Zilli catalogo

un omaggio ad una meravigliosa coppia di artisti

Mario Zilli

Mario zilli

Zilli, poeta della natura e del colore, un’artista completo. È con vivo piacere che l’Amministrazione Comunale di Majano ospita nuovamente presso lo Spazio d’Arte “Ciro di Pers” una mostra personale del nostro concittadino il pittore Mario Zilli. In occasione dei tradizionali festeggiamenti ferragostani nell’agosto del 1991 la Pro Majano aveva organizzato un’esposizione dei lavori di Mario Zilli particolarmente apprezzata dai numerosi visitatori intervenuti.

Con questa nuova esposizione vogliamo rendere un doveroso omaggio alla lunga carriera e attività artistica del nostro compaesano, attività iniziata fin da giovanissimo e che ha riscosso numerosi consensi di critica e validi apprezzamenti.

Ricca è la produzione di Mario Zilli testimoniata anche dalla partecipazione a diverse mostre collettive ed esposizioni personali in Italia e all’estero e dai prestigiosi riconoscimenti ricevuti.

Le sue produzioni, realizzate con sicurezza del tratto grafico e con le tecniche più diverse, dagli oli su tela, agli acquerelli, alle tempere e anche alle sculture in cotto, affrontano i temi più disparati: paesaggi a spatola, studio dei cavalli in corsa, figure umane, nature morte, per non dimenticare la pittura religiosa. Zilli, poeta della natura e del colore, com’è stato definito, è un artista completo, dotato di una particolare sensibilità, che si è fatto da solo e che con la sua ricca produzione ha saputo dare un personale contributo alla pittura friulana e italiana.

Ringraziamo quindi Mario Zilli per aver portato ancora una volta le sue opere nel nostro spazio espositivo e un sincero ringraziamento anche al nostro illustre compaesano prof. Domenico Zannier per le note critiche che, riproposte a corredo del presente opuscolo, interpretano con acume e riconosciuta sensibilità poetica l’animo e l’arte di Zilli.

Un particolare e sentito ringraziamento all’appassionato d’arte e collezionista Luigi Paolo Martina che, grazie agli amichevoli rapporti con Mario Zilli, ha reso possibile l’organizzazione di questa esposizione, curando altresì la realizzazione della presente pubblicazione.

Siamo fiduciosi che questa nuova esposizione dell’artista Zilli non mancherà di attirare e coinvolgere emotivamente i visitatori, valorizzando nel contempo anche il nostro spazio espositivo.

Il Sindaco L’Assessore alla Cultura

Raffaella Paladin

comune di majano

Lieto Molinaro

un omaggio ad una meravigliosa coppia di artisti Ho sempre apprezzato l’arte e la mia più grande passione è appendere quadri alle pareti delle mie abitazioni. Mi ha sempre incuriosito conoscere di persona anche gli Artisti. Alcuni anni fa ho avuto l’opportunità di fare la conoscenza del pittore Mario Zilli e di sua moglie Antonietta, anch’ella valida artista. Ora con il loro consenso e con l’opportunità offertami dall’Amministrazione Comunale di Majano voglio riproporre una mostra antologica del maestro Zilli a distanza di 23 anni dalla precedente. Intende essere un omaggio ad una meravigliosa coppia di artisti e di squisite persone, sposati da 73 anni e che vivono circondati dalle loro numerose opere d’arte. Mario Zilli è timido, semplice, discreto e gentile e mi ha raccontato le vicende della sua vita e del suo percorso artistico, dei numerosissimi riconoscimenti avuti nel corso della lunga vita.

La sua produzione artistica ha toccato varie tematiche espresse sempre con passione e poesia.

Ritengo giusto che la città di Majano gli tributi questo importante omaggio di cui mi sono fatto promotore e per questo ringrazio il sindaco Raffaella Paladin e il vice assessore alla cultura Lieto Molinaro per la concessione della sede nel Municipio. Voglio ringraziare di cuore Mario Zilli e la signora Antonietta per la gentilezza e l’amicizia dimostratami.

Il promotore della mostra

Luigi Paolo Martina

PRESENTAZIONE Un turbinio vorticoso di cavalli, un danzare di onde ai confini del vento, l’impennarsi ardito delle forme corporee in una corsa di nuvole viventi, all’improvviso balzanti e bloccate nell’attimo irripetibile si fissano nell’opera pittorica, appena conclusa, di Mario Zilli. Il quadro sta davanti all’artista. Gli occhi penetranti del pittore guardano e soppesano.

Le braccia e le mani vibrano ancora nella tensione creativa.

Un altro lavoro è realizzato e la catena delle opere aggiunge un ennesimo anello da quando molti anni fa il giovanissimo Mario Zilli dipinse una Madonna di cinquecentesche reminiscenze. Lo studio del pittore lascia entrare la luce meridiana nella sua pienezza. I quadri alla parete parlano di tappe di vita artistica, raccontano una parabola che continua, precisano mete e traguardi.

Moltissime opere sono uscite da questo studio majanese per percorrere le vie della Terra e disseminarsi in ogni Continente, magari senza clamori, in operoso silenzio. Zilli è di autentica stirpe friulana, ma ha visto la luce in una città che in fatto d’arte ha insegnato molto all’umanità: Firenze.

Il Friuli e la Toscana sono per Mario Zilli un archetipo che regna al fondo dell’inconscio e che si libera e si realizza nella luce delle sue composizioni. La passione per l’arte lo conduce attraverso gli studi all’Accademia di Venezia, che frequenta per breve tempo. La situazione familiare non è troppo florida e Zilli è costretto a rimandare a tempi migliori il suo sogno. La concreta possibilità di un impiego statale e quindi di un sollievo all’economia della famiglia non sono realtà che si possono scartare a cuor leggero. Ma, assicurato l’impiego, Zilli non demorde. Il tempo che gli rimane a disposizione è tutto per l’arte.

Si tratta di conoscere gli artisti contemporanei, di intrecciare rapporti, ricevere stimoli. Il dipingere è per il nostro artista la manifestazione di un sentimento vissuto e la scoperta di se stesso e del mondo. La traiettoria di Zilli avanza lineare fin dalle prime creazioni. Il cordone ombelicale che lo lega ai grandi maestri del passato italiano ed europeo si fa più sottile.

Non si deve credere però che gli sperimentalismi stravaganti e pubblicitari di alcuni pittori moderni lo conquistino. Mario Zilli sa equilibrare le spinte dell’arte medioevale e rinascimentale, al limite del manierismo del Seicento, con gli stimoli dell’Ottocento e degli albori del Novecento, tra romanticismo e impressionismo. Dello scorso secolo vi aggiunge il senso di una asciutta e pensosa drammaticità. Nella Venezia dei suoi studi artistici Zilli conosce il pittore Ravagnan. Ravagnan apprezza le qualità del giovane artista e gli chiede di dipingere per la sua galleria d’arte. Zilli inizia ad esporre in rassegne collettive e personali in varie città d’Italia e nel

contempo all’estero. Tra le conoscenze importanti dell’epoca il pittore friulano entra in contatto con De Chirico, che lo invita espressamente a lavorare a Roma, Alberto Ziveri, che soggiornerà spesso a Majano, Carlo Gallo, celebre disegnatore. Sono conoscenze che assieme a diverse altre successive aprono Mario Zilli al dialogo con la pittura del nostro tempo.

Si arricchisce il linguaggio espressivo, si irrobustisce la figurazione, mantenendo fluidità e plasticità. Zilli rivela una mano felice nel tratto e ricorda i maestri del disegno, per i quali un artista del pennello deve anzitutto conoscere la valenza dell’espressione grafica. Zilli si fissa definitivamente nella terra dei suoi genitori, muovendosi solo per incontri, mostre, convegni, che si svolgono nelle città italiane. Ha soggiornato a Roma, a Milano, Genova, Firenze, Venezia e Ravenna. Alcuni viaggi e brevi periodi trascorsi in Austria, Svizzera e Francia lo hanno introdotto nel mondo artistico dell’Europa. Risulta fondamentale la comprensione della pittura francese espressionista e impressionista. I tesori della mitteleuropa vengono a conferire una dimensione spirituale più intensa.

La pittura di Zilli si articola in periodi temporali e atemporali nel senso che si basano sui soggetti trattati in un dato momento, ma che rimangono in seguito ricorrenti e di instaurano all’interno di nuovi progetti e di nuove proposte. Si sente la predilezione del pittore verso certe basi figurative, nelle quali la consonanza tra il gusto, l’affettività e la realizzazione è di palmare evidenza. La sequenza delle stagioni pittoriche o la periodizzazione della pittura di Zilli diventano quindi un problema di catalogazione più che di storicità.

Con queste premesse possiamo accostarci alle fasi dell’arte di Mario Zilli.

Va tenuto presente il rifiuto, costante, nonostante il fascino delle mode imperanti e certe discutibili affermazioni di qualche critico, dei moduli dell’astrattismo. Quanto di positivo si può cogliere nel cromatismo della composività astratta, certi tagli di luminosità, certe geometrie non sono del tutto estranee all’arte di Mario Zilli, ma prendono corpo soltanto nel figurativo, nell’immagine leggibile e comprensibile, nel riverbero creaturale della natura. Il primo periodo pittorico e grafico si qualifica nella rappresentazione del paesaggio. L’ispirazione è filtrata attraverso uno stile impressionistico e il colore gioca un ruolo importante. La figura è colore, nucleo cromatico che si espande senza dissolversi. forse reso compatto da nascoste radici di grafiche ascendenze. I clivi ondulati delle praterie con le prevalenze dei versi portano il biancore di vesti e cappelli della Belle Epoque. Le nuvole che si allungano e quasi volteggiano tra fasce

di cielo azzurrino richiamano i cieli della Bretagna e della Normandia.

Gli alberi hanno una vita di fremiti. L’erba fluidifica e fluttua come lembi di gonna nella luminosità diffusa e suadente. Appartengono a questo ciclo le famose marine di Zilli, sempre soffuse di grazia, dai timbri velati dell’alba o del crepuscolo. L’acqua del mare impone la sua anima cangiante alle rive, ai porti, al cielo. Segue un periodo in cui il pittore majanese avverte con maggiore insistenza il risvolto degli esseri animati. L’incontro con la persona umana e gli animali fa scaturire raffigurazioni emblematiche di un modo di vivere, quando non siano la felice descrizione di una bellezza esterna nei confronti della fisicità. La lezione impressionistica tocca l’elaborazione dei soggetti, che dipendono per altri lati da una morbidezza veneziana o da una classica venustà. Emblematici della gioia e della celata tristezza i pagliacci suonano o guardano lo spettacolo e sembrano interrogarlo. Rappresentativi dell’avventura e dello sradicamento, che non sia quello del proprio clan, zingari e zingare esprimono asciutta e scabra sofferenza e talvolta una certa selvatica e naturale, elementare voglia di vivere. Sono uomini alla ricerca di una pienezza che colmi il loro pellegrinare. I piccoli nudi sfumano una sensualità fogazziana, una naturalezza contemplante. I volti o ritratti, se vogliamo, senza piglio ritrattistico e iconografico, esprimono precipuamente visi femminei, sorridenti di una schietta felicità. Del lato formale c’è la sicurezza dell’enunciato e l’aderenza al reale con lievi punte di idealizzazione.

Veniamo al momento epico di Zilli: le memorie di una guerra patita e perduta, ubicata nelle sperdute steppe della Russia tra i Don e Nikolajevka nell’algido inverno delle distese innevate. Il bianco delle nevi è intriso di sangue. I cadaveri del fuoco e del gelo rabbrividiscono ai bordi delle strade e i superstiti, forti della loro tenacia e della loro indomabile speranza, avanzano e tra di essi la solidarietà è d’obbligo fino allo spasimo. Appare un pittore forte, capace di narrare il collettivo come l’individuale. L’epopea in grigioverde tra strisce rossigne di sangue e di fuoco si staglia nel candido deserto.

Esiste anche il periodo dei gatti, in genere persiani e siamesi, senza disdegnare i domestici. Quando Zilli dipinge i gatti, ne esprime le forme eleganti, fragili ma agili, e l’intensità visiva dei loro occhi aperti al giorno e alla notte, alla luce e alle tenebre. I gatti di Zilli sono raffigurati in pose di riposo e di abbandono o di attesa. Accennano alcuni a movimenti di osservazione e di ascolto, altri pare si compiacciano delle loro movenze. Grafica e cromatismo si integrano nella rappresentazione

pittorica. Il gatto è animale misterioso ed emana il suo fascino, addolcito dalle pareti casalinghe. Ed eccoci al momento magico dei cavalli. Quanti cavalli ha dipinto Mario Zilli? Sono tanti e tutti diversi in una scansione di ritmi e di slanci, di vitali dinamismi, di falcate viventi dell’essere.

Quasi sempre a gruppi dwwto del Centauro, trovano in Mario Zilli l’interprete della loro felicità esistenziale. Il connubio tra segno e colore si risolve in genere a favore del primo, senza mortificazioni per il secondo. Per Zilli i cavalli rappresentano una seconda epopea naturale.

La civiltà umana ha marciato con il cavallo. La frenesia della corsa, il misurato galoppo, l’alato balzo, lo scalpito degli zoccoli escono dai quadri di Zilli con pregnanza di forma e intellettiva sensibilità. I colli equini oscillano tra l’aria e la terra. I garretti comunicano energie insospettate, le mandrie sembrano esplodere in ogni direzione del cosmo, penetrare il vento, danzare sull’esistenza delle cose. Zilli ferma gli attimi fuggenti con mano sicura e testimonia il movimento in contrapposto alla staticità.

Sono pochissimi i pittori che sappiano rendere il dinamismo, vita e simbolo dell’universo equino, e Zilli vi riesce con passione e serenità. Il discorso su Zilli ci porterebbe ai suoi fiori, alle sue nature morte, ai tanti altri oggetti e soggetti del suo dipingere. Zilli è pittore realista e fantasioso, disegnatore nato e colorista attento e armonioso, che ha saputo conciliare e innovare, evidenziando una personale visione dell’arte e del mondo, originale e colta. Sul versante della pittura religiosa tra le varie opere si possono ricordare il Cristo crocifisso dalla società, il Cristo in croce, la Via Crucis di San Valentino di Cortale del Friuli. Il dramma di Gesù di Nazareth acquista una forza dirompente e i fiotti del sangue del Redentore suggellano una alleanza nuova, la nascita di una umanità futura, aperta al sacrificio e all’amore. Queste sono le dimensioni della pittura di Mario Zilli e i messaggi che la informano. Ama filoni diversi, pur nutrendo proprie simpatie tematiche. Quanto alle tecniche la sua produzione offre un campionario esauriente: oli su tela, acquerelli, acquetinte, acqueforti, tempere, guazzi, sanguigne, figurazioni a carboncino e, nella dimensione plastica, coltivata a tratti, sculture in cotto. La presenza attiva sulla scena dell’arte per tanti anni ha ottenuto i suoi frutti. La lunga carriera di Zilli è contrassegnata di affermazioni lusinghiere, di successi di pubblico e di critica. Osserva Licio Damiani come i disegni di Zilli siano aggressivi soprattutto nei soggetti dei cavalli, così pieni di vita.

C. Carrare annota come i fantasiosi e decisi accostamenti di colore, la pennellata sicura e marcata, il lirismo cromatico, esprimono con evidenza

indubbia la elevata maturità di Zilli.

Carlo Mutinelli scrive che Zilli affronta i temi più disparati, dallo studio dei cavalli in moto a quello della figura e conclude che senza dubbio Zilli è un pittore abile e dotato.

Vivo, arioso, sicuro lo definisce Gianni Passalenti e Vittorio Marangoni si accorge che la natura di Zilli non è idilliaca e che non cede a un romanticismo paesano e che l’interesse dell’artista è volto agli uomini e agli animali. Sono giudizi di critici regionali di qualche anno fa. Mario Zilli è continuamente cresciuto nella sua dimensione artistica come fanno fede i numerosi premi da lui conseguiti in corsi e rassegne. Dobbiamo infatti aggiungere che un’ampia documentazione sull’opera di Mario Zilli nell’Archivio dell’Arte Italiana del Novecento e al Kunsth storiches Institut in Florenz (Firenze). L’elenco dei critici d’arte che si dono interessati alle esposizioni di Zilli è molto numeroso. Quello che ci interessava era di rilevare l’uomo e l’artista e il contributo da lui offerto alla civiltà artistica friulana e italiana. Abbiamo l’esempio di come si possano realizzare espressioni nuove senza bandire tutto il dettato di una tradizione umanistica e classica della pittura. La personalità interiormente forte e originale si rifletterà nella sua opera. E’ quanto accade in Zilli, la cui maniera di realizzare l’arte e di creare la figura è subito riconoscibile per la personalità dell’impronta. La vita di Mario Zilli non reca con sé clamori ne pose o esibizioni atte a richiamare l’attenzione sul proprio operato. Vive l’esistenza di tutti, quella comune e autenticamente umana. E’ nell’arte che egli trova la misura di un vivere diverso, intimo e proprio con il quale colloquiare con i suoi simili e dare loro ricchezza di colori e di forme, educare all’amore dei ceti e delle persone più umili. Camminare lungo i sentieri dell’invenzione fantastica, degli affetti intensi e meditati, dei continui confronti tra Sé e le cose e infine scoprire una verità e un significato fondante dell’esistenza per tradurlo e ricrearlo nell’arte pittorica con chiarezza di linguaggio e sintesi comunicativa e liberante è la vera e unica avventura di Mario Zilli.

Domenico Zannier

i paesaggi

Autunno •

Opera di

ANTONIETTA ZILLI

Opera di ANTONIETTA ZILLI

Toni Paesaggio

Toni Paesaggio

•

•

Tramonto al mare

Tramonto in giardino

•

•

ritratti di vita

Merenda in collina •

Ragazzi al mare •

Riposo

L’incendio

•

•

i ritratti

Daniela con Camillo •

Ritratto Marchesa Sannito

Ripensando al passato

•

•

La veneziana

Donna Carnica

•

•

L’amore per i cavalli

Bozzetto di studio per cavalli •

Cavalli •

Gioia di vivere

Cavalli Bianchi

•

•

Bozzetto di studio per cavalli

Cavalli in amore

•

•

il nudo

Nudino •

Modella

Modella

•

•

Donna sdraiata •

Modella

Nudo controluce

•

•

la fede

Pietà •

Il grande Cristo

Volto di Cristo

•

•

Madonna di Monte di Buja

Annunciazione

•

•

Zingara

Zingara •

Volto di zingara

Zingara

•

•

gli schizzi

COMMENTI …ha rimosso la matrice originaria. Ha scoperto altre astrazioni. Ha arricchito il suo bagaglio culturale mettendone a nudo l’essenza. I cavalli in corsa, i nudini di adolescenti delicate e melanconiche, i colori trasparenti (ricercati e pur sempre spontanei) testimoniano la validità della sua opera…

G. PASSALENTI …disegni aggressivi soprattutto nei soggetti di cavalli così pieni di vita. Da segnalare anche gli acquerelli e i delicati casti nudini….

L. DAMIANI da “ IL GAZZETTINO” …i fantasiosi e decisi accostamenti di colore, la pennellata sicura e marcata, il lirismo cromatico, esprimono con evidenza indubbia la elevata maturità di Zilli….

C. CARRARA da una mostra in Udine …affronta i temi più disparati, dallo studio dei cavalli in moto a quello della figura, dai paesaggi a spatola a quelli ad acquerello, dalle composizioni popolate da molte figure alle nature morte.

Mario Zilli è senza dubbio un pittore abile e dotato…

C. MUTINELLI dal “MESSAGGERO VENETO” … in questa mostra è presente anche il pittore Maianese Mario Zilli con alcune delle sue ultime creazioni che raccolgono vivi consensi di critica e del pubblico…

Da “STRALIGNANO” MOSTRA DI ARTISTI EUROPEI …eppure io trovo che la sua natura non è idilliaca ne accede a un romanticismo paesano, cioè non solo le cose dell’uomo del piccolo idillio familiare che di più lo interessano ma GLI UOMINI e GLI ANIMALI… V. MARANGONI trasmissione RAI-TV Trieste

nelL’anima dell’artista

Una vita vissuta assieme

i premi ricevuti

Medaglia d’oro

Città di Firenze – collettiva A Milano all’International Pictures Organisation Collettiva con Guttuso – Brindisi – Gonzaga – Natali – Sergiacomo

Medaglia d’oro

Presidente della Repubblica – Pertini – 1981 – Quadro inserito nella galleria del Quirinale

Medaglia d’oro

Città di Ancona Ministero del Lavoro – Roma Presidente del Consiglio – Roma Nicola Picella – Segretario Generale Presidenza Repubblica – Ravenna XXX° Concorso Nazionale “Marina di Ravenna” 1982 V° Trofeo Canossa d’oro

Mostra grafica a Milano con:

Boatto – Carena - Maccari – Sassu – Tomea - Zavrelel

“ Omaggio del promotore della mostra e degli artisti”