Catalogo milano 2017

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LIBRERIA ANTIQUARIA PERINI Stand 28

Mostra Internazionale Libri Antichi e di Pregio a Milano Milano, Salone dei tessuti Via San Gregorio 29 24-26 Marzo 2017


Libreria Antiquaria Perini s.a.s. Mostra Internazionale Libri Antichi e di Pregio a Milano Milano, Salone dei tessuti Via San Gregorio 29 24-26 Marzo 2017 Mostra mercato promossa da Associazione Librai Antiquari d’Italia

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1 ALBERTI LEANDRO. Descrittione di tutta Italia di F. Leandro Alberti bolognese, nella quale si contiene il sito di essa; l’ origine, & le signorie delle città, & de i castelli… Venezia, Bonelli, 1553. € 1.400 In 8° (mm 210x150); carte n.n. 38, carte num. 464, c. n.n. 1 con il registro. Dedica a Enrico II di Francia e alla moglie Caterina de' Medici (Bologna, 19 gennaio 1550). Al verso del titolo e nelle carte preliminari figurano componimenti di Giovanni Philoteo Achillini, Andrea Alciati, Lilio Gregorio Giraldi, Sebastiano Corradi e molti altri. Pergamena coeva con titolo manoscritto al dorso ed unghie. Frontespizio con qualche macchia e piega, e una nota di possesso abrasa in parte. Piccolo alone al margine inferiore delle prime carte Questa opera, stampata in prima edizione nel 1550 a Bologna, offre numerose notizie di carattere geografico-storico-etnologico: l'opera fu pubblicata successivamente con una seconda parte relativa alle isole dell’Italia, come promesso da Alberti in una nota al lettore posta al termine del volume, in cui si scusa per la mancanza delle isole ed afferma di non aver voluto ritardare ulteriormente l’uscita dell’opera. Il manoscritto dell'appendice sulle isole, conservato presso il convento bolognese di San Domenico, fu ottenuto da Ludovico degli Avanzi, che lo stampò per la prima volta nel 1561. Successivamente in alcune edizioni vennero inserite anche le carte geografiche. Buon esemplare internamente genuino. Sul foglio di guardia iniziale vi è una nota di possesso antica ed un timbro nobiliare di collezione “Steinacker-Braunschweig”. Adams, 473. Fossati-Bellani n. 284, per altra edizione. 2 ALPINUS PROSPERUS. De plantis Aegypti liber. Cum Observationibus & Notis Ioannis Veslinghii equitis in Patavino gymnasio anatomiae & pharmacię professoris primarii. Accessit Alpini de Balsamo liber. Patavii, Typis Pauli Frambotti Bibliopolae, 1640. € 1.550 In 4° (mm 225x160). Pagg. (14), una carta bianca, pagg. 144; 54, una carta bianca; pagg. (8); 80, (4). Marca editoriale al frontespizio, raffinati capolettera, testatine e finalini incisi in legno, 72 rimarchevoli tavole silografiche nel testo a piena pagina di piante e semplici. Piena pergamena floscia coeva, titolo manoscritto su etichetta cartacea al dorso, titolo manoscritto al taglio sup. Ottimo esemplare. Importante trattato sulla flora egiziana, di grande successo e ampia diffusione, celebre lavoro scientifico di Alpini, medico e botanico veneto (1553 – 1617), prefetto dell’orto botanico di Padova e titolare della cattedra di Ostensione dei semplici (l’odierna farmacologia). Il prevalente interesse scientifico del medico di Marostica fu sicuramente la botanica e colse l’occasione di studiarne i segreti nei tre anni trascorsi a seguito del console veneziano Giorgio Emi al Cairo, (essendo il suo medico personale). L’opera comprende gli interessanti 40 cap. con le osservazioni all’opera di Alpini, redatti da Johann Vesling anatomista e botanico tedesco, professore e successore di Alpini della direzione dell’Orto Botanico presso l’università di Padova. L’A. dedusse il concetto di differenza sessuale nelle piante, che in seguito fu adottato come fondamento dal sistema di classificazione scientifica di Linneo. Egli comprese che le palme da dattero femminili non portavano il frutto a meno che non ci fosse un mescolamento tra i rami maschili e femminili o, come generalmente avviene, a meno che la polverina prodotta dai fiori maschili non fosse cosparsa sui fiori femminili. (tav. Pag. 28). Nell’opera è contenuta la prima illustrazione europea della pianta del caffè (vedi Hünersdorff). Come riporta Alpini “ vidi nel giardino di Halybei il turco un albero… da cui si ricavano questi semi, li molto comuni chiamati Ban o Bon; da questi gli arabi ed egiziani preparano un decotto che bevono al posto del vino, venduto nei bars come lo è il vino da noi e viene chiamato “Caova”. Questi semi sono importati dalla penisola Araba… (la tav. a pag. 65). Ottimo esemplare, piccola mancanza al taglio inf. della pergamena che per altro è in ottime condizioni, presenta minime ossidazioni marginali, angolo inf. mancante di pag. 5. Nota bibliografica manoscritta alla sguardia ant. Brunet I- 99. Adams A 803. IA 103.853. Ibrahim - Hilmy I, 32. Gay 1678. Wellcome I, 233. Durling 179. Nissen 20. Pritzel 111. Mueller 5 (& plate I). Hünersdorff I, 29 - 32.


3 ANDREINI GIOVANNI BATTISTA. L'Adamo. Sacra Rappresentazione. Milano, ad istanza di Geronimo Bordoni libraro, 1613.

€ 3.700

In 4° (mm 216x165); 13 carte non numerate, comprendenti frontespizio inciso e ritratto dell’autore f.t. sempre in rame e 40 grandi tavole (malnumerate) n.t., tutto finemente incise da Cesare Bassano (Milano 1584-1648) da disegni del pittore milanese Carlo Antonio Procaccini, compreso il frontespizio con Adamo ed Eva nell'Eden. I soggetti ricorrenti angeli, animali incantati, satiri e ninfe, diavoli, sono quelli delle scene dell'opera e costituiscono un mirabile esempio del teatro milanese barocco di Cesare Bassani; pagg. 177, testo in caratteri corsivo e romano tondo, note a stampa al margine, capolettera entro vignette e finalini silografici, testatina incisa al prologo con un coro di angeli. Legatura d’amatore parlante del XX sec. in marocchino rosso, triplo filetto ai piatti con cantonali, titolo impresso in oro al dorso con cinque nervi, tagli dorati e dentelle a merletto. Bell’esemplare, alcuni piccoli restauri effettuati anticamente, quali un piccolo strappetto al marg. inf. di una carta, frontespizio con margine est. leggermente ampliato e tarletto a poche pagg., piccolo alone all’ang. inf. per circa 12 pagg. Ex libris John Arthur Brooke. Cerniere con lieve abrasione. Prima edizione di quest’opera considerata il capolavoro dell’Andreini, tra le più importanti rappresentazioni melodrammatiche barocche; l’autore tratta un argomento religioso come genere teatrale. Condensa la storia dell’umanità in cinque atti, dalla creazione alla caduta e sottolinea l’importanza di poter conciliare i problemi religiosi della sacra rappresentazione, mettendo insieme teatro e argomento biblico. Il linguaggio usato è semplice e puro, come quello che poteva usare il primo uomo sulla terra: non vi sono versi eruditi; inoltre Andreini sviluppa la parte del canto e della musica evolvendo sempre più verso il melodramma e trasformando l’Adamo in opera varia, pièce insieme pastorale, lirica e melodrammatica con una concezione del tutto barocca. La rappresentazione teatrale venne presentata proprio a Milano dove spesso l’Andreini soggiornava. Rasi, I comici italiani I, 117-139. Cicognara 1423. Brunet I, 269. Michel I, p. 48. Vinciana 4125. Clubb 68. 4 (Lotto) ANONIMO. Fortissimae praeparatoriaeque orationes, per quas numeros tres ex quaecunque lottoria sine dubio obtineri possit, et quae sempre prima incidenti die in mense novilunii aut termia die post novilunium recitandae sunt. (1819). € 900 In 8°, 39 pagine manoscritte, 17 pagine bianche. Titoli in inchiostro rosso. E’ contenuto e rilegato un foglietto con appunti. Brossura marmorizzata verde. Ottime condizioni. Curiosissimo manoscritto contenente orazioni, scongiuri e formule magiche per ottenere da Dio i numeri da giocare al lotto. Sono presenti indicazioni per benedire il luogo in cui si voglia operare, i digiuni da seguire, il vestiario da indossare etc. Il lotto fu introdotto nelle varie città europee a partire dal 1539, per il bisogno dei vari governanti di incrementare le entrate dell'erario, motivazione che, alla lunga, prevalse sulle condanne della Chiesa la quale considerava peccaminoso ogni gioco d’azzardo. Di conseguenza si sviluppò un’articolatissima serie di sistemi uniti a preghiere e scongiuri per ottenere una sicura vincita al lotto, ancor oggi floridissima e tutt’altro che conclusa. 5 ANONIMO. Vita di S. Filippo Neri institutore della congregazione dell’oratorio in sessanta tavole in rame disegnate da Pietro Antonio Novelli ed incise da Innocente Alessandri. Venezia, Alessandri, 1793. € 1.000 In folio (mm 410x290). Mezza pergamena coeva con angoli, titolo in oro al dorso. Bell’esemplare ad ampi margini internamente, (tracce di sporco sup. agli angoli inf.) minime mende ai piatti, spellatura all’angolo inferiore internamente del piatto posteriore, piccola mancanza al piatto anteriore nel marg. inf.


Frontespizio figurato in rame con il leone marciano e putti; 60 magnifiche tavole f.t. in rame su carta vergellata con marca d’acqua, tre mezze lune. Splendida raccolta dedicata a San Filippo, eminente figura della riforma cattolica; le tavole finemente incise in rame, entro cornice, disegnate dal noto pittore veneziano pietro Antonio Novelli ed incise da Innocente Alessandri, sono tutte firmate dagli autori al piede e riportano didascalie esplicative degli esemplari episodi del padre fondatore della congregazione dell’oratorio. 6 ARIOSTO LODOVICO. La Lena, comedia di Messer Lodovico Ariosto. Venezia, Vettor de Ravaniani, 1538. € 600 In 8° (mm 147x98); cc. 32 non numerate; legatura in cartone novecentesca (1930 c.); antica nota manoscritta « Testo di lingua » in alto al frontespizio. Commedia in cinque atti, rappresentata per la prima volta nel 1529. Considerata la miglior commedia di Ariosto, si ispira al teatro classico, anche se non manca una acuta osservazione del mondo dell’epoca. Adams, A-1651; Gamba,72 (in nota); Graesse, I, p. 204. 7 ARNU NICOLO. Presagio dell’imminente rovina e caduta dell’impero Ottomano. Delle future vittorie, e prosperi successi della christianità. ... Dato alla luce sotto gli felicissimi auspicii della Lega Santa. Venetia presso Pietr’Antonio Brigonci, 1686. € 1.600 In 4°(mm 215x165);pagg. (8), 91, (1). Occhietto, fregisilografici testatine, e capolettera parlanti. Pergamena semirigida coeva con titolo manoscritto al dorso. Buon esemplare con arrossamenti uniformi internamente e lieve alone al margine superiore. Seconda edizione, la prima è di Padova 1684. Cantamessa, p. 49 , 218.”Arnu sostiene che la caduta della grande monarchia Ottomana, al pari di tutti gli eventi importanti, sia preannunziata da (e prevedibile attraverso) altrettanto importanti congiunzioni astrali e, più in particolare, dalla tripla combinazione (che Arnu definisce impropriamente congiunzione) di saturno, Giove e Marte nei tre Segni di fuoco (cosiddetto Trigono Igneo), la stessa a suo dire che assiste la creazione del mondo e che accompagnò il Diluvio Universale…Arnu evoca due pronostici di altrettanti astrologi, editi nel 1669 e nel 1662….nonchè numerose profezie di indovini vari. Esemplari censiti: uno alla Bibl. Di Norcia, alla Municipale di Dijon; la BNF (2esempl.); Bibl. Centrale Vittorio Emanuele di Roma. 8 BARBERIIS PHILIPPUS DE. Discordantiae sanctorum doctorum Hieronymi et Augustini. (Con:) Sibyllarum de Christo vaticinia. (Con:) Varia Judaeorum et gentilium de Christo testimonia. Proba Falconia, Centones de utriusque, testamenti historijs ex carminibus Vergilii selecti. In fine: Oppenheim (Jacob Koebel ca. 1515). € 4.000 In 4°(mm 195x140), carte 4, 8, 20,18 ultima bianca. Con 14 grandi vignette raffiguranti le sibille entro bordure architettoniche, 7 piccole incisioni in legno e 3 grandi capolettera silografici, tutte ad opera del cosiddetto ”Master of Koebel’s press”. Pergamena rigida del XVII sec. con tre nervi, titolo manoscritto al dorso, tagli rossi. Bell’esemplare in rimarchevole impressione. Lievissime tracce di ossidazione, antico restauro all’angolo inf. della carta b iii del Centones, presenti piccoli forellini di tarlo saltuari. La raccolta comprende varie opere, tra cui le “Discordantiae sanctorum doctorum Hieronymi et Augustini” del Barbieri, ritenuta la sua più importante produzione di carattere scientifico. In questo trattato composto per volontà dell'imperatore, egli difende, quasi polemicamente, la scuola tomistica,


secondo la quale nel pensiero di San Tommaso sono contenute la scienza e la verità. Il contenuto degli altri scritti degli "Opuscula" (i vaticini delle sibille, i carmi della poetessa Falconia, il simbolo anastasiano) induce a pensare che questa raccolta fosse destinata a uso scolastico; conobbe una certa fortuna e varie edizioni, alcune delle quali successive alla morte del Barbieri. Filippo Barbieri (Barberi Filippo, Philippus de Barberis, Philippus Siculus), nato a Siracusa intorno al 1426, fece parte dell'Ordine dei domenicani, presso il locale convento dei predicatori. Si addottorò forse a Catania, insegnante di teologia, divenne famoso come filosofo e oratore. Ricoprì anche la carica di inquisitore in Sicilia e a Malta per il Santo Uffizio; durante un viaggio in Spagna con vigore persuase i sovrani a nominare tre inquisitori per perseguire gli ebrei, (i Giudei recidivi) azione peraltro implicitamente autorizzata da Sisto IV con una Bolla. La terza opera è di Proba Betizia Faltonia, la più importante poetessa latina della tarda antichità. Dopo la sua conversione, Proba compose un poema epico cristiano, il Cento Vergilianus de laudibus Christi o, più semplicemente, De laudibus Christi, composto intorno al 362. Si tratta di un centone virgiliano, cioè di un componimento ottenuto giustapponendo versi estratti dalle opere del poeta mantovano, con modifiche minime, che, nel caso in questione, corrispondono all’introduzione dei nomi biblici. Hain-Copinger, 2454; Panzer, II 243,3; Proctor 11924-26 (copia non perfetta); Naumann Archivio I, P. 163 Treccani (per la prima edizione del 1481): “L'Opusculum de his in quibus Augustinus et Hieronymus dissentire videntur in divinis litteris fu riedito in una raccolta di scritti detta Opuscula (pubblicata per la prima volta nel 1481; il titolo è ricavato dalla prefazione), con il titolo di Discordantiae sanctorum doctorum Hieronymi et Augustini (unico opuscolo della raccolta che sia opera del Barbieri): il contenuto degli altri scritti degli Opuscula (i vaticini delle sibille, i carmi della poetessa Falconia, il simbolo anastasiano, l'orazione domenicale, la salutazione angelica, ecc.) induce a pensare che questa raccolta fosse destinata a uso scolastico; essa, comunque, ebbe una certa fortuna e varie edizioni, alcune delle quali successive alla morte del Barbieri… In conclusione, gli studi del domenicano di Siracusa, onorato della stima di alte personalità del mondo laico ed ecclesiastico, oltre a dare notorietà al suo autore, rappresentano un notevole contributo ai dibattiti filosofici e teologici del tempo e, in particolare, alla diffusione del pensiero tomistico, in ossequio alle direttive dell'Ordine domenicano”; Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Milano 1833, p. 603; Brunet, Manuel du libraire, Paris 1860, IV, coll. 608 s.; Graesse, Trésor des livres rares et Précieux, p. 266; Sander, Handbuch der Inkunabelpreíse, p. 39 8 BERTIUS ATLAS. Theatrum Geographiae Veteris, Duobus Tomis Distinctum, Edente Petro Bertio Bevero. (1618)-1619 € 15.000 In Folio (mm 430x290), due parti in un tomo. Pagg. (14 compreso il frontespizio in rame), pagg. 242 (ma 250); pagg. 28, con un ritratto in rame di Gerardo Mercatore lo stesso dell’edizione del 1605, (40 pagg. di indice), pagg. (4), 46, 20, (2). In Fine: Lugduni typis excudebat Batavorum suis Isaacus Elzevirus sumptibus Iodoci Hondii, anno 1618. L’apparato iconografico è costituito da 28 + 19 mappe incise in rame su doppia pagg. Piena pelle di vitello coeva, dorso con sei nervi, titolo su tassello con dorature agli scomparti e fregi. Fascinoso esemplare con ingiallitura generale della carta internamente, come di consueto, (a volte più pesante). Alcuni aloni all'inizio, macchie di luce e arrossamenti diffusi. Mancanza di carta al margine alto di una pagina. Legatura con mende alle cerniere e spigoli, tracce d’uso. Prima parte: Theatri Geographiae Veteris Tomus prima in quo Cl. Ptol. Alexandrini Geographiae kibri VIII Graecé et Latine Graeca annuncio codici Palatinos collata aucta sunt et emendata Latina Infiniti locis correcta opera P. Bertii Christianissimi Regis Cosmographi Gallie (1618). Questa prima parte è composta da 28 mappe di Tolomeo, incise da Gerardo Mercatore per la sua edizione della Geographia del 1578. Le 28 mappe sono bianche al verso, con il testo greco e latino in colonne parallele. Tutte le mappe sono in bianco e nero. Seconda parte: Theatri Geographiae Veteris posteriore Tomus in imperatoris Itinerarium Antonini quo ... Amsterdam, Jodocus Hondius 1619; contiene il mappamondo romano su quattro fogli di Peutinger stampato dalle lastre di Ortelio, ed una striscia extra (raffigurante il canale della manica magnificato), fatta appositamente per questo atlante e non presente altrove. Infine, ci sono 14 mappe storiche dell’Europa, 12 delle quali prese in prestito dalle mappe del Parergon di Ortelius. Willebrord Snellius di Leida ha contribuito alla


stesura di questo atlante. Koeman, 1- 512; Philips 433; Shirley T.Ptol 1 th; Sabin 66497“Un lavoro importante e prezioso, una raccolta di 47 mappe in tutto”; Stevens 60; Graesse Parte I, p. 351. 9 BIRINGUCCIO VANNUCCIO. Pirotechnia. Li diece libri della pirotechnia. Nelli quali si tratta non solo della diversità delle minere, ma ancho quanto si ricerca alla pratica di esse: e di quanto s’appartiene all’arte della fusione, over getto de metalli e d’ogni altra cosa a questa somigliante. (Venezia), 1550. (in fine: Vinegia, per Giovan Padoano, a instantia di Curtio di Navò, 1550) € 5.500 In 8°(mm 211x155); carte non num. 8, numerate 167, una non numerata che riporta la marca editoriale in silografia; ottantaquattro silografie nel testo ad un terzo di pagina raffiguranti strumenti e metodi per la lavorazione dei metalli, per la produzione di vetri, campane per la distillazione ed altro; frontespizio incorniciato da ricca bordura silografica con il trionfo di Venezia in alto ed il leone di San Marco in basso attorniati da alambicchi, campane, fornaci ed altri strumenti vari, capilettera entro vignette silografiche. Legatura in pergamena rigida posteriore rimontata, titolo manoscritto su etichetta cartacea, filetti rossi al dorso. Bell’esemplare genuino. Antica nota di possesso manoscritta al frontespizio sul margine inf. rimarginato per una probabile precedente eliminazione di altra nota di proprietà; nota cassata al margine est. della seconda carta n.n. Lievi saltuarie tracce d’uso al margine di alcune carte. Seconda edizione, tipograficamente superiore alla prima del 1540, concordemente al parere di Smith & Gnudi, traduttori dell’edizione inglese (1942). Riporta dedica al verso del frontespizio a Guidotto Napio boemo; nel proemio dedica al M. Bernardino Moncellese da Salò. Questo celebre trattato sulla tecnica della lavorazione a fuoco si compone di dieci libri suddivisi in capitoli: descrive i metalli, la metodologia per formare le leghe e per la lavorazione dei metalli stessi, tratta della calamita e sue proprietà, delle miniere, delle fornaci, dell’artiglieria, della distillazione, della fusione, delle campane ed anche dei fuochi artificiali; fu pubblicato postumo nel 1540, tre anni dopo la morte del Biringuccio e riscosse immediatamente successo, dimostrato dalle numerose edizioni di metà Cinquecento. Biringuccio (Siena 1480 - Roma 1537), chimico, mineralogista e metallurgista, professò la matematica e si occupò della fusione dei metalli e della polvere da sparo. Fu al servizio di molti nobili, tra cui Pier Luigi Farnese e il Gran Duca di Toscana. Mieli, “Scienziati italiani”, I, pp. 20-24: ««Il trattato di Biringuccio si può qualificare come la prima opera organica relativa a tutto un gruppo di scienze applicate che sia stata pubblicata nel Rinascimento»». Duveen 79: ” Famous book on metallurgy and mining, containing interesting chapters on alchemy and illustrated by very fine woodcuts”. Duveen p. 79. Dibner 38; Parkinson, Breakthroughs, 1540.Adams, B-2083; Honeyman Coll. 336; Hoover Coll. 131; Mortimer, Italian 66 (Anm.); Wellcome I, 874. 10 BOCCACCIO GIOVANNI. Laberinto d’Amore di M. Giovanni Boccaccio Con una Epistola à Messer Pino de Rossi confortatoria del medesimo auttore. (Senza note editoriali) Unito a: La Fiammetta del Boccaccio per Messer Tizzone Gaetano di Pofi novamente revista. (Al colophon: Impressa per Bernardino di Vitale, & compiuta a duo di Settembre de l’anno M. D. XXIIII € 2.000 In 8° (mm 165x100); I: cc. num. 72; II: carte n.n. 116; segnatura a8, b8, - o8, p4 - q4; al colophon triangolo in silografia. Testo corsivo, capotesta con riquadri vuoti per i capolettera miniati. Solida pergamena semirigida antica, leggermente posteriore, dorso a quattro nervi e titolo manoscritto a inchiostro bruno. Ottimo esemplare, fresco, solo sporadiche fioriture; alcune antiche sottolineature a inchiostro bruno nel Corbaccio. La prima opera è detta anche “Il Corbaccio”, etimologia che sembra derivare dallo spagnolo Corbacho o dal francese Courbache, e sta a significare sferza contro le donne o riferirsi a un uccello nero (un corvo) simbolo dell’amore che rende folli; l’opera è scritta in volgare, seguendo lo schema delle rime petrose negli anni della maturità di Boccaccio, come sostiene il filologo Giorgio Padoan, nel 1365. Apre l’opera la lettera “Al gentile et valoroso giovane messer Francesco Tomacello da Fano, Lucio Paolo Rosello”, sacerdote padovano, segue “Invettiva contra una malvagia donna. Detto Laberinto d’amore, et altrimenti il Corbaccio”, con capolettera inciso in legno entro vignetta. Il carattere è di ispirazione manuziana e tutta l’impostazione imita il costume umanistico nelle aggiunte di dediche e testi introduttivi al lettore (il tipografo Alessandro Paganino, fu un riconosciuto imitatore di Aldo). La


Fiammetta è scritta in prosa dall’autore verso il 1343 – 1344; si tratta di un monologo-confessione di una donna napoletana, che racconta la sua vicenda amorosa alle altre donne, per suscitarne compassione e potersi consolare delle proprie pene; questo tema erge l’opera a novella psicologica, in lingua moderna. Edizione molto rara. Laberinto d’amore “Edizione assai rara, dopo la prima dei Giunti del 1516”, Bacchi della Lega, 116 in nota: “Ediz. In 24°, Nel catalogo Mensuel de livre de occasion rares et curieux, Paris, Bailleu, 1875. Notasi una ediz. del Laberinto d’amore con una Epistola confortatoria a Messer Pino de’ Rossi, s.l. e a. in 8°, come di Alessandro Paganino senza però addurne prova alcuna. Vi si dice essere rara e sconosciuta al Brunet ed al Gamba. EDIT 16 identificativo CNCE 6227. A. Paganino, 79; Zambrini, 161. ICCU: «Pubblicata in Toscolano da Alessandro Paganino tra il 1520 e il 1533, cfr. Sander, n. 1087». Gamba 203 "non ho trovato registrata da verun bibliografo questa stampa". Mostra di manoscritti, documenti e edizioni, Certaldo, 1975, v. 2, n. 42. Per la “Fiammetta“: Non in Adams e BMC, STC It.; Gamba 218 descrive un esemplare dell’ed. veneziana del 1528 curata dallo stesso autore, non cita la nostra, che è precedente.

11 BORGHI BARTOLOMEO. Atlante generale dell’Ab. Bartolomeo Borghi corredato di prospetti istorici, politici, civili, naturali di ciascheduno stato pubblicato a spese di Rosa Parigi e del cav. Giulio Cesare Bertolini. Firenze, Aristide Parigi e Comp., 1819. € 3.500 In folio oblungo (mm 350x470). Frontespizio calcografico, ritratto dell’Autore, [36] carte di prospetti delle carte geografiche descritte interfoliate con 137 carte geografiche, tutte con contorni vividamente colorati a mano d’epoca. Legatura coeva in mezzo vitello con angoli e piatti marmorizzati, dorso riccamente decorato in oro. Bellissimo esemplare ad ampi margini; qualche carta appena arrossata, difetti alle cerniere e abrasioni. Borghi fu considerato “uno dei migliori geografi dell’Europa”, ed il suo atlante è importante soprattutto perché illustra l’assetto geo-politico dell’Europa stabilito dal Congresso di Vienna e mostra quali fossero i territori allora mappati di America, Africa e Oceania. Completano l’opera nove mappe dell’antica Francia, Spagna, Italia, Grecia, Impero Cartaginese ed Egitto, Asia. Bartolomeo Borghi (1750 Monte del Lago, sulle rive del Trasimeno) “uno dei migliori geografi d'Europa" (Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini, 1829). Studioso di geografia, nel 1770 scrisse Descrizione geografica, fisica e naturale del Lago Trasimeno (pubblicato solo nel 1821), e nel 1791 una Dissertazione sopra l'antica geografia dell'Etruria, Umbria e Piceno, arricchendo entrambe le opere di una carta delle regioni descritte. Venne nominato membro delle Accademie Cortonese e Reale di Firenze, e fu incaricato di delineare la carta del catasto pubblico di Cortona e del contado di Castiglione. Collaborò ad Atlante Novissimo, di Antonio Zatta (Venezia 1779 - 1785) per l'area toscana, ma per Atlante geografico di Pazzini Carli (Siena 1798 – 1800) egli tracciò la maggior parte delle carte. La sua opera definitiva fu appunto Atlante generale. 12 BOSCHINI MARCO. Il regno tutto di Candia delineato a parte, a parte, et intagliato da Marco Boschini venetiano. Al Serenissimo Prencipe e regal collegio di Venetia. Venezia, con Privileggio nelli Stati della Chiesa, e della Repubblica di Venetia, 1651. € 12.000 In folio (mm 320x220). Tre carte non numerate con frontespizio calcografico entro riquadro a piena pagina, dedica al principe, allegoria incisa con il Leone di San Marco che campeggia sopra l’isola di Candia con libro aperto “Pax Tibi Marce Evangelista Meus” e spada sguainata; 61 magnifiche acquaforti a piena pagina, molte delle quali ripiegate (tav. n° 1 Il regno di Candia, carta geografica dell’isola con toponomastica ricchissima che descrive le infinite insenature ed isolette; tav. n° 2 Scoglio et For di Garabuse, tav. n° 6 Pianta della Canea, tav. n° 9 Fortezza della Suda, n° 14 Fortezza di Rettimo, tav. n° 23 Città di Candia, n° 25 Candia Assediata (grande tavola fuori formato ripiegata più volte su ambo i lati), n° 33 Fortezza di Spina Longa, tav. n° 39 Città di Settia. Piena pergamena rigida coeva con


titolo impresso in oro su tassello al dorso, traccia di etichetta decorata di scaffale, tagli a spruzzo. Ottimo esemplare su carta vergellata e con marca d’acqua, ottima inchiostratura. Alcune marginali macchioline sporadiche a qualche tavv. Prima edizione della più celebre e rara opera veneziana su Candia. Completo della straordinaria grande tavola dell’assedio di Candia, (di solito mancante), incisa sempre finemente in rame, testimonia il teatro di battaglia, nei dettagli, mostra gli accampamenti, le trincee, le batterie le galere barbaresche che attaccano i vascelli veneziani, soldati a cavallo etc.; ai lati due riquadri con legende. L’autore nacque a Venezia nel 1613, dopo aver studiato belle lettere, probabilmente a Padova, fu discepolo dell’incisore bolognese, attivo a Venezia, Odoardo Fialetti, nonché di Jacopo Palma il giovane, “nei studi che io faceva in mia gioventù” (secondo quanto egli stesso afferma in una lettera al bolognese Malvasia). Fu dunque scrittore d’arte, incisore e pittore (ma della sua attività pittorica nulla rimane). E’ conosciuto per la sua celebre opera la Carta del Navegar Pitoresco (1660), in dialetto veneziano, dedicata all’arciduca Leopoldo Guglielmo e scritta in quartine rimate. Boschini inizia nel 1645 una importante attività di cartografo, anno dell’inizio dell’assedio di Candia; quando l’opera fu pubblicata la città di Candia (Heraklion) era nel quarto anno di un assedio che durò fino al 1669 (6 settembre, quando Francesco Morosini negoziò la resa dopo eroica resistenza) ponendo fine a un dominio veneziano che durava dal 1204. La carta di Creta è una riduzione basata sulla grande carta di Francesco Basilicata di cui sopravvive un solo esemplare alla Biblioteca Nazionale di Francia. Riporta una fittissima toponomastica delle località costiere e delinea con eleganza l’orografia dell’isola. In alto due medaglioni, uno dei quali col leone marciano, e due semplici cartigli, in basso una rosa dei venti. Boschini, nella introduzione alla sua opera, riporta notizie di una sua carta in scala maggiore, pubblicata nel 1645, anno dell'assedio di candia da parte dei Turchi. Questa carta sarebbe insieme a quella di Basilicata il prototipo di questa, inserita nel "Regno tutto di Candia".Pieghe editoriali, alcune minime tracce di tarlo restaurate in basso vicino alla rosa dei venti. Brunet I, 1123; Piantanida 1331; Atabey 136; Blackmer 171 (incorrect plate count); Graesse "Tresor de Livres Rares et Precieux" voll. 1 - 2 p.500. Zacharakis, 592/394; Blackmer/Sotheby's, 37. 13 BOTERO GIOVANNI. Le Relationi universali di Giovanni Botero Benese divise in quattro parti… con le figure, & due copiosissime tavole. Venezia, Agostino Angelieri, 1605. € 2.500 In 8°(mm 190x145); pagg. (34), 240, (20), 152, 183, (7), (16), 79. Opera suddivisa in quattro parti, le prime tre con marca tipografica in silografia ai frontespizi; 4 carte geografiche ripiegate incise in rame raffiguranti l’Europa, l’Asia, l’Africa e l’America; capolettera entro vignette ornate, testatine e finalini incisi in legno. Pergamena semifloscia coeva con lacci e unghie, titolo manoscritto al dorso, tagli rossi. Bell’esemplare che presenta restauro al margine est. della tav. Europa. Lievi saltuarie fioriture, piccolo camminamento di tarlo di circa 3 mm al margine inf. da pag. 154 a pag. 192 che non lede il testo. Un pò allentato. Le carte dell’Europa, Asia, Africa sono del cartografo Giuseppe Rosaccio (Pordenone 1530 circa - 1620 circa) nel secondo stato, firmate in basso a sinistra in lastra, incise da Girolamo Porro (Padova 1520 Venezia 1604), famoso per le incisioni delle mappe nella traduzione di Girolamo Ruscelli della Geografia di Claudio Tolomeo, 1574, e i rami delle mappe di più Famose Isole del Mondo di Porcacchi, del 1572. Il nostro esemplare contiene la mappa dell’America, che deriva da quella di D’Anania nell’edizione del 1582 in primo stato; repertoriata da Philip Burden in “The Mapping of North America” n° 86. Giovanni Botero (1544 – 1617) fu considerato per più di un secolo il miglior geografo esistente. Borba de Moraes I, 114: “For more than a century considered the best geographer in existence”. Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 13 (1971): “Le Relationi universali”. Concepita originariamente come un esame statistico della propagazione ecumenica del cristianesimo, l'opera si allargò via via nel successivo quinquennio fino a costituire un repertorio organico di antropogeografia, con notizie sistematiche sulla configurazione fisica, la densità demografica, le risorse economiche, la potenza militare, la costituzione politica di tutti gli Stati del mondo.


Frutto di laboriosa compilazione, le Relazioni, per il metodo accurato e l'oculatezza nel vaglio dei dati raccolti, segnarono un progresso enorme rispetto alle analoghe opere allora in uso, e per quasi un secolo rimasero un testo istituzionale e informativo di larghissima diffusione, il vero e proprio manuale geopolitico di tutta la classe dirigente europea, con un centinaio di edizioni e traduzioni in latino (Helmstadt 1596), tedesco (Monaco 1596), inglese (Londra 1601), spagnolo (Gerona 1603), e polacco (Cracovia 1609). La parte prima è una descrizione generale, sotto l'aspetto fisico e antropico, del mondo conosciuto; la parte seconda una silloge di dati statistici di prevalente interesse politico; la parte terza uno studio sulla distribuzione delle varie religioni sui continenti terrestri, con notizie storiche sulle recenti attività missionarie; la parte quarta tratta specificamente delle religioni degli indigeni delle Americhe e dell'introduzione del Vangelo in quelle regioni. Una parte quinta, composta dal B. negli ultimi anni della sua vita e lasciata inedita, vide la luce soltanto nel 1895: si tratta essenzialmente di un aggiornamento dei dati della parte seconda, condotto fino alle soglie del secondo decennio del Seicento, cui va unito un interessante censimento "dei numero dei Cristiani e delle altre nazioni". 14 BOULLIAU ISMAELE. Opus novum ad arithmeticam infinitorum. Libris sex comprehensum, in quo plura à nullis hactenus edita demonstratur. Lutetia Parisiorum, Joannis Poquet, 1682. € 500 In Folio (mm 355x240). Pagg. (4), 425, (1). Capolettera, testatine e finalini in silografia. Cartone muto coevo, titolo manoscritto al dorso. Discreto esemplare, con fori di tarlo all’inizio del tomo, tracce d’ossido diffuse, ondulato. Prima edizione dell’ultimo lavoro di Boulliau, nel quale tratta anche dell’opera “Arithmetica infinitorum” di John Wallis. L’autore nato a Londra (1605 – 1694) figlio di un astronomo, convertitosi al cattolicesimo nel 1630, fu bibliotecario della Bibliothèque du Roi a Parigi segretario di Dupuy, successivamente ambasciatore francese in Olanda; grande sostenitore delle opinioni di Galileo Galilei (prese un ruolo importante nella difesa di Galileo nel dibattito tenutosi a Parigi al tempo della pubblicazione del Dialogo nel 1632) e Nicolò Copernico assieme ad altri esimi scienziati ed amici quali Gassendi, Pascal, e Merin Mersenne. 15 BRILLAT-SAVARIN JEAN ANTHELME. Physiologie du Gout, ou Méditations de Gastronomie Transcendante; ouvrage théorique, historique et à l'ordre du jour, dédié aux gastronomes parisiens. Troisième édition. Paris, A. Sautelet (et) Alexandre Mesnier, 1829. € 750 2 voll. in 8°(mm 215x130). Pagg. (4), 410; (4), 432. Elegante mezza pelle di vitello coeva con piatti e tagli marmorizzati, dorso a nervi titolo impresso in oro e impressioni a secco agli scomparti, fregi dorati. Bell’esemplare in elegante legatura. Ottimo stato di conservazione, minime fioriture tipiche della carta. Terza edizione ma prima illustrata da due litografie fuori testo di Henry Monnier. Brillat – Savarin intellettuale e gastronomo (aveva studiato legge e fu magistrato, diplomatico e musicista, insignito della Legion d’Onore) si dedica inizialmente a scritti di carattere giuridico – economico, ma solo successivamente avrà la sua notorietà grazie alla pubblicazione della “ Physiologie du Gout”, che viene pubblicata un anno prima della sua morte. L’opera alterna riflessioni sui cinque sensi, descrizioni e aneddoti, digressioni filosofiche e di costume, annotazioni scientifiche; BrillatSavarin si ispira per le meditazioni, a maestri quali Voltaire, Rousseau, Fenelon, Buffon, Cochin e d'Aguesseau. Il linguaggio che l’autore sceglie è spontaneo, ricco di massime e proverbi vecchi come l’umanità, mescola umorismo e impertinenza, insolenza e derisione; come modernista, egli usa tutti gli stilemi letterari, e quando quelli francesi non sembrano bastare, non esita mai a prendere in prestito una parola, come il sorso inglese drink. Si tratta di un caposaldo teorico della cucina borghese, che eserciterà una straordinaria influenza sulla letteratura culinaria futura; i suoi importanti scritti, analizzati anche dopo la morte dell’autore, saranno annoverati tra i classici. Aprono l’opera 20 venti divertenti aforismi incentrati sull’arte della gastronomia: “Gli animali si nutrono; l'uomo mangia”; “Solo l'uomo dispirito sa come


mangiare”; “Dimmi cosa mangi, ti dirò chi sei“; “La scoperta di un piatto fa la felicità del genere umano più che la scoperta di una stella”; “Un dessert senza formaggio è come una bella donna a cui manca un occhio” ed altri. Impareggiabile «homme d'esprit», secondo la definizione di Balzac, Brillat-Savarin del cibo non coglie tanto l'aspetto edonistico ma soprattutto quello sociale ed è questo che rende la sua opera così moderna. Il critico letterario Roland Barthes omaggia l’A. dicendo: Il libro di Brillat Savarin è dall’inizio alla fine “propriamente umano” poichè è il desiderio che distingue l’uomo. All’autore è stato dedicato nel 1930 il formaggio Brillat Savarin. Vicaire 117:“Nel considerare i piaceri della tavola sotto i più diversi aspetti, m'ero reso conto da tempo che in questo campo c'era da fare qualcosa di meglio di un semplice libro di cucina, e che molto si poteva dire su funzioni così essenziali, così continue e che influiscono così direttamente sulla salute, sulla felicità e persino sugli affari. Una volta stabilita quest'idea madre, tutto il resto è venuto da sé: mi sono guardato intorno, ho preso appunti, e spesso, in mezzo ai più sontuosi banchetti, il piacere di osservare mi ha salvato dalla noia conviviale. Certo, per tener fede agli impegni che m'ero prefisso, ho dovuto improvvisarmi fisico, chimico, fisiologo e persino, in una certa misura, erudito”. 16 BULIFON ANTONIO. Accuratissima delineazione del Regno di Napoli con le sue XII. Provincie distinte. Napoli, fratelli Terres, 1794. € 5.800 In 4° (258 x 195 mm). Frontespizio a doppia pagina, pianta della città di Napoli ripiegata all’inizio, 15 carte geografiche incise in rame intagliate da Cassiano da Silva, a doppia pagina numerate I-XII (la carta del regno, di Ischia e della campagna Felice non sono numerate a stampa ma solo a mano), ma rilegate secondo l’ordine manoscritto che non segue quello originario a stampa. Nota di dono al frontespizio “Dono di D. Pietro ceccotti al Sig. Cap. Defranchis”. Ogni carta è anche titolata a mano, stampato su carta vergellata con marca d’acqua. Brossura editoriale in cartoncino decorato coevo. Cartoncino con abrasioni e mancanze, dorso mancante. Aloni ai margini, pianta di Napoli con qualche macchia. Bella e rara raccolta di carte geografiche disegnate da Francesco Cassiano de Silva che rappresentano il primo atlante geografico interamente concepito, disegnato ed inciso a Napoli. L’atlante è dedicato a Cosimo III de’ Medici e stampato per la prima volta a Napoli nel 1692; una successiva edizione, postuma, viene curata dal nipote Luigi e stampata nel 1734 con il titolo Carte de’ Regni di Napoli e di Sicilia. Questa terza stesura viene pubblicata nel 1794 (Vedi: La Terra di lavoro nella storia, dalla cartografia al vedutismo, Associazione Roberto Almagià, 2012). Bulifon francese di nascita nel 1670 si stabilì a Napoli dove aprì una libreria a San Biagio dei Librai e dove nel 1672 iniziò l’attività editoriale che ebbe notevole fortuna. Le sue simpatie politiche verso gli Spagnoli e i Francesi, lo inimicarono ai Napoletani. Con lo sfavorevole esito delle vicende politiche fu costretto a rifugiarsi in Spagna; la sua libreria fu distrutta nel 1707, in occasione dell’ingresso degli Austriaci a Napoli. Morì in Spagna senza far mai più ritorno a Napoli. Almagià, Studi, p. 313; Associazione Roberto Almagià, La Terra di lavoro nella storia, dalla cartografia al vedutismo, 2012, pag. 68; Phillips 3067 17 CALLEJO Y ANGULO PIERRE, DEL. Description de l ‘isle de Sicile et de ses cotes maritimes avec les plans de toutes ses forteresses. Nouvellement tirés, comme elles se trouvent présentement…On y a ajuté un Memoire de l’etat politique de la Sicile. Par le Baron Agatin Apary de la ville de Catanea. Amsterdam, J. Wetstein & G. Smith, 1734. € 1.600 In 8°(mm 200x 120); pagg. (4), 86, (2); due magnifiche grandi carte geografiche della Sicilia f.t. incise in rame ripiegate più volte, 15 tavv. f.t. per lo più a doppia pagg. di piante di città, sempre in rame; fregi silografici e iniziali ornate. Piena pelle coeva con cinque nervi, ricchi fregi e titoli oro su doppio tassello. Tagli rossi. Frontespizio della prima opera in rosso e nero. Buon esemplare genuino, lievi fioriture e aloni saltuari. In questa terza edizione, appare per la prima volta la Memoria del Barone Agatin Apary della città di Catania, non presente nella seconda edizione viennese del 1719. Mira, vol. I, pag. 153. Lozzi II, 5017.


18 CANINI GIOVANNI ANGELO. Images de Héros, et de grands hommes de l’antiquitè, dessinées sur des medailles. Amsterdam, Wetstein, 1731 € 800 In 4° (mm 265x210); carte 2 non num. con ritratto di Etienne Picart inciso dal figlio Bernard e con un’allegoria, CXV con ritratti in rame di personaggi storici e mitologici dell’antichità. Volume di sole tavole privo della parte di testo parallelo italiano e francese. Mezza pelle verde di fine settecento con tassello in marocchino rosso recante titolo impresso in oro al dorso, bordure in oro. Bell’esemplare, marginoso, con rare e leggere fioriture e qualche alone di umidità. Ex libris di G. Borghini. Seconda rara edizione di questa raccolta di medaglie, pubblicata in prima edizione a Roma nel 1669 da Marco Antonio Canini, fratello di Giovanni Angelo, autore dell’opera. Le incisioni sono di E. Picart, Giuseppe Testana genovese, G. Vallet. Etienne Picart (Parigi 1632 – Amsterdam 1721) fu incisore ufficiale del re di Francia e dell’Accademia reale di pittura e scultura. Figlio del libraio parigino Bernard, fu avviato alla carriera di incisore da François de Poilly I. Dal 1655 al 1661 fu a Roma con l’amico Guillaume Vallet (1632–1704), donde ricevette il soprannome di “le Romain”. A Roma, Picart compì riproduzioni in rame di opere d’arte del Reni, Domenichino, Tintoretto e Francesco Albani. Tornato a Parigi, Picart fu ammesso all’Académie Royale de Peinture et de Sculpture. Cicognara 2792.

19 CARRION FRANCESCO-CESPEDES GREGORIO, MEXIA LOURENÇO-FROES LUIS-CABRAL FRANCISCO. Alcune lettere delle cose del Giappone. Dell’Anno 1579. insino al 1581. Roma, Francesco Zannetti, 1584 € 10.000 In 8º (mm 160x110); pagg. 159; marca editoriale in silografia al frontespizio della compagnia di Gesù, testo corsivo, marca d’acqua, capolettera istoriati e finalini in legno. Pergamena floscia coeva, tracce di bindelle. Bell’esemplare, lieve alone saltuario marginale all’angolo inf. tracce d’uso alla pergamena. Prima edizione rara. Questa prima edizione fu editata contemporaneamente a Milano, Brescia, Roma e Napoli; dell’edizione di Roma esistono due varianti pubblicate nello stesso anno con frontespizio diverso; la seconda presenta correzioni e 158 pagine invece delle 159 di questa nostra prima edizione, che è decisamente più rara. Queste lettere forniscono un grande numero di informazioni di prima mano sul Giappone e rappresentano in generale una delle primissime documentazioni dell’attività gesuitica nell’est asiatico e della loro importanza sotto il profilo della conoscenza di queste zone nel mondo occidentale. Il lavoro è molto importante per la storia della presenza portoghese dei gesuiti in Giappone ed è costituito da lettere e estratti di lettere di arditi sacerdoti e missionari gesuiti: Francesco Carrion, Gregorio Cespedes, Lourenço Mexia, e i portoghesi Luigi Froes e Francisco Cabral. Queste lettere sono le prime notizie di autori occidentali della storia del Giappone e dell’ Estremo Oriente delle grandi modifiche avvenute in queste regioni verso la fine del regno dell'imperatore Nobunaga. Si raccontano fatti vissuti dai Padri Gesuiti, sempre in continua peregrinazione e sotto continua minaccia di persecuzioni e morte; la facilità di incontrare a volte, persone gentili, come principi o aristocratici convertiti o ancora Bonzi che li aiutavano in luoghi tanto ostili dove regnava la confusione e la guerra, considerando l’ardire dei giapponesi nel ferire di spada gli uomini di qualsivoglia stato, senza farsi troppi scrupoli. La prima lettera di Carrion, del 1579, al generale della Compagnia, traccia una descrizione dettagliata di alcune regioni del Giappone e narra i fatti avvenuti a Figen, Fingo, Chicussem, Chicungo, Bungo, Meaco, e Amangucci. Segue un estratto del Padre Gregorio de Cespedes per l’anno 1579; Una lettera del padre Lorenzo Mexia al padre generale della Compagnia di Gesù l’anno 1580. La lettera di Luigi Froes, datata 19 Maggio 1581, racconta del viaggio ad Anacasama e delle esperienze di accoglienza da parte della popolazione, di Chitanocchia, la visita a Xibatadono, personaggio considerato quasi un re, che fece un convitto splendido ai missionari e delle considerazioni benevole dei principi ed aristocratici nei loro confronti. Segue una lettera del padre Froes datata il 14 Aprile 1581 scritta in Meaco in cui


descrive il rapporto con i patrizi che giunsero alla festa al cospetto di Nobunaga. Infine copia di una lettera del Padre Francesco Cabral. Laures: "In 1580 a total of 59 Jesuits (28 Fathers and 31 Brothers) were active in Japan. The times were characterised by a great deal of political uncertainty. Fr. Cespedes talks about the possibility of converting Oda Nobunaga, one of the main leaders in the power-struggle that had enveloped the whole country. Fr. Fróis accompanied the Italian Visitor Valignano on his first travels from Funai to Sakai. They were collecting information on the various provinces and discussed the coming of the other Orders, for example, Franciscans and Dominicans to Japan, as well as the question of appointing a bishop for the whole of the country" BM STC It., p. 349. Streit, v. IV, p. 437. Cordier, 74. Manca ad Adams, Nipponalia e a Sommervogel. 20 CESARE GIULIO. I Commentari di Giulio Cesare, con le figure in rame de gli alloggiamenti, de fatti d’arme, delle circonvallationi delle città, & di molte altre cose notabili descritte in essi fatte da Andrea Palladio…Venezia, Foglietti, 1618 (ma 1598 in fine). € 1.300 In 4°(mm 210x155). Pagg. (40), 407. Marca editoriale al frontespizio in silografia, alcuni capolettera entro grandi vignette ornate, testatine sempre inc. in legno; 42 tavole f.t. magnificamente disegnate da Andrea Palladio su doppia pag., 2 delle quali raffigurano le carte geografiche della Francia e della Spagna. Pergamena molle coeva, titolo manoscritto al dorso. Bell’esemplare genuino, che presenta saltuari aloni (all’inizio alone marcato per poche pagg.) e tracce d’ossidazione, sguardia anteriore rinnovata. Tassello in carta antica con nota di possesso, incollato al piede del frontespizio. Rara seconda edizione dell’unica opera non architettonica di Palladio, esemplata sulla prima, del 1574, con la traduzione di Francesco Baldelli; venne ristampata nel 1598 con errore di data del frontespizio (1618) mentre il colophon cita 1598. Brunet I, 146; Fowler 237;Mortimer 97. 21 CHAPUSOT FRANÇOISE. La cucina sana, economica ed elegante secondo le stagioni. Torino, Tip. Favale, 1846. € 900 4 tomi in 8° (mm 230x142), pp. XVI, 142; XVI, 157; XV, 96; XVI, 175; Elegante mezza pelle verde coeva dorso con titolo impresso in oro, fregi a piccoli ferri. Piatti marmorizzati. 16 raffinate tavv. f.t. ripiegate in litografia, quattro per ogni volume poste in fine (i quattro volumi sono dedicati ognuno ad una stagione), raffigurano 31 portate coreografiche, a volte con architetture molto elaborate, (Galantina d’anguilla al burro di Montpellier, lingua di Magonza alla gelatina, piramide di pasta genovese, etc.) nei piatti da portata campeggiano cornucopie da cui fuoriescono insalate di crostacei, saporite pietanze a forma di castello, mulino o piramide. La tav. n° 1 e la n° 2, nel vol. “Inverno”, recano al piede di pag. la firma autografa dell’ autore. Presenti anche delle schede tecniche riguardanti carni, pesci, ma anche uova e pasta. Bell’esemplare con ampi margini, minime mende a cerniere, internamente sporadiche saltuarie fioriture, timbretto di collezzione privata alle sguardie. Rara prima edizione di questo ricercato e raffinato ricettario ottocentesco ricchissimo di precetti generali che a parere dell’autore, nella prefazione, valgono più di mille minute particolarità, oltre che alle ricette ordinate per stagione, inverno, primavera, estate, autunno. Ogni fascicolo ha una sua introduzione con una serie di interessanti accorgimenti rivolti a tutti i cuochi, al fine di avere una cucina igienista. L’a. tralascia le ricette popolari per privilegiare pietanze internazionali, senza dimenticare la regionalità piemontese, troviamo una serie di piatti tipici nel fascicolo “Inverno”. Dà particolare apprezzamento a brodi e zuppe, asparagi, riso e pesci d’acqua dolce come la lamprè ormai quasi estinto, il brodo di rane vercellesi e di vitello per esempio, fanno parte della categoria destinata alla cura dei malati. Francesco Chapusot ha lasciato un’impronta importante nella gastronomia italiana del XIX secolo; nativo di Plombières-les-Dijon, fu capocuoco dell’ambasciatore d’Inghilterra a Torino, Ralph d’Abercromby, dal 1841 al 1851. L’opera ebbe notevole successo, venne ristampata nel 1851 e nel 1855. Westbury, 47. Vicaire, 164. Bitting, 83 (parla erroneamente di 32 tavole, in luogo di 32 figure su 13 tavole). B.I.N.G., 475. Paleari Henssler, n. 602.


22 COELHO GASPAR. Lettera annale delle cose del Giapone del M.D.LXXXII. Insieme a: Relatione della felice morte di cinque religiosi della compagnia di Giesu et di alcuni altri secolari ammazzati da’ Gentili per la Fede, nell’India Orientale. L’anno 1583. € 9.000 In Milano, Appresso Pacifico Pontio, 1585. In 8° (mm 151x102). Pagg. 118, (2). Insegna gesuitica al frontespizio in silografia, capolettera istoriati incisi in legno; testo corsivo romano. Cartone muto d’attesa. Bell’esemplare genuino. Prima rara edizione, editata contemporaneamente a Milano e Roma. Questa nostra edizione milanese è molto più rara rispetto alla romana. Assai interessante resoconto “del P. Gaspare Coeglio Viceprovinciale al molto R. P. Generale della Compagnia di Giesu”; narra della vita nelle case e residenze dei Padri Gesuiti nelle impervie zone del Giappone; le descrizioni raccontano precisamente ”delle zone del Ximo, della residenza e seminario di Arima, di Nangasache e d’Omura, della residenza d’Amacusa, della casa del novitiato de Usuchi, del collegio Funai, & residenze di Yu, delle case & residenze del Meaco, del seminario d’Anzuchyama, di Tacasuche, e infine racconta della residenza & della cristianità di Cavaci”. Si tratta di estimonianze originali di vita vissuta dai Padri Gesuiti, sempre in continua peregrinazione e sotto continua minaccia di persecuzioni e morte; essi praticavano l’evangelizzazione in una terra ricca di contrasti, dove si potevano incontrare principi o aristocratici convertiti, che li aiutavano in luoghi tanto ostili, dove regnava la confusione e la guerra, ma pure nemici della religione cristiana, considerando l’ardire dei giapponesi nel ferire di spada gli uomini di qualsivoglia stato, senza farsi troppi scrupoli. È in questa lettera che viene annunciata per la prima volta la decisione del Padre Visitatore Alessandro Valignano di inviare quattro giovani giapponesi in Europa, una decisione mediata dal desiderio di magnificare il lavoro evangelizzatore dei Gesuiti in Giappone, ma anche da motivi economici (ottenere per le missioni giapponesi finanziamenti dalla corte papale). È proprio in questo documento, che troviamo citati per la prima volta i nomi dei giovani aristocratici, detti i “quattro ambasciatori”; che partiranno per l’Europa e che giungeranno a Milano il 25 luglio 1585: sono Itō Sukemasu Mancio inviato del daimyō Ōtomo Yoshishige Sōrin Francesco, signore di Bungo (suo zio) e Chijiwa Seizaemon Michele, rappresentante di due daimyō cristiani. Essi erano accompagnati da due giovani Nakaura Giuliano e Hara Martino, per cui si parla di quattro ambasciatori, anche se in realtà solo i primi due erano i rappresentanti dei signori del Kyūshū ansiosi di rendere omaggio al Papa. Si trattò comunque di un’ambasceria non autorizzata dall’imperatore anche se durante il viaggio in Europa essi furono presentati non solo come inviati di re ma come re loro stessi, in particolare Itō Mancio. Sul loro soggiorno milanese scrisse Guido Gualtieri. Infine, da pag. 105 a 118, è la ”Relatione della felice morte di cinque religiosi della compagnia di Giesu et di alcuni altri secolari ammazzati da’ Gentili per la Fede, nell’India Orientale. l’anno 1583. Cavata da una del P. Alessandro Valignano, Provinciale dell’India al P. Generale della Compagnia di Gesù, data in Goa à 28 di Dicembre dell’istesso anno”. Tratta dei Padri Ridolfo Acquaviva, Alfonso Pacecco, Antonio Francesco, Pietro Berno, e del fratello Francesco Aragna, che offrirono la loro vita per amore di Gesù il 15 di Luglio del 1583, ammazzati crudelmente per avere offerto la conversione agli infedeli, per mano dei Gentili, che sono nelle terre di Salsete. OPAC-SBN: Biblioteca civica – Cuneo; Biblioteca Universitaria – Genova; Biblioteca comunale Passerini-Landi – Piacenza; Biblioteca dell'Istituto italiano per l'Africa e l'Oriente - IsIAO – Roma.

23 COLLEONI CELESTINO. Historia quadripartita di Bergomo et suo territorio nato gentile e rinato cristiano…In Bergomo, Per Valerio Ventura, 1617. € 1.000 In 4° (mm 215x165); pagg. 32, 614, (2 di registro con marca editoriale del Ventura in silografia). Bella e grande vignetta entro ovale con la veduta di Bergamo in silografia al frontespizio. Grandi iniziali ornate, finalini, 2 incisioni nel testo in legno, note a stampa al margine. Cartone muto coevo etichetta di scaffale al dorso. Bell’esemplare genuino con tracce del tempo internamente, qualche ossidazione e aloni al margine esterno alla fine del tomo, lievi sporadiche fioriture, macchioline di inchiostro al marg. est. a pag. 505, tracce orizzontali o longitudinali di tarlo saltuario, che per poche pagg. lede il testo (qualche parola) al margine esterno. Piccoli fori al frontespizio restaurati. Tracce d’uso alla legatura.


Prima edizione della prima parte di questa interessante opera di storia locale su Bergamo e il suo territorio, redatta dallo storico Celestino Colleoni, (Padre Cappuccino nato verso il 1550 a Bergamo dalla stessa famiglia del capitano Bartolomeo Colleoni) suddivisa in undici libri, in cui si trovano cenni mitologici e origini etnologiche delle prime genti che colonizzarono il territorio, le principali famiglie, fatti d’armi degni di nota storica, descrizioni fisiche e geologiche del territorio, sue produzioni agricole e risorse minerarie (dalle miniere di ferro infatti si ricava il “ferro di lignola”, una miscela di metalli ottimi per forgiare armature); cita la peste e poi ancora fatti curiosi, rapine, omicidi, calamità abbattutesi sulla città ed altri avvenimenti. Opera che sebbene si dica quadripartita consta di tre parti; la seconda e terza parte furono editate a Brescia nel 1618, dagli editori Sabbi e Bizardo. Lozzi, I, 321. Opera rara. 24 CORONELLI VINCENZO MARIA. Memoires, historiques & geographiques du royaume de la Moree, Negropont, & des places maritimes, jusques à Thessalonique…Amsterdam, chez Wolfgang, Waesberge, Boom, & Van Someren, 1686. € 3. 300 In 8° (mm 160x100); pagg. (4), 232, (2) con 42 tavole in rame a doppia pagina raffiguranti carte, piante e vedute del Peloponneso e sue città e vestigia. Legatura in elegante pergamena rigida, titolo manoscritto al dorso. Bell’esemplare ben conservato. Prima edizione pubblicata in Olanda, il cui testo presenta una nuova traduzione; le tavole sono incise nuovamente. Bell’edizione di questa importante opera coronelliana. Blackmer 407; Weber 810. 25 DA COSTA CHRISTOVAO. Trattato di Christoforo Acosta Africano Medico, & Chirurgo Della historia, natvra, et virtv delle Droghe Medicinali, & altri Semplici rarissimi, che vengono portati dalle Indie Orientali in Europa, Con le Figure delle Piante ritratte, & disegnate dal viuo poste a' luoghi proprij. Nuouamente recato dalla Spagnuola nella nostra Lingua. Con due Indici, vno de' Capi principali, l'altro delle cose di più momento, che si ritrouano in tutta l'Opera. Venezia, Francesco Ziletti, 1585. € 3. 200 In 4°(mm 244x170). Pagg. (50), 342 (ma 340 per malnumerazione da 288 a 300). Marca editoriale al frontespizio con stella a sette punte entro cornice architettonica. Testatine e capolettera istoriate in legno. 47 tavole a piena pagina in silografia, 45 di piante tropicali e due di elefanti; errata corrige e registro in fine. Dedica a Melchiorre Guilandino (15201589), illustre professore di botanica tedesco a Padova. Piena pergamena rigida settecentesca; titolo in oro sul tassello al dorso. Antiche annotazioni, piccoli disegni e note di possesso manoscritte al frontespizio. Buon esemplare, antico restauro al margine sup. dell’ultima carta, lievi saltuarie ossidazioni, solo i quaderni A e D più ossidati. Cristóvão da Costa o Cristobal de Acosta pubblicò la sua famosa opera per la prima volta in Spagnolo, a Burgos, nel 1578. E’ conosciuto inoltre come Acosta l’Africano poiché nato in una colonia portoghese in Africa. A Goa (India) fu assunto come medico a serivizio del vicerè Luis de Ataide, in 1568. Ebbe la possibilità di raccogliere nozioni botaniche sulle proprietà delle piante tipiche dei territori che visitò a seguito dei suoi spostamenti nell’India Orientale. Tornato in Europa nel 1576 si dedicò totalmente al trattato sulle droghe e medicine delle Indie orientali, opera che ebbe notevole successo. Carolus Clusius realizzò una versione del trattato in latino stampata ad Anversa nel 1582. Solo nella edizione del Ziletti, tuttavia, si può osservare l’intero set di incisioni e il testo completo presente nella versione originale. Inoltre, l’ultimo capitolo del testo consta del cosiddetto “Trattato sull’elefante e dele sue qualità”, il primo studio occidentale riguardo l’elefante indiano. Bradley, III, 276; Colmeiro, 239; Palau, 1694; Pritzel, nova, 13.


26 DE AMMON FEDERICO AUGUSTO - BAUMGARTEN MAURIZIO. La chirurgia plastica criticamente esposta giusta le prestazioni sue fino al di d’oggi. Versione italiana dal tedesco con un’appendice di Luigi Chiminelli. Venezia, Tip. Cecchini e Naratovich, 1845. € 1.000 In 8° (200x135). Pagg. 556. 1 tabella più vole ripiegata in fine. Mezza pelle coeva con titolo impresso in oro al dorso, fregi con piccole greche. Buon esemplare genuino. Lievi fioriture. Opera di grande rarità, tradotto in italiano da Luigi Chiminelli che lo presenta come “miglior trattato di Chirurgia plastica che finor si possegga”(pag. 11). L’opera è suddivisa in dieci sezioni. La prima è dedicata alla rinoplastica, la seconda alla cheiloplastica, la terza alla blefaroplastica, la quarta alla cantoplastica, la quinta alla meloplastica, la sesta alla otoplastica, la settima alla oscheloplastica, l’ottava alla postioplastica, la nona alla utilizzazione del derma per la cura delle fistole e delle ulcere, e la decima contiene alcune preziose considerazioni sia sui pericoli che sugli abusi della chirurgia plastica e sulle operazioni da trattare in futuro. Le sezioni mediche sono precedute talvolta da presentazioni storiche della letteratura della plastica chirurgica, sono menzionati i vari casi trattati, e inoltre riporta le innovazioni dei procedimenti operativi del medico Ammon, le modifiche e critiche. L’opera di Ammon influenzerà profondamente il modo di operare nelle chirurgia plastica. Da pag. 403 vi è l’appendice all’opera sulla chirurgia, redatta dal dott. Chiminelli, il quale entra in polemica con le posizioni dell’autore circa l’arretratezza e addirittura l’inesistenza della chirurgia plastica in Italia. Per il Chiminelli difatto traccia una sorta di bibliografia medica chirurgica, citando i capisaldi italiani di questa disciplina nei vari secoli.

27 DELLA PORTA GIOVANNI BATTISTA. De hum.(mana) physiognomonia Io. Baptistae Portae neapolitani de humana physiognomonia libri III ad Aloysium Card. Estensem. Vici Aequensis, apud Iosephum Cacchium, 1586. € 2.800 In Folio (mm 305x215); pagg. (4), 265 (ma 272) con iniziali figurate, fregi e testatine silografiche; frontespizio con ritratto dell'autore inciso in rame; p. 4 con ritratto del cardinale Luigi d'Este, cui l'opera è dedicata, in elaborata cornice barocca; 85 incisioni in rame nel testo di cui 4 a piena pagina (due al primo e due al quarto libro), numerosi errori di numerazione. Legatura moderna in piena pergamena rigida con riutilizzo di materiale antico, titolo in oro su tassello originale al dorso, sguardie moderne. Qualche restauro al frontespizio ed alle prime carte così come a quelle finali, ma buon esemplare che presenta lievi ossidazioni. Prima edizione del primo libro stampato a Vico Equense, redatta dal famoso medico matematico napoletano (Napoli 1535-1615), fondatore della ”Accademia degli Oziosi”, esperto di scienze occulte e fondatore della fisiognomica. Interessante opera assai curiosa nel suo apparato iconografico che influenzerà le generazioni di scienziati successivi. Interessanti le analogie figurative tra animali e uomini su cui l’autore basa le proprie teorie, poi sviluppate da Lombroso, secondo cui i caratteri somatici sono evidente espressione di carattere.

28 DENON DOMINIQUE VIVANT. Viaggio nel basso ed alto Egitto. Illustrato dietro alle tracce e ai disegni del Sig. Denon. Firenze, Giuseppe Tofani, 1808. € 4.500 2 voll. In folio (mm. 580 x 400), mezza pergamena coeva con titolo su tassello in oro al dorso e piatti marezzati. Vol I: pagg. XI, (1), 214, una bianca, con la dettagliata spiegazione delle tavole. II volume II: raccoglie 151 magnifiche tavole (molte con piu figure) incise quasi tutte in acquatinta a piena o doppia pag. numerate A-G e 1-144. Bell’esemplare con ampi margini su carta vergellata in barbe, solo lievi ossidazioni e tracce d’uso alla legatura. Note a lapis alla sguardia iniziale rimandano alla spiegazione della numerazione sempre a lapis, posta a lato delle tavv. che si riferisce all’edizione di Parigi del 1803.


Prima edizione italiana di questo celebre racconto del viaggio compiuto dall’autore al seguito di Napoleone. (La prima, di Parigi, del 1802 è illustrata da 143 tavv.). Le tavole sono il risultato di un lavoro eseguito da un’equipe di artisti italiani quali: Angelo Volpini, Francesco Inghirami, Giovanni Battista Cecchi, Giovanni Pacini, Giuseppe Pera e Luigi Sabatelli, su disegni e schizzi originali del Denon stesso. Le tavole raffigurano vedute, piante, ritratti, carte geografiche, planimetrie, particolari archeologici, costumi popolari. Dawson “Who was who in Egyptology”, pag. 83: “He not only visited the Delta but travelled throughout Upper Egypt making a great collection of drawings and antiquities; he carried out his task of recording the Egyptian monuments very well, and also wrote an account of his journey. The “Voyage dans la Basse et la Haute Egypte” was issued in 1802 in 2 large fol. vols. and had a profound effect on European scholarship, running to several editions and being translated into English, German and Italian; Brunet II, 59: “ouvrage intéressant et d’une exécution soignée; il contient quelques notes et des augmentations qui sont dues à l’Abbé Fontana, alors bibliothécaire de la Ricardiana”; Graesse II, 362:”ouvrage magnifique”. 29 ELISIUS JOHANNES BAPTISTA-BONHOMUS ALPHONSUS. Succinta instauratio de balneis totius Campaniae: cum libello contra malos medicos...Item Elisianum auxiulium in horribile flagellum morbi gallici, contra barbaros ac vulgares empericos. (Napoli, Frezza, 1519 c.). € 3.000 In 4° (mm 210x145); carte n.n. 14; 7 (su 8, manca l’ultima bianca); splendido frontespizio silografico con bordura ornamentale. Antico cartone muto rimontato. Molto ben conservato, qualche macchiolina. Prima edizione. Interessante e rarissimo post-incunabolo, pubblicato riunendo tre opere, di cui solo due presenti editorialmente; manca ab origine “La volgare instauratione Elisiana de li bagne neapolitane & puteolane…” traduzione in volgare della prima opera, che editorialmente occupa i quaderni C e D dell’opera con 12 carte. Dalla antica numerazione manoscritta consecutiva delle due opere da noi possedute, posta in alto, si desume che la parte mancante non sia mai stata inserita nel volume. L’opera cita e descrive brevemente tutte le fonti termali della Campania. Fino al 1500 poche notizie si hanno sulle sorgenti, a parte qualche scritto ritrovato (vedi Pietro da Eboli, col suo De Balneis Terrae Laboris, un poemetto in versi composto tra il 1211 e il 1220, dedicato a Federico II, nel quale sono indicati 35 bagni termali della zona compresa fra Napoli, Pozzuoli e Baia). In seguito Giovanni Elisio, un medico del XV secolo, curò una nuova edizione, arrivando a descriverne ben 42. Nel 1519 il trattato di Elisio "Succinta instauratio de Balneis" fu dato alle stampe attirando l’interesse dei governanti dell’epoca a frequentare le acque dell'isola di Ischia, in particolare di Casamicciola. Come indicato nel titolo, la seconda opera (editorialmente terza parte della raccolta) è costituita dal “Libellus Arabicus in malos medicos” di Alfonso Buonuomo tradotto in latino dallo stesso Elisio, che era medico del vescovo Francesco Piccolomini. La British Library possiede un esemplare del solo “Libellus” con uguale collazione e riferisce: “a fragment of a larger work which may have been the Succinta instauratio de balneis totius Campaniae of Elisius”; attribuisce inoltre l’edizione allo stampatore tedesco attivo a Roma Johannes Beplin. Lozzi, I, 1037 cita un’ edizione del 1519, considerata assai rara e non in possesso della Biblioteca Nazionale di Napoli; P. Manzi, La tipografia napoletana, p. 191 30 FOSCOLO UGO. La chioma di Berenice, poema di Callimaco tradotto da Valerio Catullo volgarizzato ed illustrato… Milano, dal Genio Tipografico, 1803. € 900 In 8° (mm 215x146); pagg. (10), 9-228; legatura ottocentesca in mezza pelle (leggermente posteriore), titolo e autore in oro su tassello granata al dorso, arricchito da piccoli fregi in oro. Piccolo difetto reintegrato al dorso, traccia di una piega verticale ad alcune pagine ma per il resto ottimo esemplare assai fresco. Rara prima edizione in prima tiratura, prima delle modifiche di testo a pagina 225. Foscolo, accortosi di alcuni errori, apportò delle modifiche sulle copie invendute (circa 400). Nella prima tiratura si legge a pag. 225 “… e sulle Sirene incantate da Ulisse perch'ei gettò nel mare i proprj genitali" mentre nella seconda "… e sopra Arione che scongiurava i diavoli in corpo alle cavalle come un dì facea il figliuolo


d'Isai co' diavoli del suo re". A causa dell’allungamento del testo nella pagina 226 nella seconda tiratura ci sono sei righe rispetto alle cinque originarie. Ottolini 104, Acchiappati 34. 31 GIULINI GIORGIO. Memorie spettanti alla storia, al governo, ed alla descrizione della Città, e della campagna di Milano, ne' secoli bassi. Milano, Gio. Batt. Bianchi, 1760 - (1775) € 4.500 12 vol. in 4° (mm 285x210); frontespizi in rosso e nero con vignetta calcografica, grande vignetta a capotesta incisa in rame al primo vol. con la Basilica di S. Ambrogio, capolettera entro grandi vignette parlanti sempre in rame. Pagg. (26), 476, con 14 tavole f.t.; 486, (2, indice) con 6 tavv. f.t.; 539, (3) con 10 tavv f.t.; 548 con 7 tavv. f.t. ; 604 con 5 tavv. f.t. ; 560 con 10 tavv. f.t.; 603 con 6 tavv. f.t. ; 704 con 6 tavv. f.t. ; 580 (con errori nella numeraz.), (4) con 2 tavv. f.t. ; (8), 588 con 7 tavv. f.t. ; (4), 666 con 4 tavv. f.t. ; (4), 656 con 5 tavv. f.t. Complessive 82 tavv. incise finemente in rame, compreso il ritratto dell’arciduca Pietro Leopoldo, cui l'opera è dedicata; le tavole, molte ripiegate, incise da Giulio Cesare Bianchi, rappresentano un ricco apparato storico artistico milanese; vengono raffigurati palazzi e chiese, monumenti antichi, oggetti d’arte, (nel vol. IX troviamo le due grandi tavole ripiegate più volte, la pianta e la carta topografica). Cartone muto d’attesa con titolo manoscritto al dorso su alcuni dorsi. Bell’esemplare genuino a pieni margini su carta forte con barbe in bella inchiostratura; lievissime tracce di ossido saltuario a qualche vol.; lievi tracce del tempo a cuffie e spigoli. Prima edizione di questa pietra miliare della storia medievale di Milano; nel 1760 vennero pubblicati i primi nove volumi dalla caduta dei Longobardi (774), con l’uscita della “Continuazione delle Memorie” nel 1775, si arriva alla morte del Duca Filippo Maria Visconti nel 1447. «Topografia, edilizia, idraulica, belle arti, lettere, monetazione, economia, commercio, agricoltura, industria, costumi pubblici e privati, genealogia, araldica, tutto insomma, ogni lato dell'intensa vita di una grande città per otto o nove secoli ha qui uno sviluppo narrativo secondo che l'ampiezza della cognizione storica lo richiede volta per volta, sì che più che una storia di Milano, abbiamo un ''De Rebus Mediolanensibus'' nel più ampio significato della parola» (cfr. Venturini, Storia di Milano). Hoepli 711. Predari, p. 151; Platner 205; Lozzi, I 2634; Schlosser Magnino, p. 572

32 (GOYON DE LA PLOMBANIE HENRY). L'homme en société, ou nouvelles vues politiques et economiques pour porter la population au plus haut degré en France. Amsterdam, Rey, 1763. € 1.900 Due volumi in 8° (mm 150x92); pagg. XII, 262; 2 cc., pagg. 280. Legatura coeva con dorso a cinque nervi, scomparti con fregi dorati, tagli rossi, filetto a secco ai piatti. Bell’esemplare con lievissime tracce d’uso. Prima edizione della più rara ed importante opera dell’autore, contenente idee all’epoca piuttosto sovversive e moderne, tali da suggerire la pubblicazione anonima dell’opera, animata da una visione socialista. (INED): « Plan de réformes entraînant la suppression des métiers parasites, l'élévation des salaires des journaliers, l'amélioration du sort des paysans, des maisons de retraite pour les malades, les vieillards, les infirmes, de façon à assurer au genre humain, avec la suppression des abus de l'administration, le bonheur commun et projet de règlement au sujet des femmes publiques »; Kress, 6105 ; Higgs, 3036 ; INED, 2117 ; Goldsmiths, 9831; Barbier II, 856 33 GOUFFE JULES. Le livre de cousine par Joules Gouffè comprenant la cousine de mènage et la grande cuisine avec 4 planches... en chromo – lithographie et 182 vignettes sur bois. Paris, Librairie De L. Hachette et C., 1877. € 550 In 4° (mm 270x170). Pagg.(4) XI, (1), 826 (1). XXV Piacevoli litografie f.t., una in antiporta, eseguite da Painlevé da disegno di Etienne Eugène Ronjat, fra le quali 4 in cromolitografia, 161 incisioni silografiche intercalate nel testo. Mezza pelle verde coeva, piatti in cartone marezzato dello stesso colore, titolo impresso in oro e triplo filetto. Buon


esemplare internamente che presenta lievi fioriture e un pallido alone al marg. sup., tracce d’uso ai piatti, alle cerniere e spigoli. Terza edizione di uno tra i più belli e stimati libri di gastronomia dell’Ottocento, capolavoro di Gouffé. Si tratta di una raccolta di migliaia di ricette, riguardanti tutti i tipi di pietanze, dagli antipasti alla pasticceria, che Gouffé stesso amplia nelle successive opere (“Le livre de Parisserie”, “le livre des conserves”, “le livre des Soupes et des Potages”). Gouffé (Parigi 1809 – Neully sur Seine, 1877) celebre gastronomo inizia la carriera dal padre in pasticceria a Parigi in Rue Neuve St Merri, passa poi in ambasciata austriaca come allievo di Antonin Careme. Stabilitosi poi in Rue du Faubourg St. Honoré nel 1840 e sotto i consigli di Dumas padre del Barone de Brisse, divenne “Chef de bouche” al Jockey Club. Egli si meritò anche l’epiteto di “Apotre de la cuisine décorative” e di “Careme du Second Empire” e la sua opera gastronomica secondo le parole di Weiss, “Eine Brucke von Careme zu Escoffier” (un ponte tra Careme ed Escoffier). Vicarie, p. 417 per la prima edizione,”cet ouvrage culinarie est, avec ceux d’Urbain Dubois,un des plus complets et des plus serieusementtraites qui existent; les recettes que l’on y trouve sont fort recherchées, mais il faut avoirun budget assez important, affectè aux depenses de table, pour pouvoir suivre les savants conseils de ce maitre de l’art culinaire”. HornArndt, 444. Cfr. Schraem Katalog, 46. Bitting, pag. 195 : « The work is considered one of the most important and the most sought, tough due to varied materials required in the recipes, more suited to large establishments than to the ordinary household ». 34 GUALTEROTTI FRANCESCO MARIA. L’Universo overo il Polemidoro poema eroico. Firenze, Cosimo Giunti, 1600. € 850 In 4° (mm 215x150). Sig. A-Z4, AA4; 1 carta nn, carte numerate 95, malnumerate la 91 - 92 ripetute, 1 c nn. Testo in ottava rima su due colonne in elegante corsivo; frontespizio inciso in rame con fregio incompleto. Capilettera istoriati e fregi, impresa tipogr. al colophon con un serpente che si attorciglia lungo uno stelo di un giglio e lascia cadere a terra la vecchia pelle, in silografia. Pergamena floscia coeva con titolo manoscritto al dorso. Bell’esemplare con lieve alone fino alla carta 14. Edizione originale. F.M. Gualterotti, 1538 - 1638, fu gentiluomo e canonico fiorentino poeta e oratore, compose molte opere e numerose poesie d'occasione, sopratutto per nozze. Raro. Contiene i primi quindici canti del poema eroico che ne avrà XXV completo. I componimenti ditirambici del Gualterotti il quale fiorì verso l’anno 1625, vengono lodati da Crescimbeni ne’ Commentari al tomo I pa. 224 - 226; cat. Libreria Capponi, pag. 204. Brunet II 1773. Edit 16 CNCE 21935. - T\ICCU\BVEE\034984" 35 INDIA FRANCESCO. L’heroe overo della virtù eroica. Verona, Discepolo, 1591.

€ 1.000

In 4°(mm 200x140); (8), 91, (5). Tagli rosse e blu. Piena pergamena antica posteriore con titolo manoscritto al dorso. Bella vignetta allegorica in silografia al frontespizio e alcuni capilettera entro grandi vignette istoriate. Ottimo esemplare, minimo lieve alone ad alcune carte. Assai raro. Prima edizione di questa curiosa opera in cui, sotto forma di dialogo tra Flaminio Borgheto, Cristoforo Ferrari e Giangiacobo Tognale, l’autore esprime le proprie idee relative alle virtù dell’eroe. Rifacendosi alla tradizione e agli autori (Platone, S. Agostino, Aristotele, Galeno e Matteo evangelista), egli, differenziandola dalla crudeltà (ferità), definisce la virtù eroica come “un abito nobilissimo, splendore, & eccellenza delle virtù morali, appartenente all’appetito de sensi, nato da un sublime desiderio d’onore, che sopra la conditione humana va l’huomo innalzando”. Francesco India è stato un celebre medico e filosofo veronese del XVI secolo. Non in Adams; Carpanè-Menato, p. 407, n. 423.


36 LEANTI ARCANGIOLO. Lo stato presente della Sicilia o sia breve, e distinta descrizione di essa...accresciuta colle notizie delle isole aggiacenti. Palermo, Francesco Valenza, 1761. € 9.000 2 voll. in 8° (mm 190x130); pagg. (6), XXI, 222; (4), 223 - 407, 45 di indice; due antiporta allegoriche, ritratto dell'autore, 2 carte geografiche ripiegate di Malta e della Sicilia, 6 piante di città e 30 tavv. tutto inciso finemente in rame f.t. da Antonio Bova, disegnatore ed incisore attivo a Palermo tra il '50 e il '73. Le splendide incisioni sono più volte ripiegate e spesso di notevole dimensioni; illustrano i palazzi più importanti, le chiese ed i monumenti, le splendide ville ed i giardini della campagna palermitana, vedute di altre città della Sicilia quali Siracusa, Trapani, Catania, Girgenti, ecc. Cartone marezzato al dorso e piatti sempre in cartone decorato settecentesco in stile remondiniano, titolo manoscritto su etichetta in carta al dorso. Ottimo esemplare su carta forte, che presenta lievi tracce di ossidazione internamente, leggero alone a poche pagg. al tomo I, lievi tracce d’uso ai piatti e spigoli, qualche forellino di tarlo e scoloritura al piatto ant. del primo tomo. Assai stimata per il ricco apparato iconografico. Edizione unica di questa rara opera, fondamentale testimonianza delle cose più notabili della Sicilia, redatta dal Leanti, poeta e autore di opere teatrali, che ebbe la nomina di regio-storiografo, fondatore dell’Accademia del buon Gusto a Palermo nel 1764. Il lavoro in origine sembra essere una committenza da parte del viaggiatore ed editore inglese Thomas Salmon, a completamento della sua celebre opera, pubblicata anche in italiano da Albrizzi nel 1762 col titolo Lo stato presente di tutti i paesi e popoli del mondo; per altro l’opera fu molto ricercata dai viaggiatori stranieri. Fossati Bellani III, 4094; Mira I, 508; Cicognara 4334 (ma edizione del 1762). 37 LEVANTO FRANCESCO MARIA. Prima parte (unica pubblicata) dello specchio del mare nel quale si descrivono tutti i porti, spiaggie…del Mediterraneo. Genova, Marino e Celle, 1664. € 22.000 In Folio (mm 418x283); carte 3 non numerate compreso lo splendido frontespizio allegorico figurato, dedica e dedica al lettore; 152 pagine, 25 carte nautiche incise in rame. Anche le pagine di testo sono corredate da numerose illustrazioni silografiche di rade, porti e profili costieri. Pergamena settecentesca con titolo in oro su tassello. Tagli azzurrati. Esemplare molto bello, ben inchiostrato, del celebre atlante nautico. Minimi difetti alle ultime carte con rinforzo marginale delle ultime due e saltuarie macchie. Lo specchio del mare, atlante-portolano del Mediterraneo pubblicato nella sua prima edizione a Genova nel 1664 ed in seconda edizione nel 1679. Poco si conosce su tale capitano genovese Francesco Maria Levanto, che “a sue spese” fece incidere le più accreditate carte nautiche disponibili sul bacino del Mediterraneo dell’epoca. Le scarne notizie ci informano che l’atlante – di pregevole fattura – presenta alcuni di questi documenti elaborati negli anni precedenti dallo stesso Levanto insieme ad altri tratti da un’opera olandese, De Lichtende Colomne ofte Zeespigel, pubblicata una ventina di anni prima da Anthoni Jacobsz e riutilizzata in seguito da numerosi altri cartografi (Goos, Donker, Thornton, Van Keulen ed altri). Infatti, la prima carta dell’Autore reca la seguente illuminante dicitura: costruite in Amsterdam et corrette dal Cap. Francesco Maria Levanto et a sue spese intagliate l’anno 1663. Le carte nautiche riprendono in modo chiaro l'opera di Anthoni Jacobsz (16061650) “Gran libro di itinerari del mar Mediterraneo”, di grande rarità, pubblicato nel 1654 da Goos. L’Atlante, dedicato al nobile savonese Giovanni Battista della Rovere, fu pubblicato a Genova da Gerolamo Marino e Benedetto Celle. Tale opera descrive le isole e le coste del Mediterraneo in dodici dimostrationi, corredate da carte nautiche e da illustrazioni raffiguranti panorami di coste e vedute di porti. Nell’introduzione, l’autore illustra i vari metodi per calcoli astronomici oltre a riportare in cinque tabelle le latitudini di numerosi porti. Il corredo delle carte si apre con due portolani generali del Mediterraneo, uno dedicato alla parte occidentale, l’altro al mare di levante, per poi poseguire con 25 fogli nautici numerati ciascuno raffigurante il tratto di costa descritta nella dimostratione che la segue. In tutte le carte sono presenti i principali toponimi e una serie di simboli (piccole ancore per i punti di approdo, crocette per gli scogli pericolosi, punteggiatura per i bassi fondali, una o più rose dei venti), mentre in un apposito riquadro, viene riportata la scala grafica


in diverse misure, leghe olandesi, miglia italiane, leghe inglesi e francesi. Concludono ciascuna dimostratione le tabelle che riportano le distanze tra i principali luoghi espresse in leghe italiane ed una sequenza di vedute delle coste. Nonostante l’opera non avesse avuto grande fortuna all’epoca, forse perchè riconosciuta come poco originale dai cartografi coevi, il Coronelli – che quasi certamente non conosceva il modello e le derivazioni nordiche – la volle inserire nel suo Atlante Veneto, come ultimo volume dell’edizione del 1698 (Valerio, 2002, p. 91). 38 Liber psalmorum Davidis regis et prophetae ex arabico idiomate in latinum translatus… recens in lucem editus munificentia illustrissimi & excellentiss. D.D. Francisci Savary de Breves... Roma, Typographia Savariana, 1614. € 4.000 In 4° (mm 215x150); pagg. (12), 474, (2). Testo latino e arabo su due colonne. Due stemmi silografici al frontespizio e all’ultima carta. Elegante piena pelle settecentesca con doppia cornice dorata a tre filetti e cantonali. Titolo impresso in oro al dorso con bordurine e ferri floreali dorati. Tagli dorati. Dorso con filetti e piccoli fregi (molto evanescenti). Sguardie marezzate. Bell’esemplare. Alcune strisce cartacee al frontespizio probabilmente per integrare note manoscritte cassate. Tasselli cartacei applicati per coprire note manoscritte ad alcune pagine. Piccolo foro di tarlo alle ultime quattro carte. Alcune fioriture e qualche minima traccia di umidità. Interessante traduzione dall’arabo dei salmi di Davide per opera di Gabriele Sionista e Vittorio Scialac, frati maroniti e professori di filosofia e teologia. L’opera fu fortemente voluta da François Savary de Breves, ambasciatore francese a Costantinopoli dal 1584 al 1606 il quale, con spirito di crociata, aveva concepito l’idea di finanziare la produzione di opere religiose in arabo e siriaco per le minoranze cristiane d’oriente. Darlow & Moule, 1641; Smitskamp, Philologia Orientalis, 33. 39 MANETTI SAVERIO. Delle specie diverse di frumento e di pane siccome della panizzazione. Venezia, Antonio Zatta, 1766.

€ 800

In 8° (207 x 145 mm); pagg. 8, 238. Elegante piena pergamena rigida del XX secolo in stile settecentesco, ai piatti due cornici di filetti blu, titolo in oro su fondo azzurro con fregi dorati al dorso, tagli gialli. Ottimo esemplare su carta vergellata con ampi margini. Si tratta probabilmente della prima opera stampata in Italia sul pane e precede quella di Parmentier “Parfait Boulanger” di 13 anni. Il Manetti medico e botanico fiorentino, (noto per la celebre e monumentale opera di ornitologia Storia naturale degli uccelli), dopo aver parlato dei vari tipi di grano, della farina e della panificazione, tratta dei vari tipi di pane italiani e francesi ai suoi tempi in voga. Westbury, 140; B.IN.G. 1222; Bitting 185; Vicaire 406. 40 MANZONI, ALESSANDRO. I promessi sposi storia milanese del secolo XVII. Scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni. Firenze per Vincenzo Batelli e comp., 1827. € 1.200 6 volumi in tre tomi in 12°(mm 148x94), pagg. XVI, 222, 168; 216, 200; 224, 247, (1 b.). Sei tavole f.t. incise in rame poste dopo l’occhietto (che è di tipo normale e non reca la scritta citata dal Parenti prima di ogni parte dell’opera). Mezza pergamena rigida coeva con angoli, titoli in oro su tassello in marocchino verde, fregi dorati negli scomparti al dorso, piatti marezzati. Tagli spruzzati di rosso. Bell’esemplare, qualche piccolo alone marginale, lievi tracce d’uso a piatti e spigoli. Sporadiche fioriture interne. Prima edizione illustrata e prima fiorentina, come risulta da testimonianze epistolari di Giuseppe Montani e del Manzoni stesso. Si tratta pure della prima ristampa, poiché quest’edizione esce lo stesso anno della celebre “Ventisettana “, prima stesura ufficiale dei Promessi Sposi, pubblicata appunto nel 1827 dal Manzoni; la struttura del romanzo più equilibrata, la rappresentazione dei personaggi più


aderente al vero, la mancanza di tinte fosche e il gusto del pittoresco fanno di questa edizione una particolarità manzoniana molto interessante, ricercata dai critici per i così detti lombardismi. Dopo di essa, Manzoni decide di riscrivere l’opera “sciacquando i panni in Arno”, cioè facendo una profonda revisione linguistica. La prima pubblicazione dell’opera revisionata verrà detta "Quarantana", perché pubblicata proprio nel 1840, che è quella definitiva. Manca a Vismara e Salveraglio, Parenti 34 41 MAZZUCHELLI FEDERIGO. Elementi di cavallerizza. Milano, Pietro Agnelli, 1802. € 1.200 In 4° (mm 255x190). Bella antiporta raffigurante l’autore con un magnifico destriero, 1 c. non numerata, pagg. 226, 7 tavole di cui 6 a doppia pagina, incise in rame. Mezza pelle coeva con angoli. Titolo in oro al dorso con fregi eseguiti a piccoli ferri, piatti in cartone decorato, tagli a spruzzo. Bell’esemplare su carta forte, saltuario piccolo alone alla piega centrale e parzialmente slegate in basso poche pagine alla fine del testo. Legatura con piccoli difetti agli spigoli e lievi abrasioni ai piatti Edizione originale, rara di questa celebre opera di equitazione; in essa suddivisa in tre parti, si discute di “Elementi di cavallerizza, lezioni equestri, sul nutrimento ed istruzione de’ poledri, sul cavalcare e varie andature; infine vi è l’epilogo e la risposta dell’autore a un suo amico. Federigo Mazzuchelli (17571830 ca) nobile bresciano, fu vicino alle idee illuministe di Pietro Verri e Cesare Beccaria di cui fu frequentatore in Milano; fece lunghi viaggi attraverso l’Europa in Francia, Inghilterra, Polonia e Russia. Ricoprì importanti cariche politiche nella Repubblica Bresciana prima (1797) e nella Cisalpina poi, ma presto, deluso dagli esiti dell’esperienza giacobina, si ritirò a vita privata. E’ in questo periodo che iniziò a dedicarsi alla teorizzazione dell’arte dell’equitazione, nella quale era espertissimo, passione che si concretizzò nella nostra edizione “Elementi di cavallerizza” che tre anni dopo ampliò con varie aggiunte.

42 MÜLLER THOBALD. Musaei Ioviani imagines artifice manu ad viuum expressae. Basileae, Ex officina Petri Pernae, 1577. € 1.800 In 4° (mm 210x145); carte non num. 72 (compresa l’ultima bianca) con 134 splendidi ritratti a piena pagina entro bordura ornamentale con 6 brevi linee di testo a pie’ di pagina. Buona legatura settecentesca in tutta pelle, con dorso a cinque nervi, piccoli fregi e titolo in oro su tassello, tagli rossi. Buon esemplare con lieve arrossamento generale e qualche piccola macchia. Le tavole riportano in alto un numero manoscritto Rara edizione sulla celebre raccolta di ritratti del museo gioviano. Ritratto di un antenato del dedicatario dell’opera. Sono inoltre realisticamente raffigurati fra gli altri, a partire da Romolo, Alessandro Magno, Annibale e Scipione, Attila, Carlo Magno, Can Grande della Scala, il Gattamelata, Francesco Sforza, Cosimo de’ Medici, bartolomeo Colleoni, Mattia Corvino, Galeazzo Sforza, Francesco Gonzaga, Alfonso d’Este, Ferdinando Cortez, Solimano per finire con Niccolò Capponi. Adams M,1895; Thacher, II, p. 100 (Miscellanea); ICCU, IT\ICCU\PARE\067924 riporta due soli esemplari in Italia. 43 MÜNSTER SEBASTIAN. Geographia Universalis, Vetus et Nova, Complectens Claudiii Ptolemaei Alexandrini Enarrationis Libros VIII. Basilea, Henri Petri, 1545. € 28.000 Folio, pagg. (X), (XXIV), 195 con 54 carte geografiche in silografia a doppio foglio con testo al recto, testo latino; legatura coeva in piena pergamena. Bell’esemplare leggermente arrossato. Mancanza dei lacci Terza edizione dell’edizione curata da Münster della Geografia di Tolomeo, stampata per la prima volta nel 1540. Contiene 27 carte tolemaiche e 26 carte moderne fra cui alcune inserite per la prima volta, come la Scandinavia basata sulla carta di Olaus Magnus e la Boemia che Nordenskiöld descrive come la


prima carta in cui si denotino le differenti condizioni politiche e religiose ('first map on which the different religious and political conditions of a country are denoted'). La carta dell’America è in secondo stato con il solo numero variato nel titolo. Nordenskiold collection: II, 213; Burden: 12. 44 NEWTON ISAAC. Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica. Auctore Isaaco Newtono, Equite Aurato. Edition Ultima, Auctior et Emendatior. Amstælodami Sumptibus Societatis, 1714 € 15.000 In 4° (mm 260x205). Pagg. (28), 484, (8). Frontespizio in rosso e nero con vignetta allegorica in rame, con putti e motto “Vis Unita Major”. Firma di possesso non identificabile; una tavola ripiegata in rame f.t. raffigurante l’orbita della cometa, che secondo le tesi di Newton poteva essere non solo ellittica, ma anche iperbolica e parabolica. Centinaia di diagrammi silografici nel testo. Alle prime carte dedica a Carlo II, segue un poemetto di E.D. Halley a Newton e due prefazioni di Newton, datate “Londini, May 8 1686” e “Mar. 28 1713”; poi la prefazione editoriale curata da Roger Cotes professore di astronomia e filosofia sperimentale del Trinity College, datata “Cantabrigiae Maii 12. 1713” e infine lo “Index Capitum totius operis”. Pergamena rigida coeva con unghie, titolo su tassello in oro al dorso, tagli blu. Bell’esemplare che presenta lievi tracce d’ossidazione internamente e lievi fioriture. Firma di possesso manoscritta a inchiostro bruno al piatto anteriore. Glosse a lapis al margine a qualche pagg. Seconda edizione, prima tiratura di Amsterdam (una seconda olandese fu pubblicata nel 1723) editata mentre Newton lavorava ancora ai suoi studi, redatta sulla seconda del 1713, la prima a contenere lo “Scholium generale” scritto in risposta alle obiezioni di Berkeley e Leibniz, ma rivista e corretta interamente ad Amsterdam; appaiono per la prima volta aggiunte e correzioni dell’A. ed anche le incisioni vengono eseguite e aggiunte apposta per questa edizione. L’opera è suddivisa in tre libri, nei primi due tratta del moto dei corpi e dei mezzi di contrasto, quali aria e acqua; nel terzo libro, chiamato Sul sistema del mondo, Newton espone la legge di gravitazione universale che agisce, secondo l’A. in ogni luogo e per ogni corpo. Nei Principia Newton compie l'unificazione tra la fisica galileiana e l’astronomia di Keplero. Infatti lo scienziato inglese riconduce a un’unica causa la legge di gravitazione universale le leggi di Keplero e quelle della caduta dei gravi. Questo risultato ha un'importanza cruciale in quanto Newton unifica i moti del cielo e della terra aprendo così la via a una moltitudine di applicazioni che saranno sviluppate da molti altri scienziati in avvenire. Celebri sono le teorie dei moti lunari, delle maree e dei pianeti. “It is in this edition of the Principia that Newton’s famous additions to the theory of the motion of the moon and the planets appear, as well as many other important additions and corrections. This rare printing includes Newton’s prefaces of May 8, 1686 and Mar. 28, 1713, as well as the preface of the editor, Roger Cotes. This entire edition was reset in Amsterdam and the text corrected according to the Corrigenda. The woodcuts and plates were also re-engraved.” (Gray, p. 10). 45 OMBIAUX DES MAURICE. Les fromages. Paris, Jean Budry, 1926.

€ 470

In 4° (235x190); pagine 118 [2]. Bella antiporta litografica figurata a colori di Roux. Copertina parlante editoriale. Interessante opera monografica sui formaggi francesi, non comune. Ottimo semplare, intonso numerato 164/370 di un’edizione di sole 400 copie, impressa a Dijon da M. Darantieresu carta vergata “Arches”. Bitting 123. 46 OVALLE DE ALONSO (ALONSO D'OVAGLIE). Historica Relatione del Regno Di Cile, e delle missioni e ministerii che esercita in quelle la Compagnia di Giesu. Roma, Francesco Cavalli, 1646. € 7.000


In 4°(mm 290x210). Timbrino editoriale dei padri Gesuiti in silografia al frontespizio, 4 cc., pagg. 378 con 14 tavole incise in rame f.t., una carta geografica ripiegata più volte, 6+12 pagg. con incisioni in legno a pieno foglio raffiguranti il porto e città di Valparaiso, di Coquimbo, Quintero, Conettione, isola di Santa Maria e isola della Mocha, oltre ai collegi e le residenze delle Missioni (poste anch’esse alla fine del tomo), Cartone alla rustica con titolo manoscritto al dorso. Bell’esemplare in barbe, alcune macchioline, arrossamenti a talune pagg.; sporadici lievi aloni marginali. Prima edizione italiana, pubblicata lo stesso anno dell’originale spagnolo, dal medesimo editore stampatore di Roma. Alfonso D’Ovalle è il cronista della nostra opera; gesuita cileno nato a Santiago nel 1601 e morto a Lima nel 1651, di nobile e ricca famiglia originaria della Spagna, soggiornò a Roma in qualità di viceprocuratore della provincia del Cile e in occasione della riunione generale del suo Ordine. Durante questa sua permanenza, sollecitato dalla curiosità di molti sul suo lontanissimo paese, che all’epoca era pressochè sconosciuto, redasse questa relazione. L’opera, redatta con dovizia di particolari, inizia con una descrizione fisica del paese, dei luoghi, degli animali, dei pesci e crostacei commestibili, della flora con particolare accenno alle spezie, tanto ricercate in Europa, dell’estrazione di minerali e di tutte le risorse del territorio; continua con la storiografia da Colombo in poi, riferimenti antropologici e culturali dei popoli Inca e delle altre genti del Cile e Perù. Infine tratta delle fiorentissime e ricche missioni gesuitiche, che sono rappresentate nelle esaustive e fascinose incisioni. Palau V, 398; Sabin 57972. 47 PACE ANTONIO. Scorta de’ mercanti overo pratica d’aritmetica con la quale ogn’uno potrà venire in perfetta cognizione di risolvere qualsivoglia computo mercantesco. Verona, Angelo Tamo, s.d. (1628). € 4.500 In 4° (mm 210x155); pagg. (12), 213, (3). Bel frontespizio architettonico inciso in rame da Gerolamo Viscardi. Carattere corsivo. Capolettera e testatine istoriate incisi in legno. Note a stampa al margine. Marca d’acqua alla sguardia anteriore. Piena pergamena semifloscia coeva. Ottimo esemplare genuino. Piccola mancanza all’angolo inf. del piatto post. Unica edizione di questa rarissima opera di aritmetica mercantile, dedicata dall’autore a Giovanni Maria Ratis. In essa si tratta “delle diffinitioni, delle cose notabili, delli elementi de’ rotti, delle proposte, delle piazze di cambio e distintione particolare delle regole e trattati”. Piantanida, 1109; Riccardi, II, 225. 48 PASIO FRANCESCO - COUROS MATEO DE - RODRIQUES JOAO GIRAO. Tre lettere annue del Giappone de gli anni 1603, 1604, 1605, e parte del 1606. Mandate dal P. Francesco Pasio v. provinciale di quelle parti al M.R.P. Claudio Acquaviva generale della Compagni di Giesù. Milano, Appresso Bartholomeo Zannetti, 1608. € 6.000 In 8° piccolo (mm 155x110). Pagg. 318, una bianca; marca editoriale in silografia al frontespizio della compagnia di Gesù, testo romano tondo, capolettera istoriati in legno. Pergamena floscia coeva. Ottimo esemplare, abili restauri agli angoli sup. A partire da pag. 270; firma di possesso manoscritta al frontespizio. Prima edizione di queste rare lettere spedite dal Giappone dai padri Gesuiti, che redigono un dettagliato resoconto delle missioni in Giappone. La prima datata Nagasachi 6, Ottobre, 1603, redatta dal padre Matteo Couros (gesuita portoghese partito per il Giappone nel 1586) al padre Generale Claudio Acquaviva, descrive lo stato in cui si trovava a quel tempo la Cristianità, in terre così lontane, in un periodo storico non facile per i religiosi, dato il clima di persecuzioni imposto dal capo politico e militare; racconta dei vari Collegi (Nagasachi, Arima, Omura, Chycugen, Bugen, e Bungo, Meaco) e delle chiese, descrive episodi particolari di avvenute conversioni da parte della popolazione autoctona. Le altre due lettere datate 1604 e 1605, sono scritte da padre Giovanni Rodriguez Giron (1583-1633), anch’egli a Nagasachi, centro principale dell’evangelizzazione giapponese; padre Rodriguez risiedette molti anni in Giappone, la sua influenza lasciò profonde tracce nella mentalità nipponica.


Cordier BJ 251. De Backer-Sommervogel vi, 328. & clns 1578/9 & 1970. Leon Pages, Bibl. Japonaise, 108. 49 PENTHER JOHANN FRIEDRICH. Gnomonica Fundamentalis & Mechanica, worinnen gewiesen wird, wie man sowohl gründlich, als auf mechanische Art allerhand Sonnen-Uhren, regulaire, irregulaire, mit Minuten und himmlischen Zeichen, auf allerhand Flächen, sie mögen gleich oder höckericht, beweglich oder unbeweglich seyn, verfertigen solle. Wozu noch eine neue Invention einer Universal-Sonnen-Uhr kommt, welche ohne Magnet-Nadel zu stellen, selbst die wahre Mitternachts-Linie, und Abweichung aller Wände von denen HauptPlagis Mundi, wie auch Elevationem Poli bey Tage anzeiget, und Solvirung noch anderer Problematum dienet; entwo... Augsburg, Wolffs/Erben, 1752. € 1.000 In folio (mm.330x225); pagg. (4), 40, (4), 1 carta con grande incisione architettonica in antiporta di J.A. Corvinus, XV tavole ripiegate f.t. recanti varie illustrazioni di carattere scientifico. Piccoli fregi silografici. Piatti coevi in cartone marezzato, dorso in piena pergamena moderna. Esemplare in buono stato di conservazione. Qualche rarissima fioritura della carta. Johann Friedrich Penther (1693-1749), matematico tedesco, fu educato all’Accademia dei Cavalieri della Slesia, ricoprì vari ruoli presso il Duca della regione che seguì nella sua campagna in Ungheria. Diventato consigliere del Duca, fu responsabile degli edifici pubblici e dal 1736 occupò la cattedra di matematica all’università di Gottinga di cui più tardi divenne prorettore. Oltre che di geometria e matematica, Penther scrisse anche di architettura militare. Nuova edizione dell’opera “Gnomonica”, pubblicata originariamente nel 1734, che si pone come testo di fondamentale importanza per la precisione e l’esattezza delle osservazioni matematiche e tecniche, nonché per la perfezione delle tavole che le illustrano. Honeyman Coll. 2446; Houzeau-L 11614; Poggendorff II, 399-400 (ed. 1734 and 1760). 50 PETRARCA FRANCESCO. Il Petrarcha con la spositione di M. Giovanni Andrea Gesualdo. Venezia, Domenico Giglio, 1553. € 1.350 In 4° (mm 200 x 150); 2 parti in 1 volume; carte n.n. 22, carte 346; carte n.n. 72. Testo corsivo incorniciato dal commento del Gesualdo sempre in corsivo, capolettera parlanti incisi in legno. Due splendidi frontespizi incisi finemente in rame entro bordura architettonica e figure allegoriche con i ritratti di Petrarca e Laura entro medaglioni. I sei Trionfi (d'Amor, de la Castità, de la Morte, de la Fama, del Tempo, de la Divinità overo de l'Eternità) presentano una bella vignetta silografica che esplicita il testo; registro e marca tipografica in fine. Legatura posteriore in solida pergamena rigida con titolo manoscritto al dorso, tagli blu. Buon esemplare, minime mende qualche lieve ossidazione, (frontespizio controfondato, restauri al marg. inf. della seconda carta, piccoli fori di tarlo restaurati anticamente al margine bianco delle prime carte.) Terza edizione (la prima Venezia, Nicolini, 1533) del Canzoniere commentato dal Gesualdo; nella prima parte sono contenuti i Sonetti, le Canzoni e le Canzoni in morte di Madonna Laura; nella seconda parte con proprio frontespizio, i Trionfi. Le opere sono precedute da dediche, vita del Petrarca e di Madonna Laura, indici. Edizione probabilmente abusivamente replicata dal Giglio su quella di Giolito. Adams P-820. Magnifica edizione, per la qualità dei caratteri, dei legni, dell'impaginazione e della carta; assai stimato il commento del Gesualdo: "Introdotto da una biografia del Petrarca con sezioni interne autonome, il commento prende il testo come occasione per affrontare questioni di diversa natura in forma di divagazione erudita.." (DBIt 53, pp. 505-506.) 51 PLINIUS SECUNDUS CAIUS. Historia naturalis libri XXXVII. Lugduni Batavorum (Leida), Ex Officina Elzeviriana, 1635. € 1.200


3 voll. In 16° (mm 130x75); pagg. (24), 654, (18); 631, (16);582 (18). Bel frontespizio figurato da simboli carichi di significati allegorici, inciso finemente in rame, firmato in lastra, CC Dufend; capolettere e testatine ornate in legno. Ritratto di Plinio in silografia entro ovale. Dedica a Hieronymo Bignonio da Ioannes De Laet, dotto storico e geografo, direttore della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali, che collaborò con gli stampatori Elzeviri nella compilazione di molte opere. Legatura posteriore in pergamena con unghie semirigida, dorso a quattro nervi e titolo impresso in oro su tassello in pelle. Bell’esemplare fascinoso, presenta sporadiche fioriture qualche lieve macchiolina, Tarletto marg. int. pagg. 457-502 che non lede il testo. La più antica opera enciclopedico-scientifica pervenutaci dall’antichità, che influenzò la conoscenza dell’umanità fino al medioevo. Nella forma giunta sino a noi la Historia è composta da 37 libri, il primo dei quali comprende una prefazione e un indice e una lista di fonti che precedeva ciascun libro. Gli argomenti trattati spaziano dalla matematica, fisica, cosmografia, zoologia, agricoltura, medicina, botanica, mineralogia, origine delle gemme e magia, geografia, antropologia, etnologia, fisiologia, storia dell’arte, etc. Willelms 428. 52 POLITI LANCELLOTTO. De consideratione et iudicio praesentium temporum à supersatis zizanijs in agro Domini, Lib. IIII. (Insieme a:) Interpretatio noni cap. synodalis decreti de iustificatione. (Insieme a:) Tractatio quaestionis, quo iure episcoporum residentia debeatur. Venezia, Giolito, 1547. € 900 Tre opere rilegate in un tomo in 8° (mm 160x103); I: carte 110, 2 cc non num. (una con registro e marca tipogr., l’altra bianca) alla fine; II: 53 carte non num, l’ultima con registro e marca; III: 34 carte non num. (su 36 mancano le ultime due con registro e marca). Piena pergamena molle coeva, dorso rinforzato anticamente con carta, titolo manoscritto su etichetta. Bell’esemplare. Alcune antiche note marginali e sottolineatura. Buon esemplare che presenta tracce di umidità eliminate alle prime carte (con lievi difetti al frontespizio) ed evidenti alle ultime 9 del tomo. Prime edizioni. Lancellotto de Politi senese fu professore di diritto, polemista noto, avversario del Savonarola. Il primo libro di cui si compone l'opera riguarda la vita e i costumi di Lutero. La prima opera manca ad Adams; Per le altre: Adams C-1094; Adams C-1100. 53 PONA GIOVANNI. Monte Baldo descritto da Giovanni Pona Veronese. In cui si figurano, & descrivono molte rare piante de gli antichi da’ moderni sin’hora non conosciute. Et due commenti dell’eccellentissimo Sign. Nicolò Marogna, filosofo e medico collegiato di Verona. Sopra l’amomo degli antichi, per Francesco Pona dal latino tradotti. In Venetia, appresso Roberto Meietti, 1617. € 6.000 Due parti in un vol. In 4°(mm 255x190); pagg. (16), 248 con 91 silografie, (16) di indice; 132 con 1 incisione in rame nel testo, 2 carte non num.di dedica dopo la pag. 8. I quaderni Cc e Dd sono su una carta in barbe ma di misura inferiore, usata in genere per gli esemplari di questa opera. Testatine, capolettera parlanti, decori silografici, ornati anche da grottesche; dedica a Nicolò Contarini. Piena pergamena rigida coeva con titolo manoscritto al dorso, tagli a spruzzo in rosso. Bell’esemplare ad ampi margini su carta vergellata con marca d’acqua. Piccola traccia di tarlo al marg. sup. a poche pagg. all’inizio del tomo. Tracce di sporco superficiale al verso del frontespizio e al verso di altre 2 pagg. (la 8 e 16). Prima edizione italiana di entrambe le opere. L’originale latino del Pona fu pubblicato nel 1601 ad Anversa e poi ristampato in un’edizione collettiva nel 1608 a Basilea insieme al “De Amomo” di Marogna. Opera di grande rarità e di straordinario interesse botanico e locale per la zona del Monte Baldo, il Lago di Garda, la Val Lagarina ed il Veronese. Il monte Baldo detto oggi “giardino d'Europa” per via del grande patrimonio floristico, grazie alle sue caratteristiche morfologiche molto varie, presenta differenti zone climatiche: ognuna di queste ha


caratteristiche botaniche diversificate e protette: la fascia mediterranea (fino ai 700 m), la fascia montana (dai 700 m ai 1500 m), la fascia boreale (dai 1500 m ai 2000 m) e la fascia alpina (dai 2000 m). Le illustrazioni raffigurano piante rare endemiche, citate anche da Plinio, Dioscoride e Teofrasto, in parte inviate all’autore anche da altre parti del mondo da Nicolò Contarini; sotto ogni incisione, una scheda di descrizione attenta e puntuale. Nissen, 1556; Pritzel 7260; Krivatsy 9148; non in Lozzi. Ettore Curi: "Giovanni Pona (1565-1630) il primo botanico sul Monte Baldo" Estratto da: Quaderni Culturali Caprinesi n.4 – 2009: “Nato a Verona nel 1565 da una delle famiglie più in vista e ricche della città trentina, Giovanni Pona, iniziò a frequentare la spezieria del padre all'età di 14 anni, anche se il proprio sogno rimase sempre quello di diventare medico, come il fratello. L'ambizione di seguire le orme del fratello, lo portò a studiare la lingua latina, testi classici greci e latini, oltre a intrattenere una ricca corrispondenza con i massimi botanici europei del suo tempo. Da qui la sua amicizia con i fratelli Gaspare e Giovanni Bauhin, Carolo Clusio, Leonhart Fuchsius, Mattia Lobelius, che in cambio delle loro conoscenze, ambivano ricevere i tesori del monte Baldo, di Bolca, e del lago di Garda. Negli anni '90 del secolo Pona entrò in rapporti epistolari con due botanici veneti: Onorio Belli di Vicenza e Vincenzo Pinelli di Padova, che a loro volta lo misero in contatto con i grandi botanici europei. Evidentemente fu in quegli anni, alla fine del secolo, che Pona fece la grande scelta della sua vita, quella di essere non più uno speziale ma un naturalista, un botanico. Il fatto di dedicare la sua attenzione ed il suo studio a semplici provenienti da paesi che nè greci nè romani avevano mai conosciuto, indicava chiaramente che il suo interesse era dedicato alla pianta in sé, della quale nessuno aveva mai parlato, che nessun manuale antico aveva descritto e le cui proprietà erano tutte da scoprire. Non più quindi il tentativo di riconoscere dai testi antichi la struttura e la proprietà di una pianta ma ponendosi, solo, davanti all'oggetto misterioso, studiarlo nei minimi particolari, analizzarlo minutamente tenendone una descrizione oculata e, addirittura donandogli un nome, mai prima apparso al mondo. Famoso è il ricco Repositorium di Pona, formato da oltre 1200 soggetti, divisi in piante, animali e minerali, dove si ha l'impressione di trovarsi di fronte a una vera esposizione di materiali naturalistici. Noto per lo più per il suo interesse verso le piante rare antiche e moderne, Pona viene riconosciuto come il primo botanico del Monte Baldo e il libro sul suo viaggio è un vero trattato sulla botanica farmaceutica del tempo e la descrizione delle piante non è fine a se stessa ma sempre in vista della creazione di nuovi e vari medicinali” 54 RIGHINI FRANCESCO ANTONIO. Provinciale Ordinis fratrum S. Francisci Conventualium seu polychronicon Jordanis ex codice manuscripto bibliothecae Vaticanae num 1960. Fol. 23.& seq. Descriptum. Editum ac brevibus notis illustratum A. Francisco Antonio Righini De Arminio eiusdem ordinis. Romae ex tipographia Joannis Zempel, 1771. € 10.000 In folio (mm 380x250); pagg. VII, (1), 28; carte numerate 29 – 67, 16 tavole f.t. di carte geografiche, incise in rame, con bel cartiglio decorativo e fine acquarellatura di mano coeva ai confini; elegante grande vignetta calcografica delle armi cardinalizie del principe Flavio Chigi a cui è dedicata l’opera. Capolettera istoriate e culs-de-lampe silografici. Segn. a4A – 2z2, (manca foglio di testo pag. 63). Piena pelle coeva con elegante fregio dorato ai piatti, titolo in oro su tassello in marocchino, dorso a sei nervi e scomparti con ricchi fregi fitomorfi eseguiti a piccoli ferri. Tagli rossi. Ottimo esemplare genuino e marginoso, perfettamente conservato, in elegante legatura. Lievi spellature agli spigoli ed alla cuffia inf. Prima edizione di questo rarissimo atlante eseguito per conto dell’Ordine dei Francescani, per la divulgazione e la conoscenza dei monasteri nei territori, concettualmente simile al più comune atlante di Montecalerio, destinato a raffigurare i monasteri dei Frati Cappuccini. Dell’autore praticamente nulla è noto se non che fosse frate dell’Ordine. Contiene 16 carte geografiche di regioni italiane, mentre il testo riporta anche le corrispettive tavole esplicative delle regioni europee, le cui carte geografiche furono stampate più tardi. Cremonini pp. 70/71 IT\ICCU\UBOE\015000 55 ROMANUS ADRIANUS (Roomen, Adriaa van). Parvum theatrum urbium, sive urbium praecipuarum totius orbis brevis et methodica descriptio Frankfurt, Nicolaus Basse, 1595 € 3. 200


In 4° (mm 190X155) Pagg. (8), 365 [ma 371], (25 di indice). Frontespizio in rosso e nero con marca editoriale, testo inquadrato da doppia bordura silografica, 67 incisioni in legno nel testo Pergamena parlante del XVII secolo con unghie rimontata, timbrino a secco al piatto anteriore e data incisa in oro, titolo manoscritto al dorso. Tagli blu. Bell’esemplare che presenta alcune pagine arrossate. Questa interessante opera vedutistica si inserisce nel contesto tipico del periodo d’oro dei grandi atlanti e opere di viaggio; molte vedute e piante di città sono incise alla maniera di Braun and Hogenberg: Constantinopoli, Gerusalemme, Londra, Ginevra, Vienna, Parigi, Anversa, Bruxelles, Roma (a piena pagina), e molte altre città europee. Vi sono inoltre le descrizioni di Florida, Nova Francia, Nova Spagna, Nova Galicia, Yucatan, Cuba, Brasile, Perù etc. Adams R 694; Sabin 73000 contains descriptions of Florida, New-France, New-Spain, Nova Galicia, Yucatan, Cuba, Brazil, Peru, etc."; Alden 595; Bachmann 14; Muller 1376. 56 ROUSSEAU JEAN JACQUES. Del contratto sociale o principj del diritto politico...tradotto dal francese da G. Mennini. Parigi, Honnert, 1796. (Insieme a:) Supplément au contrat social applicable particulièrement aux grand nations. (Parigi, s.d.) € 1.200 Due opere rilegate in un tomo in 8° (176x105); pagg. 8 non num., 236; pagg. 404. Mezza pelle coeva con titolo su tassello al dorso. Buon esemplare genuino con barbe a piena pagina, generale lieve ingiallitura della carta e fioriture più accentuate all’inizio del tomo. Una pagina del Supplemento con strappo restaurato. Rara prima edizione italiana a cui seguì una nuova versione l’anno successivo a Genova. L’opera, pubblicata nel 1762, è divisa in quattro libri e rappresenta uno dei caposaldi del pensiero politicoilluministico francese in cui Rousseau afferma che ogni governo dipende dal mandato del popolo. Unita si trova un’edizione non meglio identificata del Supplemento, originariamente pubblicato nel 1791 a Parigi. 57 PIRANESI GIOVANNI BATTISTA. Il Campo Marzio dell’antica Roma-Campus Martius antiquae urbis. Romae, 1762. € 24.000 In folio imperiale (mm 550x420). Pagg. (8 di dedica a Robert Adam), 68 di testo entro cornice silografica in italiano e latino, XII pagg. di indice, XVII pagg. di catalogo delle opere descritte nel Campo Marzio. Il volume è composto da due frontespizi, uno in latino con dedica a Robert Adam con reperti archeologici; un secondo frontespizio architettonico con veduta del Campo Marzio, in italiano; due capilettera ornati entro grandi vignette figurate, quattro incisioni a mezza pagina nel testo sempre in rame, raffiguranti rovine di monumenti sepolcrali romani e lo stilobate della colonna di Marco Aurelio; 42 magnifiche e scenografiche tavole f.t. incise all’acqua forte (5 delle quali composte da più rami, fra cui la pianta del Campo Marzio), 1 incisa da Vesterhout. Legatura in piena pelle coeva color granata, titolo e data al dorso con scomparti e fregi dorati, così pure il triplo filetto ai piatti seguito da un ramage a piccoli ferri a secco, tagli e dentelle in oro. Magnifico esemplare stampato su carta forte con marca d’acqua (giglio entro doppio cerchio). Lievissime fioriture marginali. Legatura sobria ed elegante con tracce d’uso al dorso e cerniere. Edizione unica di questa splendida opera. La bellezza delle incisioni, immagini inedite, emerge dai tratti dettagliati e incisi con esattezza e perentorietà, con la finalità di testimoniare la gloria di un mondo sconosciuto. E’ risaputo che Piranesi è in polemica con la crescente esaltazione dell'arte greca, portata avanti a Roma da Winckelmann; egli afferma che, come il diritto, anche l’architettura romana ha uno sviluppo indipendente da quella greca; alla base della sua opera c’è il nucleo della Roma dei re, che egli esalta e raffigura nelle sue tavole, suscitando un sentimento nuovo e nostalgico di un ideale grandioso, di un mondo ormai perduto e corroso; Piranesi, si afferma quindi come un precursore della sensibilità romantica. Sebbene pubblicata solo nel 1762 questa fondamentale opera, che appare come una delle più complesse del Piranesi, veniva già annunciata dall’artista nelle Antichità Romane, delle quali può essere


considerata come il quinto tomo. La vicende del Campo Marzio si intrecciano con l’amicizia con lo scozzese Robert Adam, al quale l’opera è dedicata. Adam era giunto a Roma nel 1755 e ben presto aveva conosciuto Piranesi trovando nella comune passione archeologica la base di una reciproca stima, che continuò anche dopo il ritorno dell’architetto Londra. Fu proprio Adam che, durante le ricognizioni dei resti dei monumenti del Campo Marzio, suggerì al Piranesi l’idea di realizzare una mappa dell’intera area, che inizialmente doveva essere inclusa nelle Antichità, e poi finì per costituire la base di un progetto ben più ambizioso, dando alla luce questa importante opera. Negli scritti iniziali l’autore annuncia lo scopo di questo lavoro, affermando la volontà di voler tracciare la storia di questa vasta area compresa tra il Tevere ed i colli, cercando di ricostruirne la conformazione ed il volto. Egli sottolinea la difficoltà di tale lavoro di ricostruzione, poiché l’antico Campo Marzio ha coinciso con l’area più intensamente popolata e riedificata della città dal medioevo all’epoca attuale, non nascondendo il margine di ipoteticità insito nell’opera. Il risultato è che l’attendibilità dei risultati rimane quanto mai problematica, sia per la pionieristica ricerca archeologica del tempo, sia per la carica visionaria che porta l’artista e l’architetto a superare di slancio i limiti della realtà storica progettando il passato in funzione del presente, portando il genio artistico a prevalere di gran lunga sull’archeologo, conferendo senso e vigore a tutta l’opera. Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, Giambattista Piranesi è considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori. Ficacci, “Piranesi, catalogo completo delle acqueforti”, pag. 394: “La genesi dell’opera risale alla seconda metà del decennio precedente, la sua pubblicazione è annunciata come prossima già nel primo tomo delle Antichità Romane (1756). La grande pianta del Campo Marzio in 6 rami (Iconographiam Campi Martii) eseguita in collaborazione con Robert Adam ed a lui dedicata, è datata sulla lastra 1757. L’approbatio è del 1761. La lastra di Vesterhout (tab. XXXI) riproduce la soluzione tecnica adottata da Carlo Francesco Fontana per il recupero della Colonna di Antonino Pio nel 1705”. 58 RAMUSIO GIOVANNI BATTISTA. Delle navigationi et viaggi… Primo volume & quarta editione nel quale si contengono la descrittione dell’Africa, del paese del Prete Ianni, con varij viaggi, della Città di Lisbona, et mar Rosso insino à Calicut, et all’isole Molucche, dove nascono le Spetierie, et la Navigatione attorno al Mondo. Con la Relatione dell’isola Giapan, scoperta nella parte del Settentrione: et alcuni capitoli appartenenti alla Geographia, estratti dell’Historia del S. Gio. di Barros Portughese. Con tre tavole di Geografia in disegno, che hanno le marine, secondo le carte da navigare de portughesi, & fra terra, secondo gli scrittori, che hanno descritto gli detti viaggi. Et due indici, l’uno delli nomi degli auttori, che descrivono le dette navigationi, et viaggij. L’altro delle cose più notabili di geografia, dei costumi de popoli, delle spetierie, et d’altro che in esso volume si contengono. (Con): Secondo Volume delle navigationi et viaggi raccolto già da Gio. Battista Ramusio et hora in questa nuova editione accrescituo: nel quale si contengono lìhistoria delle cose de Tartari, & diversi fatti de’lor imperatorei, descritta M. Marco Polo gentil’huomo venetiano, & da Hayton Armeno. Varie descrittioni di diversi auttori dell’Indie Orientali, della Tartaria, della Persia, Armenia, Mengrelia, Zorzania et altre provincie: nelle quali si raccontano molte imprese d’Ussunccasan, d’Ismael Soffi, del Soldano di Babilonia, di diversi imperatori Ottomani & particolarmente di Selim contro Tomombei, ultimo sultano de Mamalucchi, & d’altri principi. Et il viaggio della


tana con la descrittione de nomi dei popoli, città, fiumi & porti d’intorno al Mar Maggiore, come si nominavano al tempo dell’imperator Adriano, & molte altre narrationi, così dello stato de’Moscoviti, Sciti, & Circassi, come d’altre genti barbare agli antichi incognite. Et il naufragio di M. Pietro Quirino gentilhuomo Venetiano, portato per fortuna settanta gradi sotto la Tramontana. Aggiuntovi in questa ultima editione la descrittione dell’una e dell’altra Sarmatia, con i successi in esse sino a tempi nostri occorsi. Con l’indice diligentemente ordinato, delle cose più notabili; nel quale ove si troverà questa †, hassi da cercare quello che il suo numero dimostra nella descrittione della Sarmatia, posta in fine del presente volume. (Con): Delle navigationi et viaggi raccolte da M. Gio. Battista Ramusio, volume terzo. Nel quale si contiene le Navigationi al Mondo Nuovo, agli Antichi incognito, fattte da Don Chrisoforo Colombo Genovese, che fu il primo a scoprirlo à i Re Catholici, Detto hora l’Indie Occidentali, gli acquisti fatti da lui, accersciuti poi da Fernando Costrese, da Franscesco Pizarro & da altri valorosi Capitani, in diverse parti delle dette Indie, in nome di Carlo Quinto imperatore: lo scoprimento della gran città di Temistitan nel Mexico, dove hora è detto la Nuova Spagna, & della gran Provincia del Perù, col grandissimo fiume Maragnon, et altre città, regni, & provincie. Le navigationi fatte dipoi alle dette Indie, poste nella parte vesro Maestro Tramontana, dette hora la Nuova Francia, scoperte al Re Christianissimo. La prima volta da Bertoni & Normandi: et dipoi da Gio. da Verrazzano Fiorentino, & dal Capitano Iacques Carthier, si come si legge nelle diverse relationi, tradotte dal Ramusio di lingua spagnuola & francese nella nostra italiana, & raccolte in questo volume: di nuovo stampate, & aggiontovi il viaggio fatto da M. Cesare de’Federici, nell’India Orientale, & oltre l’India, nel quale si descrive le specierie, droghe, gioie, & perle, che in detti paesi si trovano; et le tre navigationi fatte dagli Olandesi, & Zelandesi al Settentrione, nella Norvegia, Moscovia, & Tartaria verso il Catai, & Regno de’Sini dove scopersero il Mare di Vueygatz, & la Nuova Zembla: et un paese nell’ottantesimo grado creduto la Groenlandia. Con una descrittione di tutti gli accidenti occorsi di giorno in giorno a’naviganti. Con tavole di geografia, che dimostrano il sito di diverse isole, città, & paesi. Et figure diverse di piante, & altre cose à noi incognite. Et con l’indice copiosissimo di tutte le cose più notabili in esso contenute. Venezia, Giunti, 1588-1583-1606.

€ 25.000

3 volumi in folio (mm 297x205). Marca editoriale giuntina in silografia al frontespizio ripetuta all’ultima carta del registro, capolettera istoriati. Con 10 carte geografiche a doppio foglio e 6 silografie a tutta pagina. Legatura in piena pelle del XX secolo, dorso a 5 nervi, titolo impresso in oro su doppio tassello in marocchino rosso e blu, tagli rossi, fregi a secco agli scomparti del dorso e ai piatti con tripla cornice. Vol I: Carte (4), 34, 395 (numerate 394, ripetuta la 161), (manca la bianca finale). Tre carte geografiche dell’Africa f.t. incise in rame su doppia pagina. Alcune illustrazioni n.t. incise in legno fra cui le fonti del Nilo e le piante delle chiese di Golgota e San Salvatore a piena pagina ed altre nel testo, fra cui il mais alla carta 385. Vol. II: Carte 6, 9-18, (10), 256, 90. Vol. III: Carte (6), 36, 430 con sette carte geografiche e piante di città f.t. a doppio foglio raffiguranti Cuzco, Nuova Francia e Terranova, Brasile, Africa Occidentale, Sumatra, Montreal e il Nuovo Mondo; tre silografie nel testo a p.p. con l’Isola Spagnuola (carta 36), la torre di Temistitan (carta 256) e la pianta di Città del Messico (carta 258). Numerose incisioni n.t. mostrano pesci, piante, scene di agricoltura, di navigazione e di costruzione; bei capilettera parlanti e testatine, tutto realizzato in silografia. Complessivamente buon esemplare. Il primo volume con qualche traccia di umido dalla c. 372 alla fine. Il secondo con qualche sporadica macchia e un alone al centro del margine inferiore dalla seconda metà del libro e un restauro all’angolo sup. dala carta 251 alla 2 dell’ultima parte; il terzo presenta lievissimo alone al margine esterno delle prime carte, le carte 68 e 69, 376 e 377 supplite da un altro esemplare, le carta 75 e 78 ripetute, sporadiche macchioline. Legatura ben conservata con minime tracce d’uso e lievemente schiarita al dorso. Questo poderoso lavoro è considerato uno dei fondamenti degli studi geografici moderni, redatto dal diplomatico, geografo e umanista trevigiano Giovan Battista Ramusio (1485-1557); le notizie storicogeografiche, risultano magnificate da una precisa e dotta scrittura, che sarà riconosciuta ufficialmente,


come nuovo genere letterario dell’epoca “la letteratura di viaggio”. Narra dei più importanti viaggi compiuti dall’antichità classica fino al suo tempo. L’opera fu pubblicata in tre volumi, di cui il primo edito nel 1550, il terzo nel 1556 e il secondo nel 1559 (a due anni dalla morte dell'autore). I volumi della raccolta furono ristampati più volte fino al 1613 con l'aggiunta di altre relazioni di viaggio. L'opera di Ramusio è una miniera di informazioni, osservazioni, racconti, in parte veritieri in parte frutto di tradizioni favolose o di stereotipi mitici; fu incaricato dal senato veneto di trattare con il navigatore Sebastiano Caboto, figlio di Giovanni, affinché questi si mettesse al servizio della Serenissima. Ramusio riporta notizie dei viaggi di diversi autori ed epoche quali: Leone Africano, Alvise di Ca da Mosto, Hannone, Vasco De Gama, Pedro Alvarez, Amerigo Vespucci, Pietro Soderini, Giovanni da Empoli, Lodovico Barthema, Andrea Corsali, Francesco Alvarez, Odoardo Barbosa, Antonio Pigafetta, Giovanni di Barros; (Vol. II) Marco Polo e il monaco medievale Ayton Armeno, Gio Maria Angiolello, Iosafa Barbaro, Ambrosio Contarino, Alberto Campense, Sigismondo Herberstein, Paolo Giovio, Arriano ed altri; (Vol. III) Don Pietro Martire milanese, Gonzalo Fernando D’Oviedo, Fernando Cortese, Pietro Alvarado, Alvaro Nunez, Nunno Gussman, Francesco D’Ulloa, Fra Marco da Nizza, Fernando Alarchon, Francesco e Hernando Pizarro, Francesco Xerez. Chadenat, 676: Cette précieuse collection donnée par Ramusio, contient environ 72 Relations de voyages en Asie, Afrique, Amerique... Castellani, Cat. delle più rare ed importanti opere geografiche, pp. 100 - 1 - 2. Sabin, Bibliotheca americana, XVI, pp. 306, 310, 314. 59 ROUX JOSEPH. Carte de la mer Mediterranée en douze feuilles, dédiée à M.gr le Duc de Choiseul Colonel General des Suisses et Grisons. Ministre de la Guerre et de la Marine. Marsiglia, 1764. € 12.000 In Folio, 12 carte nautiche incise in rame, mm 550x800 circa con minime differenze. Legatura in tutta pelle, dorso rifatto. Ottimo esemplare. Atlante del Mediterraneo che in 12 carte raffigura tutte le coste, i porti e gli ancoraggi. Fu molto stimato ed ebbe notevole successo tanto che è noto che pure l’ammiraglio Nelson ne avesse un esemplare a bordo della Victory. Venne poi stampato per circa 40 anni. La prima carta raffigura lo stretto di Gibilterra, l’ultima i Dardanelli. 60 SCHENK PIETER. Atlas Contractus Sive Mapparum Geographicarum Sansoniarum Auctarum et Correctarum Nova Congeries. Amsterdam, c. 1700. € 27.000 In Folio, frontespizio e 51 carte geografiche a doppio foglio incise in rame finemente colorate d’epoca (una ripiegata), indice alla fine, legatura moderna in piena pelle, fregi a secco ed in oro. Attraente atlante olandese di fine secolo che raccoglie carte di mappamondo e continenti, una carta del mondo fantastico 'Schlaraffenland', oltre alle consuete dei vari stati europei. La carta della Catalogna non è elencata in indice La famiglia Schenk, il cui capostipite fu Pieter, fu leader del mercato olandese nella prima metà del Settecento. Pieter Schenk nacque in Germania, ma si traferì ad Amsterdam dove fu allievo di Gerard Valck di cui sposò la sorella. Le due famiglie a lungo furono in società come editori e venditori di stampe, libri, carte geogra che e globi. Koeman, Vol III, p. 115. 61 STANLEY HENRY M. In Darkest Africa or the Quest, Rescue and Retreat of Emin, Governor of Equatoria. Londra, Sampson Low, Marston, Searle and Rivington, 1890 € 4.500


Due volumi in 8° grande (mm 215x138); pagg. XV, 529 con 15 illustrazioni a piena pagina e 1 grande carta rip. alla fine; pagg. XI, 472 con 23 ill. (fra cui il ritratto di Stanley), 2 carte geografiche nel testo, 1 grande carta rip. alla fine, oltre a decine di ill. nel testo nei due volumi per complessive 150 illustrazioni silografiche e carte geografiche. Splendida legatura rossa in marocchino con bordure e filetti dorati, firma facsimile di Stanley impressa in oro al piatto ant., tagli lucidi dorati. Qualche minima fioritura della carta ma esemplare splendido conservato in custodia coeva in marocchino e tela. Prima edizione. Bellissimo esemplare di presentazione a Sir Percy Anderson, sottoscrittore del viaggio di Stanley, da parte del Emin Pasha Relief Committee, come attestato dal foglio manoscritto allegato all’inizio, datato 29 agosto 1890, firmato dal segretario del Comitato. 62 STEFANO CARLO. Vineto di Carlo Stefano nel quale brevemente si narrano i nomi latini antichi, & volgari delle viti, e delle uve: con tutto quello che appartiene alla cultura delle vigne, della vendemia e all’uve. Raccolto ogni cosa dagli antichi scrittori, e accomodati à questo nostro uso di hoggi di. Unito a: Di Carlo Stefano Seminario, over plantario de gli alberi, che si piantano, con i loro nomi, e de i frutti parimente. Aggiuntovi l'arbusto, il fonticello, e'l spinetto, de l'istesso autore. Tradotti in lingua italiana, per Pietro Lauro Modenese. Unito a: Di Carlo Stefano le herbe, fiori, stirpi, che si piantano ne gli horti, con le voci loro piu proprie & accomodate. Aggiuntovi un libretto di coltivare gli horti, tradotto in italiano da Pietro Lauro Modonese. Venezia, Valgrisi, 1545. € 1.500 3 opere in un volume in 8° piccolo (mm 165x110). I: 52 carte numerate, compreso il frontespizio con titolo e marca tipografica, 3 carte non numerate con le Tavole delle voci, 1 bianca; II: 69 carte numerate, compreso il frontespizio con titolo e marca tipografica (ultima erroneamente numerata 67), 4 carte nn. ed 1 carta bianca con al verso marca dei Valgrisi; III: 69 carte numerate compreso il frontespizio con titolo e marca tipografica, 1 carta bianca con al verso marca editoriale. Capolettera ornati da fregi floreali. Cartone muto settecentesco. Rari trattati in prima edizione italiana degli ultimi tre scritti di botanica dello studioso ed editore francese Charles Estienne (1504 - 1564), celebre medico che latinizzò il nome della famiglia in “Stephanus”, figlio di Henri Estienne, uno dei più noti stampatori del XVI secolo. La traduzione è curata da Pietro Lauro Modenese. La prima opera è interamente dedicata alla viticoltura e al vino; Westbury 88; Simon, Bacchica, II, 234; Sormanni, Viticoltura, 122:”Rarissimo”. La seconda e terza opera, sono due brevi trattati pratici su come allestire un orto, tempi di semina, cura delle malattie delle numerose erbe e verdure illustrate con i consigli per ben coltivarle e gustarle; molto interessanti le descrizioni. Durling 1937; Hunt 53, 54. Bell’esemplare, internamente solo lievi tracce d’ossido saltuarie con qualche macchiolina, frontespizio e prime carte con tracce di sporco superficiale. 63 STREINZ VENCESLAO. Guida nella visita delle spezierie e principalmente nell’esame della purezza e bontà dei medicinali, ossia Manuale per gli impiegati di sanità e polizia, pei medici, chirurghi e farmacisti, non che pei commercianti di preparati chimico-farmaceutici e droghieri…Versione dal tedesco di Polli Giovanni…con note e aggiunte per cura di Felice Ambrosioni capo speziale dello Spedale di Pavia. Pavia, Tipografia Bizzoni, 1833 € 550 2 voll. In 8 (mm 230x143). Pagg. (6), 416; pagg. (2), 390. Bella legatura in mezza pelle coeva con angoli, titoli su doppio tasssello in amaranto e verde impressi in oro con decori floreali. Ottimo esemplare in barbe con ampi margini, minime mende alle cuffie. Biblioteca Italiana giornale di letteratura, scienze ed arti, vol. 70: quest’opera frutto di lunghi studi e di molta pratica e diligenza, nell’addurre i precetti confacenti a ben eseguire la visita delle spezierie, rende avvertito il lettore ogni qualvolta alcuno ne accenna…perché sia in grado di far giudizio della bontà e sincerità delle sostanze medicinali..tratta delle qualità dell’officina farmaceutica. Parlasi di quest’argomento cosi in generale, come in particolare.. i caratteri che qualificano la bontà di certe generiche preparazioni farmaceutiche, come aceti acque distillate, conserve, ecc. e altresì i difetti e le frodi che si possono riscontrare… con l’esporne i caratteri fisici e chimici e insegnare e conoscerele impurità e falsificazioni…Il sig. Ambrosioni, oltre a minir l’opera di note, si propone di corredarla di aggiunte riguardanti alcune sostanze …mediche, e delle quali in essa opera non si parla…”


64 TASSO TORQUATO. La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso con la vita del medesimo, allegoria del poema, argomenti incisi ne’ rami del Tempesta, ed Indice di tutti i nomi propri, e materie principali contenute nell’opera; e con le annotazioni di Scipione Gentili e di Giulio Guastavini a Sua Eccellenza il Signor D. Orazio Albani Principe di Soriano… Urbino, Girolamo Mainardi, 1735. € 1.450 In folio (mm 357x245); pagg. (20), (1 tav. fig.), pagg. 316. Frontespizio in rosso e nero, quattro capilettera, 20 (la prima fuori numerazione, le altre nella num.) incisioni a piena pagina di Arnold Westerhout da soggetti di Antonio Tempesta, all’inizio di ogni canto, sempre incise finemente in rame; testo su due colonne. Legatura in mezza pergamena coeva, dorso liscio con titolo e fregi in oro su tassello arancione. Ottimo esemplare con barbe a pieni margini. Minime tracce d’uso alla legatura, occhiello con angolo inf. restaurato, un piccolo restauro al margine interno dell’indice dei nomi. Una fra le più eleganti e stimate edizioni della Gerusalemme Liberata, considerata la piu’ bella dopo quella del Piazzetta. Non comune. Cicognara 1114; Graesse VII p.33. Raccolta Tassiana 255; Non in Brunet nè Gamba. 65 TOPIO FRANCESCO. Tractatus de potestate principis secularis. Firenze, Giunta, 1607.

€ 1.000

In 4°(mm 215x155). Pagg. (8), 97, (11 di index). Vignetta in rame al frontespizio con le armi cardinalizie, capolettera ornati enttro vignette parlanti, finalini silografiche. Fascinosa piena pergamena molle coeva con bindelle. Titolo manoscritto al dorso ed al taglio inf. Ottimo esemplare stampato su carta vergellata lievi tracce d’uso a spigoli e cuffia sup. Opera non comune, edizione originale probabilmente, come asserisce Piantanida, suddivisa in nove capitoli che descrivono come si crea un principato, analizza i diversi tipi di stato, della potestà dei principi, dei significati e dei poteri delle legislazioni, della volontà e della “Ratio” che deve avere il principe. Piantanida 1284; Cormundus, pag. 1482.

66 TROPEANO TOMMASO. Compendium coniurationis contra daemones vexantes humana corpora, in quo continentur quatuor exorcismi, seu coniurationes pulcherrimae. In primo potest exorcista, energumenos, seu vexatos cognoscere. In secondo, & tertio, eficaciter potest constringere illos. In quarto, modus procedendi, contra fascinationes, ligaturas, & facturas. Author, praesb. Thomas Tropianus, Siculus, & Panormi cives, exorcista in panormitana ecclesiae ibi residet vivanderius.Panormi ex typographia Io. Baptistae Maringhi, 1598. € 4.500 In 4° (195x140); pagg. (6), 88, (2). Capolettera istoriati in silografia. Pergamena floscia coeva. Ottimo esemplare genuino, alcune antiche note manoscritte al margine ad inchiostro bruno. Ex libris all’interno del piatto ant. Rarissima unica edizione. Tommaso Tropeano, sacerdote palermitano, morto nel 1599, risulta una delle voci più eloquenti del carattere curativo della figura dell’esorcista. Egli redige questo raro ed interessante manuale pratico per eseguire gli esorcismi, in cui ne descrive quattro; con peculiarità riporta le metodologie per eseguirli, come espellere i malefici dei demoni, fascinazioni, fatture ecc. Quello degli esorcisti era un ordine minore della Chiesa, che fu abolito dalle riforme del Concilio Vaticano II. OPAC SBN repertoriati quattro esemplari nelle biblioteche italiane. Mira, II, 435. Armando Maggi, Satan's rhetoric: a study of Renaissance demonology pag. 106. Manca alla Casanatense. 67 VISENTINI ANTONIO. Old Testament playing-cards. Venezia, 1748.

€ 12.500

Acquaforte (mm 100x155), di Antonio Visentini da Francesco Zuccarelli, firmato sulla carta 47 "F.Z.I. 1748.


AVisentini Sculp.". Marbled verso, egilt edges, contemporary leather case. Very rare set of 52 biblical playing cards, in four suits: circles, diamonds, hearts and vases. Each card illustrates an episode from the Old Testament and bears an emblem explained in the text below the illustration. Text in Italian and Latin. The cards are not numbered but each is lettered with capital or lower-case letters. Under the auspices of Consul Smith, Zuccarelli during the mid–1740s produced with Visentini a set of cards featuring neo-Palladian architecture, as can be seen in Burlington House (1746). The most interesting of Zuccarelli-Visentini cooperation was this set of 52 playing cards with Old Testament subjects published in Venice in 1748. The hand-colored scenes are treated in a light manner; the cards begin with the creation of Adam and end with a battle scene that has an elephant carrying a castle. The British Museum copy is printed in red with marbled verso, gilt edges, with original leather case. The British museum also owns two uncut sheets of the set, with black printed title. Both sets are from the collection of Lady Charlotte Schreiber. The British Art Center copy at Yale University, is printed in different colors: circles (red), diamonds (blue), hearts (brown), and vases (green). The set lacks one card (the 'n' of hearts) in a contemporary blind-stamped leather case. Hargrave, C.P. History of playing cards and bibliography of cards and gaming, p. 237, 242 Schreiber, C. Playing cards of various ages and countries, III, 143. Franks, A W (introduction), Playing Cards of Various Ages and Countries selected from the collection of Lady Charlotte Schreiber, London, John Murray, 1895. 68 VOLCKAMER JOHANN CHRISTOPH. Continuation der Nürnbergischen Hesperidum... Nuremberg, zu finden bei dem Authore, 1714. € 21.000 In folio (mm 350x230), 22 carte n.n. fra cui il frontespizio in rosso e nero e la splendida antiporta di Decker, 239 carte numerate, 2 cc. di registro. Capolettera istoriati ed eleganti testatine e finalini tutto inciso in legno; 6 grandi vignette incise in rame nel testo, 135 incisioni (di T.G. Beck, J.A. Delsenbach, J. à Montalegre ed altri) comprese nella numerazione; le prime 9 tavole all’inizio (di cui 5 ripiegate) sono numerate I-IX e quelle alla fine (tutte ripiegate) numerate I-V. Piena pelle coeva con reintegro al dorso su cui sono stati applicati i sei nervi originali con il titolo su tasselli in oro e ricchi fregi eseguiti a piccoli ferri. Bellissimo esemplare. Prima edizione della Continuation, che seguì la prima parte dell’opera pubblicata nel 1708. L’opera è illustrata da un apparato iconografico di ricercata bellezza: incisioni raffiguranti agrumi nella parte superiore, mentre in basso vi sono raffigurazioni di palazzi, giardini, labirinti ed altro, che si possono considerare dei capolavori dell’arte botanica, fra cui citiamo: la Malcontenta, villa Pisani, palazzo Foscarini a Stra e numerosissimi altri palazzi che si incontrano lungo il Brenta e nella padovana ed in provincia di Verona con vedute di Quinzano, Parona, Settimo di Pescantina, Chievo; all’inizio le grandi tavole raffiguranti giardini fra cui citiamo Villa Allegri (ora Arvedi) a Cuzzano presso Verona, Palazzo Morosini (Padova), Schoenbrunn, Castello di San Georghen vicino a Bayreuth, Munchausen Schwöbber (vicino a Hameln); alla fine questa edizione è arricchita da grandi tavole ripiegate di piante e frutti esotici con architetture e panorami nei loro habitat. Magnifica antiporta mitologica incisa finemente in rame su disegno di Paul Decker, che rappresenta le tre ninfe sorelle Egle, Aretusa ed Espertusa, protettrici e custodi del mitico giardino delle Esperidi. Egle custode della pianta del cedro dalle forme curiose, bizzarre, e dai profumi soavi; Aretusa, custode della pianta del limone, gemma preziosa per giardinieri e medici, Espertusa, custode degli aranci. Simbolo di uno status patrizio nella società settecentesca, il giardino dei “pomi d’oro” è un autentico luogo di delizia, inesauribile fonte d’ispirazione per artisti e poeti. Volckamer (1644 - 1720) intraprendente commerciante di Norimberga con una profonda passione per la botanica, figlio di un medico e botanico dedito alla studio ed alla progettazione di giardini; nei primi anni del 1660 visitò una moltitudine di giardini e parchi in Italia, dove nacque un suo speciale interesse per l’universo degli agrumi. Passione che coltivò, attraverso la collezione di piante, dopo il ritorno nella terra natia, costruendo il proprio giardino, dove colto da ispirazione crea numerosi schizzi che poi andranno a comporre la sua opera fondamentale in due libri.


E’ nel 1708 che dà alle stampe il libro Nürbergisches Hesperides oder gründliche Beschreibung der edlen Citronat, Citronen - und Pomeranzen - Früchte.... di evidente derivazione dalle Hesperides di Giovanni Battista Ferrari, opera che celebra gli agrumi (Hesperides, sive, De malorum aureorum cultura). Volckamer coniuga suggestioni mitologiche e ricerca scientifica in un opera letteraria, di grande fascino, dove i doni della natura si intrecciano a paesaggi e architetture di ville del nord est italiano, luoghi con i quali l'autore intratteneva i suoi contatti d'affari. Blunt: "delightful views of the gardens and palaces of Germany, Austria and Italy"; Nissen BBI 2078 - Pritzel 9849 - Kat. Ornamentstichslg. Berlin 3324 - Dunthorne 323.


Libreria Antiquaria Perini s.a.s. Via A. Sciesa, 11 - 37122 Verona - Italia Tel. e Fax (++39) 045 8030073 info@libreriaperini.com - www.libreriaperini.com


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