, che ha in Veneto 596 consulenti e 123.631 clienti, ha organizzato, per oggi alle 18.30, in Gran Guardia, un “investment day: una giornata dedicata ad approfondire conoscenza ed evoluzione dei mercati finanziari.