Testimonianze di pietra

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Mariapina Giudice

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Insieme all’ampliamento del porto e con l’istituzione della Fiera, il re Manfredi e, dopo di lui, i re angioini e aragonesi compresero perfettamente l‟importanza della funzione di queste “infrastrutture di servizio”, come definiamo oggi i mercati e i porti, sia per essere queste stimolo all‟attività di produzione agricola e di trasformazione industriale, sia per procacciare finanziamenti alle loro dispendiose guerre di conquista. Del resto era consuetudine del tempo che gli atti di politica economica del sovrano feudale fossero motivati dall‟interesse di coniugare l‟elevazione del benessere generale, con gli evidenti vantaggi sulle imposte, tributi e tasse che arricchivano le casse del re, con i non meno benefici effetti sulla tenuta del controllo feudale e sociale, al di là dei fini dei singoli mercanti partecipanti, che vedevano nelle fiere e mercati solo occasione di profitti e di immediate entrate finanziarie. In seguito, particolarmente ai fini politici di sovranità e di potere finanziario, il re Carlo II d‟Angiò estese il periodo in cui si teneva la fiera dagli iniziali otto a dieci giorni nel mese di settembre, in occasione delle celebrazioni religiose per l‟ Apostolo Matteo patrono della città e al cui nome la fiera era intitolata, e nel mese di maggio, in ricordo del ritrovamento delle reliquie del Santo sulla costa di Paestum nell‟anno 950, reliquie traslate a Salerno da Gisulfo e sepolte nel terreno su cui fu poi costruita la Cattedrale5. Re Roberto d’Angiò, in seguito, nel 1330 concesse ai mercanti forestieri che frequentavano la Fiera di San Matteo di portare (estrarre) fuori da Salerno in denaro contante il ricavato delle loro vendite6. Questo importante privilegio, in un’epoca di difficile circolazione monetaria e di notevole proliferazione di monete battute da diversi regni e principati, creava la necessità della presenza nel mercato della figura del cambiavalute, nonché assecondava la “nascente tendenza” alla ricchezza costituita da capitali in denaro, il che avrebbe posto le basi dell‟espansione in Europa di quel capitalismo finanziario che nei secoli successivi fu potenziato dall‟oro delle colonie americane, diffondendo il mercantilismo con effetti nefasti sulla svalutazione della moneta e la confusione dei prezzi e delle finanze sulle piazze italiane ed europee (fig.3). Ma furono Alfonso e, poi, Ferrante D’Aragona che dopo il 1443 permisero addirittura di godere dei privilegi dei residenti ai mercanti forestieri che avessero preso casa e /o moglie a Salerno. La fiera di Salerno fu da subito uno dei mercati franchi più noti del regno e in essa confluivano mercanti d‟ogni parte di Europa con i prodotti più svariati dell‟industria e dell‟agricoltura del tempo.


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