A CCADEMIA G EORGICA T REIA
ACCADEMIA GEORGICA TREIA
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CENNI STORICI SULLA CITTA’ L’antica Treia sorgeva sull'area dell'attuale complesso del Santuario del SS. Crocifisso, lungo una diramazione della Via Flaminia che da Septempeda (San Severino) conduceva ad Ancon (Ancona), passando per Auxium (Osimo). Fondata dai Sabini nel 380 a.C., deriva il suo nome da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata; dapprima colonia romana, poi municipio (109 a.C.), raggiunse una ragguardevole estensione urbana e notevole importanza militare. La posizione su un’antica strada favorì, nell'alto medioevo, al decadere dell'Impero, passaggi e incursioni di vari eserciti barbarici che percorrevano la penisola in direzione di Roma. Gli abitanti, per sottrarsi ai continui saccheggi e anche a causa delle mutate condizioni politiche-sociali-ambientali, abbandonarono la città di pianura e si rifugiarono sui tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa. La nuova città prese così il nome di Montecchio (Monticulum o Monteclum: piccolo monte), che mutò solo nel 1790, quando Pio VI la eresse al rango di "città", riassumendo l'antica denominazione di Treia. Pur essendo soggetta, come quasi tutte le altre città della Marca, allo Stato della Chiesa, intorno all'XI-XII sec., la città si dette un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due Consoli) ed acquistò una precisa fisionomia: conseguenza fu la costruzione di un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell'Onglavina, dell'Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d'accesso. Due episodi bellici di particolare importanza hanno segnato la storia di Montecchio: nell'ambito dei contrasti tra Papato e Impero, la città fu cinta d'assedio una volta nel 1239, dall'esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263, da quello di Corrado di Antiochia, nipote di Federico II. I due avvenimenti si risolsero positivamente per i Montecchiesi, anzi nella seconda circostanza riuscirono a far prigioniero lo stesso Corrado, che però tornò in libertà, dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, a causa del presunto tradimento del podestà Baglioni, lasciatosi corrompere dal nemico. Treia, o meglio Montecchio, restò sottoposta, in modo diretto o indiretto e seppure con diverse parentesi determinate dal succedersi dei vari avvenimenti politici, allo Stato della Chiesa fino al 1860, quando, dopo la battaglia di Castelfidardo, la città fu annessa al Regno d'Italia. I PERSONAGGI: I TREIESI ILLUSTRI Giovanni Pellicani Giurista n. Treia 1518, m. Roma 1594. Fu rettore all’Università di Macerata, governatore di Perugia e presidente della Romagna nel 1587, senatore di Roma dal 1585 al 1587. Riformò le costituzioni di Ascoli e di Avignone. Ilario Altobelli Astronomo, n. Treia luglio 1560, m. Treia 31 ottobre 1637. Minore conventuale fu contemporaneo e amico di Galilei contribuendo, nonostante la veste al sostegno delle sue tesi scientifiche. Scoprì i satelliti di saturno e osservò tra i primi la stella “nova” che creò molte discussioni tra gli astronomi del suo tempo dandone conto nel De nova stella del 1628. Mise anche a punto un sistema di proiezione ortografica della sfera celeste molto elogiato. Dal 1604 fu professore di matematica e astronomia all’università di Verona. Famose le sue Tabulae regiae astronomicae del 1628. Giulio Acquaticci Letterato, n. Treia 1603,m. 1688. Appartenne all’Accademia dei Catenati di Macerata e dei Sollevati di Treia, pubblicò un poema sul modello della Gerusalemme Liberata, intitolato Poema della Santa Casa. 3
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Luigi Lanzi Storico dell’arte, n. Montecchio, oggi Treia 14 giugno 1732, m. Firenze 31 marzo 1810. Veramente pochi sanno che Lanzi è l’artefice dell’attuale selezione e dell’allestimento museale degli Uffizi di Firenze, dove era approdato nel 1775 come aiutante antiquario del direttore della Galleria Fiorentina, dopo aver insegnato storia dell’arte a Viterbo, Tivoli e Roma, per poi diventare responsabile delle collezioni granducali esposte al pubblico. Frutto del periodo fiorentino è anche la sua Guida di Firenze edita nel 1782. Il Lanzi fu anche archeologo ed esperto delle antiche culture italiche, studiò l’etrusco (saggio di lingua etrusca e di altre antiche d’Italia, 1789), ma la sua opera principale è la Storia pittorica d’Italia edita in diverse edizioni a partire dal 1796, che è indubbiamente la prima storia critica dell’arte italiana. E’ sepolto a Firenze in Santa Croce. Giuseppe Colucci Storico n. Penna san Giovanni 1752, m. Fermo 16 marzo 1809. Dopo gli studi con i gesuiti e la laurea in giurisprudenza si dedica, dal 1776, agli studi storici archeologici per tutta l’area del Piceno, avviando la pubblicazione delle Antichità Picene (dal 1786), opera ammirata da Pio VI che lo sostenne nella continuazione del progetto editoriale e scientifico di raccogliere le memorie e le documentazioni sulle diverse città. Nel 1797 l’opera dovette essere interrotta per i rivoluzionamenti politici che interessarono le Marche. Sicché il Colucci dovette proseguire la sua vita, nel 1880, come vicario del Vescovo di Orvieto Cesare Brancadoro. Fortunato Benigni Erudito, n. Treia 6 giugno 1756, m. Treia 28 ottobre 1831. Benigni è il prototipo e per certi versi l’archetipo del letterato patriota marchigiano, cultore delle cose patrie. Si deve a lui il ripristino dell’antico nome romano della sua città, Treia (dal municipio romano Trea) che fino al 1790 si chiamava Montecchio. Riuscì, infatti, a far emanare una bolla del Papa per questo da Pio VI. Ma fu anche rifondatore della Società georgica dei Sollevati di Treia impegnata nella modernizzazione delle tecniche agricole secondo i metodi proposti in tutta l’Europa da accademie agrarie analoghe, come i Georgofili di Foligno, dei quali fece parte. Impegnato giacobino e massone partecipò ai moti del 1799 e per questo motivo fu deportato alla fortezza di Civitella. Fu anche cultore di archeologia e redattore del “Giornale delle arti e del commercio” edito a Macerata nel 1780. Papa Pio VI Con la bolla “Emixum animi nostri stadium” del 2 luglio 1790 conferisce a Treia il titolo di Città ed un nuovo nome, Treia appunto. A lui fu dedicato nel 1785 il monumento nella piazza davanti al palazzo Comunale dedicato per l’apertura delle Pie Case di Correzione e Lavoro. Niccolò Grimaldi Cardinale, n. Treia 1768, m. Roma 1845. Ebbe prestigiosi incarichi sotto Pio VII, Leone XII, Pio VIII e gregorio XVI che lo nominò Governatore di Forlì. Carlo Didimi Sportivo, n. Treia 6 maggio 1798, m. Treia 4 giugno 1877. Si tratta del personaggio reso immortale da Giacomo Leopardi che gli dedicò la canzone “A un vincitore nel gioco del pallone”, il gioco della palla col bracciale molto diffuso nelle Marche dell’Ottocento e per il quale fu costruito lo Sferisterio di Macerata, Didimi di famiglia nobile, era notissimo per i successi, conquistati negli sferisteri d’Italia in questo sport. Mazziniano, partecipò anche alle attività risorgimentali clandestine, tanto da essere perseguitato dopo i moti dell’83. Ricoprì poi importanti incarichi pubblici dopo il 1860. 4
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Ageo Arcangeli Giurista, n. Treia 7 febbraio 1880, m. Roma 14 maggio 1935. E’ stato uno dei massimi esperti di diritto commerciale. Dopo gli studi a Macerata insegnò a Urbino, Camerino, Perugia, Sassari, Macerata, Parma e Bologna, infine a Roma dal 1930. Insieme a Rocco, cui si è legato il codice penale del tempo. fu tra i giuristi più noti che aderirono al fascismo, occupandosi del diritto agrario e della politica agraria del regime. Dolores Prato Scrittrice, n. Roma, 10 aprile 1892, m. Anzio, 13 luglio 1983. In quanto figlia illegittima, viene cresciuta fino ai 18 anni a Treia da due anziani zii: un colto ed eclettico prete che vive con la sorella nubile. Studia presso il prestigioso collegio Salesiano della Visitazione per poi laurearsi a Roma in Magistero. Insegna Lettere nelle Marche (a San Ginesio e Macerata), in Toscana (San Sepolcro) e, infine, a Roma dove si stabilisce definitivamente. Per vivere pubblica e vince premi come giornalista, ma critica e pubblico la “scoprono” come scrittrice nel 1980 quando esce per Einaudi il suo capolavoro, il romanzo autobiografico “Giù la Piazza non c’è nessuno” (editore Natalia Ginzburg). Dolores ha ottantasette anni. Per conoscere questa grande penna del Novecento italiano, in libreria sono disponibili, oltre al romanzo di ambientazione treiese, il racconto “Scottature” e la raccolta “Sogni” (entrambi Quodlibet) nonché il romanzo “Campane a San Giocondo” (Avagliano). Dolores Prato muore il 13 luglio 1983 ad Anzio. Buona parte dei suoi scritti sono conservati a Firenze presso l’archivio contemporaneo G. P. Vieusseux. Niente di meglio per descrivere Treia che le emozioni e le descrizioni della scrittrice... tanto minuziose da essere quasi fotografiche: “Io la chiamerò paese, ma è città. La restituì alla dignità civica un papa che ne riscosse un monumento librato nell’aria; in bronzo il suo ritratto a mezzo busto; il resto pietra, slancio luce; sta alto nello spazio come un gigantesco ostensorio e per fondo non potrà avere che il cielo. Nello stemma la città era rappresentata da tre monticelli appoggiati fianco a fianco come per esprimere unità nella trinità; due fiori spuntavano tra loro, gigli o rosolacci; li vidi in atteggiamenti diversi: pudichi, o sfacciati; le tre gobbe sostenitrici del paese non le distinsi mai. Roma e Treja hanno in comune il mistero del nome. Roma nome maschera quello che nascondeva il suo vero; come non sapremo mai quale fu questo nome, così non sapremo mai quale nume stravolto, o mascherato, dette il nome a Treia… Da un irrecuperabile mistero nacque Treja le cui lettere furono sempre su per giù quelle della terra. Treia deriva da Trajano? No, da Trea, però lo mette in dubbio quella j lunga che c’è sempre stata e che è stata graficamente cancellata; ma provare a dire Tre-i-a con la i piccina, non è più lei… Treia ha frantumato la sua storia ed i frantumi mandano echi spezzati, echi lunghissimi non esistono. Frantumi di lapidi nel paese e nella campagna: un firmamento di frantumi lapidari dove si vaga come si vagherebbe fra la Via Lattea. I frammenti più grossi li adoperò per materiale da costruzione; ci fece anche gli scalini per salire su per la torre campanaria del Duomo.”. Elvidio Farabollini Elvidio Farabollini nacque a Treia il 21 luglio 1930. Dimostrò fin dall’infanzia particolare inclinazione per il disegno: quando la madre lo metteva in castigo, graffiava con le unghie l’intonaco del muro, rappresentando in preferenza cavalli. Dopo le elementari e le medie, dal 1946 al 1951, frequentò in Urbino l’Istituto Statale di Belle Arti delle Marche, per la decorazione e l’illustrazione del libro. Ciò in contrasto con il parere dei professori, che avevano visto in lui una spiccata inclinazione per la meccanica e contro il volere del padre, che desiderava che seguisse un corso di Scuola Tecnica Professionale. In Urbino passò 5
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cinque anni di sacrifici durissimi per le ristrettezze economiche. Aveva sempre una gran fame, che riusciva appena ad attenuare con le mele acquistate a poco prezzo al mercato locale che gli dovevano bastare per una settimana. Di soldi ne aveva pochi ed erano molti i giorni in cui si trovava al verde. Facendo lavori scolastici ai suoi compagni di studi, riusciva a volte, a racimolare qualche lira. Nel 1949 ottenne il diploma di Maestro d’arte con la qualifica di “Ornatore del libro”. Conseguì, nel 1951, il diploma di abilitazione all’insegnamento della calcografia, con il seguente giudizio finale: “Disegnatore vivace e irrequieto con spiccate doti di bianconerista; ha preparazione tecnica adeguata alle qualità del disegnatore. E’ attento e sensibile alle qualità del disegnatore”. In quegli anni di studi, fu allievo del Prof. Leonardo Castellani. Dal 1951 al 1952 frequentò il primo anno di Accademia di Belle Arti a Roma, discepolo, per le tecniche incisorie, del Prof. Mino Maccari. Anche durante questo periodo romano soffrì la fame e si arrangiava come meglio poteva in lavori manuali presso l’Accademia, aiutando nel girare il torchio per la stampa delle incisioni. Un giorno riuscì a disegnare il cartellone pubblicitario del film “Robinson Crusoe”, con un discreto guadagno. Dopo aver comprato un paio di scarpe ed un vestito, rinnovando così il suo guardaroba personale, tanto malandato, lasciò il resto della somma nella camera da letto, ma al ritorno non trovò più né il denaro, né i suoi effetti personali, né il compagno con il quale divideva l’alloggio. Altri avrebbero fatto denunce, ricerche; egli, deluso, amareggiato, scoraggiato rientrò a Treia. Dall’agosto 1953 al dicembre 1954 prestò servizio militare, allievo Ufficiale di Complemento a Lecce e a Casano, sottotenente poi nel 82° Fanteria “Torino” a Carpegna. Al rientro si procurò, nel 1954-55, un lavoro come ceramista in una fornace del paese natio; passò poi nel 1956-57, a fare il disegnatore progettista di un’azienda di oggetti in pelle della Provincia di Macerata. Ma non sapeva o non voleva o poteva, per il suo carattere tormentato, vivace, irrequieto, che non sopportava imposizioni ed ingiustizie, anche se non dirette a lui, starsene tranquillo. Nel 1957-58 lavorò presso una ditta di marmi, come addetto a fare progetti e disegni, che poi attivamente realizzava, manualmente, materialmente. Nel 1957 si sposò con l’insegnante di scuola elementare Anna Bartoloni, del suo stesso paese, dalla quale ebbe due figli: Franca Laura e Piero. Nel 1963 dipinse a Sassoferrato (AN), nel Convento “La Pace” del Cappuccini, una grande tempera murale “Il cantico delle creature” ed una altra raffigurante la “Madonna col Bambino”. Insegnò per diversi anni in scuole statali, dapprima in supplenze saltuarie poi come incaricato, sempre con il massimo entusiasmo ed il più grande impegno. Fermamente sperava nei giovani e credeva nel suo magistero educativo, dedicando ad esso le migliori energie. Vincitore del Concorso a cattedra di Disegno e Storia dell’Arte, per le Scuole Secondarie Superiori, fu docente presso l’Istituto Magistrale di Camerino. Illustrò numerosi libri tra cui si ricordano: Tra muro e muro (di Paolo Cristiano), Poesie (di Vinicio Saviantoni), Ballade des Pendes (di J. Villon), Un pugno di mosche (di L. Sinisgalli, Ed. Bucciarelli, Ancona), Il Canto di Ignazio Sanchez (di Grabriel Garcia Lorca), Tredici fiabe (di La Fontaine, Ed. Bucciarelli, Ancona), Per una schiera di ribelli, Diario dell’Apocalisse, La valle delle Rame. Ha inoltre pubblicato: “Gli uomini che incontrarono Gesù” (Casa Editrice CETI, Ancona), “Mani come volti” (Ed. L’Arco, Roma) e “Frammenti” (Ed. Amici dell’Acquaforte). Il 1° luglio 1971 morì a Treia, in una via del centro, colto da un collasso cardiaco, mentre stava scherzando con degli amici.
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CENNI STORICI SULL’ACCADEMIA GEORGICA Nel XV secolo, quella passione umanistica che spinse molti all’attività intellettuale avrebbe animato, secondo la tradizione, un erudito e scrittore apostolico, Bartolomeo Vignati, che nel 1430 volle fondare nella sua città natale, Treia (allora detta Montecchio), una Accademia di nobili intellettuali dediti alla poesia. Quei nobili decisero di chiamarsi Sollevati, alludendo alla potenza di tale arte, e nello stemma che li rappresentava, impressero una nuvoletta attratta dal sole, simbolo della leggerezza dei loro componimenti poetici. L’Accademia visse il suo periodo più fecondo tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, proprio nell’età dell’Illuminismo le cui idee giunsero nelle Marche ancor prima dell’armata napoleonica. Nel 1778 alcuni intellettuali innovatori e appassionati di agronomia decisero di trasformare l’Accademia dei Sollevati in un centro per lo studio e la sperimentazione in agricoltura. Per sancire questo passaggio l’istituzione mutò il nome in Accademia Georgica dei Sollevati. Ben presto l’Accademia treiese acquistò notorietà e riuscì a collegarsi con l’Accademia dei Georgofili di Firenze, con la quale ancora oggi ci sono stretti rapporti, e con quella di Berna. L’attività dell’Accademia Georgica di Treia perseguì due obiettivi: la ricerca e la sperimentazione. Gli studi e le sperimentazioni erano pubblicati nel “Giornale di Arti e Commercio” curato dall’Accademia nel biennio 1780-1781 e diffuso non solo in Italia, ma anche in Europa. Lo stesso Napoleone Bonaparte pensò di farne un polo di cultura agraria per l’Italia. Gli esperimenti e le innovazioni dei ricercatori dell’Accademia segnarono un’importante svolta nel settore agricolo. Sono da ricordare la coltivazione della canapa e del lino, l’estrazione dell’olio dai semi, specialmente dai vinaccioli, l’introduzione della coltivazione della patata e del granturco, l’importazione di foraggi sconosciuti dai contadini marchigiani come la sulla, l’erba medica, la lupinella, il lojetto, la verza e la rapa, la scoperta di nuovi vitigni, la coltivazione del tabacco, la ricerca di nuovi sementi, la rotazione agraria e l’apicoltura. In particolare l’introduzione delle nuove erbe foraggere determinò in poco tempo la valorizzazione agricola delle immense distese di terreno argilloso che trovarono in queste nuove coltivazioni le piante adatte alla locale rotazione delle colture dando così un notevole impulso alla produzione zootecnica. Infatti con la coltivazione dei foraggi si evitava di lasciare incolti i terreni rendendo più celere il recupero della fertilità e, nel medesimo tempo, si otteneva un abbondante nutrimento per il bestiame. Gli studiosi sostennero, inoltre, la “via biologica” nella difesa dell’ambiente e delle coltivazioni dagli insetti nocivi. Nel 1781, con breve di Papa Pio VI, gli Accademici ottennero l’autorizzazione dal Governo Pontificio di realizzare a Treia le “Case di Correzione e di Lavoro” dove giovani disadattati, vagabondi e disoccupati erano impiegati nella fabbricazione di tele, refi, merletti e tessuti per le vele delle imbarcazioni. Nel 1799 iniziarono osservazioni meteorologiche sistematiche allo scopo di conoscere gli effetti dei cambiamenti climatici sull’uomo e sulle colture. 7
ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’Accademia Georgica ha sede nella prestigiosa palazzina ottocentesca disegnata dall’architetto Giuseppe Valadier e fa corona alla Piazza principale della città. Dopo lo straordinario impegno intellettuale della generazione illuminista, l’Accademia è rimasta in vita come centro di cultura in virtù del suo ricco patrimonio librario, archivistico e artistico. In base ad una convenzione firmata nel 1870, il Comune affidò all’Accademia tutto il patrimonio librario e documentario del Comune originato dalla soppressione degli ordini religiosi del 1861. Oggi l’Accademia conserva oltre 14.000 volumi e l’Archivio Storico Comunale – uno dei più antichi e completi delle Marche – costituito dal fondo amministrativo-giudiziario con 852 manoscritti e da quello diplomatico comprendente 1.196 pergamene, di cui la più antica è datata 1161 e riguarda la vendita del Castello di S. Lorenzo. Sono, inoltre, custoditi nell’Accademia: l’Archivio degli Accademici con manoscritti relativi agli studi nel settore dell’agricoltura, incunaboli, codici, conii, sigilli, la collezione di foto con dedica e autografo di personaggi famosi donata da Raffaele Simboli, quadri del pittore futurista Giacomo Balla, i ritratti di Accademici illustri (Bartolomeo Vignati, Giulio Acquaticci, Ilario Altobelli, Luigi Lanzi, Fortunato Benigni), i fondi archivistici dei Padri Filippini, delle Clarisse, il fondo musicale Montebello, le carte relative al Teatro Comunale e alla Banda cittadina, il fondo delle case di Correzione e di Lavoro e della Congregazione di Carità. Ancora oggi l’Accademia offre un importante sussidio allo sviluppo culturale della realtà regionale e rimane il punto di riferimento di studiosi e di ricercatori non solo nazionali. In questi ultimi anni il Magistrato Accademico ha concentrato tutti gli sforzi economici e le risorse umane alla messa in sicurezza dell’importante patrimonio mettendo in rete la biblioteca antica (circa 14.000 volumi) attraverso il Polo Bibliotecario Maceratese collegato al sistema bibliotecario nazionale e riordinando tutti gli archivi storici presenti con un sistema informatico convenzionale. Il patrimonio librario e archivistico è stato altresì ospitato in nuove e idonee librerie e scaffalature. Tali sforzi sono stati sostenuti anche con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata. In un prossimo futuro tutto ciò consentirà la completa fruizione dei contenuti attraverso la rete telematica. Giuridicamente l’Accademia, ai sensi della legge 11 agosto 1991, n. 266, è un’organizzazione di volontariato non lucrativa di utilità sociale che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale volta alla tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico di cui alla legge 1 giugno 1939, n. 1089, e al decreto del Presidente della Repubblica 30 settembre 1963, n. 1409, in coerenza con l’all’art. 10 del Decreto Legislativo del 4 dicembre 1997, n. 460. L’Accademia di norma articola la propria attività nell’organizzare manifestazioni convegnistiche e all’organizzazione di giornate di studio rivolte a diversi settori di tipo scientifico e umanistico; in particolare, l’Accademia da sempre svolge il ruolo di istituto di conservazione custodendo e mettendo a disposizione della propria utenza gli Archivi Storici Comunali, l’Antica Biblioteca, l’Archivio Storico degli Accademici, nonché pregevoli opere d’arte, fondi letterari donati da illustri personalità e quant’altro costituisce il patrimonio storico, culturale e artistico della comunità treiese. Tutto il patrimonio è in parte di proprietà comunale in parte della stessa Accademia. Nel tempo però tale struttura non ha mai avuto bisogno di individuare le singole proprietà perché il Magistrato Accademico, 8
ACCADEMIA GEORGICA TREIA pur essendo un organismo autonomo, da sempre collabora in stretta sintonia con l’Amministrazione Comunale, e tutto il patrimonio conservato è considerato “patrimonio dei cittadini treiesi”. Tutti i fondi bibliografici, archivistici e artistici sono conservati in due immobili adiacenti: la Palazzina Valadier e l’Appartamento Simboli, ambedue di proprietà comunale. Quest’ultima proprietà è originata da un lascito all’Accademia da parte del cav. Raffaele Simboli che ha donato all’istituzione sia l’appartamento – con vincolo di destinazione per le attività culturali dell’Accademia Georgica - che il patrimonio contenuto in esso. L’appartamento negli anni ottanta è stato venduto dall’Accademia al Comune di Treia ad un prezzo simbolico. Ovviamente entrambi gli immobili mantengono il vincolo di destinazione per le attività istituzionali dell’Accademia Georgica. Pur essendo autonoma nelle sue decisioni, l’Accademia ha stipulato e da sempre ha usufruito di convenzioni con le amministrazioni comunali che nel tempo si sono succedute per la conservazione dei fondi bibliografici e archivistici del Comune di Treia, con particolare riferimento all’Archivio Storico Comunale e anche a una sorta di biblioteca comunale a partire dai primi anni del ‘900. Nello specifico tali convenzioni a fronte dei servizi erogati dall’Accademia prevedono un contributo annuo e il pagamento delle utenze (in particolare quella dell’energia elettrica). Le convenzioni sottoscritte per tale ruolo tra Comune di Treia e l’Accademia Georgica fanno riferimento alle seguenti date: 1° febbraio 1870 24 dicembre 1922 27 giugno 1996 Delibera G.C. n. 50 del 27 giugno 1996 10 febbraio 2016 Delibera G.C. n. 8 del 22 gennaio 2016
L’Accademia Georgica, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Treia, la Regione Marche e la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, da tempo e nel limite delle risorse economiche disponibili ha avviato una procedura volta alla messa in sicurezza e al riordino dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, utilizzando sistemi convenzionali, anche informatici, finalizzati non solo alla tutela ma anche alla sua maggiore e moderna fruibilità. La nuova organizzazione, che ha sostanzialmente allargato la visibilità della stessa Istituzione e del patrimonio in essa contenuto, ha altresì visto aumentare quantitativamente e qualitativamente il proprio bacino di utenza.
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L’Accademia Georgica da qualche tempo e nel limite delle risorse economiche disponibili ha avviato una procedura volta alla messa in sicurezza e al riordino dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, utilizzando sistemi convenzionali, anche informatici, finalizzati non solo alla tutela ma anche alla sua maggiore e moderna fruibilità. A oggi sono conclusi interventi sui seguenti fondi:
A.1) CATALOGAZIONE INFORMATICA DELLA BIBLIOTECA ANTICA Sin dal 2003 è stato avviato il progetto per la catalogazione della biblioteca antica effettuata col sistema informatico SBN dal personale specializzato dell’Università di Macerata, con la quale l’Amministrazione Comunale, che ha sostenuto interamente il progetto, ha stilato apposita convenzione. Il fondo bibliografico dell’Accademia Georgica è composto da volumi provenienti da biblioteche private e da biblioteche di antichi ordini soppressi. È una raccolta composita, comprendente edizioni relative ai diversi campi del sapere, con prevalenza religiosa, nella quale, tuttavia, non mancano edizioni rare e di pregio come, ad esempio, le opere complete di Voltaire in 55 volumi, pubblicate a Parigi nel 1792 (una delle prime raccolte sistematiche dell’autore francese); un testo di Virgilio molto raro che risale al 1501, non presente nei cataloghi, e ricco di iniziali ornate; un prezioso dizionario portatile da viaggio in sei lingue di Cornelio Valerio stampato in Belgio nel 1583 (Colloquia, cum dictionariolo, sex linguarum: teutonicae, anglicae, latinae, gallicae, hispanicae & italicae); un’“aldina” di Giulio Cesare del 1569, con illustrazioni xilografate (C. Iulii Caesaris Commentariorum de bello Gallico, libri VIII); una Historica relatione del Regno di Cile, e delle missioni, e ministerij che esercita in quelle la Compagnia di Giesu, di Alonso de Ovalle, pubblicato a Roma nel 1646 da Francesco Cavalli (uno dei primi resoconti sugli araucani del Cile, il testo prende anche in esame la storia della missione dei gesuiti in quelle terre). Un patrimonio, come si può notare dai pochi esempi citati, di straordinaria ricchezza e varietà di titoli che rileva l’importanza dell’Accademia nell’ambito degli studi scientifici e umanistici. Pensiamo al ricco fondo di medicina e anatomia, nel quale troviamo ben due edi10
ACCADEMIA GEORGICA TREIA zioni cinquecentine dell’opera di Galeno, una pubblicata a Basile da Andreas Cratander e l’altra (incompleta) pubblicata a Venezia dagli eredi di Aldo Manuzio stampata interamente in corsivo; pensiamo inoltre al notevole fondo di agricoltura, accresciuto dopo la seconda metà del XVIII secolo, al quale è stato dedicato parte della sala dei Sollevati; nonché ai testi di storia locale, di diritto canonico, di musica (molti dei quali appartenenti al fondo Oliviero Montebello) e di retorica. Il patrimonio dell’Accademia Georgica è stato arricchito, inoltre, dal dono proveniente da diverse famiglie locali: quella dei Benigni ammonta a più di 500 testi di grande pregio bibliografico, ricordiamo anche i testi appartenenti alla famiglia Broglio (testi che risalgono per lo più all’Ottocento), a quegli di Milone Meloni (circa 300 volumi recanti il suo ex libris - quasi tutti di carattere religioso), a Raffaele Simboli (il fondo testimonia l’attività di Simboli negli ambienti letterari Sudamericani - a tale patrimonio è stato dedicato un fondo esclusivo), a Demostene Ruffini da Cingoli (vissuto a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, a cui appartenevano 57 testi di retorica latina), e dalle oltre 1.400 opere antiche provenienti dal Santissimo Crocefisso co nservate quasi tutte nella sala Luigi Lanzi. Catalogazione del fondo bibliografico Nell'ambito di del progetto di riordino funzionale della Biblioteca dell'Accademia, l'Università degli Studi di Macerata, in relazione all'esigenza dell'Accademia Georgica di censire e strutturare il proprio patrimonio librario in Biblioteca al fine di renderlo fruibile in ambito sia locale che internazionale ed al fine di dare effettiva esecuzione al progetto di collegamento al sistema provinciale, ha svolto le seguenti attività: analisi della situazione esistente e della tipologia del patrimonio librario; definizione di un progetto di inventariazione, catalogazione informatizzata, classificazione e collocazione del patrimonio librario; esecuzione effettiva del progetto nelle sue varie fasi di inventariazione, catalogazione informatizzata secondo gli standard nazionali ed internazionali (RICA e ISBD), classificazione, collocazione ed etichettatura del materiale librario stimato in circa 12.000 volumi. Il progetto di catalogazione di questo patrimonio, coordinato dalla dott.ssa Tiziana Onofri e dal bibliotecario Adrian Bravi è iniziato a giugno 2004 e si è concluso a maggio 2007. Nell’arco di questi tre anni sono stati catalogati in rete un totale di 12.112 documenti, di cui: 1500-1599: 1.239 documenti 1600-1699: 1.878 documenti 1700-1799: 2.299 documenti 1800-1899: 4.101 documenti 1900-1999: 2.318 documenti 2000-2007: 277 documenti Il lavoro è stato svolto seguendo le regole standard della catalogazione in Indice SBN. Il completamento della catalogazione del fondo librario antico dell'Accademia per un totale di 220 testi è proseguito nel corso del 2011 ad opera della dott.ssa Laura Giustozzi, della Cooperativa ERA, secondo i criteri e le modalità operative (Indice SBN, compresi l'inserimento della Classificazione Decimale Dewey) precedentemente adottati dal 11
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dott. Adrian Bravi. Anche i volumi a stampa presenti nell'Archivio dell'Accademia Georgica sono stati catalogati con il software Sebina 4.5.4. Dal 2012 l'attività di catalogazione bibliografica è iniziata ad essere svolta in-house dalla Segreteria dell'Accademia per i volumi moderni di nuova acquisizione ed i fondi non ancora censiti, superando la soglia dei 14.000 documenti inventariati. Il software adottato è quello in uso di tutte le biblioteche del Polo Bibliotecario Maceratese: Sebina Open Library.
Caratteristiche della raccolta La catalogazione, soprattutto quella elettronica e disponibile online in OPAC, è presupposto indispensabile in primo luogo per la conoscenza che la biblioteca stessa acquisisce del proprio posseduto ed in secondo luogo, aspetto molto importante, per una vera ed ampia fruizione del patrimonio librario dell'istituzione culturale, sia da parte degli studiosi che da parte di qualsiasi utente esterno. Il patrimonio bibliografico della Biblioteca dell'Accademia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare vista la specifica caratterizzazione dell'Istituto, non presenta una fisionomia legata soltanto all'ambito agricolo ed economico, ma una ricca varietà di materie e argomenti, dallo storico, al giuridico, al letterario, al religioso, ecc. Va inoltre sottolineata l'ampiezza cronologica del patrimonio della Biblioteca, che comprende non solo il secolo XVIII, secolo che l’ha vista sorgere nel 1778 e di seguito svilupparsi, ma anche i secoli XVI-XVII, senza trascurare la presenza di sei incunaboli, a testimoniare la particolarità ed il valore storico di tale raccolta.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA A.2) PROGETTO PER LA DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO LIBRARIO ANTICO DI INTERESSE REGIONALE E NAZIONALE CUSTODITO PRESSO L’ACCADEMIA GEORGICA DI TREIA (PROGETTO PLURIENNALE) L’intervento di digitalizzazione è motivato dall’esigenza di conservazione degli originali e di accessibilità e fruizione attraverso i nuovi sistemi informativi e di conoscenza delle reti culturali (portali culturali della regione e nazionali). L’Accademia, dopo una breve ricerca sul mercato, ha deciso di organizzare il lavoro in conto proprio utilizzando, come in precedenza descritto, competenze di giovani anche se non in possesso di specifiche esperienze in materia. Tali esperienze sono principalmente legate a società/ditte che avrebbero richiesto cifre iperboliche che l’Accademia mai avrebbe potuto sostenere. La scelta di affidare il complessivo procedimento di digitalizzazione a giovani con sufficienti competenze sia in campo informatico che in quello filologico è scaturita dai seguenti obiettivi:
Ottimizzare le scarse risorse economiche utilizzandole soprattutto per garantire un’entrata economica ad un giovane;
Affidare fiduciariamente a soggetti il notevole patrimonio librario antico, che già conoscono le caratteristiche della raccolta;
Svolgere il lavoro in-house, all’interno dei locali dell’Accademia Georgica, quindi attraverso un controllo diretto sul lavoro e permettere la risoluzione immediata dei vari problemi;
Creare esperienze lavorative per giovani permettano loro di spenderle successivamente sul mercato e, eventualmente, trasferire l’esperienza maturata ad altri giovani in modo da creare future opportunità occupazionali;
Tale progetto, con decreto n. del 410/CLT del 30/12/2013, è già stato oggetto di un contributo della Regione Marche - P.F. Cultura - in attuazione della D.G.R. n. 454/ICT del 25/03/2013 e del D.D. P.F. Cultura n. 207/CLT del 22/07/2013 relativo a progetti inerenti la tutela e valorizzazione dei beni librari e documentali di interesse storico regionale. Il complessivo progetto è stato organizzato su due fasi di lavoro:
la prima fase di lavoro ha riguardato una serie di azioni preparatorie, di seguito meglio descritte, indispensabili per la realizzazione della seconda fase; la seconda fase riguarda tutto il processo di digitalizzazione consistente in: acquisizione digitale, nomenclatura dei file, memorizzazione dei dati, controllo della qualità: l’avvio di questa seconda fase di lavoro è avvenuta il 3 novembre 2014.
PRIMA FASE: attività preparatoria e preliminare indispensabile per la realizzazione del complessivo progetto legato alla digitalizzazione dei 9.560 volumi La prima parte del presente progetto è stata avviata, attraverso l’utilizzo di risorse interne all’Accademia, sin dall’inizio dell’anno 2014 con l’individuazione e l’impostazione delle seguenti fasi di lavoro preliminari al complessivo progetto: 1) Avvio della procedura amministrativo/burocratica Questa fase è finalizzata nella messa a punto di procedure e nell’individuazione di criteri volti alla ricerca sul mercato di attrezzatura tecnologica necessaria al processo di digitalizzazione.
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Per garantire la sicurezza degli originali e una buona qualità di digitalizzazione, è stato necessario prestare particolare attenzione nella scelta della metodologia di acquisizione e della strumentazione (sistema di acquisizione, sistema d’illuminazione, software). La natura e le dimensioni dei documenti originali hanno determinato la scelta del sistema di acquisizione e del sistema d’illuminazione. La qualità delle immagini definita nel progetto ha anche determinato i requisiti hardware e software del sistema di ripresa, i tempi di acquisizione ed elaborazione delle immagini, l’occupazione di memoria nei supporti di memorizzazione da gestire e conservare. La scelta dell’attrezzatura per la digitalizzazione dei testi, in considerazione che tutto il materiale è principalmente costituito da testi antichi, sia a stampa che manoscritti, non sempre in buono stato di conservazione, è ricaduta sulle seguenti attrezzature: scanner planetario e fotocamera digitale. A seguito di diverse ricerche e valutazioni circa le caratteristiche e le potenzialità dei vari scanner per libri in commercio, è stato ritenuto più adatto alle esigenze della digitalizzazione della biblioteca antica lo scanner BookDrive Mini prodotto dall’azienda statunitense Atiz e commercializzato dalla ditta PageNet s.r.l. di Milano, distributore esclusivo per l’Italia che garantisce assistenza, training e supporto agli utenti italiani di tali scanner. Tali scanner per libri sono delle vere e proprie stazioni di lavoro che permettono di gestire sia la fase di digitalizzazione per la realizzazione di una copia digitale di conservazione sia la creazione di un ebook ottimizzato per web, tablet, consultazione su PC, ristampa. Grazie al supporto a V con coperchio trasparente e alla doppia fotocamera, permettono di mantenere l’integrità del libro originale e la digitalizzazione senza distorsioni delle singole pagine. L’acquisto di questo modello di scanner è sembrato il più idoneo al progetto in questione anche in merito al rapporto costi/efficacia. Altre macchine valutate, sebbene più economiche, presentavano le seguenti criticità:
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Piano di scansione piatto a 180° che stressa o danneggia la rilegatura del libro; Assenza di un vetro che tenga aperte le pagine e conseguente necessità di un software che in postproduzione cancelli le dita che tengono il libro aperto; Posizione dei sensori di acquisizione fissa anziché variabile in posizione ideale che non permette una riproduzione naturale delle linee di testo;
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Presenza di una sola fotocamera o dispositivo di cattura (anziché di 2 sensori, cioè una fotocamera dedicata per singola pagina) che richiede una successiva fase di conversione dell’acquisizione che altrimenti presenterebbe linee di testo curve; Dispositivi di illuminazione non posizionati in modo ideale.
Inoltre è stata individuata la necessità di acquisto della seguente attrezzatura hardware:
Workstation grafica con Monitor multimediale e relativo sistema operativo
Network Attached Storage (NAS) - Unità di salvataggio dati con collegamento su rete LAN e RAID per la ridondanza e la protezione dei dati - tipo QNAP TS-420
N. 4 Hard Disk formato 4 TB - tipo Western Digital Red WD40EFRX
N. 1 armadietto ignifugo per la custodia dei NAS e delle attrezzature sensibili
N. 1 gruppo di continuità UPS
2) Individuazione del software L’individuazione del software specifico ha fatto riferimento alle procedure individuate dal gruppo di lavoro nazionale sugli standard per l’applicazione dei metadati amministrativi e gestionali (MAG) allo scopo di garantire l’omogenità descrittiva per favorire la comunicazione e fruizione del patrimonio culturale attraverso internet, tipico obiettivo da perseguire nelle campagne di digitalizzazione. Il software incluso con l’acquisto dello scanner planetario Atiz BookDrive è il BookDrive Capture che consente di realizzare file multipagina completi di metadati e nella massima qualità. Esso consente una velocità massima di scansione potenziale di oltre 1000 pagine all’ora (due pagine ogni 7 secondi) e permette di controllare dal monitor i parametri delle fotocamere. Supporta il formato RAW e registra i metadati in un file XML. Il software di editing delle immagini digitalizzate fornito con l’attrezzatura è BookDrive Editor Pro. Esso dispone degli strumenti per ottenere un output finale di massima qualità, pronto per la distribuzione o l’archiviazione. Gli strumenti disponibili includono rotazione, ritaglio, livelli automatici, regolazione luminosità e contrasto, nitidezza, rimozione bordo nero e sfondo, ridimensionamento immagine e risoluzione. Tra i vari formati di output vi sono PDF a pagina multipla e TIFF. Tra le potenzialità del software vi è inoltre la funzione di OCR che consente di esportare i testi scansionati in PDF riconosciuto o Word. Inoltre, tutte le lavorazioni avvengono in batch per automatizzare il processo di creazione dell’intero volume e vi è una diversa scelta di profili preimpostati che permette di selezionare le operazioni da applicare a specifiche tipologie di pubblicazioni. 3) Selezione del materiale La selezione del materiale ha preso in considerazione lo sviluppo della raccolta, il valore aggiunto, la tutela, la fattibilità tecnica e la capacità di sostenere i costi della digitalizzazione nel lungo periodo, tenendo conto altresì i seguenti criteri:
valore storico e culturale; unicità e rarità; alta richiesta; accesso ristretto dovuto allo stato di conservazione, al valore e alla localizzazione; valore aggiunto tramite l’accesso in linea, la creazione di collezioni virtuali, l’aumento di interesse per materiale poco o non conosciuto.
Prioritariamente, in prima istanza, la digitalizzazione riguarderà n. 9.560 volumi riferiti ai seguenti periodi: 15
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1500-1599:
1.239 documenti
1600-1699:
1.878 documenti
1700-1799:
2.299 documenti
1800-1899:
4.101 documenti
4) Valutazione dello stato di conservazione dei testi La valutazione dello stato di conservazione degli originali viene prima del processo di digitalizzazione allo scopo di stabilire a priori un protocollo di lavoro che dia la priorità di trattamento dei testi in cattivo stato. In questo ultimo caso la digitalizzazione si rende ancor più necessaria per sostituire la consultazione fisica al fine di preservare l’integrità dei volumi. 5) Valutazione degli eventuali aspetti legali Il diritto d’autore, in Italia, è codificato dalla legge 633 del 1941 che, con le successive modifiche ed integrazioni, ha recepito anche le direttive comunitarie finora emanate. Ai sensi della sopracitata normativa i diritti di utilizzazione economica durano per tutta la vita dell’autore e fino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte. Tutti i testi interessati sono di pubblico dominio pertanto regolate dalle normative europei e nazionali vigenti. SECONDA FASE: Avvio del processo di digitalizzazione: acquisizione digitale, nomenclatura dei file, memorizzazione dei dati, controllo della qualità Questa fase di progetto, il cui avvio è avvenuto il 3 novembre 2014, è stato preceduto da una presentazione ufficiale che si è svolta il 29 ottobre 2014 presso la sala della biblioteca antica dell’Accademia Georgica dove sono intervenuti autorità e rappresentanti degli Enti che a vario titolo sostengono l’importante iniziativa. La scansione riguarderà 9.560 volumi antichi sui circa 15.000 custoditi, unitamente agli archivi e ad altro materiale di interesse storico presente e conservato presso l’Accademia, risponde anche all’intento di potenziare il nuovo portale internet dell’Accademia, conferendogli valenza interattiva, in modo che, oltre alla presentazione, illustrazione e fruizione del patrimonio, sia data la possibilità all’utenza di interagire anche fruendo direttamente del bene oggetto di studio. La gestione operativa del complessivo progetto è stata affidata a un soggetto esterno, in possesso sia di laurea specialistica in “Filologia e Letteratura Italiana dal medioevo all’età contemporanea” che di buone conoscenze “di sistemi informatici e di sistemi operativi” che lo rendono autonomo sia nella gestione operativa delle varie procedure di scansione che nella elaborazione dei dati e documenti secondo quanto previsto dalle disposizioni ICCU. Sono impiegati altresì Giovani del Servizio Civile Nazionale assegnati all’Accademia Georgica in seguito alla partecipazione agli appositi bandi nel settore Patrimonio artistico e culturale, Educazione e Promozione culturale e borsisti assegnatari di borse lavoro per 16
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soggetti svantaggiati promosse dalla Regione Marche nell’ambito del POR Marche FSE e coordinate dai presidi territoriali di Formazione e Orientamento. Collaborano inoltre al presente progetto soggetti titolari di borsa lavoro per il tramite del Comune di Treia, Ufficio Servizi alla Persona che, ai sensi della normativa vigente nazionale e regionale ha istituzionalmente la disponibilità e la possibilità di attivare progetti di inserimento socio lavorativo di carattere assistenziale tramite percorsi di “borse lavoro” a soggetti residenti a Treia. Inoltre è altresì intenzione dell’Accademia Georgica di affiancare altresì i laureandi che devono svolgere il periodo di “tirocinio formativo e di orientamento”, gli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore della nostra Provincia che devono svolgere il percorso formativo legato all’”Alternanza Scuola - Lavoro”, e altri soggetti muniti di sufficienti competenze a cui erogare un seria esperienza lavorativa. Inoltre collaborano in maniera del tutto volontaria e gratuita soci amministratori. La realizzazione è stata possibile grazie a specifici contributi erogati dalla Regione Marche, assessorato alla Cultura, dall’Amministrazione provinciale di Macerata, dalla Banca di Credito Cooperativo di Filottrano, e dalla Comunità Montana Ambito 4 di San Severino Marche che ha provveduto all’acquisto di uno speciale scanner planetario idoneo alla scansione dei testi antichi con la relativa attrezzatura informatica. Il complessivo progetto non è solo una “buona pratica” dal punto di vista scientifico, ma riveste un significativo valore sociale dove l’utilizzo di risorse pubbliche vengono destinate non solo per proteggere e conservare al meglio il nostro patrimonio culturale ma, soprattutto, a creare momenti di esperienza lavorativa per i nostri giovani nell’attuale fase economica che investe il nostro Paese.
Stato dell’arte L’Accademia, dopo una breve ricerca sul mercato, ha deciso di organizzare il lavoro in conto proprio utilizzando, come in precedenza descritto, competenze di giovani anche se non in possesso di specifiche esperienze in materia. Tali esperienze sono principalmente legate a società/ditte che avrebbero richiesto cifre iperboliche che l’Accademia mai avrebbe potuto sostenere. La scelta di affidare il complessivo procedimento di digitalizzazione a giovani con sufficienti competenze sia in campo informatico che in quello filologico è scaturita dai seguenti obiettivi: 17
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Ottimizzare le scarse risorse economiche utilizzandole soprattutto per garantire un’entrata economica ad un giovane;
Affidare fiduciariamente a soggetti il notevole patrimonio librario antico, che già conoscono le caratteristiche della raccolta;
Svolgere il lavoro in-house, all’interno dei locali dell’Accademia Georgica, quindi attraverso un controllo diretto sul lavoro e permettere la risoluzione immediata dei vari problemi;
Creare esperienze lavorative per giovani permettano loro di spenderle successivamente sul mercato e, eventualmente, trasferire l’esperienza maturata ad altri giovani in modo da creare future opportunità occupazionali;
Il complessivo progetto in origine prevedeva la scansione dei n. 9.560 volumi antichi, sugli oltre n. 15.000 custoditi. Tali numeri derivano dal conteggio dei numeri d’inventario corrispondenti a specifici titoli di testo: questi dati vengono restituiti da una ricerca informatica attraverso il sistema Sebina in seguito alla catalogazione della stessa biblioteca antica effettuata col sistema informatico SBN dal personale specializzato dell’Università di Macerata nell’anno 2003. Dopo questo primo anno di esperienza sui flussi di lavoro e, soprattutto, dopo aver preso maggior coscienza del complesso librario presente si può affermare che i titoli di testi antichi oggetto dell’intervento di digitalizzazione sono sì n. 9.560 ma fisicamente corrispondono a circa n. 3.800 volumi o tomi: infatti spesso ciascun volume o tomo fisico può contenere più di un titolo di testo antico contraddistinto da specifico e univoco numero di inventario interno. Pertanto spesso si è verificato il caso che un volume fisico contenga più testi rilegati insieme che non sempre trattano dello stesso argomento o materia: una tecnica probabilmente adottata a quei tempi per motivi di ordine diverso tra cui il problema di risparmio nel costo di rilegatura. Per questo oggi distinguiamo i volumi/tomi fisici (contraddistinti dal codice di collocazione) dai titoli di testo (contraddistinti dal numero di inventario). Alla data del 30 novembre 2015 sono stati digitalizzati circa n. 1000 volumi pari a circa n. 2.680 numeri d’inventario corrispondenti ad altrettanti titoli di testo, per complessivi n. 444.534 file di immagine acquisiti (facciate). Alla data del 31 agosto 2016 sono stati digitalizzati e messi in sicurezza circa n. 1.230 volumi/tomi pari a circa n. 3296 numeri d’inventario corrispondenti ad altrettanti titoli di testo, per complessivi n. 592.359 file di immagine acquisiti (facciate). A sono stati digitalizzati e messi in sicurezza circa n. 1.372 volumi/tomi pari a circa n. 3.677 numeri d’inventario corrispondenti ad altrettanti titoli di testo, per complessivi n. 658.499 file di immagine acquisiti (facciate). Il terremoto e soprattutto la mancanza di risorse hanno rallentato sostanzialmente il lavoro. Per una buona conservazione dei libri, la biblioteca dell’Accademia Georgica prevede un piano di collocazione per formato riferito all’altezza del libro: questo modo consente di tenere insieme documenti della stessa dimensione senza correre rischi di ripiegamento ed è, inoltre, una metodologia necessaria in una biblioteca antica a scaffali/ripiani fissi. Avendo tale ordine logico, si è scelto quindi di iniziare il processo di digitalizzazione dalle serie di libri con il formato più piccolo e proseguendo con l’ordine di collocazione che è alfabetico. Tale scelta non è banale perché ha permesso di ottimizzare i tempi di prelevamento dallo scaffale, ma soprattutto di unificare la taratura e messa a fuoco della strumentazione necessaria per ogni cambio di formato di testo. 18
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Standard qualitativi L’acquisizione originaria viene eseguita in formato JPEG attraverso le fotocamere dello scanner planetario a risoluzione massima di 18 Megapixel. Per la consultazione invece vengono prodotte delle immagini a 150 dpi in scala di grigio che vengono unite in un file PDF, fornito di tutte le protezioni previste e di filigrana per indicare la provenienza dell’opera. I valori del progetto Valore scientifico Le immagini digitali, com’è evidente, consentiranno di sostituire la consultazione dei libri originali, con vantaggi evidenti per la cura del manufatto librario e di tutte le componenti storiche e materiali a partire dalla legatura, i capitelli, le carte di guardia, la carta del testo, le decorazioni della coperta, gli inchiostri, le illustrazioni, le postille manoscritte, che, non sempre interessando o costituendo l’oggetto precipuo di interesse di studiosi e studenti, potranno facilmente essere conservate. Ciò comporta dei grandi passi avanti in direzione della salvaguardia del patrimonio bibliografico, molto spesso danneggiato non solo dall’incuria e dalle scarse conoscenze in ambito conservativo degli addetti alle biblioteche, ma anche da una mancanza di rispetto, da parte degli utenti, per il supporto materiale, imprescindibile veicolo per la trasmissione dei testi scritti. Sarà possibile accedere ai libri antichi e di pregio senza alcun limite di tempo e di "manipolazione", e senza l’interrogativo di una non idonea esposizione ai rischi ambientali e soprattutto ai rischi connessi ad un uso erroneo del manufatto libro. In tal modo sarà effettuata una efficace opera di prevenzione dai rischi connessi all’uso e il materiale antico e di pregio potrà essere conservato in luoghi idonei ed efficacemente protetto. Si potrà inoltre passare dall’uso delle fotocopie o dei microfilm alla immagine digitale. La creazione di una banca dati di file (immagini e documenti digitali permetterà la fruibilità e lo studio, sia a livello locale che per l’interrogazione remota. Tutto ciò in linea con le importanti e recenti esperienze nazionali e internazionali, così da essere attuato nell’ambito della più ampia condivisione delle modalità e standard internazionali emergenti. Valore sociale Il progetto oltre all’intrinseca valenza scientifica assume anche un alto valore sociale in quanto fin dall’avvio viene condotto nelle varie fasi, sempre sotto la supervisione delle istituzioni preposte, da giovani in possesso di specifiche competenze e ciò risponde, per la nostra Accademia, all’importante fine di offrire ai giovani un’occasione e un’esperienza di lavoro significativa. L’Accademia Georgica ritiene che, oggi più che mai, sia questa una prassi da consolidare e sostenere, al fine di dimostrare come la gestione corretta dei beni culturali possa contribuire sia a ridurre gli effetti della grave disoccupazione giovanile, specialmente intellettuale, sia a indicare una delle vie per il superamento della crisi economica. Valore economico Non secondario è il virtuoso bilancio economico riferito a questa esperienza: la gestione diretta della complessiva procedura, oltre a creare motivazione nei giovani impiegati, garantisce una consistente economia se solo si considera che il costo sostenuto per ogni singolo file d’immagine acquisito (singola 19
ACCADEMIA GEORGICA TREIA facciata) nel formato fino all’A4+ è stimato in € 0,086 considerate le quote di costi indiretti e gli ammortamenti di attrezzature e strutture; il costo di mercato si aggira invece intorno ad € 0,80 per ogni singolo file d’immagine. Ovviamente tutto ciò realizzato nel rispetto dei parametri e direttive emanate dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) con il quale l’Accademia si è confrontata. Il valore della prevenzione Il progetto è inserito in una organizzazione più vasta finalizzata alla messa in sicurezza e al riordino dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, da sempre custodito da questa antica Istituzione e considerato patrimonio della Città di Treia, utilizzando sistemi convenzionali moderni, principalmente informatici, finalizzati non solo alla maggiore e moderna fruibilità anche da remoto ma, soprattutto, per la sua messa in sicurezza anche da eventuali calamità: comuni quali furti e incendi oppure da calamità naturali considerando che la nostra regione è a rischio sismico. Il terremoto del 1997 che ha colpito anche la Città di Treia ha inculcato l’importanza della cultura della prevenzione. Alla luce dei recentissimi eventi sismici che hanno sostanzialmente segnato le nostre comunità causando disagi e dolore hanno però evidenziato la grande solidarietà un valore del popolo italiano e, in questo caso marchigiano/maceratese, ha fatto emergere altresì l’importanza della prevenzione nei suoi aspetti più vasti si evidenzia la priorità e l’improrogabilità della creazione di una banca dati di file di immagine per la messa in sicurezza del patrimonio culturale, delle moltissime biblioteche e archivi pubbliche e private presenti nel cratere. Il lavoro fin qui condotto, nonostante l’inagibilità della sede accademica, ha consentito, sin dalla prima scossa tellurica, di continuare ad erogare regolarmente i servizi all’utenza attraverso consultazioni virtuali dei testi già digitalizzati o provvedendo alla immediata digitalizzazione del testo richiesto, rendendolo disponibile al consultatore come allegato di una normale e-mail o, qualora il file risultasse troppo pesante, facendo ricorso ad apposito spazio web dedicato. Questa nostra esperienza, rara in quanto non risulta esperienze simili per quantità di prodotto, potrebbe risultare utile per le altre biblioteche antiche che messe in rete contribuiranno senza dubbio ad aumentare i servizi culturali e turistici della nostra regione, offrendo altresì una possibilità di lavoro a molti i giovani laureati in particolare nel settore dei beni culturali. Una buona pratica sicuramente unica nella nostra Regione e nella zona del cratere: un esempio di prevenzione gestito da volontari amministratori dell’Accademia che affidano e collaborano con giovani inoccupati, culturalmente preparati e motivati, organizzando un sistema di procedure che evidenziano sistemi di messa in sicurezza preventiva, di scientificità, di socialità e di economicità. Una procedura, alla luce dei recentissimi eventi sismici indispensabile, da mutuare anche da parte di altre istituzioni che conservano e custodiscono un patrimonio librario e archivistico. Criticità Oltre alla normale acquisizione di competenza sull’utilizzo dell’attrezzatura attraverso la specifica formazione effettuata dal fornitore dello scanner e quella guadagnata attraverso il normale impiego, l’attività di digitalizzazione ha consentito di sviluppare il know-how e senso di criticità verso alcuni aspetti e procedure. 20
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Lo sviluppo è iniziato innanzi tutto dalla necessità di ottimizzare il flusso di lavoro e di avvicinarsi il più possibile agli obiettivi posti a priori: chiudere il progetto in 3/4 anni. Obiettivo che all’inizio, con i mezzi a disposizione, è sembrato lontano ma che ha dato lo stimolo nello studio di tecniche e nella ricerca di soluzioni migliori. Si è subito deciso di dividere il lavoro in due parti distinte:
La prima concerne la parte dell’acquisizione delle pagine del libro, senza preoccuparsi del processo di miglioramento delle immagini. Questo ha permesso di ottimizzare l’aspetto prettamente manuale della scansione, parte che influisce maggiormente sul tempo di digitalizzazione, nodo problematico che deriva dai fattori intrinseci nel maneggiare un testo antico e dei quali si vedrà più avanti. La seconda parte riguarda invece la fase di post-produzione delle immagini, ovvero tutti i miglioramenti atti sia a rendere la consultazione dei testi agevole che migliorare l’aspetto delle copie destinate alla conservazione digitale del patrimonio librario. Altro compito riguardante questa fase è la creazione di dati digitali inter ed extra testuali da affiancare al testo stesso.
Questa suddivisione delle procedure è stata dettata anche dall’esigenza di consolidare subito un’esperienza pratica della prima fase, in modo che si fossero sviluppate buone conoscenze di tipo tecnico-pratiche acquisibili solo dall’uso. Dopo pochi mesi, infatti, si è constatato e raggiunto obiettivamente il limite massimo di velocità di scansione, dettato oramai dai tempi di elaborazione del pc, oltre che da fattori pragmatici dello stato dei testi o dalla semplice sostituzione di questi. Parametri questi che confrontati con esperienze di tipo analogo ha permesso di prendere coscienza delle reali potenzialità sia dello scanner che delle nostre capacità. Con il materiale a disposizione infatti (scanner del genere arrivano anche a costare parecchie migliaia di euro), si è raggiunta una mole di lavoro pari se non superiore a quella di ditte specializzate. Si sono anche superati, con degli escamotage, i limiti dettati dal costruttore, scansionando libri di spessore e grandezza maggiori. E’ stato, e sarà, così possibile trasmettere in poco tempo l’esperienza ad altri giovani soggetti (anche al primo approccio), aiutandoli a superare agevolmente le problematiche di prassi.
Si sono incontrate difficoltà di tipo pratico nel riuscire ad includere nella foto dei testi di piccolo formato ogni parte della pagina. Proprio per la conformazione dello scanner, infatti, laddove si ha un margine interno esiguo (a volte la rilegatura è addirittura a ridosso del testo), il bordo del vetro, atto a bloccare il libro sul vassoio durante la scansione, copre parte del testo e ne impedisce la corretta acquisizione.
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Questo tipo di problema è dato, sostanzialmente, dal fatto che, il supporto sul quale si posizionano i libri da scannerizzare, con la sua forma a “V”, consente un’apertura massima del libro di 90 gradi, spesso non sufficienti all’apertura ottimale delle pagine per la scansione. Problema risolto, in pratica, con l’aggiunta di piccoli spessori di carta interposti fra il vassoio ed il volume, in modo da aumentare leggermente l’angolo di apertura di quest’ultimo. L’uso di tali spessori poi, ci ha permesso di ovviare anche ai problemi dati dai volumi molto spessi; questi infatti sono difficili da bloccare, tra il vetro ed il vassoio, quando ci si avvicina alla metà del libro e, visto che non c’è nessun sostegno nel mezzo, questo tende ad incurvarsi al centro della rilegatura spesso molto fragile. La stessa operazione di spaginatura, apparentemente scontata, nei libri antichi non è mai banale; deve essere sempre accompagnata da pazienza e buon senso, serve un’attenzione particolare perché il rischio di strappare o staccare le pagine è sempre molto alto, come lo è quello di rompere la rilegatura. Molta perizia è richiesta anche nel verificare che tutte le pagine siano state scansionate, punto particolarmente infido dal momento in cui si devono sfogliare circa 700 pagine l’ora. Parametro, quest’ultimo, che differisce da quello indicato dalla casa costruttrice dello scanner, circa 1000 pagine/h scannerizzate, calcolato dal prodotto di quanti scatti vengono fatti in un minuto moltiplicati per 60 minuti. Va da se che non può essere reale, basti pensare, ad esempio, solo al fatto che i libri devono essere scambiati quando le pagine sono state tutte acquisite, con un’inevitabile perdita di tempo! Altro problema intrinseco nei libri a stampa è quello che a volte si incontrano pagine unite verso il lato esterno o superiore e bisogna dividerle con l’ausilio di un tagliacarte (si stampavano 8 pagine fronte/retro alla volta su di un foglio, poi questo veniva piegato e rilegato con altre pagine formando il libro, di seguito questo veniva rifilato all’esterno in modo da togliere il bordo e staccare tutte le pagine; se la rilegatura non fosse stata perfettamente al centro, alcuni bordi esterni non risultavano allineati agli altri cosicché in fase di rifilatura le pagine rimanevano attaccate).
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Ultimo aspetto, ma non meno importante, tratta la decisione di descrivere alcune peculiarità del singolo testo, osservate durante la scansione, come: misure; stato di conservazione; errori di rilegatura; errori di numerazione; mancanza o pessima consultazione delle pagine etc... Uno sguardo filologico preliminare che accompagnerà il testo ed aiuterà la ricerca di un volume in base a parametri più specifici. Una volta completato il processo di acquisizione, il passo successivo è quello della rielaborazione delle immagini che saranno utilizzate per due scopi differenti:
Una copia servirà alla consultazione, quindi dovrà essere rielaborata in modo da essere facilmente trasmissibile sia per via fisica che telematica. E’ bisognato quindi diminuire la risoluzione, convertire le foto in bianco e nero, ritagliarle (crop) e raddrizzarle (deskew), trasformarle da più file in un unico pdf: tutte quelle operazioni che trasformeranno una serie di foto di un libro di diversi Gb in un file di pochi Mb. Una copia servirà invece alla conservazione del patrimonio librario. Questa avrà tutti i miglioramenti del caso con in più un’altissima risoluzione e la conservazione dei colori originali.
Punto cruciale dello sviluppo è stato questo: la post-produzione. Non riuscendo ad accelerare ulteriormente la fase precedente si sono cercate delle soluzioni diverse da quelle a disposizione, le quali sembravano migliorabili. Si è abbandonato quindi il software fornito dalla casa produttrice dello scanner per un altro ritenuto migliore. Questo infatti, oltre a semplificare il flusso lavorativo, ha permesso di sfruttare al meglio la potenza di calcolo del pc (rendering) velocizzando significativamente il tutto. Buona parte del lavoro di post-produzione è svolto adesso autonomamente dal pc, lasciando all’operatore il compito di controllo e rettifica delle aberrazioni (purtroppo ancora in numero rilevante) di calcolo del computer. La scelta del software è stata dettata anche dal fatto che questo è open-source e quindi c’è la possibilità di migliorarlo ed appropriarlo ulteriormente a questo tipo di lavoro, riducendo al minimo gli errori già descritti. In questa fase viene creato un estratto (8 pagine fra le più significative), da inserire come oggetti digitali, i quali accompagneranno la descrizione e la collocazione dei testi in OPAC. Si sta inoltre valutando l’implementazione della funzione di OCR (Optical Character Recognition) al fine di ottenere testi ricercabili e selezionabili dai file di immagine acquisiti e post prodotti. Ad oggi, questa parte dovrebbe essere considerata con la massima attenzione. Effettivamente si dovranno risolvere dei problemi quali lo scioglimento delle abbreviazioni, frequenti nei testi antichi, o le scritte fatte dai precedenti possessori che forvieranno la ricognizione, la creazione di un database contenente parole scritte con caratteri differenti (s italica o l’uso di u per v ad esempio) etc… Si pensi ai vantaggi che porterà sia a livello pratico (consultazione immediata di parti del libro specifiche fatta digitando gli argomenti nei campi di ricerca dei software di testo) che a livello scientifico. La ricerca filologica verrà semplificata in maniera significativa: si pensi, ad esempio, alla semplicità di verificare i collegamenti intertestuali ed extratestuali, quando basta scrivere una parola o una frase ed in pochi secondi il computer ha calcolato quante volte e dove queste si trovano.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA Osservazioni finali La scansione dei n. 9.560 volumi antichi, sugli oltre n. 15.000 conservati consente di mettere in sicurezza un importante patrimonio pubblico da trasmettere perennemente alle future generazioni. Inoltre, in futuro, la digitalizzazione, nel rispetto delle direttive emanate dalle autorità ed enti competenti, consentirà un migliore fruizione, soprattutto in sicurezza, del patrimonio bibliografico. Unitamente agli archivi e ad altro materiale di interesse storico presente e conservato presso questa Accademia, come in precedenza illustrato, costituiranno altresì il patrimonio del nuovo portale internet e avrà valenza interattiva dove oltre alla presentazione, illustrazione e fruizione del patrimonio sarà data la possibilità all’utenza di interagire anche mediante la possibilità di fruire direttamente del bene oggetto di studio. In particolar modo il portale, oltre alla previsione di una parte istituzionale, sarà in particolar modo attento alla possibilità di rendere fruibile questi servizi ad un pubblico di giovani e giovanissimi attraverso l’utilizzo di procedure grafiche e comunicative legate al moderno mondo di giovani. E’ da evidenziare, oltre alla scientificità del progetto e all’aspetto sociale che lo stesso riveste attraverso l’impiego di giovani disoccupati e volontari, anche l’aspetto economico dell’intervento in quanto l’Accademia, tenendo conto di tutti le voci di costo diretti e indiretti, è riuscita a realizzare un costo per singola facciata di testo / file acquisto pari ad € di 0,086 indipendentemente dal formato, a fronte di un prezzo di mercato che oscilla da € 0,55 a € 0,84 IVA compresa a seconda del formato di acquisizione. Pertanto il presente progetto, unico per il momento non solo nella nostra Provincia/Regione ma anche a livello nazionale, è finalizzato altresì a dimostrare che con modeste risorse economiche e l’ausilio delle competenze di molti volontari è possibile valorizzare le grandi risorse culturali locali mettendole, attraverso sistemi attuali, anche informatici, a disposizione dell’utenza sia essa scientifica che dei cittadini tutti, favorendo contemporaneamente la loro conservazione e soprattutto la loro inventariazione e catalogazione con metodi e procedure moderne e convenzionali: una buona pratica da presentare anche ad altri istituzioni culturali presenti sul territorio. Questo progetto, oltre che dare un’opportunità di lavoro a giovani inoccupati offrendo loro una seria esperienza di lavoro volta soprattutto ad arricchire le singole conoscenze ed esperienze, consentirà altresì di porre sul mercato della rete la consultazione delle risorse culturali presenti e custodite dall’Accademia, garantendo nel tempo anche un rientro economico per l’Istituzione sufficiente a creare anche, come l’attuale filosofia nazionale e europea suggerisce, un’opportunità occupazionale per le giovani generazioni. Questo progetto sicuramente non ha aspetti esteriori evidenti capaci di attrarre al momento finanziamenti, in particolare privati, ciò non rappresenta però “una mera spesa” ma piuttosto un grosso investimento scientifico con un alto valore sociale che in breve tempo darà i sui frutti. E’ con questo spirito che la nostra Accademia intende valorizzare il proprio patrimonio culturale, attuando la tanto sbandierata teoria che vede i beni culturali come veicolo che contribuisce a contrastare la patologica disoccupazione giovanile, in particolare quella intellettuale, attraverso innovative procedure di lavoro.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA
B.1) L’ATTIVITÀ DELL’ACCADEMIA COME “POLO ARCHIVISTICO” Da quanto fin qui detto sembra evidente che l’Accademia Georgica abbia storia, risorse e capacità per candidarsi ad essere una vero e proprio “polo archivistico”, sostanzialmente mancante nel contesto marchigiano1. Sono ormai molteplici in Italia esperienze avvicinabili a quello che potrebbe diventare il progetto treiese e possiamo quindi senz’altro dire che, a livello nazionale, si innesta su un tessuto se non numericamente ricco di certo ampio e interessante. Quello che forse vale la pena sottolineare è che, se nelle altre regioni molto si era già fatto nelle Marche si stava e si sta pagando un certo ritardo, in parte dovuto a deficit strutturali2 e in parte per mancata crescita della sensibilità politica e culturale nei confronti del proprio patrimonio documentale, ritardo che affonda le proprie radici lontano se già Elio Lodolini, nel suo studio del 1960 sugli archivi storici delle Marche,3 evidenzia come la maggior parte degli archivi storici comunali avesse subito importanti mutilazioni per scarti abusivi effettuati perlopiù nell’immediato dopoguerra e nei primi anni ’50. Anche l’attuale Soprintendente, Luisa Montevecchi, nel suo contributo dedicato al progetto “Memorie di Carta” richiama uno stato di abbandono e di incuria di antica origine. Sulle motivazioni che possono aver sostenuto la scelta dell’Amministrazione Provinciale Picena ci dice che su questa non pensa possa «aver influito in modo determinante la consapevolezza delle amministrazioni circa gli obblighi di conservazione, inventariazione e ordinamento degli archivi storici, obblighi che spesso, nel passato come anche oggi, le Soprintendenza archivistiche sottolineano, ma che talora rimangono in tutto o in parte disattesi. Leggendo le relazioni ispettive degli anni passati ricorrono frequentemente descrizioni di documentazione in stato di disordine, di scaffalature non adeguate, di locali non idonei, di presenza di polvere ed umidità e conseguenti richiami agli obblighi che la legge impone»4. Si nota quindi che l’Accademia Georgica si colloca in un contesto locale che, se pur ricco dal punto di vista del patrimonio archivistico disponibile malgrado le scadenti pratiche conservative, risulta ancora poco sviluppato per attività e iniziative di conservazione, descrizione e valorizzazione. E’ forse proprio in un contesto come questo che può essere interessante iniziare a ragionare sull’opportunità di sviluppo di un vero e proprio “polo archivistico”. La propensione alla costituzione dei poli, ribadita anche nella II Conferenza nazionale degli archivi, (Bologna 2009)5 può essere considerata ormai una realtà consolidata. Già nella I conferenza nazionale della fine degli anni ‘90, era emersa «l'esigenza di un costante colloquio e confronto tra i diversi soggetti, pubLe note che seguono sono in parte tratte da A. Paci, “Memorie di carta”. I contesti locali e la creazione di reti archivistiche: risorse, professionalità e risultati”, Il mondo degli archivi, marzo 2014, http://www.ilmondodegliarchivi.org/index.php/studi/item/313-%E2%80%9Cmemorie-di-carta%E2%80%9D-i-contesti-localie-la-creazione-di-reti-archivistiche-risorse-professionalit%C3%A0-e-risultati 2 Basti pensare, solo per fornire qualche dato numerico, che la Soprintendenza archivistica per l’Umbria impiega attualmente più di venti funzionari mentre la Soprintendenza archivistica per le Marche ha un organico di nove persone di cui solo tre archiviste oltre aver visto susseguirsi, negli ultimi nove anni, quattro Soprintendenti, quasi tutti con altri incarichi ministeriali. 3 E. Lodolini, Gli archivi storici dei comuni delle Marche. Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato VI, Roma, 1960. 1
Montevecchi L., «Memorie di carta”: il progetto per gli archivi storici comunali della Provincia di Ascoli Piceno », Le carte e la storia, II, 2013. 5 II Conferenza nazionale degli archivi “Fare sistema”, Bologna 19-21 novembre 2009 4
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA blici e privati, operanti nel settore, per l'elaborazione di programmi comuni di attività»6 ed uno dei temi su cui è stata incentrata la II Conferenza era proprio il “fare sistema” anche attraverso la «costituzione di poli archivistici, condivisi con enti territoriali e soggetti privati». A due anni dalla Conferenza di Bologna, a ribadire la centralità di questo tema e l’attenzione riservatagli da parte delle istituzioni competenti e della comunità scientifica, la III Conferenza nazionale – svoltasi a Pescara nel dicembre del 2011 – era stata incentrata proprio sui poli archivistici e sulle reti informative7. Le profonde trasformazioni che hanno investito tanto il circuito della produzione e conservazione della memoria storica che la sua comunicazione – basti pensare solo alla estensione raggiunta dall’utilizzo dell‘information and communication technology (ICT) in tutte le attività collegate alla valorizzazione, con la creazione diffusa di portali tematici di ambito non solo italiano ma anche europeo8 – hanno indotto una riflessione anche sulla modalità di gestione dei depositi cartacei. Si è assistito alla crisi della tradizionale organizzazione statale basata sulla distinzione tra Archivi di Stato – nati come istituti di conservazione tenuti ad acquisire le carte prodotte dagli uffici e organi dello Stato – e le Soprintendenze archivistiche, cui compete la vigilanza sugli archivi di enti pubblici e su quelli privati di interesse storico particolarmente importante. È sembrato quindi necessario avviare una politica di salvaguardia e valorizzazione degli archivi che assumesse quale fattore determinante il loro carattere di fonte storica «indipendentemente dal profilo giuridico dei soggetti che ne hanno la titolarità»9. I Poli archivistici si pongono quindi quale luogo e strumento idoneo alla cooperazione interistituzionale. Sembrerebbe proprio che quanto intrapreso sin qui dall’Accademia Georgica in materia di patrimonio archivistico la identifichi come un vero e proprio polo archivistico, quindi fondato su «una politica di salvaguardia e valorizzazione degli archivi che assuma quale fattore determinante il loro carattere di fonte storica indipendentemente dal profilo giuridico dei soggetti che ne hanno la titolarità»10. In generale, l’avere antica tradizione in fatto di conservazione dei fondi, l’aver da sempre avviato una collaborazione con le più importanti istituzioni scientifiche del territorio – quale l’Università di Macerata –, l’aver dimostrato la vocazione all’ampliamento dei propri orizzonti anche e soprattutto attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche – tra cui si colloca anche la creazione in corso di realizzazione di un portale dedicato –, l’aver dimostrato la capacità di attrarre fondi ed investimenti a sostegno dei propri obiettivi tutti questi fattori fanno dell’Accademia un sicuro punto di riferimento nella realtà archivistica regionale e probabilmente, un modello nel più ampio panorama nazionale.
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Scala L., Introduzione alla II Conferenza nazionale. Bologna, 2009 http://www.conferenzanazionalearchivi.it/index.php?it/1/seconda-conferenza-nazionale-degli-archivi (febbraio 2014) 7 A due anni da Bologna, I poli archivistici e le reti informative, Pescara 15 /17 dicembre 2011. http://www.icar.beniculturali.it/index.php?it/150/archivio-news/50/conferenza-nazionale-a-due-anni-da-bologna-i-poliarchivistici-e-le-reti-informative-pescara-1517-dicembre-2011 (febbraio 2014) 8 Vedi ad esempio il portale della cultura europea Europeana (http://www.europeana.eu/portal) o Michael e Michael plus, inventario multilingua delle collezioni digitali europee promosso attraverso European Commission's eTen programme (http://www.michael-culture.org) (febbraio 2014). 9 Scala L., Seconda conferenza nazionale degli archivi “Fare sistema”. Documento conclusivo. http://www.conferenzanazionalearchivi.it/documenti/CNA2009_DocumentoGeneraleFinale.pdf (febbraio 2014) 10 Scala L., Introduzione alla II Conferenza nazionale. Bologna, 2009, cit.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA B.2) L’ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DI TREIA INTERVENTO A) Interventi archivistici Come abbiamo visto esiste, sin dal 1870, una convenzione tra l’Accademia Georgica ed il Comune di Treia. Parte dell’archivio comunale – Antico regime e periodo preunitario (sec. XII – 1867) - è conservato sin dalla fine dell’800 presso i locali dell’Accademia mentre la sezione di archivio storico più recente – secoli XIX e XX, con documentazione dal 1815 al 1974 – era ancora detenuta, prima dell’intervento che qui si presenta, direttamente dal Comune. Questo archivio che riveste, ovviamente, grande interesse per la storia locale e, per la sua ampiezza e completezza, è uno degli archivi storici più interessanti nel panorama regionale, è già stato oggetto di numerosi interventi da parte delle istituzioni ad esso interessate. A completamento della sistemazione definitiva di tutto il patrimonio archivistico tra cui rientrava la sezione più antica dell’Archivio Storico del Comune di Treia, l’Accademia Georgica, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha avviato in accordo con la Soprintendenza Archivistica delle Marche un ambizioso progetto di recupero, restauro e inventariazione informatizzata dell’intero fondo, dalle origini fino al 1970, comprendendo quindi anche la cospicua parte di archivio ancora conservata direttamente dal Comune nei propri depositi seminterrati. Secondo la legislazione vigente (D.Lgs. 42/2004) gli archivi e i documenti degli enti pubblici, nonché gli archivi e documenti appartenenti a privati che siano stati dichiarati di interesse storico, sono beni culturali (indipendentemente dalla loro età, tipologia o contenuto) e appartengono al Patrimonio Culturale Nazionale. La nuova definizione di "archivio storico» viene dettata, per quanto riguarda gli enti pubblici, dall’art. 30, c. 4 del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42: esso è costituito dai documenti relativi agli affari esauriti da oltre quaranta anni. Alla luce delle definizioni e disposizioni qui riportate si è ritenuto di ricostituire anche fisicamente l’insieme dell’Archivio Storico Comunale dalle origini al 1974, spostando nei locali messi a disposizione dell’Accademia la documentazione dal 1800 fino al 1970, ancora conservata, come detto, nella sede comunale. - I fondi conservati nei locali dell’Accademia (Sec. XII – XIX) La parte di Archivio Storico Comunale che era già, prima dell’intervento, conservata presso l’Accademia Georgica si articola in: fondo diplomatico, n. 1196 pergamene (sec. XII – sec. XIX) antico regime e periodo francese (f.do amm.vo-giudiziario), 852 volumi (sec. XIII – 1815) Queste due sezioni sono conservate nella parte più antica della sede dell’Accademia, la “Palazzina Valadier” rispettivamente nella sala Grassi-Coluzi (detta “Delle Pergamene”) e nella sala Giuseppe Colucci. Sulla base di una convenzione firmata il 1 febbraio 1870, il Comune affidò all’Accademia tutto il patrimonio librario e documentario che possedeva, comprensivo anche dei fondi degli ordini religiosi soppressi. Infatti, con proprio decreto del 3 gennaio 1861 il Regio Commissario delle Marche Lorenzo Valerio, aveva stabilito la soppressione delle “Corporazioni religiose, abbazie, collegiate, etc.” e, contestualmente, che tutti i libri e i documenti posseduti dalle questi istituti venissero requisiti. L’insieme di questi fondi poi era stato, quindi, acquisito dall’Accademia contestualmente all’Archivio Storico Comunale.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA La prima descrizione del fondo affidato dal Comune all’Accademia fu fatta nel 1899 dal canonico Augusto Grassi-Coluzi che presentò, nella tornata accademica ordinaria del 28 marzo di quell’anno, una “Relazione storico-statistica della biblioteca e dell’archivio storico municipale”. Secondo le stime del Grassi-Coluzi la biblioteca contava 8.556 volumi, mentre l’Archivio Storico Comunale era composto di 1.196 pergamene e da 663 volumi manoscritti attinenti all’attività amministrativa e giudiziaria del Comune a partire dal XII secolo. Nel 1980 si occupò del fondo comunale l’allora Soprintendente archivistico Bandino Giacomo Zenobi, che ne fece una sommaria inventariazione.
- Il Fondo Diplomatico Il fondo diplomatico dell’Archivio Comunale di Treia, come abbiamo visto conservato presso l’Accademia Georgica sin dalla fine del XIX secolo, ricco di 1196 pergamene con un percorso cronologico cha va dal 1161 al 1854, costituisce una fonte di inesauribile valore storico-documentario per la conoscenza delle radici e delle memorie locali. Nel 1992 l’Accademia Georgica, custode dell’Archivio diplomatico, ha incaricato due archiviste di Stato, Maria Grazia Pancaldi e Isabella Cervellini, di effettuare una ormai necessaria operazione di sistemazione del fondo, dopo decenni di abbandono, per metterne in luce l’importanza quantitativa e qualitativa, perché fosse meglio conosciuto ed apprezzato ed anche per offrire agli studiosi un utile strumento di lavoro riguardante una interessante porzione di storia marchigiana. Tale lavoro, durato tre anni, è stato completato nel 1995. Il Fondo Diplomatico del Comune di Treia, parte sostanziale dell’Archivio Comunale, è stato oggetto nell’anno 2011 di ulteriore e definitiva sistemazione che, in particolare ha riguardato la sua totale Digitalizzazione.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’intervento ha interessato le tutte le pergamene suddivise, nel seguente prospetto, per secolo: Epoca (seN. di N. percolo) regesto gamene Sec. XII 1-12 12 Sec. XIII 13-600 588 Sec. XIV 601-996 396 Sec. XV 997-1086 90 Sec. XVI 1087-1127 41 Sec. XVII 1128-1162 35 Sec. XVIII 1163-1187 25 Sec. XIX 1188-1196 9 Tot. pergamene n. 1196 Si è ritenuto infatti che fosse ormai tempo di garantire un approccio alla consultazione rispondente ai gusti e alle esigenze contemporanee e, contestualmente, lavorare per la messa in sicurezza del fondo, anche sottraendolo ad una consultazione diretta. L’intervento di digitalizzazione del recto che del verso dei singoli documenti – eseguita con scanner ottico piano a luce fredda – è stato realizzato dalla ditta “SMVstudio – Giuseppe Trivellini” con il sostanziale contributo della Regione Marche e del Comune di Treia. Tutto il materiale digitalizzato è ora diviso e organizzato in cartelle contraddistinte dai numeri identificativi riportati in catalogo. L’intervento di digitalizzazione, realizzato nell’anno 2011 con il sostanziale contributo della Regione Marche e del Comune di Treia è consistito in 3 fasi di intervento: Fase 1 - Analisi delle pergamene In questa fase è stato analizzato il materiale pergamenaceo per valutare gli eventuali problemi che sarebbero potuti emergere in fase di scansione. Fase 2 - Scansione L’intero ciclo di lavoro e il materiale digitale prodotto hanno fatto riferimento al quadro normativo predisposto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) – segnatamente alla “Normativa per l’acquisizione digitale delle immagini fotografiche” (Roma, 1998) e a “La documentazione fotografica delle schede di catalogo – Metodologie e tecniche di ripresa” (Roma, 1998). I file prodotti hanno rispettato i seguenti criteri qualitativi: risoluzione: 300 dpi per la dimensione reale del documento; colore: RGB a 24 bit; formato: PNG (consigliato dall’ICCD) o in alternativa TIFF non compresso; ogni scansione è stata accompagnata da riferimento metrico e cromatico (Kodak Color Control Patches); ogni pergamena e/o sigillo sono stati riprodotti su sfondo omogeneo bianco. La fase di digitalizzazione è stata effettuata con scanner ottico piano a luce fredda delle pergamene, sia al recto che al verso. 29
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Tutto il materiale digitalizzato è diviso ed organizzato in cartelle per ciascuna pergamena recanti il rispettivo numero identificativo di catalogo. Fase 3 - Post-produzione Ogni singola immagine scansionata è stata adattata ad una visione ottimale a video. I documenti sono stati organizzati per una consultazione intuitiva. In questa fase sono state valutate eventuali imperfezioni presenti sulle immagini acquisite da scanner.
- Il fondo di Antico Regime e del Periodo Francese (Fondo Amministrativo-Giudiziario) Il fondo, costituito da 852 volumi manoscritti (sec. XIII – 1815), è custodito in credenze in legno nella sala Giuseppe Colucci, all’ultimo piano della “Palazzina Valadier”, storica sede dell’Accademia Georgica.Come accennato, dopo una prima analisi effettuata dall’accademico Augusto Grassi-Coluzi, tornò ad occuparsi del fondo solo nel 1980 Bandino Giacomo Zenobi, allora Soprintendente archivistico. Nell’intervento effettuato da Zenobi – che ha prodotto un elenco di consistenza dattiloscritto – erano state individuate più serie, come si evince dall’indice che qui si riporta: Serie I Serie II Serie III Serie IV Serie V Serie VI Serie VII Serie VIII Serie IX Serie X 30
Riformanze Bussolo estrazione e possessi Inventari e memorie Istromenti e transatti Enfiteusi - Fideiussoni Lettere dei Superiori originali Lettere e Patenti e Ordini dei Superiori Lettere Pagamenti alla Tesoreria Provinciale Rapporti coi Comuni vicini
n. 1 – 108 n. 109 – 111 n. 111 – 117 n. 117bis – 148 n. 149 – 150 n. 151 – 153 n. 153bis – 175 n. 176 – 191 n. 192 – 197 n. 198 – 210
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Serie XI Serie XII Serie XIII Serie XIV Serie XV Serie XVI Serie XVII Serie XVIII Serie XIX Serie XX Serie XXI Serie XXII Serie XXIII Serie XXIV Serie XXV Serie XXVI Serie XXVII Serie XXVIII Serie XXIX
Repubblica Romana Mensa Priorale Cattedra Vescovile Congregazione teatrale Visite economiche Bandi a stampa Jura Diversa Malefizi Miscellanea Treiese Catasti Censi Affida Bestiame Introito Esito Sentenze dei Revisori Abbondanza Annona Monte dei Pegni Monte Frumentario
n. 211 – 228 n. 229 n. 230 n. 231 n. 232 – 233 n. 233bis – 238 n. 239 – 254bis n. 255 – 314 n. 315 – 322bis n. 323 – 344 n. 356 – 369 n. 370 – 553 n. 554 – 720 n. 721 – 782 n. 783 – 800 n. 801 – 826 n. 827 – 829 n. 830 – 834 n. 835 – 848 n. 849 – 852
L’intervento sull’Archivio Comunale di Antico Regime e Periodo Francese (fondo Amministrativo-Giudiziario) (sec. XIII – 1815) Fondo già conservato nei locali dell’Accademia Georgica Nel corso dell’anno 2013 quest’ultima sezione dell’Archivio Storico Comunale è stata oggetto di un vero e proprio intervento di riordino e inventariazione. In questo caso, in analogia con quanto già fatto con i diversi fondi presenti in Accademia, ci si è avvalsi di un software descrittivo specifico (Sesamo 4.1) che, nel corretto utilizzo, consente di rispettare i principali standard descrittivi internazionali quali ISAD e ISAAR. La redazione di questo inventario ha consentito quindi anche di colmare le lacune dei vecchi strumenti che, nati dattiloscritti, erano stati ricopiati in fogli di testo che non supportavano però adeguatamente le ricerche né offrivano adeguati report di stampa.
Inoltre anche la ripartizione dei diversi livelli in cui era stato inizialmente articolato l’archivio ha subito, in fase di riordino, alcune sostanziali modifiche a cui è corrisposta la ricollocazione fisica dei pezzi, in base alle serie costituite. A completamento dell’intervento ad ogni pezzo è stata attribuita una segnatura definitiva. L’intervento si è quindi articolato in queste fasi: 31
ACCADEMIA GEORGICA TREIA
rilievo di tutta la documentazione ed analisi dell’inventario esistente;
individuazione di criteri classificatori preesistenti alla stesura dell’inventario e riconduzione agli stessi della documentazione coeva, elaborando una struttura coerente;
adozione di un software adeguato alla inventariazione analitica del fondo;
attribuzione alle singole unità di segnature provvisorie;
attribuzione di segnature definitive;
predisposizione di una versione stampabile dell’inventario;
inserimento dell’inventario informatico all’interno dei portale dell’Accademia.
L’incarico è stato affidato ad Allegra Paci, già curatrice degli interventi effettuati sugli altri fondi archivistici custoditi dall’Accademia Georgica e coordinatrice dell’intevento sulla sezione di archivio comunale più recente. La sala “Giuseppe Colucci” che, ubicata all’ultimo piano della Palazzina Valadier ospita l’archivio, è stata ristrutturata durante i generali lavori di restauro, ripristino ed adeguamento impiantistico di cui è stata oggetto l’Accademia, è stata munita di idonei impianti elettrici, di climatizzazione e di antincendio con spegnimento automatico a gas inerte.
L’intervento sull’Archivio Storico Comunale di Treia (sec. XIX – XX) Fondo conservato presso i locali di deposito del Palazzo Comunale L’insieme della documentazione che costituisce la restante parte dell’archivio storico comunale era conservato perlopiù in faldoni nel piano sotterraneo del Comune, in locali idonei, asciutti, riscaldabili e provvisti d’impianto elettrico e di antincendio a norma, insieme all’archivio di deposito e corrente. Nel 2006 il fondo comunale era stato oggetto di un intervento di scarto, affidato a Valentina Zega della Cooperativa Archè. La documentazione, ancorché fisicamente ben conservata, era però piuttosto in disordine, vista anche l’assoluta mancanza di spazio, e mancava totalmente di strumenti idonei a supportare la ricerca storica, dalla più semplice guida topografica ad un inventario ancorché sommario. Premesse Il complesso archivistico relativo al secolo XIX è composto da buste, fascicoli e registri diversi che, nel loro insieme documentano lo svolgersi della vita cittadina in generale e delle sue istituzioni in particolare. Troviamo qui atti e documenti prodotti nel periodo immediatamente successivo alla Restaurazione, quindi dal 1815, durante il passaggio all’unità d’Italia e dal periodo postunitario fino alla fine dell’Ottocento. 32
ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’intera sezione ha uno sviluppo di circa 70 metri lineari complessivi, ed era stato posta su scaffalature metalliche con ripiani lunghi 1 metro, incolonnati per 5, 6 e 7 ripiani.
Palazzo Comunale di Treia – Locali seminterrati adibiti ad archivio
Come si vede dalle immagini una delle motivazioni che ha sostenuto la scelta di trasferire la sezione di archivio presso l’Accademia Georgica, oltre a quelle più propriamente scientifica, è stata la sostanziale mancanza di spazi. E’ stata comunque conservata nella sede comunale la documentazione di interesse dei Servizi Demografici.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA
Tutto il lavoro di selezione e prelievo del materiale archivistico è stato effettuato in accordo con la responsabile dell’Ufficio Servizi Demografici del Comune di Treia. Il 19 febbraio 2014 si è proceduto al prelievo del materiale archivistico oggetto di intervento. Nello stesso giorno si è proceduto al trasporto presso i locali sede degli attuali uffici dell’Accademia, al primo piano del numero civico 11 di Piazza della Repubblica. Tutti gli interventi sono stati preventivamente concordati e autorizzati dalla Soprintendenza archivistica per le Marche, come da loro nota n. 0001615 del 19 dicembre del 2013. Il vero e proprio lavoro di inventariazione è stato affidato a due giovani archivisti laureati presso l’Università di Macerata: Chiara Seresi di Macerata - con laurea triennale in Scienze e conservazione dei Beni Archivistici e Librari - e Leonardo D'Agostino, sempre di Macerata con laurea triennale in Conservazione dei Beni Culturali, ora laureando del corso magistrale in Storia dell'Arte dell’Università degli Studi di Urbino. L’attività di Coordinamento e la supervisione di questi due giovani archivisti è stato affidato ad Allegra Paci della Cooperativa “EBLA” di Cesena, archivista di ampia esperienza, già collaboratrice di questa Accademia e curatrice degli inventari di numerosi fondi, quale l’Archivio Storico dell’Accademia Georgica.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA
E’ stata adottata dall’Accademia la scelta di utilizzare giovani laureati, supportati da un “tutor senior”, al fine non solo di destinare le poche risorse economiche concesse da soggetti pubblici e privati in favore dei giovani ma, soprattutto, di offrire loro una seria esperienza di lavoro volta ad arricchire le singole conoscenze/competenze. Si è ravvisata infatti la necessità, visto anche il costante rapporto con la vicina sede universitaria di Macerata che ospita un corso di Conservazione e gestione dei beni culturali ed uno dei pochissimi master presenti in Italia relativo alla gestione di documenti digitali, di contribuire in qualche modo ai percorsi formativi del settore. E’ oggi oggetto di ampio dibattito tra la comunità scientifica quale sia il percorso più idoneo a formare professionisti degli archivi, vista anche la difficile identità di chi si trova a occuparsi tanto di pergamene che di file ma, sicuramente, è e rimane imprescindibile la necessità di poter fare esperienze formative sul campo. Proprio nel voler porsi l’Accademia non solo come polo di conservazione ma anche di cultura, si è deciso quindi di dare un taglio formativo all’intero intervento, che ha comportato spesso da parte degli archivisti passaggi di elaborazione, di studio e di confronto.
La realizzazione di questo progetto è stata resa possibile grazie anche all’Amministrazione Provinciale di Macerata che da sempre è vicina al processo di valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’intervento archivistico Sommariamente il lavoro è consistito nelle seguenti fasi: Verifica della documentazione ancora conservata presso la sede comunale ed in individuazione del materiale relativo al secolo XIX; Trasferimento del materiale, con gli opportuni accorgimenti volti a garantirne l’ordine, presso la sede dell’Accademia; Riposizionamento di tutto il materiale a scaffale; Redazione di un elenco topografico comprensivo di tutto il fondo come da esempio che qui si riporta: Scaffale Palco 1 a 1 b 1 c
Descrizione Carteggio amministrativo Carteggio amministrativo Carte sciolte Carteggio amministrativo
Tipologia Consistenza Estremi Cronologici Note bb. 5 1862 bb. 5 1863 bb.
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numerate 2/6 numerate 1/5 numerata 1
Ricognizione del materiale già oggetto del precedente intervento di inventariazione analitica (Archivio storico del Comune di Treia – Antico regime e periodo francese) al fine di garantire la congruità descrittiva, l’individuazione di serie continue, il recupero di documentazione non inclusa nel precedente riordino (quale parte del carteggio); Costituzione di una piattaforma condivisa che consentisse agli archivisti e alla coordinatrice la continua verifica del lavoro e lo scambio di file, informazioni, ecc; Inizio dell’attività di inventariazione e riordino, con l’ausilio di un software idoneo (Sesamo 4.1); Riordino delle carte secondo il metodo storico tramite ricostruzione delle serie originarie; Individuazione dei soggetti produttori; Individuazione dei principali fondi e serie; Schedatura di tutto il materiale documentario a livello di unità archivistica, intendendosi come tale, di norma, ogni fascicolo, volume o registro facente parte dell’archivio; le schede contengono almeno i seguenti elementi: segnatura/e o codice/i identificativo/i; denominazione o titolo; descrizione di contenuto; data/e; livello di descrizione; Condizionamento del materiale in nuove buste ed apposizione sulle unità archivistiche (fascicoli, registri, volumi) e sulle unità di conservazione (faldoni, scatole), di segnature appropriate ad identificare il materiale in riscontro con l’inventario in modo da consentirne l’ordinata conservazione e fruizione; redazione di un inventario analitico, comprensivo dei seguenti elementi: o cenno storico-istituzionale su tutti i soggetti produttori dei fondi che compongono l’archivio; o storia dell’archivio oggetto del riordino; o introduzione di carattere archivistico che esplicita i criteri adottati per il riordino e l’architettura assunta dall’archivio riordinato; o schema di ordinamento; o descrizione delle unità archivistiche organizzate sulla base della struttura dell’archivio.
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INTERVENTO B) Acquisto di idonei faldoni e contenitori Come per i precedenti archivi conservati presso l’Accademia, tutto il materiale cartaceo è stato riposto in idonei faldoni in legno/cartone dalle dimensioni di 38x27x12 cm, dotati di apposita etichetta dove sono state riportate tutte le segnature previste. All’occorrenza sono state inoltre utilizzate cartelline per conservare i documenti più voluminosi. L’intervento ha visto la necessità di acquisto n. 250 scatole di archivio con le relative etichette per la schedatura esterna. Tutti contenitori per il materiale archivistico sono stati forniti dall’azienda maceratese Ciemme Cancelleria s.n.c. INTERVENTO C) Individuazione di idonei locali e acquisto di adatte scaffalature
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Archivio Storico Comunale già conservato nei locali dell’Accademia Fondo Antico Regime dal sec. XIII al 1815 Il materiale archivistico ricondizionato continua ad essere ospitato nella sala “Giuseppe Colucci”, ubicata all’ultimo piano della Palazzina Valadier, che è stata ristrutturata in occasione dei lavori restauro, ripristino ed adeguamento impiantistico di cui è stata oggetto l’Accademia nel periodo settembre 2011 – dicembre 2012, munendo il locale di idonei impianti elettrici, di climatizzazione e di antincendio con spegnimento automatico a gas inerte. Piano “C” dello schema riassuntivo dei piani (secondo piano della palazzina Valadier)
Archivio Storico Comunale precedentemente conservato nei locali del Comune di Treia Fondo archivistico secolo XIX La parte di archivio interessata dall’intervento riferita al secolo 1800, avente uno sviluppo di circa 80 metri lineari, è stata collocata all’interno di un locale ubicato al piano terra della Palazzina Valadier munito di impianti di climatizzazione, antincendio e antintrusione. Tutti i faldoni di questo fondo sono stati collocati in apposite scaffalature metalliche di nuovo acquisto con caratteristiche rispondenti alle attuali norme di sicurezza. Piano “A” dello schema riassuntivo dei piani (piano terra della palazzina Valadier)
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Tutte le scaffalature metalliche sono state fornite dall’azienda maceratese Cimar soc. coop.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA B3) Archivio degli Accademici L'archivio degli Accademici, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per le Marche con notifica del 3 gennaio 1996, testimonia la fervida attività culturale e scientifica nelle numerose memorie e studi lasciati dagli Accademici, ma oltre a questo è possibile trovare in esso una ricchissima documentazione che si intreccia con le vicende storiche dello Stato Pontificio e dell’Italia, in particolare nel periodo napoleonico; inoltre vengono conservati documenti relativi alle biografie di illustri treiesi, agli annali di storia treiese, agli atti relativi ai monasteri e alla Collegiata, al Vescovado di Treia dal XVI secolo al XIX e un gran numero di lettere scritte dagli Accademici a personaggi anche illustri sui più svariati argomenti. Il progetto di catalogazione si è terminato con il ricondizionamento del materiale documentario e la successiva informatizzazione dello stesso favorendone altresì la sua fruizione. B4) Fondo musicale “Oliviero Montebello” Nel corso degli anni 2004 e 2005 è stato provveduto al riordino e alla catalogazione del fondo musicale “Oliviero Montebello”. Oliviero Montebello, nato a Giulianova (Teramo) il 28/02/1864, dopo diversi incarichi di maestro di banda assunti in varie città italiane, dal 1924 ebbe la nomina a maestro di banda nella città di Treia ed ivi rimase fino al 31 dicembre 1934, quando fu collocato a riposo. Per alcuni mesi nel 1925 tornò alla direzione della banda di Macerata. Morì a Giulianova il 29 aprile 1939. Durante l’intero arco della sua brillante carriera di musicista ha composto numerose e pregiate opere. Il suo archivio musicale è stato acquisito nel 1991 dal Comune di Treia per donazione della famiglia Montebello. Lo stesso è in custodia all’Accademia Georgica. B5) Archivio “Raffaele Simboli” Raffaele Simboli, funzionario del Ministero delle Finanze, importante giornalista e pubblicista, nonché socio dell’Accademia treiese, ha donato a questa Istituzione la sua abitazione adiacente alla palazzina Valadier, sede dell’Accademia Georgica, alcune opere di Giacomo Balla, la sua biblioteca e il suo archivio personale, nonché un consistente archivio fotografico costituito da immagini con dedica e autografo di illustri personaggi della cultura degli anni ’20-’30 del novecento. Quest’ultima collezione nel corso nell’anno 2003 è stata oggetto di un progetto di digitalizzazione e ritocco fotografico, conclusosi con una mostra delle opere allestita nell’ottobre dell’anno 2006 presso la sede dell’Accademia. Nel 2010 il fondo iconografico è stato completamente censito attraverso il software Sebina e inserito nel catalogo online del polo bibliotecario maceratese e nazionale.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA B6) Archivio della Congregazione dell’Oratorio dei Padri Filippini L'erezione della Congregazione dell'Oratorio a Treia avvenne su concessione del Vescovo di Camerino nel 1631, anche se sin dal 1626 S. Filippo figurava tra i compatroni della città. L’archivio della Congregazione dell’Oratorio dei Filippini comprende materiale che copre un arco cronologico dal sec. XVII alla metà del sec. XIX. Il fondo probabilmente era parte di un complesso più ampio che, a seguito delle soppressioni delle corporazioni religiose è passato al Comune insieme alla chiesa sede della Congregazione. Attualmente è conservato all’Accademia Georgica di Treia. La storia della Congregazione dei Filippini, è strettamente legata alle vicende storiche della città di Treia e il riordino del suo archivio rappresenta un importante fonte messa a disposizione degli studiosi per la ricerca storica e storico artistica. Il progetto si colloca nel quadro generale di valorizzazione del patrimonio documentario che l’Accademia Georgica sta portando avanti, con una serie di progetti tesi a favorire la più ampia fruizione e la valorizzazione del proprio patrimonio. L’intervento di riordino ha previsto le fasi di schedatura, riordino e inventariazione. La schedatura del materiale è stata effettuata con il programma Sesamo 4.1, adottato dalla Sovrintendenza archivistica per le Marche. Tutto il materiale è stato ricollocato, ricondizionato e si è proceduto all’apposizione delle nuove segnature archivistiche per il reperimento delle unità. Si è proceduto altresì alla redazione dell’inventario cartaceo e informatizzato, con tutte le informazioni sulle serie e le unità necessarie al loro reperimento, corredato da un introduzione di carattere metodologico archivistico e da un’introduzione storica. B7) Archivio del Monastero di Santa Chiara Le Monache Clarisse (Ordo Sanctae Clarae, O.S.C.) costituiscono un ordine monastico claustrale le cui religiose si dedicano prevalentemente alla preghiera contemplativa. Dalla documentazione in possesso dell’Accademia non è possibile stabilire la data precisa in cui anche a Treia (all'epoca Montecchio) venne introdotta la regola di S. Chiara. Tuttavia è certa l'esistenza di un gruppo di monache clarisse all'interno del borgo già all'inizio del XVII, come attesta un registro di morte delle suore risalente all'anno 1613 (serie Monache, 2). L'Archivio del Monastero di S. Chiara di Treia, costituito da documentazione prodotta e acquisita dalle monache Clarisse nel periodo compreso fra gli inizi del XVII secolo e la seconda metà del XIX secolo, è conservato presso l'Accademia Georgica di Treia. La data più probabile di acquisizione dell’archivio è da far coincidere con la seconda metà del XIX secolo, quando, in occasione delle soppressioni di ordini religiosi avvenute nel periodo compreso fra gli anni '60 e '70, all'indomani dell'unità d'Italia, ne furono requisiti anche gli archivi. Occorre ricordare che l’archivio conservato presso l’Accademia non esaurisce senz’altro l’insieme della documentazione prodotta e acquisita dal Monastero nel corso dei suoi anni di attività. L'intervento di riordino dell'Archivio del Monastero di S. Chiara di Treia si è articolato in tre fasi operative: analisi della documentazione, riordino e schedatura. Connessa alla documentazione che è andata a costituire l’archivio del Monastero di santa Chiara, sono stati rinvenuti documenti relativi alla Confraternita di S. Maria del Bell'Amore in S. Girolamo. La documentazione conservata, relativa al periodo 1941-1954, è costituita essenzialmente da documenti contabili. Non è stato possibile individuare le modalità attraverso le quali le carte della Confraternita siano confluite nel fondo del Monastero di S. Chiara, con il quale non sembrano sussistere legami evidenti. Nella fase di riordino queste carte sono andate a costituire un fondo a sé stante: l’archivio della Confraternita di S. Maria del Bell'Amore in S. Girolamo. 41
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B8) Archivio della Società Teatrale di Treia – Carteggio “Fabiano Valenti” Come avveniva in molte cittadine marchigiane, anche a Treia le prime rappresentazioni teatrali venivano allestite sin dal XVII secolo nei locali del palazzo comunale, con apparati provvisori e palchi in legno. Il "pubblico teatro" a Treia era originariamente collocato nella sala maggiore con palchetti lignei smontabili per la rappresentazione delle commedie. Gli spettacoli erano allora promossi spesso dalla locale Accademia dei Sollevati ed erano molto apprezzati specialmente dai ceti patrizi, ma tutti i cittadini ne pagavano le spese per la manutenzione e per le compagnie di giro. Quando la Sacra Congregazione del Buon Governo - probabilmente per motivi di sicurezza o di decoro nel 1792 emanò il decreto di proibizione di tenere rappresentazioni sia nell'edificio del governo locale sia nell'ex granaio, la comunità, sospinta dalla classe nobiliare, si organizzò immediatamente per promuovere la raccolta dei fondi per la costruzione di un nuovo teatro stabile, in un nuovo edificio adibito esclusivamente allo scopo. L'atto costitutivo della "Congregazione teatrale" venne stipulato ufficialmente il 13 febbraio 1794 dal notaio Francesco Fedeli, eletto poi Segretario dell'associazione; l'atto obbligava i 31 nobili sodàli per otto anni a versare una soma di grano ciascuno per far fronte alle spese di realizzazione dei palchi, del palcoscenico, gli scenari, la decorazione della volta, ecc., il tutto da eseguirsi entro tre anni dall'elevazione delle strutture murarie. I palchetti sarebbero stati assegnati di proprietà alle rispettive famiglie. L'area prescelta per il nuovo teatro (nell'attuale Piazza D. Pacifico Arcangeli) - posta sulle mura orientali, presso l'antico ingresso della Porta Cassera, dove allora sorgeva la duecentesca Chiesa di San Martino. Nel 1881 venne costituita la nuova "Società Teatrale" dei cittadini possessori dei palchi nel teatro, che da allora prenderà il nome di Teatro Condominale. Il teatro treiese conserva ancora buona parte dei suoi apparati scenotecnici: graticcio praticabile, tamburi e carrucole, una "macchina del tuono" ed alcuni carrelli per la movimentazione delle quinte prospettiche, mentre purtroppo ben poche delle numerose scene dipinte rimandateci dai documenti sono sopravvissute al tempo. Nel dicembre 1961, con Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione, il teatro di Treia viene riconosciuto di particolare interesse artistico ai sensi della Legge n. 1089 del 1939, sancendo così ufficialmente il valore storico-documentario dell'architettura del teatro marchigiano. Il 30 dicembre 1989 il Condominio teatrale vendette il teatro al Comune di Treia. Al fine di significare l’evento della sistemazione dell’archivio del Teatro Condominale, oggi Comunale, avvenuta nel 2010 l’Accademia ha inteso realizzare una pubblicazione che narri la storia, le caratteristiche architettoniche e strutturali, le curiosità e le rappresentazioni dello stesso teatro.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA B9) Archivio della Congregazione di Carità, delle Diverse Opere Pie amministrate e dell’Ente Comunale di Assistenza L’archivio dell’Ente Comunale di Assistenza di Treia è un complesso comprendente il fondo proprio dell’ente e quello della precedente Congregazione di carità e delle diverse Opere pie amministrate. L’archivio della Congregazione di carità (sec. XV – sec. XX), con i diversi fondi confluiti, è conservato presso l’Accademia Georgica ed è stato recentemente oggetto di riordino e inventariazione, con la collaborazione della Comunità Montana Alte Valli dell’Esino e del Potenza – Zona H. Questo archivio è conservato in apposite teche nei locali dell’Accademie Georgica. La parte riferita alle diverse Opere Pie Amministrate e al fondo dell’Ente Comunale di Assistenza già conservata presso il palazzo comunale comprende complessivamente bb. 34, cartelle 2, regg. 4, scatola 1, per complessive 41 unità, oltre ad altro materiale di carteggio, contabilità, inventari, contratti della Congregazione di Carità e una busta con "Statuti e regolamenti", un registro delle prestazioni ambulatoriali erogate dall'Ospedale civile (1967-1977), carteggio relativo agli istituti amministrati e materiale su invalidi civili.
L’Accademia ha già provveduto a prelevare questo Archivio dal deposito comunale per ospitarlo presso i locali dell’Accademia ed ha proceduto nel 2010 e nel 2013 a: alla schedatura informatizzata di tutte le unità archivistiche residue con il programma Sesamo adottato dalla Soprintendenza Archivistica; alla rilevazione della struttura del complesso nei suoi fondi e relative serie, tenendo conto della struttura già evidenziata nel riordino già effettuato; al riordino e spostamento delle unità archivistiche; al ricondizionamento ed etichettatura; alla redazione dell’inventario sia in formato cartaceo che in versione informatizzata, ricomponendolo con il precedente già realizzato.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA B10) Completamento, inventariazione e ricomposizione dei diversi fondi che costituiscono il complesso archivistico relativo all’Ente Comunale di Assistenza di Treia A seguito dell’istituzione delle Unità Sanitarie Locali e al conseguente passaggio dell’Ente Ospedaliero Santa Maria Maggiore di Treia, ente strumentale dello stesso Comune, al nuovo sistema regionale sanitario della Regione Marche si è verificato il passaggio di proprietà di tutti i beni mobili e immobili, ivi compreso il patrimonio archivistico sia storico che corrente. Durante il trasferimento dell’archivio dell’Ente Ospedaliero da Treia alla sede centrale dell’ASL di Macerata, una parte dell’Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza è stata, si direbbe erroneamente, trasferita in tale sede dell’ASL. Solo oggi l’Accademia, dopo il riordino di tali archivi riferiti sia all’ECA sia alle rispettive Opere Pie Amministrate, è venuta a conoscenza che alcune parti dello stesso sono conservate presso l’Archivio della ASL, oggi Area Vasta 3 di Macerata.
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Pertanto, l’Accademia Georgica ha ritenuto opportuno che tale carteggio venga riaggregato all’archivio già sistemato e ospitato presso questa Accademia. A tale scopo si è prospettata alla Direzione Generale dell’Area Vasta 3 con sede a Macerata la possibilità di prelevare tale carteggio al fine del suo riordino funzionale con la documentazione omologa già ottenuta e conservata presso l’Accademia Georgica. La stessa Direzione Generale dell’Area Vasta 3 di Macerata ha espresso parere favorevole previa autorizzazione di Codesta Soprintendenza Archivistica Regionale. L’Accademia Georgica con nota n. 200 del 8 ottobre 2014 ha richiesto alla competente Soprintendenza Archivistica per le Marche la dovuta autorizzazione. La stessa Soprintendenza con nota n.0001419 del 21 ottobre 2014, ha espresso il proprio parere favorevole. Complessivamente il materiale oggetto di prelievo e di successiva inventariazione è costituito da 350 registri con estremi cronologici dal secolo XV al 1980, relativi all’amministrazione delle diverse Opere pie antecedente il concentramento nella Congregazione di Carità, della Congregazione stessa e dell’Ente comunale di assistenza. Parte dei registri sono specificatamente relativi alla gestione interna dell’Ospedale, ma in relazione all’amministrazione dell’ECA e in capo a tale ente, pertanto a tutti gli effetti pertinenti l’archivio, così come altro materiale simile già riordinato e conservato presso l’Accademia Georgica. Il materiale reperito e visionato comprende:
Giornali e mastri della contabilità dell’Eca e delle opere pie amministrate presumibilmente dagli anni ‘40 agli anni ’70 del secolo XX;
Protocolli della corrispondenza dal 1900 al 1967;
Registri dell’ospedale (ricoveri, riscossioni rette, analisi, vari) dagli anni ’40 agli anni ’70 del secolo XX;
Registri di amministrazione dell’azienda agraria (conti correnti colonici, registri colonie, vari) dagli anni ’40 agli anni ’70 del secolo XX;
Registri giornalieri degli anni ’80;
Registri diversi comprendenti registri dei pegni, registri dell’ospedale e materiale di antico regime (sec. XV – sec. XIX). Si segnala la presenza di un registro degli atti pubblici della Confraternita di Santa Maria Maggiore che data dal 1462 e reca l’annotazione del 1811 che si tratta del registro più antico reperito.
L’intervento di inventariazione previsto Il progetto di intervento prevede la ricomposizione dei diversi fondi che costituiscono il complesso archivistico relativo all’Ente comunale di assistenza. A causa delle vicende storico archivistiche che hanno de45
ACCADEMIA GEORGICA TREIA terminato la scomposizione del complesso e la collocazione del materiale in sedi diverse, l’intervento ha già avuto due diverse fasi di riordino e inventariazione. Il nuovo materiale dovrà pertanto essere reintegrato e l’inventario modificato. Eventuali diverse scelte saranno valutate sulla base della schedatura e per eventuali motivi di opportunità. Sinteticamente il progetto d’intervento prevede: schedatura analitica delle unità archivistiche con il software Sesamo, in quanto già utilizzato nei precedenti interventi riordino del materiale integrato ai rispettivi fondi di competenza (Congregazione di carità, opere pie, Eca). revisione degli inventari eventuale ricollocazione e nuova etichettatura Tutto il materiale è stato trasportato dai locali dell’Area Vasta 3 di Macerata presso l’Accademia Georgica per essere riaggregato con il fondo in precedenza sistemato a cura dell’archivista Valentina Zega di Macerata che ha curato le precedenti operazioni di inventariazione dell’Archivio della Congregazione di Carità, delle Diverse Opere Pie amministrate e dell’Ente Comunale di Assistenza. Alla stessa archivista, per uniformità di lavoro, sarà affidato il presente intervento.
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C.1) RESTAURO DI N. 3 DISEGNI ACQUERELLATI SU CARTA E APPLICATI SU TELA RAFFIGURANTI IL TERRITORIO COMUNALE DI TREIA Nell’anno 2010 è stato dato incarico per l’esecuzione del restauro di n. 3 disegni acquerellati su carta e applicati su tela, raffiguranti il territorio comunale di Treia risalenti al ‘700. Le opere, ritrovate nei magazzini dell’Accademia, si presentavano in pessimo stato di conservazione sono state affidate alla ditta Restauro Marche di Elisabetta Vinciguerra e Simone Settembri di Mogliano. Il lavoro di restauro è consistito nelle seguenti fasi di intervento: pulitura sommaria del verso e recto con aspiratore e pennelli morbidi; rimozione dalle cornici; distacco della carta dalla tela di supporto; pulitura definitiva della carta e su deacidificazione; risarcitura delle lacerazioni e reintegrazione estetica; ricollocazione sulla tela originaria con fasce perimetrali per il tensionamento; restauro, disinfestazione delle cornici lignee e rimontaggio dei disegni.
C.2) RESTAURO TELA DEL XVII SECOLO RAFFIGURANTE SAN FRANCESCO DI PAOLA PROVENIENTE DALL’ARCHIVIO DELLE CLARISSE A seguito del riordino dell’Archivio del Monastero di Santa Chiara avvenuto nell’anno 2010, tra la documentazione analizzata è stata rinvenuta una tela risalente intorno al 1700 delle dimensioni di circa 70x60 cm, raffigurante San Francesco di Paola. L’opera si presentava in cattivo stato di conservazione. Si è ritenuto necessario un intervento di restauro eseguito con l’autorizzazione e sotto le direttive della competente Soprintendenza per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico delle Marche, sede di Urbino. I lavori sono stati affidati alla ditta Ars Nova di Pignani e Perugini di Montecosaro accreditata presso la stessa Soprintendenza, che ha concluso i lavori nel maggio del 2011.
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D.1) PROGETTO FINALIZZATO AL COMPLETAMENTO E AL RIORDINO DEGLI ARCHIVI E DELLA BIBLIOTECA ANTICA, ALLA LORO CONSERVAZIONE E ALLOCAZIONE MEDIANTE L’ACQUISTO DI LIBRERIE, SCAFFALATURE E TECHE A conclusione della complessiva sistemazione sia della biblioteca antica che degli archivi presenti in Accademia si è reso necessario acquistare le librerie, scaffalature e teche per la sistemazione definitiva di tutto il materiale storico. Grazie all’aiuto sostanziale dei volontari del Servizio Civile Nazionale messi a disposizione nell’anno 2010 dall’UNPLI Nazionale è stato possibile – nell’ambito del progetto “I Papi delle Marche: eredità storica, culturale e territoriale” – effettuare una nuova sistemazione logistica dei beni culturali custoditi dall’Accademia Georgica. Viene ricordato, inoltre, che tutti gli interventi sono stati resi possibili grazie al munifico sostegno offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
Acquisto di librerie/scaffalature e teche
Tutti gli armadi libreria sono stati realizzati in lamiera d'acciaio verniciata con polveri epossidiche. E’ previsto un piano in lamiera fisso posto al centro in modo da formare n.2 vani. In ogni vano sono previsti n. 2 piani in lamiera spostabili ogni 4 cm (per un totale di n. 6 piani ogni modulo, compresi n. 2 fissi). La chiusura è frontale mediante coppie di ante scorrevoli (n.1 per ogni vano) in vetro di sicurezza trasparente. La fornitura è stato affidato alla ditta CI.M.A.R. soc. cooperativa di Macerata. Per la sistemazione razionale e in sicurezza delle nuove librerie si è reso necessario procedere alla verifica di stabilità dei solai. L’intervento è stato eseguito dall’Ing. Mariano Marzola e dal Geom. Marco Lausdei, soci dell’Accademia, che hanno eseguito il lavoro a titolo gratuito.
Acquisto tende da interni
Al fine di completare il decoro dei recuperati locali dell’Appartamento Simboli, l’Accademia ha acquistato dei tendaggi su misura per ogni finestra dell’appartamento e delle scale della Palazzina Valadier. Le n. 12 tende sono in tessuto ignifugo e sono state acquistate e installate dalla ditta Decor Casa di Camacci Menichelli di Treia. D.2) LAVORI DI “RESTAURO, RIPRISTINO ED ADEGUAMENTO IMPIANTISTICO ACCADEMIA GEORGICA POR-FESR MARCHE 2007-2013 ASSE 5 VALORIZZAZIONE DEI TERRITORI. INTERVENTI A) E B).” L’Amministrazione Comunale di Treia, proprietaria dei locali da sempre utilizzati dall’Accademia Georgica, ha avviato sin dall’anno 2004, la procedura per il restauro, ripristino ed adeguamento impiantistico dei locali dell’Accademia. Tale progetto è stato oggetto di approvazione da parte della competente Soprintendenza per i Beni Archeologici e Paesaggistici delle Marche con autorizzazione n. 2990 rilasciata in data 13/11/2008. I lavori, in data 31/08/2011, sono stati definitivamente consegnati, a seguito del regolare svolgimento di gara d’appalto, all’Associazione Temporanea di Imprese A.T.I. Mazzetti s.r.l. di Ercolano (NA) – I.T.E. Idrotermoelettrica s.r.l. di San Benedetto del Tronto (AP). 48
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Sostanzialmente i lavori hanno riguardato gli impianti: antincendio; elettrico; antintrusione; climatizzazione; adeguamento degli infissi. L’Accademia Georgica da tempo e nel limite delle risorse economiche disponibili ha avviato una procedura volta alla messa in sicurezza e al riordino dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, utilizzando sistemi convenzionali, anche informatici, finalizzati non solo alla tutela ma anche alla sua maggiore e moderna fruibilità. Quanto sopra descritto evidenzia che il Magistrato Accademico in questi ultimi anni ha provveduto alla messa in sicurezza e ad una sistemazione definitiva del patrimonio culturale presente in Accademia che non permette di prevedere alcun spostamento del materiale. Peraltro alcune ulteriori sistemazioni e alcune procedure avviate non consentono una chiusura definitiva dell’Accademia che ovviamente durante tutto il periodo dei lavori non sarà accessibile per l’utenza tradizionale, mentre potrà mantenere i rapporti con l’utenza on-line. D’altronde la custodia del patrimonio conservato in Accademia è affidata allo stesso Magistrato Accademico, che sicuramente non può demandare tale incarico a chicchesia, in quanto istituzionalmente ne è totalmente responsabile, deve garantire la sicurezza e la custodia del materiale. L’Accademia, l’Amministrazione Comunale e la Direzione dei Lavori in un incontro operativo hanno condiviso una proposta che, nel rispetto della condizione di affidamento dei lavori alla ditta aggiudicataria e in raccordo con la direzione dei lavori, consenta all’Accademia di mantenere un minimo di gestione dell’attività e, contestualmente, garantire la sicurezza nella custodia dei beni culturali in essa contenuti. La suddetta proposta operativa è stata trasmessa dall’Accademia, con prot. n. 161 del 06/09/2011, alla Soprintendenza per i Beni Archivistici delle Marche di Ancona per il dovuto parere in merito. La Soprintendenza per i Beni Archivistici delle Marche di Ancona, con prot. MBAC-SA-MAR MBACSA-MA 0001454 08/09/2011 CI. 34.19.00/321.1 del 8/9/2011, ha condiviso la proposta operativa formulata dal Presidente dell’Accademia finalizzata alla: - messa in sicurezza degli archivi e di tutte le scaffalature contenenti la biblioteca antica mediante pannelli di polistirene estruso quale sicuro riparo da accidentali cadute di materiali possibili durante i lavori interni di ripristino e adeguamento degli impianti tecnologici; - custodia complessiva della struttura da affidare a personale di fiducia dell’Accademia che conosce con esattezza la collocazione del patrimonio culturale custodito. La spesa massima prevista per l'attuazione di questa proposta operativa, comprensiva di materiali, compensi, oneri fiscali e previdenziali, è risultata sicuramente più vantaggiosa rispetto ad un eventuale trasferimento di tutto il materiale conservato in Accademia e al suo successivo esatto ricollocamento, cosa che richiede necessariamente un personale specializzato e un onere economico non indifferente di cui non si dispongono le relative risorse. Il vantaggio sostanziale della custodia in loco è che il materiale non è risultato smembrato, né soggetto ad eventuali traumi da spostamenti e sicuramente più custodito. La complessiva procedura, da considerarsi "buona prassi”, è già stata utilizzata da altre strutture locali quali la Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata per interventi ancor più radicali. I lavori sono ufficialmente iniziati in data 14/09/2011 con i interventi esterni riferiti al montaggio dei ponteggi sulla facciata posteriore della Palazzina Valadier; l’anno 2012 è stato completamente interessato ai suddetti lavori per cui gli accessi sia ai locali che ai vari documenti non è stato possibile. 49
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Gli sforzi principali sono stati dedicati alla custodia e alla sorveglianza dei beni custoditi che nonostatnte si sia proceduto ad un delicato procedimento di imballo degli stessi in particolare della biblioteca antica e degli archivi, così come concordato con la Soprintendenza per i Beni Archivistici delle Marche di Ancona. Difatti l’Accademia si è subito attivata predisponendo la procedura di affidamento della stessa custodia a personale di fiducia. In data 3 ottobre 2011 è stata siglata l’apposita convenzione tra il Comune di Treia e l’Accademia Georgica “per lo svolgimento del servizio di sorveglianza e custodia del patrimonio culturale custodito presso l’edificio “Accademia Georgica” nel periodo di esecuzione dei lavori di restauro” – Rep. 2405 – da affidare a personale di fiducia dell’Accademia in quanto da sempre custode e conservatrice del patrimonio archivistico storico del Comune di Treia. L’attività svolta nel 2012, a proseguo di quella avviata sin dal mese di settembre 2011, è riferita alla custodia giornaliera della struttura e alla sorveglianza durante i lavori eseguiti dalle varie imprese, così come stabilito dalla convenzione tra l’Accademia e il Comune di Treia, relativa alla presente attività, la procedura di custodia è stata attivata, nel rispetto della condizione di affidamento dei lavori alla ditta aggiudicataria e in raccordo con la direzione dei lavori, in modo da consentire all’Accademia di garantire la sicura custodia dei beni culturali in essa contenuti permettendo, altresì, di mantenere un minimo di gestione dell’attività. Le chiavi – sia quelle fisiche che quelle elettroniche (i locali in uso dall’Accademia sono muniti di impianti antintrusione e antincedio) – non sono state consegnate all’impresa esecutrice dei lavori. L’apertura e la chiusura dell’Accademia secondo gli orari praticati dall’impresa è stata effettuata dal personale incaricato che alla fine dei turni di lavoro ha provveduto altresì ad assicurare che all’interno dei locali tutte le utenze idriche, elettriche e di riscaldamento risultassero inattive e che gli infissi siano stati regolarmente chiusi garantendo ogni genere di sicurezza. Inoltre nelle varie fasi di lavoro si è reso necessario procedere allo spostamento di teche e scaffalature che ospitano sia i fondi bibliografici che archivistici già in precedenza messi in sicurezza e imballati. Tutte le varie operazioni, dei lavori sono state documentate attraverso scatti fotografici: ad oggi sono state prodotte più di n. 9.000 fotografie. La complessità dei lavori di restauro dei locali dell’Accademia che hanno caratterizzato parte del 2011 e tutto il 2012, non hanno consentito di organizzare, come per gli anni precedenti gli appuntamenti scientifici previsti con il bilancio di previsione; tutti gli sforzi anche economici sono stati concentrarti sulla custodia a tutto campo dei beni culturali, seppure bene imballati e protetti, presenti in Accademia. Nonostante ciò, l'Accademia si è organizzata per: - garantire e gestire giornalmente le varie incombenze che la nostra istituzione sempre più richiede nella sua conduzione, anche amministrativa; - garantire le visite ai vari avventori mediante la predisposizione di un power point multimediale con contenuti fotografici e descrittivi che ha reso l’idea sia della struttura fisica che dei beni culturali conservati; - garantire un minimo di attività culturale che per questo anno sostanzialmente si è estrinsecata nel collaborare e gestire direttamente diverse manifestazioni.
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PROGETTO IRPAG-CHARISMA (2011/13) Investigazione mediante Spettroscopia gamma indotta da neutroni, Diffrazione Neutronica a tempo di volo ed Emissione di raggi-X indotta da protoni, di reperti Archeologici metallici Romani-Piceni dalla collezione dell’Accademia Georgica di Treia Il Progetto “IRPAG” (Investigazione mediante Spettroscopia gamma indotta da neutroni, Diffrazione Neutronica a tempo di volo ed Emissione di raggi-X indotta da protoni, di reperti Archeologici metallici Romani-Piceni dalla collezione dell’Accademia Georgica di Treia) è stato ideato dal Dr. Ing. Massimo Rogante dello Studio d'Ingegneria Rogante di Civitanova Marche, Componente Italiano del Comitato Scientifico del Reattore Nucleare di Budapest e socio di questa Accademia, in collaborazione col Prof. László Rosta, Direttore Scientifico dell’Istituto di Ricerca per la Fisica dello Stato Solido presso lo stesso Reattore, con la consulenza archeologica del Dott. Alvise Manni. Tale progetto fa parte di una serie di progetti d'analisi mediante tecniche neutroniche realizzati dallo Studio d'Ingegneria Rogante (ad esempio, quello riguardante i reperti bronzei di Matelica e Fabriano, realizzato per conto della Soprintendenza Archeologica delle Marche), volti a fornire alla comunità degli archeologi informazioni fondamentali complementari a quelle ottenibili mediante le classiche metodologie d'indagine - riguardanti reperti del patrimonio archeologico della nostra regione. Il Progetto IRPAG ha valenza internazionale nell’ambito del Programma “CHARISMA” (Cultural Heritage Advanced Research Infrastructures) e riguarda lo studio di alcuni importanti reperti archeologi metallici conservati presso l’Accademia. La finalità, mediante Spettroscopia gamma indotta da neutroni, è quella di apportare notevoli contributi scientifici per gettare luce sul contesto di provenienza dei reperti. L'investigazione mediante Diffrazione Neutronica a tempo di volo permette una valutazione quantitativa della composizione di fase dei reperti e le proprietà strutturali materiali costitutivi, mediate in un volume finito macroscopico. La Diffrazione Neutronica a tempo di volo, inoltre, consente di studiare su scala atomica il comportamento dinamico del materiale e l’eventuale tessitura cristallografica. L'investigazione mediante Emissione di raggi-X indotta da protoni permette un'analisi quantitativa e consente d’identificare e quantificare gli elementi in traccia, determinandone la distribuzione e fornendo dati complementari alle altre due tecniche. Tali analisi sono state effettuate dall'Ing. Rogante mediante le tecniche neutroniche menzionate presso le strumentazioni del Reattore di Ricerca di Budapest, in collaborazione col Prof. László Rosta, socio onora51
ACCADEMIA GEORGICA TREIA rio dell’Accademia proposto dallo stesso Ing. Rogante. Il Progetto IRPAG è stato approvato, con elevato punteggio, dalla Commissione di Valutazione Progetti dello stesso Reattore. Le stesse analisi sono state effettuate nel periodo compreso tra l’11 e il 16 novembre 2012 (6 giorni completi, il massimo aspirabile nell'ambito del programma CHARISMA). L’approvazione del Progetto è stata accolta con grande soddisfazione sia dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Regione Marche, sia dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Macerata, entrambi rappresentati nella conferenza stampa di presentazione del progetto che si è tenuta il 18 dicembre 2011 presso la sede della Provincia di Macerata. Per la consulenza archeologica, in particolare, hanno collaborato il Dott. Alvise Manni e la Dott.ssa Emanuela Stortoni, ricercatrice d'Archeologia Classica presso la Facoltà di Beni Culturali (ora Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo) dell’Università degli Studi di Macerata. Al fine di dar corso alla progetto, con nota n. 156 del 30 agosto 2011 l’Accademia ha inviato alla Soprintendenza Archeologica delle Marche specifica richiesta per l’avvio della procedura di espatrio dei n. 8 reperti. La Soprintendenza, nell’avviare la propria procedura in merito, ha ritenuto opportuno, in questa prima fase, regolarizzare la posizione della collezione di reperti archeologici custoditi dall’Accademia: pertanto, nel marzo 2012 l’Accademia ha provveduto a trasmettere un catalogo dei n. 517 reperti dell’intera collezione con descrizione analitica corredata di fotografie, elaborato sotto la supervisione della Dott.ssa Stortoni che ha curato i testi. Con Decreto del Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche n. 169 del 6 agosto 2012, la collezione è stata dichiarata d’interesse archeologico particolarmente importante. L’Accademia Georgica, successivamente, ha potuto avviare la procedura inerente alla movimentazione dei reperti contraendo specifica polizza assicurativa con la compagnia “Italiana Assicurazioni” tramite l’intermediazione della “Aon S.p.A.” di Ancona e richiedendo le dovute autorizzazioni al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale delle Antichità – Ufficio Mostre di Bologna, dopo aver ottenuto i necessari nulla osta da parte della Soprintendenza di Ancona e del Ministero di Roma. Le operazioni di imballaggio e piombatura dei reperti – sia alla partenza, che al ritorno degli stessi – sono state svolte sotto la supervisione della Dott.ssa Maria Cecilia Profumo della Soprintendenza Archeologica di Ancona, appositamente delegata dall’Ufficio Esportazione di Bologna. Il trasferimento degli stessi reperti a Budapest, e ritorno, è stato affidato all'Ing. Rogante, il quale ha provveduto attraverso il proprio automezzo. Una ulteriore analisi è stata effettuata il 5 luglio 2013 presso i laboratori dell'Istituto Tecnico per Attività Sociali "Matteo Ricci" di Macerata dall'Ing. Rogante e dalla Dott.ssa M. Horváth Eszter di Budapest, prendendo in esame uno dei reperti metallici della collezione ritenuto di particolare interesse, vale a dire la lucerna polilicne. 52
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I risultati dell’indagine sono in corso di elaborazione e saranno presentati tramite conferenze da effettuarsi a Treia e presso la Regione Marche. Nel corso del 2013 il Dr. Ing. Massimo Rogante ha partecipato, anche a nome dell'Accademia, alla Conferenza Internazionale NINMACH 2013 che si è svolta a Garching, vicino Monaco di Baviera, nel periodo 9-12 settembre 2013. In quella sede l'Ing. Rogante ha presentato l’Accademia e i risultati parziali dell’indagine. Un palcoscenico internazionale che ha già visto protagonisti l'Accademia Georgica e l'Ing. Rogante: gia' nello scorso 7 giugno 2011, l'Ing. Rogante era stato invitato come relatore al meeting “Charisma joint TNAs ARCHLAB - MOLAB - FIXLAB” organizzato dal Centro di Ricerca e di Restauro dei Musei di Francia, presso l’Anfiteatro Bernard Palissy del Museo del Louvre a Parigi. Nel corso della sua presentazione, dedicata alle applicazioni delle Tecniche Neutroniche nei settori dell’Ingegneria e dei Beni Culturali, l'Ing. Rogante ha anche illustrato l’antica istituzione treiese. Tra le varie diapositive proiettate, è stata presentata quella riferita al manifesto originale del 23 Dicembre 1952, conservato presso la stessa Accademia, dove l’allora vice presidente invitava gli accademici e la cittadinanza Treiese ad una Conferenza del Prof. Alfredo Murri su “L’Energia Atomica e le sue Applicazioni”. L’Accademia treiese quindi, tramite il suo socio Massimo Rogante, ripropone a distanza di oltre due secoli quel rapporto che gli eruditi del tempo avevano intrapreso con la corte di Napoleone Bonaparte allo scopo di diffondere le ricerche e le sperimentazioni che la Georgica realizzava in questa cittadina dello Stato Pontificio. E’ prevista una conferenza di presentazione di presentazione dei risultati raggiunti in collaborazione con la Regione Marche, P.F. Cultura, e della Soprintendenza Archeologica delle Marche, alla presenza dei direttori o responsabili dei vari musei Archeologici delle Marche al fine di illustrare i nostri risultati quale buona prassi da proporre sia alla stessa Regione che ai musei al fine di avviare la creazione della banca dati finalizzata a stabilire la provenienza, la composizione e quant’altro utile al completamento della catalogazione dei reperti archeologici presenti nei diversi musei marchigiani. Partecipazione a Manifestazioni Scientifiche Il Progetto IRPAG, vista la valenza internazionale nell’ambito del Programma “CHARISMA” (Cultural Heritage Advanced Research Infrastructures), è stato oggetto di presentazioni alla comunità scientifica durante importanti consessi di rilievo internazionale:
Charisma joint TNAs ARCHLAB - MOLAB – FIXLAB – Parigi
Meeting organizzato dal Centro di Ricerca e di Restauro dei Musei di Francia presso l’Anfiteatro Bernard Palissy del Museo del Louvre a Parigi il 7 giugno 2011.
1st International Conference on Neutron Imaging and Neutron Methods in Archaeology and Cultural Heritage Research - NINMACH 2013 – Monaco di Baviera
Conferenza Internazionale tenutasi a Garching, vicino Monaco di Baviera, nel periodo 9-12 settembre 2013.
5th International Conference Mechanical Technologies and Structural Materials – MTSM 2015 – Spalato 53
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Lo Studio d'Ingegneria Rogante ha contribuito all’organizzazione a Spalato, il 24 e 25 settembre 2015, della 5° Conferenza Internazionale sulle Tecnologie Meccaniche e sui Materiali Strutturali - MTSM2015. L'obiettivo prioritario di tale Conferenza – che si tiene annualmente in Dalmazia – è il progresso industriale, strettamente connesso con lo sviluppo e l'applicazione di nuovi materiali strutturali, tecnologie di lavorazione innovative, l'impiego razionale e lo sviluppo di nuove fonti d'energia. L'evento è anche un'occasione per instaurare ed estendere le collaborazioni tra i partecipanti, quale base di cooperazione tra la società scientifica e le aziende manifatturiere.
41st International Symposium on Archaeometry – ISA - Kalamata
Simposio internazionale di Archeometria che si terrà a Kalamata in Grecia nel periodo 15-21 maggio 2016.
6th International Conference Mechanical Technologies and Structural Materials – MTSM 2016 – Spalato
Anche in questa edizione lo Studio d'Ingegneria Rogante ha contribuito all’organizzazione della Conferenza Internazionale sulle Tecnologie Meccaniche e sui Materiali Strutturali che si è tenuta il 22 e 23 settembre 2016.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA IL GRAND TOUR CULTURA A TREIA: COMUNE E ACCADEMIA INSIEME PER L’INIZIATIVA DI DOMENICA 9 E 30 NOVEMBRE 2014 Il Grand Tour Cultura, un viaggio fra i musei, archivi e biblioteche delle Marche ha quindi toccato anche il Comune di Treia. Un percorso, cominciato il 9 novembre che mette il faro sui tesori da scoprire e conoscere per capire le nostre radici. L’Amministrazione comunale di Treia e l’Accademia Georgica hanno aderito all’iniziativa Grand Tour Cultura 2014, promossa dal Mab Marche in collaborazione con l’assessorato alla cultura della Regione Marche. Il percorso coinvolge il Museo Civico Archeologico, la Pinacoteca Comunale e l’Accademia Georgica (Biblioteca Antica e Archivio storico) e si snoda in due appuntamenti: una conferenza dedicata alle ricerche archeologiche su Treia e sui documenti storici relativi alla figura di Fortunato Benigni che si è tenuta il 9 novembre, mentre domenica 30 novembre sono state svolte la visita guidata dell’Accademia Georgica e una conferenza su “L’Accademia Georgica: dal 1718 una moderna realtà a valenza sociale, culturale ed economica, varata da Fortunato Benigni”. La prima iniziativa, tenuta nella sala convegni dell’Hotel Grimaldi, si è arricchita anche della mostra fotografica del Fotoclub “Il Mulino” di Treia, ha visto una folta partecipazione di pubblico; Il Prof. Enzo Catani, archeologo dell’Università di Macerata, ha illustrato i lavori sugli scavi archeologici curati dal Benigni nelle vicinanze del Santuario del SS. Crocifisso, soffermandosi in particolare sul ruolo svolto da questo illustre treiese per la sua città, che ha dimostrato di amare molto, profondendo impegno e passione per la sua valorizzazione. Il tutto è stato allietato dal concerto di arpa celtica e voce della musicista Annalisa Cancellieri del conservatorio Rossini di Pesaro e, per chiudere questo appuntamento la visita guidata al Museo Archeologico, sempre sotto la guida del professor Enzo Catani. A corollario di questo viaggio culturale, una iniziativa dedicata ai bambini dai 5 anni in su, con laboratori per la realizzazione di oggetti in terracotta, scultura creativa e segnalibri.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA La seconda tappa si è svolta il 30 novembre, sempre nell’accogliente sala convegni dell’Hotel Grimaldi, con l’appuntamento dedicato all’Accademia Georgica. La figura del Benigni, accademico innovatore, è stata ampiamente illustrata, dopo i saluti dell’Assessore alla cultura Edi Castellani, dal Prof. Carlo Pongetti, Presidente dell’Accademia. Una esposizione molto interessante che ha consentito di conoscere meglio questo personaggio di grande rilievo per la Città di Treia. Ad arricchire l’evento, una interessantissima visita guidata all’Accademia Georgica e alla Pinacoteca comunale. A conclusione del pomeriggio, nella ricorrenza di Santa Cecilia, si è tenuto, presso la sala consiliare, il concerto della Banda Musicale Città di Treia, che ha presentato un’anteprima dello spettacolo “Inseguendo le note: breve e personale storia della musica dal settecento ad oggi”. Mentre i grandi partecipavano al percorso culturale, anche i piccoli hanno avuto uno spazio loro dedicato: una visita didattica e una performance teatrale dal titolo “Viaggio nel Museo attraverso le storie narrate dagli oggetti” a cura di “Teatro in corso” e, a seguire, i laboratori creativi per i bambini dai 5 anni in su.
Il filo conduttore di questi percorsi treiesi è stato Fortunato Benigni (1756-1835), erudito e uomo di cultura treiese che si destreggiò in vari settori della storia, studiò e approfondì, come mai prima era avvenuto, le radici romane di Treia. Fu anche promotore del rinnovamento delle antiche istituzioni locali: dall’oligarchia nelle istituzioni politiche alla riconversione dell’Accademia dei Sollevati in accademia agraria.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA ADOTTA UN COMBATTENTE DELLA GRANDE GUERRA: CELEBRAZIONI NELLA CITTÀ DI TREIA PER IL CENTENARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE (2014/2015) L'Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” di Treia, in stretta collaborazione con il Comune di Treia, l’Accademia Georgica e il Foto Cine Club “Il Mulino”, nel rispetto delle direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Prefettura della Provincia di Macerata, commemora i cento anni dalla Prima Guerra Mondiale. Il Progetto, il cui titolo è “Adotta un combattente della Grande Guerra”, ha lo scopo di avvicinare gli studenti a un evento che ha lasciato segni evidenti anche sul nostro territorio, riscoprendone tracce e memorie a partire da quelle familiari. Il percorso è stato già avviato dall’Istituto “Egisto Paladini” nell’anno 2014 con l’adesione all’iniziativa nazionale di ricerca storica “Pietre della memoria”, un laboratorio didattico dove gli studenti dell'Istituto hanno contribuito attivamente allo sviluppo del progetto nazionale che prevede la creazione di una banca dati relativa ai contenuti che riguardano persone e fatti legati alla prima e seconda guerra mondiale, relativi al territorio della Città di Treia. Di recente gli alunni della Scuola secondaria di I grado hanno vinto, per il secondo anno consecutivo, il primo premio della seconda edizione del concorso regionale "Esploratori della memoria" organizzato dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra. Al concorso hanno partecipato 63 scuole della Regione Marche. Gli studenti sono diventati esploratori del territorio, realizzando un censimento di lapidi, lastre commemorative, monumenti, cippi, che riguardano persone ed even-
ti legati alla prima e seconda guerra mondiale. Sono stati catalogati monumenti e ben 63 lapidi e presentate 6 foto storiche. Il lavoro di catalogazione dei monumenti è stato svolto con il metodo cooperativo e la collaborazione di enti, comuni e dell'Accademia Georgica.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’iniziativa è entrata nel vivo con una serie di momenti pubblici organizzati nel periodo che va da sabato 23 maggio a mercoledì 10 giugno 2015. E’ stata allestita una mostra fotografica curata in collaborazione con il Foto Cine Club “Il Mulino” che è stata inaugurata nella mattinata del 23 maggio presso la biblioteca della sede dell’Istituto “Egisto Paladini” di Treia in Via Lanzi ed è rimasta attiva in orario scolastico fino al 10 giugno. Sabato 6 giugno, presso il Teatro Comunale di Treia, si è tenuto l’evento celebrativo durante il quale gli studenti dell’Istituto hanno presentato i risultati ottenuti dai laboratori didattici che hanno avuto come finalità l’individuazione, attraverso le memorie famigliari e attraverso la documentazione storica raccolta sia nell’Archivio Storico del Comune e dell’Accademia Georgica, tutti i combattenti treiesi, in particolare i caduti e i decorati della Grande Guerra. I ragazzi hanno intervallato a racconti di guerra, testimonianze, canti e poesie, la lettura dei nomi, al tocco della campana, dei 165 caduti in combattimento o per cause di guerra e approfondimenti sugli otto treiesi decorati al valore militare esponendo le motivazioni del loro più grande sacrificio. La cerimonia si è conclusa con la deposizione di corone di alloro alla lapide di Don Pacifico Arcangeli – medaglia d’oro al valor militare – e al monumento dei caduti di Piazza della Repubblica Una commovente iniziativa che, ha avuto l’intento di fornire un prezioso ricordo di tanti giovani treiesi morti per garantire alle nostre generazioni un futuro migliore in un’Italia in pace. Al fine di valorizzare il lavoro dei ragazzi, sarà realizzata una pubblicazione in memoria dell’evento che sarà presentata al pubblico nel prossimo mese di novembre in occasione della cerimonia di commemorazione ai caduti di tutte le guerre. La complessiva iniziativa è stata altresì accreditata quale progetto rientrante nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale – che ha concesso l’autorizzazione a fregiarsi del logo ufficiale. Inoltre ha ricevuto il patrocino della Prefettura di Macerata e il sostegno delle sezioni provinciali di Macerata dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra e Fondazione, dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare. 58
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Per significare la complessiva iniziativa i promotori hanno deciso di dare alle stampe una pubblicazione consuntiva dell’attività realizzata. La stessa è stata presentata il 4 novembre 2015 in una data evocativa: nell’ambito del Giorno dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate del IV Novembre 2015, anniversario che commemora quando nel 1918 il generale Armando Diaz promulgò il Bollettino della Vittoria italiana nel primo conflitto mondiale. La pubblicazione può essere consultata elettronicamente, anche tramite smartphone, nell'apposita pagina sul sito internet istituzionale dell’Accademia.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA BORSE LAVORO “GIOVANI RI-CERCATORI DI SENSO” DELLA PROVINCIA DI MACERATA L’Amministrazione Provinciale di Macerata – con Delibera della Giunta n. 119 del 23/04/2012 in applicazione della L.R. n. 4/2010, art. 22, “Interventi a sostegno dell’occupazione giovanile qualificata nel settore della valorizzazione dei beni culturali” – avvalsasi di fondi erogati dalla Regione Marche, ha pubblicato un avviso di selezione pubblica per l’assegnazione di 14 “borse-lavoro” di durata annuale a favore di altrettanti giovani (età non superiore a 35 anni) laureati in lettere e filosofia o conservazione dei beni culturali. L'iniziativa della Provincia ha l'obiettivo di dare un contributo al sostengo dell'occupazione giovanile, ma anche di gettare le basi per la realizzazione di una rete delle strutture culturali del territorio che sia in grado disviluppare progetti e sinergie sia sul piano della cultura, ma anche su quello turistico e occupazionale. Il bando, finalizzato a sostenere l’occupazione giovanile nel settore della valorizzazione dei beni culturali, prevedeva per ogni borsa-lavoro un impegno di 36 ore settimanali. La Provincia ha garantito al borsista sia una polizza assicurativa di responsabilità civile, sia una polizza a copertura di eventuali infortuni. Le borse-lavoro sono state così attivate: 5 nell’ambito dei musei e pinacoteche civiche (Matelica, Cingoli, San Severino, Recanati, Tolentino), altre 5 nell’ambito bibliotecario (Biblioteche comunali di Camerino, Civitanova, Macerata, Tolentino e Accademia Georgica di Treia), 2 nell’ambito archeologico (Parco “Urbs Salvia” di Urbisaglia e Area “Potentia” di Porto Recanati ), una nell’ambito teatrale (Arena Sferisterio di Macerata) ed una, infine, destinata al cosiddetto Distretto Culturale Evoluto presso l’Associazione Sistema Museale della Provincia di Macerata. L’Accademia ha aderito al bando: è stata assegnata la dott.ssa A.G. che è entrata in servizio il giorno 1° ottobre 2012. Nel periodo di attivazione del rapporto – ottobre 2012 / settembre 2013, la borsista ha collaborato con l’Accademia occupandosi in particolar modo della catalogazione bibliografica mediante l’utilizzo del software Sebina che consente il censimento dei libri presenti in biblioteca rendendoli fruibili attraverso l’indice del Polo Bibliotecario Maceratese collegato al Sistema Bibliotecario Nazionale. In particolare dopo un’accurata valutazione dell’ingente patrimonio librario e documentario in attesa di essere catalogato, è stato affidato alla stessa la catalogazione del fondo bibliografico di agricoltura “Giorgio Calzecchi Onesti”, recentemente donato all’Accademia di cui non si conosceva l’esatta entità.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA ESPERIENZE CULTURALI PER GIOVANI STUDENTI Alternanza Scuola-Lavoro e corsi per mini-guide Dal 2013 l’Accademia Georgica aderisce al progetto di alternanza scuola-lavoro (di cui alla legge n. 53/2003 e al decreto attuativo n. 77/2005) patrocinato dall’Ufficio Scolastico Regionale e attuato con la collaborazione della Camera di Commercio di Macerata, della Provincia di Macerata e della scuola polo provinciale ITAS di Macerata, e promosso dagli Istituti Superiori della provincia che danno agli studenti la possibilità, durante l’anno scolastico, di fare un’esperienza lavorativa di tre settimane presso enti pubblici, aziende, associazioni o università. Il progetto dà così ai giovani l’opportunità di avere un primo approccio con il mondo del lavoro e di essere indirizzati verso un orientamento futuro. E’ anche una ottima occasione per gli studenti per potersi confrontare con una nuova realtà completamente diversa da quella scolastica, in cui viene richiesto loro di riuscire a mettere in pratica le loro competenze e conseguire un’autonomia nelle mansioni a loro affidate. I giovani, frequentanti il liceo classico e lo scientifico di Macerata, che hanno prestato servizio in Accademia sono stati impegnati nel riordino dell’archivio corrente, nella trascrizione di importanti documenti storici, nella ricostruzione della banca dati dei soci che si sono succeduti nella plurisecolare storia dell’Accademia e nella catalogazione bibliografica dei testi moderni. Inoltre, negli scorsi anni sono stati organizzati corsi per miniguide dell’Accademia Georgica, progettati nell’ambito dell’attività didattica dall’Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” di Treia e dall’Accademia, e rivolto agli studenti delle prime classi della scuola secondaria di primo grado dello stesso Istituto. In un’ottica di una maggiore diffusione dei valori della cultura treiese, i ragazzi hanno frequentato per una settimana delle lezioni tenute dallo staff dell’Accademia e da specifiche figure professionali. Gli argomenti toccati hanno riguardato le origini di Treia e dell’Accademia, i personaggi fondatori dell’istituzione e le figure illustri della Città, l’araldica, la biblioteca antica e gli archivi conservati. Molto interesse ha riscosso l’attività pratica di ricerca e consultazione che ha impegnato le miniguide in ricerche di testi e documenti nelle diverse stanze della palazzina Valadier, attuate mediante l’ausilio del catalogo del polo bibliotecario maceratese e degli indici informatici degli archivi. Non per ultimo è stato approfondito il nuovo assetto organizzativo e logistico dell’Accademia, che negli ultimi anni ha visto importanti evoluzioni grazie ai sostanziali contributi di soggetti come la Fondazione Carima e l’insostituibile impegno del volontariato. L’obiettivo finale è quello di far conoscere alle giovani generazioni l’importante patrimonio culturale della loro città formando, altresì, i futuri “accademici” che avranno il compito di continuare le attività culturali e di gestione di tutto il patrimonio bibliografico e documentario del Comune affidato all’Accademia con una convenzione che risale al 1° febbraio 1870. 61
ACCADEMIA GEORGICA TREIA SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E REGIONALE L‘Accademia sin dall’anno 2006 è stata sede accreditata per il Servizio Civile Nazionale attraverso l’UNPLI nazionale (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia). Nell’anno 2006 ha aderito al progetto “Itinerari dei santi Patroni” presentato dalle Pro Loco della Provincia di Macerata per essere attuato nell’anno 2007/2008. Per questo progetto l’Accademia ha usufruito di n. 3 volontari. Nell’anno 2008 ha aderito al progetto “I Papi delle Marche: eredità storica, culturale e territoriale” presentato dalle Pro Loco della Provincia di Macerata e Ancona per essere attuato nell’anno 2010/2011. Per questo progetto l’Accademia ha usufruito di n. 3 volontari. Nell’anno 2009 ha aderito al progetto “La cultura agreste: territorio e civiltà storica nelle Provincie di Ancona e Macerata” presentato dalle Pro Loco della Provincia di Macerata e Ancona per essere attuato nell’anno 2011/2012. Per questo progetto l’Accademia non ha ottenuto nessun volontario. Nell’anno 2010 ha aderito al progetto “Dallo Stato Pontificio allo Stato Italiano: le testimonianze storico culturali e architettoniche” presentato dalle Pro Loco della Provincia di Macerata e Ancona per essere attuato nell’anno 2012/2013. Per questo progetto l’Accademia non ha ottenuto nessun volontario. Lo scopo della complessiva iniziativa è quello di promuovere, con il coinvolgimento di Enti, Associazioni, Operatori Turistici locali, Scuole, Parrocchie, Diocesi e Centri di Studi la conoscenza e la fruizione dei beni culturali, artistici e paesaggistici del territorio da parte degli abitanti e dei visitatori, turisti, studiosi. Tali attività hanno l’obiettivo di favorire l’interesse dei giovani e giovanissimi verso il proprio territorio, ma anche incrementare e fortificare il “senso di appartenenza” di ognuno verso la propria comunità prima, e quella regionale e nazionale poi. Obiettivo, questo, di fondamentale importanza perché permette al cittadino di riannodare i fili col passato e non perdere le proprie radici, la propria identità. L’iniziativa vuole potenziare l’intervento di tutela e valorizzazione della cultura e della storia locali in senso lato, con la consapevolezza che quest'azione sia mirata soprattutto verso quelle tradizioni e usi che sono a rischio di abbandono o addirittura di perdita della memoria storica. Un intervento che dà certamente un notevole impulso alla crescita socio-culturale, ma soprattutto economica del territorio. A tale riguardo tutti i volontari in Servizio Civile, hanno avuto modo di approfondire conoscenze sia con esperti dell’Ente che con professionisti esterni. Sono stati previsti, infatti, stage formativo-informativi con esperti nel campo dei Beni Culturali, per permettere l’acquisizione dei Valori e dei Saperi come previsto dalla Carta Etica (solidarietà verso gli svantaggiati, coinvolgimento e partecipazione alla vita sociale della comunità, crescita del rapporto di comunità, ecc.) e permettere la massima valorizzazione delle risorse personali di ciascuno volontario. L’Accademia ha avviato una serie di interventi volti alla messa alla sicurezza, valorizzazione, ricerca e maggiore fruizione del proprio patrimonio culturale attraverso la gestione di progetti finalizzati alla catalogazione e digitalizzazione del patrimonio bibliografico ed archivistico, dove i giovani eventualmente impiegati troveranno un valido supporto quale esperienza lavorativa nonché un’opportunità formativa nello spirito proprio del Servizio Civile. Nell’anno 2016, con Decreto n. 24/OSV del 15/09/2016 del Dirigente della P.F. Osservatorio Socio Sanitario e Servizio Civile Volontario della Regione Marche, l’Accademia è stata iscritta all’Albo Regionale Marche degli Enti di Servizio Civile alla Classe 4^, Sezione 1^A (accredito n. NZ07393), e quale sede di attuazione dei progetti (codice sede 130492) nei settori Patrimonio artistico e culturale, Educazione e Promozione culturale. A tale scopo intende partecipare ai prossimi progetti promossi dal Servizio Civile Nazionale e della Regione Marche. 62
ACCADEMIA GEORGICA TREIA ATTIVITÀ EDITORIALE COLLANA “LUIGI LANZI 2010” IN OCCASIONE DEL BICENTENARIO DELLA MORTE L’approssimarsi del Bicentenario della morte dell’illustre concittadino treiese Luigi Lanzi (1810-2010) ha visto impegnati le Amministrazione Comunali di Treia e Corridonia, l’Accademia Georgica, l’Archeoclub d’Italia “Luigi Lanzi” di Treia, il Circolo Filatelico “Corsetti”, in un progetto pluriennale ricco di iniziative ed eventi che hanno lo scopo di far conoscere alla cittadinanza la figura e l’opera di questo grande studioso che tanta fama gode a livello nazionale ed internazionale.
Nell'ambito di questo progetto è stata portata avanti una ricca attività editoriale con la pubblicazione dei seguenti testi: Volume I: Luigi Lanzi (1732-1810): lettere ai familiari: cinquantatré corrispondenze inedite dal Carteggio Lanzi della Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti di Macerata (segnatura 769.II) / Luigi Lanzi; [a cura di] David Frapiccini, Ivano Palmucci, Giuseppe Trivellini. - [Macerata]: Simple; Treia: Archeoclub d'Italia, sede "Luigi Lanzi", [2006]. - 142 p.: ill.; 24 cm. Volume II: Dal viaggio del 1783 di Luigi Lanzi "per la Marca" alla conoscenza e tutela del patrimonio artistico marchigiano: atti del 1. Convegno di studi lanziani: Treia, 2 dicembre 2006 / a cura di David Frapiccini. - Macerata: Simple; Treia: Comune di Treia, 2008. - 167 p.: ill.; 24 cm Volume III: La riflessione sulla museologia dall'età di Luigi Lanzi ai nostri giorni: atti del 3. Convegno di studi lanziani: Treia, 8 novembre 2008 / a cura di Claudio Di Benedetto. - Macerata: Simple, 2010. - 151 p.: ill.; 24 cm. ((In calce al front.: Città di Treia, Accademia Georgica - Treia, Archeo Luigi Lanzi - Treia Volume IV: L'abate Luigi Antonio Lanzi tra filologia classica e letteratura religiosa: atti del 4. Convegno di studi lanziani: Corridonia (MC), Teatro Giovan Battista Velluti, 14 novembre 2009 / a cura di Fabrizio Capanni e Anna Santucci. - Macerata: Simple, 2010. - XXVIII, 240 p., 23 p. di tav.: ill.; 24 cm Volume V: Tra le carte di Luigi Lanzi: testamento, inventari e diplomi: dal Fondo Manoscritti 769-I della Biblioteca comunale "Mozzi-Borgetti" di Macerata / David Frapiccini, Ivano Palmucci, Giuseppe Trivellini. - Macerata: Simple; Treia: Archeo Luigi Lanzi, Accademia Georgica, 2012. - XIV, 358 p.: ill.; 24 cm Volume VI: 1810-2010: *Luigi Lanzi: archeologo e storico dell'arte / a cura di Maria Elisa Micheli, Giovanna Perini Folesani, Anna Santucci. - Camerano: Empatiabooks, 2012. - XXXII, 368 p., 22 p. di tav.: ill.; 24 cm. ((In calce al front.: Comune di Treia; Comune di Corridonia; Università degli studi di Urbino Carlo Bo Luigi Lanzi e l'archeologia: atti della giornata di studi: Treia, 15 dicembre 2007 / a cura di Gianfranco Paci. - Macerata: EUM, [2008]. - 99 p.: ill.; 24 cm
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA “IL TEMPIO PEREGRINO: POEMA SACROEROICO IN VENTI CANTI” DI GIULIO ACQUATICCI: INTRODUZIONE, APPARATO CRITICO E TESTO A CURA DI DINO S. CERVIGNI (2010) L’Accademia Georgica ha patrocinato la realizzazione dell’edizione critica de “Il Tempio Peregrino” di Giulio Acquaticci, letteraro treiese del Seicento, curata dal concittadino prof. Dino S. Cervigni docente di Lingue Romanze e Letteratura Comparata presso la University of North Carolina di Chapel Hill (USA). Il Prof. Cervigni ha curato l’edizione critica (presso la casa editrice Aracne di Roma) di questo poema epico del Diciassettesimo secolo, composto di 15.000 versi, sulla pia leggenda della translatio della Santa Casa da Nazaret a Loreto. Stampato a Macerata nel 1685, il poema è modellato sulla tradizione epica in voga tra la fine del Cinquecento e durante il Seicento. Poesia religiosa motivata dalla fede nella translatio della casa di Nazaret dalla Terra Santa a Loreto, oratoria sacra degna della più illustre tradizione letteraria, Il Tempio Peregrino, Poema Sacro-Eroico, merita di essere annoverato fra i maggiori capolavori epici, religiosi e sacri della letteratura italiana. “Il Tempio Peregrino si sviluppa come celebrazione della storia, del suolo e del popolo italiano, in particolare del Piceno e in specialissimo modo della Marca maceratese ed anconetana – sostiene il prof. Cervigni – inoltre, in quanto opera poetica scritta, si offre esso stesso quale locus dove il lettore può rivisitare i luoghi sacri tramite la lettura: i luoghi sacri della Palestina, quindi, visitati nel poema da diversi pellegrini e descritti ampiamente dall’Acquaticci, ma anche i luoghi del Piceno resi sacri dalla presenza della casa di Nazaret, anche questi descritti dal poeta, come anche tanti altri luoghi di tutta l’Italia in cui si svolgono le vicende del poema”. “La Santa Casa di Nazaret diventa la Santa Casa di Loreto, e il tempio peregrino diventa il locus dove il lettore può rivisitare l’una e l’altra – continua Cervigni – epopea storica, sacra e cristiana, Il Tempio Peregrino è un capolavoro della civiltà letteraria italiana che merita di uscire una volta per sempre dall’oblio di più di tre secoli e di riapparire in veste degna dei suoi grandi meriti estetici e sacri”. IL TEATRO DI TREIA E IL SUO ARCHIVIO: DAL “CARTEGGIO FABIANO VALENTI” LA STORIA, LE CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE E STRUTTURALI, LE CURIOSITÀ E LE RAPPRESENTAZIONI DEL TEATRO COMUNALE DI TREIA (2011) La restituzione di un edificio storico all’uso della cittadinanza costituisce sempre un evento di grande rilievo culturale e sociale. Ciò è particolarmente vero quando a riappropriarsi della sua specifica funzione è il Teatro Comunale che, nel caso di Treia, ha visto il pregevole fabbricato prospiciente piazza Arcangeli riprendere l’attività nel 2002, dopo un lungo periodo di stasi imposto dagli interventi di restauro. A distanza di un decennio da quell’avvenimento, che costituisce un merito insigne dell’Amministrazione municipale, sopraggiunge un volume, frutto del lavoro di sintesi compiuto dall’accademico dott. Gabriele Cameranesi, già vice segretario del Comune di Treia e appassionato conoscitore della storia e della cultura locale che, con un certosino lavoro di vaglio delle notizie e di organizzazione espositiva in forma piana ed elegante delle stesse, ha svolto una breve presentazione del Teatro Comunale, tracciandone la storia, le 64
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caratteristiche architettoniche, raccontando la fase del recente restauro, durante la quale è avvenuto il passaggio di proprietà dai condomini al Comune, e la ripresa della fiorente attività fino ai giorni nostri. Nel testo non mancano riferimenti specifici ad alcune curiosità che si possono rinvenire nei carteggi. Nel lavoro l’autore ha inteso seguire un filone storico-sociale per far conoscere la storia di Treia non scritta: tra le “carte del teatro” si rinviene la storia degli ultimi due secoli, quella storia “anonima”, che non contiene date di eventi che hanno cambiato la “vita” di Treia, ma, tuttavia, ci descrive indirettamente la società treiese di quel periodo storico. Un autentico tesoro che, se ben letto ed interpretato, costituisce un punto di riferimento indispensabile per comprendere le stesse origini dell’attuale comunità ma costituisce, soprattutto, un imperituro atto di amore della società treiese nei confronti di una sua imprescindibile appendice, quale è stata ed attualmente è il Teatro cittadino. SULLE TRACCE DI NAZARENO STRAMPELLI DI SERGIO SALVI (2013) Il Magistrato Accademico ha ritenuto opportuno avviare le attività culturali che interessano il mondo della scienza agricola con un evento preparatorio al centocinquantesimo della nascita del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli che si terrà nel 2016: uno stretto legame nel tempo quello tra l’Accademia e Nazareno Strampelli, che è nato a Crispiero di Castelraimondo (MC) il 29 maggio 1866 ed è morto a Roma il 23 gennaio 1942, ed è stato uno dei più importanti esperti italiani di genetica del tempo e il precursore della Rivoluzione Verde. L’approssimarsi del 150° anniversario della nascita di Nazareno Strampelli, agronomo, genetista, senatore italiano e precursore della “rivoluzione verde” merita di essere opportunamente preparato e celebrato. L’Accademia Georgica di Treia ha ritenuto doveroso portare all’attenzione di un più vasto pubblico la figura e l’opera di questo illustre conterraneo, protagonista indiscusso del progresso conseguito dalla cerealicoltura nel nostro Paese agli inizi del Novecento. Con questa iniziativa l’Accademia Georgica stabilisce una proficua collaborazione, di cui è profondamente grata, con l’Azienda Agroservice S.p.A. di San Severino Marche, la quale svolge attività di ricerca, sperimentazione e moltiplicazione di sementi per l'agricoltura. È proprio dalla condivisione di intenti che scaturisce la pubblicazione odierna che, nel ricordare un geniale scienziato, lo presenta anche quale esempio per i nostri giovani. Il testo, opera del dott. Sergio Salvi, concittadino di Nazareno Strampelli, col suo attento e appassionato lavoro ci offre una felice occasione di arricchimento culturale: si tratta di uno studio effettuato passando in rassegna i principali periodici di agricoltura pubblicati in Italia nel periodo in cui l’agronomo genetista Nazareno Strampelli (Castelraimondo, 1866 - Roma, 1942) fu professionalmente attivo (1895-1940). Lo scopo era quello di recuperare scritti “dimenticati” di Nazareno Strampelli e articoli di altri ricercatori, suoi contemporanei, che riportassero la descrizione di osservazioni, scoperte e ricerche scientifiche inedite attribuite allo scienziato marchigiano. Oltre ai periodici esaminati nell’arco di tempo indicato, sono stati consultati anche altri materiali (periodici, monografie, libri), reperiti in maniera occasionale, anch’essi contenenti riferimenti ad argomenti scien65
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tifici trattati da Nazareno Strampelli e rimasti sconosciuti o in penombra. Grazie alle informazioni così recuperate è stato possibile definire alcuni aspetti - taluni del tutto ignoti, altri scarsamente conosciuti della variegata attività scientifica di Strampelli, che non fu limitata unicamente al miglioramento genetico dei cereali. Una parte dell’opera è dedicata agli scritti “tecnico-propagandistici”, anch’essi rimasti finora dimenticati, pubblicati dallo scienziato negli ultimi anni di vita. Il libro si chiude con una completa bibliografia strampelliana ragionata, corredata da numerose note analitiche. ADOTTA UN COMBATTENTE DELLA GRANDE GUERRA (2015) Celebrazioni della Città di Treia per il Centenario della prima guerra mondiale L’Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” di Treia, in stretta collaborazione con il Comune di Treia, l’Accademia Georgica e il Foto Cine Club “Il Mulino”, nel rispetto delle direttive emanate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Prefettura della Provincia di Macerata, ha commemorato i cento anni dalla prima guerra mondiale con un progetto biennale dal titolo Adotta un combattente della Grande Guerra. Lo scopo è stato quello di avvicinare gli studenti a un evento che ha lasciato segni evidenti anche sul nostro territorio, riscoprendone tracce e memorie a partire da quelle familiari, invitandoli altresì a riscoprire i combattenti, i caduti e i decorati della Città di Treia. Una preziosa occasione per far conoscere alle nuove generazioni momenti storici di grande rilevanza, di cui la scuola ha il dovere di custodire la memoria. Tale custodia contribuisce alla consapevolezza del presente e si oppone ai rischi dell’oblio e dell’indifferenza. Treia ha annoverato fra i suoi concittadini combattenti a cui è stato riconosciuto il valore militare. La ricerca di testimonianze ancora vive nella memoria collettiva ha consentito di scoprire come il coinvolgimento fosse stato generale e custodito attraverso i segni più piccoli (foto, cartoline, lettere). La complessiva iniziativa, promossa dall’Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” è stata realizzata in stretta collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Treia, l’Accademia Georgica e il FotoCineClub “Il Mulino”, ed è stata altresì accreditata quale progetto rientrante nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale – che ha concesso l’autorizzazione a fregiarsi del logo ufficiale. Inoltre ha ricevuto il patrocino della Prefettura di Macerata e il sostegno delle sezioni provinciali di Macerata dell’Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra e Fondazione, dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare. Per significare la complessiva iniziativa i promotori hanno deciso di dare alle stampe una pubblicazione consuntiva dell’attività realizzata. La stessa è stata presentata in una data evocativa: nell’ambito del Giorno dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate del IV Novembre 2015, anniversario che commemora quando nel 1918 il generale Armando Diaz promulgò il Bollettino della Vittoria italiana nel primo conflitto mondiale. La pubblicazione può essere consultata elettronicamente, anche tramite smartphone, sul sito internet dell’Accademia Georgica.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’UOMO CHE VOLEVA NUTRIRE IL MONDO: I PRIMI 150 ANNI DI NAZARENO STRAMPELLI (2016) Il presente progetto editoriale di valenza storico scientifica e biografica vuole approfondire l’opera del nostro scienziato agronomo e genetista Nazareno Strampelli, maceratese di nascita ma importante cittadino di diversi continenti perché con i suoi studi e ricerche ha sostanzialmente contribuito a ridurre la “fame nel modo” un aspetto attualissimo adottato altresì dall’evento mondiale di Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Questa pubblicazione è altresì inserita nel programma più vasto di seguito descritto, che vede impegnati soggetti pubblici e privati a livello nazionale che hanno interesse alla valorizzazione di questo nostro conterraneo, finalizzato a celebrare il 150° Anniversario della nascita di Nazareno Strampelli.La Pubblicazione curata dal Dott. Sergio Salvi, biografo e cultore dell’opera di Nazareno Strampelli, sarà edito da questa Accademia Georgica. La Pubblicazione verrà distribuita gratuitamente a tutte le biblioteche interessate, locali e nazionali, e nell’ambito di iniziative aperte al pubblico (presentazioni, convegni, seminari, ecc.) che si terranno nell’arco del 2016; ciò al fine di divulgare l’opera di questo nostro scienziato marchigiano. Il volume ripercorre la storia di Nazareno Strampelli attraverso una ricostruzione delle fasi salienti della sua vita e della sua opera scientifica. Detta ricostruzione è basata in larga parte sull’esito di otto anni di ricerche svolte dall’autore compiendo approfondimenti di natura biografica, storica e scientifica e ponendo in evidenza numerosi aspetti inediti o poco conosciuti dello scienziato e della sua vasta opera. Il libro, dopo aver sottolineato l’impatto avuto dagli studi e dalle innovazioni realizzate da Strampelli sulla moderna granicoltura e sulla ricerca agraria in genere, si chiude con uno sguardo al futuro della ricerca agroalimentare e all’auspicata “nuova rivoluzione verde” agricola. Libro composto da 96 facciate più copertina, f.to cm. 13x20, interno stampa ad 1 colore in b/v su carta usomano Fabriano da gr. 100, copertina stampata in quadricromia in bianca su carta patinata opaca da gr. 300 più plastificazione lucida in bianca, confezione a filo refe. Il testo sarà munito di codice ISBN - International Standard Book Number - che identifica a livello internazionale in modo univoco e duraturo il titolo dell’editore Accademia Georgica. La tiratura dello stesso sarà di n. 1.000 copie ed è stata realizzata con il contributo della Regione Marche - P.F. Cultura. DONNE PROTAGONISTE DEL MIGLIORAMENTO GENETICO VEGETALE: CARLOTTA PARISANI STRAMPELLI Atti del Convegno di Studi (2017) Molti sono i motivi che hanno indotto l’Accademia Georgica di Treia a promuovere un convegno di studio sulla figura di Carlotta Parisani Strampelli. Che si tratti di motivi validi lo dimostrano le adesioni ricevute e per le quali l’Accademia è grata. Il convegno si è svolto nella mattinata di venerdì 21 novembre 2014 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Macerata – organizzato da questa Accademia con il patrocinio della stessa Università, dei Comitati per le Pari Opportunità della Regione Marche e della Provincia di Macerata, dei Comuni di Castelraimondo e Treia, dell’Accademia Agraria di Pesaro, e in stretta collaborazione con la Commissione Tecnico-Operativa "Nazareno Strampelli 2016" con l’obiettivo di 67
ACCADEMIA GEORGICA TREIA celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli – l’Accademia Georgica ha inteso significare l’evento con la realizzazione di una pubblicazione che raccoglie i vari interventi e che possa costituire un significativo contributo volto alla valorizzazione dell’illustre scienziato maceratese e della sua consorte Carlotta in un momento organizzato nell’ambito della serie di eventi volti a celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli nel 150° anniversario della nascita avvenuto nell’anno 2016. Argomentazioni profonde hanno ispirato e animato l’incontro scientifico. I migliori studi dedicati ai caratteri dell’agricoltura tra fine Otto e metà Novecento concordemente mettono in luce il ruolo svolto dalle donne. Un ruolo cardine, espresso con un lavoro costante e sommesso, resosi particolarmente evidente nei periodi di assenza della componente maschile, come durante i conflitti mondiali o nei periodi di emigrazione temporanea. Ancor più vale per le Marche e le aree mezzadrili in genere, dove quel ruolo non si è indebolito nei decenni di abbandono dell’occupazione in agricoltura a vantaggio del sistema industriale diffuso, quando ha fatto il suo esordio una figura nuova, quella del metalmezzadro. Proprio questa figura ibrida, associata allo sfasamento tra esodo agricolo ed esodo rurale, messa in relazione con una tenuta territoriale che non ha conosciuto marcate fratture, ha contribuito a velare e svelare una situazione poco visibile anche attraverso le rilevazioni ISTAT, ossia la larga partecipazione della manodopera femminile all’agricoltura degli anni Sessanta-Settanta che i criteri di rilevamento censuari, per il loro specifico di allora, hanno in gran parte ricondotto alla categoria “inattiva” delle casalinghe. Si aggiunga che la transizione tra Otto e Novecento è stata particolarmente ostica anche verso le donne interessate allo studio e alla ricerca. L’inizio del XX secolo enumera meno di una decina di donne incardinate nelle Università italiane; il numero sale a 45 alla vigilia della Grande Guerra ma occorre sottolineare che la funzione preponderante attribuita alle donne fu quella di assistente, mentre scarsi risultano gli incarichi di docenza. La figura di Carlotta Parisani è dunque espressiva di un coagulo di istanze, per essersi dedicata all’agricoltura e all’applicazione della ricerca scientifica contemporaneamente, al lavoro manuale embricato alla conoscenza intellettuale, e di averlo fatto, pur in posizione defilata, uscendo dal chiuso dell’abitazione e andando oltre la dimensione del privato. Se infatti privato è il rapporto con Nazareno Strampelli, suo marito, ampiamente riconosciuto è il ruolo che Ella ebbe nel sostenerlo al momento del difficile avvio, a Rieti, di una benché embrionale struttura laboratoriale pubblica, come pure nell’attività svolta nei campi sperimentali ottenuti da Nazareno a Setteponti, rimanendo per ore curva sotto il sole per praticare l’ibridazione. Con consapevolezza e sapiente tecnica Carlotta condusse l’impollinazione artificiale dei grani che il coniuge andava selezionando. Il noto genetista volle tributarle il giusto merito dedicandole alcune delle specie ibridate che gli procurarono i più alti riconoscimenti.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA ATTIVITÀ CONVEGNISTICA LUIGI LANZI, L’ARTE DI ESSERE TREIESI: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA RIFLESSIONE SULLA MUSEOLOGIA DELL’ETÀ DI LUIGI LANZI AD OGGI” Si è conclusa con una ricca partecipazione di pubblico la giornata dedicata alla celebrazione dell’illustre cittadino treiese Luigi Lanzi, il quale, nato nel 1732 nell’allora Montecchio nella suggestiva via che oggi porta il suo nome, oggi è considerato patrimonio dell’umanità. Il 16 marzo 2012 l’Accademia Georgica e la Città di Treia in collaborazione con i locali Istituto Comprensivo “Egisto Paladini” e Archeo “Luigi Lanzi”, e con il patrocinio della Provincia di Macerata, hanno organizzato delle interessanti manifestazioni di carattere culturale inquadrate nelle celebrazioni per il bicentenario della morte avvenuta nel 1810. La prima parte delle attività, svoltesi nella mattinanata presso il Teatro Comunale della città treiese, ha visto la partecipazione del prof. Claudio Di Benedetto – direttore della biblioteca degli Uffizi di Firenze – che ha interagito con gli studenti delle classi medie dell’Istituto, i quali hanno dato voce a Luigi Lanzi presentando i lavori multimediali elaborati per l’occasione delle celebrazioni lanziane sotto il coordinamento della prof.ssa Maria Petrella, insegnante dell’istituto, e del prof. David Frapiccini, docente dell'Università La Sapienza di Roma. L’intervento di Di Benedetto ha riguardato la modernità dell’opera del Lanzi ed ha ripercorso alcune tappe fondamentali della vita dell’abate in terra fiorentina dove fu nominato antiquario degli Uffizi grazie alle sue capacità, per l’erudizione e il talento: furono gli anni in cui espresse di più la sua modernità. Al termine il direttore della prestigiosa biblioteca fiorentina ha colto l’occasione per esprimere parole di ammirazione per un’altra grande treiese: Dolores Prato, la scrittrice che ha espresso l’anima delle colline e dei colori del luogo come nessun’altro avrebbe potuto meglio fare. Anche il prof. Carlo Pongetti, presidente dell’Accademia Georgica, per il futuro ha lanciato l’idea di riscoprire i luoghi e le suggestioni della città attraverso gli occhi di Dolores Prato: un’altra delle attività sulle quali lavorare unendo scrittura, arte, sviluppo della città, caratteri urbani, nonché caratteri e stratificazioni sociali. Sulla stessa linea d’onda anche la dirigente scolastica dell’istituto, prof.ssa Laura Vecchioli, e il Sindaco di Treia, Luigi Santalucia, che ha espresso lo strategico valore delle tradizioni e dei grandi volti treiesi del passato in momenti di difficoltà economica come questo: “sono tesori che nessuna crisi potrà toglierci”. Nel pomeriggio a Macerata, presso la sala Giovannetti della Provincia di Macerata, si è tenuta la presentazione del libro “La riflessione sulla museologia dell’età di Luigi Lanzi ad oggi”, realizzato a cura dello stesso prof. Di Benedetto. Il testo rappresenta il 3° anello della collana di un ambizioso progetto, non solo editoriale, realizzato attraverso il comitato “Luigi Lanzi 2010”, nato dalla base di associazioni culturali della città treiese, dal rapporto tra i Comuni di Corridonia e Treia, e dal contributo di parte del mondo accademico maceratese. Ad aprire la cerimonia è stato l’assessore provinciale alla cultura Massimiliano Sport Bianchini che ha sottolineato, oltre alla notevole produzione culturale che c’è nella città di Treia, l’importanza di strutturare i sistemi museali inserendoli in percorsi che valorizzano la 69
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specificità del territorio. A seguire la dott.ssa Costanza Costanzi, dirigente del settore musei e attività espositive della città di Ancona, ha affrontato il tema della museologia attraverso gli sviluppi del collezionismo marchigiano fino ad oggi. Il testo fornisce nuove luci sugli esordi di Lanzi “reale antiquario” degli Uffizi, ossia catalogatore e allestitore di opere destinate alla conservazione, allo studio e alla fruizione, investigando anche l’attualità e la continuità di tale impegno. La scrupolosa analisi affronta anche la realtà museale contemporanea illustrando cosa voglia dire oggi farsi carico a nome della collettività del “luogo in cui una comunità viene a conoscere se stessa, ad interpretarsi attraverso i prodotti residui dell’antichità e le fughe in avanti della contemporaneità”. "LA GRANDE TELA DEL 1673 DI AGOSTINO BONISOLI NELLA PINACOTECA COMUNALE DI TREIA" STUDIO SUGLI ASPETTI STORICI, ICONOGRAFICI E OPLOLOGICI Una misura fuori del comune, un singolare ed insolito extra-large, cioè cm. 415 x 588, circa 25 mq, è il dipinto esposto nella Pinacoteca civica di Treia, in cui il cremonese Agostino Bonisoli nel 1673 rappresentò il martirio dei primi evangelizzatori francescani uccisi in Marocco dal sultano Miramolino nel 1220. Berardo, Otone, Pietro, Accursio e Adiuto, inviati da S. Francesco ad evangelizzare le terre dei Saraceni, predicarono con coraggio e determinazione la fede cristiana senza timore di minacce e torture, fino al sacrificio della propria vita. Nella tela con una mirabile composizione scenografica, il pittore illustra il fatto, evidenziandone i tre momenti salienti: la predicazione in primo piano, mentre in prospettiva la cattura ed il martirio. Di Agostino Bonisoli (1637?-1707), originario di Cremona, abbiamo scarse informazioni e solo in questi ultimi anni si sta concentrando su di lui l’interesse degli studiosi. L’esperta Mariella Morandi evidenzia che «nel panorama artistico del Seicento cremonese,caratterizzato da un certo ristagno culturale dal quale emergono solo poche personalità di rilievo, il nome di Agostino Bonisoli occupa un posto non secondario. Presenza più nota che conosciuta la sua, però, visto l’ampio spazio dedicatogli nelle fonti settecentesche ed il silenzio che invece lo ha circondato in tempi più recenti». Figlio di Giovanni Battista, a sua volta pittore e decoratore di carrozze, iniziò la sua attività prima nella bottega di Giovanni Battista Tortiroli (1601-1651), poi passò in quella del maestro Luigi Miradori (1605-1656), noto come il Genovesino ed esponente della pittura lombarda, ed infine frequentò Jacopo Ferrari. Personalità schiva, rifiutò l’occasione di frequentare la corte di Vienna e quella di Mantova, concentrando la sua attività nell’ambiente di origine, dove diede vita anche ad un’Accademia del disegno basata sullo studio del vero. Il dipinto treiese, finalizzato ad esaltare lo spirito missionario dell’Ordine, faceva parte di una trilogia a soggetto francescano, è l’unico rimasto, mentre le altre due opere, “Il miracolo di S. Chiara” e “Ezzelino da Romano a colloquio con Sant’Antonio da Padova” sono andate perdute, come non sono più note una Annunciazione e una Santa Maddalena inviate al re di Spagna. Le cronache sciolgono anche l’interrogativo di come il dipinto sia giunto a 70
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Treia e ci dicono che ciò fu dovuto ai buoni uffici del frate treiese padre Cipollari che, trovandosi nel 1793 a Cremona per un ciclo di predicazione, acquistò l’imponente quadro per donarlo alla chiesa di S. Francesco della sua città, da poco rinnovata. Esposto nella sacrestia del Convento del SS. Crocifisso di Treia, di recente è stato restaurato e collocato nella Pinacoteca comunale. La giornata di studio che si è tenuta sabato 16 novembre 2013 nella Sala consiliare di Treia con lo scopo di far conoscere e valorizzare il dipinto e l’autore, evidenziando aspetti storici, iconografici ed oplologici. Proposto ed organizzato dall’Accademia Georgica in collaborazione con il FAI Delegazione di Macerata e patrocinato dalla Città di Treia e dalla Comunità francescana del Convento del SS. Crocifisso di Treia, l’incontro ha visto la presenza di un team di studiosi i quali hanno esposto i risultati delle loro ricerche: padre Pietro Messa, preside della Scuola di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma, ha evidenziato il contesto storico del martirio dei primi frati Minori, il dott. Giuseppe Cassio, conservatore dei Beni Culturali, si è soffermato sugli aspetti iconografici del dipinto, proponendo anche ipotesi interpretative, mentre l’avv. Paolo Pinti, esperto di armi antiche, ha analizzato le armi presenti nel dipinto, definendone natura, caratteristiche ed utilizzo. Il prof. Gabriele Barucca della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche ha coordinato i lavori. “LA COSTRUZIONE PRATICA E L’ARCHITETTURA RURALE" PRESENTAZIONE DEL COMPENDIO DELLE LEZIONI DEL PROF. GUGLIELMO CALDERINI Sabato 21 giugno 2014 alle 16:30, presso la Sala Consiliare del Comune di Treia, è stato presentato il volume "La Costruzione Pratica e l'Architettura Rurale. Compendio delle lezioni date nella Regia Università di Pisa dal Prof. Guglielmo Calderini, uno dei principali esponenti dell'architettura "eclettica" tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Anno Accademico 1885-86", realizzato a cura di Paolo Belardi e Massimo Mariani, edito da “Il Formichiere”. L’evento, promosso dall’Accademia Georgica e patrocinato da Comune di Treia, Università degli Studi di Perugia e dall’editore Il Formichiere, ha visto l’intervento del Prof. Fabio Mariano dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona e del Prof. Fabio Bettoni della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria. I lavori sono stati coordinati dalla Prof.ssa Alessandra Fermani dell’Università degli Studi di Macerata; presenti i curatori del volume Paolo Belardi e Massimo Mariani. Il volume "La costruzione pratica e l'architettura rurale” contiene la ristampa del compendio: il manuale riproduce fedelmente 600 fogli manoscritti dall’architetto recentemente ritrovati, tra cui 55 tavole grafiche con 175 disegni.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA PRESENTAZIONE DEL VOLUME “NICOTIANA TABACUM. LA PRODUZIONE DI TABACCO NELLE MARCHE DEL XX SECOLO: IL CASO DEI MASTROCOLA DI LORO PICENO” EDITO DALLA FONDAZIONE MASTROCOLA CON IL PATROCINIO DALL’ACCADEMIA Il 7 dicembre 2014 alle ore 18:00, presso Palazzo Mastrocola a Loro Piceno, è stato presentato il volume che nasce su proposta del dr. Pio Cartechini, presidente del Centro Studi Storici Maceratesi, e dalla penna degli architetti Giacomo Alimenti e Stefano Pasquali, autori della pubblicazione con il patrocinio dell’Accademia Georgica ed altri soggetti pubblici e privati. Lo studio, finanziato e pubblicato dalla Fondazione Mastrocola, in coedizione col Centro Studi, ripercorre innanzi tutto il diffondersi del tabacco in Europa all’indomani della sua scoperta nel Nuovo Mondo, fatta dagli Spagnoli, quindi in Italia, dapprima negli Stati preunitari – con particolare riferimento allo Stato Pontificio – poi nel Regno fino ai nostri giorni, comprese nelle Marche e nella Provincia di Macerata, approfondendo nello specifico le vicende del "F.111 Mastrocola" di Loro Piceno. I CEREALI MINORI DELLA BIODIVERSITÀ AGRARIA NELLA DIETA MEDITERRANEA L’orzo, la segale, il frumento, le antiche varietà di granoturco o granturco il grano saraceno, in passato anche nel territorio collinare e montano della nostra provincia hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’alimentazione umana, garantendo contestualmente la gestione del territorio. Dopo gli anni Cinquanta, la coltivazione dei cereali minori è progressivamente calata, lasciando spazio a colture più remunerative; l'industria e le moderne tecniche di agricoltura hanno successivamente imposto una selezione naturale a vantaggio delle varietà a più alto rendimento, capaci di tollerare situazioni climatiche estreme. Quindi, fino a non molto tempo fa, questi cereali secondari o minori non sono stati presi in considerazione dalla massa dei consumatori, orientati altresì verso un’alimentazione più ricca di proteine animali o di cerali di nuova generazione costituiti prevalentemente da amidi e più poveri di molti principi nutritivi (proteine, grassi, sali minerali e fibre vegetali). Oggi invece i cereali minori stanno godendo di un successo commerciale non indifferente, dovuto alla sensibilizzazione dei consumatori verso i prodotti naturali e integrali con la riscoperta dei sapori genuini di una volta. L’industria sta rispondendo a questa crescente domanda riscoprendo a sua volta gli antichi gusti “perduti”. Infatti, sul mercato viene proposta una gamma sempre più ampia di prodotti a base di uno o più cereali minori.
L’Accademia Georgica di Treia, che tra il XIX e il XX secolo ha intrapreso lo studio in maniera scientifica delle problematiche legate alle produzioni agrarie e alla corretta gestione del territorio, dopo aver messo in sicurezza mediante anche procedure informatiche il proprio patrimonio archivistico e bibliotecario, 72
ACCADEMIA GEORGICA TREIA ha avviato un’attività convegnistica in sulle tematiche legate al sistema agroalimentare rivalutando, unitamente ad altri soggetti pubblici e privati, la figura del grande genetista della nostra terra Nazareno Strampelli che ha impegnato la sua esistenza nella costituzione di varietà di cerali che ancora oggi dominano il mercato di nicchia dell’alimentazione umana.
Il convegno organizzato dall’Accademia, sostenuto dalla Banca di Filottrano - Credito Cooperativo di Filottrano e di Camerano e organizzato con il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Macerata, dell’Unione Montana “Alte valli del Potenza e dell’Esino”, della Città di Treia, della Camera di Commercio di Macerata, dell’ASSAM di Osimo, della Coldiretti di Macerata e del GAL Sibilla di Camerino, si è svolto lo scorso sabato 21 novembre 2015 presso la Sala Consiliare del Comune di Treia. Dopo l’introduzione del Sindaco della Città di Treia Franco Capponi, hanno portato il saluto agli intervenuti la Vice Presidente e Assessore all’Agricoltura della Regione Marche Anna Casini, Mariano Severini per la Banca di Filottrano - Credito Cooperativo di Filottrano e di Camerano, la Vice Presidente della Provincia di Macerata Paola Mariani, il delegato della Camera di Commercio di Macerata Giordano Nasini, il Presidente della Federazione Provinciale Coldiretti di Macerata Francesco Fucili e il rappresentate del GAL Sibilla Andrea Passacantado.
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I lavori sono entrati nel vivo con il preambolo del Presidente dell’Accademia Georgica di Treia Carlo Pongetti che ha anche coordinato il convegno. Subito dopo la dott.ssa Ambra Micheletti dell’ASSAM di Osimo ha illustrato il progetto sulla biodiversità agraria delle Marche previsto dalla Legge Regionale n. 12/2013. A seguire il prof. Natale Giuseppe Frega e il prof. Roberto Papa del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche hanno approfondito rispettivamente il tema dei cereali minori nella dieta mediterranea e quello della diversità genetica dei cereali per un’agricoltura sostenibile in uno scenario di cambiamenti climatici. Infine, la prof.ssa Gianna Ferretti, della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche ha chiuso il ricco programma illustrando le qualità nutrizionali dell’orzo e dei prodotti derivati. L’evento ha voluto altresì sottolineare l’importanza di queste specie, definite minori, nel contribuire a valorizzare la biodiversità vegetale e animale e la dieta mediterranea, quest’ultima inclusa nel 2010 dall’UNESCO quale Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità. INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO UNASA 2017 Il 18 maggio 2017 l’Accademia Georgica e l’Università degli Studi di Macerata hanno ospitato l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2017 dell’UNASA – Unione Nazionale delle Accademie italiane per le scienze applicate allo sviluppo dell’agricoltura, alla sicurezza alimentare e alla tutela ambientale. Il tema ha riguardato il ruolo delle Accademie, dell'Università e della loro interazione quale motore di conoscenza, sviluppo di tecnologie avanzate e produzione di beni e servizi per il progresso della nostra Società. Si tratta di un argomento di ampio respiro e che sarà centrale nel prossimo futuro per la vita attiva delle Accademie e Società scientifiche.
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Il ricco programma si è articolato in due giornate iniziando mercoledì 17 maggio a Treia dove sono state presentate le due accademie agrarie marchigiane, quelle di Treia e Pesaro, introdotte prof. Carlo Pongetti presidente della Georgica e dal prof. Rodolfo Santilocchi, vice presidente di quella pesarese. Giovedì 19 maggio, a Macerata presso l’Auditorium Banca Marche, si è svolta la cerimonia inaugurale con il Prof. Pongetti che ha portato altresì i saluti del Prof Adornato Magnifico rettore dell’Università di Macerata che ha ospitato l’evento. A seguire la relazione del Prof. Michele Stanca, presidente dell’UNASA, ha fatto il punto sulla situazione delle Accademie agrarie italiane. Il Dott. Aldo Longo consigliere principale della Commissione Europea per l’innovazione, digitalizzazione e dell’economia circolare ha tenuto la Lectio Magistralis su "L'agricoltura europea al centro delle sfide globali: percorrere le strade della digitalizzazione e dell'economia circolare". L’intervento di Aldo Longo ha descritto gli scenari futuri e le relative soluzioni tra presente e futuro della PAC. In particolare riferendosi al momento attuale dove l'agricoltura europea è chiamata a rispondere a sfide planetarie il cui impatto è già accuratamente analizzato e quantificato. La ricerca di modelli imprenditoriali più produttivi e soprattutto più sostenibili ha aperto la strada a una trasformazione epocale dei sistemi agricoli e agroalimentari. La rivoluzione digitale e lo sviluppo sempre più ampio e marcato dell'economia circolare sono fenomeni promettenti e suscitano le aspettative delle imprese e delle zone rurali.
Numerosa la presenza di presidenti di altre accademia Agrarie, tra l’altro esperti massimi a livello nazionale di problematiche agricole tra cui il Prof Franco Scaramuzzi, illustre personaggio dell’agricoltura italiana e storico presidente della prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze. Protagonisti dell’evento anche i giovani ricercatori italiani vincitori del premio UNASA 2017 grazie alla pubblicazione dei loro lavori di ricerca in “Botanica e biodiversità delle piante agrarie forestali” sulle riviste internazionali.
CONVEGNO LA SACRA SINDONE DI TORINO Venerdì 15 settembre 2017, presso la chiesa di San Filippo a Treia, in un vivace dibattito tra scienza e fede, si è tenuto un interessante convegno sulla Sacra Sindone. Promosso dall’Accademia Georgica – istituzione che sin dalla sua costituzione nell’età della ragione ha sempre sostento l’innovazione tecnologica e sociale promuovendo studi, ricerche, sperimentazioni ed innovazioni – in stretta collaborazione con l’Amministrazione comunale di Treia, la Parrocchia della S.S. Annunziata e il Santuario del SS.Crocifisso di Treia, l’evento ha avuto un deciso riscontro tra il pubblico che ha assistito con curiosità alle trattazioni ponendo interessanti domande al termine.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA In particolare è stato fatto il punto sullo stato dell’arte della ricerca scientifica e presentato lo studio Studio di fattibilità per l'investigazione mediante tecniche neutroniche sulla Sacra Sindone di Torino, realizzato dall’Ing. Massimo Rogante, socio della Georgica e Membro del Comitato Scientifico del Centro Internazionale di Sindonologia. Il Convegno ha avuto l’onore di ospitare il Prof. Gian Maria Zaccone con l’intervento "La Sindone: una storia di pietà e devozione”. Docente del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum e direttore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, è l’iniziatore di una nuova corrente di studi storici sulla Sindone che si occupa di ricostruire, attraverso le testimonianze documentali, il valore e il significato che la Sindone ha avuto per uomini e comunità nei diversi contesti storici, sociali e culturali attraversati. Come da tradizione nei convegni organizzati dall’Accademia i lavori, coordinati dal Prof. Carlo Pongetti – Presidente dell’Accademia e direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Macerata – sono stati aperti dai saluti delle autorità che non costituiscono dei semplici saluti formali ma hanno posto questioni importanti sottolineando l’aspetto scientifico e il riferimento alla fede in una dimensione trascendentale tra storia, pietà e devozione. Il Sindaco della Città di Treia, Fanco Capponi, ha definito l’evento di grande valore culturale su un tema particolarmente dibattuto sia nel mondo cattolico che in quello laico, testimonianza del valore storico e scientifico della tradizione cristiana. La riflessione è poi proseguita ricordando il grande stupore e la grande partecipazione della comunità di Treia all’ostensione della Sindone del 2015, un lenzuolo che con la sua semplicità richiama il cuore puro del cristo crocifisso contro ogni sfarzo e ostentazione di ricchezza: un patrimonio dal grande valore di identità. Padre Ferdinando Campana, Ministro provinciale dei Frati Minori delle Marche, ha tenuto ad evidenziare che il tema della croce e della passione è strettamente legato alla Città di Treia attraverso il SS. Crocifisso, l’icona dell’omonimo Santuario risalente almeno dall’inzio del ‘500. Le ferite del terremoto hanno reso ancora più forte il desiderio di conoscere e approfondire le origini di ques’opera d’arte e di fede, ma anche di tenere viva la memoria della croce e della passione del Signore. Una vicenda che ha attraversato la storia italiana ed europea: la rappresentazione della croce ha avuto una forza ed espressività davvero particolare.
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A seguire Don Gabriele Crucianelli, Vicario della Zona Pastorale di Treia e Parroco della Parrocchia della Concattedrale SS. Annunziata, in rappresentanza del Vescovo di Macerata S.E. Mons. Nazzareno Marconi, è intervenuto sul rapporto tra fede, scienza e cultura ponendo l’accento sull’Accademia Georgica che è nata proprio perché la fede entrasse in dialogo con la scienza, la storia e la ragione. Hanno trasmesso inoltre i saluti ai relatori e ai presenti anche Monsignor Fabio Dal Cin, Arcivescovo Prelato di Loreto, e il Card. Angelo Comastri. Entrando nel vivo dei lavori, il Dr. Ing. Massimo Rogante ha presentato la rassegna delle varie indagini scientifiche che negli anni scorsi hanno caratterizzato l’indagine sulla Sindone traendone svariate considerazioni di diverse tipologie: a partire dal 1978 sono state svolte diverse indagini (chimiche, spettroscopiche e forensi, nonché analisi dettagliate della possibile risoluzione dei vari problemi di conservazione) ed è stato confermato che l'immagine del corpo della Sindone non è un dipinto, come dimostrato da note ricerche chimiche e fisiche. In particolare la datazione radiometrica mediante Carbonio-14 effettuata nel 1988 ha datato il tessuto sindonico tra l’anno 1260 e il 1390 ma lo studio non ha prestato la minima attenzione a diversi fattori (evidenziate da illustri relazione scientifiche) che potrebbero aver influenzato il contenuto delle analisi. Pertanto la ricerca rimane aperta ed oggi non vi sono elementi scientifici definitivi né per giungere all’epoca di Cristo, né per considerare chiusa la questione con altre datazioni. Il contributo di Rogante è stato quello di preparare uno studio di fattibilità con delle basi importanti, in quanto esso non è rappresentato solo da delle previsioni di fattibilità di analisi sul tessuto sindonico, ma si basa anche su risultati preliminari che sono stati ottenuti investigando tessuti antichi di lino provenienti dal Museo Egizio di Torino e dal Museo Civico Archeologico di Bologna, attraverso tecniche neutroniche. Tali esperimenti sono stati effettuati presso il reattore nucleare di Budapest in collaborazione con il Prof. Lazlo Rosta direttore del Centro. Lo studio di fattibilità sul tessuto sindonico ha preso in considerazione principalmente due tecniche neutroniche: la Diffusione neutronica a piccoli angoli (DNPA) – in grado di sondare la struttura atomica delle fibre di lino a livello di nano-scala e l'ordine magnetico (se presente) in condizioni diverse fornendo informazioni sulla morfologia del materiale – e la Diffrazione Neutronica (DN) – in grado di studiare le proprietà strutturali delle fibre di lino, fornendo informazioni sulla struttura cristallina e magnetica e sulla composizione di fase delle micro-tensioni (la microstruttura è normalmente associata alle proprietà del materiale e al processo di fabbricazione).
I risultati preliminari illustrano indicazioni acquisibili nel caso d'impiego di tali tecniche sulla Sindone di Torino. Le investigazioni su altri campioni antichi hanno evidenziano caratteristiche nano-strutturali assai diverse rispetto ai campioni moderni. Il lino antico risulta composto da fibre che ne dimostrano il lento degrado causato dalla formazione di difetti: una nano-struttura più densa ottenuta per degradazione d'in77
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vecchiamento dovuta a difetti a livello molecolare con restringimento dei pori. Per i lini moderni si rileva invece una nano-struttura dai filamenti sottili, abbastanza porosa in massa. E’ evidente quindi che la trasformazione da una densità minore tipica del materiale nuovo ad una nano-struttura meno porosa attribuibile ai lini antichi può studiarsi e utilizzarsi come misura del processo d'invecchiamento, fornendo approfondimenti utili anche alle indagini sulla datazione dei materiali oggetto di studio. Il Prof. Gian Maria Zaccone ha invece tenuto a precisare gli aspetti storici ed antropologici che hanno caratterizzato la straordinaria immagine custodita nella Cattedrale di Torino. Zaccone ha affermato che a partire dall’inzio del ‘900 la questione dell’autenticità è diventata una forma di ossessione rischiando di far perdere il senso reale della Sindone ed uscendo da quel sano rapporto tra scienza e fede a cui hanno richiamato i Papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Una pastorale sulla Sacra Sindone che ha insistito sul significato dell’immagine e sull’esperienza di pellegrinaggio, oggetto che ha portato all’allestimento delle varie ostensioni che si sono susseguite a partire negli anni ’90. La strada è stata aperta nel 1973 da Paolo VI con un messaggio dato in occasione della prima ostensione televisiva fissando il discorso sulla Sindone dal punto di visto pastorale, ecclesiale, di nuova evangelizzazione ed ecumenico: qualunque sia il giudizio storico e scientifico che valenti studiosi che si sono occupati della Sindone vorranno esprimere su questa immagine noi possiamo vedere tutta la sofferenza, la passione di Cristo e il mistero del Sabato Santo. Se l'origine dell’immagine sindonica è destinata a rimanere ancora a lungo un mistero, molte sono invece le testimonianze della devozione che da sempre accompagna il lenzuolo, ha osservato il Prof. Zaccone: “Ogni rappresentazione di Gesù oggi deve necessariamente confrontarsi con la sacra Sindone. La Sindone trasmette le stesse emozioni e suscita gli stessi interrogativi a tutte le generazioni che l'hanno vista e si sono confrontati con quella immagine”. Di qui la forza del suo messaggio.
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IL RIORDINO E L’INFORMATIZZAZIONE DELL’ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI TREIA – SECOLO XX SINO AL 1970 Il presente intervento è parte integrante del progetto più ampio denominato “Progetto per il recupero, restauro e catalogazione dell’intero patrimonio archivistico storico del Comune di Treia a partire dalle origini fino al 1970” in parte già attuato negli anni scorsi con interventi sui fondi risalenti dagli albori del Comune di Treia fino a tutto il secolo ‘800, meglio descritti nelle precedenti pagine. E’ intenzione dell’Accademia di procedere alla sistemazione della parte riferita al secolo XX sino al 1970. Questa parte di Archivio, conservata nel piano seminterrato del palazzo municipale, rappresenta una serie di fascicoli che documentano lo svolgimento della vita e della storia locale dall’inizio del secolo XX al periodo fascista, fino agli albori dell’Italia repubblicana, sino al 1970. Tutta la documentazione è conservata in faldoni in cartone e in idonei locali a mattone con soffitti a volta reale, asciutti, riscaldabili e provvisti di impianto elettrico e di antincendio a norma. Sono posti in maniera non sempre ordinata in vecchie scaffalature metalli che ovviamente non sono chiudibili e non certificate ignifughe. A prima vista il materiale custodito non presenta segni di grave deterioramento. L’ultimo intervento di scarto è stato svolto nell’anno 2006. A tale scopo il Comune di Treia ha affidato l’incarico ad una archivista professionista. Da un sommario sopralluogo di tutto il materiale cartaceo presente in tali locali risulta che l’archivio ha uno sviluppo di circa 170 mt metri lineari, è posto su scaffalature metalliche con ripiani lunghi 1 mt, incolonnati per 5, 6 e 7 ripiani. Sarà prelavata, come per l’archivio del 1800, la parte non d’interesse dell’Ufficio Servizi Demografici, per essere ospitata in appositi locali dell’Accademia per la loro definitiva sistemazione. Tutto il lavoro di selezione sarà eseguito in accordo con l’Ufficio Servizi Demografici del Comune di Treia. Sommariamente il lavoro consisterà nelle seguenti fasi: Verifica della documentazione ancora conservata presso la sede comunale ed in individuazione del materiale relativo al secolo XX; Trasferimento del materiale, con gli opportuni accorgimenti volti a garantirne l’ordine, presso la sede dell’Accademia; Riposizionamento di tutto il materiale a scaffale; Redazione di un elenco topografico comprensivo di tutto il fondo. Ricognizione del materiale già oggetto del precedente intervento di inventariazione analitica (Archivio storico del Comune di Treia – Antico regime e periodo francese) al fine di garantire la congruità descrittiva, l’individuazione di serie continue, il recupero di documentazione non inclusa nel precedente riordino (quale parte del carteggio); Costituzione di una piattaforma condivisa che consentisse agli archivisti e alla coordinatrice la continua verifica del lavoro e lo scambio di file, informazioni, ecc; Inizio dell’attività di inventariazione e riordino, con l’ausilio di un software idoneo (Sesamo 4.1); Riordino delle carte secondo il metodo storico tramite ricostruzione delle serie originarie; Individuazione dei soggetti produttori; Individuazione dei principali fondi e serie; 79
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Schedatura di tutto il materiale documentario a livello di unità archivistica, intendendosi come tale, di norma, ogni fascicolo, volume o registro facente parte dell’archivio; le schede contengono almeno i seguenti elementi: segnatura/e o codice/i identificativo/i; denominazione o titolo; descrizione di contenuto; data/e; livello di descrizione; Condizionamento del materiale in nuove buste ed apposizione sulle unità archivistiche (fascicoli, registri, volumi) e sulle unità di conservazione (faldoni, scatole), di segnature appropriate ad identificare il materiale in riscontro con l’inventario in modo da consentirne l’ordinata conservazione e fruizione; redazione di un inventario analitico, comprensivo dei seguenti elementi: cenno storico-istituzionale su tutti i soggetti produttori dei fondi che compongono l’archivio; storia dell’archivio oggetto del riordino; introduzione di carattere archivistico che esplicita i criteri adottati per il riordino e l’architettura assunta dall’archivio riordinato; schema di ordinamento; descrizione delle unità archivistiche organizzate sulla base della struttura dell’archivio. Tutti gli interventi saranno altresì concordati e autorizzati dalla Soprintendenza archivistica per le Marche. Il lavoro di inventariazione sarà affidato a due giovani archivisti laureati presso l’Università degli Studi di Macerata, mentre l’attività di coordinamento e di supervisione di questi due giovani archivisti sarà affidato ad un archivista di ampia esperienza, denominato Tutor Senior. La scelta di utilizzare giovani laureati, supportati da un “tutor senior”, al fine non solo di destinare le poche risorse economiche concesse da soggetti pubblici e privati in favore dei giovani ma, soprattutto, di offrire loro una seria esperienza di lavoro volta ad arricchire le singole conoscenze/competenze. L’Archivio sarà ospitato nei locali dell’Accademia all’uopo resi disponibili, riposto in idonei e nuovi faldoni e posizionati in appositi scaffali di nuovo acquisto. Al fine del reperimento delle risorse necessarie a completare il progetto, nel mese di febbraio 2016 l’Accademia ha avviato la procedura dell’Art Bonus che favorisce il mecenatismo culturale a salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico culturale della Città di Treia consentendo a chi effettuerà erogazioni liberali in favore dei progetti proposti di conseguire importanti vantaggi fiscali.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO LIBRARIO ANTICO D’INTERESSE REGIONALE E NAZIONALE CUSTODITO PRESSO L’ACCADEMIA GEORGICA DI TREIA ATTRAVERSO STRUMENTI E STRATEGIE DIVERSIFICATE E NEL RISPETTO DELLA VIGENTE LEGISLAZIONE Come in precedenza descritto, l’Accademia sin dal 2003 ha proceduto alla catalogazione della biblioteca antica effettuata col sistema informatico SBN dal personale specializzato dell’Università di Macerata. Tale catalogazione, oltre ad inventariare con sistemi moderni il patrimonio librario (n. 15.000 volumi), ha consentito di divulgare attraverso la rete Internet le opere presenti attraverso i singoli dati: titolo, autore, edizione ecc. Gli ulteriori sviluppi tecnologici e le prospettive degli stessi rendono indilazionabile la creazione di una banca dati di immagini attraverso la quale permettere la fruibilità e lo studio, sia a livello locale che per interrogazione remota, del patrimonio antico. Questo sviluppo non può non far tesoro anche delle recenti importanti esperienze nazionali e internazionali così da essere attuato nell’ambito della più ampia condivisione di modalità e standard internazionali emergenti. La salvaguardia di un tipo di materiale così fragile, prezioso e irripetibile doverosa anche nei confronti delle future generazioni, va perseguita attraverso una serie di interventi mirati alla manutenzione di questo patrimonio e alla contestuale valorizzazione. Scopi generali
valorizzare il patrimonio bibliografico conservato presso l’Accademia Georgica;
ampliare l'accesso dell’utenza del patrimonio documentario a fini scientifici e culturali;
favorire gli studi interdisciplinari e promuovere la collaborazione tra diverse istituzioni del territorio nazionale;
promuovere la conoscenza di collezioni locali o uniche, mediante la loro diffusione su larga scala;
creare collezioni virtuali attraverso l'integrazione di vari formati o di materiali distribuiti in luoghi diversi;
limitare la consultazione diretta di documenti originali in particolari condizioni di criticità;
facilitare l'accesso a materiale di difficile fruizione;
assicurare che il materiale documentale sia disponibile alle future generazioni di studenti e studiosi.
Obiettivi del progetto Definire gli obiettivi del progetto di digitalizzazione consente di stabilire fin dall’inizio il quadro gestionale del progetto. Le ragioni e gli scopi possono essere vari:
per ampliare l’accesso ai documenti e al loro contenuto;
per migliorare i servizi verso gli utenti, con la possibilità di consultare risorse raccolte e ordinate in collezioni virtuali, fisicamente lontane, poco accessibili, poco conosciute; 81
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per ridurre la consultazione di documenti originali in particolari condizioni (documenti antichi e di pregio, fragili, in cattivo stato di conservazione, molto richiesti e difficili da maneggiare) preservandoli dal degrado;
per quanto la finalità principale della digitalizzazione non sia la conservazione, è evidente che l’impegno alla cura e alla conservazione degli originali non deve essere trascurato; per sviluppare attività di collaborazione con altre Istituzioni creando collezioni virtuali ad accesso allargato. Fasi di lavoro dell'intervento
Selezione del materiale
Aspetti legali
Conservazione
Digitalizzazione in-house
Scelta della strumentazione per la digitalizzazione
Acquisizione digitale
Nomenclatura dei file
Memorizzazione dei dati
Controllo della qualità
Al fine del reperimento delle risorse necessarie a completare il progetto, nel mese di febbraio 2016 l’Accademia ha avviato la procedura dell’Art Bonus che favorisce il mecenatismo culturale a salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico culturale della Città di Treia consentendo a chi effettuerà erogazioni liberali in favore dei progetti proposti di conseguire importanti vantaggi fiscali.
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L'ACCADEMIA GEORGICA LANCIA L'ART BONUS Aziende, singoli cittadini e cittadine: tutti possono sostenere quali “mecenati” i beni culturali presenti nel proprio Comune. Vista la precarietà della congiuntura economica e dello scenario di un sempre crescente taglio dei contributi erogati in particolar modo da soggetti pubblici, nonché il protrarsi dell’incertezza nella determinazione del loro ammontare per gli anni futuri, l’Accademia Georgica di Treia ha inteso verificare la possibilità di utilizzare, per il finanziamento di due importanti progetti, le risorse derivanti dall’applicazione dell’Art Bonus che prevede il riconoscimento del credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura.
Difatti questa antica istituzione treiese, da tempo e nel limite delle risorse economiche disponibili, ha avviato una procedura volta alla messa in sicurezza e al riordino dell’intero patrimonio archivistico, librario e artistico, utilizzando sistemi convenzionali, anche informatici, finalizzati non solo alla tutela ma anche alla sua maggiore e moderna fruibilità. Tutto il lavoro svolto è stato articolato nei seguenti filoni progettuali: Progetti volti alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale (informatizzazione del patrimonio archivistico e librario, e messa in sicurezza dello stesso); Attività funzionale all'organizzazione e gestione di progetti scientifici e culturali: visite guidate, tutoraggio esperienze lavorative/tirocini per giovani, gestione e sviluppo del sito internet istituzionale, servizio di consultazione patrimonio culturale, catalogazione biblioteca, organizzazione eventi culturali; 83
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Attività editoriale; Attività di studio e ricerca; Realizzazione e gestione di eventi e attività culturali; Esperienze lavorative per giovani con specifiche competenze in materia di beni culturali, tirocini formativi e di orientamento per giovani laureandi e neo laureati, inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati in collaborazione con la rete dei Servizi Sociali locali, Alternanza Scuola-Lavoro e gestione Borse Lavoro. Oggi l’Accademia, per completare la propria programmazione, abbisogna di completare i seguenti progetti/interventi già avviati:
Progetto A: messa in sicurezza del patrimonio librario antico di interesse regionale e nazionale custodito presso l’Accademia Georgica di Treia attraverso il processo di digitalizzazione già avviato sin dal mese di novembre 2014
Scopo: messa in sicurezza e protezione del patrimonio librario antico custodito e miglioramento e semplificazione, in sicurezza, della fruizione da parte dell’utenza Il fondo bibliografico, gestito in qualità di affidatario dall’Accademia Georgica, è una raccolta composita, comprendente edizioni relative ai diversi campi del sapere nella quale non mancano edizioni rare e di pregio come, ad esempio, le opere complete di Voltaire in 55 volumi, pubblicate a Parigi nel 1792 (una delle prime raccolte sistematiche); un testo di Virgilio molto raro che risale al 1501 e ricco di iniziali ornate; un prezioso dizionario portatile da viaggio in sei lingue di Cornelio Valerio stampato in Belgio nel 1583; un’“aldina” di Giulio Cesare del 1569, con illustrazioni xilografate; una Historica relatione del Regno di Cile, e delle missioni, e ministerij che esercita in quelle la Compagnia di Giesu, di Alonso de Ovalle, pubblicato a Roma nel 1646 da Francesco Cavalli (uno dei primi resoconti sugli araucani del Cile, prende anche in esame la storia della missione dei gesuiti in quelle terre). Un patrimonio di straordinaria ricchezza e varietà che rileva l’importanza del fondo nell’ambito degli studi scientifici e umanistici: dal ricco fondo di medicina e anatomia, nel quale troviamo ben due edizioni cinquecentine dell’opera di Galeno, una pubblicata a Basile da Andreas Cratander e l’altra pubblicata a Venezia dagli eredi di Aldo Manuzio stampata interamente in corsivo; al notevole fondo di agricoltura, accresciuto dopo la seconda metà del XVIII secolo; nonché ai testi di storia locale, di diritto canonico, di musica e di retorica. Il patrimonio è stato arricchito, inoltre, dal dono proveniente da diverse famiglie locali: quella dei Benigni ammonta a più di 500 testi di grande pregio bibliografico, ricordiamo anche i testi appartenenti alla famiglia Broglio, a quelli di Milone Meloni (circa 300 volumi recanti il suo ex libris), a Raffaele Simboli, a Demostene Ruffini da Cingoli (vissuto a cavallo tra il ‘500 e il ‘600, a cui appartenevano 57 testi di retorica latina), e dalle oltre 1.400 opere antiche provenienti dal Santissimo Crocefisso.
Progetto B: messa in sicurezza del Patrimonio Archivistico Storico Comunale dal 1900 fino al 1970 attraverso il processo di recupero e catalogazione
Scopo: catalogazione del patrimonio archivistico con sistemi convenzionali secondo le normative/direttive vigenti allo scopo anche della messa in sicurezza e protezione semplificando e migliorando, in sicurezza, la fruizione da parte dell’utenza
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Il fondo in oggetto è rappresentato da una serie di fascicoli che documentano lo svolgimento della vita e della storia locale dal periodo post unità d’Italia alla Grande guerra al periodo fascista, fino agli albori dell’Italia repubblicana, sino al 1970. L’archivio nel suo complesso ha uno sviluppo di circa 170 metri lineari, è posto su scaffalature metalliche con ripiani lunghi 1 metro, incolonnati per 5, 6 e 7 ripiani. Nel tempo la documentazione ha probabilmente seguito la partizione stabilita dalle disposizioni della circolare del Ministero dell’Interno n. 17100/2 del 1° Marzo 1897. Da un primo esame il fondo archivistico risulta per sommi capi così costituito: Amministrazione - Opere Pie - Assistenza e Beneficenza - Polizia Locale - Sanità e Igiene - Finanze - Governo - Grazia Giustizia e Culto - Leva e Truppa - Istruzione Pubblica - Lavori Pubblici - Agricoltura, Industria e Commercio - Stato Civile, Anagrafe e Censimento Esteri - Oggetti Diversi - Pubblica Sicurezza. L’oggetto dell’intervento riguarda, come per l’archivio del 1800, una parte dell’intero archivio: mentre la parte ancora d’interesse dell’Ufficio Servizi Demografici rimarrà nei locali del Comune, la parte interessata al presente progetto, stimata in metri lineari 80, sarà prelevata per essere ospitata in appositi locali dell’Accademia per la loro definitiva sistemazione. I due progetti – il cui dettaglio è consultabile sul sito internet www.accademiageorgica.it – oltre a garantire la messa in sicurezza di tale patrimonio, scientificamente consentiranno allo stesso una maggiore fruibilità anche da remoto. Inoltre, essi rivestono un alto valore sociale in quanto tutte le procedure di lavoro saranno affidate a giovani con competenze specifiche: una prassi adottata dall’Accademia treiese al fine di dimostrare come la corretta gestione dei beni culturali contribuisca a ridurre gli effetti della grave disoccupazione giovanile specialmente intellettuale che la crisi economica globale ha causato, consentendo, altresì, la conservazione dell’immenso patrimonio culturale e la sua migliore fruibilità anche in sicurezza. Pertanto l’erogazione liberale consentirà di valorizzare in maniera scientifica e moderna il patrimonio della Città di Treia conservato dall’Accademia Georgica e di offrire un’esperienza lavorativa seria spendibile successivamente sul mercato a qualche nostro giovane disoccupato. Tutti i cittadini e le imprese attraverso il recupero fiscale possono sostenere la cultura del proprio territorio attraverso una specifica e snella procedura: l’Art Bonus, di cui al decreto-legge n. 83 del 31 maggio 2014, convertito con modificazioni nella legge n. 106 del 29 luglio 2014. Si tratta di un credito d’imposta per favorire le erogazioni liberali di qualsiasi entità a sostegno degli istituti e dei luoghi di cultura di appartenenza pubblica e di iniziative culturali di vario tipo. Il credito d'imposta spetta nella misura del 65% delle erogazioni liberali effettuate a sostegno della cultura; tale agevolazione fiscale è stata stabilizzata e resa permanente dalla legge di stabilità 2016. In relazione alla qualifica del soggetto che effettua le erogazioni liberali sono previsti limiti massimi differenziati di spettanza del credito d'imposta. In particolare per le persone fisiche ed enti che non svolgono attività commerciale (dipendenti, pensionati, professionisti), il credito d'imposta è riconosciuto nel limite del 15% del reddito imponibile. Il credito d'imposta maturato deve essere comunque ripartito in tre quote annuali di pari importo. Le persone fisiche e gli enti che non esercitano attività commerciali, fruiscono del credito d'imposta nella dichiarazione dei redditi.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA Il cittadino o impresa che intende sostenere fattivamente e in prima persona i progetti dell’Accademia, potrà constatare lo stato dell’arte degli interventi e i risultati raggiunti verificando il buon fine del contributo concesso attraverso:
Il sito internet istituzionale dell’Accademia all’indirizzo www.accademiageorgica.it, dove oltre a tutte le informazioni relative all’istituzione, saranno disponibili tutti i dettagli riferiti alle somme erogate e utilizzate nonché lo stato dell’arte dei progetti beneficiari di tali finanziamenti;
Il sito istituzionale ministeriale dell’Art Bonus www.artbonus.gov.it dove mensilmente saranno registrate tutte le somme ricevute per ogni singolo progetto.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA PROGETTO PER IL DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA “PLAYMARCHE: UN DISTRETTO REGIONALE DEI BENI CULTURALI 2.0” La Regione Marche, ai sensi del capo V artt.21 e seguenti della L.R. n. 4/2010 ha disposto l’istituzione del Distretto Culturale Evoluto delle Marche come azione strategica della programmazione regionale promossa in coerenza con le direttive dell’Unione Europea. Al DCE possono partecipare enti pubblici, istituti e luoghi della cultura, enti, associazioni e fondazioni, imprese profit e non profit, istituti di alta formazione ed altri soggetti pubblici o privati interessati all’ambito culturale e creativo. In questa pagina il bando, la presentazione e gli incontri. Con D.G.R. 1753/2012 ha definito le procedure e criteri per l’individuazione di un “parco progetti regionale”, costituito da progetti ad iniziativa regionale e da non più di tre progetti di dimensione sovra locale, interprovinciale o interregionale per ogni ambito provinciale. Lo sviluppo del DCE Marche si basa sull’assunto che il patrimonio culturale, le attività culturali, gli istituti ed enti culturali e di formazione, sono laboratori di innovazione a base culturale capaci di generare imprenditorialità culturale e creativa, e che i prodotti e i servizi ideati a loro volta possono rappresentare uno dei principali vantaggi competitivi anche dei settori produttivi tradizionali del territorio. Indirizzi e modalità del DCE sono individuati con D.G.R. 1753/2012 che definisce procedure e criteri per l’individuazione di un “parco progetti regionale”, costituito da progetti ad iniziativa regionale e da non più di tre progetti di dimensione sovra locale, interprovinciale o interregionale per ogni ambito provinciale. Al DCE possono partecipare enti pubblici, istituti e luoghi della cultura, enti, associazioni e fondazioni, imprese profit e non profit, istituti di alta formazione ed altri soggetti pubblici o privati interessati all’ambito culturale e creativo. L’Accademia Georgica in data 10 maggio 2013 con nota n. 96 ha aderito al progetto in fase di definizione da parte dell’Università degli Studi di Macerata proponendo il conferimento del proprio progetto conclusivo dell’opera di trasformazione dell’Accademia intrapresa negli ultimi anni: Progetto per la messa in sicurezza del patrimonio librario antico di interesse regionale e nazionale custodito presso l’Accademia Georgica di Treia attraverso il processo di digitalizzazione. Al progetto preliminare l’Accademia ha aderito, in collaborazione con il Comune di Treia, offrendosi di contribuire con le proprie competenze in particolare per quanto attiene la digitalizzazione di testi antichi.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA ESPERIENZE LAVORATIVE PER GIOVANI La crisi economica globale, percepita dall’opinione pubblica fin dall’estate del 2007, è entrata nella sua terza fase. Dopo la prima fase che ha colpito soprattutto il sistema finanziario, nel 2009 la crisi ha intaccato il sistema economico reale e l’occupazione, compresa quella dei laureati, tramutandosi poi nel 2011 in una profonda crisi di sostenibilità dell’area Euro e dell’intera architettura dell’integrazione europea. I laureati e diplomati rappresentano ormai da tempo la quota maggioritaria dell’occupazione, aumenta l’importanza dell’integrazione tra percorsi di studio ed esperienza di lavoro nel corso del ciclo di vita delle persone. Tutte le tappe comprese tra studio, tirocinio e contratto stabile di lavoro acquisiscono importanza strategica e condizionante i diversi passaggi e le progressioni di carriera. L’Accademia Georgica di Treia, associazione di volontariato non lucrativa di utilità sociale che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale volta alla tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico, in questi ultimi anni ha incentrato la propria attività favorendo le seguenti evoluzioni: dal punto di vista strutturale, mediante i lavori di restauro, ripristino ed adeguamento impiantistico; dal punto di vista del patrimonio custodito mediante la sistemazione, catalogazione, recupero e messa in sicurezza del patrimonio librario, archivistico e di altri beni culturali presenti in Accademia, mediante l’utilizzo di procedure convenzionali, anche informatiche, riconosciute come standard a livello nazionale ed internazionale. Tutti gli interventi sui contenuti culturali custoditi dall’Accademia – sviluppati nel rispetto della normativa vigente in materia di beni culturali – sono stati finalizzati alla messa in rete attraverso la prossima realizzazione del “Nuovo Portale Internet dell’Accademia” che avrà lo scopo di valorizzare, divulgare e agevolare la fruizione, anche da remoto, di questo importante patrimonio. Avrà inoltre la fondamentale funzione di attrarre il mondo dei giovani attraverso moderni e accattivanti metodi comunicativi a loro destinati: l’obiettivo è di avvicinarli alle proprie radici nonché quello di trasmettere la memoria di una Storia importante anche alle nuove generazioni di immigrati al fine di facilitarne l’inserimento e l’integrazione. Terminati questi importanti interventi, l’Accademia intende orientare la propria attività offrendo altresì la possibilità a giovani in possesso di sufficienti competenze offrendo loro una seria esperienza di lavoro volta soprattutto ad arricchire le singole conoscenze ed esperienze. Una attuale filosofia tendente a dimostrare come l’ottimizzazione delle modeste risorse economiche e l’organizzazione delle competenze di molti volontari e le competenze comunicative dei giovani riesce a valorizzare i beni culturali presenti consentendo altresì a breve termine di porre sul mercato le risorse culturali garantendo nel tempo anche un rientro economico per l’Istituzione sufficiente a creare anche, come le attuali direttive economiche, nazionali ed europee, impongono, un’opportunità occupazionale per le giovani generazioni. L’Accademia intende realizzare esperienze lavorative per i giovani sui seguenti progetti: Progetto di recupero e catalogazione del patrimonio archivistico storico del Comune di Treia – dal 1800 fino al 1970; Progetto per la digitalizzazione del patrimonio librario antico d’interesse regionale e nazionale attraverso strumenti e strategie diversificate e nel rispetto della vigente legislazione; Organizzazione del nuovo portale internet; Progetti di ricerca/studio riferiti ai beni archivistici e librari presenti in Accademia. 88
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Il complessivo procedimento di lavoro sarà affidato a giovani laureati o a giovani diplomati forniti di necessarie competenze accompagnati sempre da un tutor senior che avrà il compito di garantire sia l’esatta esecuzione dei lavori che offrire una fattiva esperienza lavorativa a giovani competenti. A questi procedimenti di lavoro affidati a giovani l’Accademia intende altresì affiancare: Laureandi che devono svolgere il periodo di “tirocinio formativo e di orientamento”; Studenti degli Istituti di Istruzione Superiore della nostra Provincia che devono svolgere il percorso formativo legato “all’alternanza Scuola - Lavoro”; Soggetti svantaggiati gestiti dal sistema locale di servizi sociali muniti di sufficienti competenze anche informatiche. E’ intenzione dell’Accademia Georgica di inquadrare l’utilizzo di giovani anche nell’ambito del “Servizio Civile Regionale” e del progetto “Garanzia Giovani” al fine di inserirli nei vari processi di riordino del patrimonio culturale conservato e custodito dall’istituzione.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA CELEBRAZIONI DEL 150° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI NAZARENO STRAMPELLI CHE SI TERRANNO NEL 2016 L’Accademia Georgica unitamente a molti altri Soggetti pubblici e privati, intende celebrare nell’anno 2016 Nazareno Strampelli, uno dei più grandi agronomi e genetisti agrari di tutti i tempi, sicuramente il più importante di sempre nel nostro Paese, in occasione del 150° anniversario della sua nascita. A tale scopo è intenzione di proporre al Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale istituito con D.P.C.M. del 6 giugno 2013 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento per il coordinamento amministrativo, di dedicare l’anno 2016 a questo scienziato marchigiano. Nato il 29 Maggio 1866 a Crispiero, una frazione del comune di Castelraimondo (Macerata), è stato uno dei più importanti genetisti agrari italiani e del mondo. Dopo gli studi liceali compiuti a Camerino, s’iscrive alla Scuola superiore di agricoltura di Portici, completando gli studi presso l’Università di Pisa dove nel 1891 consegue la laurea in Agraria. Nello stesso anno fonda a Crispiero la Società Agricolo - Operaia di Mutuo Soccorso, ancora oggi esistente. Tra il 1891 e il 1901, a meno di una parentesi di due anni (1893 - 1894) in cui è direttore del laboratorio chimico delle miniere dell’Argentario (Toscana), svolge attività di assistente di laboratorio chimico presso l’Università di Camerino e di docente di agraria presso l’Istituto tecnico e la Scuola normale femminile della medesima città. Nel 1900 effettua uno tra i primi tentativi d’ibridazione del frumento che siano stati compiuti con finalità di miglioramento genetico del cereale. Nel 1903 si trasferisce a Rieti a seguito della vincita del concorso per la copertura del posto di direttore della Cattedra ambulante di granicoltura appena istituita nel capoluogo sabino. A Rieti, Strampelli avvia un programma di miglioramento genetico del grano che lo porterà a costituire alcune decine di varietà di frumento tenero e duro destinate a rivoluzionare la granicoltura italiana della prima metà del Novecento e quella mondiale dei decenni successivi. Nel 1914 presenta a Roma il frumento “Carlotta Strampelli” (battezzato con il nome della moglie e collaboratrice Carlotta Parisani (1868-1926), ottenuto per ibridazione e in grado di resistere contemporaneamente alla ruggine e all’allettamento. L’anno successivo, a Foggia, ottiene il grano duro “Senatore Cappelli”, tutt’ora ampiamente coltivato, dedicato all’omonimo politico che gli aveva concesso l’uso di un fondo agricolo per condurre sperimentazioni volte a costituire varietà di frumento adatte ai climi caldoaridi del Meridione. Intanto, sempre nel 1915, Strampelli si prodiga nelle attività di soccorso a favore dei terremotati della Marsica. Lo scienziato si afferma soprattutto nel miglioramento genetico del grano tenero grazie alla costituzione delle prime varietà precoci, come le celebri “Ardito” e “Mentana”, ottenute mediante un “incrocio a tre vie” tra i frumenti “Wilhelmina” e “Rieti” e il giapponese “Akakomugi”. Queste varietà di frumento, note come “Grani della vittoria” o “Razze elette”, resistenti alle ruggini e all’allettamento e in grado di evitare la “stretta da caldo”, diventano le protagoniste della “Battaglia del grano” inaugurata nel 1925 dal regime fascista e consentono all’Italia di raddoppiare la produzione del cereale nel giro di un decennio, passando dai 44 milioni di quintali di grano prodotti nel 1922 agli 80 milioni di quintali ottenuti nel 1933. 90
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A partire dal Secondo dopoguerra, i frumenti di Strampelli trovano ampia diffusione a livello internazionale nei programmi di miglioramento genetico attuati dai principali paesi produttori del cereale: Cina, Argentina, Messico, Paesi dell’area Mediterranea e dell’Est Europeo, Unione Sovietica, ma anche Australia e Canada. In Messico, in particolare, la varietà “Mentana” sarà alla base del programma di miglioramento genetico che consentirà all’agronomo statunitense Norman Borlaug (1914-2009), oggi ricordato come il padre della “Rivoluzione verde”, di ricevere il premio Nobel per la Pace nel 1970. I geni introdotti da Strampelli nelle sue varietà di frumento, responsabili della bassa statura del culmo, della precocità di maturazione e della resistenza alle ruggini, sono ancora oggi alla base dell’architettura genetica delle varietà “moderne” del cereale, coltivate in tutto il mondo. Dopo la sua morte, avvenuta il 23 Gennaio 1942, il nome e il lavoro di Nazareno Strampelli sono stati dimenticati ed oscurati per decenni a causa della sua pregressa adesione al fascismo e della nomina a Senatore del Regno conferitagli durante gli anni della dittatura. A partire dagli anni Novanta, la vicenda storica e l’opera scientifica di Strampelli sono state riscoperte e fatte oggetto di studio e divulgazione sia in Italia sia all’estero. Le ricerche più recenti hanno permesso di approfondire vari aspetti storici e scientifici del personaggio, alcuni dei quali caratterizzati da interessanti elementi di novità. EVENTI PREPARATORI ALL’ANNO 2016 In data 28 giugno 2014 è stata costituita a Castelraimondo (MC) la Commissione Tecnico-Operativa "Nazareno Strampelli 2016" finalizzata ad individuare iniziative nell’ambito regionale e a promuovere iniziative volte a formulare a codesto Spett.le Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale istituito con D.P.C.M. del 6 giugno 2013 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – dipartimento per il coordinamento amministrativo, la richiesta di dedicare l’anno 2016 a questo grande scienziato italiano. Tale Commissione Tecnico-Operativa ha sede presso questa Accademia Georgica.
La Commissione Tecnico-Operativa ha inteso promuovere la costituzione di un comitato a valenza nazionale composto da soggetti pubblici e privati che abbiano titolo e interesse alla valorizzazione della figura e dell’attività svolta da Nazareno Strampelli. Il comitato istituito in maniera informale ha valenza meramente rafforzativa di condivisione nei confronti dei vari eventi celebrativi di Strampelli. La stessa Commissione dovrà, altresì, individuare un programma celebrativo per l’anno 2016 e le eventuali risorse finanziarie. In data 19 giugno 2015 l’Accademia Georgica di Treia, a nome e per conto di altri soggetti pubblici e privati, ha richiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, ufficio culturale – la dedica dell’anno 2016 a Nazareno Strampelli – uno dei più grandi agronomi e genetisti agrari di tutti i tempi – in occasione del 150° anniversario della sua nascita. 91
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In data 1° marzo 2016 il Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale costituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presieduto dal sen. Franco Marini ha comunicato che nella seduta del 12 febbraio 2016 ha attribuito alla commemorazione del 150° anniversario della nascita di Nazareno Strampelli il riconoscimento onorifico di evento di interesse nazionale, fornendone altresì il logo ufficiale delle celebrazioni. CONVEGNO: “NAZARENO STRAMPELLI: UNO SCIENZIATO MACERATESE PRECURSORE DELLA RIVOLUZIONE VERDE” (ANNO 2013) Il Magistrato Accademico ha inteso promuovere altresì la propria attività culturale con l’organizzazione di eventi storici e attuali che interessano il mondo della scienza agricola. Si è ritenuto opportuno avviare quest’attività con un evento preparatorio al centocinquantesimo della nascita del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli che si terrà nel 2016: uno stretto legame nel tempo quello tra l’Accademia e Strampelli, che è nato a Crispiero di Castelraimondo (MC) il 29 maggio 1866 ed è morto a Roma il 23 gennaio 1942, ed è stato uno dei più importanti esperti italiani di genetica del tempo e il precursore della Rivoluzione Verde. L’evento si è svolto sabato 26 ottobre 2013 presso il Teatro Comunale di Treia, ed è stato organizzato in collaborazione con l’Azienda Agroservice S.p.A. di San Severino Marche (MC), che da anni svolge attività di ricerca, sperimentazione e moltiplicazione di sementi, con il patrocinio della Regione Marche, dell’Amministrazione Provinciale di Macerata, della Comunità Montana Ambito 4 di San Severino Marche e delle Amministrazioni Comunali di Treia, Castelraimondo e Rieti. Tra i relatori del convegno si segnala la partecipazione di YanChunyou, Co-Direttore dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Macerata, del Dott. Norberto Pogna, dirigente di ricerca presso il CRA-QCE di Roma con la 92
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relazione dal titolo "Il grano del futuro e l'eredità Nazareno Strampelli", del Dott. Sergio Salvi, ricercatore di genetica batterica, genetica medica, OGM, genetica agraria e vegetale, nonchè autore di numerose pubblicazioni su Nazareno Strampelli, del Dott. Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, con la relazione dal titolo “La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli” e del Dott. Benito Giorgi, già ricercatore, genetista e breeder dell'ENEA, con la relazione “Le due Rivoluzioni Verdi del XX secolo, a confronto”. Alla manifestazione sono stati invitati autorità militari, religiose, istituzionali, del mondo economico locale, del sistema didattico, culturale, sindacale e di categoria del mondo agrario, nonché le accademie agrarie aderenti all’UNASA. All’evento ha aderito altresì l’Istituto Tecnico Agrario “Giuseppe Garibaldi” di Macerata partecipando con le V classi. Nell’ambito della complessiva manifestazione è stato presentato il libro “Sulle tracce di Nazareno Strampelli” del dott. Sergio Salvi, biologo, ricercatore in genetica e concittadino dell’illustre genetista marchigiano. Il volume, edito dall’Accademia Georgica, è stato pubblicato dall’azienda Agroservice di San Severino Marche. A conclusione dei lavori il Dott. Giorgi Benito, unitamente all’Amministratore dell’Accademia Georgica Luigi Emili, ha illustrato la necessità di costituire un comitato tecnico/operativo volto a gestire al meglio le future manifestazioni di questo importante scienziato della nostra terra. Luigi Emili, a nome dell’Accademia, ha proposto la candidatura della stessa Istituzione quale segreteria operativa per la costituzione e la successiva gestione di tale Comitato. L’evento è stato reso possibile dalla collaborazione dell’Azienda Agroservice S.p.A. di San Severino Marche (MC), che svolge attività di ricerca, sperimentazione, moltiplicazione di sementi per l'agricoltura, in particolare cereali a paglia, oleaginose, leguminose. CONVEGNO: "DONNE PROTAGONISTE DEL MIGLIORAMENTO GENETICO VEGETALE - CARLOTTA PARISANI STRAMPELLI" (ANNO 2014) Venerdì 21 novembre 2014, dalle ore 9:30 alle ore 13:00, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Macerata si è tenuto un evento su Carlotta Parisani Strampelli, una importante figura che ha dedicato la propria esistenza alla ricerca scientifica nella genetica agraria accanto al proprio coniuge Nazareno Strampelli - nato a Crispiero di Castelraimondo (MC) nel 1866 - illustre genetista e senatore italiano, precursore della Rivoluzione Verde. Il convegno, che ha un alto valore sociale legato in par93
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ticolare ai vari problemi attuali interessanti la Parità tra uomo e donna, è stato patrocinato dall'Università degli Studi di Macerata, dalla Giunta Regionale delle Marche, dalla Commissione per le Pari Opportunità tra uomo e donna della Regione Marche, dalla Provincia di Macerata, dalla Città di Treia, dal Comune di Castelraimondo e dall'Accademia Agraria di Pesaro. La Commissione Tecnico-Operativa "Nazareno Strampelli 2016", insediatasi il 28 giugno 2014 a Castelraimondo con l’obiettivo di celebrare la figura del grande agronomo e genetista maceratese Nazareno Strampelli e quale preludio alle manifestazioni che vedono nel 2016 l’anno del 150° anniversario della nascita, ha inteso celebrare in questo 2014 Carlotta Parisani Strampelli. La giornata di studio è inserita in un programma più ampio di eventi volto a proporre al Comitato storicoscientifico per gli anniversari di interesse nazionale – istituito con D.P.C.M. 6 giugno 2013, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il coordinamento amministrativo – la dedica dell’anno 2016 all'insigne scienziato marchigiano. A monte della complessiva iniziativa c'è l’evento preparatorio Nazareno Strampelli: uno scienziato maceratese precursore della Rivoluzione Verde tenutosi sabato 26 ottobre 2013 a Treia - organizzato in collaborazione con l’Azienda Agroservice S.p.A. di San Severino Marche (MC), da anni attiva nella ricerca, sperimentazione e moltiplicazione di sementi - che ha visto la presentazione del libro Sulle Tracce di Nazareno Strampelli di Sergio Salvi e l'istituzione della Commissione Tecnico-Operativa "Strampelli 2016" finalizzata all’avvio delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Nazareno Strampelli.
Il convegno, introdotto dal rettore dell’Università di Macerata Luigi Lacchè e moderato dal Presidente dell’Accademia Georgica Carlo Pongetti, ha visto la partecipazione di Paola Giorgi, Assessore alle Pari Opportunità della Regione Marche, di Adriana Celestini, Presidente della Commissione per le P.O. tra uomo e donna della Regione Marche, di Paola Mariani, Assessore alle P.O. della Provincia di Macerata e Franca Gambini, Presidente dell’Accademia Agraria di Pesaro, che hanno portato il loro saluto con particolari interventi densi di contenuti.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA Nel vivo dei lavori Sergio Salvi – ricercatore e studioso di Nazareno Strampelli – ha effettuato un approfondimento sulla figura di Carlotta Strampelli. Testimonianze sulla condizione della donna oggi, tra lavoro scientifico e la famiglia, sono inoltre state portate da Oriana Porfiri – agronoma e libero professionista – e Cinzia Cecchini – biologa ricercatrice presso l'Università di Camerino. A seguire, Stefania Cinzia Maroni – Presidente del Comitato per le Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Macerata – ha effettuato una trattazione sul lungo cammino che porta della parità tra uomo e donna. A conclusione dei lavori un animato dibattito ha coinvolto gli intervenuti. Carlotta Parisani: il personaggio Carlotta Parisani (1868-1926), figlia del conte Giuseppe Parisani e della principessa Emilia Gabrielli, discendente di Luciano Bonaparte (fratello del più celebre Napoleone), sposa Nazareno Strampelli il 28 Aprile 1900 nella chiesa di S. Bernardo a Roma. Nel 1903, insieme al marito, si trasferisce da Camerino a Rieti con una bambina di 2 anni e mezzo ed in attesa del secondo figlio, accettando un destino che, per una nobildonna, poteva essere definito umiliante. Per i coniugi Strampelli i primi anni a Rieti furono molto difficili, e per aiutare e sostenere il marito nel suo lavoro scientifico Carlotta si adoperò nello svolgimento delle operazioni d’ibridazione, acquisendo, secondo quanti la conobbero e ne scrissero, una manualità perfetta nell’esecuzione dell’impollinazione artificiale del grano. “Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna”, recita un famoso adagio. Carlotta Strampelli, oltre che moglie e madre, fu anche la collaboratrice più preziosa ed assidua di Nazareno, il quale le dedicò alcune delle varietà di frumento tra le molte da essi costituite: il famoso “Carlotta Strampelli”, per il quale nel 1918 Nazareno Strampelli ottenne il “Premio Santoro”dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ed i meno diffusi “Carlottina bianca” e “Carlottina rossa”. Morì nel 1926 a causa di una polmonite contratta nell’accudire, di notte e all’aperto, una cagnetta e i suoi cuccioli in un inverno molto freddo. Sicuramente la figura di Carlotta Strampelli è stata messa in ombra perché l’attenzione è stata sempre rivolta al marito. Ora, però, è arrivato il momento di restituirle quel valore e quella dignità che merita. A posteriori possiamo dire che Carlotta Strampelli ha fatto da “apripista” per tutte le donne che, prima come semplici assistenti tecniche dei miglioratori genetici e poi anche come ricercatrici esse stesse, hanno dato e continuano a dare un contributo notevole alla genetica e al breeding dei cereali. CONVEGNO: “AGRICOLTURA, ECOLOGIA E TERRITORIO: L’ATTUALITÀ DI NAZARENO STRAMPELLI: VERSO I PRIMI 150 ANNI DI NAZARENO STRAMPELLI (1866-2016)” (ANNO 2015) “Agricoltura, Ecologia e Territorio: l’attualità di Nazareno Strampelli” è il titolo del convegno che si è tenuto nella mattinata di domenica 23 agosto presso il teatro comunale “Nicola degli Angeli” di Montelupone nell’ambito della ormai storica manifestazione ApiMarche 2015. L’evento organizzato dal Comune in stretta collaborazione con l’Accademia Georgica di Treia ha inteso portare l’attenzione del pubblico sull’agronomo e genetista di Castelraimondo che nei primi decenni del Novecento, con i suoi studi e ricerche in campo genetico, in particolare sui cereali, si era impegnato nel problema del nutrimento dell’uomo e della Terra: la moderna granicoltura e l’economia agricola mondiale gli sono 95
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ancora grate. I lavori si sono aperti con i saluti del Sindaco di Montelupone Rolando Pecora e l’intervento introduttivo di Stefano Gavaudan, veterinario responsabile del Laboratorio di Diagnostica dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, che ha relazionato sull’apicoltura attuale toccando gli aspetti igienico-sanitari dell’apiario, un argomento legato in particolare anche agli aspetti ambientali di cui Strampelli nelle sua attività scientifiche ne ha tenuto conto e promosso. Con l’agronomo Oriana Porfiri, esperta di miglioramento genetico e sviluppo varietale del frumento, si è entrati nel merito dell’opera di Strampelli trattandone, in particolare, l’approccio olistico. L’intervento di Sergio Salvi, ricercatore in genetica e biografo di Nazareno Strampelli, ha inteso riscoprire aspetti inediti dell’impegno dell’illustre genetista a partire dall’aridocoltura e dall’allelopatia, mentre Benito Giorgi, già ricercatore, genetista e breeder ENEA/CERMIS, ha presentato il nuovo saggio dal titolo “Le due rivoluzioni verdi del XX Secolo” edito dal Cermis di Tolentino. La mattinata, brillantemente moderata da Franco Perco, Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ha visto una buona partecipazione di pubblico - tra cui il Prof. Rodolfo Santilocchi della facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche - che ha attivamente partecipato al dibattito spingendo la discussione ad un livello più approfondito. CONVEGNO: NAZARENO STRAMPELLI E L’AGRICOLTURA DI DOMANI (ANNO 2015) Convegno realizzato dall'Istituto di Istruzione Superiore "Enrico Mattei" di Recanati vincitore di specifico concorso nell'ambito di Expo 2015 e nell’ottica del 150° anniversario della nascita di Strampelli Il Convegno “Nazareno Strampelli e l’agricoltura di domani” si è tenuto sabato 7 Novembre 2015 alle ore 9:30, presso l’Aula Magna del Comune di Recanati ed ha visto la presentazione del progetto realizzato dalla Specializzazione “Chimica e Materiali” dell’I.T.I.S. “E. Mattei” di Recanati, vincitore per la Regione Marche, categoria Scuole Secondarie di II grado, del concorso “La scuola per EXPO 2015” bandito dal MIUR.
L'iniziativa su Nazareno Strampelli dal titolo “La ricerca allelochimica per Nutrire il pianeta” concretizzatasi nel progetto vincitore del concorso del MIUR, realizzato con la collaborazione dell’Università degli Studi di Camerino, ha tratto ispirazione dal libro "Sulle tracce di Nazareno Strampelli" edito dall'Accademia Georgica, ed è stato presentato all’Expo di Milano nel maggio 2015.
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Al convegno sono intervenuti, inoltre, in qualità di relatori il Dott. Sergio Salvi, biografo di Nazareno Strampelli, il Prof. Carlo Pongetti, Presidente dell’Accademia Georgica e il Prof. Claudio Pettinari, Prorettore dell’Università di Camerino. CONVEGNO: BUON COMPLEANNO SENATORE CAPPELLI! - IL GRANO DURO SENATORE CAPPELLI COMPIE CENT’ANNI - 1915-2015 (ANNO 2015) Convegno realizzato dal CREA-Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia e nell’ottica del 150° anniversario della nascita di Strampelli La storia del grano duro Italiano parte da Foggia nel 1915. In occasione del 100° anniversario della costituzione della varietà di grano duro Senatore Cappelli, il CREA-Centro di Ricerca per la Cerealicoltura ha celebrato uno dei più importanti risultati dell’opera di miglioramento genetico di Nazareno Strampelli con un convegno che si è tenuto giovedì 19 novembre 2015. La varietà, ininterrottamente coltivata per decenni, ha contribuito alla crescita della cerealicoltura e dell’industria agroalimentare Italiana, ha dato il via al miglioramento genetico moderno del grano duro ed ancora oggi alimenta una filiera dedicata allo sviluppo di prodotti sostenibili di alta qualità. La varietà è stata, infatti, rilasciata nel 1915 e prende il nome da Raffaele Cappelli, Senatore di origine abruzzese, che mise a disposizione di Strampelli la “Masseria Manfredini” a Foggia dove, nel 1919, l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura costituì, formalmente, la Stazione Fitotecnica per le Puglie (oggi Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CREA). Al convegno, articolato in tre sessioni di lavoro, si è parlato della storia della varietà e del suo contributo al miglioramento genetico del frumento duro in Italia, delle nuove sfide della ricerca applicate alla produzione di pasta e pane, oltre ai nuovi approcci per decodificare il genoma del frumento duro, che muove i suoi passi proprio dalla varietà Cappelli. Infine, una sessione è stata dedicata all’analisi delle prospettive economiche per i prodotti di nicchia all’interno del mercato agroalimentare. «La varietà di frumento duro “Cappelli”, ininterrottamente coltivata per decenni – spiega il direttore CREA-CER Nicola Pecchioni – ha contribuito alla crescita della cerealicoltura e dell’industria agroalimentare Italiana, ha dato il via al miglioramento genetico moderno del grano duro ed ancora oggi alimenta una filiera dedicata allo sviluppo di prodotti sostenibili di alta qualità».
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La varietà Cappelli è stata selezionata a partire da una popolazione di frumento duro di origine tunisina “Jean Rhetifah”, senza il ricorso all’ibridazione controllata con genotipi a bassa taglia alla base dei successi ottenuti da Strampelli nel frumento tenero. Le piante di frumento duro della varietà Cappelli sono molto alte e la granella che ne deriva è ricca di proteine. Si è diffusa rapidamente a partire dagli anni ’20, e fino agli anni sessanta è stata la varietà di frumento duro più coltivata in Italia. Per molti anni è stata largamente utilizzata negli incroci per lo sviluppo delle nuove varietà e quindi presente nella genealogia di quasi tutte le varietà moderne. Il mantenimento in purezza oggi è assicurato dal Centro di Ricerca per la Cerealicoltura del CREA che fornisce il seme di base per la produzione del seme certificato secondo la legislazione sementiera. Il ritrovato interesse da parte dei consumatori, a distanza di 100 anni, è legato essenzialmente alle peculiari caratteristiche organolettiche della pasta prodotta con questa varietà. Al convegno sono intervenuti, oltre alle istituzioni, rappresentanti del mondo scientifico e accademico italiano e rappresentanti delle imprese, mentre le conclusioni sono state affidate al Commissario del CREA Salvatore Parlato. L’Accademia Georgica ha concesso il proprio patrocinio all’iniziativa partecipando alla costituzione del comitato scientifico e proponendo quale relatore il dott. Sergio Salvi, biografo di Nazareno Strampelli. PREMIO INTERNAZIONALE PER L’ACCADEMIA E IL RICERCATORE SERGIO SALVI NEL SEGNO DI STRAMPELLI (ANNO 2016) Il Museo Nazionale della Paste Alimentari di Roma ha assegnato il Premio Internazionale del Museo al libro sull’illustre genetista marchigiano che nel 2016 celebrerà il 150° compleanno quale evento riconosciuto di interesse nazionale Nella storica cornice del Teatro Salone Margherita “Il Bagaglino” di Roma, lunedì 21 marzo si è tenuta la cerimonia di premiazione della XX Edizione del “Premio del Museo” organizzata dal Museo Nazionale delle Paste Alimentari di Roma e San Francisco. L’ente, istituito dalla Fondazione “Vincenzo Agnesi”, ha l’obiettivo di “favorire la conoscenza e la valorizzazione della pasta italiana nel mondo”. La finalità più impegnativa ed innovativa è quella di “contribuire a risolvere, o almeno alleviare, il problema, ancora oggi irrisolto, della denutrizione nel mondo attraverso il giusto ed armonico utilizzo di questo tipico prodotto italiano”. Il concetto è quello di equilibrare i bisogni economico-alimentari nel corretto rapporto tra uomo e uomo, tra popoli ricchi e quelli poveri.
In questa edizione, per la sezione Mercato-Editoria, i premi in argento sono stati attribuiti all’Accademia Georgica di Treia quale casa editrice e all’autore Sergio Salvi per la pubblicazione “Sulle tracce di Nazareno Strampelli” edita nell’anno 2013 con il contributo dell’azienda Agroservice s.p.a. di San Severino Marche la quale svolge attività di ricerca, sperimentazione e moltiplicazione di sementi per l'agricoltura. Il testo, opera di Salvi, concittadino di Nazareno Strampelli, col suo attento e appassionato lavoro offre una felice occasione di arricchimento culturale: si tratta di uno studio effettuato passando in rassegna i 98
ACCADEMIA GEORGICA TREIA principali periodici di agricoltura pubblicati in Italia nel periodo in cui l’agronomo genetista fu professionalmente attivo. Lo scopo era quello di recuperare scritti “dimenticati” di Strampelli e articoli di altri ricercatori, suoi contemporanei, che riportassero la descrizione di osservazioni, scoperte e ricerche scientifiche inedite attribuite allo scienziato marchigiano. La premiazione del volumetto rappresenta un’ulteriore tappa del percorso di avvicinamento all’anno 2016 che vedrà celebrare il 150° anniversario della nascita Nazareno Strampelli. Una strada intrapresa sin dal 2013 dall’Accademia Georgica, unitamente a molti altri soggetti pubblici e privati aderenti ad uno specifico comitato informale a valenza nazionale, con l’obiettivo di celebrare la figura di uno dei più grandi agronomi e genetisti agrari di tutti i tempi, attraverso una serie di eventi e momenti di approfondimento scientifico con l’intento di portare l’attenzione del pubblico sull’agronomo e genetista di Castelraimondo che nei primi decenni del Novecento, con i suoi studi e ricerche in campo genetico, in particolare sui cereali, si era impegnato nel problema del nutrimento dell’uomo e della terra. CONVEGNO: MENDEL, STRAMPELLI, LA GENETICA AGRARIA E L’ALTA FORMAZIONE IN SCIENZE AGRARIE Mendel, Strampelli, la Genetica Agraria e l’alta formazione in Scienze Agrarie - Scienza e tesori d’arte nell’Abbazia di S. Pietro in Perugia Perugia, Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali DS3A dell'Università degli Studi di Perugia, venerdi 29 aprile 2016, ore 9:00 Nel 150° della Nascita di Nazareno Strampelli, nel 120° dalla fondazione del Regio Istituto Agrario Sperimentale di Perugia e nel 1050° dalla fondazione della Basilica di S. Pietro in Perugia, venerdì 29 aprile 2016 presso l'Aula Magna del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia si terrà un importante convegno che celebrerà i 120 anni della stessa Facoltà di Agraria. Sarà inoltre occasione per parlare di Nazareno Strampelli nell'anno del suo 150° anniversario della nascita con la presentazione del nuovo testo dal titolo “L’uomo che voleva nutrire il mondo: i primi 150 anni di Nazareno Strampelli” di Sergio Salvi e edito dall’Accademia Georgica con il contributo della Regione Marche. PUBBLICAZIONE: L’UOMO CHE VOLEVA NUTRIRE IL MONDO: I PRIMI 150 ANNI DI NAZARENO STRAMPELLI Il presente progetto editoriale di valenza storico scientifica e biografica vuole approfondire l’opera del nostro scienziato agronomo e genetista Nazareno Strampelli, maceratese di nascita ma importante cittadino di diversi continenti perché con i suoi studi e ricerche ha sostanzialmente contribuito a ridurre la “fame nel modo” un aspetto attualissimo adottato altresì dall’evento mondiale di Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Questa pubblicazione è altresì inserita nel programma più vasto di seguito descritto, che vede impegnati soggetti pubblici e privati a livello nazionale che hanno interesse alla valorizzazione di questo nostro conterraneo, finalizzato a celebrare il 150° Anniversario della nascita di Nazareno Strampelli. La Pubblicazione curata dal Dott. 99
ACCADEMIA GEORGICA TREIA Sergio Salvi, biografo e cultore dell’opera di Nazareno Strampelli, sarà edito da questa Accademia Georgica. La Pubblicazione verrà distribuita gratuitamente a tutte le biblioteche interessate, locali e nazionali, e nell’ambito di iniziative aperte al pubblico (presentazioni, convegni, seminari, ecc.) che si terranno nell’arco del 2016; ciò al fine di divulgare l’opera di questo nostro scienziato marchigiano. Il volume ripercorre la storia di Nazareno Strampelli attraverso una ricostruzione delle fasi salienti della sua vita e della sua opera scientifica. Detta ricostruzione è basata in larga parte sull’esito di otto anni di ricerche svolte dall’autore compiendo approfondimenti di natura biografica, storica e scientifica e ponendo in evidenza numerosi aspetti inediti o poco conosciuti dello scienziato e della sua vasta opera. Il libro, dopo aver sottolineato l’impatto avuto dagli studi e dalle innovazioni realizzate da Strampelli sulla moderna granicoltura e sulla ricerca agraria in genere, si chiude con uno sguardo al futuro della ricerca agroalimentare e all’auspicata “nuova rivoluzione verde” agricola. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo della Regione Marche - P.F. Cultura. BUON COMPLEANNO NAZARENO STRAMPELLI! Sabato 21 maggio 2016 organizzato unitamente all’Istituto Agrario di Macerata in occasione del 150° Anniversario della Nascita (1866–2016) Una ricca presenza di pubblico ha festeggiato il compleanno di Nazareno Strampelli nel 150° anniversario della nascita con un evento dedicato allo scienziato agronomo maceratese padre della moderna granicoltura. La filosofia “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, il tema centrale dell’Expo 2015 di Milano, era già stata anticipata, sostenuta e realizzata all’inizio del XX secolo proprio dal nostro conterraneo Strampelli con l’aiuto della sua consorte Carlotta Parisani: lo scienziato maceratese precursore della Rivoluzione Verde è senz’altro uno dei più grandi agronomi e genetisti agrari di tutti i tempi. L’Accademia Georgica di Treia e il prestigioso Istituto di Istruzione Superiore “Giuseppe Garibaldi” di Macerata hanno voluto celebrare la nascita di Strampelli con un significativo evento chiamando a celebrarlo studiosi, esperti del settore e studenti.
Il programma della giornata ha previsto una serie di momenti all’insegna dell’esperienza tracciata da Nazareno Strampelli. L’evento è iniziato presso l’Aula Magna dell’Istituto con un convegno scientifico dedicato ad approfondire la figura dell’insigne scienziato attraverso interventi di figure provenienti dal mondo accademico nazionale (Università La Sapienza di Roma) e marchigiano (Università Politecnica delle Marche e Università degli Studi di Camerino), ricercatori, genetisti ed esperti del settore. A seguire, la manifestazione è proseguita presso il Porticato del Convitto dove il compleanno simbolico è stato officiato dal taglio della torta alla presenza delle autorità civili, scientifiche e degli eredi Strampelli. Nel pomeriggio, l’iniziativa si è conclusa con la visita dei campi sperimentali del CERMIS - Centro Ricerche e Sperimentazione per il Miglioramento Vegetale – a Urbisaglia e Tolentino. La giornata ha inaugurato il triennio di iniziative per il 150° anniversario della fondazione dell’Istituto Agrario di Macerata (1869 - 2019) e il vernissage della mostra sul rapporto tra Strampelli e l’Istituto Agrario di Macerata. Nell’ambito della manifestazione è stato inoltre presentato il nuovo testo edito 100
ACCADEMIA GEORGICA TREIA dall’Accademia Georgica con il contributo della Regione Marche dal titolo “L’uomo che voleva nutrire il mondo: i primi 150 anni di Nazareno Strampelli” scritto da Sergio Salvi, concittadino e autore di numerose pubblicazioni su Strampelli, di recente premiato insieme all’Accademia nella XX Edizione del “Premio del Museo” organizzata dal Museo Nazionale delle Paste Alimentari di Roma.
Il “Compleanno” di Nazareno Strampelli rappresenta la tappa culmine del percorso di avvicinamento all’anno 2016 che vede celebrare il 150° anniversario della sua nascita. Una strada intrapresa sin dal 2013 dall’Accademia Georgica, unitamente a molti altri soggetti pubblici e privati aderenti ad uno specifico comitato informale a valenza nazionale, con l’obiettivo di celebrare la figura di uno dei più grandi agronomi e genetisti agrari di tutti i tempi, attraverso una serie di eventi e momenti di approfondimento scientifico con l’intento di portare l’attenzione del pubblico sull’agronomo e genetista di Castelraimondo che nei primi decenni del Novecento, con i suoi studi e ricerche in campo genetico, in particolare sui cereali, si era impegnato nel problema del nutrimento dell’uomo e della terra. Ricca, infatti, è stata l’attività preparatoria agli eventi del 2016 concretizzata dall’antica istituzione treiese e dai numerosi soggetti pubblici e privati che hanno condiviso le iniziative che sono state altresì riconosciute onorificamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso il Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale quale manifestazione di interesse nazionale mediante anche il logo ufficiale delle celebrazioni: sul sito internet www.accademiageorgica.it sono consultabili tutte le informazioni sulle iniziative intraprese volte alla valorizzazione dell’illustre scienziato maceratese.
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ACCADEMIA GEORGICA TREIA PROGETTO DI RICERCA: VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESTINZIONE DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI TRADIZIONALI DELLE MARCHE Oggi che l’economia agricola è inserita in un mondo industrializzato dove il confronto non è più il mercato locale o nazionale ma europeo e mondiale, il prodotto tipico, frutto di particolari tradizioni, legato a luoghi di produzione con caratteristiche del tutto peculiari a maggior ragione deve essere tutelato alla pari dello stesso patrimonio considerato “bene culturale” e trasmesso, quale conoscenza e competenza, alle giovani generazioni. E’ nata così l’esigenza di varare un progetto di ricerca orientato alla valutazione del rischio di estinzione dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali delle Marche: promosso dall’Accademia Georgica, con il sostegno della Camera di Commercio di Macerata, lo studio è stato affidato al dott. Sergio Salvi – biologo, ricercatore e cultore di storia dell'agroalimentare – dedicato a quello che forse è il più sfuggente tra i vari gruppi di prodotti appartenenti alla tradizione agroalimentare italiana al fine di tutelare quel patrimonio tradizionale locale che questo particolare momento di globalizzazione alimentare mina anche nelle conoscenze delle giovani generazioni. Obiettivi della ricerca L’obiettivo a breve termine della ricerca è stato quello di divulgare i risultati ottenuti, mediante la pubblicazione di un volume a stampa curato dall’esecutore della ricerca ed edito dall’Accademia Georgica di Treia con il patrocinio della Camera di Commercio di Macerata e da altri soggetti collaboratori. L’obiettivo a medio/lungo termine della ricerca è di stimolare:
Gli organismi pubblici preposti, le associazioni di categoria e i giovani imprenditori marchigiani per le produzioni agroalimentari tradizionali e, contemporaneamente, facilitare l’individuazione di alcuni prodotti non ancora censiti che meritino l’inserimento nell’elenco delle produzioni tradizionali. Gli stessi attori per l’organizzazione di uno studio dal punto di vista del consumatore che non ha ancora ricevuto in Italia la dovuta attenzione attraverso un’ampia letteratura di marketing finalizzata ad evidenziare i seguenti tre ruoli principali di scelta del PAT: 1) la natura di segnale di qualità, con valore predittivo verso altri attributi qualitativi del prodotto; 2) il ruolo simbolico e affettivo; 3) le implicazioni etico-normative.
In sostanza sembra evidente come una ritrovata attenzione nei confronti del consumatore oltre a contribuire ad una migliore comprensione delle dinamiche in atto, possa offrire agli attori dei sistemi locali, che sui prodotti agro-alimentari tipici puntano per favorire processi virtuosi di sviluppo, importanti elementi conoscitivi per le proprie scelte di commercializzazione individuali e collettive. Un volano economico che potrebbe sostanzialmente contribuire alla crescita dell’economia locale non solo agricola. Le fasi di intervento 1. Progettazione di dettaglio 2. Adempimenti burocratici/amministrativi 3. Coordinamento 102
4. Esecuzione del progetto di ricerca 5. Realizzazione della pubblicazione finale
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Il progetto di ricerca Secondo la XV revisione (anno 2015) dell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, redatto ed aggiornato periodicamente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, nelle Marche risultano censiti 151 prodotti agroalimentari tradizionali (non-DOP, non-IGP) che includono varietà vegetali, razze animali e prodotti trasformati. Si tratta di prodotti sui quali regna complessivamente un alone d’incertezza riguardo il loro stato di “salute esistenziale”, che non può essere dedotto in automatico dal semplice aggiornamento periodico di un elenco nominativo. In altre parole, è necessario che accanto all’aggiornamento dell’elenco debbano essere periodicamente monitorate anche le condizioni agrobiologiche, produttive, economiche e culturali in cui versano i prodotti in questione, al fine di porre in evidenza eventuali criticità che possano compromettere la sopravvivenza, soprattutto nel breve termine, dei singoli prodotti nei rispettivi territori di appartenenza e diffusione. L’aspetto fondamentale che lo studio ha inteso indagare è quello relativo allo “stato di salute” che caratterizza ciascuno di questi prodotti sul piano economico-commerciale. La stabilità commerciale rappresenta una nozione irrinunciabile da conoscere per poter comprendere la reale consistenza di questi prodotti, ma non è mai stata inclusa nelle schede descrittive dei PAT né fatta oggetto di valutazione e di monitoraggio periodico. È palese che un “prodotto tipico” sopravvive non perché si fregia di una “intoccabilità” derivante dall’essere “tipico”, ma solo se possiede un proprio mercato, seppure di nicchia, che lo mantiene in vita. Da qui l’interesse a svolgere uno studio sul rischio di estinzione potenziale a cui questi prodotti – peraltro non protetti né pubblicizzati da marchi di origine o di qualità – sono esposti. La questione appare rilevante soprattutto per quei PAT – e solo nelle Marche ne sono stati individuati almeno 24 su un totale di 151 – che appaiono dotati di peculiarità genetico-biologiche tali da unire, ad un’eventuale scomparsa del prodotto per carenza di mercato, anche la perdita di biodiversità, un rischio che di certo non corre una banale focaccia preparata con l’acqua e la prima farina che capita tra le mani. Lo spunto per la realizzazione di questo studio trae origine da alcune considerazioni espresse nell’ambito di una precedente ricerca del Dott. Sergio Salvi sulle origini storico-geografiche e genetiche della varietà tradizionale di frumento “Rieti”, ricerca che ha inaspettatamente consentito di fare alcune interessanti considerazioni relativamente alla nascita del moderno concetto di prodotto tipico databile alla metà del Settecento. L’attuale concetto di prodotto tipico verte principalmente sulla soddisfazione di tre requisiti o fattori che un prodotto agroalimentare deve possedere per essere considerato tale: il fattore “geneticobiologico” (che include le peculiarità fisiologiche e nutrizionali del prodotto), il fattore “fisicoambientale” (che tiene conto delle caratteristiche del territorio di origine) e il fattore “antropicotradizionale” (inerente le conoscenze legate alla produzione e l’annessa cultura sensu lato). In aggiunta a questi tre fattori, le considerazioni sviluppate sulle origini del frumento tradizionale “Rieti” hanno permesso di proporre un quarto fattore, definito “economico-commerciale”, che il prodotto tipico dovrebbe soddisfare soprattutto per poter continuare ad essere sé stesso. In altre parole, un prodotto tipico persiste e conserva la sua identità se ha anche un’affermazione commerciale. Generalizzando queste considerazioni ed estendendole a tutti i prodotti agroalimentari tradizionali – quindi non solo alle varietà vegetali e alle razze animali, ma anche ai prodotti trasformati – è nata l’idea di effettuare una valutazione del rischio di estinzione nella categoria dei PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) riferibili alla Regione Marche. La valutazione della stabilità esistenziale dei prodotti agroalimentari tradizionali effettuata nello studio può essere riassunta mediante l’assegnazione di un punteggio per ciascun prodotto dipendente dal grado di soddisfazione del requisito-base di tipicità. L’assegnazione dei 103
ACCADEMIA GEORGICA TREIA punteggi permette, quindi, di elaborare una sorta di “graduatoria” della stabilità esistenziale dei prodotti esaminati, con ai primi posti i prodotti più stabili in termini di possesso dei requisiti di tipicità e di affermazione commerciale e, agli ultimi posti, i prodotti meno stabili e, di conseguenza, a maggiore rischio di estinzione. Tale classificazione dovrebbe permettere di approfondire aspetti quali la perdita di biodiversità e l’impoverimento economico e culturale del territorio di appartenenza per i prodotti che si rivelino a rischio di estinzione: l’elaborazione e l’attuazione di progetti di recupero e valorizzazione dei prodotti che risultano maggiormente esposti a rischio di estinzione costituisce l’obiettivo a medio/lungo termine che lo studio intende perseguire.
L’analisi finale parla chiaro: i prodotti agroalimentari tradizionali marchigiani a rischio di estinzione (se non già di fatto scomparsi, pur continuando ad essere mantenuti artificialmente in vita nell’elenco) sono 12 (pari all’8%), mentre ben un prodotto su tre presenta un’affermazione economico-commerciale di tipo borderline: vivacchia, cioè, camminando in equilibrio sull’orlo del baratro, con un mercato che da un momento all’altro – magari complice la chiusura dell’unica azienda che lo produce e lo vende – può decretarne lo sprofondamento nel burrone. Tuttavia, il mercato di ciascun prodotto borderline potrebbe anche decollare previo opportuno investimento in termini sia economici che di idee imprenditoriali capaci di riproporlo e valorizzarlo adeguatamente. Infine, vi è l’aspetto forse più interessante emerso da questo studio, ossia le molteplici chiavi di lettura della complessa realtà dei prodotti agroalimentari tradizionali. Queste chiavi di lettura, tanto per fare qualche esempio, raccontano di prodotti che spariscono dai territori, ma anche di “territori che spariscono dai prodotti” (come nel caso del Marrone del Montefeltro, una varietà di castagna che, di fatto, non può più dirsi marchigiana da quando il territorio dell’Alta Valmarecchia, dove è dislocato il nucleo produttivo del Marrone, è passato sotto la provincia di Rimini a seguito di referendum popolare nel 2009, lasciando alle Marche solo gli alberi sparpagliati nell’entroterra montano). Raccontano pure del ruolo di alcune aziende che, uniche a promuovere certi prodotti, assurgono anche al ruolo di depositarie di una cultura agroalimentare anch’essa a rischio di estinzione. Ma parlano anche di altre aziende che potrebbero nascere se solo si traesse l’ispirazione da chi, operante nelle regioni confinanti, sta tuttora puntando su business basati su prodotti pregiati comuni anche al patrimonio agroalimentare tradizionale delle Marche (perché gli altri sì e noi no?). Il messaggio finale della ricerca, che potrebbe essere esteso anche alle altre regioni, è il seguente: meno PAT – ma più specifici – e più monitorati sul piano economico-commerciale. L’auspicio è che una riforma di questo particolare gruppo di prodotti serva a dare seguito a quella promozione e diffusione delle produzioni agroalimentari italiane tipiche e di qualità, agganciata alla valorizzazione del patrimonio culturale, artigianale e turistico, che la legge istitutiva dei PAT si proponeva di perseguire. 104
ACCADEMIA GEORGICA TREIA L’evento di presentazione della ricerca Questi argomenti sono stati trattati venerdì 2 dicembre 2016 presso la sala convegni dell’Istituto Agrario di Macerata con la presentazione della specifica pubblicazione conclusiva del progetto di ricerca promosso dall’Accademia Georgica di Treia con il sostegno della Camera di Commercio di Macerata. Il relativo programma della giornata è stato articolato in due momenti: la parte iniziale con i saluti di enti e istituzioni, e quella delle relazioni scientifiche specifiche. Gli interventi di saluto, avviati dalla dirigente scolastica dell’Istituto Agrario di Macerata, Maria Antonella Angerilli, che ha fatto gli onori di casa sono proseguiti con Giuliano Bianchi, presidente della Camera di Commercio di Macerata promotrice del progetto, Carlo Pongetti, presidente dell’Accademia treiese, Mariano Severini, responsabile di area della filiali maceratesi della Banca di Filottrano, Leonardo Del Carpio, in rappresentanza del COPAGRI di Macerata, Francesco Fucili, Presidente della Coldiretti di Macerata, e Martina Buccolini, giovane imprenditrice dell’Azienda Agricola SI.GI. di Macerata che produce artigianalmente trasformati derivanti da prodotti agricoli tradizionali; purtroppo assente Luciano Ramadori, direttore della CNA provinciale, in quanto impegnato con i problemi causati dal sisma. Questi interventi di saluto, come da tradizione dei convegni promossi dall’Accademia, hanno costituito, per competenza e passione, delle vere e proprie relazioni trasformando i saluti in piccoli seminari all’interno dello stesso evento e destando particolare attenzione nei numerosi studenti presenti. Gli interventi scientifici sono stati tenuti all’autore della ricerca e della relativa pubblicazione Sergio Salvi, dal prof. Giuseppe Potentini, docente dell’Istituto Agrario maceratese, che ha trattato il tema della caratterizzazione sensoriale dei prodotti tradizionali, e da Ferruccio Luciani, responsabile della P.O. Qualità, Certificazione e Sicurezza degli Alimenti della Regione Marche, che ha illustrato degli Strumenti per la valorizzazione e la tutela dei prodotti agroalimentari tradizionali.
Ringraziamenti Gli organizzatori intendono ringraziare con particolare attenzione l’Istituto Agrario "Giuseppe Garibaldi" che ha ospitato l’evento, la Camera di Commercio di Macerata che ha sostenuto la ricerca, le aziende e gli operatori vicini al settore quali la Banca di Filottrano, la CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa – di Macerata, la Copagri – Confederazione Produttori Agricoli – delle Marche e l’Azienda Agricola Si.Gi. di Macerata che hanno permesso la realizzazione della pubblicazione finale, nonché alla Regione Marche, alla Citta di Treia e alla Coldiretti provinciale che hanno concesso il patrocinio all’evento.
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CONSIDERAZIONI FINALI L’Accademia Georgica di Treia, associazione di volontariato non lucrativa di utilità sociale che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale volta alla tutela, promozione e valorizzazione delle cose d'interesse artistico e storico, in questi ultimi anni ha incentrato la propria attività favorendo le seguenti evoluzioni:
dal punto di vista strutturale, mediante i lavori di restauro, ripristino ed adeguamento alle normative attuali dei propri impianti tecnologici (elettrico, antintrusione, antincendio, ecc.);
dal punto di vista del patrimonio culturale custodito mediante la sistemazione, catalogazione, recupero e messa in sicurezza del patrimonio librario, archivistico e di altri beni culturali presenti in Accademia, mediante l’utilizzo di procedure convenzionali, anche informatiche, riconosciute quali standard a livello nazionale ed internazionale.
Le attività convegnistiche organizzate di norma sono a costo zero in quanto l'Accademia utilizza relatori ed esperti con non richiedono nessun compenso; le spese fanno solo riferimento alla mera stampa di inviti, manifesti e piccole altre spese di comunicazione. L’attività culturale ordinaria riguarda:
Organizzazione e gestione di progetti scientifici e culturali; Gestione delle viste guidate al patrimonio culturale e museale dell’Accademia; Assistenza nella consultazione del patrimonio librario e archivistico alla varia utenza; Assistenza nei vari progetti gestiti con il mondo scolastico, in particolare sui progetti di “Alternanza Scuola lavoro” avviati da istituti di istruzione superiore provinciali”; Organizzazione di vari eventi culturali (presentazione di pubblicazioni, convegni, ecc.) Catalogazione della biblioteca nel polo bibliotecario maceratese collegato all’Indice SBN; Assistenza ai vari progetti d’intervento sugli archivi storici affidati a soggetti terzi; Assistenza e collaborazione con i servizi sociali comunali nei vari progetti d’inserimento lavorativo di soggetti diversamente abili; Manutenzione ordinaria e straordinaria del sito internet istituzionale www.accademiageorgica.it
Per tutta questa attività l’Accademia si avvale di:
Un giovane con specifica preparazione assunto con contratto part-time e nel rispetto delle normative vigenti; N. 3 volontari soci dell’Istituzione che prestano la loro opera a titoli del tutto gratuito; Giovani diplomati e laureati, in possesso di sufficienti competenze impiegati con borse lavoro volte ad offrire altresì un'esperienza lavorativa.
Inoltre per il progetto riferito alla digitalizzazione di n. 9.560 volumi antichi sugli oltre 15.000 titoli posseduti, l’Accademia si avvale di un giovane con contratto di Co.Co.Pro. in possesso sia della laurea specialistica in “Filologia e Letteratura Italiana dal medioevo all’età contemporanea” che di buone conoscenze “di sistemi informatici e di sistemi operativi” che lo rendono autonomo sia nella gestione operativa delle varie procedure di scansione che nella elaborazione dei dati e documenti secondo quanto previsto dalle disposizioni ICCU. 106
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A supporto di queste n. 2 assunzioni di giovani esperti sono stati inseriti altri giovani per il tramite l’Ufficio Servizi alla Persona del Comune di Treia che, ai sensi della normativa vigente nazionale e regionale, ha istituzionalmente la disponibilità e la possibilità di attivare progetti di inserimento socio lavorativo di carattere assistenziale tramite percorsi di “borse lavoro” con specifici progetti di inserimento lavorativo. Tali progetti di esperienze lavorative si pone l’obiettivo di offrire la possibilità a giovani in possesso di sufficienti competenze una seria esperienza di lavoro volta soprattutto ad arricchire le singole conoscenze ed esperienze. Una filosofia adottata dall’Accademia tendente a dimostrare come l’ottimizzazione delle modeste risorse economiche e l’organizzazione delle competenze di molti volontari e le competenze comunicative dei giovani riesce a valorizzare i beni culturali presenti consentendo altresì a breve termine di porre sul mercato le risorse culturali garantendo nel tempo anche un rientro economico per l’Istituzione sufficiente a creare anche, come le attuali direttive economiche, nazionali ed europee, impongono, un’opportunità occupazionale per le giovani generazioni. Treia, 30 ottobre 2017 La presente relazione è stata redatta da: Luigi Emili, Amministratore dell’Accademia Georgica Fabio Marchionne, collaboratore dell’Accademia Georgica
EL/MF Contatti Accademia Georgica Piazza della Repubblica, 13 62010 Treia (MC) Telefono e fax 0733.215056 www.accademiageorgica.it info@accademiageorgica.it
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