IL MECCANISMO DEI SENSI

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Impresa Famiglia: Gratuità e Vitalità Uno dei compiti della buona politica consiste nel farsi carico della famiglia in quanto nucleo fondante e risorsa attiva della società. Un compito, questo, che naturalmente non va inteso come intromissione dei poteri pubblici in ambito privato. Si tratta, semmai, di rispondere, con un approccio sussidiario, alle attese delle famiglie, valorizzando, in tal modo, anche il loro specifico apporto alla costruzione del bene comune. La famiglia, infatti, non è soltanto un microcosmo di relazioni e interessi avulsi dal contesto che la precede e nel quale si trova. Non è una monade privata inserita in un più vasto e totalizzante “organismo pubblico” statuale, ma è essa stessa un attore sociale originario dotato di un insostituibile e costitutivo carattere pubblico. La nostra Costituzione riconosce e sottolinea nitidamente questo aspetto basilare già nel suo secondo articolo. Le grandi trasformazioni che investono il nostro tempo non rendono meno attuale questo aspetto dell’impegno politico, ma confermano e rafforzano la necessità di adempiervi senza lesinare sforzi. L’accresciuta mobilità delle persone, i cambiamenti demografici in corso, la mutazione in senso multiculturale e multietnico delle nostre comunità, infatti, richiedono realtà familiari forti e quindi sufficientemente aperte per costruire quella “convivialità delle differenze” senza la quale non vi potrà essere autentica e libera coesione sociale. È innanzitutto nelle famiglie che nascono e crescono le nuove generazioni ed è primariamente al loro interno che generi e generazioni si connettono e interagiscono tra loro. In questo senso, non è retorico affermare che il presente delle famiglie è già, in qualche modo, un “futuro in atto”. Proprio nella compresenza della dimensione affettiva privata e di quella pro-sociale pubblica; nella loro feconda interazione sta la forza di questa istituzione naturale. Una prossimità a quanto di più intimo e profondo si trova nelle persone che, come testimonia la storia delle civiltà, le ha consentito di attraversare epoche anche molto difficili senza cessare di rappresentare un riferimento essenziale per gli esseri umani. Da questo punto di vista, è fonte di stupore e soprattutto di speranza constatare come, dopo decenni di denigrazioni e di attacchi spesso feroci, nei tanti sondaggi effettuati a vario titolo, la famiglia si ritrovi sempre al vertice dei valori riconosciuti come fondamentali dalla grande maggioranza degli intervistati. In particolare, nel nostro Paese, si registra una relativa tenuta della famiglia rispetto a quanto accade in altri contesti e

tutto ciò ha un significativo riscontro anche nel fondamentale contributo garantito dalle famiglie, e in particolare dalle donne, alla efficacia del nostro sistema di welfare. Penso, in primo luogo, al ruolo svolto quotidianamente dalle tante caregiver nella cura dei soggetti deboli (malati, disabili, anziani), ma anche al ruolo educativo esercitato nei confronti dei figli e, fatto tutt’altro che trascurabile specialmente in tempi di crisi, alla capacità dimostrata da tante donne di sapere sovrintendere con equilibrio del benessere economico delle famiglie. La storia di molte donne dimostra che tutto ciò non è inconciliabile con l’ottenimento di risultati importanti anche in ambito professionale. Ma proprio queste esperienze positive ci spronano a lavorare affinché questa stessa possibilità divenga sempre più accessibile per tutte le donne. E se questo obiettivo passa attraverso un ulteriore e progressivo cambiamento della cultura maschile nel modo di rapportarsi con le loro compagne, madri, sorelle, colleghe…è evidente che un ruolo strategico e importantissimo spetta proprio alle istituzioni politiche. Esse sono infatti chiamate, malgrado le molte difficoltà pratiche ed economiche a cui devono fare fronte, a elaborare a attuare politiche attive per conciliare esigenze familiari e lavorative. Tutto ciò, ne sono consapevole, significa un lavoro di miglioramento continuo sulla efficienza ed efficacia dei servizi. Un lavoro che non può essere svolto, questa è la mia positiva esperienza di tutti i giorni, senza una stretta collaborazione con le organizzazioni della società civile e senza un continuo dialogo con le famiglie. Occorre perciò superare la visione di una famiglia relegata sempre più nel privato per riscoprire il suo essere snodo cruciale tra persona e società. Solo così, tra l’altro, si può comprendere l’incidenza che ogni mutamento dell’idea di famiglia può assumere in ordine alla concezione che la società ha di se stessa. Come è stato notato da autorevoli costituzionalisti, infatti, nella famiglia v’è un sovrappiù di stabilità e di dichiarato impegno nei confronti della società che merita di essere valorizzato. Se il futuro non è una cosa staccata dall’oggi, così come la famiglia è parte integrante del tempo in cui viviamo, discutere di politiche per la famiglia significa innanzitutto interrogarsi su quale visione strategica abbiamo della società e del suo avvenire. Per questa ragione ritengo che la politica, e l’apparato amministrativo che la sostiene, non debbano porsi in modo eccessivamente rigido e burocratico. Nella costruzione del


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