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Editoriale

7/2020 7/2020

Numero 7 - anno 22 - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv.27/02/2004 n°46) art. 1 comma 1, DCB Milano - € 1,55 FLOWEY COMPETENZA IN SICILIA E CALABRIA

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ISTOBAL I 4 MOSCHETTIERI A BRINDISI

INTRAPRESA I DATI PETROLIO FUTURO

MUSEO FISOGNI PROMOZIONI ANNI ‘70 PRO WASH SYSTEM NUOVA SEDE TANTI PROGETTI WASHTEC RICAMBI E DETERGENTI LI COMPRO ONLINE

L’emergenza Covid-19 non sembra arrestarsi anche se i primi segnali di rallentamento e l’avvio della campagna vaccinale fanno vedere più vicina l’uscita dal tunnel. Se un aspetto positivo vogliamo trovarlo in questo secondo lockdown, è certamente da individuare nella minore restrizione sugli spostamenti e alla possibilità per alcune attività di poter continuare a operare. Fortunatamente le aree di servizio sono tra queste e, pur confrontandosi con un calo dell’attività, sensibile soprattutto nella distribuzione carburanti, hanno potuto mantenere un’operatività che ne ha supportato il raggiungimento almeno del livello minimo di sopravvivenza.

Tra le “vittime” di questo secondo lockdown c’è però anche Area di Servizio che viaggia in sensibile ritardo e ce ne scusiamo con i nostri lettori, ma recupereremo presto, promesso! Un peccato perché, di fronte a un generale rallentamento dell’attività fieristica, le aziende del nostro settore hanno mostrato eccellenti segnali di reazione alle avversità da pandemia e sono in molte ad avere sfruttato questi momenti di rallentamento per affrontare una revisione della propria organizzazione interna e anche un ulteriore sviluppo dei loro prodotti. Quindi le novità non mancano e già in questo numero ne presentiamo alcune che sapranno sicuramente destare l’attenzione di quegli imprenditori che già guardano al futuro consci del fatto che il peggio è passato e la ripresa non tarderà ad arrivare.

Volendo però tralasciare gli scenari futuribili per attenerci alla realtà attuale, la sempre maggiore attenzione alla pulizia e, soprattutto, alla sanificazione, a cui questo terribile periodo ci ha abituati e resi sensibili costituisce un eccellente ambito su cui rilanciare e sviluppare l’attività delle aree di servizio. Si dice spesso che da una criticità può nascere un’opportunità e questo mi pare un classico esempio. Uno solo, ma sono certo ce ne siano altri, e qui la celebrata creatività italiana non mancherà di individuarli.

Nel frattempo, buona lettura

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA AL TAVOLO DEL MISE

ORGANO UFFICIALE DEI GESTORI

Massimo Cicalini

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA AL TAVOLO DEL MISE

Ristori, razionalizzazione, contrattualistica, illegalità: questi i temi che le associazioni di categoria Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno affrontato nel primo incontro con la Sottosegretaria del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) Alessia Morani.

Due gli assi prioritari di intervento: sostegno economico alla filiera dei carburanti nell’emendando Decreto “Ristori Cinque” e riforma del comparto distributivo, asse che a sua volta si snoda in tre direzioni, ristrutturazione della rete, contrattualistica ed illegalità: tali le principali novità emerse dall’incontro tra la Sottosegretaria al MiSE Alessia Morani coi rappresentanti delle associazioni dei gestori Faib, Fegica e Figisc/Anisa, e del comparto Unem, Assopetroli, Assogasliquidi, Assogasmetano e Federmetano. Prendendo atto delle perdite di vendite, marginalità e liquidità patite dai gestori nel corso della pandemia da Covid-19 a seguito dei provvedimenti limitativi della mobilità delle persone e delle attività dei servizi, la Sottosegretaria Morani si è impegnata a “verificare la possibilità” di inserire misure di sostegno “già nel prossimo decreto Ristori”. Relativamente al riassetto della filiera, che prenderà come base la nota “Risoluzione De Toma”, si è optato per organizzare il lavoro attraverso tre tavoli tematici, il cui calendario dei lavori è in via di definizione. “Abbiamo affrontato - ha sottolineato la Sottosegretaria Misiani - la questione della generale riforma del comparto a partire dalla necessaria razionalizzazione, riorganizzazione e ristrutturazione della rete, anche per il ruolo che può giocare nella transizione energetica. Altro tema è quello della illegalità diffusa, fiscale e non solo. Ulteriore questione è quella della contrattualistica. Abbiamo convenuto di convocare tavoli tematici coinvolgendo altri soggetti interessati: il Mit e Comuni per la rete; Agenzia delle Dogane, Agenzia delle Entrate, Procura e Commissione Antimafia per l’illegalità; ministero del Lavoro per i contratti. Saranno tavoli operativi, non ho l’ambizione di risolvere tutti i problemi che si trascinano da anni ma possiamo, con il confronto, dare risposte alle questioni più problematiche”.

Alessia Morani, Sottosegretaria MiSE

LE RICHIESTE DI FAIB, FEGICA E FIGISC/ANISA

Sul fronte “Ristori” Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno di conseguenza immediatamente formalizzato, come da invito dell’onorevole Morani, le richieste delle misure ritenute necessarie, con la seguente comunicazione Prot. N. 2/2021 del 12 gennaio 2021.

Oggetto: Misure di ristoro per Gestori impianti stradali ed autostradali distribuzione carburanti.

Gentilissima Onorevole, come preannunciato nella riunione da Ella convocata il giorno 11 gennaio 2021, le Organizzazioni di categoria Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, tenuto conto del carattere di pubblico servizio essenziale proprio dell’attività di distribuzione carburanti che obbliga a garantire la regolarità e la continuità del servizio suddetto alla collettività e pur tuttavia la sensibile contrazione dei consumi di carburanti per autotrazione e di fatturato, conseguente alle restrizioni alla mobilità indotte dalle misure di contrasto della nuova fase dell’epidemia COVID-19, sono a richiedere che nel “Decreto Ristori” di prossima emanazione (entro metà gennaio 2021) le imprese che esercitano il commercio al dettaglio di carburante per autotrazione, sia su viabilità ordinaria che su quella autostradale, siano comprese tra quelle che debbono beneficiare dei provvedimenti che saranno assunti in tale ambito a sostegno delle imprese. In particolare, le medesime Organizzazioni ritengono essenziale che vengano replicati - con l’estensione alle piccole imprese che gestiscono gli impianti di rete ordinaria dove non ancora previsto - i provvedimenti di cui ai seguenti articoli già contenuti nel DL 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto Decreto Rilancio), convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020, n. 77: • Art. 25 - Contributo a fondo perduto. • Art. 28 - Credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d’azienda. • Art. 40 - Misure di sostegno alle micro, piccole e medie imprese titolari del servizio di distribuzione di carburanti nelle autostrade per il periodo di emergenza da

COVID-19, in materia di “contributi figurativi”. Necessaria estensione applicazione alla rete ordinaria. In considerazione del peculiare trattamento fiscale di cui sono soggetti i prodotti carburanti, appare inoltre indispensabile, sul piano tecnico/normativo, che tali provvedimenti siano accompagnati - in modo particolare il reiterando Contributo a fondo perduto di cui al suddetto art. 25 - da una adeguata codifica nella norma dei chiarimenti in materia di applicazione della norma ai distributori di carburanti, già forniti dall’Agenzia delle Entrate con le Circolari n. 15/E del 13 giugno 2020, n. 22/E del 21 luglio 2020, n. 25/E del 20 agosto 2020, con le quali viene definito, in estrema sintesi, che esclusivamente ai fini della determinazione della soglia massima dei ricavi o compensi per l’accesso al contributo, per i distributori carburanti è necessario fare riferimento alle modalità di cui all’articolo 18, comma 10, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Infine, ove la suddetta norma di prossima emanazione dovesse richiederne la specificazione, si elencano di seguito i Codici ATECO direttamente riconducibili alle attività esercitate dalle piccole imprese di gestione della distribuzione carburanti: • 47.30.00 Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione; • 45.20.10 Riparazioni meccaniche di autoveicoli; • 45.20.30 Riparazioni di impianti elettrici di autoveicoli; • 45.20.40 Riparazione e sostituzione di pneumatici; • 45.20.91 Lavaggio auto.

COMPETENZA E PROFESSIONALITÀ IN SICILIA E CALABRIA

Il rapporto tra Costman Sud e Flowey dura ormai da parecchi anni. Una solida e duratura partnership che garantisce ai lavaggisti un punto di riferimento per qualità dei prodotti e professionalità degli interlocutori.

Costman Sud è una realtà ben strutturata sul territorio che, oltre a essere concessionaria esclusiva in Sicilia e Calabria per i prodotti Flowey, ricopre lo stesso ruolo anche per gli impianti Mix, Autoequip/Degama brand di eccellenza nel settore carwash ed è anche ASC (Authorized Service Contractor) della Gilbarco Italia, rappresentata nel Sud Italia dalla Global Agency Srl. A fare gli onori di casa è Giuseppe Gricone, Presidente dell’azienda, che ha al suo fianco il figlio Andrea, certezza di continuità familiare nella gestione dell’azienda e Rino Crapanzano della LMG Srl in qualità di responsabile commerciale.

Chi è Costman Sud

“Il core business della Costman Sud è il mondo delle stazioni di servizio a tutto tondo, dalla progettazione e costruzione alla manutenzione – spiega Giuseppe Gricone –. Con noi lavorano 43 dipendenti ognuno con la propria specializzazione: elettricisti, elettromeccanici, idraulici, tecnici elettronici, muratori, imbianchini, carpentieri, tutte figure professionali che contribuiscono alla realizzazione e al mantenimento delle aree di servizio. Siamo inseriti anche nel settore dell’edilizia, ci occupiamo infatti di ristrutturazione e costruzione di immobili. Nell’ultimo decennio abbiamo stretto accordi di partnership con aziende leader nel settore dei carburanti alternativi, per esempio: Bernardini ed Ecos. Ciò ci ha permesso di sviluppare fortemente le nostre conoscenze in materia di GPL e metano, ponendoci come punto di riferimento nel mercato petrolifero degli indipendenti. La nostra sede principale si trova a Catania e la secondaria a Palermo, questo ci permette di essere capillari e tempestivi per soddisfare le chiamate di intervento dei nostri clienti in tempi rapidissimi. Ciò non toglie che abbiamo un’organizzazione logistica che ci consente di essere presenti anche in

Da sinistra: Andrea e Giuseppe Gricone e Rino Crapanzano

Calabria dove, a breve, apriremo una sede operativa”. “Da 25 anni operiamo nel mondo del carwash attraverso la vendita dei lavaggi e la fornitura dei prodotti Flowey – prosegue Giuseppe Gricone –. L’arrivo di Luca Taccini in Flowey ha dato slancio a questa sinergia tra le nostre aziende soprattutto per la notevole opera di formazione e istruzione del nostri tecnici sulla quale la Flowey ha investito in termini di tempo e risorse. Abbiamo avuto la possibilità di effettuare visite congiunte (Flowey/Costman Sud) dai clienti, con l’obiettivo di far conoscere i prodotti attraverso prove e test sul campo. È importante far percepire al lavaggista la netta differenza tra il prodotto utilizzato abitualmente, di solito un prodotto di media qualità, e quello Flowey. In questo modo i clienti che hanno scelto di seguirci non ci hanno più abbandonato! Ci sono delle referenze che rappresentano delle vere innovazioni di prodotto, delle “specialities”, come per esempio la cera profumata X50, una cera di nuova generazione con caratteristiche di elevata qualità: certamente è un prodotto più costoso rispetto ad altri ma i clienti che la provano ne comprendono anche le potenzialità e la reale differenza rispetto ad altre cere “normali”. C’è poi la gamma Experience con la quale Flowey propone prodotti specifici, dallo shampoo di prelavaggio alla cera, per acqua dura o addolcita: quindi prodotti studiati per dare il massimo del risultato a seconda della tipologia di acqua con la quale agiscono. Il compito dei nostri tecnici è quello di “assaggiare” l’acqua per definire il prodotto più adatto per ciascun impianto. Per farlo, disponiamo di una strumentazione veloce per verificare il Ph, la conducibilità e la durezza dell’acqua, i tre parametri più importanti per la giusta selezione dei prodotti. L’ottima qualità dei prodotti Flowey garantisce anche una ottimale depu-

razione delle acque di scarico e un perfetto utilizzo delle acque riciclate: Flowey mette a disposizione la propria tecnologia per un problema molto sentito in Sicilia, soprattutto nell’entroterra, dove c’è ancora oggi sofferenza per mancanza di acqua. Sul territorio, oltre a gestire direttamente un importante portafoglio di clienti direzionali, ci avvaliamo di rivenditori, quali per esempio la già citata Global Agency, che garantiscono una diffusione più capillare dei marchi che rappresentiamo.

Un rapporto consolidato

“Il rapporto tra Flowey e Costman Sud durava già da alcuni anni – spiega il citato Luca Taccini –, ma si è consolidato in modo particolare negli ultimi tre anni. L’azienda siciliana è concessionaria Flowey per la Sicilia e la Calabria dove è attiva con tecnici specializzati nel carwash dedicati allo sviluppo del business di Flowey, ulteriormente ampliato dai rapporti che Costman Sud ha consolidato con rivenditori e collaborazioni sul territorio siciliano e calabrese. Oltre al mondo degli autolavaggi, l’azienda siciliana opera attivamente con Flowey anche con alcuni operatori dell’autotrasporto, fornendo soluzioni per la pulizia e la igienizzazione di camion e autobus di importanti società di autotrasporto pubblico e privato, senza dimenticare gli autonoleggi per la disinfezione e pulizia degli autoveicoli e le concessionarie per il detailing dei veicoli usati. Infine, l’attività di Costman Sud e Flowey sul territorio è dedicata anche alla pulizia delle stazioni di servizio e degli impianti di lavaggio. Infatti l’efficace gamma di prodotti Flowey Technic consente la pulizia dal grasso e dagli sversamenti di carburante delle colonne di erogazione, degli impianti e dei piazzali, oltre alla eliminazione veloce e perfetta di tutte le incrostazioni e macchie di calcare e sporco che affliggono gli impianti di lavaggio”.

Un servizio dedicato

“È vero – riprende Giuseppe Gricone –, garantiamo anche il servizio di pulizia degli impianti di lavaggio e delle stazioni di servizio e in questo caso la linea Flowey Technic ci garantisce dei risultati di livello assoluto, semplificando notevolmente il lavoro dei nostri addetti. Infatti, un impianto senza grasso, calcare e con le spazzole ben pulite è di grande attrattiva per gli automobilisti. Nello specifico i due prodotti che utilizziamo sono T56 Deox Premium Protect che elimina il calcare e T43 Netral Strong che elimina sporco, grasso, residui di cere e muschio. Sono loro l’abbinata vincente per dare una nuova luce al centro di lavaggio, grazie anche alla loro formulazione specifica che permette di usarli in completa sicurezza su tutte le superfici di plastica, alluminio, acciaio, plexiglas, vetro e per la perfetta pulizia degli spazzoloni”.

T56 DEOX PREMIUM PROTECT

Detergente acido industriale multiuso specialmente formulato per pulire e ravvivare tutti i tipi di superfici come piastrelle, pareti, pavimenti, macchinari, spazzole, alluminio. Molto efficace per disincrostare, decalcificare e disossidare. Permette di eliminare con rapidità ogni tipo di sporco (calcare, cemento, ruggine, ossidi di ogni tipo) e di ridare brillantezza a superfici dal colore spento e ingiallito; particolarmente efficace anche come decapante delle superfici di alluminio. L’applicazione del prodotto rafforza l’aderenza di vernici anticorrosive e non danneggia i metalli, ma anzi li protegge dalla corrosione. Non contiene acido fluoridrico, non è classificato come prodotto tossico ed è pertanto sicuro per chi lo utilizza; non contiene acido cloridrico e quindi non è corrosivo per i metalli; contiene invece acido fosforico e acido nitrico e quindi agisce come fosfatante e passivante sulla superficie del metallo trattato, proteggendolo dalla corrosione.

T43 NETRAL STRONG

Detergente sgrassante ad alto potere pulente per tutte le superfici e i macchinari industriali (sgrassa motori a benzina, diesel, macchinari industriali, agricoli, del genio civile e del trasporto marittimo). Pur essendo di qualità alimentare, elimina lo sporco come grasso, grassi di origine animale, vegetale, minerale e gasolio in modo molto efficace. Inoltre è ideale per la pulizia di pavimenti industriali, forni, macchinari, filtri ecc.

I QUATTRO MOSCHETTIERI ORA SONO A BRINDISI

50 anni nel mondo dell’autolavaggio e oggi la famiglia Scapecchi, dopo essere stata pioniera del self in Puglia, ha scelto quattro portali Istobal M’NEX22 full optional e ci spiega perché.

Ad accompagnarci sul nuovo impianto della Errelle è Dario de Laurentiis, agente commerciale Istobal per Puglia e Basilicata: “Siamo a Brindisi in una delle loro quattro aree di proprietà dove abbiamo installato, in batteria, quattro portali a spazzole Istobal M’NEX22 full optional. Un impianto con alta pressione totale, lavaggio sottoscocca, cascata retroilluminata Infinite Mousse arch, accettatori di banconote con dispositivo per card precaricate. Un evento importante per Istobal su questo territorio perché la famiglia Scapecchi vanta oltre mezzo secolo di esperienza nel carwash ed è stata pioniera in Puglia nel lavaggio self-service. Questo impianto sorge in un punto strategico di Brindisi, sulla circonvallazione nel crocevia dove si incontrano le strade che arrivano da Bari, Lecce e Taranto; purtroppo ogni tanto è teatro di incidenti ed è quindi soprannominata ‘incrocio della morte’. Abbiamo effettuato la consegna e il collaudo dei primi due a dicembre e dopo una quindicina di giorni sono arrivati gli altri due, a metà gennaio sono andati a regime tutti e quattro e a giorni ultimeremo la copertura”.

La parola a Luca Antonio Scapecchi

Da persona pratica e abituata a lavorare, Luca Antonio Scapecchi, Amministratore della Errelle, entra subito nel merito della programmazione dei portali Istobal M’NEX22. “Il programma che descrivo è il quarto di sei programmi, quello più completo e costoso, ma senza polish come gli ultimi due – spiega –. All’andata, mentre si scansiona l’auto, con la lama si eroga il prodotto cerchi e li si spazzolano, da sottolineare che il sistema Istobal dispone di quattro ugelli per lato e disco lava ruote sia con setole che con alta pressione, quindi l’azione è particolarmente efficace. In fase di ritorno si lava il sottoscocca e c’è l’erogazione della cascata di schiuma per la quale utilizziamo un ottimo shampoo lucidante. Poi, nella nuova andata, alta pressione sui cerchi e superiore e, nel secondo ritorno, alta pressione laterale che è fissa, quindi non oscillante. La portata è di 42 l/min per 80 bar di pressione con due pompe, quindi 84 l/min. Le due alte pressioni sono separate proprio per poter garantire i 42 l/min sui due laterali, mentre l’orizzontale sfrutta gli altri 42 l/min con il lavaruote (divisi per due). Infine, un’altra andata con

Da sinistra: Antonio Guarini, Marika, Oronzo e Luca Antonio Scapecchi, Antonio Costa, Raffaele Signorile e Dario De Laurentis

spazzolata, il ritorno con spazzolata e risciacquo con cera e poi il doppio ciclo di asciugatura. Il lavaggio meno costoso è il programma che dura circa quattro minuti compresa l’asciugatura; la clientela si divide a metà tra chi sceglie il programma veloce e chi quello più costoso senza polish, programma che viene ovviamente utilizzato, ma non tanto come gli altri due. L’impianto è assistito e presidiato, noi ci siamo costantemente e diamo consigli; poi abbiamo una bella squadra di collaboratori che ci accompagnano da diversi anni e così ci dividiamo sui quattro impianti. Colgo quindi l’occasione per ringraziare la mia socia, mia sorella Marika, mio padre Oronzo a cui siamo succeduti e di cui abbiamo raccolto questa importante eredità e mia madre che ha supportato prima mio padre e ora noi insegnandoci la corretta gestione economica dell’azienda; poi naturalmente ringraziamo

Dario de Laurentiis, tutta la famiglia Istobal che già conoscevo e i miei collaboratori, perché senza di loro sarebbe stato difficile realizzare tutto questo”. Facciamo quindi un passo indietro e conosciamo meglio l’azienda. “La Errelle è nata nel 2004 – racconta Luca Antonio Scapecchi –, però ereditiamo dai miei genitori una storia ultra cinquantennale sui lavaggi, mio papà ha iniziato a lavorare all’età di 10 anni e ora ne ha 65, all’inizio come lavaggio

a mano e da oltre 20 anni con il selfservice. Io nel 2004 l’ho affiancato e negli ultimi anni c’è stato il passaggio del testimone a me e a mia sorella Marika, ma possiamo sempre contare sui suoi buoni consigli e sulla sua ‘marcatura a uomo’. Nel 2004 avevamo già tre impianti e questa è una sostituzione con ampliamento perché qui erano installati due portali e due box di lavaggio self, mentre ora ci sono quattro portali rinunciando alle due piste self; anche perché qui vicino abbiamo un altro piazzale con nove piste self e zona di aspirazione e quindi abbiamo diviso i due servizi: qui ci sono i quattro portali e la zona aspirazione e asciugatura. Avevamo un’esigenza di velocità per smaltire le file che si formavano nei giorni di punta con i soli due portali quindi, un po’ anche per aumentare il numero di auto lavate ogni giorno, abbiamo fatto questa scelta. Così abbiamo la certezza di avere l’impianto sempre in funzione, per esempio quando andremo a fare la manutenzione ordinaria su un portale ci saranno gli altri tre che lavoreranno. Infatti, non serviamo solo la città di Brindisi, perché la via Appia passa proprio qui accanto e quindi c’è un enorme passaggio di veicoli e poi a pochi chilometri sorgono diverse aree commerciali. La concorrenza in pratica ce la facciamo da soli perché avendo altri tre impianti in città... Oltre a quello qui accanto di circa 2 mila mq con nove baie di lavaggio e postazioni di aspirazione, ce n’è un altro sulla via Appia, di circa 2.200 mq, con nove baie di lavaggio e 17 di aspirazione; infine c’è l’impianto storico, nel quartiere Sant’Elia: 4.500 mq con tre portali, sei baie di lavaggio che vorremmo aumentare a 10 e una quindicina di postazioni per l’aspirazione. Senza dimenticare l’impianto di papà che ancora non gestisco io direttamente perché, oltre al lavaggio auto, ha due portali e due baie di lavaggio per veicoli industriali con trattamento interno ed esterno di silos e cisterne: un settore che gestisce ancora mio padre perché per acquisire l’esperienza necessaria mi ci vorrà ancora del tempo. Quindi la concorrenza è affidata a qualche area carburanti con un portale, ma sono piccole strutture; in passato papà ha gestito anche distributori di carburante, io invece sempre e solo autolavaggi”.

Perché Istobal

“È la prima volta che compro Istobal – spiega Luca Antonio Scapecchi –, ho iniziato con questi quattro portali. Ho la fortuna di avere accanto mio padre che è cresciuto come me nel lavaggio e praticamente, oltre agli amici di infanzia, sono cresciuto incontrando regolarmente Dario de Laurentiis, Raffaele Signorile che segue la manutenzione • Struttura fabbricata in acciaio galvanizzato a caldo con spessore minimo de 50 micron. • Allacciamento a impianto mediante catenaria. • Circuito cera (4 ugelli) e shampoo con pompe dosatrici pneumatiche specifiche per ogni circuito. • Predisposizione per connessione a terminale self service. • Circuito idraulico predisposto per lavorare con due tipi differenti di acqua. • Sistema anti-gocciolamento • Portale di lavaggio e asciugatura composto da 2 spazzole verticali e una spazzola orizzontale controllate mediante trasduttori di potenza. • Possibilità di integrare varie combinazioni di asciugatura nello stesso portale. • Verniciatura opzionale della struttura del portale con uno spessore minimo di 60 micron (30μ imprimitura, 30μ colore).

IL “CHI È” DELL’ISTOBAL M’NEX22

per Istobal e Giovanni Morsiani, il direttore commerciale, quindi ho piena fiducia in queste persone che posso dire di conoscere da sempre. Ho iniziato a interessarmi a Istobal in occasione dell’ultima edizione dell’Autopromotec di Bologna, che è stata la prima fiera che sono andato a visitare da solo, senza il mio “grande capo”. Poi ascoltando Dario de Laurentiis, che è un amico oltre che un venditore, mi sono fatto consigliare alcuni impianti in zona dove visionare le loro macchine. Non le nascondo che, prima di decidere l’acquisto, abbiamo provato di tutto, dal Istobal M’Start a salire tutta la gamma Istobal, e siamo rimasti impressionati anche dal modello più semplice della loro produzione. Abbiamo avuto in passato doppi portali e questa volta l’idea era quella di passare a un mono portale di alta gamma per velocizzare i cicli, per dare il doppio ciclo di asciugatura e poi sarebbe come avere otto portali, otto traini che lavorano e, probabilmente, come manutenzione sono un po’ più laboriosi. Un portale singolo di alta qualità ci dà invece una maggiore garanzia. Il tempo di lavaggio del programma più completo è di circa dieci minuti senza polish e di quindici con il polish, con le quattro macchine in funzione abbiamo una capacità di lavoro orario notevole”. Cosa le piace in particolare delle macchine Istobal? “Pur fidandomi molto del rapporto che ho con de Laurentiis e Signorile – risponde Scapecchi – ho comunque già constatato di persona che l’affidabilità degli impianti è molto alta e a primo impatto la struttura portante mi sembra ottima: acciaio inox galvanizzato e non materiali ferrosi, sicuramente ci sarà qualche componente di ferro ma è importante proteggere al meglio la struttura portante che lavora sempre nell’acqua e nell’umidità. Poi mi è sembrato un ottimo compromesso nel rapporto qualità/prezzo e, dopo averli testati, mi sembra di poter affermare che, anche se non ho la grande esperienza di mio padre, lavano molto bene. Abbiamo anche affidato la scelta di tutto il prodotto chimico a un’azienda importante e qualificata e pure da quel punto di vista ci sentiamo in mani sicure. Cambiando macchine non abbiamo cambiato prodotti e quindi siamo in grado di fare un paragone attendibile con gli impianti precedenti. Senza dimenticare poi i commenti dei clienti, la vera controprova di ogni impianto. Posso dire che sono molto soddisfatti: amano sempre le novità e anche la cascata che noi credevamo fosse solo un gadget per colpire l’occhio, abbiamo invece notato che ha un’utilità notevole, soprattutto se eroghi il prodotto giusto. Pensavo fosse solo estetica invece anche dal punto di vista di detergenza e lucidatura dà i suoi risultati”.

HYGIENE

il pronto intervento per l’igienizzazione

Da Kimicar una famiglia di prodotti per l’igienizzazione delle mani, delle superfici e degli ambienti, anche in ambito alimentare.

In questa famiglia di prodotti (che potete trovare sul sito www.kimicar.it nei 2 cataloghi delle Linee HYGIENE ed INDUSTRY) è presente una gamma di prodotti ampia e ben diversificata in modo tale da poter soddisfare la maggior parte delle esigenze di sanificazione delle mani, delle superfici e degli ambienti. I flaconi di SANIT-GEL possono essere utilizzati con una speciale piantana in acciaio inox.

In questo particolare momento, dove la richiesta di igienizzazione è fondamentale, KIMICAR ha sviluppato una serie di prodotti che rispondono alle direttive del Min. della Salute in materia di misure di contrasto alla diffusione del COVID 19.

Per quanto riguarda l’igienizzazione delle mani, KIMICAR ha sviluppato 2 gel idroalcolici: SANIT-GEL con un diverso contenuto alcolico (60% - flacone da 800mL e tanica da 5L e 70% - flacone da 500mL e tanica da 5L). Entrambi i prodotti contengono glicerina (per reidratare le mani) e sono notificati come Cosmetici presso il Min. della Salute e a livello europeo

Per l’igienizzazione delle superfici, l’Azienda di Bosnasco (PV) ha rea-

lizzato un nuovo prodotto: KIM 70 pronto uso (70% di etanolo nel formato con trigger da 800mL e tanica da 5L) e OXYGEN che è un igienizzante a base di Perossido di idrogeno (tanica da 5L).

Questi prodotti vanno ad integrare prodotti storici come KIM (profumato da diluire a base di Sali d’Ammonio Quaternario), KIM IGIENIZZANTE(incolore e inodore a base di Sali d’Ammonio Quaternario, da diluire) e KIM IGIENIZZANTE PRONTO USO(flacone da 800mL con trigger a base di Sali d’Ammonio Quaternario).

Per quanto riguarda invece l’igienizzazione degli ambienti, KIMICAR ha in gamma 2 prodotti: ODOR CONTROL TOTALche è un igienizzante deodorante spray a base di alcol e Sali d’Ammonio Quaternario per l’igienizzazione di piccoli ambienti, interni e condizionatori auto (bombola aerosol da 200mL con valvola a svuotamento completo) e AEROSANche è specifico per l’utilizzo con nebulizzatori elettrici e ad ultrasuoni per l’igienizzazione di ambienti ed interni auto (pronto uso) con “effetto nebbia” Per quanto riguarda l’igienizzazione di ambienti ed attrezzature alimentari KIMICAR ha maturato una notevole esperienza ed è in grado di proporre un’interessante gamma di prodotti:

SANIFOOD e SANIFOOD 2 a base di amido betaine che consentono l’igienizzazione per qualche ora di superfici che possono venire a contatto con alimenti sfusi senza contaminarli, PERACETIK igienizzante a base di acido peracetico per impianti ed attrezzature, IDROXID CIP igienizzante non schiumogeno a base di perossido di idrogeno e acido peracetico per l’igienizzazione di linee di riempimento liquidi alimentari e IDROXID FOAM (versione schiumogena per igienizzazione superfici e attrezzature con sistemi schiumogeni a spruzzo). KITOGEN, pulitore acido per interno tubazioni per riempimento li-

quidi alimentari e BIOKIM, integratore di tensioattivi per alcali caustici.

Completano la gamma BIOLOGIK a base di Amidobetaine e acido Citrico per igienizzazione giornaliera per attrezzature alimentari, DETOSAN detergente igienizzante alcalino schiumogeno, DETOSAN 2, detergente alcalino non schiumogeno per utilizzo con ricircolo, ideale per la pulizia di serbatoi ed impianti di riempimento liquidi alimentari, DETOSAN CLOR, detergente cloroattivo e DETOSAN CLOR FOAM, versione schiumogena del DETOSAN CLOR.

Tutti questi prodotti sono da diluire e sono in tanica da 25Kg.

UNA NUOVA SEDE TANTI PROGETTI

Marco Facinioli e Norberto Dioni sono i titolari della Pro Wash System Srl che ha recentemente inaugurato la sua nuova sede operativa alle porte di Mantova, suggello di un periodo di trend positivo.

Siamo nella nuova struttura di Pro Wash System che sorge molto vicina al casello di Mantova Nord sull’autostrada del Brennero, a pochi chilometri dal capoluogo lombardo. A fare gli onori di casa è Marco Facinioli che, con la moglie Alessandra Acerbi e il socio Norberto Dioni, ha creato e sviluppato questa azienda e ci presenta il nuovo insediamento e i programmi futuri, passi importanti che concretizzano un periodo economico positivo. “La nuova sede è operativa dal 2021 – racconta Facinioli – e si è resa necessaria per rispondere alle esigenze di spazio e per seguire la crescita dell’azienda che ha fatto segnare un 20% in più di fatturato anche nel 2020, nonostante il Covid-19. Un risultato ottenuto grazie all’installazione nell’anno passato di una cinquantina di piste singole che si traducono in circa quindici nuovi impianti e un portafoglio ordini di sei impianti da installare nei prossimi mesi. Abbiamo poi costruito anche alcuni portali per il lavaggio di veicoli industriali destinati a Portogallo e Sardegna, il tutto per un incremento un po’ inaspettato che ci ha fatto decidere di accelerare per sfruttare l’onda e spingere per un’ulteriore espansione dell’azienda. Abbiamo molti nuovi progetti: il primo è quello di offrire un servizio di ricambistica, non solo per i nostri impianti, ma multimarca grazie anche al nuovo magazzino più grande. Stiamo valutando pure di avviare un’attività di e-commerce e, proprio per questo, abbiamo cambiato il sistema gestionale dell’azienda con una versione più evoluta che si adatta a questa nostra nuova esigenza. La commercializzazione dei ricambi sarà operativa abbastanza velocemente, mentre per l’e-commerce ci vorrà un po’ più di tempo. Abbiamo scelto questa location proprio perché ci consentirà di avere un magazzino ricambi più grande con un innovativo sistema gestionale per avere sempre sott’occhio la disponibilità dei materiali. E poi, particolare non trascurabile, ci troviamo proprio di fronte alle succursali di corrieri espressi, un punto a favore della nostra logistica: in due minuti siamo a Mantova e in 15 a Verona. Infine, abbiamo approfittato dello spostamento della sede legale per trasformare la società da Srls a Srl, perché spesso le Srls sono assimilate a startup.

I soci siamo sempre io e Norberto Dioni al 50%, non è cambiato nulla rispetto a prima se non la forma giuridica”.

Quante evoluzioni nel lockdown

“Pro Wash System è nata nel 2015 con due sedi e con l’obiettivo di costruire impianti di lavaggio auto in generale – prosegue Facinioli –. Ci siamo poi specializzati nelle piste, sia nuove sia nel refitting, senza disperdere energie nella progettazione di portali auto perché, a nostro giudizio, il mercato era già ricco di molti marchi. Abbiamo quindi scelto di restare in questo ambito perché tutti noi lo conosciamo molto bene in quanto lo ‘frequentiamo’ da 30 anni e, ad oggi, è stata una scelta meditata che ci ha soddisfatto. Abbiamo poi avuto l’opportunità di sviluppare il progetto dei portali per il lavaggio di camion, bus e autobus grazie all’esperienza mia e del mio socio e, con alla base tutto il ‘knowhow’ che serviva, abbiamo creato una macchina efficace, non troppo complessa, molto robusta e con un nuovo software. È un settore più di nicchia nel quale stiamo comunque lavorando con buoni risultati. Analizzando la situazione attuale, dei sei impianti in ordine tre sono già in produzione e saranno installati a breve, facendoci ben sperare per il 2021. Comunque, già nel 2020 abbiamo raccolto quello che avevamo seminato negli anni precedenti. Anche noi, come tutti, abbiamo risentito molto del primo lockdown, mentre in quest’ultimo siamo riusciti a lavorare apportando importanti accorgimenti al nostro stile di lavoro. A marzo-aprile, con il fermo di 40 giorni, è stata dura, ma ne abbiamo approfittato per sviluppare i nuovi software delle piste che stiamo installando adesso. Un nuovo sistema molto più completo per la gestione della macchina, che permette di controllare tutte le operazioni dal pannello operatore, sia sulla macchina sia da remoto con pc, tablet o smartphone. Sulla macchina è installato uno schermo touchless da 7”, di grandi dimensioni, sempre sviluppato durante il lockdown, che volendo si può integrare sugli impianti già installati. Abbiamo aggiornato anche il sistema ‘cloud’: in questo modo cliente, tecnico e rivenditore possono collegarsi direttamente alla macchina come se l’avessero di fronte e per qualsiasi operazione: manutenzione, modifica dei programmi, dei tempi o della pressione delle pompe. Ovviamente è previsto anche l’invio degli allarmi che da 15 della prima serie ora sono oltre 40. Così, per esempio, si hanno con precisione i tempi di lavoro raggiunti per le manutenzioni programmate o il controllo di tutti i livelli dei prodotti chimici. Questo agevola parecchio chi ha più impianti da gestire e volendo, senza aspettare che arrivi l’allarme, si possono operare da remoto tutte le verifiche e conoscere in tempo reale cosa sta facendo la macchina: se è operativa, quanto ha lavorato nel corso della giornata o controllare gli incassi”.

Sanificare è più facile

“Abbiamo poi inserito in catalogo il nostro sistema sanificante – spiega Facinioli –. Abbiamo puntato a un doppio progetto molto professionale che include sia il singolo accessorio di piazzale, per chi ha spazio, che una modifica sul lavaggio del cliente. L’armadietto, aggiunto nel piazzale di lavaggio, è dotato di un sistema con serbatoio pressurizzato e un ugello atomizzatore con gocce inferiori a 2 micron, così piccole che si asciugano subito. In alternativa, abbiamo implementato il programma sulla pista di lavaggio, aggiungendo una fase ulteriore sulla pulsantiera. Ora che c’è il virus abbiamo tutti la necessità di sanificare, ma quando il virus sarà passato il cliente potrà sostituire la fase sanificante, per esempio, con un profumo senza costi ulteriori. In questo modo l’automobilista si trova già nella baia di lavaggio e può utilizzare l’erogatore del sanificante senza spostarsi nella postazione di aspirazione oppure può solo sanificare

l’auto. Per i più pigri, e ce ne sono tanti, è un’ottima opportunità. Non dimentichiamoci che con quest’ultima soluzione non serve realizzare opere edili particolari per installare la macchina sanificante sul piazzale, non si devono posare tubi dell’aria compressa perché tutto il gruppo è centralizzato in sala tecnica. Entrambe le soluzioni permettono di avere il prodotto il più nebulizzato possibile, così da non lasciare i sedili bagnati”.

Le opportunità del nuovo software

“Tutto questo è possibile grazie al nuovo software – prosegue Facinioli –, che permette di gestire ed eventualmente modificare anche le macchine già installate. Per esempio, si può decidere la funzione dei pulsanti della pulsantiera senza modificare l’impianto elettrico e il programma della macchina. Si può configurare la macchina come meglio si crede anche per la manutenzione, si può avviare l’inverter, regolare i suoi giri, fare dei test per verificare se funziona correttamente o se c’è qualche problema. C’è una sezione, un’area del tastierino che abbiamo definito ‘area tecnica’, a cui teniamo particolarmente perché, da tecnici, conosciamo bene le difficoltà che si incontrano quando si fa manutenzione sull’impianto, perciò abbiamo creato un’area dedicata dove si può azionare e testare ogni parte della macchina. Per esempio, la singola elettrovalvola può essere aperta, chiusa, o si può sapere quante ore ha lavorato, questo vale per ogni singolo componente, motori, addolcitore, filtri osmosi ecc. Si possono inoltre impostare le ore di lavoro, trascorse le quali ricevere degli avvisi per la manutenzione. È un sistema davvero molto intuitivo e pratico da gestire: elettrovalvole, inverter, cisterne sono rappresentati da delle icone, quindi è davvero difficile sbagliare. Naturalmente il programma è multilingua e, oltre alle classiche lingue europee, si può facilmente implementare con file in Excel. La nostra azienda opera da diversi anni, e sempre con maggior incisività in Europa, un paese in particolar modo ci sta dando grande soddisfazione: la Slovenia, dove abbiamo già installato una decina di impianti e ne abbiamo diversi in ordine. Questo grazie a un dealer molto capace che da anni opera nel settore e che ha scelto la nostra azienda per affidabilità, ma anche elasticità. La teleassistenza in questo caso è una parte molto importante, dalla nostra sede possiamo lavorare sul Plc, sul tastierino, su tutto e così anche il venditore è molto agevolato. I clienti, che acquistano macchine equipaggiate

con il sistema di tele gestione, indispensabile per rientrare nell’industria 4.0 con le conseguenti agevolazioni fiscali, hanno gratuitamente l’accesso ad un cloud, che oltre a consentire l’accesso al gestore, invia gli avvisi e gli allarmi al cliente, al rivenditore e in azienda con una email con le specifiche dell’evento. Alcune volte siamo noi a chiamare il cliente per avvisarlo, come è successo qualche domenica fa: il compressore all’interno della sala tecnica di un cliente ha smesso di funzionare, per cui è partito l’allarme di un’anomalia sugli attuatori pneumatici in acciaio inox che hanno bisogno dell’aria compressa per funzionare. Il problema si è quindi risolto dopo pochi minuti.

Impianti su misura

“Queste sono le novità principali per quanto riguarda gli impianti, che, come è noto, costruiamo su misura. La nostra forza è anche quella, realizziamo esattamente ciò che chiede il cliente – ci tiene a precisare Facinioli –. Adesso stiamo costruendo un impianto a sette piste dove il committente ha voluto tutti i raccordi idraulici, rubinetti e tubi di collegamento di acciaio inox e noi non abbiamo nessun problema a realizzarlo. Le nostre macchine vengono già realizzate di serie con molta della componentistica di acciaio inox, partendo dal telaio stesso della macchina fino ai collettori e alle elettrovalvole dei prodotti chimici. I vantaggi di questa scelta certamente si vedranno negli anni; gli impianti che realizziamo sono studiati per durare nel tempo, con la minor manutenzione possibile e di conseguenza azzerare i fermi macchina. Ci è successo di dover intervenire anche su impianti di soli due anni: quando un lavaggio è nuovo sembra sempre che lavi bene, ma la vera qualità di un impianto si vede poi solo col passare del tempo. Dopo anni le nostre macchine lavorano, le altre no. Noi questo lo percepiamo con chiarezza perché facciamo molti refitting a gestori che hanno esperienza e sanno che genere di problemi si possono verificare su un impianto: conosciamo bene le problematiche degli autolavaggi perché li costruiamo da 25 anni, il cliente le conosce perché le ha vissute e in questi casi si trova sempre un accordo. Ci sono però interlocutori che invece guardano solo il prezzo d’acquisto più economico senza pensare al dopo garanzia. Non è sempre facile far capire che è un investimento non per due anni ma per un periodo più lungo e, soprattutto, che un impianto non deve fermarsi perché si perdono incassi e clienti.

Noi non progettiamo impianti che devono durare due anni, cioè il periodo di garanzia. La nostra maggiore soddisfazione è che clienti che hanno diversi impianti di lavaggio di marche concorrenti, e che ci hanno contattato per la sostituzione della tecnologia, oggi dopo anni dall’istallazione della prima macchina, ci richiamano per sostituirne altre o realizzarne delle nuove. A breve realizzeremo un impianto molto importante in centro Italia al quale daremo un’adeguata visibilità. In questi giorni stiamo installando diverse macchine, in particolare una in provincia di Bergamo e una in provincia di Trento e anche in questo caso sono due sostituzioni. Le macchine che stiamo fornendo non hanno misure “standard” ma sono realizzate su misura per l’area già esistente, questo per dire che la nostra versatilità ed elasticità ci permette di accontentare sempre il cliente”. “Un altro aspetto importante della nuova sede – conclude Facinioli –, è che abbiamo organizzato l’azienda in modo che l’impianto venga già collaudato in tutte le sue parti, anche con acqua, all’interno della nostra struttura. Poi in loco abbiamo rivenditori e montatori che si occupano del montaggio di accessori, pulsantiere e collocazione della macchina nella sala tecnica. I collaudi finali sono infine eseguiti direttamente da noi, da me o da Norberto Dioni, perché i clienti hanno bisogno di fidarsi e di essere rassicurati; per un’azienda metterci la faccia vuol dire dimostrarsi affidabili e di valore. Gli impianti montati con cura sono più affidabili, un buon impianto montato male non può essere sinonimo di qualità. Per questo dobbiamo essere minuziosi e sicuri che tutto venga montato correttamente, con la nostra presenza diretta oppure di tecnici di nostra fiducia. Bisogna dare un servizio completo dall’offerta fino al post-vendita con personale sempre professionale, qualificato con pluriennale esperienza nel settore e di cui ci si può fidare. Per questo stiamo formando personale tecnico di fiducia e stiamo ampliando anche la rete vendita, anche se il nostro obiettivo non è vendere per vendere. Un altro aspetto della rivoluzione in corso”.

Massimo Cicalini

RICAMBI O DETERGENTI? LI COMPRO ONLINE!

Tutto da scoprire il nuovo negozio online di Washtec: acquistare ricambi e prodotti chimici non è mai stato così semplice e ci sono anche tante promozioni e vantaggi economici.

Lo shopping online è una delle novità che la tragedia della pandemia da Covid-19 e i relativi lockdown hanno fatto decollare portandola a livelli non immaginabili solo poco più di un anno fa. Non solo abbigliamento e gadget, ma anche i prodotti professionali hanno trovato sul web un canale di vendita affidabile e veloce, sempre ovviamente che tutti gli attori, dal venditore al corriere, siano professionisti competenti. Quando però a scegliere questa strategia commerciale è un colosso come WashTec, c’è da stare tranquilli: le garanzie di affidabilità e professionalità sono un must del produttore tedesco. Superato quindi il primo scoglio di diffidenza verso le nuove forme di commercio, non resta che entrare nel negozio online di WashTec e procedere agli ordini. Con gli autolavaggi aperti e liberi di operare anche in “zona rossa” certamente molte scorte di prodotti chimici saranno agli sgoccioli e anche qualche ricambio, magari di quelli più soggetti a usura, è meglio averlo di scorta. Quindi registrarsi sul sito https://it.carwash-shop.com è il sistema più semplice per garantirsi l’operatività e, se non si è ancora clienti del produttore tedesco, mettere alla prova i suoi prodotti chimici Auwa che tanti consensi già riscuotono in tutto il mondo. Nel nuovo negozio online di WashTec si potrà trovare tutto ciò che serve per un carwash di successo: una vasta gamma di ricambi, i prodotti chimici Auwa, accessori, articoli di marketing e molto altro.

I vantaggi della registrazione

Creare un nuovo account ha molti vantaggi: checkout rapido, possibilità di salvare più di un indirizzo di consegna, tracciare gli ordini e tanto altro.

In genere sono necessarie circa 24 ore per elaborare una richiesta di registrazione ma, se si è già cliente WashTec, provvede direttamente la filiale italiana a creare un account per i propri lavaggisti consolidati e quindi permettere loro di ordinare in maniera diretta e comoda. Semplicemente riceveranno una email dove gli verrà chiesto di resettare la password: basterà cliccare su “hai dimenticato la password?” e loggarsi utilizzando l’indirizzo email al quale sono state inviate le informazioni di registrazione. Chi tra i clienti Washtec non avesse ancora ricevuto l’email di avvenuta registrazione, farà bene a contattare la sede telefonando allo 0142-76364, in alternativa inviando una email all’indirizzo contatto@carwash-shop.com oppure richiedere la registrazione direttamente dal sito. Come già detto registrarsi permette di avere diversi vantaggi e su tutti, vari sconti e promozioni sugli ordini online a cominciare dal 3% di extra sconto per tutti i clienti WashTec, avere uno storico degli acquisti precedenti e poter scaricare materiale di marketing direttamente online; invece i nuovi clienti potranno godere, sul loro primo ordine, di un 10% di sconto ulteriore. La navigazione è molto semplice, veloce e intuitiva, con ordini rapidi grazie ai carrelli salvati o agli ordini precedenti archiviati e le condizioni di sconto e pagamento abituali impostate automaticamente, mentre le spese di spedizione sono gratuite. L’accesso è consentito in tutto l’arco della giornata, quindi 24h sette giorni su sette, permettendo di procedere agli ordini con tutta calma e in qualsiasi momento della giornata; è poi disponibile una hotline con suggerimenti sui prodotti di maggiore interesse per la singola profilazione del cliente. A questo punto non resta che provare e, in periodo di lockdown, potrebbe essere anche un divertente diversivo.

Paola Sala

FINANZIAMENTI INNOVATIVI PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Soprattutto in una fase come quella attuale, caratterizzata da una mancanza di liquidità che colpisce in particolare le PMI, è fondamentale valutare ed eventualmente ricorrere a tutti gli strumenti finanziari disponibili sul mercato. Questi strumenti possono essere utilizzati in alternativa o in aggiunta a quelli tradizionali forniti dal sistema bancario.

Il primo metodo alternativo di finanziamento di cui vogliamo parlare è il crowdfunding. Come suggerisce la parola inglese, tradotta in italiano come “finanziamento collettivo”, il crowdfunding consiste nel raccogliere fondi dal pubblico per sostenere un’organizzazione in cambio di un rendimento monetario o in natura. La tecnologia attuale consente il proliferare di iniziative di questo tipo attraverso piattaforme online specializzate. L’Italia è stato il primo paese ad emanare una normativa volta a disciplinarne gli aspetti con il Decreto Crescita 2.0 (D.L. 179 del 18.10.2012. Le operazioni di crowdfunding sono soggette a controllo CONSOB, attraverso il Regolamento Crowdfunding della Consob, adottato con delibera 18592 del 26.6.2013 (G.U. 12.07.2013). La procedura di crowdfunding si differenzia in forme diverse a seconda della ricompensa offerta ai finanziatori. Per esempio, individui facoltosi possono corrispondere finanziamenti a titolo gratuito, senza aspettarsi quindi una ricompensa tangibile (donation crowdfunding). L’equity crowdfunding si configura invece come un vero e proprio strumento finanziario. Il promotore della campagna è una società, startup o PMI innovativa, che offre al pubblico di investitori una quota della propria società, in cambio di capitali di rischio. I finanziatori dell’iniziativa diventano quindi veri e propri soci dell’impresa. Questo processo è simile a quello di compravendita di quote di società, ma consente di acquisire partecipazioni di minoranza in società non quotate con un significativo potenziale di crescita. In Italia, l’equity crowdfunding è normato dalla Consob e ogni portale che vuole operare in questo settore deve essere autorizzato dallo stesso organo di vigilanza. Anche il lending crowdfunding è uno strumento finanziario vero e proprio, che consiste nel prestare una somma aspettandosi la sua restituzione in futuro, maggiorata di un certo interesse. Nel caso del reward crowdfunding, invece, in seguito al finanziamento corrisponde una ricompensa, proporzionata alla misura del finanziamento, che è costituita solitamente dal prodotto creato dalla società e non ancora in commercio sul mercato. A differenza del metodo equity, in questo caso non si partecipa al rischio della società. Con la nuova normativa le agevolazioni fiscali per gli investimenti in startup e PMI innovative passano dal 30% al 50% per investimenti fino a 100mila euro mantenuti almeno tre anni. Inoltre, mentre i precedenti incentivi prevedevano una deduzione dall’imponibile, lo sconto sarà in questo caso effettuato direttamente sulle imposte dovute, con un rientro diretto di ben metà dell’investimento. Superata la soglia dei 100mila euro, le persone fisiche potranno comunque continuare a beneficiare della detrazione fiscale del 30% per investimenti fino a 1 milione di euro. Un altro metodo di finanziamento alternativo che sta diventando sempre più popolare è l’emissione di Minibond. Sempre più utilizzati dalle piccole e medie imprese, i Minibond sono obbligazioni e titoli di debito emessi da società per lo più non quotate, come strumenti di finanziamento alternativi o aggiuntivi al credito bancario. In Italia, nel 2018, sono stati emessi oltre 198 Minibond, per un totale di 4,3 miliardi di € raccolti. I minibond rappresentano un’opportunità anche per gli investitori, per i tassi di interesse convenienti e per la possibilità di diversificare il proprio portafoglio. Con la recente modifica al regolamento Consob per la raccolta di capitali tramite portali online, anche i gestori di portali di equity crowdfunding sono autorizzati all’emissione di minibond. I vantaggi del ricorso a queste forme alternative di finanziamento per le PMI, rispetto al finanziamento bancario, risiedono nella maggiore semplicità e rapidità di emissione, nelle minori garanzie richieste e nella disponibilità di un canale, diverso da quello bancario, che può dare maggiore visibilità sul mercato finanziario. Un’emissione di minibond può quindi costituire un’interessante anticamera per una quotazione in borsa, per esempio; oppure può rendere più semplice la ricerca di investitori. Inoltre, gli investimenti nel capitale sociale di imprese start-up e PMI innovative beneficiano delle agevolazioni fiscali ai fini delle imposte sui redditi IRES e IRPEF (l’agevolazione non opera, invece, ai fini IRAP). Le persone fisiche hanno il diritto di detrarre nella loro dichiarazione dei redditi annuale un importo pari al 30% di quanto investito nel capitale sociale di una o più start-up innovative, anche quelle a vocazione sociale o in quelle che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti innovativi ad alto livello tecnologico in campo energetico. Il limite quantitativo massimo all’investimento su cui determinare la detrazione è elevato ad €.1.000.000 annui, il periodo minimo di mantenimento dell’investimento è elevato a tre anni. Oggi, anche le PMI non quotate (S.p.A., S.r.l. e Società Cooperative) possono finanziarsi mediante l’emissione di minibond di valore inferiore a €500 milioni al verificarsi dei seguenti requisiti normativi:

• Abbiano meno di 50 dipendenti ed un fatturato annuo o uno stato patrimoniale annuo inferiore a 10 milioni di euro (C.d. Piccole Imprese), oppure meno di 250 dipendenti ed un fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o un totale attivo dello stato patrimoniale inferiore a 43 milioni di euro (c.d. medie imprese); • Abbiano pubblicato gli ultimi due bilanci di cui l’ultimo certificato da una società di revisione; • Non siano banche o microimprese, cioè imprese con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo o bilancio inferiore a 2 milioni di euro. • Oltre i suddetti requisiti normativi, esistono dei requisiti “di mercato”, cioè requisiti che l’impresa emittente deve possedere affinché sia appetibile per il potenziale investitore: • Fatturato non inferiore a 5 milioni di euro e in crescita negli ultimi tre anni; • Management serio e di comprovata esperienza; • Margine operativo lordo (EBITDA) almeno pari al 10% del fatturato; • Rapporto posizione finanziaria netta (PFN) e EBITDA inferiore a 4; • Rating pubblico (investment grade) emesso da una società di rating. Vi è quindi la possibilità di accedere fino al 31/12/2020 ai finanziamenti Covid coperti da garanzia statale. Possono accedervi tutte le imprese fino a 499 dipendenti. Tre sono i principali profili previsti: • Per i prestiti fino a un massimo di 25 mila euro e comunque non superiori al 25% dei ricavi è prevista una garanzia del 100%, • Per quelli fino a 800 mila euro, e comunque non superiori al 25% dei ricavi la garanzia statale si ferma al 90% mentre il 10% può essere garantito da Confidi. • Infine, per i prestiti fino a 5 milioni di euro è prevista la sola garanzia statale al 90%. Per le imprese che non posso accedere al fondo di garanzia PMI, la garanzia è offerta da Sace. Anche in questo caso l’importo del prestito non può superare il 25% del fatturato. Fino ad oggi il governo ha messo a disposizione 2,73 miliardi di euro. Di questi 1 miliardo sono stati destinate alla Sace, per assicurare la linea di credito riservata ai finanziamenti con importi più alti, mentre 1,72 sono stati destinati al Fondo di Garanzia per le Pmi. Infine, un’ultima forma di finanziamento alternativa è rappresentata dal private equity. Questo consiste nella cessione di quote di partecipazione, sia di maggioranza che di minoranza, a istituzioni finanziarie specializzate (Venture Capital, Fondi di Private Equity, Family Offices, Business Angels). L’ingresso di un investitore finanziario nel capitale di una PMI consente di implementare o accelerare processi di crescita, investimenti o internazionalizzazione che potrebbero essere difficilmente attuabili con le sole risorse dei soci o il ricorso all’indebitamento.

Sigma Experience è pronta ad assistere gli Imprenditori nella ricerca e ottimizzazione delle forme di finanziamento, in funzione della tipologia e delle esigenze specifiche dell’azienda (sviluppo, riorganizzazione, operazioni straordinarie ecc.). Ecco alcuni degli interventi che Sigma Experience è in grado di garantire alle Aziende clienti: - Analisi della situazione finanziaria dell’azienda, anche attraverso interviste mirate agli azionisti e al management, individuando potenzialità e aspetti critici - Proposta di ottimizzazione della struttura finanziaria, individuando gli strumenti di capitale e debito più idonei - Supporto alla ricerca dei mezzi finanziari e contatti con potenziali investitori e finanziatori

Alessio Cassinelli Lavezzo

a.cassinelli@sigmaexperience.it www.sigmaexperience.it

ACCELERA

CON CECCATO!

I DATI SARANNO IL PETROLIO DEL FUTURO

Abbiamo incontrato Gaetano Puccia, AD di Intrapresa, per fare il punto su un anno travagliato come il 2020 che ha riservato però alcuni segnali positivi e tante novità, vediamo quali.

Dallo smart working alla didattica a distanza, la pandemia che ha caratterizzato in negativo questo 2020, ha imposto però un uso della tecnologia, digitale in particolare, anche ai più restii. Definirla una ricaduta positiva può sembrare stonato, ma a una più attenta analisi dei fatti verrebbe da dire che “non tutto il male vien per nuocere”. Ecco perché è importante sentire cosa ne pensa l’Amministratore delegato di Intrapresa Gaetano Puccia, a capo di un’azienda che ha fatto dell’innovazione e automazione legata alla tecnologia digitale il suo core business.

AdS. Prima intervista del 2021, cosa può dirci dell’anno appena concluso dal punto di vista di Intrapresa? Puccia. Ci lasciamo alle spalle un anno molto difficile, in cui gli italiani hanno dimostrato da un lato senso di responsabilità e dall’altro una propensione e una preparazione inaspettate all’uso della tecnologia. Infatti, è grazie alla tecnologia che siamo rimasti vicini, che abbiamo potuto continuare a lavorare e studiare, che abbiamo potuto comprare e pagare prodotti e servizi in sicurezza. E chi fa tecnologia come noi, è orgoglioso di aver dato una mano al Paese attraverso quella che da più parti è stata definita “solidarietà digitale”. Solo un esempio, Intrapresa ha messo a disposizione della collettività la propria competenza nei sistemi di pagamento elettronici realizzando la piattaforma PagoASSO, fornendola gratuitamente a diversi Comuni italiani per la gestione dei sussidi statali e regionali alle famiglie in difficoltà attraverso la distribuzione di buoni spesa elettronici.

AdS. Ha parlato di sicurezza nei sistemi di pagamento, è per questo che avete proposto il Mobile Payments e il Voice Payments nelle stazioni di servizio? Puccia. I pagamenti in mobilità sono uno dei nostri progetti di Ricerca & Sviluppo da tempo, ma nel 2020 il merca-

Impianti Clienti

Clienti

Litri

to ha saputo cogliere e apprezzarne in particolare una caratteristica: il fatto di essere contactless, consentendo agli automobilisti di attivare l’erogazione del carburante in autonomia e senza scendere dall’auto, limitando così al minimo il contatto fisico.

AdS. Deve essere una bella soddisfazione essere arrivati per primi in Europa a proporre una tale innovazione, avete altre novità in serbo per il nuovo anno? Puccia. Dopo aver superato con successo l’avvio dei Corrispettivi elettronici e del DAS elettronico abbiamo incluso all’interno di ASSO Smart Payments anche il modulo di invio prezzi all’Osservatorio Prezzi Carburanti, che già dal 2017 avevamo attivo su altre piattaforme e che da quest’anno è disponibile anche all’interno di ASSO. In questi giorni inoltre stiamo rilasciando il nuovo modulo Business Intelligence con l’obiettivo di fornire agli imprenditori del nostro settore strumenti di lettura nuovi sulla grande mole di dati a loro disposizione.

AdS. Si tratta dei cosiddetti Big Data? Non siamo abituati a sentirne parlare nel nostro contesto. Puccia. Viviamo in una società dove persone e cose, sempre più interconnesse, generano una quantità enorme di dati che se opportunamente elaborati possono fornire informazioni di valore molto utili agli imprenditori del settore. Le nostre piattaforme di pagamento registrano giornalmente migliaia di transazioni che contengono preziose informazioni che molto spesso non vengono prese in considerazione con la dovuta attenzione. Si tratta di dati di dettaglio sull’andamento delle vendite nelle stazioni di servizio, sulle abitudini di acquisto dei clienti, sulle reazioni degli stessi a specifiche iniziative di marketing, tutte informazioni preziose per mantenere alto il grado di soddisfazione dei clienti e per l’adozione di nuove strategie di fidelizzazione. Non si tratta semplicemente di una aggregazione di dati, ma di strumenti che in modo semplice ne consentano l’interpretazione e la visualizzazione da diversi punti di vista.

AdS. Può fare degli esempi? Puccia. Certamente, guardando solo i dati aggregati delle vendite in una rete di stazioni di servizio negli anni e i relativi incassi suddivisi per modalità di pagamento, si possono ottenere informazioni generiche come, per esempio, il fatto che nel periodo marzo/aprile 2020 si è registrato un calo delle vendite senza precedenti o che l’avvio della fattura elettronica ha dato

Litri

Italia Pagamenti

una spinta notevole ai pagamenti elettronici a discapito del contante. Sono informazioni già note agli imprenditori del settore e dunque di fatto poco utili, se però si guardano questi dati più nel dettaglio, magari confrontando i risultati mese su mese, è possibile approfondire l’analisi sull’andamento delle vendite per area geografica e poi impianto per impianto. Tutto questo consente di capire come mai, nonostante abbiano operato nello stesso contesto, alcuni punti vendita abbiano ottenuto risultati migliori di altri. Se poi si guardano i dati tenendo i clienti come focus, è possibile misurare quanto ciascun cliente incide sul totale delle vendite e valutare la variazione dei suoi acquisti anno su anno in modo da intercettare per tempo variazioni in ribasso che lascino pensare ad una sua potenziale perdita. Così i clienti già fidelizzati possono essere raggruppati in tre macrocategorie: Attivi, Dormienti e Persi a seconda che facciano regolarmente acquisti, che non abbiano acquistato negli ultimi tre mesi o da oltre sei mesi. Con queste preziose informazioni si possono tentare azioni di recupero dei clienti, precedentemente fidelizzati e che sembrano essersi allontanati. Infine, analizzando le abitudini di acquisto dei clienti non ancora fidelizzati, è possibile mettere in atto delle strategie di marketing per fidelizzarli, magari fornendo loro delle “fuel card” a proprio marchio, che sono contemporaneamente uno strumento di fidelizzazione e una fonte consistente di risparmio sulle commissioni bancarie, che mai come in questo periodo pesano sui bilanci delle aziende.

AdS. Allora è vero che i dati sono il petrolio del futuro? Puccia. Beh, i nostri imprenditori continueranno a fare business adattando la propria offerta alla transizione energetica in atto, ma certamente chi saprà estrarre valore dai dati che ha già a disposizione avrà potenti mezzi in mano per crescere più di altri in un mercato dove non è più solo il prezzo a fare la differenza.

LE PROMOZIONI MOBIL NEGLI ANNI SETTANTA

Negli anni Settanta la Mobil era tra le maggiori compagnie presenti in Italia, con un’ampia rete di distribuzione che sarebbe stata ceduta alla Q8 nei primi anni Novanta.

Se le stazioni di servizio con il Pegaso erano numerose, è anche vero che Mobil non lasciava nulla al caso: forme, insegne, offerte, tutto doveva essere uguale nei vari impianti del Paese. Non è una coincidenza che, negli anni Settanta, i suoi benzinai di tutto il mondo adottassero pompe e pensiline tonde: una forma che contraddistingueva, al pari del rosso cavallino, i punti di riferimento della compagnia, che puntava tutto sul dare un’immagine omogenea e sempre chiaramente riconoscibile. Lo stesso valeva, almeno a livello nazionale, per le varie iniziative a cui i gestori erano chiamati: promozioni, raccolte punti, divise, premi. Ripercorriamo insieme un anno tipo della compagnia, il 1979, attraverso le raccomandazioni ai benzinai contenute nella “Mobil Gazzetta”.

Grande era l’attenzione, in quegli anni, per le stazioni con self-service: se alcuni ancora si opponevano al cambiamento, meritando aspre critiche da parte della società, la maggior parte aveva aderito al programma della Mobil, che era rigidamente programmato. Tra le novità del 1979, le nuove tessere per la raccolta punti: “nuovo colore, nuovo formato e soprattutto nuovo punteggio”, necessario per adeguarsi allo sviluppo tecnologico degli accettatori automatici del self, che da pochissimo erano compatibili anche con le banconote 5 mila lire. Oltre a ciò, anche nuove “strutture in polionda” da appendere alla palina della stazione. In ogni caso, l’importante era “togliere dai self-service quell’accozzaglia di messaggi diversi” presente in molte stazioni, attraverso un rigido calendario. Dal primo febbraio al 31 marzo, la Mobil raccomandava a “tutti i self-service che hanno il lavauto” di esporre “all’esterno esclusivamente il nuovo materiale” che pubblicizzava il lavaggio gratis ogni 24 bollini. In alternativa, per quegli impianti privi di autolavaggio, era suggerito un servizio di tazzine. “Tutti gli altri premi” dovevano essere esposti esclusivamente all’interno, “bene in vista sui nuovi fustellati creati appositamente” e da posizionare “ovunque sia possibile”. Dal primo aprile fino al 31 maggio “tutto cambiato. Tolto il materiale ‘lavauto’” era la volta della “offerta Flash di 1000 palloni”. Promozione accuratamente studiata, in quanto “abbiamo appurato che il periodo di aprile/maggio è il migliore per catturare nuovi clienti”: i palloni, offerti ai gestori “a prezzi favolosamente bassi e irripetibili”, sarebbero stati l’omaggio perfetto per attirare

Miscuglio di cartelli da evitare

automobilisti, certamente più efficaci “di azioni tipo ‘Doppi punti’”, utili più a rafforzare la vecchia clientela che a procurarsene di nuova. La parola d’ordine per questi mesi era “Palloni da per tutto!”. Gli ambitissimi gadget andavano posizionati ovunque all’interno della stazione, che “dovrà apparire come un deposito di... palloni”. Altro fattore importante era il “setacciamento”. Non bastava per la compagnia attirare gli automobilisti di passaggio: poteva capitare che il traffico fosse scarso, o che le auto andassero troppo veloce per notare i messaggi promozionali. La Mobil suggeriva allora ai gestori di individuare luoghi di riferimento locali (supermercati, scuole, uffici postali) e di recarsi personalmente a reclamizzare la propria attività: “Se il messaggio (ovvero un volantino a forma di pallone) viene consegnato in mano da personale in divisa Mobil (...), se è accompagnato da una frase del tipo ‘Siamo qui vicino, venga a trovarci...’ ha ottime possibilità di essere recepito”. Importante era distribuire “voi stessi il materiale”, in quanto “la quasi totalità dei messaggi lasciati (...) da persone estranee vanno perduti”. Un impegno non da poco per i gestori, tant’è che, nota la compagnia con una buona dose di rimprovero, molti “non lo attuano con le scuse e le giustificazioni più strane”. Messi da parte i palloni, era il momento dell’offerta estiva, a partire dal primo giugno. Cambiato per l’ennesima volta il materiale pubblicitario, era la volta di “Tazzine, tazzine, tazzine. Tazzine sul portamanifesto grande sotto l’insegna Mobil Self Service. Tazzine sui manifesti piccoli”. Una nuova fatica per il gestore, che però, almeno stavolta, poteva “resistere sino a... ferie concluse”. E se il gestore non era un fan del caffè, poteva puntare sull’alternativa di un servizio di piatti. A settembre era poi il momento giusto per ripartire con il “setacciamento”, il volantinaggio effettuato dal gestore per cercare nuovi clienti: “Se quello di aprile ha dato buoni frutti, perché non ritentare? E se tanto più con i palloni non vi è andata tanto bene, quale opportunità migliore per rifarlo con il ‘lavauto’ o le tazzine?”. L’importante, in ogni caso, era evitare il “caos”. Stazioni con l’esposizione di offerte differenti, come il lavaggio gratis e i piatti omaggio, erano esempi da non seguire: “Un messaggio non ripetuto difficilmente viene recepito da un automobilista di passaggio”, a differenza di uno presente su tutti i manifesti che può “essere letto in due o più tempi”. Inoltre il continuo ricambio di offerte avrebbe attirato, secondo la Mobil, l’at-

Lavauto – Schema esposizione cartelli

tenzione della potenziale clientela, portata a domandarsi “Cosa combina di nuovo questa stazione?”. La presenza di messaggi diversi in contemporanea, oltre ad essere meno incisiva, avrebbe invece generato meno curiosità. Particolare curioso, ad ogni iniziativa spesso corrispondeva un colore: i manifesti ‘lavauto’ erano tendenti al blu, quelli dei piatti omaggio erano rossi, mentre “l’operazione ‘regali belli’” prevedeva segnaletica verde. Tra le novità del 1979 vi erano anche nuovi materiali promozionali realizzati “in abbinamento con la Opel”, che all’epoca partecipava ai rally utilizzando carburanti e lubrificanti Mobil: si trattava di alcuni adesivi e di una maglietta, dedicati alle auto della casa tedesca, che i gestori erano invitati ad acquistare. Un ulteriore effetto della collaborazione con la Opel riguardava uno “speciale tesserino” che dava diritto a uno sconto sul cambio dell’olio per gli “opelisti”: un modo come un altro, spiegava la società petrolifera, per attirare nuovi clienti: “Noi cercheremo di convogliarli alle vostre stazioni. Voi trattateli bene”. Per incentivare i gestori a lavorare al meglio, non mancavano i concorsi, come “È l’ora di farsi belli”, l’iniziativa che premiava con 320 orologi i proprietari delle stazioni più pulite, ordinate ed efficienti. I gestori migliori erano quindi quelli più efficienti, rigorosamente in “divisa regolamentare”, che tenessero l’impianto “pulito e ordinato con aiuole curate”. Oltre ad esporre, ovviamente, i già citati manifesti, che dovevano essere aggiornati “secondo i programmi in corso”. Erano bandite le pubblicità non autorizzate o che non rispettavano gli standard (anche grafici) della compagnia. Esistevano infatti precise regole anche sulle targhe e sui caratteri da utilizzare, e non mancano nelle riviste Mobil aspre critiche contro la segnaletica fai-da-te, in quanto “la sua presenza su una stazione danneggia inesorabilmente il punteggio” del concorso, oltre ovviamente all’immagine generale dell’impianto.

Con i punti “assegnati dagli agenti Mobil”, i gestori potevano ordinare (gratuitamente o con uno sconto, a seconda del punteggio raggiunto) altri articoli ufficiali, come tute, impermeabili, ombrelli e sacche, “per fare un omaggio gradito ai vostri clienti”. Punti a parte, il gadget meno costoso erano i panni antipolvere, offerti dalla Mobil a 120 lire cadauno in confezioni da 100 pezzi; il più caro era invece il completo impermeabile con giacca, pantaloni e cappuccio, venduto a 12.850 lire. Infine, nell’ultima parte dell’anno, non potevano mancare calendari e agende per il 1980. Il 1979 fu anche l’anno del lancio della nuova confezione da cinque litri del Mobil Super, appositamente studiata “per consentire un agevole travaso e un facile ricovero nel portabagagli”. La tanica, però, era anche “molto bella”, e non mancavano quindi consigli e raccomandazioni su come esporla: fondamentale, anzitutto, esibire le grafiche preparate dalla compagnia, che sottolineavano come il prodotto fosse studiato per il programma “porta a casa”, ovvero la vendita di olio motore per il rabbocco fai-da-te, sempre più diffuso alla fine degli anni Settanta. In particolare, era importante che il prodotto fosse “portato il più possibile sotto gli occhi dell’automobilista, che non potrà in tal modo non essere colpito dall’estetica e dalla funzionalità della nuova confezione”. Per le stazioni più piccole, “il manifesto sarà presente sul cavalletto”, e le confezioni posizionate “nella vetrina”; per gli impianti più importanti “potrete disporre sull’isola delle pompe il carrello portaolio completo di messaggio”, e se vi era un minimarket “avrete la possibilità di esporre in buo-

na evidenza le nuove confezioni sugli scaffali”. Per i self-service fu invece introdotto “un grande carrello a quattro ruote” da riempire di taniche: “la sua presenza fa immediatamente scattare nella mente dell’automobilista l’idea del supermarket, di qualche cosa cioè che si compra e che si porta a casa”. Insomma, come si vede, nulla era lasciato al caso, e le indicazioni della Mobil riguardavano anche il più piccolo dettaglio dagli allestimenti e alla vendita. Molti impianti, si sa, vendevano anche pneumatici; forse la Mobil si disinteressava di questo settore, che non vedeva coinvolti prodotti di propria produzione? Ovviamente no! L’interesse era motivato anche dalla crescente tendenza, all’epoca, di acquistare gli pneumatici direttamente alla stazione di servizio: se nel 1965 solo il 3% degli automobilisti comprava le gomme dal benzinaio, nel 1975 era il 9% e secondo le previsioni nel 1980 sarebbe stato il 15%. Nel Nord Europa, si toccavano addirittura punte del 40%, e la compagnia americana non voleva lasciarsi sfuggire l’occasione di avvantaggiarsi nell’emergente mercato italiano. Ancora oggi, in un’epoca in cui la maggior parte degli automobilisti si rivolge alle stazioni di servizio solo per fare benzina, quasi il 19% dei clienti usufruisce dei servizi di gommista (dati Surveyeah). In questo campo, la Mobil negli anni Settanta aveva attivato due convenzioni con Firestone e Pirelli e metteva a disposizione una vasta gamma di materiale promozionale. Cartelli indicanti “prezzi speciali” e la presenza di “grandi marche” nel “centro gomme Mobil” erano d’obbligo per coloro che erano “interessati a sviluppare le vendite di pneumatici”. Tra le trovate più originali del 1979, infine, sono da segnalare “due brevi film pubblicitari” di 45 secondi realizzati dal Servizio Pubblicità: disponibili in moderne “cassette per la TV” o su pellicola 35 mm “per i circuiti cinematografici”, erano “offerti gratuitamente” ai gestori interessati, cui spettavamo ovviamente “le spese di programmazione”.

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