Il Vino Italiano 2A

Page 179

L’opinione degli studiosi è che la vite sia giunta in terra friulana con l’arrivo degli Eneti, tra il XIII e il XII secolo a.C., ma ben poco è dato sapere sul periodo preromano, al di là dei reperti archeologici funerari raffiguranti libagioni sacre e augurali. Sicuramente la viticoltura fu sviluppata e condotta con criteri tecnici accettabili per quei tempi. Durante quel periodo Plinio il Vecchio attesta nei suoi scritti l’esistenza nella zona di vini gradevoli, tra i quali il Pucinum, considerato ricco di virtù terapeutiche, tanto che l’Augusta Giulia (Livia Drusilla, 57 a.C. - 29 d.C.) attribuiva la sua veneranda età a tale vino, l’unico bevuto e prodotto “…nel golfo del mar Adriatico, non lungi dal sassoso colle della sorgente del Timavo, dove la brezza marina ne matura poche anfore.” Nel II secolo d.C. i Romani fondarono Aquileia, dove furono portati 15.000 coloni che impiantarono vigneti a coltura intensiva, come testimoniano le centinaia di anfore ritrovate in situ dagli archeologi. Di qualche secolo dopo è la notizia che Cassiodoro, primo ministro dell’imperatore Teodorico, parla dell’Istria lussureggiante di vigneti e nel 534 Teodato e Amalasunta elogiano le grandi produzioni vitivinicole di Aquileia e Cividale. Anche nel Medioevo la viticoltura della regione è fiorente e l’esportazione dei vini è diretta principalmente verso la Repubblica veneziana, che già conosceva la Raibola (ribolla) dell’Istria e del Collio, il Pinello, il Turbiano, la Malvasia, la Vernascia e il Moscatello. Ma nel 1307 Gorizia fu costretta ad imporre un dazio sui vini forestieri, per assicurare il consumo del prodotto del territorio. Durante il Rinascimento la fama dei vini del Friuli si mantiene vivissima, e compaiono altri vitigni nuovi, come il terrano, il romania e il pignolo, che si diffondono nella regione. Intorno al XVIII secolo appare il picolit, coltivato in minima scala nel Friuli, che nel ‘700 si era precedentemente diffuso, per il prelibato ed inimitabile vino che produceva, nelle province venete e da lì persino in Toscana e in Emilia a Scandiano. Si preparano nuovi tempi per la viticoltura friulana: nel 1765 nasce la Società Agraria Teresiana, dal nome dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, la prima di una lunga serie di istituzioni la cui opera porterà le vigne ed i vini friulani a grande splendore. Nel 1787 si mise mano ad un catasto dei vigneti, classificando le zone per meriti qualitativi, ma purtroppo non fu portato a compimento: un vero peccato, perché l’iniziativa avrebbe potuto porci all’avanguardia in Europa, considerando che la prima classificazione dei cru bordolesi è datata 1855. Purtroppo, neanche un secolo dopo l’opera dell’imperatrice compare l’oidio,

Friuli-Venezia Giulia

La vite e la sua storia

179


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.