RELAZIONE CONGRES.LUCA CONTI (1)

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Congresse Resionele

Acli Emilia - Romagna

I norrembre !0I4

I temi congressuali ci pongono subit6ìi;* interrogativo spiazzante... .,comè .: --*.: a orientare lo sguardo per comprendere i segni costitutivi della nostra epoca?,, Passato, presente e futuro.

ln queste occasioni, it mio cammino come presidente regionale è giunto altermine, si tira una riga e sifanno le somme. D'altro canto, gli eventi drammatici dei nostrigiorni, guerre' cambiamento climatico, situazione politica nazionate e internazionale, la presenza sempre più rilevante dell'At rispetto at mercato del lavoro e ro sviluppo sociale/tecnologico, P€r citarne alcuni dei più evidenti, ci interrogano sul nostro presente e ci obbligano a cercare di derineare un futuro.

lmpiegherò quindi poco tempo per dire alcune delle cose principali che in questi anni, sul solco di chi mi ha preceduto, abbiamo realizzato. ln particolare un grande sforzo di costruzione di retazioni e rapporti interni tra le province della nostra Regione' Un importante risurtato in questo senso è stata ra conferenza dei servizi regionali, la prima nella nostra storia, che ha avuto come ospiti I'allora presidente della regione Emilia Romagna stefano Bonaccini, l,assessore Vincenzo colla, tutte le massime cariche politiche e tecniche della nostra associazione, a partire dal presidente Emitiano Manfredonia, tutti i nostri servizi, dalle varie Acli service' al Patronato e, non per ultimo, gli En.A.l.p. del sistema regionale. Un risultato incredibile che ha prodotto una fotografia complessiva del nostro presente. Fotografia che riporto perché ancora molto recente e pertanto attendibile: 370 circoli, 256.000 utenti complessivi, 746 dipendenti, 4t2.ooo pratiche, 127 uffici, Log nazionalità intercettate' Numeri ragguardevoli che ci rendono fieri è che al tempo stesso ci consegnano grandi responsabilità. Lasciatemi poi ricordare con particolare orgoglio e riconoscenza l'incontro di sua Eccellenza Mons. Zuppi e dell,allora presidente de,a regione Emilia Romagna stefano Bonaccini con gli studenti della formazione professionale presso oficina. Durante questo incontro i ragazzi si sono potuti confrontare con i nostri ospiti su temi attuali come i social network e il bulismo, sul loro futuro' sulla relazione tra donne e professionitecniche... lnsomma, un momento ricco di tutto ciò che siamo.

Un lavoro che mi ha umanamente molto arricchito, consentendomi di conoscere persone e realtà straordinarie, e per questo devo ringraziare tutti voi, alcuni dei quali oggi assenti' Mi perdonerete se non faccio nomi ma siete davvero tanti e ho paura di dimenticare qualcuno.

Abbiamo attraversato il Covid, le alluvionie... il RUNTS. In tutte queste occasionisiamo stati alfianco delle province per quanto ci veniva richiesto, con discrezione e spirito di servizio. lnfatti il ruolo del regionale, oggi, è determinato dal peso che le singole province decidono di dargli, da quanto vogliamo singolarmente mettere in comune su un livello sovraprovinciale a cui affidare specifiche aree di lavoro. euesto è un disegno che hanno in mano le province, come è giusto che sia, e da questo si parte. ll nostro equilibrio regionale, a differenza di altriterritori, trovo sia quello più bilanciato anche se, con il passare del tempo ritengo che saranno necessarie nuove geometrie e un rafforzamento di alcune funzioni che dobbiamo mettere in rete per dare un supporto a tutti.

Veniamo alle note dolenti. Se sulle relazionitra le province molto è stato fatto, bisogna comunque compiere ulteriori sostanziali passi avanti, ed è un lascito che consegno a chi verrà dopo di me, perché ancora oggi alcuni nodi che erano sut tavolo 4 anni fa sono da sciogliere, e vi garantisco che per me è un dispiacere grande. Così come bisognerà trovare il modo di avere un maggior coinvolgimento con l'Unione sportiva Acli, la Fap, Acli Arte e Spettacolo e il CTA.

Ripartendo dalle tesi congressuali, citando Papa Francesco, «euella che stiamo vivendo non è semplicemente un'epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza». Questo 'tambiamento di epoca" riguarda ovviamente anche noi. La nostra Associazione ha raggiunto gli 80 anni e, pur mantenendosi vitale e attiva, porta i segni della sua età. Servono nuove forme organizzative, riprogettare i paradigmi e le fondamenta per adeguarci al mondo che ci sta travolgendo. Dovremo trovare nuove modalità di coinvolgimento degli associati, anche attraverso un diverso rapporto con le associazioni specifiche, maggiore capacità progettuale, quasi totalmente assente negli ultimi anni, e rafforzare i territori dotandoli di maggiori risorse, che oggi sono indirizzate in modo squilibrato verso la sede centrale. Dovremo saper riscrivere le nostre regole interne in modo che siano rappresentative della realtà che ci circonda. 2

Serviranno umiltà, unità e coraggio per affrontare questa sfida ma sono convinto, conoscendo lo spirito degli aclisti, che ci si possa riuscire insieme. La strada è stata intrapresa.

Passo infine al tema principale di questo congresso "ll coraggio della pace", tema che testimonia la grande capacità di lettura della nostra Associazione. Riprendo quindi il documento: "La dimensione della pace, nelle sue molteplici declinazioni, è la priorità da offrire alla riflessione, discussione e condivisione del prossimo congresso delle Acli". E proprio queste "molteplicideclinazioni" richiederebbero un approfondimento di ore, perciò mi limiterò ad alcune considerazioni.

Trovo che quello che sempre più si sta perdendo sia la capacità di riconoscersi nell'altro, nel vedere il proprio viso riflesso nella persona che ci sta davanti, anche metaforicamente, e riuscire così ad empatizzare. Non per buonismo o perché ci si debba sottrarre dal confronto, tutt'altro. La necessità di un rapporto schietto ma costruttivo, per quanto difficile, parte proprio dal riconoscere la posizione dell'altro, dal comprendere che nelle soluzioni non c'è un lO, ma un NOl. La politica nazionale e internazionale di questi anni ha coltivato l'individualismo, la paura, l'angoscia, l'assenteismo... nel tentativo di sottrarre la vita pubblica ai molti, in favore di pochi. Bisogna riscoprire l'l care di don Milaniche diceva: "Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia".

La nostra Associazione ha proprio nel suo DNA, e qui la collaborazione con la Pastorale Sociale è vitale, la capacità di affrontare con coraggio e originalità questi temi e auspico che nei prossimi anni sappia essere un punto di riferimento nazionale verso una nuova emancipazione.

Concludo riprendendo il documento congressuale: "lJimpegno personale, dei nostri circoli Acli e dei Servizi che promuoviamo, resta quello di essere "artigiani di pace", tessitori di unione in ogni contesto, pacifici nel linguaggio e nei comportamenti, rispettosi di ogni prossimo perché è Tempio di Dio, per imparare ad amare il nemico e renderlo di nuovo quello che è: fratello e sorella". Parole bellissime e universali, che guardano fuori, ma anche dentro la nostra amata associazione.

Ewiva le Acli.

Luco Conti

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