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SEZIONE PRATIC:\ •
I
ACCADEMIE, SOCIETA MEDICHE, CONGRESSI.
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(NOSTRI RESOCONTI PARTICOLAR!).
Riunioni medico-militari castrensi. lV
RIUNIONE:
7 ottobre 1916.
Sul trattamento delle fratture della diafisi delle ossa lunghe negli Ospedali da Campo. . Ten.e nte medi·co CAMERA UGo. - L'O. dopo avere accennata alla questione posta dagli astensionisti ·e dagli interventisti in p·roposito del trattamento delle fratture delle ossa lunghe, dichiara di esser.s i sempre lasciato guidar.e per l'astensione o per l'intervento esclusivamente dal reperto clinico ed anatomopatologico di ogni s.:ngolo -caso: comportandosi in tal modo, dice che si è trovato di aver trattato astensionisticamente molti casi, in certi altri è inter-: V·enuto am.che. ·con estese resezioni del focolaio di frattura. L'opera dell'ospedale da campo è sop:vatutto quehla di prevenire e vincere i . vari processi settici del focolaio ·di frattu~ra; la preoccupazione dell'integrità anatomica e. funzionale deve passare in seconda linea dinnazi alle temibili co.n seguenze dell'.inf.ezione. Tale il concetto generale che ha jnformato l'opera dell'O. nel trattamento delle 322 fratture di ossa lunghe, capitategli nel suo reparto. Riguando all'indicazione o meno dell'intervento, distingue le lesioni in questione in due categorie. In una ·categoria comprende quelle lesioni i:n cui non crede oppo~tuno l'intervento, e precisamente le fratture prodotte da proiettili di fucili, da .p allottole di .s trapnnell, non accomp.agnatJi da fenom eni di scoppio nelle par.ti molli o d.a incipienti fenomeni di sepsi. La ritensione del proietti1'e in questi casi non implica rr1ai il bisogna di un intervento immediato. Questi traumatizzati, previa accurata medicazione della ferita ed immobilizz.azione della parte, vengono traslocati in Ospedali territoriali. Nell'altra -categoria comprende quelle fratture nelle quali egli crede opportuno l'intervento, e precisamente quelle prodotte da sch·eggie di granata, bombe a man.o, o pure prodotte da altri p·r oiettili, ma che però abbiano dato luogo a fenom.e ni distruttivi a cari-co delle parti molli .. La presenza di fenomen-i settic·i costituisce poi in t11tti i casi un'irndicaz.ione assoJuta all'intervento. Riguarido alla modalità di questo .i ntervento distingue poi i casi nei quali n on esistono ancora n ella ferita fenomeni settici da q11.elli n ei quali la sepsi ·s i è già insediata. Nella prima circostanza l'intervento si pro1
pone: l'esame diretto della ferita e del focolaio di frattura; l'aillontanamento dell'eventuale m a riale estranèo e di quelle condizioni che possono fav orire l'insorgere dell'infezione; l'istituzione di un buon d1renaggio. Propo ne di essere sempre gene:r:osi nell'incisione sbrigliatr.ice della ferita; di riiispettare nella maggior misura possibile le masse muscolari. usufruendo nehlo ·~brigliamento so·p ratutto degli inter.s tizi muscolari. L'opportunità della controapertura sarà indicata da caso a caso, tenendo conto che essa h·a principalmente lo scopo di favor.ire una buona fognatura del focolaio della frattura. Riguardo all'~ntervento su questo focolaio ritiene che l'asportazione delle scheggie deve limitarsi esclusiv,a mente a quelle J-ibere, ed a quelle ancora aderenti solo per quel che occorre ·assicu·r are lln bu~n drenaggio alla ca1
vità midollare.
Quando .nella ferita e nel focolaio di frattura eststono fenomeni di sepsi, lo sbrigliamento dovrà essere più generoso .sino a raggiungere e.d aggredire le propaggini delJ'i:n_feziione. Cosi dovtranno essere ben divaricati gl'interstiz.i muscola·ri., i recessi, le anfrattuosità della • ferita; la contro~pertura sarà di regola cos.t ante. . Tutte le scheggie ossee necrotizzate e prive dì periostio saranno allontaniate, rispettando però quelle larghe ancora aderenti, anche se coperte d.i periostio più o meno compromesso dalla flogosi. Nei casi di 1esiO'Illi gravi, quando J'osso si presenta per un certo tratto del ·s uo spessor.e fram · mentato, con necrosi di questi frammenti, ed i monconi ossei limitanti il focolaio di frattura sono talol'a mortifi,c ati per un processo di periostite disseccante second·aria, l'O. ·r itiene che il miglior pr·ocedimento sia costituito dalla resezione di tutto .il focolaio dii frattura compre- · sovi i monconi ossei mortificati. Queste porzioni necrosate non servono ad altro che ad aumentare la grav·ità e la durata dei fenomeni suppurativi, cosi deleteri per lo stato generale dei pazi.e nti, e il'rullontanamento precoce di questi agenti fl ogogeni, determiilllando una rapida detersione della ferita e del focolaio di frattura, permette a grand·e sollievo del ferito di pratioal'e m·olto più presto ed in migliori condizioni quegli interventi post11mi di plasticità e di trapianti ossei, che, secondo l'O., s ono i mezzi più atti e razionali per riparare alle complicazioni più temibili d &l processo di gu arigione delle fratture. Dopo l'intervento gli arti vengono scrupolosamente immobilizzati, generalmente per mezzo di pendaggi gessati finestr ati ampiamente per le su ccessive medicazioni. L 'imm obilizzazi on ~ 1
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