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Notiziario Figisc-Anisa Confcommercio
Area di Servizio è l’organo ufficiale della Figisc-Anisa-Confcommercio, l’associazione che da sempre rappresenta i gestori degli impianti di distribuzione carburante, i veri imprenditori delle stazioni di servizio. Area di Servizio vuole e deve essere sempre più vicino alle istanze che stanno segnando questa importante fase di cambiamento della categoria e della distribuzione di prodotti e servizi sugli impianti. Area di Servizio è uno strumento per favorire questa crescita e, per fare ciò, è necessaria la collaborazione di tutti i gestori: è compito di tutti diffondere e promuovere il nostro giornale, segnalare informazioni e fornitori affidabili, seguire i consigli che si trovano su queste pagine. La categoria è oggi al centro di un’attenzione interessata e speculativa che, spesso, non ha legami con la nostra realtà: Area di Servizio deve quindi diventare il punto di riferimento per tutti i gestori carburante.
Per iscrizioni e informazioni: Figisc - Anisa - Confcommercio P.zza G.G. Belli 2, 00153 Roma - tel. 06-58.66.351-417, fax 06-58.33.1724 e-mail: figisc@confcommercio.it - visitate il sito: www.figisc.it
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SIGLATO L’ACCORDO DI RETE ORDINARIA CON IP
Sottoscritto l’accordo con Italiana Petroli per il rinnovo biennale (dal 01.02.2021) degli accordi economico-normativi per i gestori della viabilità ordinaria. Nell’accordo introdotte importanti novazioni che rappresentano un significativo cambio di passo nei rapporti fra azienda e gestori che tornano ad essere elemento qualificante ed essenziale nel mercato della distribuzione. Tra le novità c’è quella del “margine” che, dopo l’ubriacatura del self, torna a essere unico, intangibile e sottratto a qualsiasi eventualità di utilizzo da parte dell’azienda. Importanti modifiche, anche sugli aspetti amministrativi, sulla gestione contabile e sulla fruibilità della documentazione connessa. Un significativo scatto in avanti che aiuta a guardare al futuro. Il testo passa agli organismi dirigenti delle organizzazioni per la ratifica. A gennaio le Federazioni promuoveranno sui contenuti dell’accordo, su tutto il territorio nazionale, un confronto con tutti i gestori IP utilizzando, laddove impossibili gli incontri di persona, gli strumenti web. C’è voluto più di un anno di trattativa, di scontri, di rotture, di ricuciture, di strappi per portare a casa un risultato che non solo è significativo da un punto di vista economico ma che segna anche una rottura con il recente passato nel quale il Gestore “doveva correre” sul servito se voleva “racimolare” un margine appena decente. Un punto di riferimento per le trattative per i rinnovi che si andranno ad aprire nelle prossime settimane. L’accordo oltre a reintrodurre il margine unico come i Gestori hanno chiesto a viva voce nel corso di questi mesi, segna una discontinuità con il passato anche rispetto alla gestione degli aspetti amministrativi e contabili che vengono novati profondamente consentendo ai Gestori di controllare, passo dopo passo, la loro situazione. Accanto a ciò, l’Accordo prevede il trasferimento dai Gestori all’Azienda di alcuni “oneri di sistema” (che indubbiamente hanno un valore economico che va sommato al margine unico) e la definizione di una scala di incentivazione interessante che tiene anche conto del differenziale servito vs self. Sembra corretto, proprio per chiarire il contesto nel quale il confronto si è sviluppato, dare atto alla delegazione dell’Azienda (guidata dal Direttore Commerciale Simone Alfonsi e dal responsabile della gestione rete, Massimo Pagani) di aver mantenuto un giusto equilibrio e di aver convenuto anche sulla opportunità che venisse introdotto un “Comitato di Monitoraggio Paritetico” al quale demandare la soluzione di problematiche, anche quelle più spinose ancora non definitivamente risolte, entro il primo semestre dell’anno prossimo, nonché la creazione di un “Ente Bilaterale”, cui demandare le materie contrattuali e regolatorie connesse con l’applicazione dell’Accordo. L’Accordo verrà illustrato, nei dettagli, a partire dal mese di gennaio 2021 in Assemblee mirate sul territorio ovvero attraverso piattaforme web alle quali potranno partecipare i Gestori IP che ne faranno richiesta.
LO SCIOPERO DELLA CATEGORIA DEL 14-15 DICEMBRE 2020
Comunicato stampa unitario del 15.12.2020 Sciopero Benzinai. Il Governo deve dare risposte alle istanze della categoria. Impianti ancora chiusi fino a domani.
È attualmente in corso lo sciopero nazionale dei Gestori degli impianti di rifornimento carburanti, che proseguirà fino a domani alle ore 14.00 sulla viabilità autostradale e fino alle ore 15.00 sulla rete ordinaria. Indipendentemente dalla scontata riuscita dell’agitazione e dal forte segnale di sofferenza che giunge dalle migliaia di piccole imprese di gestione sparse lungo il territorio italiano, quel che il Governo e la Politica più in generale avrebbe bisogno di comprendere, appare essere la disponibilità a restituire risposte motivate alle istanze provenienti dal mondo del lavoro, autonomo o dipendente che sia. Il garbo e l’impegno personale, dell’ultim’ora ma ampiamente apprezzato, dimostrato dall’on. Morani, non riescono a nascondere l’inadeguatezza di un Governo che si mostra del tutto indifferente a quel che concretamente sta avvenendo sul piano dell’emergenza economica, almeno quanto distratto dalla polemica del momento e dalle beghe di palazzo. La convocazione, fuori tempo massimo, di un tavolo sulla ristrutturazione della rete di interesse per tutto il settore ma che le altre componenti del comparto non hanno mosso un dito per ottenere, non può esaurire gli impegni urgenti e improcrastinabili che il Governo deve rendere certi per salvare le nostre attività dal fallimento. Sarebbe davvero grave ed irresponsabile perseverare ancora nell’errore, costringendo nuovamente la Categoria a nuove agitazioni e forme di protesta, odiose per il Paese almeno tanto quanto per i Gestori stessi, per ottenere dialogo e confronto a lungo inutilmente ricercato. Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio
Comunicato stampa unitario del 03.12.2020 Carburanti. Dal 14 sera distributori in sciopero per 48 ore. I Gestori: garantiamo servizio essenziale, sostenendo costi e con vendite in picchiata, ma il Governo ci esclude dai “ristori”.
Dalla sera del 14 dicembre prossimo e per 48 ore, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale, saranno chiusi per sciopero. Lo annunciano in un comunicato congiunto le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio. La decisione si è resa necessaria in conseguenza della inspiegabile indisponibilità del Governo ad inserire le piccole e piccolissime imprese di gestione a cui sono affidati gli impianti, nel novero delle categorie che beneficiano dei provvedimenti di sostegno inseriti nei diversi “Decreti Ristori”. Come è noto, la distribuzione carburanti è classificata come servizio pubblico essenziale, dovendo garantire, pur nelle attuali come già nelle passate circostanze emergenziali, la continuità e regolarità dell’attività, nell’interesse della collettività, per consentire lo spostamento delle persone ed il trasporto di ogni genere di merci. Ne consegue che i Gestori, oltre a subire contrazioni drammatiche del proprio fatturato per effetto delle restrizioni alla mobilità e del coprifuoco notturno, non hanno alcuna possibilità di contenere i notevoli costi fissi necessari a mantenere l’attività di distribuzione a disposizione del pubblico. Ciò che, già in questi giorni, sta causando sul territorio chiusure incontrollate e forzate, a causa della mancanza di liquidità e della impossibilità di acquistare forniture di prodotti. Si tratta di considerazioni che il Governo conosceva perfettamente ancor prima dell’emergenza e che con l’inizio della pandemia si sono ulteriormente aggravate, ma che il Ministro Patuanelli, resosi latitante sin dal suo insediamento, sembra aver deciso di non prendere in alcuna considerazione nemmeno nella fase attuale, continuando a mostrare una sgradevole quanto immotivata volontà punitiva verso la Categoria, che è ancora in attesa, da luglio scorso dei suoi Decreti attuativi che avrebbero consentito ai gestori di beneficiare concretamente di provvedimenti assunti nella fase precedente. Nella consapevolezza che una tale azione di protesta potrebbe causare ulteriori disagi al Paese – conclude la nota sindacale – anche per l’imminente periodo di festività, la Categoria è comunque impegnata a sollecitare il Governo perché assuma impegni che appaiono del tutto equi e ragionevoli.

AUTOSTRADE, ANISA: OLTRE AL COVID, UNA CRISI CHE VIENE DA LONTANO
Nell’anno del Covid, in relazione alle varie misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia (lockdown della prima fase, misure di contenimento della mobilità e dei servizi, coprifuoco, ecc.), secondo i dati più recenti pubblicati dal Ministero (con una “fotografia” ad ottobre 2020, quindi senza ancora gli effetti delle misure dell’ultimo bimestre del 2020), in autostrada si è perso un ulteriore 33,42% delle vendite di carburanti rispetto al 2019. La situazione dei servizi oil e non oil nella rete autostradale evidenzia da anni un quadro di complessiva accentuazione della crisi strutturale del comparto. Nella rete in regime di concessione, ad esempio, si verifica a fine anno 2019 un progressivo e gravissimo deterioramento, consolidatosi assai anteriormente rispetto alle vicende legate all’emergenza Covid-19, quali: • la continua perdita in volume di vendite di carburanti (-65,67% sul 2001, -35,87% sul 2012); • la corrispondente flessione dell’erogato medio della rete dei punti vendita (-66,98% sul 2001, -32,61% sul 2012) che nell’intero periodo crolla da 9,8 a 3,2 milioni di litri/pv; • la palese anomalia che evidenzia nella rete autostradale in concessione rispetto al 2001 una flessione quadrupla rispetto alle dinamiche delle vendite complessive (rete ed extrarete) nel medesimo intervallo temporale (-65,67% contro -14,25%); • la flessione in valore delle vendite di altri beni e servizi (+6,34% sul 2001, -6,63% sul 2012, ma che, rapportate a una aspettativa di spesa in base alle variabili del tasso cumulato di inflazione e del tasso di variazione del traffico, evidenzia, un gap di 32 punti percentuali in meno nel 2019 sul 2001); • l’incremento dei pedaggi (+100,96% sul 2001, dato pari a 3,6 volte il tasso di inflazione cumulato, +27,20% sul 2012); • l’incidenza di royalty che si mantengono elevate per unità di prodotto e/o di spesa (pari a circa il 9% della spesa degli utenti stimata per acquisti di carburanti ed altri beni e servizi); • la persistenza di forti gap concorrenziali del prezzo dei carburanti rispetto alla rete ordinaria (in media negli ultimi cinque anni tra gli 11 ed i 14 cent/litro sul prezzo self della rete ordinaria a seconda se confrontato con la rete di marchio petrolifero o con gli operatori indipendenti, tra i 15 ed i 30 cent/litro sul prezzo del servito della rete ordinaria, sempre a seconda se confrontato con la rete di marchio petrolifero o con gli operatori indipendenti); • tutto ciò per contro, rispetto a un progressivo incremento delle percorrenze veicoli/km (+18,92% sul 2001, +13,81% sul 2012), dato che va raffrontato con la performance negativa delle vendite, quale significativo segnale della perdita irreversibile di appeal e competitività della rete autostradale.

Rispetto al quadro della crisi del comparto, come si può leggere nella Risoluzione De Toma, nel testo approvato dalla Xa Commissione della Camera dei Deputati (Atto 8-00055, a firma De Toma, Scanu, Rachele Silvestri, Sut, Vallascas, Alemanno, Galizia, Squeri, Gavino Manca, Bersani, Patassini, Saltamartini, Moretto), risulta evidente che la questione chiave è quella della competitività: “Nella rete autostradale, dove il comparto ha perso il 70% delle vendite di carburanti, le attività di distribuzione carbolubrificanti e quelle commerciali e ristorative, inoltre, costituiscono oggetto di imposizione da parte dei Concessionari delle tratte di onerose royalty ad essi versati dagli affidatari del servizio sia sui volumi di carburanti erogati che sui valori delle vendite dei servizi di somministrazione, rendendo tale rete del tutto non competitiva rispetto alla viabilità ordinaria non gravata da pedaggi”.
Di fatto, tre fattori hanno costituito le ragioni della marginalizzazione del comparto: • le dinamiche incrementali dei pedaggi; • l’aggravio sui prezzi del peso delle royalty; • le politiche commerciali dei sub concessionari dei servizi. Dinamiche dei pedaggi a parte (oggetto dei piani economicofinanziari delle concessioni per remunerare costi, investimenti ed equity, concordati con i Governi), la rimozione dei residui due fattori è strategica per ristabilire una qualche misura di competitività del comparto e per ristabilire il principio delle condizioni minime omogenee per il consumatore nell’accesso a beni e servizi (per di più in un contesto in cui già grava un pedaggio per l’accesso e l’uso della rete viaria). La Risoluzione De Toma, inoltre, impegna il Governo: “Alla razionalizzazione e all’ammodernamento della rete distributiva, con una revisione del piano e degli indirizzi di ristrutturazione della stessa su sedimi stradali ed autostradali, prevedendo la chiusura dei punti vendita obsoleti ed inefficienti”. Con un’area di servizio ogni 14,5 km di rete, di fatto la rete autostradale risulta affetta dalle medesime criticità della rete stradale ordinaria: un eccessivo numero di impianti con una limitata efficienza. Sono falliti tutti gli obiettivi del Decreto Interministeriale 2015 e del connesso Piano di razionalizzazione, ossia la razionalizzazione stessa, la sostenibilità economica, il contenimento dei prezzi e delle royalty, il quadro delle relazioni economiche e normative tra sub concessionari e gestioni. Il primo ragionevole intervento consiste nella chiusura di circa il 30% dei punti vendita carbolubrificanti della rete autostradale – secondo la proposta avanzata negli scorsi mesi da Faib, Fegica, Figisc/Anisa -, unitamente all’obiettivo di favorire, come ancora recita la Risoluzione De Toma “la riconversione tecnologica, attraverso strumenti agevolativi, nonché l’ammodernamento della rete distributiva attraverso l’implementazione dei servizi alla mobilità elettrica anche nel rispetto degli obblighi e ai sensi della disciplina di attuazione della direttiva 2014/94/UE sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi o comunque a ridotto impatto ambientale”.
VENDITE CARBURANTI: AD OTTOBRE 2020 PERSI SUL 2019 6,250 MLD DI LITRI
È stato pubblicato lo scorso mese il report Figisc/Anisa sulle vendite progressive per il periodo gennaio-ottobre 2020, basato sui dati ufficialmente diffusi sul Bollettino Petrolifero dal Ministero per lo sviluppo economico il 18.12.2020, riguardanti i prodotti benzina e gasolio, distinti in rete ed extrarete (e per la rete suddivisi tra rete ordinaria ed autostradale), e gpl la distinzione (rete ed extrarete), confrontate in volumi e variazioni percentuali con il medesimo periodo progressivo ad ottobre dell’anno precedente 2019. I dati a disposizione, articolati per dato progressivo mese per mese in considerazione della diversa intensità delle conseguenze delle misure adottate per il contenimento dell’epidemia Covid, evidenziano le seguenti osservazioni sintetiche: • per i dati di gennaio: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 34,5 milioni di litri e un 1,04% (da 3.312,7 di gennaio 2019 a 3.278,2 milioni di litri di gennaio 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio guadagna 10,1 milioni di litri e un 0,61% (da 1.635,1 a 1.645,2 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 6,6 milioni di litri e un 7,43% (da 88,6 a 82,0 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria e autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl guadagna 13,2 milioni di litri e un 0,72% (da 1.833,2 a 1.846,3 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 47,7 milioni di litri e un 3,22% (da 1.479,6 a 1,431,9 milioni di litri); • per i dati del progressivo gennaio-febbraio: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 4,3 milioni di litri e un 0,07% (da 6.363,9 di febbraio 2019 a 6.359,6 milioni di litri di febbraio 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio guadagna 82,0 milioni di litri e un 2,59% (da 3.164,7 a 3.246,7 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 13,4 milioni di litri e un 7,70% (da 173,7 a 160,3 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria e autostradale) per la somma di ben-
zina, gasolio e gpl guadagna 82,3 milioni di litri e un 2,32% (da 3.547,5 a 3,629,8 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 86,6 milioni di litri e un 3,07% (da 2.816,4 a 2.729,8 milioni di litri); • per i dati del progressivo gennaio-marzo, con il mese di marzo praticamente in regime di lockdown per due decadi: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 1.519,9 milioni di litri e un 15,56% (da 9,767,3 di marzo 2019 a 8.247,5 milioni di litri di marzo 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 708,5 milioni di litri e un 14,60% (da 4.853,7 a 4.145,2 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 82,8 milioni di litri e un 30,39% (da 272,5 a 189,7 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria e autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 835,9 milioni di litri e un 15,36% (da 5.441,2 a 4.605,3 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 683,9 milioni di litri e un 15,81% (da 4.326,1 a 3.646,2 milioni di litri); • per i dati del progressivo gennaio-aprile, con il mese di marzo praticamente in regime di lockdown per due decadi e quello di aprile per la totalità: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 3.706,8 milioni di litri e un 28,08% (da 13.202,0 di aprile 2019 a 9.495,3 milioni di litri di aprile 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 1.843,9 milioni di litri e un 28,11% (da 6.559,6 a 4.715,8 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 176,5 milioni di litri e un 46,11% (da 382,8 a 206,3 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.153,0 milioni di litri ed un 29,22 % (da 7.369,5 a 5.216,4 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 1.553,7 milioni di litri e un 26,64% (da 5.832,6 a 4.278,9 milioni di litri); • per i dati del progressivo gennaio-maggio, con il mese di


marzo praticamente in regime di lockdown per due decadi, quello di aprile per la totalità e quello di maggio per un periodo parziale: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 4.988,1 milioni di litri e un 29,88% (da 16.691,2 di maggio 2019 a 11.703,1 milioni di litri di maggio 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.474,6 milioni di litri e un 29,77% (da 8.313,6 a 5.839,0 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 237,2 milioni di litri ed un 49,32 % (da 480,9 a 243,7 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.898,4 milioni di litri e un 31,05% (da 9.336,1 a 6.437,6 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.089,7 milioni di litri e un 28,41% (da 7.355,2 a 5.265,5 milioni di litri). • per i dati del progressivo gennaio-giugno: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 5.425,1 milioni di litri e un 26,92% (da 20.156,5 di giugno 2019 a 14.731,3 milioni di litri di giugno 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.669,1 milioni di litri e un 26,55% (da 10.054,5 a 7.385,4 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 274,4 milioni di litri e un 46,33% (da 592,3 a 317,9 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 3.142,4 milioni di litri e un 27,82% (da 11.297,1 a 8.154,7 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.282,7 milioni di litri e un 25,77% (da 8.859,3 a 6.576,6 milioni di litri). • per i dati del progressivo gennaio-luglio: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 5.683,2 milioni di litri e un 23,71% (da 23.968,1 di luglio 2019 a 18.285,0 milioni di litri di luglio 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.765,7 milioni di litri e un 23,07% (da 11.987,0 a 9.221,3 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 302,0 milioni di litri e un 41,53% (da 727,1 a 425,2 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 3.276,0 milioni di litri e un 24,28% (da 13.490,6 a milioni di litri 10,214,6), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.407,2 milioni di litri e un 22.97% (da 10.477,6 a 8.070,4 milioni di litri). • per i dati del progressivo gennaio-agosto: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 5.841,7 milioni di litri e un 21,39% (da 27.313,8 di agosto 2019 a 21.472,2 milioni di litri di agosto 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.813,1 milioni di litri e un 20,51% (da 13.712,9 a 10.899,9 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 323,9 milioni di litri e un 37,29% (da 868,6 a 544,7 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 3.352,8 milioni di litri e un 21,67% (da 15.475,4 a 12.122,6 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.488,9 milioni di litri e un 21,02% (da 11.838,4 a 9.349,5 milioni di litri). • per i dati del progressivo gennaio-settembre: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 5.832,6 milioni di litri e un 19,02% (da 30.667,8 di settembre 2019 a 24.835,2 milioni di litri di settembre 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.754,6 milioni di litri e un 17,89% (da 15.399,2 a 12.644,6 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 336,5 milioni di litri e un 34,57% (da 973,3 a 636,8 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria ed autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 3.306,0 milioni di litri e un 19,02% (da 17.377,8 a 14.071,8 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.526,7 milioni di litri e un 19,01% (da 13.290,0 a 10.763,4 milioni di litri). • per i dati del progressivo gennaio-ottobre: le vendite complessive di benzina, gasolio e gpl (rete+extrarete) perdono 6.249,7 milioni di litri e un 18,21% (da 34.318,6 di ottobre 2019 a 28.068,9 milioni di litri di ottobre 2020), la rete ordinaria per la somma di benzina e gasolio perde 2.914,4 milioni di litri e un 16,90% (da 17.240,2 a 14.325,9 milioni di litri), la rete autostradale per la somma di benzina e gasolio perde 360,2 milioni di litri e un 33,42% (da 1.078,0 a 717,8 milioni di litri), la rete in totale (ordinaria e autostradale) per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 3.506,8 milioni di litri e un 18,03% (da 19.445,7 a 15.938,8 milioni di litri), mentre l’extrarete per la somma di benzina, gasolio e gpl perde 2.742,9 milioni di litri e un 18,44% (da 14.872,9 a 12.130,0 milioni di litri).
ANCORA CONSISTENTE IL GAP TRA SELF E SERVITO: MEDIA A 18,1 CENT/LITRO NEL 2020
Il report mensile di dicembre 2020 Figisc/Anisa appena uscito a gennaio evidenzia che risulta ancora sostenuto il differenziale di prezzo tra la modalità self e la modalità servito: in media, sulla rete a marchio petrolifero, ammonta nel 2020 a 18,1 cent/litro. Il report, basato sui dati dell’Osservatorio Prezzi del Ministero dello sviluppo economico, contiene tavole e grafici relativi all’andamento del delta prezzo nazionale tra modalità “servito” e modalità “self” per ciascuno dei principali marchi petroliferi e per la rete cumulata dei no-logo dal 17.02.2015 al 31.12.2020. Prendendo in esame i prezzi (medie nazionali) realmente praticati nella rete, anche distinguendo tra impianti della rete “colorata” e impianti no-logo, le osservazioni principali sono che: 1 nella rete “colorata” nel mese di dicembre 2020 su novembre 2020 il differenziale di prezzo tra modalità “servito” e modalità “self” è variato di -0,2 cent/litro rispetto alla media del mese di novembre (da 0,185 a 0,183 euro/litro); mentre nella rete no-logo è variato di -0,1 cent/litro rispetto alla media del mese di novembre (da 0,045 a 0,044 euro/litro); 2 dal 17 febbraio 2015 al 31 dicembre 2020 l’aumento è stato nell’ordine di +11,2 centesimi di euro nella rete “colorata” (da 0,071 a 0,183 euro/litro, +158,03%), mentre in quella no-logo si sono avute variazioni di +1,9 centesimi di euro (da 0,025 a 0,044 euro/litro, +76,00%);

3 nel dettaglio dei marchi e dei raggruppamenti per asset, a dicembre 2020 AGIP ENI segnala un differenziale di 19,6 eurocent/ litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 15,4 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 15,9, media annua 2019 di 16,6, media annua 2020 di 19,2); API IP segnala un differenziale di 21,8 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 17,4 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 18,7, media annua 2019 di 20,4, media annua 2020 di 21,9); ESSO segnala un differenziale di 16,4 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 12,0 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 12,2, media annua 2019 di 14,5, media annua 2020 di 15,9); KUPIT Q8 segnala un differenziale di 18,5 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 18,3 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 18,2, media annua 2019 di 17,5, media annua 2020 di 19,7); TAMOIL segnala un differenziale di 10,5 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 8,1 eurocent/litro (media annua 2015 di 4,6, media annua 2016 di 5,0, media annua 2017 di 7,2, media annua 2018 di 9,4, media annua 2019 di 10,6, media annua 2020 di 11,0); ex TOTALERG segnala un differenziale di 8,2 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 12,1 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 14,5, media annua 2019 di 15,7, media annua 2020 di 12,2); l’insieme della rete colorata di marchio petrolifero segnala un differenziale di 18,3 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 14,3 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 14,9, media annua 2019 di 16,2, media annua 2020 di 18,1); l’insieme dei no-logo segnala un differenziale di 4,4 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 3,5 eurocent/litro (media annua 2015 di 2,7, media annua 2016 di 3,0, media annua 2017 di 3,1, media annua 2018 di 3,4, media annua 2019 di 4,0, media annua 2020 di 4,6); infine tutto il complesso della rete colorata e no-logo segnala un differenziale di 15,4 eurocent/litro su una media dell’intero periodo febbraio 2015-dicembre 2020 di 12,2 eurocent/litro (media annua 2015 di 10,4, media annua 2016 di 14,2, media annua 2017 di 15,5, media annua 2018 di 12,7, media annua 2019 di 13,6, media annua 2020 di 15,3).
Dal febbraio 2015 al dicembre 2020, sulla base di 2.144 osservazioni giornaliere, si nota che: • nel 54,01% delle giornate (1.158) si è registrato un incremento sul giorno precedente del delta prezzo tra servito e self nella media delle reti di marchio, cui ha fatto riscontro nel 47,39% delle giornate (1.016) una diminuzione rispetto al giorno precedente del gap del prezzo self delle reti di marchio rispetto al self dei no-logo; • in senso inverso, quando il delta prezzo tra servito e self nella media delle reti di marchio è diminuito rispetto al giorno precedente (circostanza verificata per 949 giornate, ossia nel 44,26% dei casi) il riscontro è stato un aumento rispetto al giorno precedente del gap del prezzo self delle reti di marchio rispetto al self dei no-logo, verificata nel 50,93% dei casi (ossia 1.092 giornate); • il delta prezzo tra servito e self nella media delle reti di marchio è rimasto fermo rispetto al giorno precedente nel 1,73% dei casi, ossia 37 giornate su 2.144 e il gap del prezzo self delle reti di marchio rispetto al self dei no-logo è rimasto invariato rispetto al giorno precedente nel 1,68% dei casi (36 giornate su 2.144).
Considerando la somma di tutte le variazioni sul giorno antecedente, sia in aumento che in diminuzione, tra il 17 febbraio 2015 e il 31 dicembre 2020, il delta prezzo tra servito e self nella media delle reti di marchio è salito di +0,112 euro/litro, il gap del prezzo self delle reti di marchio rispetto al self dei nologo è sceso di -0,019 euro/litro. L’aumento del delta prezzo nella media delle reti di marchio, insomma, è stato pari a 6,013 volte circa il recupero di competitività del prezzo self rispetto alla rete no-logo; la diminuzione del divario è, dunque, limitata ed ha eroso circa il 26,77% del divario iniziale che divideva il prezzo self della media delle reti di marchio rispetto al prezzo self dei no-logo, che al 31.12.2020 si attesta a circa 3,5 cent/litro.
Fondato da Guido Fisogni nel 1966, il museo è il più completo al mondo nel settore della distribuzione carburante. Il Museo ospita più di 5000 oggetti tra pompe di benzina, insegne, latte d’olio e attrezzature varie più un incredibile numero di cartoline d’epoca e gadget tutti a tema petrolifero sin dal 1892.
