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Concludendo, si può dire che questo disturbo della conduzione intraventricolare accon1pagna di preferenza le alterazioni senili del miocardio: la prognosi è grave e la sua constatazione r ende molto· ·p recaria la sorte futura di qualunque n1alato di cuore. V. SERRA.
La paralisi difterica sperimentale. (G. RAMON , R .
e G. U HRY. l 'I rist. Pasteur, gennaio 1934). ·D EB RÉ
Ann. de
È possibile provocare nell'a11imale, nel ca-
n e e sopratutto nella cavia, una paralisi difterica ad evoluzione molto simile ai fatti osservati in clinica uma na. Secondo la dose di tossina iniettata si può ottenere una paralisi localizzata, che compare dopo una lunga incubazione, r etrocede e finisce per g uarire oppure una paralisi generalizzata ch e può anche guarire o terminare con la morte. Per realizzare a co1po sicuro la paralisi sperimentale conviene impiegare una tossina difterica con ve11ienternente attenuata. Gli effetti prodotti sono legati rigorosamente alla dose di veleno iniettata e 11on alla natura degli ipotetici componenti della tossina difterica. È il filtrato tossico, il veleno difterico di Roux e Yersin ch e è r esponsabil e d elle paralisi difteriche e di tutte le lesioni ed i disturbi legati· alla difterite. L 'iniezione della tossina attertuata determina n ell 'animale contemporaneamente paralisi e sviluppo dell 'immunità. Quando la paralisi appare e durante la sua estensione, il sangue dell'animale può essere ricco di antitossina . La fissazione della tossina sul tessuto n ervoso è rapida, si verifica n elle prime ore do1po l 'iniezione. Nelle esperienze degli AA . l 'antitossina h a evitato ~e paralisi solo se iniettata nelle prime dieci ore dopo l 'iniezione di tossina. Passato questo tempo , qu ali che sian o le dosi di siero antidifterico ed il modo di iniezione, la sua azione è nulla; ciò signifi ca dire c h e a fortiori esso non ha sulla paralisi già stabilita alcun pote re curativo . I differe nti tentativi terapeutici tentati dagli AA. contro Je paralisi difteriche sperimentali sono falliti. Il solp trattam ento possibile è preventivo e consiste n ell 'iniezione molto precoce, molto prima della comparsa dei primi fenomeni paralitici, di una dose sufficiente di siero antidifterico. C. ToscANO.
La terapia chirurgica del Basedow. (v.
HABERER.
De,uts. z. Chir. , dicembre 1933).
« Com e ogni chirurgo che prenda la denominazione morbo di Basedow in senso stretto , io non clispongo, d opo 32 anni di attività chirurgica, ch e di 103 casi di basedowiani operati n. Cosi l 'A. , direttore della clinica chirurg ica di Col onia, riassume in <1u esta rivista la
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sua esperienza chirurgica e le sue opinioni attuali sull 'argomento. Già molti anni fa l'A. aveva richiamato l 'attenzione sulle alterazioni timiche nel corso del morbo di B. e aveva proposto - in caso di notevole iperplasia timica - la resezione di esso. Tale con cezione subi successivamente numerose conferme. Così in 28' casi di B. accertati nella Clinica chir. di Innsbruck in 25 offrivano un reperto timico. Altre conferme sono date dai lavori di Bauer, Hart, Stahukes e altri. Recentemente anche u11 allievo di Sauerbruch, Capelle, sembra essersi convertito a questo punto di vista, tuttavia egli co·n ced e la timectomia solo secondaria1nente, cioè nel caso che la tiroidectomia non dia risultati. Nell'esame del problema non bisogna dimenticare la differenza di decorso del B . nelle varie regioni . Così il B. è mo-lto più grave in Ilenania che in Austria, rnentre in Austria, specie n elle regi on-i alpine, la com pron1issione del timo è assai più costante . v. Haber er h a eseguito 5-! tiroidectomie pure (6 morti (11 %), 47 operazioni combinate (4 morti ( 8·%) , 2 ti111ecton1ie pure (nessun inorto). Le autopsie delle 6 strumectomie pure ver e venute a morte dettero un r eperto tipico di 1
status tymicus. Le Liroidectomie pure erano state praticate dall'A. in un periodo in cui eg·li , in seguito alle vivaci polemiche su scitate , a,·eva a bbandonato la operazione co·m binata. Dall'esame della sua statistica l 'A. trae ora Je seg·uenti conclusioni: Se si è in presenza di un B. a tipo timico, cioè senza partecip·azion e d ella tiroida, va praticata la semplice timectomia . Questi casi costituiscono però un 'eccezione. In pr esenza di B. con tumore tiroideo, r ese·zione ampia della tiroide, legatura delle 4 arterie, e separazione dell'ist1no·. Quindi, esame del timo. Qualora lo sri trovi sostituito· da l solito piccolo lobo grassoso·. lo si lasci . Qualo·r a lo si trovi .p aren chin1atos-0, o, a maggior r agion e, ing rossato, lo si resechi. In presenza di un timo così ingrossato da non potere essere asportato dal g iugulo , l'A. non esiter eb·b e ad asportarlo per via sternale. Ar.no CALÒ .
L'anestesia paravertebrale in ostetricia. (CLELAND .
Surgery Ginecology arid Obstetrics,
luglio 1933). Il .problema dell 'anesté}sia durante il parto, non ostante i numerosi tentativi, non è ancora risolto. Sono state sperimentate la narcosi, la rachianestesia, l ' anestesia epidurale, l 'anestesia regionale. (L ' A. non fa ce11no d el parto durante lo stato di analgesia generale provocato tCOn l 'u so d ella morfina e ll el ~olfato di magn esio, o di altri preparati an aloghi (m a questi