Il Vino Italiano 2A

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Campania

ticolare, che lo diversifica da quella delle altre zone per la pregevole produzione di vini di qualità, come le DOCG Taurasi, Greco di Tufo e Fiano di Avellino. Nella zona del Taurasi la vite è coltivata in forma specializzata secondo i criteri della coltura a spalliera bassa. Il vitigno aglianico per produrre il Taurasi, già definito da Arturo Marescalchi “il fratello maggiore del Barolo e del Barbaresco”, è una varietà che matura tardivamente ed è prodotto in 17 comuni che fanno da cornice a Taurasi. La collocazione dei vigneti per la produzione del Greco di Tufo è in media collina e la coltura è specializzata. La zona del Fiano di Avellino, anch’essa situata in media collina, è caratterizzata da terreni compatti, naturalmente poveri di sostanze organiche, ricchi di potassio e fosforo e formati da argille. Il Fiano di Avellino, ottenuto dal vitigno fiano, definito “vitis apiana” perché delle sue uve erano ghiotte le api, è un vino bianco che merita di essere inserito tra i nobili italiani e migliora con una buona maturazione. La zona eletta di produzione è quella di Lapio ed è ammessa la menzione tradizionale “Apianum”. La produzione limitatissima è dovuta alla delicatezza del vitigno nel periodo della fioritura, ma il livello qualitativo è alto. In provincia di Avellino è stata riconosciuta la DOC Irpinia, l’ultima in Campania, che prevede la sottozona Campi Tuarasini, per la produzione di un vino rosso ottenuto da aglianico. È la diciassettesima DOC regionale e l’unica della provincia di Avellino, ed è prevista anche della tipologia Spumante elaborato con il metodo classico. In pratica, la DOC Irpinia, oltre al compito di valorizzare la viticoltura e tutta la produzione provinciale, avrà anche quello di fare da paracadute (DOC di ricaduta), alle tre DOCG già riconosciute. In provincia di Napoli, le aree più interessanti per la viticoltura sono sulle colline litoranee, in particolare quelle dei Campi Flegrei, della penisola Sorrentina, del Vesuvio, delle isole di Capri, Ischia e Procida. Nella penisola Sorrentina i terreni sono ricchi e profondi; la sistemazione dei vigneti, soprattutto nell’area dei monti Lattari, con una felice esposizione prevalentemente a nord, è tipica a terrazze. Nell’area del Vesuvio, i territori più idonei per la viticoltura sono quelli del versante orientale, perché più soleggiati, meglio esposti e rivolti verso il mare. A Capri, l’allevamento della vite è a pergola o a spalliera; la produzione dei vini, per sopperire a quella limitatissima dell’isola, può avvenire in tutta l’area della provincia napoletana. Nell’isola di Ischia i terreni sono in genere lavici e tufacei ed i vigneti, che danno origine a terrazzamenti delimitati da muri di tufo

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