Il policlinico sezione pratica anno 1920 parte 1 ocr parte3

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SEZIONE PRATICA

brio termico nei tubercolotici, in unione .al dott. Chuquet,, 1aveva pensato di utilizzarlo come mezzo d 'inda.gine ·diagnostica in quegli individui, nei quali, per aerti fenòmeni anormali, non chiaramente definiti, era lecito il .sos·p.etto della esistenza di una inf ezion.e tubercolare, di un focolaio morboso specifi,co, che, .per la sede e per la limitata .eistensione, non er.a possibile raggiungere coi com.u ni mezzi d 'in·dagine fisica. Per analogia., ·pensava il Darembevg, se un tubercolotico qonclamato, in seguito ad uno strapazzo fisico, presenta una più o meno spiccata elevazione termica, un individuo so·spetto di infezione tubercolare dovrà _presentare il medesimo fenomeno, essendo que-sto dovuto neri già all'azione locale del bacillo di Koch, ma piuttosto ai suoi veleni, .alle tossine che esso secerne, le quali per la loro far cile diffusione impreg11ano raipidamente tutti i tessuti, .e quindi anche il cen tre nervoso termol'egolato re la cui funzione, ·di conseig·uenza, ne rimarrà facilmente disturbata. Gli esperime11ti diretti .a ·confermare l'esattezza di qt1esta supposizione ebbero dei risrultati felicemente positivi, inquantochè i predetti ricercatori esperimentando su indiv~dui sospetti d'infezione tubercolare (infezione che '!)Oi in se·guito appariva sotto forma ben ohiara), hanno trovato che dopo .a,·erli sottoposti ad u110 strapazzo fisico, aid una fatica un· p·o ' prolu·ngata, come ad esempio ad una mar~i a protratta per mezz 'ora, i)resentavano un aumento di temperatura variabile da cinque ·de-cimil di ,grado a .due graidi e rpiù: e che q11esto ·a umento andava in se.guito rapidamente Bcomparendo col ri1p oso. È ri.ot·o che nell'uomo sano ciò non avviene, anche ql1ando la fatiica è dura e prolungata, e se differenze di temperatura si verificano, que,s te non sorpassa.h o i due de-cimi di grado. A questo 'Proposito ·sono note l e esperienze di A. Mosso sull·a ,f a ti ca_. Il Darembeng chiamava questa prova « la prDva del lavoro .e della fatica» ed operava a questo modo= mist1rava esattamente la tem[)eratura orale del s.o.g getto, e quindi lo faceva ica.riimin.are ·u n po' sveltamente per una mez"z'or.a o,d anic he 1p iù; qt1in1di nuova misurazione della temperatura . .se era&i verificato un aumento di queis ta ·di .almeno 5/10 l'individu·o in €same era messo in assoluto riiposo per un'ora, durante la qualP, la differenza di tem1p eratura andava totalmente 1scompare:ndo. In qt1esti ca.si il Daremberg dichiarava il .sog·g etto tt1bercoloso, diagnosi che, come dicemn10, veni,·a ·p oi in seguito ampiamente confermata per l'inso rgere di a ltri fenomeni morbosi caratteristici della infezione t11bercolare. Non .m ancarono gli opipositori, i quali nega-

rono o.g ni importanza al metodo, si.a peI'lohè alcuni avrebbero constatato l'aumento di temperatura anche in individui sani (Teissier, Mantoue, e.cc.), si.a perchè altri avrebbero o.sserv.ato lo .stesso fenomeno negli obesi e negli ,anemici convalescenti di · malattie esaurienti. Ma non mancarono neppure e furono numerasi ed autor·ev·olis·s imi (Turban, Penzold t, Bertra.ndt, eec.) i ricercatori i quali Ii)er lung·a e coscienziosa pratica se ne fecero, ed a ragione, validi sostenitori. Questi ultimi, ad. evitare cause d'errore n~lla .giusta interpretazione .della termon1etria, · consigliano di misurare la tem·p eratura nel cavo orale o nel cavo ascellare, e non alla regione anale, ove, specialmente negli obesi, rdurante la marcia, si può provocare un a ipertermia locale. È qu·esto metodo d'inidaigine seguito dal Daremberg, .come ognuno vede, sem·p licissimo e della massima 'Praticità e elle altro non richie, de che un ter1nometro esatto. Durante il perio1do di tempo (circa tre· anni) in cui, in qualità di direttore portai la mia opera presso il reiparto ·di a ccertamento diaignosti.co per i militari tubercolosi del 2° Cor-po d'Armata territoriale, ri·corsi sistematicaimente a questo .artefizio per appurare la dirugnosi di una sosipetta infezione tu bercolare • Il numero de-gli accertandi fu ingentissimo, l)areic.chie e parecchie. m1gli aia, ·e n.ella mas·sin1a •p arte portatori di lesioni sospette, per le qt1ali non era possibile, coi mezzi ·d'indagin~ a disposizione .(a.ssai limitati per ·deficienza numerica di person·ale sanitario), arriv.are 3Jd una diag11osi conclusiva. Mi v.alsi p erciò ed .ampia1nente di questo artefizio diagnostico, semplicissiim-0, e ne trassi preziosj elementi di gi11dizio, che, sommati con quelli otten.u ti con .altri mezzi d'in·daigine, mi p errnisei-o di esprimere giu·d izi esatti. Dico esatti perohè moltis·si1ni ·deg1i esaminati ed assoig gettati con . risultato ·po·sitivo, alla prova della fatica, ritorn.ati dopo u11 -periodo va1iabile da un annD a sei mesi nel reparto d, accertamento, presentarono maicrosc·opici se1gni e non dubbi di una infezione tubercolare in atto. ì\1i associo qt1indi toto corde al giudiziD de] Darem·beTig e riten·go che la ·P rova del lavoro «·debba nx»n tT1asourursi, anzi deib ba .essere espe rimeì.~tata tutte le volte ohe si tratta 1di git1dicare un individ11 0 in cui si so.svetta la presenza ·di l1na lesione tubercolare latente». 1

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* *-X· Un altro arteficio non trascul'labile, praticissimo, di poco costo, e quindi accessibile a tutti e del q11ale pure, dietro ,c on.s iglio del pro--

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