Bollettino32

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Anno XII - N. 31 - 2015

Editoriale

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Il saluto del Rettore

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L’angolo agiografico Pellegrini di S. Gerardo

La Peregrinatio Mariae - 27 Settembre 2014.

Inizio della Peregrinatio

Sig. Simone Buzzeo Prof. Filippo Carcione Dott.ssa Maria Rosaria Fabrizio Prof. Fabio Miele Don Benedetto Minchella Prof. Angelo Molle Mons. Alessandro Recchia

- Zona Pastorale di Balsorano - Zona Pastorale di Sora - Zona Pastorale di Isola del Liri

Cronaca del Santuario - Battesimi - Prime Comunioni - Matrimoni - Anniversari di matrimonio

Eventi straordinari

Foto: Pastorale Digitale Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo Alberto Ciccoritti

C. Sacchi, L’apparizione della Madonna di Canneto alla Pastorella Silvana, Chiesa di S. Stefano, Settefrati (olio su tela, 2014)

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Estratto della Lettera del Vescovo Gerardo alla Diocesi per la conclusione della peregrinatio mariana

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DOLCE VERGINE MARIA

La nostra chiesa diocesana, che vive in Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, ha ricevuto l’abbraccio spirituale e il bacio materno della Vergine Maria, la Madre di Cristo e della Chiesa. La straordinaria visita della Madonna di Canneto, grazie alla peregrinatio diocesana che concluderemo nel prossimo mese di luglio, segna profondamente la storia e la memoria religiosa del nostro territorio.

Vogliamo ora conservare nel cuore gli eventi meravigliosi vissuti: «Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l’udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di quanta saggezza veniva illuminata!» (Lorenzo Giustiniani, vescovo, sermone 8). L’icona del vangelo della “visitazione” è la migliore chiave biblica per rileggere e valorizzare al meglio l’esperienza di questi mesi. “Conservare” nel cuore significa mettere insieme gli eventi, tenerli uniti e concatenati perché rivelino la trama dell’amore speciale di Dio attraverso il cuore di Maria, è custodire la loro memoria perché nel tempo continuino a irradiare energie spirituali per la nostra esistenza cristiana.

MARIA SI ALZÒ E ANDÒ IN FRETTA Maria dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo “si alzò”. È il medesimo verbo greco che gli evangelisti usano per parlare della risurrezione di Gesù. I due verbi (“si alzò” e “andò in fretta”) rivelano e fanno avanzare la missione di Maria. Quella della madre di Dio è, pertanto, il cammino dell’evangelizzatore. Maria si rivela come donna pasquale, annunciatrice della Pasqua del suo Figlio. È portatrice del kerygma, del primo annuncio che suscita la fede nel Signore morto e risorto: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti, il quale accompagna la nostra vita e ci salva» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 164).

“Alzarsi” e “andare” sono i due verbi che definiscono anche l’azione della Chiesa. Maria, infatti, ha voluto insegnare come “visitare” i

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nostri fratelli e sorelle, come farci carico e prenderci cura della loro vita. Maria è paradigma, modello ed esempio, della comunità cristiana.

Il primo motivo che ha ispirato la peregrinatio mariana diocesana è stato quello di favorire ancor più la comune “conversione pastorale” della nostra diocesi in stile missionario. La Chiesa, mentre celebra il mistero pasquale di Cristo, deve evangelizzare questo mistero che ha cambiato definitivamente le condizioni spirituali e le sorti, anche fisiche, dell’uomo. Di questo primo e permanente annuncio devono essere innervate le azioni pastorali della comunità cristiana, diversamente restano prassi sterili e ripetitive destinate all’insignificanza.

BENEDETTA TU FRA LE DONNE

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Elisabetta accoglie Maria in casa, rivolgendole una parola di benedizione: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (Lc 1,4243). Anche noi vogliamo dare voce ai sentimenti profondi del nostro animo e indirizzare a Maria e al frutto del suo grembo Gesù il nostro inno di lode e il canto della benedizione. E anche noi chiediamo a Maria: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?».

Stupore, gioia, responsabilità e impegno: sono le parole con le quali possiamo ripensare correttamente e fruttuosamente all’esperienza che il Signore ci ha concesso di vivere. Ringrazio il Signore per il risveglio di molte coscienze assopite. Il cuore di molti, vicini e lontani, non ha potuto resistere alla forte attrazione che Maria ha esercitato in tanti suoi figli.

L’accoglienza accorata ha sprigionato una gioia speciale con la quale abbiamo riconosciuto nella presenza di Maria un evento straordinario di predilezione. Lei si è fatta compagna di viaggio, pellegrina feriale, partecipe delle nostre ordinarie occupazioni. Ha abitato le nostre abitudini e ambienti di vita, ha condiviso i nostri ritmi di vita e i nostri limiti, ha partecipato alla nostra quotidianità.

Ha esercitato a nostro favore le grandi opere di misericordia: ha guardato con affetto materno le nostre famiglie consacrate dall’amore indissolubile, provato e sofferto, ma anche solido e fedele. Ha consolato le famiglie ferite, ha riempito la tristezza degli anziani, ha rafforzato la gioia innocente e pura di bambini e ragazzi. Ha accarezzato la sofferenza di anziani e ammalati. Ha visitato i carcerati, ha confortato i poveri, ha incoraggiato i disoccupati, ha illuminato i governanti. Ha raccolto le lacrime e le invocazioni di molti genitori, preoccupati soprattutto per i loro figli più giovani confusi e insidiati dalle trappole di ingannevoli paradisi artificiali.

Chiediamo a Maria di custodire tutti nel suo cuore, e voglia dispensare a ciascuno i doni e i beni spirituali necessari per ritrovare la forza della speranza.

BEATA COLEI CHE HA CREDUTO La seconda parola che Elisabetta rivolge a Maria è di “beatitudine”. Maria è dichiarata “beata”. Perché? Per aver «creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). È questa la prima beatitudine che leggiamo nei vangeli. La prima beatitudine del discepolo resta quella della fede. La beatitudine della fede si coniuga prima di tutto con la beatitudine della vocazione, perché solo nella fede si può riconoscere la vita come dono e vocazione, e rispondere con coraggio e fiducia alle provocazioni di Dio. La peregrinatio mariana ha voluto illuminare e incoraggiare la riflessione e la preghiera per tutte le vocazioni, e in particolare per la vocazione al sacerdozio ministeriale.

Ogni esperienza vocazionale è una questione di fede, provoca il reale coinvolgimento della nostra vita, è una sfida lanciata al nostro dire di credere. È una provocazione alla nostra reale disponibilità ad ascoltare Dio con libertà di mente e di cuore, e di saper consegnare a Lui la nostra vita perché si compia in noi ciò che Dio desidera. Credere è mettere la nostra vita nelle sue mani e al servizio della vita degli altri. La beatitudine della fede ci scioglie dai lacci delle dipendenze affettive, psicologiche e materiali, che possono arrivare anche a soffocare i germi di vocazione che Dio semina nella vita di molti adolescenti e giovani: «Il seminatore uscì a seminare … una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono» (Lc 8,5-7).

Brutto destino quello del seme che non incrocia un fertile terreno.

Triste morte spirituale della parola che Dio ci rivolge se noi la lasciamo cadere nel vuoto delle nostre sterili paure e resistenze. Quanto è triste la vita di chi si chiude alla chiamata di Dio, soffocato da ansie e preoccupazioni umane! Non accogliere la vita come dono e come chiamata al progetto che Dio disegna per un’esistenza piena di senso, significa non prendersi cura di sé, non avere a cuore la pienezza della gioia, non adempiere al dovere della propria felicità e della felicità altrui. È del udente vivere da persona diversa rispetto al progetto e ai desideri di Dio.

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DOPO TRE MESI TORNÒ A CASA SUA

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Maria ritorna a Nazareth. Così ritornerà, dopo circa dieci mesi, nella dimora del suo santuario, nella valle di Canneto. Gli apostoli raccontano, al loro ritorno, le opere meravigliose compiute nel nome di Gesù che li aveva inviati per annunciare la sua parola e guarire ogni sorta di infermità. Maria ritornando “a casa”, nel silenzio della valle racconterà al suo Figlio Gesù tutto ciò che ha visto, udito, incontrato, ascoltato dai suoi figli in preghiera, e spesso anche in lacrime.

Accompagneremo il ritorno della statua della Vergine bruna, facendoci pellegrini verso Canneto da ogni parte della nostra diocesi, e anche da altre diocesi e regioni confinanti. La vibrante partecipazione di tutti sarà un atto dovuto di gratitudine a Maria per quanto ha compiuto in mezzo a noi, sarà espressione di un comune affetto, sincera devozione e filiale affidamento al suo Cuore immacolato, che di tutti e sempre si prende cura. La riconsegna della statua della Madonna al santuario di Canneto avverrà il 26 luglio prossimo: muoveranno i loro passi ogni singola parrocchia, tutte le Compagnie dei pellegrini di Canneto, le Confraternite, le Aggregazioni ecclesiali, i fedeli di ogni comunità. La consegna della statua della Madonna non vuole essere un atto di congedo da questo luogo sacro e benedetto. Mi auguro e chiedo a tutti di tenere in speciale considerazione e di privilegiare la centralità di questo Santuario interdiocesano e interregionale (il santuario della Vergine bruna si trova al centro di quattro Regioni: Campania, Lazio, Abruzzo e Molise) per la promozione dell’autentico culto mariano e per la crescita della nostra fede in Gesù Cristo. È mio vivo desiderio che il ritorno della statua della Madonna inauguri in modo ufficiale il “Cammino di Canneto”. Il pellegrinaggio di tutta la diocesi verso la Valle, per la conclusione della peregrinatio, inaugura così l’inizio del “Cammino di Canneto”. Esso intende rispondere in modo semplice e reale al desiderio soprattutto di molti giovani e adulti che in questi anni, in tante parti d’Europa, e non solo, stanno riscoprendo il senso e il valore del pellegrinaggio, vissuto come singoli o in gruppo. Chiedo anche alle comunità cristiane attraversate dai diversi itinerari che tracceranno il “Cammino di Canneto”, di assicurare una dignitosa e fraterna ospitalità a quanti chiederanno di sostare, anche di notte, lungo il percorso che conduce al santuario mariano della Valle. Affido all’Ufficio diocesano “per il tempo libero, turismo, sport e pellegrinaggi” la redazione di testi che contengano la descrizione storica e spirituale del Santuario, le indicazioni necessarie per far conoscere, favorire e facilitare il “Cammino di Canneto” tracciando vari per-

corsi e le relative soste per quanti vorranno vivere questa esperienza spirituale straordinaria.

Invito a valorizzare da subito il “Cammino di Canneto”, per custodire e coltivare sempre di più il culto millenario che in questa Valle è stato sempre celebrato verso la Madre di Dio.

MADRE DI MISERICORDIA La conclusione della peregrinatio mariana spalanca le porte anche al dono inaspettato del Giubileo straordinario della misericordia. Il santuario di Canneto richiama a tutti noi la condizione di pellegrini, «gementi e piangenti in questa valle di lacrime». Ci rivolgiamo a Maria per parlare a Lei con la voce della tradizione popolare: «Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi».

Scrive il Papa nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario: «La domenica successiva, la Terza di Avvento … in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione». Anche nel santuario della Madonna di Canneto apriremo la Porta della Misericordia per tutto l’anno giubilare.

Papa Francesco ci ricorda anche che il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è ‘viator’, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta sognata. Anche per raggiungere la “porta della misericordia” che sarà aperta nel santuario di Canneto, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio, breve o lungo che sia. Anche per rispondere a questa felice esigenza giubilare ho pensato di istituire il “Cammino di Canneto”. Scrive il Papa: «Il pellegrinaggio sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi».

Il Signore onnipotente e misericordioso benedica tutti, e in tutti custodisca l’affetto filiale verso sua Madre, la Vergine bruna. † Gerardo Antonazzo Vescovo

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il salut o d

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Carissimi pellegrini e devoti,

la Peregrinatio della Vergine Bruna di Canneto si avvia ormai a conclusione e da parte mia mi preparo ad attendervi numerosissimi al Santuario di Canneto per il prossimo 26 luglio, allorché il vetusto simulacro farà rientro nella sua stabile dimora, dopo aver visitato in dieci mesi tutte le parrocchie della Diocesi di Sora-Cassino-AquinoPontecorvo e alcune delle Diocesi di IserniaVenafro, Avezzano e Sulmona-Valva.

Che la devozione mariana in queste nostre terre fosse particolarmente forte era un fatto a tutti evidentemente noto e la Peregrinatio non ha fatto altro che confermare l’affetto dei fedeli verso la Madre celeste.

Senza mai un segno di stanchezza, di rallentamento, di sforzo, è stato tutto un vibrare d’anime, un entusiasmo crescente, come un fuoco, che accendendosi di paese in paese sempre più arde e si dilata! Ovunque è stata festa e primavera di anime, che hanno palpitato, donandosi al richiamo forte e materno di Maria. Rosari, veglie, celebrazioni eucaristiche, recite dell’Angelus e incontri di catechesi, promossi in tutte le realtà toccate dalla Madonna, hanno registrato ovunque una forte e commossa partecipazione. È stata una vera esperienza di fede risvegliata e pregata, una vera missione fra il popolo credente, un tempo di particolare grazia ricco di quelle “grazie” che solo Maria riesce a impetrare dal cielo.

Se è vero che il passaggio della sacra immagine ha suscitato entusiasmo dove ce n’era poco e lo ha ravvivato dove c’è sempre stato, è altrettanto vero che il dopo Peregrinatio è affidato alle mani di ciascuno di noi per la continuazione della proposta di evangelizzazione.

Certamente in ciascuno di noi rimarrà il ricordo di questa visita, ma soprattutto deve rimanere vivo l’invito che Maria ogni giorno ci rivolge: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).

Vi abbraccio tutti calorosamente. don Antonio Molle

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Il mese di agosto per la Valle di Comino diventa il mese dei pellegrinaggi. La Valle - «aperta a tutte le bellezze della natura, ubertosa, verde, solatia con la sua gente, la quale da sempre non conosce che il dovere e il lavoro, con i suoi molti centri abitati, che fioriscono ovunque alle pendici dei grandi monti, su placide colline o aggrappati ai picchi», come scrive Mons. Antonelli nel volume Il Santuario di Canneto – in questo mese accoglie tre grandi movimenti del “pellegrino popolo poeta” (V. Patriarca).

Il 6-7 agosto la meta è S. Donato V. C., dove si va a venerare il Santo vescovo di Arezzo, martire e patrono di tutta la Valle. Il 10-11 agosto è Gallinaro a diventare la meta dei pellegrini, che vogliono accostarsi a S. Gerardo e godere della sua protezione. Dal 18 al 22 agosto si ripete ogni anno il meraviglioso incontro tra la Vergine Bruna di Canneto e l’imponente fiumana di pellegrini provenienti da tutti i paesi del Molise, del Cassinate, del Sorano, della Marsica e della Valle del Liri.

A Gallinaro si va per S. Gerardo. Questo piccolo paese «situato su una dorsale a schiena di cammello» (E. Degni), è vissuto, e in grande misura vive anche oggi, principalmente nell’orbita spirituale di S. Gerardo, uno dei quattro pellegrini inglesi che in esso chiuse la sua vita terrena e di cui conserva il sacro corpo nel Santuario a lui dedicato.

Di S. Gerardo non si conosce molto, ma i dati storici non interessano granché ai pellegrini che cercano i “segni” di Dio nei suoi santi.

Ad ogni modo si racconta che Gerardo nacque in Silions (Gran Bretagna) nell’anno 586. Suoi compagni di studio furono in particolare i compaesani Arduino, Bernardo e Folco. Tra i quattro nacque una singolare

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PELLEGRINI DI S. GERARDO

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forma di amicizia, che rimanda a quella descritta da San Gregorio Nazianzeno a proposito del “grande Basilio”. Sempre insieme, non per un accordo, ma in realtà per disposizione divina, l’amore a Gesù e ai luoghi santificati dalla sua presenza divenne l’unico ideale e li accomunò nel partire dalla stessa patria e nel fare lo stesso percorso di fede. La narrazione dei “Santi Pellegrini” contiene infatti la storia del loro viaggio di ritorno dalla Terra Santa che li spinse al Santuario di S. Michele Arcangelo sul Gargano, i nove anni di vita eremitica e poi la ripresa del viaggio che doveva condurli a Roma, pellegrini sulla tomba dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. A Gallinaro però Gerardo fu colto da violenti attacchi di febbre e morì. Nello stesso anno (639), poco dopo Gerardo, morirono anche i tre compagni: Bernardo a Roccadarce, Folco a Santopadre, Arduino a Ceprano. «Non deve recar meraviglia il fatto che tutti e quattro i pellegrini morirono nello stesso anno 639, se si tiene presente che in quell’anno la peste fece molte vittime nella nostra regione» (E. Degni).

I fatti miracolosi attribuiti a Gerardo diedero la spinta a un movimento devozionale che è diventato un fiume gonfio di acque, alimentato dalla fama dei racconti miracolosi e che accomunò i fedeli del nostro territorio e li spinse alle varie forme di pellegrinaggio in uso ancora oggi.

Tra i ricordi della mia fanciullezza è ben nitido quello di un pomeriggio del 10 agosto di non so quale anno, in cui misi in atto una serie di pressioni su mia madre perché andassimo anche noi a Gallinaro. Stanca dei miei piagnistei, alla fine mia madre cedette, forse perché anche lei voleva andare ma non trovava la motivazione per giustificare il suo abbandono delle faccende domestiche. Raccolte un po’ di provviste, il terzetto si unì ad altre famiglie e giù … a piedi verso Gallinaro. Mi ricordo la difficoltà della risalita, lo stupore di trovare tanta gente stipata nella piccola chiesa, le litanie, le grida degli “scannesi” per ottenere i miracoli. A sera, tutti alla ricerca di un posticino in cui sdraiarsi e passare la nottata. Venivano a più riprese giovani, che in seguito avrei conosciuto come “seminaristi”, a supplicare le persone ad andare a dormire fuori, ma non ottenevano nulla, perché si sentivano ripetere dalle voci stizzite dei dormienti : «siamo venuti apposta per dormire al cospetto del Santo!». Non avrei mai immaginato che sarebbe toccato anche a me, di lì a qualche anno, assumere la parte dello “svegliarino” o buttafuori che dir si voglia, in quello stesso Santuario e, ancora di più, a Canneto! Del resto, la pratica di dormire nel santuario era già fiorente nel mondo ellenistico e faceva parte integrante della religiosità popolare di allora.

Questi ricordi mi portano a fare alcune considerazioni che mi limito

ad accennare. Anzitutto si deve dare il giusto rilievo alla storia della religiosità vissuta, e qui è d’obbligo il rimando all’opera collettiva diretta da J. Delumeau “Storia vissuta del popolo cristiano”, edita in Francia nel 1979 e pubblicata in Italia nel 1985. In questa storia colpisce l’aspetto della continuità e conservazione di atteggiamenti, credenze, feste collettive, che attraversano i secoli, cambiando a volte veste o nome, ma che resistono alle pressioni delle acculturazioni con adattamenti che sostanzialmente lasciano intatto il nucleo originario.

Tra le forme più significative del vissuto religioso va posto il pellegrinaggio. Dal punto di vista teologico, il pellegrinaggio è l’espressione dell’ecclesiologia del “popolo di Dio in cammino”, «popolo messianico – dice la Lumen Gentium – … che ha per capo Cristo», al quale inerisce il carisma del sacerdozio comune che lo abilita alla partecipazione ai sacramenti, alla testimonianza della fede e della carità, alla missione.

Infine auspico una contaminazione positiva tra le forme della religiosità vissuta dal nostro popolo (“la memoria”), passando attraverso il crogiolo del momento presente, non tanto disponibile alla pratica dei “beni spirituali” del nostro vivere cristiano, e i segni di un futuro promettente di nuova vitalità. È un’utopia? Un po’ di utopia ci vuole sempre, per non rimanere schiacciati dalle pesantezze del momento presente. «Capacità di ermeneutica di fronte al presente, interpretarlo e sapere dove occorre andare … con le radici che ho, come giocarmela nel presente, in questo sta la vita …» (Papa Francesco).

Tra i “cinque verbi per un nuovo umanesimo” (Vescovo Gerardo), c’è “Trasfigurare: una fede incarnata e trasformante”: siamo chiamati a far risplendere della luce del Risorto tutte le nostre forme di religiosità e di vita sacramentale, da vedere intimamente legata alla trasformazione della vita personale e pubblica. Solo così anche il pellegrinaggio al Santuario di San Gerardo a Gallinaro, o ad altro Santuario, è capace di imprimere il dinamismo dello Spirito nel vissuto del popolo cristiano del nostro tempo.

Quel ragazzo che osservava la marea di gente drizzare lo sguardo a San Gerardo, vociare animatamente, pregare … non era consapevole dell’ora di grazia che era chiamato a vivere. Come si fa a rendere il popolo pellegrinante cosciente della straordinaria ricchezza di vita, di amore, di speranza di cui fa esperienza con il cammino di fede verso il Segno della presenza divina?

Don Antonio Lecce

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i o m a riae t a 27 SETTEMBRE 2014 – INIZIO DELLA PEREGRINATIO “Qui voglio la fede, qui voglio l’altare, qui venga a pregare chi m’ama di cuor”.

Così recita, in una delle sue strofe, l’inno scritto a Maria Santissima dall’Arciprete di Settefrati don Crescenzo Marsella (+ 1956); e, in effetti, se si pensa alla millenaria storia della Madonna di Canneto, potremmo dargli ragione. Ci sono dei momenti, però, in cui le circostanze

richiedono di fare qualche eccezione, momenti particolari in cui il popolo dei devoti ha bisogno che sia la propria Madre a lasciare la sua alpestre dimora per rendersi pellegrina tra i suoi figli e portare con sé conforto e protezione. È quello che successe ben 67 anni fa, nel lontano 1948, quando S. Ecc.za Mons. Michele Fontevecchia indisse la prima Peregrinatio Mariae: la Madonna di Canneto lasciò il suo Santuario per portare conforto e speranza ai suoi figli devastati dalle atrocità del Secondo Conflitto Mondiale; ed è quello che è successo il 27 Settembre 2014, quando S. Ecc.za Mons. Gerardo Antonazzo ha indetto l’attuale Peregrinatio: scuotere le coscienze smarrite, ricondurre alla fede tutti coloro i quali, duramente colpiti dalla profonda crisi valoriale in atto, si stanno allontanando dagli insegnamenti del Cristo.

Grande festa ed un “innumero stuolo” di fedeli oranti si sono raccolti Sabato 27 Settembre intorno al venerato simulacro della Vergine Bruna. I primi ad arrivare, in mattinata, sono stati tutti i membri delle Confraternite della ex Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo per celebrare insieme a Maria il cammino spirituale di fraternità. Nel pomeriggio poi,

a conclusione della Missione popolare diocesana, i seminaristi del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni hanno offerto un concerto alla Vergine di Canneto, ed infine, prima della partenza, la Solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Sua Ecc.za Mons. Gerardo Antonazzo e da tutto il clero Diocesano, ha dato l’avvio ufficiale alla Peregrinatio.

La Sacra Immagine, collocata per l’occasione sullo splendido trono processionale di Settefrati, è stata accompagnata fuori dal Santuario dai pellegrini accorsi numerosissimi ed è stata posta sul mezzo di trasporto messo a disposizione dal Comune di Pignataro Interamna e preparato ad arte per il nobile scopo dai fratelli Scappaticci Tommasino e Cosimino di Aquino: data la sua particolare somiglianza con la papamobile, il mezzo è stato subito ribattezzato la “Virgomobile”.

Tutto è pronto. La Peregrinatio può avere inizio: sosta notturna nella chiesa parrocchiale di Settefrati e partenza, nel pomeriggio del giorno successivo, per la Zona Pastorale di Balsorano.

Simone Buzzeo

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ZONA PASTORALE DI BALSORANO 28 settembre - 30 ottobre L’evento straordinario della peregrinatio della Madonna di Canneto nella Zona Pastorale di Balsorano ha avuto inizio la sera di Domenica 28 settembre 2014, quando una numerosa schiera di fedeli provenienti da tutti i paesi della Valle Roveto ha accolto la mamma celeste sulla Nazionale 82, al bivio dei Ridotti.

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Alla luce di centinaia di flambeaux, l’intera Valle ha atteso con trepidazione l’arrivo della statua della Vergine Bruna la quale, per circa un mese, è divenuta “Compagna di viaggio” dei fedeli, che appartengono a questo meraviglioso territorio.

Il vetusto simulacro, dopo il momento di accoglienza, ha attraversato l’intera Zona Pastorale che, nel momento del transito verso Pescocanale (la prima comunità ove esso avrebbe sostato), ha fatto udire, con il suono festoso delle campane, tutta la sua gioia e la sua esultanza per l’esperienza di grazia che si apprestava a vivere.

La peregrinatio ha toccato tutte le parrocchie che compongono la Valle Roveto, nessuna esclusa. Anche le piccole chiese o cappellanie, dislocate sull’intero territorio, sono state raggiunte e visitate dalla Vergine Bruna. Inutile ribadire come la Madonna di Canneto sia stata accolta da ogni realtà con entusiasmo, fede, passione, speranza e, soprattutto, con la certezza di trovare soddisfazione attraverso la preghiera da Colei che è la “Donna dell’ascolto” per eccellenza, la «Vergine Immacolata, piena di

grazia, che con il suo Sì ha guidato ognuno dei fedeli accorsi ai suoi piedi, a rispondere all’amore di Colui che ha compiuto in lei grandi cose».

La peregrinatio si è rivelata, inoltre, occasione favorevole per incrementare la devozione alla Madonna di Canneto in una Zona Pastorale della Diocesi (la Valle Roveto), in cui il suo culto è meno forte. Eppure, ad ogni ingresso nelle Parrocchie, l’immagine della Vergine è stata sempre accolta da una numerosa schiera di fedeli, che si ritrovava con pari intensità al momento della sua partenza per la Parrocchia successiva.

Da sottolineare la grande partecipazione dei giovani, che hanno atteso con trepidazione l’arrivo della loro Mamma Celeste, desiderosi di riconoscere «la voce inconfondibile, mite e potente, del suo Figlio, che ancora oggi sorprende con l’invito: Vieni e seguimi».

La permanenza della Madonna di Canneto si è protratta fino a Giovedì 30 ottobre 2014, quando tra commozione e lacrime la venerata statua ha fatto il suo ingresso nella Zona Pastorale di Sora.

Ciò che ha vissuto la Zona Pastorale di Balsorano è stato un momento di grazia superiore ad ogni aspettativa: ha permesso di superare ogni tipo di campanilismo tra le parrocchie, che hanno riscoperto così un forte legame tra di loro; ha consentito a molti di riscoprire e conoscere meglio il proprio territorio; ha sollecitato tra i fedeli ed i presbiteri il desiderio di vivere celebrazioni zonali per non allentare il positivo legame che si è creato nel corso della peregrinatio Mariae.

L’augurio è quello di ripetere un’esperienza così forte e coinvolgente per non far spegnere la luce, che si è accesa con questo straordinario evento.

Don Silvano Casciotti

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ZONA PASTORALE DI SORA 30 ottobre - 11 dicembre 1. La peregrinatio mariana nella lettera pastorale del Vescovo Il nostro Vescovo, nell’annuncio della peregrinatio mariana della Madonna di Canneto, indicava Lei come modello a cui guardare, specialmente nella lettera pastorale “Chi-Amati a rispondere. Creati per amore, nati per amare”. Così scriveva: «il cammino del nuovo anno pastorale sarà illuminato e consolato dalla presenza spirituale di Maria di Nazareth, la Vergine bruna di Canneto. Lei è modello del vero discepolo, avendo aderito con fiducia alla chiamata di Dio» (p. 44).

Per la zona di Sora, che l’ha accolta nel periodo 30 ottobre - 11 dicembre, è stato anche un tempo di preparazione e di celebrazione dell’Avvento. Il passaggio della Madonna di Canneto nel territorio ha preparato le comunità parrocchiali ad attendere la venuta di Cristo che raggiunge il suo punto culminante in Maria, pienezza dell’Avvento.

Nella lettera pastorale, il Vescovo parlava di uno speciale tempo mariano, con particolari iniziative, allo scopo di approfondire il mistero di Maria e di favorire la devozione verso di Lei, in un rinnovato impegno di adesione alla volontà di Dio, sull’esempio da Lei offerto.

«Ogni comunità parrocchiale, accoglierà la peregrinatio mariana non come evento finalizzato alla sola pratica devozionale, valida ma insufficiente, bensì orientata allo scopo di una diffusa animazione vocazionale» (p. 45).

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2. Finalità e contenuti della peregrinatio mariana Il motivo della peregrinatio della Madonna di Canneto mi pare possa essere sintetizzato nel tentativo di fissare i nostri occhi su di Lei, fissare Lei, in particolare in questo periodo in cui la nostra Diocesi si dispone a rinnovare il proprio vissuto di Chiesa, alla ricerca di come continuare ad annunciare il Vangelo nel territorio: volgere i suoi occhi a colei che fu lo strumento provvidenziale di cui il Figlio di Dio si servì per divenire il Figlio dell’uomo e dare inizio ai tempi nuovi per noi oggi: tempo di evangelizzazione, tempo vocazionale. «Promuovere tutte le iniziative possibili per aiutare i ragazzi, giovani e adulti a prendere coscienza della vita come dono e come vocazione, vocazione alla fede (vita cristiana), vocazione all’amore (vita matrimoniale), vocazione al servizio (membra attive della comunità)» (p. 45).

Le indicazioni del Vescovo hanno promosso varie iniziative mariane per sottolineare la presenza di Maria in questa attesa e tra le più significative mi piace ricordare, in primo luogo, i momenti di preghiera predisposti dal sussidio diocesano per l’animazione del programma spirituale e dell’itinerario offerto per vivere la vita cristiana alla luce della Parola.

In secondo luogo, la catechesi, tempo volto ad approfondire il mistero e a favorire la devozione verso un rinnovato impegno di adesione alla volontà di Dio, approfondimento di fede nel mistero di Maria, che, ci auguriamo, abbia segnato un approfondimento di fede in tutti i misteri della salvezza, da Dio rivelati, nei quali Maria è intimamente e indissolubilmente inserita, sollecitando la riflessione intorno alla propria vocazione, per una scelta di vita e di ministero, di servizio e di responsabilità, autentiche e missionarie.

Più di una volta, il Vescovo, presiedendo la celebrazione Eucaristica nelle varie comunità, ha messo in rilievo la fede con cui Maria si è inse-

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rita in tutta la vita salvifica del Figlio, quale modello della fede della Chiesa; da qui, un rinnovato impegno di vita cristiana nell’adesione a tutta la volontà divina, vivendo come Maria il «fiat» alla missione che Dio assegna ad ogni suo figlio e figlia, ed accogliendo l’invito che anche a noi, Maria, rivolge come ai servi di Cana: «fate tutto quello che Egli vi dirà» (Gv 2, 5).

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3. La peregrinatio mariana, ieri e oggi L’arrivo in città dell’immagine della Madonna di Canneto, Giovedì 30 ottobre, in Piazza Risorgimento, alle ore 18.30, è stata vissuta con molta intensità e partecipazione, con la presenza di presbiteri, confraternite, laici e di tutto il popolo di Dio. Una bella processione, con canti e fiaccole, verso la Cattedrale e lì il rito solenne di accoglienza: «Maria, ti offriamo questo cero, segno della nostra accoglienza, perché illumini il cammino di questa comunità, segno della nostra fede e del nostro impegno a credere. Guardiamo a te per imparare ad avere fiducia in Dio anche nel buio delle difficoltà del nostro quotidiano» (rito di accoglienza), con la presenza delle autorità tutte, dei bambini e dei giovani delle varie comunità parrocchiali.

A ricordo del 1954, anno in cui la Vergine bruna fu accolta dai concittadini di allora per la solenne incoronazione, a distanza di anni, lo stesso entusiasmo, e per le generazioni più anziane, la stessa commozione, lo stesso fremito, che solo la fede sa donare, facendo memoria, con

nostalgia, di tanti, vescovi, presbiteri e laici, che ora sono sotto il suo manto. Le parole accorate di Mons. Donato Piacentini, intense e piene di forza, il suono della banda, la preghiera del Santo Rosario, il buio illuminato dalla luce, tra le mani dei fedeli, ha fatto della serata, un po’ fredda, un momento suggestivo di gioia e di sincera fraternità, una bella sinfonia di luci e suoni, creando particolari vibrazioni a cuori affaticati, dubbiosi, preoccupati e sofferenti; a cuori aperti all’incontro del Signore. È risuonata in tutta la notte la preghiera che il nostro Vescovo ci ha donato e soprattutto le parole: «Santa Maria, nostra Signora di Canneto, Vergine bruna e compagna di viaggio, tu che hai accolto nella tua carne il Verbo di Dio, sciogli le sterili resistenze alla sequela di Cristo», per sollecitare una esperienza di vita di una comunità ecclesiale e civile, ravvivata dal desiderio di riaffidarsi ancora a lei, la Vergine Madre.

4. La peregrinatio mariana tra liturgia e devozione La presenza di bambini delle scuole elementari e quelli del catechismo hanno caratterizzato momenti significativi di educazione alla preghiera, attenta e silenziosa, e soprattutto affettuosa verso la Madre di Gesù. Le insegnanti, nelle ore mattutine, hanno condotto, nelle varie chiese, i loro alunni che hanno partecipato a semplici momenti di preghiera. Le catechiste, nel pomeriggio, consegnando a ciascun fanciullo, la corona del S. Rosario, hanno insegnato a dire la preghiera mariana per eccellenza,

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con quell’AVE …, ripetuta tante volte, creando nel cuore dei piccoli quel fascino semplice e immediato, verso l’immagine di Maria, capace di evocare disponibilità ad ascoltare e a comprendere la volontà di Dio che si attua nel suo Sì e nei nostri sì. È sembrato poi interessante nella peregrinatio, con le sue varie celebrazioni, inserire Maria nella liturgia, nella celebrazione del mistero di Cristo. È stato importante sottolineare e vivere tutto questo per superare le varie forme di devozioni, non sempre cariche di conseguenze per la vita della Chiesa e per la vera pietà dei fedeli.

5. La peregrinatio mariana, accolta con gioia, ispiratrice di sentimenti di misericordia Significativo, come ogni parrocchia, in modo festivo e creativo, ha creato uno spazio adeguato e dignitoso per accogliere l’immagine sacra, con una varietà di segni: drappi, ceri, fiori, lampade, per esprimere la gioia e attirare i fedeli, quasi una “gara di fede”, per una più intensa partecipazione. Giorni intensi per preparare e accogliere, momenti di dialogo per elaborare soluzioni e scelte definitive, belle e autentiche, per un arredo liturgico capace di esprimere affetto, solennità e semplicità, che ogni immagine, rappresentante di Altro, sa evocare.

Di particolare valore la consegna dell’immagine della Madonna di Canneto da una parrocchia all’altra con la preghiera di congedo: «Maria, ti offriamo il profumo dell’incenso che sale a Dio. Vuole esse-

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re il segno della nostra speranza, che non tramonta mai, del saluto grato per la tua sosta in mezzo a noi e della consegna alla comunità di…» (dal rito di consegna).

Tratti brevi di processione, con gruppi numerosi di persone in preghiera, attraversando vicoli e case, coinvolgendo il cuore della città e le periferie, per rileggere il proprio vissuto e le diverse povertà, abbracciando la misericordia di Dio che passa attraverso il dono che Maria fa di suo Figlio.

L’antica bellezza dell’immagine bruna ha saputo infondere sentimenti di tenerezza attraverso i lineamenti del suo volto e del colore del legno scuro, che non ha intimorito, ha creato, invece, calore e accoglienza, e soprattutto ha saputo comunicare quell’atteggiamento di premura, racchiuso nel gesto della Madre verso il Figlio, quasi una consegna, a coloro che la guardano, con timore e gioia, del Cristo generato e amato.

Un’immagine capace di convincere a seguire Gesù, a riaccendere il desiderio per «l’ebbrezza di slanci generosi … per progetti di elevata bellezza» (preghiera del vescovo), a conformarsi a Lui per «affidare al Signore il nostro Eccomi per l’edificazione della Chiesa, quali pietre vive del Tempio santo di Dio» (p. 45).

Mons. Alfredo Di Stefano

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ZONA PASTORALE DI ISOLA DEL LIRI 11 dicembre - 29 gennaio Da giovedì 11 dicembre 2014 a giovedì 29 gennaio 2015, la sacra immagine della Madonna di Canneto, venerata nel santuario diocesano, ha percorso le strade della Valle del Liri.

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La Valle del Liri è tradizionalmente dedita al culto mariano, sia nei singoli paesi che la costituiscono, sia nelle parrocchie ubicate nel territorio. Infatti Isola del Liri ed Arpino hanno scelto entrambe la Madonna di Loreto come patrona delle città e innalzano costantemente alla Vergine lauretana le loro preghiere, affidandole in custodia le anime dei propri abitanti. Sempre a Isola del Liri, le tre parrocchie venerano Santa Maria dei Fiori e Maria Immacolata, oltre alla già citata Madonna di Loreto; mentre altre famose chiese sono dedicate a Santa Maria del Carmine e alla stessa Madonna di Canneto.

Una tradizione religiosa radicata nei secoli, dunque, venera la Madre Santa che ci insegna ad essere umili e ad avere fede: “Ecce ancilla Domini”, un atto di fede assoluta che Dante sintetizza nel mirabile verso “Umile ed alta più che creatura”, umile ed alta perché l’unica donna capace di congiungere la terra con il cielo e di donare all’umanità il suo prezioso Figlio, il nostro Redentore.

In tale prospettiva, la Peregrinatio Mariae nella Valle del Liri ha visto una partecipazione straordinaria di gente, sia nelle chiese in cui l’im-

magine ha sostato, sia lungo le strade attraversate dall’immagine sacra.

Maria, madre di Dio e madre nostra, è il sole che ha incendiato l’anima di tutti quei fedeli che si sono affidati alla sua intercessione con la preghiera e con la carità; Maria è la madre premurosa che non ha dimenticato i propri figli devoti quando la vita sembra “una corolla di tenebre”, offuscata dalla malattia, dalla sofferenza, dalla mancanza di un lavoro e dalla povertà incipiente.

In tal senso tutti i paesi toccati dalla Peregrinatio Mariae, da Castelliri a Isola del Liri, da Santopadre ad Arpino, fino a Fontana Liri, hanno sperimentato giorni di accoglienza e di grazia. In tutte le parrocchie,

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infatti, la visita della Madonna di Canneto è stata l’occasione per dare nuova linfa alle varie associazioni cattoliche che animano la pastorale, dalle Confraternite all’Azione Cattolica, dai gruppi dediti alla carità a tutte le associazioni religiose presenti. Sono stati giorni intensi di preghiera e di meditazione, che hanno visto coinvolte, soprattutto nella Chiesa di San Carlo ad Isola del Liri, dove la Madonna di Canneto ha sostato dal 22 dicembre al 7 gennaio, le varie fasce d’età, dai giovani alle famiglie, dagli anziani ai malati, dai bambini ai loro catechisti.

La presenza della Madonna di Canneto nelle comunità parrocchiali della Valle del Liri è stata l’occasione per ringraziare Dio per l’incommensurabile dono della vita, per pregare per i giorni che saranno concessi secondo la sua volontà, per chiedere a Maria di intercedere affinché l’umanità intera volga la sua rotta verso il porto sicuro della giustizia sociale e della civile convivenza, prima di lasciarsi confondere dalla luce misericordiosa del volto di Dio.

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I momenti più partecipati sono state le ore di adorazione davanti al SS.mo Sacramento solennemente esposto, la recita comunitaria delle Lodi e dei Vespri, le Veglie di preghiera e le risonanze spirituali.

Soprattutto i giovani si sono impegnati nell’animazione di questi vari momenti. I bambini a loro volta hanno donato momenti di gioiosa innocenza con le loro poesie, racconti e canti.

Una nota costante durante la permanenza della Vergine Bruna nelle nostre parrocchie è stata la festosa accoglienza all’arrivo e la struggente tristezza alla ripartenza. Con le lacrime e con il canto corale dell’

“Evviva Maria” e col saluto filiale «Madonna di Canneto, Tu sei di partenza, e dacci la licenza e la santa benedizione» il popolo ha dimostrato che la Madonna Bruna è il DNA della devozione mariana.

Molti nostri parrocchiani hanno fatto sempre visita alla Vergine nelle soste alle Parrocchie della Valle del Liri ed anche oltre.

Certamente questa peregrinatio è stata una grazia per tutte le comunità della Valle ed i frutti si stanno raccogliendo nella partecipazione più assidua, nella collaborazione a tutte le attività delle Parrocchie.

Tutti hanno dichiarato di voler tornare a visitare la cara Mamma Celeste quando rientrerà nella sua Casa-Santuario di Canneto, per rivivere quelle ore indimenticabili di grazia e di gioia partecipata e condivisa.

Don Antonio Di Lorenzo

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cronac a d

a n t ua rio s el

BATTESIMI

8 giugno 2014 Rinaldi Marco (Aquino)

12 luglio 2014 Viola Rocco Antonio (Roccasecca)

6 luglio 2014 Marchisiello Bianca (Picinisco) - Capaldi Alisea (Picinisco) - D’Ambrogio Alessandra (Pignataro Interamna ) - Lancia Jonathan (Arce) - Rizza Annabel (Piedimonte S.G.)

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20 luglio 2014 Bevilacqua Thomas (Piedimonte S. G.) - D’Agostino Anastasya (Belmonte Castello) - Di Manno Julien (Fondi), Rossi Agata (Atina)

3 agosto 2014 Testa Emilia (Piedimonte S.G.)

17 agosto 2014 Palladino Vittoria (Aquino)

20 agosto 2014 Pagliari Melissa (Belmonte Castello)

PRIME COMUNIONI

15 agosto 2014 Velori Azzurra Rita (Ceccano)

31 agosto 2014 De Lellis Saverio (Anagni)

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MATRIMONI

2 giugno 2014 Pingerna Fabrizio e Pecchia Alessia

2 agosto 2014 Panicucci Daniele e Grossi Mariangela

(Castelnuovo Parano - Aquino)

(Villa S. Lucia - Piedimonte S. G.)

3 agosto 2014 Di Fante Riccardo e De Bellis Cindy

9 agosto 2014 Aceti Francesco e Cicillini Daniela

(Vallemaio - Fr.)

(Pignataro Interamna - Fr)

Il sito internet del Santuario di Canneto è stato aggiornato con nuovi contenuti, immagini e sezioni per essere sempre piÚ vicini alle richieste dei nostri affezionati visitatori

www.madonnadicanneto.it e-mail: info@madonnadicanneto.it

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www.facebook.com/pages/Madonna-di-Canneto/657739847576708

ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

25째

29 giugno 2014 Colatosti Paolo e Di Mambro Angela

20 luglio 2014 Capitanio Luigi e Cuozzo Carla

(Cassino)

(Cassino)

50째

26 luglio 2014 Caporicci Salvatore e Di Giorgio Camilla

13 agosto 2014 Bianchi Mario e Del Duca Maria (Terelle)

50째

16 agosto 2014 Guglielmi Alessandro e Mollica Gina (Ripi)

17 agosto 2014

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event i s t r

a

d i n a ri r o 3 - 13 Agosto

S. Ecc.za Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, trascorre a Canneto momenti di preghiera e di tranquillitĂ . SarĂ creato Cardinale il 14 febbraio 2015 da papa Francesco.

18 Agosto

S. Ecc.za Mons. Ambrogio Spreafico, Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino unitamente a S. Ecc.za Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo di Sora-AquinoPontecorvo, apre i solenni festeggiamenti in onore della Madonna di Canneto.

18 - 22 Agosto

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Presidio ospedaliero da campo sotto la direzione del Dott. Luigi Di Cioccio.

SANTUARIO MADONNA DI CANNETO

DOMENICA 26 LUGLIO 2015 Conclusione della Peregrinatio Mariana e rientro della Vergine Bruna nel Santuario ore 08.30 ore 10.00 ore 11.30

Santa Messa Santa Messa Santa Messa

ore 17.00

Accoglienza della venerata statua sul piazzale del Santuario.

Partecipano tutte le Parrocchie, le Compagnie dei pellegrini, le Confraternite e le Aggregazioni ecclesiali con i propri segni distintivi

ore 17.30

Santa Messa solenne presieduta da S. Ecc.za Mons. Gerardo Antonazzo, e concelebrata dai sacerdoti della diocesi

Gentile lettore, ci piacerebbe inviare a tutti il Bollettino del nostro Santuario. Per poter ricevere il periodico invitiamo a confermare il proprio indirizzo con il conto corrente allegato, inviando anche una libera offerta per sostenere le spese di stampa e spedizione.

La nostra redazione esprime riconoscenza e ammirazione per chi ha già rinnovato l’abbonamento e per chi lo farà nelle prossime settimane.

TUTTI I GIORNI ore 8,30 - 10,00 - 11,30 - 17,00 Sante Messe

21 AGOSTO

Ore 5.00 – 6.00 – 7.00 SS. Messe nel Santuario Ore 8.00 – 9.00 – 10.00 – 11.00 SS. Messe all’esterno nel retro del Santuario Ore 7.45 – 11.30 Accoglienza delle compagnie Ore 12.00 Santa Messa nel Santuario Ore 16.30 S. Messa del pellegrino Ore 17.30 Processione eucaristica per la valle Ore 21.00 Fiaccolata e S. Rosario nella valle

22 AGOSTO

Ore 5.00 – S. Messa e saluto alle compagnie in partenza Ore 6.00 – 7.00 – 8.00 – 9.00 – 10.00 SS. Messe Ore 11.30 S. Messa solenne presieduta da S. Ecc.za Mons.

Gerardo Antonazzo, Vescovo Diocesano Ore 16.00 S. Messa e processione verso Settefrati Ore 20.00 Ritrovo delle compagnie a Settefrati Ore 20.30 Panegirico mariano presso S. Maria delle Grazie

Tel. 0776.695462 - 691106 (Santuario) 0776.695041 (abitazione del Rettore) E-mail: info@madonnadicanneto.it - molle2@libero.it

Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo Pubblicato in Settefrati (Fr) - 1 Gennaio / 30 Aprile 2015 - 2ª serie / ANNO XII - N. 31