Report Sve 2011

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Servizio Volontario Europeo: uno sguardo d’insieme

Rapporto Annuale

2011


VALUTAZIONE INTERMEDIA I dati presenti in questa sezione sono stati rilevati nel corso dell'anno 2011 durante i Seminari di Valutazione Intermedia del Servizio Volontario Europeo. Il lavoro, in continuità con i precedenti Report, ha avuto l'obiettivo di analizzare le caratteristiche, la percezione e il gradimento del servizio da parte dei volontari stranieri in servizio in Italia. L'indagine è stata condotta utilizzando come strumento di ricerca un questionario standardizzato composto da 13 domande con risposte chiuse (scala di valori: “molto positivo”, “positivo”, “normale”, “negativo”, “molto negativo”), somministrato ai volontari nel corso degli 8 seminari di Valutazione intermedia. Di seguito illustriamo i risultati emersi dall’analisi dei dati.

Grafico 1 Rapporti con l'Organizzazione di invio 33,64%

31,36%

25%

6,36%

Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

3,64%

Molto Negativo

Il Grafico 1 evidenzia come i volontari stranieri che prestano il loro servizio in Italia siano decisamente soddisfatti del rapporto avuto con l’Organizzazione del proprio Paese. Il 25% degli intervistati, infatti, esprime un giudizio “molto positivo”, il 33,64% un giudizio “positivo” e solo uno su dieci dichiara di non aver ricevuto il giusto supporto (con un giudizio “negativo” o “molto negativo”) prima e durante il progetto EVS dall’Organizzazione di invio.

2


Grafico 2 Formazione prima della partenza

27,78%

28,70%

23,15%

14,35%

4,63% 1,39% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

(bianche)

Per quanto riguarda la formazione “pre-departure” (Grafico 2), nei Paesi in cui viene erogata il giudizio è complessivamente positivo, articolandosi in una valutazione “normale” per il 28,70% del totale degli intervistati, con pareri in senso positivo che raggiungono il 27,78% e con poco meno di un intervistato su quattro che esprime un giudizio “molto positivo”. In relazione a questo elemento preso in esame nel corso della valutazione, occorre sottolineare che il 14,35% dei volontari non risponde alla domanda poiché non in tutti i Paesi viene svolta tale formazione. Grafico 3 Rapporti con l'Organizzazione di accoglienza 48,82%

22,83% 18,90% 9,45% 0,00% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

I giudizi espressi nei confronti dell’Organizzazione di accoglienza (Grafico 3) registrano dei pareri estremamente positivi, con il 71,65% degli intervistati che si ritiene soddisfatto del rapporto con 3


l’organizzazione con cui si trova ad interagire qui in Italia (somma dei giudizi “positivo” e “molto positivo”). I giudizi non positivi nei confronti delle organizzazioni italiane sono probabilmente da mettere in relazione con le aspettative nutrite verso queste stesse organizzazioni rispetto a quelle di invio del proprio paese. In ogni caso, solo il 9,45% dei volontari esprime un giudizio negativo nei confronti delle organizzazioni italiane. Il Grafico 4 illustra i risultati relativi al rapporto con l’Organizzazione di coordinamento. Anche in questo caso emerge un giudizio alquanto positivo: il 21,26% degli intervistati esprime una valutazione molto positiva, mentre la maggior parte degli intervistati, ovvero il 32,28%, indica un giudizio “positivo”. Grafico 4 Rapporti con l'Organizzazione di coordinamento 32,28%

23,62% 21,26% 18,90%

3,94% 0,00% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

(bianche)

A proposito di questa domanda occorre tuttavia rilevare l’alto numero (23,62%) dei volontari che non risponde alla domanda. In relazione al “giudizio del tutor” (Grafico 5) assistiamo ad una situazione di sostanziale equilibrio di giudizi, dato che oltre un terzo degli intervistati indica la modalità “normale”, il 26,85% esprime un parere “positivo” sul rapporto con i tutor, l’11,11% esprime un giudizio “negativo”. In ogni caso, occorre registrare una pur lieve prevalenza di giudizi positivi: a far pendere la bilancia verso tali giudizi sono le due modalità di risposta più estreme: infatti, mentre il 23,15% degli intervistati esprime un giudizio “molto positivo”, mentre il 4,17% da un giudizio “molto negativo”.

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Grafico 5 Giudizio del tutor 34,72% 26,85% 23,15%

11,11% 4,17% 0,00% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

(bianche)

Grafico 6 Formazione ricevuta dalla Host Organisation 40,28% 36,11%

12,04% 6,94%

Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

4,63%

Molto Negativo

Anche in riferimento alla formazione ricevuta dalla Host Organisation, con un’attenzione particolare alla facilitazione linguistica, come dimostra il Grafico 6 i risultati presentano una situazione complessivamente positiva. Infatti, la situazione che emerge vede la somma dei giudizi positivi pari al 48,15%, mentre quelli negativi sono pari all’11,17%. Occorre però rilevare la consistenza di quanti indicano come modalità di risposta quella centrale (ovvero “normale”), con una percentuale pari al 40,28%. Se ricollegati alle problematiche che emergevano precedentemente dall’analisi del rapporto con i Tutor, questi dati consentono di sottolineare come spesso il problema tra i tutor e i volontari risieda

5


proprio nella comunicazione, e in particolare nella “barriera linguistica” che spesso emerge a rendere complessa la relazione. Grafico 7 Formazione erogata dalla ANG 41,20% 33,80%

21,76%

1,85% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

1,39% Molto Negativo

La formazione erogata dalla ANG (Grafico 7) mostra dei valori decisamente positivi, con tre volontari su quattro che dichiarano di essere soddisfatti della formazione ricevuta: in particolare il 33,80% dei volontari esprime un giudizio “molto positivo” e il 41,20% si attesta sulla modalità “positivo”. Per contro, solo l’1,85% definisce negativa tale esperienza formativa. Grafico 8 Integrazione nell'Organizzazione di accoglienza 38,43% 31,48% 24,07%

5,56% 0,46% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

I valori indicati nel Grafico 8, riguardante l’integrazione nella Hosting Organisation dei volontari, mostrano, ancora una volta, una situazione generale estremamente positiva. Infatti, rispettivamente il 6


24,07 e il 38,43% reputa “molto positiva” o “positiva” la propria integrazione nella vita dell’organizzazione nella quale si presta servizio. A questo corrisponde il 5,56% che, invece, esprime un parere negativo. Occorre però evidenziare la proporzione (31,48%) di quanti reputano né positiva né negativa (indicandola come “normale”) la propria situazione. La coerenza del progetto in cui i volontari sono inseriti rispetto all’Agreement firmato in partenza viene valutata complessivamente positiva (Grafico 9). Infatti, la somma delle opinioni positive è pari al 46,76%, mentre si riscontra un 13,43% di giudizi negativi (somma di “negativo” e “molto negativo”). Poco meno di quattro intervistati su dieci indicano, tuttavia, un giudizio “normale”. Grafico 9 Coerenza del progetto in corso di svolgimento rispetto all'Agreement 39,81% 33,33%

13,43%

12,04%

1,39% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Grafico 10 Gradimento delle attività in corso di svolgimento 39,35% 35,18%

18,52%

6,48% 0,46% Molto positivo

Positivo

Normale

7

Negativo

Molto Negativo


Per quanto riguarda le attività svolte dai volontari nell’ambito degli specifici progetti (Grafico 10) emerge una tendenza a valutarle positivamente. Infatti, rispettivamente il 18,52% e il 35,18% esprimono un parere “molto positivo” o “positivo” contro il 6,48% di chi esprime un giudizio negativo. Tra l’altro, è evidente come la categoria estrema “molto negativo” registri un valore molto basso (0,46%). La quota consistente di risposte nella categoria centrale (39,35%) mostra comunque una certa disponibilità dei volontari a svolgere i compiti che gli vengono assegnati senza particolari criticità.

Grafico 11 Rapporti con la realtà locale 39,37%

26,77% 19,68% 12,60%

1,57% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Un ulteriore aspetto considerato nel corso della valutazione concerne il rapporto dei volontari con la realtà locale (Grafico 11). In questo caso, i giudizi positivi superano la metà del totale raggiungendo una percentuale del 59,05%. Il grafico inoltre mostra come sia estremamente contenuto il rilievo attribuito alla modalità di risposta “molto negativo” (1,57%) come pure a quella “negativo”, evidenziando come il Servizio Volontario Europeo faciliti la conoscenza reciproca di altre culture e l’integrazione nel confronto quotidiano con la realtà in cui si è inseriti.

8


Grafico 12 Livello di ascolto 34,50%

35,50%

18% 10% 2% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

I dati illustrati nel Grafico 12 consentono di affermare che i volontari in servizio in Italia giudicano complessivamente positivo il livello di ascolto all’interno della host organisation (con il 18% di giudizi “molto positivo” e il 34,50% di risposte “positivo”), mentre il valore di chi esprime un giudizio negativo è pari complessivamente al 12% (somma di “negativo” e “molto negativo”). Questi valori consentono di intravedere una tendenza di reciproco sostegno, per la quale le organizzazioni sembrano capaci di valorizzare i volontari e, allo stesso tempo, questi ultimi dimostrano una buona capacità di proporsi e suggerire delle alternative. Grafico 13 Qualità degli apprendimenti 47,22%

26,85% 20,83%

3,70%

Molto positivo

Positivo

Normale

9

Negativo

1,39% Molto Negativo


Come evidenzia il Grafico 13, anche l’ultima domanda proposta ai volontari nel questionario somministrato nel corso della valutazione intermedia mostra dei valori estremamente positivi, con ben il 68,05% dei volontari che si ritiene soddisfatto (somma delle risposte “molto positivo” e “positivo”) della qualità degli apprendimenti acquisiti tramite l’esperienza dello SVE. Una percentuale così alta, soprattutto se analizzata alla luce dei risultati sin qui presentati, mostra come, pur in presenza di elementi di criticità e di corrispondenti margini di miglioramento in certe situazioni e rispetto a specifiche problematiche, sia complessivamente forte la consapevolezza dell’utilità del Servizio Volontario Europeo e la soddisfazione nei confronti di un’esperienza formativa di questo tipo.

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VALUTAZIONE FINALE I dati presenti in questa sezione sono stati rilevati tra il 2010 e il 2011 durante i Seminari di Valutazione Finale del Servizio Volontario Europeo. In continuità con i precedenti Report, il lavoro presentato in questa sezione ha avuto l'obiettivo di analizzare le caratteristiche, la percezione e il gradimento del servizio da parte dei volontari italiani in servizio in Paesi esteri. L'indagine è stata condotta utilizzando come strumento di ricerca un questionario standardizzato composto da 12 domande con risposte chiuse (scala di valori: “molto positivo”, “positivo”, “normale”, “negativo”, “molto negativo”), somministrato ai volontari nel corso dei 3 seminari di Valutazione Finale. Di seguito illustriamo i risultati emersi dall’analisi dei dati. Un primo dato da considerare in riferimento alla Valutazione finale è che, come già rilevato per quella intermedia, gli intervistati mostrano una generale soddisfazione per il rapporto che hanno avuto con la Sending Organisation. Anche in questo caso, poco meno del 43% si ritiene soddisfatto (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”) della relazione contro poco meno del 28% che invece esprime un giudizio negativo (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). Grafico 1 Rapporti con l'Organizzazione di invio 29,51%

21,31%

21,31%

20,49%

7,38%

Molto positivo

Positivo

Normale

11

Negativo

Molto Negativo


Grafico 2 Formazione prima della partenza 26,26% 20,20% 17,17%

16,16% 12,12% 8,08%

Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

(bianche)

Lo stesso vale per la formazione “pre departure” in Italia che registra, in generale, giudizi positivi. Si tratta comunque di un valore sensibilmente inferiore rispetto a quello indicato dai volontari stranieri in Italia (cfr. sezione precedente). Infatti, la proporzione di quanti dichiarano di essere soddisfatti della formazione ricevuta è pari al 37,37% del totale (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”), mentre il 20,20% dei volontari italiani esprime un parere negativo (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). Occorre poi rilevare che un volontario su quattro non risponde alla domanda, non avendo ricevuto nessun tipo di formazione “pre departure”. Grafico 3 Accoglienza 32,32%

31,31% 24,24%

11,11%

1,01% Molto positivo

Positivo

Normale

12

Negativo

Molto Negativo


I dati che emergono nel Grafico 3, inerente l’Accoglienza ricevuta dalla Host Organisation, confermano quelli rilevati nella valutazione intermedia in riferimento ai volontari stranieri in Italia. Più del 64% (somma dei “molto positivo” e “positivo”) dei volontari esprime un giudizio positivo, contro un 12,12% di chi non si ritiene per niente soddisfatto (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). Occorre tuttavia notare che, confermando una tendenza già evidenziata nel precedente rapporto 2010, i volontari italiani tendono ad esprimere un giudizio che si attesta prevalentemente sul gradino più elevato della scala proposta.

Grafico 4 Tutoraggio durante il servizio 30,30% 24,24% 19,19%

18,18%

7,07% 1,01% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

(bianche)

Analoghe considerazioni valgono per la valutazione dei Tutor (Grafico 4). Gli intervistati, infatti, mostrano una generale soddisfazione, con il 30,30% di pareri molto positivi contro un quarto degli intervistati che esprime un giudizio negativo (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”).

13


Grafico 5 Formazione ricevuta dalla Host Organisation 37,37%

27,27% 19,19% 12,12% 4,04%

Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Anche nel caso della formazione ricevuta dalla Host Organisation si riconferma la tendenza degli intervistati a valutare in modo positivo gli specifici ambiti indagati. In particolare, il Grafico 5 mostra come poco meno di 6 volontari su dieci esprimono un giudizio positivo (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”), contro il 16,16% che invece esprime un parere negativo (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). Grafico 6 Formazione ricevuta nel Paese di accoglienza 36,36%

26,26% 18,18%

17,17%

2,02% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

In riferimento al Grafico 6, si riconferma il dato positivo rispetto alla formazione “on arrival”. Non a caso, più del 60% degli intervistati mostra soddisfazione per la formazione ricevuta (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”), mentre solo il 19,19% esprime un giudizio negativo (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). 14


Grafico 7 Mansioni e Compiti 40,40% 32,32%

13,13%

13,13%

1,01% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Per quanto riguarda il gradimento rispetto alle Mansioni e Compiti assegnati ai volontari il giudizio è complessivamente positivo, seppur con accentuazioni meno pronunciate: infatti, il 40,40% degli intervistati esprime un giudizio “positivo”, mentre poco meno di un intervistato su otto esprime un giudizio “molto positivo”. Al contrario, il 14,14% degli intervistati non si ritiene soddisfatto (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”) di quello che ha svolto quotidianamente nel proprio progetto.

Grafico 8 Gestione delle crisi e dei conflitti 46,97% 36,36%

9,09%

6,06%

1,51% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Per quanto concerne la “Gestione delle crisi e dei conflitti” si desume una tendenza analoga a quella appena descritta, laddove solo il 6,06% esprime un giudizio di piena soddisfazione. Occorre però rilevare che poco meno della metà degli intervistati esprime comunque un giudizio “positivo” rispetto 15


alla questione. I giudizi negativi si attestano complessivamente attorno al 10% (somma di risposte “negativo” e “molto negativo”). Passiamo ora a considerare il “Livello di ascolto”, ovvero la valorizzazione delle capacità e delle competenze in possesso dei volontari (Grafico 9). Oltre la metà dei volontari italiani in servizio in Paesi stranieri giudica complessivamente positivo il livello di ascolto da parte della Host Organisation (con il 20,20% di giudizi “molto positivo” e un terzo di risposte “positivo”). Poco più di un intervistato su cinque esprime, invece, un giudizio negativo (somma di “negativo” e “molto negativo”). Grafico 9 Livello di ascolto 33,33% 25,25% 20,20% 14,14% 7,07%

Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

Grafico 10 Livello di integrazione nel Paese di accoglienza 42,42%

41,41%

16,16%

0,00% Molto positivo

Positivo

Normale

16

Negativo

0,00% Molto Negativo


Il “Livello di integrazione nella realtà di accoglienza” evidenzia giudizi estremamente positivi: infatti, la quasi totalità degli intervistati si dichiara soddisfatto, con il 42,42% che indica la modalità di risposta “molto positivo” e il 41,41% che indica “positivo”. Questa valutazione è ulteriormente rinforzata dall’assenza di casi che esprimono un giudizio negativo: questo evidenzia, indubbiamente, una grande voglia e capacità dei volontari di inserirsi e integrarsi in una cultura diversa dalla propria. Grafico 11 Qualità degli apprendimenti 49,49%

34,34%

15,15%

1,01% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

0,00% Molto Negativo

Analoghe considerazioni possono essere svolte a proposito della qualità degli apprendimenti acquisiti tramite l’esperienza dello SVE, laddove i giudizi positivi raggiungono l’83,83% del totale (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”), evidenziando valori più elevati di quelli già estremamente positivi evidenziati in precedenza a proposito dei volontari stranieri in servizio in Italia, mentre sono quasi del tutto assenti quelli negativi. Questi dati sono poi definitivamente confermati e ulteriormente avvalorati dall’analisi dei dati emersi dall’ultima domanda concernente la valutazione complessiva dell’utilità dell’esperienza dello SVE (Grafico 12).

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Grafico 12 Utilità dell'esperienza SVE 40,40% 32,32%

20,20%

6,06% 1,01% Molto positivo

Positivo

Normale

Negativo

Molto Negativo

In linea generale, infatti, gli intervistati non solo sono soddisfatti ma esprimono un giudizio alquanto positivo rispetto all’Utilità dell'esperienza stessa del Servizio Volontario Europeo: questo vale, in particolare, per più di sette intervistati su dieci (somma di risposte “molto positivo” e “positivo”), laddove poco meno di un intervistato su quindici esprime un giudizio negativo. Questi elementi consentono, in definitiva, di ribadire che, come per i volontari stranieri presenti in Italia, la consapevolezza dell’utilità del Servizio Volontario Europeo e la soddisfazione nei confronti di un’esperienza formativa di questo tipo sono radicati e diffusi anche tra i volontari italiani in servizio in Paesi stranieri.

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GLI APPRENDIMENTI

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AUTOVALUTAZIONE NELLA “MIDTERM”

All’interno dei seminari di Valutazione Intermedia è stata dedicata una specifica attenzione agli apprendimenti, chiedendo ai volontari stranieri in servizio in Italia di auto-valutare le conoscenze, le competenze e le abilità acquisite nel corso del periodo dedicato allo SVE. A tal proposito ai volontari è stata somministrata un’apposita scheda contenente 15 items, per ciascuno dei quali è stato chiesto di esprimente il proprio grado di auto-valutazione, espresso all’interno di una scala di valore da 1 a 5, nella quale 1 indica “molto male” e 5 “molto bene”. In particolare, è stato chiesto ai volontari di esprimere tale valutazione rispetto a due momenti, ovvero all’arrivo e al momento della somministrazione, così da poter verificare gli eventuali progressi di ciascuno e favorire una riflessione personale e una discussione di gruppo sui cambiamenti intercorsi. Di seguito presenteremo i risultati emersi dalla somministrazione della scheda, prestando attenzione dapprima ai livelli di apprendimento che gli intervistati hanno dichiarato di possedere all’arrivo, poi all’autovalutazione degli apprendimenti raggiunti al seminario di valutazione intermedia, infine agli incrementi registrati tra i due momenti. Per quanto concerne le competenze, le capacità e le abilità possedute al momento dell’avvio del Servizio Volontario Europeo, come evidenzia il Grafico 1, gli intervistati esprimono un’autovalutazione che vede ai primi posti della graduatoria l’“Autonomia personale”, l’“Ascolto attivo”, l’“Assunzione di responsabilità”, il “Lavoro in gruppo” e” Cucinare, fare la spesa, gestione del budget” (con medie nei punteggi superiori a 3,40). Seguono poi aspetti quali la “Progettazione e gestione del tempo”, la “Capacità di adattamento”, lo “Spirito di iniziativa”, il “Confronto interculturale”, la “Gestione dello stress” e “dei conflitti” con valori medi inferiori a 3,4 e superiori a 3. Mediamente sono, invece, molto più contenuti i livelli di autovalutazione attributi agli aspetti riguardanti le conoscenze della cultura italiana (con un’autovalutazione media di 2,31) e alle conoscenze e competenze linguistiche: in particolare, il livello medio di autovalutazione rispetto alla comprensione dell’italiano è pari a 1,79, quello relativo a “Scrivere in italiano” è pari a 1,51 e, infine, il livello medio di autovalutazione della capacità di “Parlare in italiano” si attesta su un livello di 1,46.

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Grafico 1. Medie degli apprendimenti (all’arrivo) Autonomia personale Ascolto attivo Assunzione di responsabilità Lavoro in gruppo Cucinare, fare la spesa, gestione del budget Progettazione e gestione del tempo Capacità di adattamento Spirito di iniziativa Confronto interculturale Gestione dello stress Gestione dei conflitti Conoscenza della cultura italiana Capire l'italiano Scrivere in italiano Parlare in italiano 0

1

2

3

4

5

Media all'arrivo

Se spostiamo l’attenzione sulle risposte fornite dai volontari in relazione all’autovalutazione degli apprendimenti raggiunti alla somministrazione della scheda nel corso del seminario di valutazione intermedia è possibile verificare una situazione sensibilmente differente. Come evidenzia il Grafico 2, i primi due items, ovvero “Scrivere in italiano” e “Parlare in italiano” sono quelli che continuano a presentare le maggiori criticità (con una media nel giudizio di autovaluzione rispettivamente di 3,29 e 3,52), mentre risulta essere molto più positiva la comprensione della lingua del Paese ospitante (media del 4,05) così come l’autovalutazione rispetto alla conoscenza della cultura italiana (media del 3,86). La distribuzione delle risposte relative agli items concernenti la “Gestione dello stress” e la “Gestione dei conflitti” presenta valori concentrati prevalentemente nei livelli intermedi. Lo stesso vale, seppur con lievi variazioni verso i livelli di autovalutazione più elevati, per gli items relativi allo “Spirito di iniziativa” e all’“Assunzione di responsabilità”. Più di tre intervistati su quattro esprimono, invece, una valutazione più che positiva (con valori che si attestano sul livello 4 per circa la metà dei volontari) per quanto concerne il “Lavoro in gruppo”, la “Progettazione e gestione del tempo”, la “Capacità di adattamento” e l’“Ascolto attivo”. Le distribuzioni delle risposte relative agli items “Cucinare, fare la spesa, gestione del budget”, “Confronto interculturale” e, soprattutto, “Autonomia personale” rivelano, infine, valori significativamente elevati, con circa la metà degli

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intervistati che esprimono la propria autovalutazione indicando il livello più elevato (5 – “molto bene”) e con medie che si attestano rispettivamente su valori pari a 4,22, 4,29 e 4,37.

Grafico 2. Distribuzione degli apprendimenti (alla somministrazione) Scrivere in italiano

Parlare in italiano

Gestione dei conflitti

Gestione dello stress

Conoscenza della cultura italiana

Spirito di iniziativa

Progettazione e gestione del tempo

Ascolto attivo

Lavoro in gruppo

Capire l'italiano

Capacità di adattamento

Assunzione di responsabilità

Confronto interculturale Cucinare, fare la spesa, gestione del budget Autonomia personale 0%

10%

20%

30%

40%

50% 1

2

3

60% 4

70%

80%

90%

100%

5

Dopo aver analizzato il livello di autovalutazione degli apprendimenti all’arrivo e alla data della somministrazione, possiamo ora verificare il livello di incremento per ciascuno degli items considerati, che testimonia la maggiore o minore forza dell’evoluzione che i volontari dichiarano di aver conseguito in virtù della partecipazione all’esperienza formativa SVE.

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Grafico 3. Incremento (scarto tra le medie alla somministrazione all’arrivo) 0,49

Spirito di iniziativa

0,55

Progettazione e gestione del tempo

0,58

Ascolto attivo

0,64

Lavoro in gruppo Assunzione di responsabilità

0,71

Gestione dello stress

0,73

Cucinare, fare la spesa, gestione del budget

0,79

Autonomia personale

0,79

Gestione dei conflitti

0,84

Capacità di adattamento

0,86

Confronto interculturale

0,97

Conoscenza della cultura italiana

1,55

Scrivere in italiano

1,78

Parlare in italiano

2,06

Capire l'italiano

2,26 0

0,5

1

1,5

2

2,5

Incremento

Il primo elemento da considerare è che, come evidenzia il Grafico 3, per tutti gli items proposti si registra un incremento positivo nel livello di autovalutazione. Inoltre, se confrontiamo le differenze tra le medie registrate all’arrivo e alla somministrazione è possibile evidenziare, rispetto alle 15 voci proposte nella scheda, un incremento medio pari a 1,04 (il quale si attesta complessivamente sul medesimo valore registrato nella precedente annualità). Concentrando, invece, l’attenzione sui singoli items proposti nella scheda possiamo anzitutto evidenziare come quelli che fanno registrare un incremento meno consistente sono lo “Spirito di iniziativa”, la “Progettazione e gestione del tempo”, l’“Ascolto attivo” e il “Lavoro in gruppo”. Tuttavia, occorre sottolineare come, complessivamente, tali item raggiungano medie vicine o superiori al livello 4: su di essi sembra dunque necessario intervenire, anche perché caratterizzano in modo specifico le esperienze di SVE, ma comunque a partire da un livello di partenza già sufficiente. Vi sono poi alcuni item che pur non presentando incrementi particolarmente marcati (che comunque si attestano tra 0,8 e 1), consentono di evidenziare medie nell’autovalutazione dei volontari superiori a 4: ci riferiamo, in particolare, agli items relativi all’“Autonomia personale”, al “Confronto interculturale” e alla “Capacità di adattamento”.

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L’ultimo aspetto da considerare riguarda le competenze linguistiche. Confermando un aspetto già emerso nel corso del precedente Rapporto Annuale 2010, anche per il 2011 gli incrementi più significativi sono registrati in relazione agli items relativi alla “Conoscenza della cultura italiana” (1,55), “Scrivere in italiano” (1,78, con un valore medio complessivo di 3,29, che comunque rimane ultimo nella graduatoria complessiva), “Parlare in italiano” (2,06) e soprattutto “Capire l’italiano” (2,26, con un valore medio complessivo di 4,05). Bisogna però evidenziare come questi incrementi siano probabilmente dovuti al basso livello di partenza, che apre ad un più ampio margine di miglioramento. Tuttavia, segnalano uno dei più significativi punti di forza dell’esperienza SVE, sul quale sembra opportuno insistere ulteriormente.

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AUTOVALUTAZIONE NELLA VALUTAZIONE FINALE Come per i seminari di Valutazione Intermedia con i volontari stranieri presenti in Italia, all’interno dei seminari di Valutazione Finale con i volontari italiani che hanno prestato servizio in un Paese straniero è stata dedicata una specifica attenzione agli apprendimenti, chiedendo ai volontari di auto-valutare le conoscenze, le competenze e le abilità acquisite nel corso del periodo dedicato allo SVE. Secondo la procedura già descritta nella sezione precedente, ai volontari è stata somministrata un’apposita scheda contenente 15 items. Nel caso dei volontari italiani che hanno prestato servizio in un Paese straniero è stato loro di esprimere tale valutazione rispetto a due momenti, ovvero all’arrivo nel Paese di accoglienza e al termine dell’esperienza SVE, ovvero al momento della somministrazione, così da poter verificare gli eventuali progressi di ciascuno e favorire una riflessione personale e una discussione di gruppo sui cambiamenti intercorsi. Di seguito presenteremo i risultati emersi dalla somministrazione della scheda ai volontari italiani, prestando attenzione dapprima ai livelli di apprendimento che gli intervistati hanno dichiarato di possedere all’arrivo nel Paese ospitante, poi all’autovalutazione degli apprendimenti raggiunti al seminario di valutazione finale, infine agli incrementi registrati tra i due momenti.

Iniziamo dall’analizzare l’autovalutazione delle competenze, capacità e abilità possedute al momento dell’avvio del Servizio Volontario Europeo. Come evidenzia il Grafico 1, seguendo un andamento molto vicino a quello già verificato per i volontari stranieri presenti in Italia, gli intervistati collocano ai primi posti della graduatoria (con medie nei punteggi superiori a 3,40), rispettivamente, “Cucinare, fare la spesa, gestione del budget”, l’“Autonomia personale”, l’“Assunzione di responsabilità”, la “Capacità di adattamento”, il “Confronto interculturale” e l’“Ascolto attivo”. Un secondo insieme di aspetti, con medie nei punteggi di autovalutazione inferiori alle precedenti ma comunque superiori a 3, comprende il “Lavoro in gruppo”, la “Progettazione e gestione del tempo”, la “Gestione dei conflitti”, lo “Spirito di iniziativa” e la “Gestione dello stress”. Così come verificato per i volontari stranieri presenti in Italia, chiudono la graduatoria, con livelli di autovalutazione molto più contenuti, gli aspetti riguardanti le conoscenze della cultura e della lingua del Paese di accoglienza: in particolare, il punteggio medio di autovalutazione rispetto alla “Conoscenza della cultura del Paese di accoglienza” è pari a 1,86; la comprensione della lingua si attesta su un livello medio di 1,85; chiudono la graduatoria gli items “Parlare la lingua del Paese di accoglienza” e “Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza” con punteggi medi rispettivamente di 1,75 e 1,67. 25


Grafico 1. Medie degli apprendimenti (all’arrivo) Cucinare, fare la spesa, gestione del budget Autonomia personale Assunzione di responsabilità Capacità di adattamento Confronto interculturale Ascolto attivo Lavoro in gruppo Progettazione e gestione del tempo Gestione dei conflitti Spirito di iniziativa Gestione dello stress Conoscenza cultura Paese di accoglienza Capire la lingua del Paese di accoglienza Parlare la lingua del Paese di accoglienza Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza 0

1

2

3

4

5

Media all'arrivo

L’analisi delle risposte fornite dai volontari in relazione all’autovalutazione degli apprendimenti raggiunti al termine dell’esperienza SVE evidenzia una situazione decisamente differente. Fatta eccezione per la capacità di “Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza”, che continua a rappresentare l’aspetto più critico, con un terzo degli intervistati che dichiara di farlo “Molto male” o “Male”, come evidenzia il Grafico 2, la forbice tra gli altri aspetti proposti si riduce sensibilmente. Ciò nonostante, occorre rilevare che le competenze linguistiche (legate al parlare o al comprendere la lingua straniera) costituiscono pur sempre aspetti critici, ma con un sensibile miglioramento (con una media nel giudizio di autovalutazione rispettivamente di 3,6 e 3,72), mentre risulta essere molto più positiva la “Conoscenza della cultura del Paese di accoglienza” (media del 3,99), con poco meno di due terzi degli intervistati che si auto collocano sul livello 4. Vi è poi un nutrito elenco di aspetti, che comprende “Gestione dello stress”, “Progettazione e gestione del tempo”, “Gestione dei conflitti”, “Spirito di iniziativa”, “Ascolto attivo”, “Lavoro in gruppo”, “Assunzione di responsabilità”, che presenta valori concentrati prevalentemente nei livelli medio-alti per i quali più del 50% degli intervistati ritiene di aver conseguito un livello più che adeguato (modalità di risposta indicata: 4) e più dei due terzi indica di aver conseguito un livello più che adeguato o ottimale (somma delle modalità di risposta 4 e 5). In questi casi, le medie dei punteggi di autovalutazione indicati dagli intervistati variano tra 3,94 e 4,25.

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Le risposte relative agli items “Cucinare, fare la spesa, gestione del budget”, “Capacità di adattamento”, “Autonomia personale” e “Confronto interculturale” sono, infine, caratterizzate da valori decisamente elevati, con più della metà degli intervistati che esprimono la propria autovalutazione indicando il livello più elevato (5 – “molto bene”) e con medie che si attestano su valori superiori al 4,40.

Grafico 2. Distribuzione degli apprendimenti (al termine dell’esperienza) Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza Conoscenza della cultura del Paese di accoglienza Spirito di iniziativa Gestione dello stress Gestione dei conflitti Progettazione e gestione del tempo Ascolto attivo Parlare la lingua del Paese di accoglienza Lavoro in gruppo Capire la lingua del Paese di accoglienza Assunzione di responsabilità Cucinare, fare la spesa, gestione del budget Capacità di adattamento Confronto interculturale Autonomia personale 0%

10%

20%

30%

40% 1

50% 2

3

60% 4

70%

80%

90%

100%

5

Dopo aver analizzato il livello di autovalutazione degli apprendimenti all’arrivo nel Paese ospitante e alla data della somministrazione, cioè al termine dell’esperienza SVE, come già fatto per i volontari stranieri in servizio in Italia, possiamo ora verificare, per ciascuno degli items considerati, il livello di incremento registrato in virtù di quanto espresso dai volontari italiani in servizio in un Paese straniero: questo ci consentirà di verificare la maggiore o minore forza dell’evoluzione che i volontari dichiarano di aver conseguito in virtù della partecipazione all’esperienza formativa SVE.

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Grafico 3. Incremento (scarto tra le medie al termine dell’esperienza e all’arrivo) Assunzione di responsabilità

0,66

Ascolto attivo

0,67

Progettazione e gestione del tempo

0,68 0,72

Cucinare, fare la spesa, gestione del budget Lavoro in gruppo

0,81

Gestione dei conflitti

0,82

Gestione dello stress

0,86

Spirito di iniziativa

0,87 0,91

Autonomia personale Capacità di adattamento

0,97

Confronto interculturale

1,14

Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza

1,5

Parlare la lingua del Paese di accoglienza

1,85

Capire la lingua del Paese di accoglienza

1,87 2,13

Conoscenza della cultura del Paese di accoglienza 0

0,5

1

1,5

2

2,5

Incremento

Così come verificato nella sezione precedente a proposito dei volontari stranieri in Italia, anche in questo caso l’aspetto più significativo che emerge dall’analisi è che, come evidenzia il Grafico 3, per tutti gli items proposti si registra un incremento positivo nel livello di autovalutazione, con un incremento medio di 1,10 (leggermente inferiore a quello registrato nella precedente annualità). Nel merito dell’analisi degli incrementi relativi ai singoli items proposti agli intervistati, sembra possibile individuare tre insiemi. Nel primo è possibile ricomprendere gli aspetti per i quali si registra un incremento nelle medie dei punteggi di autovalutazione che si attesta su valori compresi tra 0,66 e 0,72. Troviamo in questo gruppo aspetti legati tanto ad una sfera più specificamente soggettiva e di interazione, quali “Cucinare, fare la spesa, gestione del budget” e “Progettazione e gestione del tempo”, “Ascolto attivo” e “Assunzione di responsabilità”). Si tratta, comunque, di items che raggiungano medie vicine o superiori al livello 4.

Nel secondo gruppo rientrano gli items che presentano incrementi nelle medie che si attestano tra 0,8 e 1 e medie pari o superiori a 4: si tratta degli items relativi al “Lavoro in gruppo”, alla “Gestione dei conflitti” e dello stress, allo “Spirito di iniziativa”, all’“Autonomia personale” e alla “Capacità di adattamento”.

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Il terzo gruppo comprende gli items relativi alle competenze linguistiche. Confermando quanto già emerso a proposito dei volontari stranieri in Italia e riproponendo un dato già evidenziato nel precedente Rapporto Annuale 2010, anche per il 2011 gli incrementi più significativi nei punteggi di autovalutazione dei volontari italiani si registrano in relazione allo “Scrivere nella lingua del Paese di accoglienza” (la cui media, pur con i limiti sopra ricordati, cresce di 1,5), “Parlare la lingua del Paese di accoglienza” e “Capire la lingua del Paese di accoglienza” (con incrementi rispettivamente di 1,85 e 1,87), cui bisogna aggiungere soprattutto l’item relativo alla “Conoscenza della cultura del Paese di accoglienza” che, con un incremento nelle medie pari a 2,13, raggiunge un valore medio di 3,99. Quest’ultimo aspetto è rafforzato se si considera l’item relativo al “Confronto interculturale”, che merita una notazione specifica: con un incremento di 1,14 tra la media nei punteggi di autovalutazione che gli intervistati hanno dichiarato di possedere alla partenza e al termine dell’esperienza SVE costituisce l’aspetto che raggiunge nella valutazione finale degli apprendimenti il livello medio di autovalutazione più elevato, pari a 4,58, contribuendo così a evidenziare quello che sembra essere l’aspetto più significativo dell’esperienza SVE e a sottolinearne la sua centralità nella costruzione delle biografie dei volontari che vi partecipano.

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