Scritture e riscritture 2010

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Roma, 9 - 10 - 11 giugno 2010

1° Congresso dell’Associazione Italiana di Studi Iberoamericani

Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia



Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

Indice Presentazione

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Comitato scientiďŹ co e organizzativo

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Programma

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Conferenza Plenaria

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Interventi

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Relatori e Presidenti di Sessione

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Sedi del Congresso

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

Presentazione L’Associazione Italiana di Studi Iberoamericani (AISI) si è costituita nel giugno 2009 per volontà di un gruppo di studiosi e docenti di Lingua e Letterature ispanoamericane con l’intento di riunire gli afferenti al s.s.d. L-LIN/06 strutturati nelle Università italiane e gli esperti del settore e con l’obiettivo di favorire le attività di ricerca e di scambio, di didattica e di divulgazione. L’Associazione non esclude quanti si collocano al di fuori dell’ambito strettamente accademico e vuole inoltre rivolgersi, più in generale, agli specialisti dell’area iberoamericana nella ricchezza delle sue diverse discipline. Due tappe, che hanno favorito la riflessione sulla disciplina e il confronto tra coloro che vi si dedicano, sono risultate fondamentali per la costituzione di AISI: - la pubblicazione del volume Studi di letteratura ispano-americana (Mazzanti Editore,Venezia 2007), frutto del progetto e dell’attività di raccolta di dati e di coordinamento di Silvana Serafin (Università di Udine). Il volume si proponeva di “dare visibilità internazionale al settore” e di “offrire l’opportunità ai ricercatori che indagano, singolarmente o in gruppo, sui medesimi argomenti di mettersi in contatto e di scambiare i rispettivi punti di vista”. La miscellanea ha fornito un panorama esauriente e dettagliato delle ricerche in atto in Italia tra gli anni 2003-2006 presentando un elenco dei risultati e delle pubblicazioni, così come dei progetti in corso; - il 1° incontro nazionale dal tema L’ispanoamericanismo nelle Università italiane, svoltosi a Roma il 5 e 6 febbraio 2009, pensato e organizzato da Camilla Cattarulla (Università di Roma Tre), Amanda Salvioni (Università di Macerata) e Maria Gabriella Dionisi (Università della Tuscia di Viterbo). Le giornate di lavoro hanno offerto un momento di confronto delle esperienze, dei problemi e delle soluzioni nel campo della programmazione e della didattica, e sono state altresì uno spazio per illustrare progetti e filoni di ricerca nella prospettiva di future sinergie. Siamo così giunti al 1° Congresso, organizzato da AISI in collaborazione con il Dipartimento di Studi Euro-Americani dell’Università di Roma Tre, con l’Università degli Studi di Milano e con le Ambasciate di Argentina e Messico in Italia. Il tema scelto ha come obiettivo quello di avviare una riflessione sulle rappresentazioni, narrazioni e interpretazioni dei processi d’Indipendenza latinoamericani che si innescano nel 1810 e che, pur nel loro carattere essenzialmente politico, hanno coinvolto e trasformato anche l’ambito economico-sociale, le manifestazioni estetiche in senso lato (dalla letteratura alle arti visuali e plastiche) e, ovviamente, le forme del pensiero storico e ideologico e dell’immaginario collettivo sull’identità nazionale con la creazione di nuovi miti e corredi simbolici. Tutto ciò senza ignorare i rapporti tra l’Indipendenza e l’inserimento nella realtà latinoamericana di altri attori - come le donne, il cui ruolo comincia a travalicare la sfera del privato per insediarsi anche nel pubblico - o di problematiche che iniziano a usufruire di nuove letture, come quella della questione indigena. Una sessione a parte è stata poi dedicata alla rappresentazione e alla lettura critica dei primi Centenari, le cui celebrazioni meritano di essere riconsiderate alla luce dei prossimi secondi anniversari. Il Direttivo

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Comitato Scientifico e Organizzativo Camilla Cattarulla (Direzione organizzativa) Rosa Maria Grillo Ilaria Magnani (Segreteria) Giovanni Marchetti Emilia Perassi

Segreteria tecnica Davide Bevilacqua Germano Caperna Ana Valeria Dini Progetto Grafico Miguel Angel Giglio

Si ringraziano Laura Scarabelli e Mauro Spicci per la collaborazione

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PROGRAMMA

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia Mercoledì 9 giugno Instituto Cultural de la Embajada Argentina en Italia

Ore 14 Registrazione Ore 15 Saluti Norma Nascimbene de Dumont (Ambasciatore Repubblica Argentina in Italia) Francesca Cantù (Preside Facoltà di Lettere e Filosofia, Univ. di Roma Tre) Cristina Giorcelli (Direttore Dipartimento Studi Euro- Americani, Univ. Roma Tre) Emilia Perassi (Presidente AISI)

Laura Luche «Arar en el mar»: le immagini degli sforzi inutili da Simón Bolívar a Roberto Bolaño Susanna Nanni L’indipendenza negata: la ri-scrittura della storia di Haiti dal cimarronaje alla Repubblica mulatta Stefano Tedeschi L’indipendenza muta: la riscrittura della storia in La revolución es un sueño eterno di Andrés Rivera

Introduzione ai lavori Camilla Cattarulla

Ore 20 Vino de honor

Raimondo Cagiano de Azevedo Il CUIA nel Bicentenario Conferenza Plenaria Cristina Iglesia Matronas comentadoras y doñas escribinistas: la disputa por la inclusión de las mujeres en la primera década del proceso revolucionario en el Río de la Plata Ore 17 Narrazioni Presiede: Emilia Perassi Irina Bajini, La Revolución de Mayo vista dal negro Cucurto Cecilia Galzio L’altro Simón Bolívar di Teresa de la Parra. Appunti per un romanzo Ana María González Luna La independencia perdida de una nación y el drama personal de un emperador europeo en México. Reflexiones en torno a Noticias del Imperio de Fernando del Paso

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia Giovedì 10 giugno Università di Roma Tre, Facoltà di Lettere e Filosofia

Aula Conferenze

Aula 26

Ore 9.00 Registrazione

Ore 9.30 Tra due continenti: rappresentazioni Presiede: Camilla Cattarulla

Ore 9.30 Identità e letteratura nazionale Presiede: Silvana Serafin

Nicola Bottiglieri Esercizi di sovranità fra Cile, Francia e Argentina nella Terra del Fuoco Giorgio De Marchis Como irmãos devem ser para sempre Portugal e Brasil. Un romanzo popolare nel quarto centenario della scoperta del Brasile María Cecilia Graña Catálogo, enciclopedia, canto a América Marcella Solinas Casa de las Américas y la representación de la independencia latinoamericana y caribeña Chiara Vangelista Jean-Baptiste Debret e l’iconografia dell’indipendenza brasiliana

Margherita Cannavacciuolo La escritura de una doble independencia: Silvas americanas y otros poemas de Andrés Bello Anna Boccuti Rappresentazioni fondanti: letteratura e immaginario politico nelle riviste rioplatensi della prima metà dell’Ottocento Andrea Pezzè Monstruosas herencias coloniales: el caníbal como problema nacional en La cautiva de Esteban Echeverría Edoardo Balletta Imaginar la comunidad: Soledad de Bartolomé Mitre como proyecto identitario pos-independentista Pausa

Pausa

Ore 11.30 Prefigurazioni, miti, archetipi e assenze Presiede: Antonio Melis

Ore 11.30 Tra due continenti: interpretazioni Presiede: Luigi Guarnieri Calò Carducci

Beatriz Aracil Varón Imágenes del conquistador Hernán Cortés en el México independiente Laura Scarabelli Ripensare l’identità nei peripli della rivoluzione. El Siglo de las Luces di Alejo Carpentier Elisa Carolina Vian Matalaché y el ansia de libertad en el Perú colonial Susanna Regazzoni Un aspecto fundamental en la cultura de la independencia argentina: las escrituras de un mito nacional (de Lucía Miranda a las ‘cautivas’) Eduardo San José Vázquez Ausencia de las emancipaciones hispanoamericanas en la narrativa de Alejo Carpentier

Maria Matilde Benzoni Ripensare l’Indipendenza da una prospettiva atlantica e globale: geopolitica, storia delle relazioni internazionali e cultural transfer María Caballero Wangüemert Emancipación y literatura: primera constitución de un canon. La doble mirada trasatlántica Flavio Fiorani Il convitato di pietra: l’indipendenza ispanoamericana e gli studi postcoloniali Daniele Pompejano La vittoria di Prospero Eugenia Scarzanella Gli storici italiani e l’indipendenza dell’America Latina

Ore 13.20 Pausa pranzo

Ore 13.20 Pausa pranzo

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Aula Conferenze

Aula 26

Ore 15.00 Donne e Indipendenza Presiede: Rosa Maria Grillo

Ore 15.00 La presenza indigena Presiede: Chiara Vangelista

Giulia De Sarlo La Libertadora del Libertador: la figura di Manuela Sáenz nella letteratura ispanoamericana contemporanea Cristina Fiallega El rol del guadalupanismo en la guerra de independencia de México Ilaria Magnani Indipendenza nazionale e regionalismo: lo sguardo sopranazionale di Juana Manuela Gorriti Mara Imbrogno Nacha Regules di Manuel Gálvez: una contro-narrazione del centenario argentino? Eleonora Sensidoni Una rivoluzionaria della prima ora, orgoglio per l’indipendenza della Patria allo stato puro: inseguendo il mito di Doña Juana Azurduy

Irene Campagna Anastasio Aquino: una Historia prohibida del Pulgarcito Barbara Fiorellino Riscritture utopiche dell’indipendenza: multinazionalismo e buen vivir nelle nuove costituzioni dell’Ecuador (2008) e della Bolivia (2009) Luigi Guarnieri Calò Carducci Il tema dell’indipendenza nell’indigenismo peruviano Antonio Melis Bolívar e l’indio immaginario di Olmedo

Pausa

Pausa

Ore 17.30-19.30 Assemblea dei soci

Ore 17.30-19.30 Assemblea dei soci

Ore 20.30 Cena sociale

Ore 20.30 Cena sociale

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia Venerdì 11 giugno Embajada de México

Ore 9.30 Saluti Jorge Chen (Ambasciatore del Messico)

Ore 15.00 Il primo Centenario Presiede: Ilaria Magnani

Precursori, avventurieri, padri della patria Presiede: Giovanni Marchetti

Rocío Luque En busca del punto más sólido de una piedra llamada “Independencia”: Los recuerdos del porvenir de Elena Garro Federica Rocco La rivendicazione dell’integrazione ebraica in Argentina dal Primo al Secondo Centenario Giovanna Minardi Una mirada femenina sobre la revolución mexicana: Cartucho de Nellie Campobello Luciano Gallinari L’Argentina del Primo Centenario della sua Indipendenza nei giornali dell’epoca Serena Multari Artemio Cruz, el “Gran Chingón”: análisis de la herencia revolucionaria en la identidad nacional mexicana

Claudia Borri Avventurieri-patrioti nel processo d’indipendenza del Cile. I casi di Thomas Cochrane e di Giuseppe Rondizzoni Antonella Cancellier Laprida e Belgrano in poesia Pablo Lombó Retratos literarios del cura Hidalgo (1810-2010) Silvana Serafin José María Heredia tra passione politica e innovazione poetica Pausa Ore 11.30 Emilia Perassi Come si confeziona un Padre della Patria: decostruzione e ricostruzione del culto sanmartiniano in Martín Kohan Maria Rossi Mientras llega el día. L’indipendenza ecuatoriana tra storia e invenzione Amanda Salvioni Memoria storica e impostura politica nel Messico indipendente: Guillén de Lampart e Vicente Riva Palacio Paco Tovar Blanco Espectáculo y crónica de un acontecimiento: la revuelta del cura Hidalgo en Los conspiradores, de Jorge Ibargüengoitia Maria Gabriella Dionisi Il ruolo di Bernardo de Velasco y Huidobro nella Indipendenza del Paraguay

Ore 17.30 Dibattito e chiusura dei lavori Camilla Cattarulla - Emilia Perassi

Ore 13.30 Pranzo

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CONFERENZA PLENARIA

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia CRISTINA IGLESIA Matronas comentadoras y doñas escribinistas: la disputa por la inclusión de las mujeres en la primera década del proceso revolucionario en el Río de la Plata. La historiografía decimonónica argentina nombra el año de 1820 con angustia, miedo y confusión. A sólo una década de 1810, el “año 20” será así sinónimo de caos, retroceso revolucionario, peligro de extinción del estado incipiente. En la conferencia abordaré parte de una investigación más amplia en la que intento responder, desde el mirador del “año 20” una pregunta no siempre formulada con precisión: cuál fue el lugar que ocupó y el modo en que surgió -en medio de la caótica faena de la guerra y la precaria instalación del poder revolucionario- la discusión sobre la educación de las mujeres que, fue, sin lugar a dudas, una manera sesgada de abordar el debate sobre su inclusión o exclusión en el proceso de ciudadanía. Desde mi perspectiva, este debate político está estrechamente vinculado con problemas teóricos y culturales centrales: la originalidad de la escritura americana, la relación con la tradición y, en consecuencia, el debate sobre “traducción o innovación”, “versión original, versión libre o copia”. El año 20 plantea la conversión de los problemas en peligros: el peligro de la disolución de la patria, el peligro de que la historia retroceda a un estadio anterior al punto de partida del proceso revolucionario (como, por otra parte, estaba ya pasando en Europa); pero también, y sobre todo, el peligro de quedarse sin palabras o no poder decirlas adecuadamente en el momento de definir la originalidad del proceso americano. En medio de la confusión del “año 20” y para aumentarla, la voz de Fray Francisco de Paula Castañeda, sacerdote revolucionario, irrumpe para mostrar, desde el costado más conservador en lo político, pero más audáz en la creación de palabras, la necesidad de incluir a la mujeres, usar sus voces, instrumentar sus decisiones, hacer hablar a “Doña no quiero morirme de retención de palabras” o a “doña María Retazos” en un estilo diferente al de “La matrona comentadora” en periódicos que “no aceptan la participación de varón” al tiempo que intenta mantenerlas fuera de la influencia enciclopedista y jacobina. Pero lo que que Castañeda ve con claridad es la necesidad de inventar un nuevo diccionario periodístico-político para nombrar problemas inéditos. Al hacerlo, coloca a sus personajes femeninos en el centro exacto del debate y de la tensión por la apropiación de su voz, de su discurso y, sobre todo, de su posible acción social.

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Cristina Iglesia Es Profesora Titular Regular de la cátedra de Literatura Argentina I (Colonial y Siglo XIX) en el Departamento de Letras, Facultad de Filosofía y Letras, Universidad de Buenos Aires. Sus investigaciones y sus trabajos críticos abordan las relaciones entre ficción e historia en la literatura colonial rioplatense, y en la escritura de mujeres y autobiográfica del siglo XIX. Es autora de Cautivas y misioneros, mitos blancos de la conquista (en col. con J. Schvartzman) (1987); Islas de la memoria. Sobre la Autobiografía de Victoria Ocampo (1996) y La violencia del azar. Ensayos sobre literatura argentina (2003). Ha publicado “La mujer cautiva” en Historia de las mujeres, Dir. Duby, J., M. Perrot y A. Farge (1992) y “Contingencias de la intimidad” (sobre las peculiaridades de la escritura epistolar decimonónica en el Río de la Plata) en Historia de la vida privada en la Argentina, vol. I (1999), así como numerosos artículos en revistas especializadas del país y del extranjero. Ha compilado y prologado El ajuar de la patria. Ensayos críticos sobre Juana Manuela Gorriti (1993); Letras y divisas. Ensayos sobre literatura y rosismo (1998 y 2004), y, junto a colaboradores, Lucio V. Mansilla, Horror al vacío y otras charlas (1995); Lucio V. Mansilla, Mosaico. Nuevas charlas inéditas (1997); Fronteras Escritas (2008). Tiene en preparación el volumen La Patria Literaria, de la Historia de la literatura argentina dirigida por Noe Jitrik. Ha dictado cursos de Postgrado y Doctorado en universidades de Argentina, Estados Unidos, Brasil, Italia y Francia. Ha participado como expositora invitada en numerosos congresos y dictado conferencias en la Argentina, España, Bélgica, Francia, Brasil, República Dominicana y Estados Unidos. En la Universidad de Buenos Aires, ha sido miembro electo del Consejo Directivo de la Facultad de Filosofía y Letras y ha sido miembro electo de la Junta Departamental de la Carrera de Letras. Actualmente es Miembro de la Comisión de Maestría de Literaturas Latinoamericana y Española de la Facultad de Filosofía y Letras de la UBA y dirige numerosas tesis de doctorado. Dirige proyectos de investigación colectivos que han obtenido subsidios de la Universidad de Buenos Aires.

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INTERVENTI

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia BEATRIZ ARACIL VARÓN Imágenes del conquistador Hernán Cortés en el México independiente

La asimilación del pasado colonial y sus protagonistas ha constituido sin duda uno de los problemas más controvertidos para la construcción identitaria de la América independiente. Ejemplo paradigmático de esta polémica lectura del período de dominación española es el tratamiento que, desde los ámbitos culturales y académicos, ha recibido en México la figura de Hernán Cortés, el “mito negro” del que hablaba Octavio Paz que, sin embargo, llegó a ser considerado asimismo “creador de la nacionalidad”, como rezaba un título de Vasconcelos. El presente trabajo pretende ubicar los distintos espacios de valoración del personaje (y de su principal producción textual, las Cartas de relación) desde el proceso de independencia hasta ese período clave para la reflexión identitaria mexicana que son las décadas de 1940 y 1950 (en las que escriben los dos autores citados), para intentar cuestionar al menos la idea popular y más difundida de una recepción unívocamente negativa del personaje en este país.

Beatriz Aracil Varón Es Doctora en Filología Hispánica. Profesora de Literatura Hispanoamericana en la Universidad de Alicante (España). Especialista en teatro hispanoamericano colonial, se ha dedicado asimismo al estudio de la Crónica de Indias y su recuperación en la novela y el teatro latinoamericanos. Principales publicaciones: El teatro evangelizador. Sociedad, cultura e ideología en la Nueva España del siglo XVI (1999); Abel Posse: de la crónica al mito de América (2004); América en el imaginario europeo (coedición; 2009). Actualmente es responsable académica del área de América Latina en la Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia IRINA BAJINI La Revolución de Mayo vista dal negro Cucurto

Muovendo dall’analisi di 1810. La Revolución de Mayo vivida por los negros dello scrittore argentino contemporaneo Washington Cucurto, l’intervento approfondisce il ruolo delle classi sociali più deboli ed emarginate all’interno del processo dell’indipendenza argentina, con speciale attenzione ai “morenos” utilizzati come carne de cañón nel corso del XIX secolo argentino.

Irina Bajini È ricercatore di culture ispanofone e letteratura ispanoamericana presso l’Università degli Studi di Milano. Autrice di numerosi saggi di argomento cubano e di una monografia teatrale, si è occupata anche delle relazioni letterarie tra Italia e Ispanoamerica e di temi di genere. E’ traduttrice letteraria e specialista di cultura afroiberoamericana.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia EDOARDO BALLETTA Imaginar la comunidad: Soledad de Bartolomé Mitre como proyecto identitario pos-independentista En la escasa literatura crítica sobre la novela Soledad, más de una vez se ha subrayado la presencia central del discurso ‘histórico’ en el texto, hasta calificar la misma como “novela de un historiador”. A partir de la ya clásica teoría de Benedict Anderson que describe la nación como una comunidad imaginada, se mostrará que Soledad puede ser leída como propuesta identitaria de la nueva Argentina independiente, cuyo eje de significación, reside en la oposición inclusión/exclusión de los varios actores sociales.

Edoardo Balletta È dottore di ricerca in letterature ispanoamericane presso il Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere Moderne dell’Università di Bologna dove attualmente si occupa di un progetto di ricerca sulla poesia latinoamericana degli ultimi 30 anni. I suoi studi si sono concentrati sulla poesia delle avanguardie latinoamericane (in particolare sull’opera dell’argentino Oliverio Girondo) e sulle neoavanguardie degli anni ‘70 e ‘80 con particolare attenzione al neobarocco. Autore di vari saggi su riviste scientifiche, ha pubblicato la monografia Tu svástica en las tripas. Retorica del corpo e storia in Néstor Perlongher” (2009). Sue traduzioni poetiche sono state pubblicate in varie riviste ed ha tradotto e curato il saggio di Beatriz Sarlo Una modernità periferica. Buenos Aires. 1920-1930 (2006).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARIA MATILDE BENZONI Ripensare l’Indipendenza da una prospettiva atlantica e globale: geopolitica, storia delle relazioni internazionali e cultural transfer La crisi degli imperi coloniali di Antico Regime e l’eclissi della prima espansione europea nel Nuovo Mondo avviata dalla nascita degli Stati Uniti da un lato, la rapida internazionalizzazione della Rivoluzione francese e il disegno egemonico di Napoleone tenacemente contrastato, su scala planetaria, dall’Inghilterra, dall’altro, costituiscono il contesto politico-internazionale nel quale, con il significativo scarto di quasi due generazioni rispetto al mondo anglo-americano, si consuma l’irreversibile deterioramento dei rapporti fra la Spagna e il suo impero coloniale. Il contributo si propone di offrire una rilettura polifonica e multiculturale dell’Indipendenza e delle sue origini. Una rilettura attenta e all’interazione fra gli orizzonti di Spagna, Europa, Nord America e Mondo nell’età delle “rivoluzioni atlantiche” (1776-1824) e alle connessioni fra fatti e idee. Un’opzione di metodo che s’impone allorquando ci si accosta al’imponente processo di cultural transfer dei linguaggi e dei modelli politico-istituzionali che accompagna l’Indipendenza dell’America spagnola e la formazione nel subcontinente di un mosaico di Stati ad ordinamento prevalentemente repubblicano. La decisiva “esperienza”, americana ed europea, di Miranda, Bolívar e San Martín invita d’altra parte a riconsiderare l’Indipendenza proprio in simile prospettiva, internazionale, atlantica e globale.

Maria Matilde Benzoni Insegna Storia moderna e dall’a.a 2009-2010 anche Storia della Spagna e dell’America Latina presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa di storia della cultura, con una particolare attenzione alla dimensione internazionale e alle relazioni fra l’Europa, le Americhe e le altre aree di civiltà in età moderna e contemporanea. Ha pubblicato contributi su riviste e volumi, in Italia e all’estero. È autrice del libro La cultura italiana e il Messico. Storia di un’immagine da Temistitan all’Indipendenza (2004). Fra le più recenti opere in collaborazione: M. M. Benzoni - R. Frank - S. M. Pizzetti (sous la direction de), Images des peuples et histoire des relations internationales du XVIe siecle à nos jours (2008) e B. Baldi - M. M. Benzoni (a cura di), Lontano da dove. Sensazioni, aspirazioni, direzioni, spazi fra Quattrocento e Seicento (2009).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ANNA BOCCUTI Rappresentazioni fondanti: letteratura e immaginario politico nelle riviste rioplatensi della prima metà dell’Ottocento L’importanza rivestita dalla letteratura per il consolidamento dei progetti politici nazionali e la funzione svolta dalle riviste per la creazione di un campo culturale nazionale negli anni che seguirono le guerre d’indipendenza sono stati ampiamente dibattuti e sviscerati dalla critica; tuttavia, il caso dell’area rioplatense, per la complessità determinata dai rivolgimenti delle guerre civili, che coinvolsero quindi l’Argentina e l’Uruguay negli anni immediatamente successivi all’indipendenza, presenta ancora innumerevoli zone da esplorare. Con questo lavoro mi propongo di analizzare, nello specifico, le riviste El comercio del Plata (Montevideo, 1845-1848), El iniciador (Montevideo, 1838-1839), La moda (Buenos Aires, 1838-1839), dalle cui pagine gli intellettuali dissidenti si inserirono con particolare veemenza nel dibattito politico dell’epoca. In particolar modo, mi concentrerò sulle pubblicazioni letterarie accolte in queste riviste e sull’immaginario politico, ancora ambiguo e fluttuante, che vi si andava man mano elaborando, definendone così il ruolo centrale nelle formulazioni programmatiche successive.

Anna Boccuti È ricercatore di Lingua e Letterature Ispanoamericane presso l’Università di Torino. Si è occupata di fenomeni intertestuali nell’area rioplatense, con particolare attenzione al tango canción e alle sue irradiazioni in altri generi discorsivi; dell’umorismo letterario argentino; di letteratura fantastica; di microfinzione. Su questi temi ha pubblicato vari articoli (tra i più recenti: “Los atajos de la ficción”, Études romanes de Brno [Masarikova Univerzita], 30, 2, 2009, e “Modulazioni dell’umorismo nella letteratura argentina del Novecento”, Quaderni del Premio Acerbi , 10, 2009).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia CLAUDIA BORRI Avventurieri-patrioti nel processo d’indipendenza del Cile. I casi di Thomas Cochrane e di Giuseppe Rondizzoni Com’è noto, molti europei di diversa provenienza culturale e sociale parteciparono volontariamente al processo d’indipendenza delle colonie spagnole dalla metropoli, combattendo a fianco dei libertadores o nei loro eserciti. Generalmente costoro abbandonavano la propria terra per rincorrere il sogno di un altrove dove una rivoluzione democratica era ancora possibile, delusi dal panorama europeo che, dopo la sconfitta di Napoleone, aveva visto l’affermarsi dell’oscurantismo e della Restaurazione. Per altri, a questa idea di partenza si legava la necessità di sfuggire ad un destino che si prospettava carico di incognite e di difficoltà. In entrambe le situazioni era necessario un notevole spirito d’avventura per affrontare l’ignoto e una nuova vita nel Nuovo Mondo. Nell’intervento si analizzeranno due casi emblematici, quello dell’inglese Thomas Cochrane (1775-1860) e quello dell’italiano Giuseppe Rondizzoni (1788-1866), il cui contributo militare all’indipendenza cilena fu di significativa importanza. Mentre per l’ammiraglio inglese tale vicenda rappresentò una parentesi di vita, per l’italiano il Cile si trasformò in una seconda patria, dove trascorrere l’intera vita. Oltre alle ragioni che spinsero i due personaggi a combattere per il Cile, è interessante verificare come la loro esperienza s’inserì in un contesto internazionale e contribuí, sul piano ideale, alla formazione della nuova repubblica o ne fu influenzata.

Claudia Borri Laureata in Lettere Moderne, ha insegnato nelle scuole secondarie superiori per un ventennio. Conseguito il dottorato in Storia dell’America latina presso l’Universidad de Chile (Santiago), dal 1994 si è dedicata alla ricerca in questo ambito. Ha pubblicato saggi sulla questione indigena in Cile, sul viaggio femminile nel nuovo Mondo e sull’iconografia ottocentesca nel processo d’indipendenza. Attualmente svolge la sua attività come docente a contratto presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano.

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NICOLA BOTTIGLIERI Esercizi di sovranità fra Cile, Francia e Argentina nella Terra del Fuoco

L’Indipendenza politica del Cile e dell’Argentina non portò automaticamente la “sovranità” su tutto il territorio delimitato dalle frontiere. Anzi, come nel caso dello stretto di Magellano, la presenza dell’amministrazione nazionale, dei simboli riconosciuti (bandiera, scudo, esercito, ecc.), della cittadinanza dei pionieri fu un processo lungo che si concluse verso la fine del sec. XIX. In questa relazione verrà analizzata, attraverso il diario di bordo del capitano Williams, la guerra delle bandiere intercorsa fra Cile e Francia a Punta Santa Ana per la sovranità sullo stretto.

Nicola Bottiglieri È professore associato di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università di Cassino. Si è occupato di letteratura antischiavista e di viaggi reali e immaginari nell’oceano Atlantico. Tra le sue pubblicazioni più recenti figurano: Tristissimi Tropici (2006) e Musa Paradisiaca (2007). Ha curato il volume Operosità missionaria e immaginario patagonico (2009).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARÍA CABALLERO WANGÜEMERT Emancipación y literatura: primera constitución de un canon. La doble mirada trasatlántica

La emancipación literaria en y de Hispanoamérica, lanzada como programa por la generación de 1800 (P. Henríquez Ureña) y poco a poco consolidada tras las guerras de independencia a partir de la primera generación romántica (Echeverría, Altamirano, Lastarria...) fue poco a poco abriendo el canon procedente de la Colonia (literatura criolla, en lengua española, ligada y dependiente de la metrópoli...). En este proceso y como ha estudiado con inteligencia B. González Stephan, tuvieron gran importancia las historias literarias del XIX propulsadas por el liberalismo hispanoamericano. Incidir en este proceso, confrontándolo a la mirada de España (me interesa la doble mirada trasatlántica) es el objetivo de mi comunicación.

María Caballero Wangüemert Es catedrática de Literatura Hispanoamericana en la Universidad de Sevilla. Su actividad docente en el Departamento de Filologías Integradas (Literatura Hispanoamericana) se compagina con la investigación. Ha publicado unos ochenta artículos de la materia, así como los libros: La narrativa de René Marqués (1986), Letra en el tiempo (1997), Femenino plural. La mujer en la literatura (1998), Ficciones isleñas. Estudios sobre la literatura de Puerto Rico (1999), Borges y la crítica. El nacimiento de un clásico (1999), Novela histórica y posmodernidad en Manuel Mujica Láinez (2000), Memoria, escritura, identidad nacional: Eugenio María de Hostos (2005); y ediciones críticas: Recuerdos de provincia, de Domingo F. Sarmiento (1992), Viaje a la Habana, de la condesa de Merlin (2006) y La casa de los espíritus, de Isabel Allende (2007).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia IRENE CAMPAGNA Anastasio Aquino: una Historia prohibida del Pulgarcito

Il poeta salvadoregno Roque Dalton (19351975) compie all’interno della sua opera una riscrittura della storia nazionale con l’intento di riscattare l’identità culturale della vera nazione. Per Dalton non esistono i “misteri della storia ma solo le falsificazioni della storia”. Infatti, le Historias Prohibidas del Pulgarcito sono storie proibite dalla classe dominante che, occultando la vera storia con quella ufficiale, falsa, ha cercato di cancellare l’identità del popolo salvadoregno. Il poeta riscrive la storia della nazione partendo dalle origini del popolo salvadoregno, passando per la conquista e la colonizzazione fino ad arrivare all’Indipendenza e alla formazione della Repubblica. Un’operazione simbolica fondamentale, nel processo di riscrittura della storia salvadoregna da parte di Dalton, è stata consacrare Anastasio Aquino “vero padre della patria” e leader indigeno che guidò nel 1839 la rivolta dei nonualcos del Dipartimento di La Paz, oppressi dalle continue vessazioni e l’assoluta miseria. Assistiamo quindi a una ridefinizione anche cronologica dell’Indipendenza, poiché il sollevamento dei nonualcos si verifica dopo circa vent’anni dalla proclamazione della stessa. La designazione di Anastasio Aquino come prócer condensa in un’unica figura i presupposti alla base dell’intera riscrittura storica daltoniana.

Irene Campagna È dottoranda in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche ed Iberoamericane presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Tema del progetto di ricerca è uno studio letterario del Son cubano. Con Emanuela Jossa ha curato l’antologia Il cielo per cappello sul poeta Roque Dalton. Sono in corso di stampa sulla rivista elettronica Fili d’aquilone una serie di suoi articoli sulla poesia salvadoregna contemporanea.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ANTONELLA CANCELLIER Laprida e Belgrano in poesia

Due simboli di libertà, Narciso Fernández de Laprida, il presidente del congresso di Tucumán (1816) che sancì l’indipendenza argentina, e Manuel Belgrano, creatore della sua bandiera (1812), sono i protagonisti delle poesie di Juan Crisóstomo Lafinur (A la muerte del general don Manuel Belgrano) e di Jorge Luis Borges (Poema conjetural). A questi è dedicato il mio intervento.

Antonella Cancellier È professore ordinario di Lingua Spagnola presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. È autrice di un centinaio di pubblicazioni orientate principalmente verso le seguenti aree: 1) Linguistica e dialettologia ispanoamericana, con particolare riferimento alla zona rioplatense; 2) Traduttologia, sopratutto riguardo a testi in lingua spagnola che presentano peculiarità diatopiche, diastratiche e di afasiche; 3) Letteratura ispanoamericana del periodo coloniale, dell’indipendenza e contemporanea.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARGHERITA CANNAVACCIUOLO La escritura de una doble independencia: Silvas americanas y otros poemas de Andrés Bello

En esta ponencia, se propone el análisis del poemario Silvas americanas y otros poemas de Andrés Bello (1781-1865), como texto fundacional de una literatura nacional, cuya escritura se desarrolla entre los años 1823 y 1826. Dentro de la larga tradición crítica, se intenta destacar la importancia de la doble emancipación política y literaria, analizando cómo la afirmación de la independencia política de Hispanoamérica coincide con la afirmación de la independencia de su escritura. Las composiciones se escriben siguiendo los dictámenes estilísticos que el autor aprendió de sus estudios clásicos de literatura griega y latina. El término “silva”, de hecho, se debe a su forma métrica, combinación de versos endecasílabos y heptasílabos en tiradas sin rima predeterminada. Al mismo tiempo, el atributo “americana” introduce a un tema completamente nuevo y original, desplazando al lector del contexto europeo al americano. El nombre “silvas americanas”, por lo tanto, suguiere la utilización por parte del autor de instrumentos poéticos europeos con el fin de vehicular un argumento autóctono; es decir, la exaltación de la conformación de la naturaleza americana, cuya originalidad provee un elemento fundamental para la creación de un estado nacional independiente.

Margherita Cannavacciuolo Es becaria en la Universidad Ca’ Foscari de Venecia. Ha publicado varios artículos sobre los mecanismos autobiográficos presentes en el texto “Retrato del critico cuando Caín”, prólogo de Guillermo Cabrera Infante a su libro Un oficio del siglo XX, las poesías de Jorge Luis Borges de contenido mitológico, y el análisis de las fronteras literarias en la narrativa de Lydia Cabrera. En la actualidad, está dedicando su investigación a la producción narrativa de José Emilio Pacheco.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia GIORGIO DE MARCHIS Como irmãos devem ser para sempre Portugal e Brasil. Un romanzo popolare nel quarto centenario della scoperta del Brasile Nell’ambito di una più ampia crisi istituzionale, politica ed economica che investì il Portogallo finisecolare, l’Ultimatum inglese del 1890 provocò uno spaesamento identitario che scosse l’immaginario imperiale della nazione anche a livello popolare. Tra le varie misure adottate per contrastare il diffuso sentimento di decadenza nazionale, vi furono le commemorazioni di diversi centenari di eroi del passato (Camões, Pombal, D. Afonso Henriques, Santo Antonio, etc.) e di avvenimenti considerati fondamentali per la storia portoghese (la battaglia di Aljubarrota, la scoperta della via delle Indie, la scoperta del Brasile, etc.). In un’ottica rigenerativa, il romanzo d’appendice di argomento storico fu, poi, considerato un utile strumento per divulgare, anche tra i lettori culturalmente meno preparati, la coscienza di appartenenza a una comunità nazionale ideale, in grado di ripetere le gesta del passato. Il più diffuso tra i giornali portoghesi dell’epoca, il Diário de Notícias, in occasione del IV centenario della scoperta del Brasile, bandì un concorso letterario vinto da Arthur Lobo d’Ávila con il romanzo storico Os Caramurús, che il giornale pubblicò poi in appendice tra il gennaio e il marzo del 1900. L’intervento si propone di analizzare tale romanzo, che appare particolarmente interessante, in quanto l’autore affronta sia il tema della scoperta che quello dell’indipendenza brasiliana, presentando entrambi gli avvenimenti come due episodi gloriosi della storia portoghese.

Giorgio de Marchis È professore associato di Letterature portoghese e brasiliana presso l’Università di Roma Tre. Nell’ambito delle sue ricerche, si è occupato principalmente di autori e movimenti letterari del XIX e del XX secolo. Per quanto riguarda il Modernismo portoghese, ha curato le edizioni critico-genetiche di opere di José Régio e Mário de Sá-Carneiro. Da diversi anni studia la letteratura popolare in lingua portoghese, argomento sul quale ha pubblicato diversi articoli e, recentemente, una monografia dedicata al romanzo d’appendice in Portogallo tra l’Ultimatum e la prima repubblica.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia GIULIA DE SARLO La Libertadora del Libertador: la figura di Manuela Sáenz nella letteratura ispanoamericana contemporanea Ripensare oggi il processo d’indipendenza delle colonie ispaniche d’America significa avere la possibilità di rileggere avvenimenti noti o meno noti in un’ottica nuova, sia grazie, evidentemente, alla prospettiva storica che il trascorrere del tempo ci concede, sia in virtù delle nuove istanze storiografiche e letterarie che in un secolo sono state sviluppate. E se fino a un passato fin troppo recente parlare d’Indipendenza voleva dire concentrarsi su figure pur fondamentali della cosiddetta Macrostoria, per usare la terminologia annalistica di Marc Bloch e Lucien Febvre, come Simón Bolivar o José de San Martín, oggi possiamo, dobbiamo, soffermarci anche sulla microstoria e chiederci chi, cosa e come ha saputo dare un contributo fondamentale, ancorché dall’ombra, all’Indipendenza. Il ruolo delle donne in questo senso fu senza dubbio fondamentale. E una donna in particolare merita d’essere ricordata come una delle figure chiave dell’Indipendenza: si tratta di Manuela Sáenz, compagna, mai moglie, di Simón Bolivar, al suo fianco nei momenti più difficili che lo videro ergersi a Libertador de las Américas. La figura di Manuela Sáenz, d’eccezionale modernità specie per il tempo in cui le toccò vivere, ha più volte solleticato la fantasia degli scrittori: da Gabriel García Márquez a Silvia Miguens, da Demetrio Aguilera Malta a Pablo Neruda, ripercorreremo qui le diverse interpretazioni che la letteratura ha dato di questa donna eccezionale, e cercheremo, guardando al di là del gioco della scrittura, di smascherare le intenzioni che i diversi autori hanno condensato intorno a questa icona dell’Indipendenza.

Giulia De Sarlo È dottoranda in Historia, literatura y poder. Procesos interétnicos y culturales en América presso la Universidad de Sevilla. Nel 2008 ha ottenuto la borsa di studio Formación de Profesorado Universitario del Ministero d’Educazione spagnolo. Si occupa di prosa e poesia ispanoamericana del XX e XXI secolo, prediligendo l’ottica degli studi di genere. Ha pubblicato traduzioni letterarie dallo spagnolo all’italiano (tra le altre, Pedro Lastra, Lieve canzone, 2008) e articoli di critica letteraria, e ha partecipato come relatrice a diversi congressi nazionali e internazionali.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARIA GABRIELLA DIONISI Il ruolo di Bernardo de Velasco y Huidobro nella Indipendenza del Paraguay

L’intervento si propone di presentare la situazione politico-sociale del Paraguay durante il periodo a cavallo tra le lotte per l’Indipendenza e l’instaurazione della dittatura di Gaspar Rodríguez de Francia, attraverso l’analisi del romanzo Velasco di Guido Rodríguez Alcalá, pubblicato nel 2002. Partendo dalla narrazione della vita dell’ultimo governatore spagnolo del Paraguay e di Misiones, l’autore dà voce ai vari protagonisti di quegli anni tanto conflittuali per la vita della nascente Repubblica, riordinando le scarse informazioni esistenti sul tema.

Maria Gabriella Dionisi È ricercatore di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università della Tuscia di Viterbo. Da anni svolge ricerche su vari aspetti della cultura paraguayana, realizzando numerosi saggi sui suoi maggiori narratori. Nel 2001 ha curato la selezione e la traduzione della prima raccolta di racconti paraguayani contemporanei pubblicata in Italia. Nel 2005 ha tradotto il romanzo di Renée Ferrer I nodi del silenzio. Gli ultimi lavori si sono incentrati sulla presenza salesiana in Argentina e sulla sua influenza sulla creazione dell’ immaginario patagonico.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia CRISTINA FIALLEGA El rol del guadalupanismo en la guerra de independencia de México

Richard Nebel dice que “Mucho tiempo antes de adquirir conciencia de la configuración de un “pueblo mexicano”, los mexicanos ya tenían conciencia de ser hijos de Guadalupe. La figura radiante de Guadalupe hizo posible la simbiosis entre las diversas razas y pueblos que integraban lo que todavía estaba por constituirse: la Nación mexicana.“Guadalupe no es adorno, es destino [...], afirma Rodolfo Usigli, y añade “El mexicano la Virgen de Guadalupe no la discute, ni la analiza porque la respira y la siente en él”; por su parte Maura Rodríguez dice: “Guadalupe ha sido una constelación venida de todos los cielos, del Apocalipsis y de los códices precolombinos, del Catolicismo mediterráneo y del mundo ibérico precristiano y, en esta constelación, cada época y cada mexicano ha leído su destino”. A diferencia de las otras colonias americanas, en Nueva España la guerra de emancipación fue de hecho una lucha de clase que se enraizaba en un profundo y secular guadalupanismo. Lo testimonian el principio de la lucha armada donde, en Atotonilco, el cura tomó una imagen de la Virgen de Guadalupe y, poniéndola en una pica, la convirtió en la bandera de la lucha insurreccional; y el “grito”“Viva la Virgen de Guadalupe, mueran los gachupines” en boca de un español americano, criollo, para incitar a indígenas y castas a la rebelión. Partiendo de estas afirmaciones la ponencia se propone profundizar y comentar el rol que el llamado “guadalupanismo” tuvo en la guerra de independencia de la nación mexicana.

Cristina Fiallega Già docente ricercatore all’UNAM, dagli anni Ottanta svolge le stesse attività nell’ambito della Letteratura Ispanoamericana presso l’Università di Bologna. In questo settore disciplinare ha pubblicato una decina di monografie, molteplici saggi ed è in corso di pubblicazione la prima Historia del teatro Guadalupano a través de sus textos.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia FLAVIO FIORANI Il convitato di pietra: l’indipendenza ispanoamericana e gli studi postcoloniali

Gli studi post-coloniali hanno offerto un originale contribuito alla decostruzione del macro-racconto con cui l’occidentalismo aveva gerarchicamente classificato gli americani nel nuovo sistema-mondo, ignorando però l’evoluzione storica dell’America di lingua spagnola. Il suffisso «post» starebbe a certificare la condizione immutabile di mentalità, identità e culture inglobate dalla conquista europea e dalla colonizzazione imperiale: in pratica una storia irrimediabilmente segnata sia dalla violenza delle origini che dalla continuità dei suoi effetti. Pur proponendosi come un’epistemologia che oltrepassa i rapporti bidirezionali e dicotomici quali colonizzatore-colonizzato, centro-periferia, metropoli-colonia, gli studi postcoloniali hanno fatto delle rivoluzioni dell’indipendenza ispanoamericana una sorta di oggetto rimosso. Come pensare allora l’indipendenza e la sua forte discontinuità storica? Cercando di mettere in luce l’ambiguità e l’ambivalenza della «teoria della colonialità» che poggia sul presupposto che è inessenziale che il paese imperiale sia la Spagna, la Gran Bretagna o gli Stati Uniti. Uscendo cioè dalla costrizione biunivoca modernità-colonialità che conduce alla rivendicazione della differenza americana intesa sia come riconoscimento del ruolo dell’America nell’avvento della modernità nel mondo globale, sia come lato oscuro della modernità e come perpetuarsi della condizione coloniale dell’America latina.

Flavio Fiorani Dottore di ricerca in Storia delle Americhe (1988), è ricercatore di Lingua e letterature ispanoamericane dal 2002. Ha insegnato all’Università di Roma “La Sapienza” e all’Università Ca’ Foscari Venezia. Ha compiuto ricerche sulle identità nazionali tra ‘800 e‘900 in America latina e sui processi di transculturazione. Con Vincenzo Arsillo ha curato il volume Sertão-Pampa. Topografie dell’immaginario sudamericano (2007) ed è autore di Patagonia. Invenzione e conquista di una terra alla fine del mondo (2009).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia BARBARA FIORELLINO Riscritture utopiche dell’indipendenza: multinazionalismo e buen vivir nelle nuove costituzioni dell’Ecuador (2008) e della Bolivia (2009) Nelle nuove costituzioni dell’Ecuador e della Bolivia è possibile riconoscere un modello giuridico completamente nuovo, che si distacca in modo sostanziale dalla tradizione occidentale basata sulla doppia derivazione dal diritto romano e da quello di radice illuminista. Lo studio dei Preamboli dei due testi permette di comprendere come a valori di radice indigena quali la tutela della Pachamama (la Madre Terra), del Buen Vivir (l’armonia dell’uomo con l’ambiente naturale), della pari dignità delle persone e delle nazioni indigene si unisce esplicitamente l’inserimento in una tradizione che parte dall’indipendenza attraverso il richiamo ai suoi eroi. I due Paesi andini, entrambi a forte maggioranza indigena e meticcia, attuano in queste premesse una rilettura della loro storia che li porta a rinnegare duramente il passato coloniale ma non la nascita come nazione né l’apporto ideologico dei libertadores.

Barbara Fiorellino Ha svolto la tesi di laurea sul teatro coloniale messicano e quella di dottorato sulla narrativa picaresca spagnola e ispanoamericana. Ha pubblicato una monografia su Juana Inés de la Cruz e alcuni studi di letteratura comparata e ispanoamericana. Ha tradotto, per l’editoria e per la scena, testi teatrali di Lope de Vega e di Sor Juana, oltre che saggistica e poesia. Insegna come professore a contratto dal 2005 in vari atenei. È attualmente direttore della Sezione Interpreti del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (Ministero dell’Interno).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia LUCIANO GALLINARI L’Argentina del Primo Centenario della sua Indipendenza nei giornali dell’epoca

Si propone una lettura di alcuni tratti caratteristici dell’identità del popolo argentino colti in particolar modo tramite la lettura di diversi articoli che furono pubblicati negli anni intorno al Primo Centenario dell’Indipendenza della Repubblica sudamericana in numerose testate italiane, argentine e di lingua italiana stampate in Argentina. I dati ottenuti dalle ricerche ormai in corso da alcuni anni saranno comparati con quelli ricavati da diverse opere redatte da viaggiatori italiani che negli stessi anni si recarono nel Paese sudamericano. La finalità di questi studi è quella di tentare di andare oltre lo stereotipo e di cogliere quali fossero le immagini autentiche che gli Italiani si formarono dell’Argentina in quel periodo e viceversa, quali le impressioni degli Argentini sul nostro Paese. Il tutto con un occhio alla contemporaneità, al fine di cogliere quanto è rimasto e quanto è cambiato nelle reciproche percezioni.

Luciano Gallinari È Dottore di ricerca in Storia Medioevale; Dottore di ricerca in Storia Medioevale presso l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi; Ricercatore dell’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del CNR; Docente del Corso di Dottorato di Storia Moderna e Contemporanea dell’Università di Cagliari. Dal 2005 è Responsabile scientifico italiano dell’Accordo di Cooperazione Scientifico CNR/CONICET “Italia-Argentina”.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia CECILIA GALZIO L’altro Simón Bolívar di Teresa de la Parra. Appunti per un romanzo

La scrittrice venezuelana Teresa de la Parra (1889-1936) pensava di scrivere un romanzo sul grande Simón Bolívar. Nelle lettere parla con chiarezza del suo obiettivo: vorrebbe liberare l’eroe dalle catene del mito, sottrarlo alla perentorietà della Grande Storia e restituirlo alla complessità della dimensione umana, privilegiando, all’interno di questa sfera, la ricchezza narrativa dei sentimenti. La scrittrice non visse abbastanza per realizzare il romanzo che le stava tanto a cuore, ma ha lasciato importanti tracce del progetto vagheggiato che è possibile ritrovare. In questo intervento ci si propone di analizzare in che modo Teresa de la Parra vedesse la figura del Libertador e il momento storico dell’Indipendenza, seguendo tanto le idee espresse nella corrispondenza e nelle conferenze che dettò a Bogotà, quanto le immagini, le rievocazioni e le allusioni sparse nella sua scrittura artistica. L’analisi dei testi porta a concludere che il Bolívar protagonista del romanzo progettato sarebbe stato oltre che più umano, perché coinvolto nella profondità dei sentimenti, anche più verosimile rispetto all’immagine algida dell’eroe fissata dal mito. Rilevando l’importanza dell’amore nella vita di Bolívar, Teresa de la Parra riconosce il ruolo delle donne nella definizione della sua vocazione politica, integrando così l’azione femminile, e l’efficacia dei modi mediati di quell’agire, nel processo della Grande Storia.

Cecilia Galzio È professore associato di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università di Catania. Pur con frequenti incursioni nella letteratura spagnola, l’attività scientifica si mantiene nell’ambito della cultura ispanoamericana e, all’interno di questa, riserva un’attenzione particolare alla letteratura messicana, cubana, venezuelana, cilena e peruviana. Nei suoi lavori più recenti, si occupa degli aspetti formali nella costruzione del personaggio femminile e, per estensione, della produzione artistica delle donne scrittrici.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ANA MARÍA GONZÁLEZ LUNA La independencia perdida de una nación y el drama personal de un emperador europeo en México. Reflexiones en torno a Noticias del Imperio de Fernando del Paso La intervención francesa en México y la breve vida del Imperio de Maximiliano y Carlota son el tema de una extraordinaria y difícil novela del autor mexicano Fernando del Paso. Reconstrucción literaria de dos figuras históricas que enlazan una vez más a México con Europa en un episodio histórico dramático en el que la nación mexicana cae bajo el dominio europeo. Personalidades románticas y contradictorias que se transformarán en poco tiempo en leyenda, en mito, objeto de estudios históricos y biográficos, pero también de numerosas reelaboraciones literarias. Noticias del Imperio es una construcción literaria en la que el autor trata de “conciliar todo lo verdadero que pueda tener la historia con lo exacto que pueda tener la invención”, una recreación poética que garantiza la autencidad de la simbología. Una independencia perdida, el drama nacional se teje junto al drama personal de Maximiliano y Carlota en una detallada reconstrucción de eventos que se insertan en un contexto de cotidianidad y de cultura popular. La voz narrativa se alterna a monólogos delirantes de Carlota, cuya locura se vuelve recurso literario que permite mezclar tiempos y lugares en un juego barroco de presente y pasado, dando una versión auténticamente literaria que de alguna manera resta valor a la verdad histórica.

Ana María González Luna Es licenciada en filosofía por la Universidad Iberoamericana de Ciudad de México y licenciada en pedagogía por la Universidad de Sassari. Actualmente es investigadora de lengua y cultura española en la Facultad de Economía de la Universidad estatal de Milán – Bicocca. Se ocupa de la historia del pensamiento mexicano y su expresión literaria y lingüística en los siglos XIX y XX, de la relación entre historia y literatura, de modo particular en la novela de la cristiada. En los últimos años ha investigado la relación literaria entre México e Italia.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARÍA CECILIA GRAÑA Catálogo, enciclopedia, canto a América

Este trabajo se propone investigar cómo el catálogo de la fauna, la flora, las ciudades, los héroes americanos, las ruinas, etc. en la literatura de Hispanoamérica, un poco antes y a partir de los primeros años de las independencias, representa un acto voluntario del escritor latinoamericano por “enunciar América”; un intento por hacer conocer a los mismos americanos del período, la variedad, la riqueza, la abundancia que caracteriza el espacio que ocupan, diverso del europeo. En los años posteriores a la Independencia, ese mismo catálogo parece destinado además, no sólo para quien habita América Latina, sino que constituye un listado para el lector extranjero que no conoce o se niega a conocer, desde una perspectiva eurocéntrica, la realidad “otra”.

María Cecilia Graña Es profesora asociada de Lengua y Literaturas hispanoamericanas en la Universidad de Verona. Se ha ocupado del tema de la ciudad en la literatura hispanoamericana del siglo XIX y XX. Se ha interesado asimismo por el género fantástico. Últimamente se ha centrado en las formas poéticas extensas en las curatelas ‘La suma que es el todo y que no cesa.’El poema largo en la modernidad hispanoamericana (2006) y Il poemetto /poema extenso/long poem/ langes gedicht/poema longo/poème long. Un esempio novecentesco di ricerca poetica (2007).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia LUIGI GUARNIERI CALÒ CARDUCCI Il tema dell’indipendenza nell’indigenismo peruviano

L’indigenismo peruviano, inteso nel suo lungo percorso che comprende anche le prime prese di coscienza della situazione degli indios nell’Ottocento, si confronta con diverse tematiche politiche e culturali, affrontate nella saggistica e nella storiografia nazionale. Una delle più significative e, per certi aspetti, costitutive, è il nesso tra indipendenza e nascita della situazione di moderna soggezione degli indigeni, ossia dalla Repubblica in poi. Si intenderà quindi presentare la trattazione dell’argomento in alcuni dei molti autori, tra cui Manuel González Prada, José de la Riva Agüero, Víctor André Belaúnde, José Carlos Mariátegui, José María Arguedas, che hanno trattato, nelle loro opere storiche, politiche e letterarie, in vario modo e con gli approcci più diversi, le connessioni tra i due temi.

Luigi Guarnieri Calò Carducci È ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, dove insegna Storia e istituzioni dell’America latina; presso l’Università LUISS “Guido Carli” insegna Storia, istituzioni e economia dell’America latina. È autore di numerosi saggi sull’America coloniale e contemporanea, in particolare sull’area andina, tra cui: Idolatria e identità creola in Perù. Le cronache andine tra Cinquecento e Seicento (2007); Dizionario storico-biografico degli italiani in Ecuador e Bolivia (2001); Nuovo Mondo e ordine politico. La Compagnia di Gesù in Perù e l’attività di José de Acosta (1997).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARA IMBROGNO Nacha Regules di Manuel Gálvez: una contro-narrazione del centenario argentino?

Manuel Gálvez ambienta il suo romanzo Nacha Regules, dedicato allo spinoso problema della prostituzione a Buenos Aires, proprio nell’anno del centenario dell’Indipendenza. La sua intenzione sembra essere quella di invitare il lettore a distogliere lo sguardo dalle sfavillanti luci delle celebrazioni, per rivolgerlo alle miserabili esistenze che trascorrono inalterate ai margini dei fastosi festeggiamenti. Senza togliere centralità alle tragiche vicissitudini delle prostitute, Gálvez estende il suo discorso alle impossibili condizioni lavorative imposte agli operai, le cui agitazioni vengono represse nel sangue, alle donne, che spesso sono spinte a “perdersi” proprio dagli abusi subiti sul posto di lavoro, agli immigrati che vivono stipati in baracche e conventillos... L’autore svela dunque tutti drammi che l’ostentato splendore dei festeggiamenti tenta di celare, facendo tuonare la sua condanna nei confronti della sete di denaro e della corruzione imperanti nella capitale. Tale critica però risulta a tratti ambigua, anche per la particolare condizione di marginalità del suo principale portavoce, nonché protagonista del romanzo. E’ inoltre difficile individuare nella selva di voci contrastanti che si levano in Nacha Regules la reale posizione ideologica dell’autore, il quale sembra trovare rifugio nell’auspicio di una soluzione messianica per le complesse problematiche da lui descritte e non si mostra del tutto affrancato dai pregiudizi dell’epoca sulle mujeres de vida.

Mara Imbrogno È dottoranda in Testi e linguaggi nelle letterature dell’Europa e delle Americhe (Università di Salerno). Nel maggio del 2008 ha partecipato al corso su Julio Cortázar della Prof.ssa Rosalba Campra (Univ. La Sapienza) con la lezione “Julio Cortázar: i ponti sospesi da un lato” e nel maggio 2009 ha partecipato al Convegno internazionale di Americanistica Letterature americane e altre arti, con la comunicazione “Insidie delle statue antiche in Fuentes e Cortázar”.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

LOMBÓ PABLO Retratos literarios del cura Hidalgo (1810-2010)

Dada la extensión del tema he decidido hacer y estudiar una pequeña antología compuesta por textos de distintos registros genéricos que van desde la historiografía hasta la poesía (pasando por la biografía, la oratoria oficialista, la novela histórica y el relato). Este pequeño recorrido pretende ofrecer, como toda antología, un panorama amplio y a la vez restringido de las diferentes y variadas lecturas, interpretaciones y visiones que ha suscitado la figura del cura Hidalgo a lo largo de dos siglos de escritura. La figura del héroe, “padre de la patria mexicana”, ha ido transformándose mediante un rico proceso literario que oscila entre los polos de la mistificación (ya pedante, ya conmovedora) y la desmitificación burlona; este amplio espectro y sus distintos matices, además de mostrar los cambios ideológicos y estilísticos inherentes a cada período histórico y literario, muestra con precisión dos aspectos fundamentales de la idiosincrasia mexicana y su literatura: el nacionalismo patriótico y el humorismo.

Pablo Lombó Es Cultore della Materia en Letteratura Spagnola en la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere de la Università di Torino y, desde marzo de 2007, Collaboratore Esperto Linguistico en la Facoltà di Scienze Politiche de la misma universidad. Obtuvo el Doctorado en Literatura Hispánica en El Colegio de México (2001-2005) y la licenciatura en Lengua y Literaturas Hispánicas en la UNAM (1997-2002). Ha publicado diversos artículos, notas, entrevistas y reseñas filológicas en revistas académicas, actas de congresos y libros conjuntos.

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LAURA LUCHE «Arar en el mar»: le immagini degli sforzi inutili da Simón Bolívar a Roberto Bolaño

«América es ingobernable. Lo que hemos servido a la revolución hemos arado nel el mar». Come è noto, questa è l’amara considerazione che Simón Bolívar fece negli ultimi mesi della sua vita, dopo essersi reso conto che i paesi latinoamericani per la cui indipendenza aveva lottato erano teatro di molteplici conflitti e soprattuto di ripetute e spesso sterili guerre civili tra liberali e conservatori. L’immagine utilizzata da Bolívar, «arar en el mar», rinvia a una visione dell’Indipendenza e della post-indipendenza come un’immane sforzo inutile. L’intervento si propone di mostrare come tale visione da allora sia diventata un motivo ricorrente della letteratura latinoamericana. È infatti presente, tra le altre, in opere quali Cien años de soledad, dove si assiste agli inutili sforzi scientifici del patriarca dei Buendía, alle altrettanto inutili guerre del colonnelo Aureliano, ma anche nelle Historias de Cronopios y de famas di Cortázar e in diverse opere di Roberto Bolaño, da La literatura nazi en América a Los detectives salvajes a Nocturno de Chile. La presenza del motivo induce a pensare che la dinamica di carattere storico evidenziata da Bolívar sia diventata una importante chiave di lettura letteraria della storia del continente che sembra spesso configuarsi, appunto, come un museo de los esfuerzos inútiles, come recita il titolo di una raccolta di racconti di Cristina Peri Rossi.

Laura Luche È ricercatrice in Lingua e Letterature ispanoamericane alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Sassari. Si occupa di letteratura del Novecento ed è autrice, tra gli altri, di una monografia e di vari saggi su Mario Vargas Llosa e di articoli su Alejo Carpentier, García Márquez, Pablo Armando Fernández e Roberto Bolaño. Negli ultimi tempi si è occupata in particolare del tema delle «ideas fuera de lugar» teorizzate da Roberto Schwarz nelle letterature ispanoamericane.

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ROCÍO LUQUE En busca del punto más sólido de una piedra llamada “Independencia”: Los recuerdos del porvenir de Elena Garro Las décadas de los años diez parecen ser muy significativas para México. En 1810 comenzaba el largo proceso de independencia de España, mientras que en 1910 irrumpía la compleja Revolución Mexicana como rebelión en contra de la dictadura de Porfirio Díaz y como preludio de que muchos de los problemas que sufría el país por aquel entonces seguirían repitiéndose en el siglo XXI. Todo esto queda magistralmente representado por Los recuerdos del porvenir (1963) de la escritora mexicana Elena Garro, novela que, desempolvando y revelando con toda su crueldad uno de los temas prohibidos por la historia oficial, la Guerra Cristera (1926-1929), nos muestra que la realidad política, económica y social del México de ayer no es muy diferente a la de hoy. No es una casualidad, de hecho, que una de las dos protagonistas se convierta en piedra, simbolizando así la paralización de la verdadera independencia. Nos proponemos, pues, a través del análisis de la obra y de la visión de una de las más controvertidas autoras de México, presentar unos parámetros de lectura de la historia de la independencia mexicana y penetrar así en el punto más sólido de esa “piedra”, pero teniendo siempre en cuenta las palabras del narrador de la novela, el pueblo/país Ixtepec, que al empezar su epopeya nos dice, «Aquí estoy, sentado sobre esta piedra aparente. Sólo mi memoria sabe lo que encierra».

Rocío Luque Dottoranda in Scienze Linguistiche e Letterarie (Ispanistica) presso l’Università di Udine, si occupa principalmente di linguistica contrastiva, di traduzione e di letterature comparate. Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano: “Las perífrasis verbales: un planteamiento contrastivo entre español e italiano”, Romanica Cracoviensia, 8 (2008); e la traduzione, in corso di stampa presso l’Aracne Editrice di Roma, di Los recuerdos del porvenir di Elena Garro.

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ILARIA MAGNANI Indipendenza nazionale e regionalismo: lo sguardo sopranazionale di Juana Manuela Gorriti

Juana Manuela Gorriti (1818–1892) nasce negli anni delle lotte per l’indipendenza in una famiglia votata alla causa nazionale che, in epoca rosista, è condannata all’esilio in Bolivia per la militanza unitaria del padre, il Generale José Ignacio Gorriti. Il precoce matrimonio con Manuel Isidoro Belzu, militare di carriera e uomo politico boliviano, e l’ulteriore necessario trasferimento in Perù, intrecciano le vicende personali di Gorriti con la Storia delle nascenti nazioni ispanoamericane. La traiettoria umana della scrittrice la porta, quindi, a contatto con le gesta indipendentiste di tre paesi, dove si inserisce nel travaglio intellettuale e di formazione nazionale godendo, per appartenenza familiare e vicissitudini personali, di un osservatorio privilegiato e di un ruolo di comprimaria sulla scena storico-politica e culturale di quegli anni. Di quella pagina di storia Gorriti rende le atmosfere e l’idealità in una narrativa di ampio respiro e dalla privilegiata ottica panamericana. Scopo di questo lavoro è analizzare come l’esperienza familiare e individuale, il vissuto regionale e sovranazionale e, non ultimo, lo sguardo femminile, incidano nella rappresentazione della nascente identità nazionale argentina, e consentano un’inaspettata sensibilità per il coevo anelito indipendentista italiano.

Ilaria Magnani È ricercatore di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università di Cassino. Ha tradotto testi di narrativa e di saggistica dallo spagnolo, dal francese e dal catalano per varie case editrici. Si occupa di letteratura argentina contemporanea, con particolare riferimento alle tematiche relative all’identità, alla memoria e all’ibridazione linguistica. Sul tema ha pubblicato Tra memoria e finzione. L’immagine dell’immigrazione transoceanica nella narrativa argentina contemporanea (2004), Il ricordo e l’immagine. Vecchia e nuova identità italiana in Argentina (2007) e L’azzardo e la pazienza. Donne emigrate nella narrativa argentina (2004, con Camilla Cattarulla), oltre saggi in riviste e volumi collettanei.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ANTONIO MELIS Bolívar e l’indio immaginario di Olmedo

Il “Canto a Bolívar”, scritto nel 1825 da José Joaquín de Olmedo per celebrare la vittoria di Junín, ci offre un’immagine esemplare della questione indigena negli anni dell’Indipendenza. Il poeta ecuadoriano introduce nel suo celebre poema una profezia della vittoria sulla bocca dell’Inca Wayna Qapaq. In questo modo suggerisce un rapporto di continuità fra il mondo incaico e il nuovo Perù indipendente che è un puro artificio retorico, venendo smentito in primo luogo dall’ideologia e dalla prassi politica dello stesso Bolívar, ispirata a un liberalismo che vede nel passato indigeno americano un segno di arretratezza e un ostacolo allo sviluppo dei nuovi paesi.

Antonio Melis È professore ordinario di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università di Siena. Ha pubblicato monografie su Pablo Neruda, Federico García Lorca ed Ernesto Che Guevara. Tra i suoi lavori figurano numerosi saggi, in prevalenza dedicati all’area andina. Ha tradotto e introdotto, tra l’altro, opere di José Martí, José Carlos Mariátegui, Ernesto Cardenal, José María Arguedas, Federico García Lorca. Ha fatto parte delle giurie di numerosi premi letterari, tra i quali il Premio Casa de las Américas e il Premio Juan Rulfo. Nel 1986 è stato nominato professore onorario dell’Università di Nacional Mayor San Marcos di Lima. È direttore del Master in Traduzione Letteraria dell’Università di Siena e Coordinatore del Centro Interdipartimentale di Studi sull’America Indigena dell’Università di Siena.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia GIOVANNA MINARDI Una mirada femenina sobre la revolución mexicana: Cartucho de Nellie Campobello

Nellie Campobello ha vissuto in prima persona la rivoluzione nel nord del Messico, è stata amica e accanita sostenitrice di Villa, anche quando questi venne considerato un “bandito”. Dalle sue memorie e dai racconti della madre, attivista rivoluzionaria a fianco di Villa, nasce Cartucho, uno dei pochissimi testi sulla rivoluzione messicana scritto da una donna negli anni ’30 e che presenta dei tratti molto innovativi rispetto ad altre opere del ciclo della narrativa della rivoluzione, quali l’utilizzo di una voce narrante infantile, estremamente dissacrante, di un “linguaggio del corpo” e la presenza di un intrigante “dialogo testuale” con la madre. Una rilettura di Cartucho, carico di riferimenti storici e alla cui edizione del ’31 ha fatto seguito una seconda edizione, negli anni ’40, più “edulcorata e ripulita” parzialmente in linea con l’ideologia postrivoluzionaria di quegli anni, credo che si possa inserire all’interno delle celebrazioni della rivoluzione messicana.

Giovanna Minardi È ricercatrice di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università di Palermo. Ha pubblicato saggi sul racconto ispanoamericano, sulla cuentística di Julio Ramón Ribeyro, sulla minifinzione ispanoamericana; antologie di narratrici messicane e peruviane del ‘900 e della minifinzione ispanoamericana e peruviana; articoli di letteratura su riviste specializzate. Ha seguito corsi presso la Universidad Católica di Lima e ha trascorso periodi di studio in Perù e in Messico.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

SERENA MULTARI Artemio Cruz, el “Gran Chingón”: análisis de la herencia revolucionaria en la identidad nacional mexicana El trabajo se propone analizar los rasgos característicos del “alma mexicana” procedentes de la Revolución de 1910, tal como los individúa el escritor Carlos Fuentes a lo largo de su obra literaria, y específicamente en la novela La muerte de Artemio Cruz. El Autor parte del asunto fundamental de la necesidad de una relectura crítica de algunos acontecimientos históricos, cuales la Conquista, la Revolución de 1910 y el fenómeno migratorio hacia Estados Unidos, para desentrañar los traumas inconscientes que ha sufrido México en la interacción con la otredad europea y norteamericana y que parecen ser el origen de los problemas socioeconómicos que el país sigue sufriendo hoy en día. Según este enfoque, la Revolución Mexicana es un acontecimiento que juega un papel central en el desarrollo de los traumas modernos, representando un momento de reiteración del acto primordial del “chingar” con el que nació el primer mestizo americano y confirmando su primacía a través de su institucionalización post-revolucionaria. Artemio Cruz representa, pues, el símbolo del fracaso de la revolución y el determinismo histórico en el que el México parece encarcelado, lo que se refleja también en la retórica de la Chingada que tanto caracteriza el habla mexicana popular. En este personaje, el “Gran Chingón”, se encarna entonces la imagen del México revolucionario y post-revolucionario que sigue presente en la multifacética sociedad mexicana contemporánea.

Serena Multari Es Doctoranda en Culturas de los países de lenguas ibéricas e iberoamericanas en la Universidad “L’Orientale” (Nápoles) con un proyecto de tesis sobre Carlos Fuentes y el tema de la identidad mexicana actual. De sus artículos se destacan “Identidad y Latinoamérica: la propuesta cosmopolita de Carlos Fuentes”, “Fronteras de cristal y fronteras de espejos en la poética de Carlos Fuentes”, “Y los Soles encontraron la Historia: progresión y ciclicidad en el México contemporáneo”.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

SUSANNA NANNI L’indipendenza negata: la ri-scrittura della storia di Haiti dal cimarronaje alla Repubblica mulatta

Con El reino de este mundo Carpentier converte l’opera di finzione in un mezzo d’indagine della realtà, offrendo una versione “altra” della storia, creando i propri eroi a partire da personaggi ed eventi del passato ignorati o marginalizzati dalla storia ufficiale, ed incorniciandoli nella “meravigliosa” realtà haitiana. Il presente contributo si propone d’indagare tale processo di finzionalizzazione a partire da un’analisi delle fonti storiche privilegiate dall’autore e rivolgendo particolare attenzione alla presenza dell’elemento culturale afroamericano come forza motrice delle rivoluzioni per l’indipendenza di Haiti.

Susanna Nanni È Dottore di Ricerca in Studi Americani presso l’Università di Roma Tre. Attualmente è docente a contratto per la cattedra di Lingua e Letterature ispanoamericane della stessa Università e per la cattedra di Lingua e Traduzione Spagnola presso l’Università della Tuscia. Il suo ambito di ricerca si articola intorno alle tematiche e le metodologie di studio concernenti il rapporto tra storia e finzione letteraria, con particolare riguardo alla finzionalizzazione della storia nella narrativa ispanoamericana contemporanea, sulla quale ha pubblicato articoli e saggi su riviste specializzate.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia EMILIA PERASSI Come si confeziona un Padre della Patria: decostruzione e ricostruzione del culto sanmartiniano in Martín Kohan “San Martín es el héroe por excelencia de la argentinidad. No es un prócer más, es el Padre de la Patria”. Su questa premessa Martín Kohan (Buenos Aires, 1967), docente di teoria della letteratura alla UBA e scrittore tra i più interessanti nel panorama latinoamericano contemporaneo, fonda il suo interesse di narratore e di studioso per i meccanismi di costruzione del culto sanmartiniano e per il loro riverbero sull’articolazione del discorso sull’identità nazionale argentina. L’intervento intende esplorare la proposta narrativa di Kohan elaborata nel romanzo El informe. San Martín y el otro cruce de los Andes (1997) in risposta ai metodi della storiografia nazionalista e a sostegno di una lettura simbolicamente rinnovata della mitologia relativa alle funzioni e figura del “policlimático Libertador”.

Emilia Perassi È professore ordinario di Lingua e Letterature ispanoamericane presso l’Università degli Studi di Milano. È titolare di ricerche internazionali e responsabile dell’unità milanese dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) del CNR. È autrice di monografie e di oltre una quarantina di saggi e articoli i cui temi spaziano in regioni e campi diversi delle letterature ispanoamericane: dal Messico di Cortés, di Díaz del Castillo, di Balbuena, di Alarcón; all’Argentina di Lugones, di Borges, di Silvina Ocampo, di Cortázar; dal Cile di Huidobro e Bombal, all’Uruguay di Quiroga, al Nicaragua di Cardenal fino alla Cuba di Martí e di Cabrera Infante.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ANDREA PEZZÈ Monstruosas herencias coloniales: el caníbal como problema nacional en La cautiva de Esteban Echeverría Esta ponencia se propone evaluar, a través de la elaboración del mito caníbal en La cautiva de Esteban Echeverría, la definición de los patrones identitarios de la joven nación argentina y la afirmación del imaginario nacionalista decimonónico. Se analizarán los personajes de La cautiva como arquetipos, en relación con las ideas políticas y culturales que se iban desarrollando e imponiendo a lo largo del siglo XIX, tras la liberación del yugo colonial y la conquista de la independencia. María y Brian, pareja simbólica, representan la idílica relación entre países latinoamericanos y potencias europeas (en particular Inglaterra y Francia), fundamental para la afirmación de la independencia nacional. Dentro de esta perspectiva, el caníbal, ser monstruoso por antonomasia, es la salvaje herencia colonial que las nuevas “burguesías” criollas necesitan borrar para alcanzar la tan anhelada igualdad política y cultural con las naciones europeas. Por lo tanto, el caníbal, expresión de la barbarie latinoamericana, llega a ser el más representativo obstáculo contra la consolidación de un moderno estado nacional y la peligrosa presencia que impide el desarrollo de la civilización occidental.

Andrea Pezzè È docente a contratto di Letteratura Ispanoamericana presso l’Università di Napoli “L’Orientale” e di Letteratura Spagnola presso l’Università della Basilicata. È Dottore di ricerca in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane con una tesi dal titolo I discorsi del poliziesco nel Cono Sud dell’America Latina. Ha pubblicato il volume Marginalità della letteratura poliziesca ispanoamericana. Il caso del Cono Sud. Walsh, Piglia, Saer e Bolaño (2009).

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DANIELE POMPEJANO La vittoria di Prospero

L’intervento intende presentare la lettura dell’Indipendenza da parte della generazione di fine secolo XIX fra positivismo e romanticismo. L’identità narrata è quella di Ariel, la pratica politica è invece l’esaltazione di Prospero, ovvero dell’eredità spagnola proprio a cavallo del IV centenario, fra il congresso di Sevilla del 1892 (la hispanidad) e l’expo’ di Chicago del 1893 (la modernità anglosassone). Il tema verrà analizzato attraverso la stampa e i testi di alcuni scrittori e politici del tempo.

Daniele Pompejano È professore ordinario di Storia e Istituzioni delle Americhe presso l’Università di Palermo. In precedenza ha insegnato all’Università di Messina e alla Statale di Milano. Si è occupato di storia economica e politica e di etnostoria, con particolare riferimento all’area mesoamericana, tema sul quale ha pubblicato il volume Popoya, storia di un pueblo maya. Secoli XV-XIX (2005).

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SUSANNA REGAZZONI Un aspecto fundamental en la cultura de la independencia argentina: las escrituras de un mito nacional (de Lucía Miranda a las ‘cautivas’) A partir de la obra de Eduarda Mansilla y Rosa Guerra sobre Lucía Miranda (1860), se propone una reflexión sobre la evolución de este mito fundacional y protonacional desde el siglo XIX hasta el siglo XX, mito que originariamente pasa por dos agentes históricos excluidos habitualmente de la historiografia nacional, al menos hasta hace poco tiempo, como son la mujer y los aborígenes. Lucía Miranda se presenta como vínculo entre los españoles y la población autóctona en términos conflictivos. La cautiva cristiana, víctima del salvajismo indígena, imposibilitada para el amor con el “otro” en el siglo XX se transforma y logra una forma de unión con el indígena. Se trata, por lo tanto, de un tema fundamental en la cultura de las independencias latinoamericanas, especialmente en Argentina, por ser un motivo proteico patente en las diversas ideologías que conviven a partir del siglo XIX.

Susanna Regazzoni Es profesora asociada de Lengua, Literaturas y Culturas Hispanoamericanas en la Universidad Ca’ Foscari de Venecia. Sus numerosas publicaciones abarcan de la literatura española del siglo XVII a las literaturas españolas e hispanoamericanas de los siglos XVIII, XIX, XX y XXI.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia FEDERICA ROCCO La rivendicazione dell’integrazione ebraica in Argentina dal Primo al Secondo Centenario

Tra le pubblicazioni che celebrano il Primo Centenario dell’Indipendenza argentina, Los gauchos judíos (1910) di Alberto Gerchunoff (1883-1950) è il romanzo che fonda il discorso dell’integrazione degli ebrei in Argentina. La figura del gaucho judío rende più complesso il profilo dell’immigrante, poiché si riferisce a quei gringos che non si limitano alle acquisizioni materiali, ma si propongono di integrare la millenaria eredità familiare alla terra di accoglienza mediante un ricercato mimetismo con il paesaggio circostante. Dal momento che la prima generazione di scrittori che si dedicano alla colonizzazione ebraica in Argentina scrive in yiddish, è solamente a partire dalla seconda generazione (quella cui appartengono coloro i quali, come Gerchunoff, sono giunti in Argentina molto piccoli o sono nati in territorio americano) che si manifesta un’esplicita volontà d’integrazione alla vita nazionale anche attraverso l’uso dello spagnolo. Il progetto del “crisol de razas”, che voleva omogeneizzare la massa di stranieri sulla base di un’eredità creolo-spagnola condivisa, è alla base del doppio progetto ebraico argentino che vede gli scrittori costituire un archetipo letterario al servizio del progetto identitario nazionale e, insieme, rivendicare la loro appartenenza mediante il dominio della lingua spagnola. Il fascino del gaucho judío attraversa il secolo XX e, nell’approssimarsi delle celebrazioni per il Secondo Centenario, compaiono opere, come Los otros gauchos judíos (2005) di Myriam Escliar che, da un lato, reinterpretano l’emblematica figura dello straniero che vuole partecipare dell’identità nazionale e, dall’altro, rendono omaggio al fondatore del discorso dell’integrazione ebraica in Argentina.

Federica Rocco È ricercatore di Lingua e Letterature ispanoamericane all’Università di Udine e si occupa della letteratura del Río de la Plata (romanzo storico, romanzo della migrazione e dell’esilio, forme della scrittura autobiografica). Nel 2006 ha pubblicato una monografia dal titolo Una stagione all’inferno. Iniziazione e identità letteraria nei diari di Alejandra Pizarnik. Si è occupata di autori quali: Mario Benedetti, Juan José Saer, Abel Posse, Antonio Elio Brailovsky, Pedro Lemebel, Alejandra Pizarnik, Diana Bellessi, María Negroni, Alicia Steimberg, Ana María Shua.

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MARIA ROSSI Mientras llega el día. L’indipendenza ecuatoriana tra storia e invenzione

Mientras llega el día del cuencano Juan Valdano, romanzo del 1989, si apre con un suggestivo lemma: Sólo hay un pasado: ése que inventamos y sólo hay un futuro: el que añoramos. Le prime parole dell’opera anticipano e giustificano l’invenzione del passato o meglio la sua riproduzione romanzata. Sebbene gli avvenimenti raccontati siano chiaramente identificabili con i fatti storici dell’indipendenza ecuatoriana verificatisi tra il 1809 e il 1810, i nomi dei suoi personaggi non corrispondono a quelli che appaiono nei libri di storia del paese, neppure quello del protagonista, il bibliotecario Pedro Matías. L’unica eccezione riguarda Eugenio Espejo, prócer dell’indipendenza ecuatoriana, ideologo politico e critico della Colonia, morto pochi anni prima dell’insurrezione, che nel testo appare come maestro di Matías, il quale richiama costantemente il suo pensiero sulle questioni sociali e politiche affrontate. La prosa scorrevole, diretta, pulita di Valdano, accompagna il lettore nel racconto degli eventi; trasmette l’ansia di Matías, testimone della degenerazione morale della società quiteña e accusatore nei confronti del potere. Matías rappresenta lo spirito illuminista dell’epoca; lettore di Montesquieu, Voltaire, e Rousseau; attraverso i suoi ricordi e le sue gesta si ripercorre l’inizio del movimento indipendentista al grido Queremos un gobierno quiteño para los quiteños, e le fasi successive. La sua testimonianza permette la ricostruzione del dibattito sul ruolo del popolo, dei criollos e della Chiesa all’inizio dell’Ottocento; così come la strategia discorsiva dei patrioti, pronti a lottare per l’abbattimento della tirannia spagnola e l’instaurazione della repubblica.

Maria Rossi È Dottore di ricerca in Culture dei paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane (Università di Napoli “L’Orientale”) con una tesi dal titolo Strategie di identificazione – migrazioni latinoamericane in Campania. Aree di lavoro: migrazioni contemporanee, identità latinoamericana, identità migrante, letteratura della migrazione. Attualmente è docente a contratto in Letteratura Ispanoamericana presso l’Università di Napoli “L’Orientale”.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

AMANDA SALVIONI Memoria storica e impostura politica nel Messico indipendente: Guillén de Lampart e Vicente Riva Palacio Nel 1872 Vicente Riva Palacio interviene nel dibattito pubblico sulla memoria storica del Messico con la pubblicazione di Memorias de un impostor. Guillén de Lampart rey de México. Ripreso pochi decenni dopo da Luis González Obregón in La inquisición y la Independencia de México, l’episodio dell’impostore che ordisce la prima e più compiuta trama eversiva per l’indipendenza del Viceregno, si converte in un paradosso storico in cui menzogna e memoria confondono i propri confini e insieme concorrono a edificare il mito della nazionalità messicana. L’intervento si propone di analizzare il romanzo storico di Vicente Riva Palacio alla luce del discorso celebrativo in cui s’inserisce e delle contraddizioni che il tema dell’inganno e dell’impostura, se assurti ad emblemi dello spessore storico del movimento indipendentista, fatalmente portano con sé.

Amanda Salvioni È Dottore di Ricerca in Studi Americani e ricercatrice in Lingua e letterature ispanoamericane presso l’Università di Macerata. Ha pubblicato il volume L’invenzione di un medioevo americano (2003), saggi ed articoli in volumi miscellanei e riviste specializzate in Italia e all’estero, sui temi della letteratura ispanoamericana del periodo coloniale, la storiografia letteraria in rapporto alle identità nazionali e le poetiche moderne fondate sulla riscrittura della storia, la tradizione e il mito.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia EDUARDO SAN JOSÉ VÁZQUEZ Ausencia de las emancipaciones hispanoamericanas en la narrativa de Alejo Carpentier

A través de varios medios (artículos, conferencias, entrevistas) y a lo largo de distintos momentos estéticos, Alejo Carpentier proclamaba el estricto rigor historiográfico de su narrativa de tema histórico, donde el autor desvelaría la esencia de una realidad cultural americana de la que la literatura era una mediación neutral y objetiva. Sin embargo, un examen detenido de esa misma narrativa no esconde las omisiones ni las intencionadas elaboraciones subjetivas de la historia americana en ella. Lejos de ser ociosa o gratuita, la pregunta acerca de la ausencia de las independencias hispanoamericanas (las continentales y las de las Antillas hispánicas) en la literatura de Carpentier es obligada y significativa. Dicha omisión se inscribe, por contraste, en el orden de conclusiones del meta-relato carpenteriano.

Eduardo San José Vázquez Es Profesor Ayudante Doctor de la Universidad de Oviedo (España). Es doctor con una tesis sobre las recuperaciones del siglo XVIII en la narrativa contemporánea del Caribe. Entre su publicaciones destacan los libros La memoria posible (2007), sobre la memoria histórica en la obra de Jorge Edwards, y Las luces del siglo (2008), donde se recoge parte de su tesis doctoral.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia LAURA SCARABELLI Ripensare l’identità nei peripli della rivoluzione. El Siglo de las Luces di Alejo Carpentier

Se in El reino de este Mundo, Carpentier mette in scena il contrappunto tra differenti immaginari per dare conto del meraviglioso spazio-natura americano, decostruendo l’utopia di un perfetto Mondo Migliore e rimpiazzandola con un manchevole mondo possibile -e con minuscola-, nelle pagine di El Siglo de las luces, romanzo solo apparentemente storico, l’autore rivolge la sua attenzione all’esperienza americana della Modernità europea, incarnata nelle dislocazioni di oggetti e di idee della Rivoluzione Francese. Ciò lo conduce a riflettere su un Caribe (per estensione, America Latina) che, per postulare la sua indipendenza, è destinato a trafficare con teorie generate in altri Centri. Il maestoso affresco dell’entrata di concetti come libertà e giustizia nello scenario americano è il pretesto per una riflessione amara e lucida sui meccanismi che regolano la prassi rivoluzionaria. Le circumnavigazioni del fare rivoluzionario verso la “periferia”, i crocicchi di prospettive, visioni, traduzioni, articolati come una rete senza centro, ci conducono ad un’innovativa interpretazione della “condizione latinoamericana” nella quale l’accumulazione, la contraddizione e il paradosso divengono assi fondanti. La presente indagine si propone di analizzare la problematizzazione del paradigma della rivoluzione effettuata da Alejo Carpentier, cifra che rende possibile la riflessione sulla controversa costruzione dell’essere americano, “indipendente” e fiero della sua eterogeneità.

Laura Scarabelli È assegnista di ricerca in Letterature Comparate presso l’Università IULM di Milano. I suoi interessi si rivolgono principalmente ai meccanismi di costruzione delle identità nazionali in America Latina, con particolare attenzione allo scenario cubano, e alla letteratura autobiografica femminile. È autrice di vari studi dedicati all’immaginario del negro a Cuba, alla narrativa abolizionista cubana e all’opera di Alejo Carpentier. Tra le pubblicazioni più recenti si ricordano i due volumi dal titolo: Identità di zucchero. Immaginari nazionali e processi di fondazione nella narrativa cubana.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia EUGENIA SCARZANELLA Gli storici italiani e l’indipendenza dell’America Latina

La comunicazione vuole tracciare un sintetico panorama della storiografia italiana sull’indipendenza latinoamericana dall’ottocento ad oggi.

Eugenia Scarzanella È professore associato di Storia e Istituzioni delle Americhe presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: Sin fronteras. Encuentros de mujeres y hombres entre América Latina y Europa (siglos XIX-XX) (2008, comp. con Mônica Raisa Schpun); Fascistas en América del Sur (2007); Ni gringos ni Indios. Inmigración, criminalidad y racismo en Argentina (1890-1940) (2004).

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ELEONORA SENSIDONI Una rivoluzionaria della prima ora, orgoglio per l’indipendenza della Patria allo stato puro: inseguendo il mito di Doña Juana Azurduy Nata in povertà a Chuquisaca (Perù) il 12 giugno del 1780, mentre la ribellione di Tupac Amaru evolve in rivoluzione, una giovane donna, cresciuta in convento e per l’epoca in cui vive, destinata ad essere monaca, si fa interprete dell’ardore di un popolo. Sposa il comandante Manuel Asencio Padilla e così anche la sua nobile causa rinunciando per sempre alla tranquillità di una vita familiare. Juana Azurduy cercherà un’impossibile compromesso tra il campo di battaglia e il focolare domestico. La sua esistenza sarà divisa tra l’amore per il suo compagno e la libertà della sua gente, dall’oppressore spagnolo. Lei, una ‘mestiza’, organizzerà gruppi di indios, creando e guidando un esercito di più di 10.000 uomini tra Perù, Bolivia e Argentina. Ancora in vita è già un mito e Simón Bolívar in persona la incontra e, con un lungo abbraccio, ne riconosce le gesta. Migliaia di testimonianze ma pochi scritti celebrano la figura di questa eroina. Il mio lavoro propone di delineare un ritratto di Juana Azurduy utilizzando il materiale raccolto nella provincia di Salta (Argentina), dove la sua leggenda è viva ancora oggi nella memoria collettiva. Attraverso un percorso letterario, inserito in un contesto storico-politico e ambientale, si vuole semplicemente mettere in luce la figura di una donna, moglie e madre, ma nello stesso tempo esaltare le imprese di un mitico comandante che ha avuto un ruolo decisivo nella lotta per l’Indipendenza latinoamericana.

Eleonora Sensidoni È dottoranda in Scienze Linguistiche e Letterarie presso l’Università di Udine. Consegue la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Straniere nel luglio del 2007 con una tesi dal titolo Una rivincita al femminile nello scenario artistico-letterario messicano: Elena Poniatowska. Il progetto del suo Dottorato riguarda il tema dell’iniziazione al femminile nella letteratura “intimista” ispanoamericana in Messico e Argentina tra gli anni 1940-2000.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia SILVANA SERAFIN José María Heredia tra passione politica e innovazione poetica

Il presente studio si focalizza sulla vita e sull’opera di uno scrittore in senso lato, considerato a fasi alterne il creatore della letteratura nazionale cubana, il patriota audace che ha sacrificato la vita per seguire i propri ideali dissolvendosi nella propria utopia, il grande innovatore della poesia cubana. Rimane la constatazione, a partire dalle valutazioni del gruppo di poeti che gravitano intorno a “Los orígines” di un Heredia, cantore di tutto ciò che è nazionale –la natura in primis–, il quale si esprime con un linguaggio in cui confluiscono i termini della nascente epoca virreinale, quelli del classicismo illustrato e liberale che lo portano a innovare la poesia cubana del secolo XIX. Egli ha saputo interiorizzare la natura e la correlazione tra patria, donna e paesaggio, considerati dalla prospettiva ‘privilegiata’ dell’esiliato. Da qui l’importanza di un’opera che, scritta sull’onda della passione, si trasforma in simbolo universale di americanità.

Silvana Serafin È professore ordinario di Lingua e Letterature ispanoamericane all’Università di Udine. Ha ricoperto e ricopre numerose cariche istituzionali. È socio fondatore e presidente di “Oltreoceano-Centro internazionale letterature migranti- CILM”. Ha diretto e dirige numerosi programmi di ricerca- CNR, Ministero, Regione FVG; fa parte di consigli scientifici di riviste e di collane in parte da lei fondate, dirette o codirette. Le sue ricerche spaziano dalla cronachistica delle Indie alla letteratura fine Ottocento-inizi Novecento, contemporanea, di genere e delle migrazioni. È autrice di trenta volumi (monografie, curatele), di circa 200 saggi, articoli, note e recensioni.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia MARCELLA SOLINAS Casa de las Américas y la representación de la independencia latinoamericana y caribeña

A través del estudio de la institución cubana Casa de las Américas y especialmente de la labor que, en los últimos cincuenta años, ha llevado a cabo su homónima revista, se intentará observar cómo se ha representado en Cuba la independencia latinoamericana. Casa de las Américas, asumiendo como su base conceptual las ideas de Simón Bolívar y principalmente de José Martí, ha dedicado, a lo largo de toda su historia, un espacio céntrico a la celebración de las independencias latinoamericanas y caribeñas poniendo de relieve que su objetivo último no es él teorizado por las élites nacionales de principios del siglo XIX sino más bien él de una emancipación total que se reconoce en el concepto martiano de Nuestra América. Este trabajo procurará marcar una trayectoria diacrónica y conceptual de los más emblemáticos artículos publicados por Casa de las Américas acerca de las independencias, contribuyendo a la creación de un imaginario capaz de influenciar, en determinados periodos, a una parte relevante de la intelectualidad del subcontinente. Asimismo, se analizarán dichos artículos haciendo hincapié en los estudios críticos del discurso (Teun Van Dijk) y de la retórica para reflexionar sobre la posible evolución lingüística y conceptual de las representaciones de las independencias en América Latina.

Marcella Solinas È docente a contratto di Lingua spagnola presso l’Università di Napoli “L’Orientale”. Ha appena concluso un dottorato in Culture dei Paesi di Lingue Iberiche e Iberoamericane con una ricerca su La Traducción literaria como elemento fundacional de la identidad lingüística y cultural en el Caribe. Attualmente si interessa di traduzione e di studi culturali e linguistici in America Latina e nei Caraibi.

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STEFANO TEDESCHI L’indipendenza muta: la riscrittura della storia in La revolución es un sueño eterno di Andrés Rivera L’intervento vuole indagare la visione delle lotte per l’indipendenza che ci consegna il romanzo di Andrés Rivera, affidata alle memorie di Juan José Castelli, che fu oratore della Rivoluzione e che è stato poi condannato al silenzio da un tumore alla lingua e dalla condanna delle sue idee. La sapiente costruzione narrativa di Rivera permette di osservare il processo indipendentista come un mosaico di immagini contraddittorie, in cui il risultato finale del processo risulterà totalmente diverso dal punto di partenza. L’analisi del romanzo verrà condotta in parallelo con altri testi narrativi, tutti pubblicati negli anni ottanta del ventesimo secolo, e tutti dedicati al tema dell’indipendenza.

Stefano Tedeschi È ricercatore di Lingua e Letterature ispanoamericane presso La Sapienza – Università di Roma. Ha pubblicato numerosi articoli sul romanzo storico messicano, sulla letteratura indigenista in Perù nell’Ottocento, sulla letteratura di naufragio nell’epoca coloniale, sulla rappresentazione degli Aztechi nella letteratura, sul ruolo dello spazio urbano nella poesia ispanoamericana tra Modernismo e Avanguardia e sulla ricezione della letteratura ispanoamericana in Italia, tema sul quale si veda il volume All’inseguimento dell’ultima utopia (2007). Con Fausta Antonucci è autore e curatore dell’antologia Letteratura Ispanoamericana (2008). Negli ultimi tempi si sta dedicando alla relazione tra cinema e letteratura in America Latina.

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

PACO TOVAR BLANCO Espectáculo y crónica de un acontecimiento: la revuelta del cura Hidalgo en Los conspiradores, de Jorge Ibargüengoitia En 1980, Jorge Ibargüengoitia publica Los conspiradores, obra que había editado anteriormente con el título de Los pasos de López, basada en una de sus piezas teatrales: La cospiración vendida (1960). Dichas obras cuentan de nuevo la revuelta del cura Hidalgo, marcando la oportuna distancia entre la verdad histórica y la ficción, entendida esta última ( con sus personajes y hechos reales; también inventados) como estactáculo teatral decantado hacia los registros del cronista, siempre bajo el prisma desmitificador de la ironía.

Paco Tovar Blanco Es catedrático de Literatura Hispanoamericana en la Universidad de Lérida; Profesor invitado en la Universidad de Montréal, Nueva York, La Plata, Nacional de Mar del Plata, Neuquén, Tucumán y Besançon (2002); autor de varias monografías sobre Augusto Roa Bastos (Las historias del dictador. Yo el Supremo, de Augusto Roa Bastos y Augusto Roa Bastos) y múltiples artículos en diversas revistas especializadas españolas europeas y americanas; ha trabajado en obras y autores del exilio español republicano; ha llevado a cabo ediciones colectivas (sobre la prosa y la poesía hispanoamericana de 1964-1994; Jorge Luis Borges; el exilio republicano español de 1936-1939; ; Eugenio F. Granell; Roa Bastos...).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia CHIARA VANGELISTA Jean-Baptiste Debret e l’iconografia dell’indipendenza brasiliana

Il pittore di storia Jean-Baptiste Debret (17681848), allievo e cugino di Jacques-Louis David, fu un personaggio di rilievo della Missione artistica francese, attiva a Rio de Janeiro durante la permanenza colà di Dom João VI di Portogallo e la successiva ascesa al trono di Dom Pedro I, primo imperatore costituzionale del Brasile. In questa comunicazione sono analizzate le opere di Debret relative alla corte imperiale brasiliana, affermatesi nel tempo come l’unico riferimento iconografico di quel periodo. In modo particolare, si evidenziano le forme di rappresentazione della nuova nazione, nelle quali emerge il bagaglio politico e culturale di un artista minore della corte napoleonica.

Chiara Vangelista È professore ordinario di Storia e Istituzioni delle Americhe presso l’Università di Genova. Studiosa di storia del Brasile, migrazioni internazionali e frontiera, ha pubblicato, tra gli altri, i volumi Fronteras, etnías y culturas (1996), Dal vecchio al nuovo continente. L’immigrazione in America Latina (1997), Terra, etnie, migrazioni. Tre donne nel Brasile contemporaneo (1999) e due volumi sulla storia dei Bororo nel Mato Grosso (Politica tribale, 2008). Dirige la collana l’estremo occidente (Città Aperta Edizioni).

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia ELISA CAROLINA VIAN Matalaché y el ansia de libertad en el Perú colonial

En 1928 Enrique López Albújar publica Matalaché. Un siglo tras la independencia de Perú (1824), el autor vuelve a los últimos años del virreinato para dar cuenta de la discriminación racial entre esclavos negros peruanos y élite criolla, a través del amor entre José Manuel Sojo, un esclavo mulato, y María Luz, su ama. A partir de las afinidades entre Matalaché y las “ficciones fundacionales” (Sommer) del siglo XIX, como por ejemplo Sab (Gertrudis Gómez de Avellaneda, 1841), y desde una perspectiva interdisciplinar, el presente trabajo se propone un análisis de la representación literaria del sujeto afroperuano, de su identidad conflictiva y una exploración de las tensiones sociales en el Perú colonial en tránsito a una nueva república. El clima de inminente emancipación es propicio para destacar no sólo las injusticias de entonces, sino también la importancia del proceso de mestizaje como posible solución de los conflictos mismos.

Elisa Carolina Vian È attualmente docente a contratto di Letterature Ispanoamericane, presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha dedicato la sua attività di ricerca prevalentemente alla narrativa argentina e peruviana contemporanee. L’orientamento agli studi letterari è interdisciplinare, con particolare attenzione agli strumenti storico-letterari, imagologici e culturali, stilistici, antropologici e sociologici. Si è occupata di autori quali J. J. Saer, B. Verbitsky, C. Aira, M. Levrero, J. L. Borges, M. L. Bombal, J. R. Ribeyro, E. Congrains e O. Reynoso.

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Note


Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

Relatori e Presidenti di Sessione Aracil Varón Beatriz

Universidad de Alicante, beatriz.aracil@ua.es

Bajini Irina

Università degli Studi di Milano, irina.bajini@unimi.it

Balletta Edoardo

Università di Bologna, edoardo.balletta@gmail.com

Benzoni Maria Matilde

Università degli Studi di Milano, maria.benzoni@unimi.it

Boccuti Anna

Università di Torino, annaboccuti@yahoo.it

Borri Claudia

Università degli Studi di Milano, claudia.borri@tin.it

Bottiglieri Nicola

Università di Cassino, n.bottiglieri@unicas.it

Caballero Wangüemert María

Universidad de Sevilla, mcaballero@us.es

Campagna Irene

Università di Napoli, “L’Orientale”, irenecampagna@gmail.com

Cancellier Antonella

Università di Padova, antonella.cancellier@unipd.it

Cannavacciuolo Margherita

Università Ca’ Foscari di Venezia, margherita.c@tiscali.it

Cattarulla Camilla

Università di Roma Tre, cattarul@uniroma3.it

De Marchis Giorgio

Università di Roma Tre, gdemarchis@uniroma3.it

De Sarlo Giulia

Universidad de Sevilla, gdesarlo@us.es

Dionisi Maria Gabriella

Università della Tuscia di Viterbo, priscodionisi@tin.it

Fiallega Cristina

Università di Bologna, cristina.fiallega@unibo.it

Fiorani Flavio

Università di Modena e Reggio Emilia, flavioangelo.fiorani@unimore.it

Fiorellino Barbara

Università della Tuscia di Viterbo, barbarafiorellino@hotmail.com

Gallinari Luciano

Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del CNR, gallinari@isem.cnr.it

Galzio Cecilia

Università di Catania, cgalzio@unict.it

González Luna Ana María

Università di Milano – Bicocca, anamaria.gonzalez@virgilio.it

Graña María Cecilia

Università di Verona, cecilia.grana@univr.it

Grillo Rosa Maria

Università di Salerno, grillovov@tele2.it

Guarnieri Calò Carducci Luigi

Università di Teramo, lugal@tiscali.it

Iglesia Cristina

Universidad de Buenos Aires, crisiglesia@gmail.com

Imbrogno Mara

Università di Salerno, mara.imbrogno@fastwebnet.it

Lombó Pablo

Università di Torino, pablo.lombomulliert@unito.it

Luche Laura

Università di Sassari, luche@uniss.it

Luque Rocío

Università di Udine, rocio_luque@yahoo.it

Magnani Ilaria

Università di Cassino, ilariamagnani@libero.it

Marchetti Giovanni

Università di Bologna, g_marche@lingue.unibo.it

Melis Antonio

Università di Siena, melis@unisi.it

Minardi Giovanna

Università di Palermo, giovanna.minardi@unipa.it

Multari Serena

Università di Napoli “L’Orientale”, serena.multari@tin.it

Nanni Susanna

Università di Roma Tre, dav.nanni@tiscalinet.it

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

Relatori e Presidenti di Sessione Perassi Emilia

Università degli Studi di Milano, emilia.perassi@unimi.it

Pezzè Andrea

Università di Napoli “L’Orientale”, pezze_andrea@yahoo.it

Pompejano Daniele

Università di Palermo, pompejan@tin.it

Regazzoni Susanna

Università Ca’ Foscari di Venezia, regazzon@unive.it

Rocco Federica

Università di Udine, federica.rocco@uniud.it

Rossi Maria

Università di Napoli “L’Orientale”, mrossi@unior.it

Salvioni Amanda

Università di Macerata, a.salvioni@unimc.it

San José Vázquez Eduardo

Universidad de Oviedo, joseeduardo@uniovi.es

Scarabelli Laura

IULM di Milano, laura.scarabelli@iulm.it

Scarzanella Eugenia

Università di Bologna, eugenia.scarzanella@unibo.it

Sensidoni Eleonora

Università di Udine, eleonora.sensidoni@fastwebnet.it

Serafin Silvana

Università di Udine, silvana.serafin@uniud.it

Solinas Marcella

Università di Napoli “L’Orientale”, msolinas@unior.it

Tedeschi Stefano

Università di Roma “Sapienza”, Stefano.Tedeschi@uniroma1.it

Tovar Blanco Paco

Universidad de Lérida, ptovar@filcef.udl.cat

Vangelista Chiara

Università di Genova, chiara.vangelista@unige.it

Vian Elisa Carolina

Università Ca’ Foscari di Venezia, carolina.vian@unive.it

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Scritture e riscritture dell’Indipendenza Escrituras y reescrituras de la Independencia

Sedi del Congresso Mercoledì 9 giugno Instituto Cultural de la Embajada Argentina en Italia (Via Veneto, 7)

Giovedì 10 giugno Università di Roma Tre, Facoltà di Lettere e Filosofia (Via Ostiense, 236)

Venerdì 11 giugno Embajada de México en Italia (Via Lazzaro Spallanzani, 16)

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