La Voce dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio - N. 3-2019

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laVoce n. 3 - 2019

dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio


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Accademia del pizzocchero di TegliO

LA VOCE DELL’ACCADEMIA DEL PIZZOCCHERO DI TEGLIO trimestrale di informazione enogastronomica e di cultura a difesa del Pizzocchero di Teglio

anno 16 - numero 3 luglio-settembre 2019

Proprietà: Accademia del Pizzocchero di Teglio Piazza Santa Eufemia 6 23036 Teglio (SO) Tel. +39 0342 782000 info@accademiadelpizzocchero.it C.F. e P. IVA 00803050145 Registrazione al Tribunale di Sondrio n. 0175 del 13 ottobre 2003 Direttore responsabile: Flavio Bottoni Stampa: www.tipografiatecnostampa.it Rivista online: issuu.com/accademiadelpizzoccheroditeglio

Grazie al Consorzio Bim dell’Adda la rivista è inviata a tutti i Comuni, Comunità Montane e biblioteche della provincia di Sondrio, nonché a tutti i BIM in Italia.

Cari soci e amici Appena terminata l’importante iniziativa del “Pizzocchero d’oro”, con un bilancio positivo, per i ristoranti e per il paese, subito ci si è buttati nell’edizione 2019 di “Sapori d’autunno a Teglio”,. Queste iniziative, permettono di allungare l’offerta per un paese turistico, attuando quella che si dice, la “destagionalizzazione”, che in pratica, permette di richiamare turisti anche nei periodi di mezza stagione. Questi weekend, dedicati ai funghi, alla cacciagione e ai sapori autunnali, daranno comunque sempre risalto e valore al nostro Re Pizzocchero, in quanto saranno sempre abbinati al Menù dell’Accademia del Pizzocchero di Teglio. Un abbinamento vincente, che oramai da anni sta portando grandi risultati al territorio tellino. La valorizzazione dei prodotti tipici e dei piatti della tradizione, ha sempre più estimatori, a conferma di quanto ho avuto modo di dire e ripetere più volte, che ci troviamo di fronte ad un periodo storico importante, dove il turista è sempre più attento, alla ricerca di luoghi con un offerta enogastronomica importante si , ma, anche legata alla storia/ cultura/bellezza di un territorio. Teglio ha sicuramente tutte le carte in regola per primeggiare in questo e il lavoro che si sta facendo, con tutti gli attori del territorio, è finalizzato al raggiungimento di obbiettivi sempre più ambiziosi. Flavio Bottoni


in que sto nu me ro

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Conviviale 15 marzo

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Conviviale 8 agosto

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Conviviale 9 settembre

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Annibale Salsa

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E-Bike e cicloturismo

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Chiesa di Sant'Antonio

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Abuso della professione medica

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Cambiamento climatico

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Estate a Palazzo Besta

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Concerto del CEM della SocietĂ Filarmonica di Morbegno

Dono in canti

Il Galletto Vallespluga incontra la Pesteda


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Percorsi per violoncello solo

Museo aperto del Dòs de la Fórca

Sapori d'autunno

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Michele Boscacci

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Comune di Teglio

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Biblioteca comunale e ufficio turistico

Laboratori estivi

I love Santa Caterina

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Olimpiadi 50&piĂš

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Palazzo Besta

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Il turismo sportivo

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Serata con il trio Marzadori

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Ristoranti dell'Accademia

Falesia di Castelvetro e Torre De li beli miri

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Ricetta originale del pizzocchero e logo Accademia

Prato Valentino e mulino Menaglio

Organigramma



Conviviale 15 marzo 2019

Trattoria

Orio

Nella conviviale, fatta al ristorante Orio, si è parlato di sanità con il Direttore Generale dell’Asst Valtellina e Alto Lario, Dott. Tommaso Saporito e il Direttore Socio Sanitario, Dott. Antonino Zagari, che hanno intrattenuto i convenuti, esponendo quella che è la linea intrapresa per la riorganizzazione della sanità in valle, per renderla sempre più funzionale.

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Conviviale Carona Da consuetudine, nei mesi di luglio e agosto si sospendono le conviviali dell’Accademia ; Quest’anno invece, si è ritenuto di fare una serata a Carona, bellissima frazione di Teglio adagiata nel Parco delle Orobie Valtellinesi, il cui ricavato è stato devoluto all’Associazione Amici per Carona, che tanto si sta impegnando per mantenere in ordine la zona. Fra i tanti lavori che svolgono, vi è anche il recupero della tradizionale coltivazione del grano saraceno, che fino agli anni ottanta, assieme alla segale dava lustro alla località. Un centinaio le persone che hanno partecipato, che, prima della cena, hanno potuto ammirare il museo degli attrezzi agricoli del passato, approntato dagli Amici per Carona e la bellissima chiesa di Carona, sapientemente illustrata dal “cicerone” Carlo Nani.

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8 agosto 2019


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VALTELLINA ECORICICLI s.r.l. SERVIZIO DI SMALTIMENTO PNEUMATICI SERVIZIO DI RICICLO MATERIALI CARTECEI SERVIZIO RACCOLTA MATERIALI FERROSI CERNITA E STOCCAGGIO DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI Avviata negli anni 50 da Racchella Aldo e tramandata ai figli, da più di mezzo secolo Valtellina Ecoricicli raccoglie, seleziona, tratta e avvia a riciclaggio carta da macero di ogni tipo. Oggi Valtellina Ecoricicli è un'azienda in grado di trattare diverse tipologie di rifiuti riciclabili, come carta, materiali ferrosi, materiali non ferrosi, con una efficiente organizzazione operante sul territorio nazionale e quello elvetico. Pur conservando il core business storico nella carta da macero, Valtellina Ecoricicli ha saputo diversificare la sua offerta, attivando nuovi importanti servizi come il trasporto e recupero di rifiuti speciali non pericolosi e la distruzione di archivi e documenti riservati.

Valtellina Ecoricicli ha esteso il raggio di intervento al settore rifiuti, specializzandosi nella cernita e nel trattamento/recupero di rifiuti speciali non pericolosi provenienti dai settori commerciali/produttivi e da raccolta differenziata. Quello che in gergo viene chiamato “rifiuto”, ossia quello che non è stato selezionato nella raccolta differenziata per noi è lavoro. Una buona parte della selezione del rifiuto avviene a monte, presso le famiglie e presso le aziende; a seguito del conferimento presso il nostro impianto il rifiuto viene sottoposto ad una nuova selezione e separazione per estrarne un’ulteriore quantità di materiali: carta, ferro, alluminio, materiali inerti, ecc.

Successivamente, quanto recuperato viene rimesso nel circuito per il suo riciclo e riutilizzo, mentre quanto non più recuperabile per l’industria viene avviato a recupero energetico presso termovalorizzatori per poter avviare la minor quantità possibile di rifiuto alle discariche. L’azienda è iscritta all’Albo Nazionale delle Imprese che effettuano la gestione dei rifiuti, per le categorie 1 - 2 - 4 -5, autorizzata dunque al trasporto di rifiuti, rifiuti speciali avviati al recupero con procedure semplificate, nonché autorizzata al trasporto di rifiuti speciali non pericolosi, garantendo così un servizio ottimale sia per la piccola che per la grande industria.

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Conviviale 9 settembre 2019

Un imprevisto ha impedito al campione di ciclismo Ivan Basso di essere presente ieri, giovedì 19 settembre, alla conviviale dell’Accademia del Pizzocchero ospitata dal ristorante La Galeda. La serata è stata comunque un successo e un nutrito gruppo di soci e amici hanno preso parte alla serata, durante la quale si è parlato comunque di ciclismo e cicloturismo con Gigi Negri, direttore del consorzio turistico di Tirano. E’ stato lui, stimolato proprio da Bottoni, a ufficializzare il ritorno del Giro d’Italia in Valtellina il prossimo anno. Salvo sorprese, la tappa finirà al Cancano. “Il grande ciclismo è importante – ha detto Gigi Negri– E tutti vorrebbero ospitare una tappa del Giro. Qui noi siamo fortunati perché le nostre montagne hanno dato tan-

Ristorante

La Galeda

to al Giro e il Giro ha dato tanto alla Valle. Abbiamo Stelvio, Gavia, Mortirolo, ma anche altre salite da scoprire come la Carona fatta dal giro femminile quest’anno al pari della cronoscalata a Teglio”. E proprio il Giro è un veicolo di promozione importante che ha fatto crescere il turismo a due ruote. Tanto che Negri ha concluso evidenziando un dato: “Sabato ero a un convegno a Rimini dove è stato citato il caso della Valtellina e in particolare di Bormio che quest’estate, grazie alla bicicletta. “La bici, in particolare la E-bike, anche per il turismo tellino, con un territorio fortemente vocato e ricco di percorsi, è un “treno” fondamentale da prendere e da valorizzare , grazie anche all’enogastronomia”, ha poi concluso Bottoni.

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Concerto del CEM della Società Filarmonica Morbegno Il CEM (Campo Estivo Musicale), iniziativa organizzata dalla Società Filarmonica di Morbegno, alla sua diciassettesima edizione, per il settimo anno consecutivo a Teglio alla Baita del Sole di Prato Valentino. In un ambiente naturale, accogliente e familiare 85 musicisti, di età compresa tra i 10 e 17 anni, provenienti da varie Bande della Provincia di Sondrio e Lecco, dal 23 agosto al 1° settembre, con il Direttore del CEM M° Eugenio Arrigoni, coadiuvato da 9 Insegnanti diplomati si dedicano all’attività musicale. Unitamente all’attività musicale è prevista anche l’organizzazione

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dell’animazione e del tempo libero a cura di uno Staff dedicato con il Capo animazione e Responsabile organizzativo Fulvio Abbate. L’attività musicale consente di preparare le esibizioni di fine corso in diversi Concerti, con l’esecuzione di 10 brani in repertorio, ispirati al tema CEM 2019: “WILD” ovvero “il Selvaggio” quindi collegamento alla natura e all’avventura. Molto seguiti i concerti degli ultimi due giorni del CEM, sabato 31 agosto Teglio e domenica 1 settembre a Prato Valentino, come i successivi per chiudere con l’importante serata memorabile del concerto di

grande successo, molto applaudito, nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano, dove normalmente si esibiscono le migliori Orchestre a livello mondiale. Esperienza unica, di grande valore educativo, sociale, di alto livello musicale per i giovani musicisti e l’Accademia del Pizzocchero di Teglio è orgogliosa di collaborare, con la Filarmonica di Morbegno, per dare continuità all’iniziativa CEM apprezzata dal numeroso e caloroso pubblico e dalle autorità presenti ai diversi Concerti.



Chiesa di

Sant'Antonio L’attenzione della chiesa di Sant’Antonio è presto attratta dall’aspetto monumentale del piccolo tempio. In effetti, pur di non grandi dimensioni, esso, grazie all’architettura in stile barocco, acquista sorprendente solennità, chiaramente manifesta nella facciata con il suo protiro e l’alto frontone, dipinto su ambo i lati, con pinnacoli a piramide, e nella torre campanaria con lanterna e cupolino. Conferisce ulteriore imponenza all’edificio sacro l’ossario inserito sul fianco nord. Non sfugge l’eleganza d’insieme di questa singolare costruzione, caratterizzata da una grande trifora d’apertura con due slanciate colonne ed elaborate inferriate e da un frontoncino, in origine tutto affrescato al pari della fascia sottostante, dove a fatica ora distinguiamo nella stinta pittura Cristo giudice con accanto sant’Antonio, sulla sommità, e sotto, nella parte centrale, gli Angeli del giudizio con la tromba. Di diversa mano, più popolare, appaiono i didascalici dipinti settecenteschi dell’interno, tutti intonati con richiami biblici al tema del suffragio dei defunti.

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La chiesa risale al 1646, fondata nel cuore della Controriforma per dotare di un proprio luogo di culto le contrade di Bosci e Vangione, piuttosto distanti dalla parrocchiale. Fu costruita e dotata di arredi con i lasciti e le offerte di generose persone e gli introiti dei livelli (un affitto annuo) sulle terre di proprietà della chiesa, date da coltivare ai contadini. L’interno ad aula, tipico del tempio secentesco, arioso e accogliente non delude le aspettative: il Barocco si esprime in armoniose linee architettoniche nelle parti strutturali e negli altari e con grande sobrietà nell’apparato decorativo. Notiamo la consueta alta cancellata a chiusura del presbiterio e quelle ben lavorate delle cappelle laterali, il grande Crocifisso sull’architrave dell’arco trionfale e gli ex voto allineati sulle lesene, attestanti le grazie ottenute attraverso il taumaturgo Santo titolare della chiesa. Nel vuoto riquadro delle ancone dei tre altari, troviamo ora, dopo il furto sacrilego del 1981, solo statue: sant’Antonio da Padova, sant’Antonio Abate e la Madonna, poiché le tele non sono state più ritrovate.


Nella pala dell’altare maggiore, di autore sconosciuto, erano presentati Sant’Antonio da Padova con il Bambino Gesù e una serie di piccoli angeli. Sul lato sinistro in basso, sotto lo stemma della famiglia Gatti, si potevano leggere il nome del canonico Antonio Gatti, committente del quadro, e la data 1652. Sull’altare della cappella di sinistra, si poteva ammirare una delle più belle tele di Pietro Ligari, raffigurante Un miracolo di san Francesco da Paola, da lui dipinta nel 1728, mentre sulla pala dell’ancona della cappella di fronte era riprodotta la Sacra Famiglia, un’opera del XVIII secolo di buona mano. Purtroppo, assieme alle tele, furono asportati nel furto anche preziosi arredi d’altare, croci e candelieri del XVII secolo. Prof. Gianluigi Garbellini

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Ghiacciaio Fellaria - Valmalenco Foto: Fabio Annibaldi

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CAMBIAMENTO CLIMATICO

Quali scenari per la Valtellina?

Mostra documentale sul cambiamento climatico in Valtellina a cura di: Delegazione FAI di Sondrio CAI Sez. Valtellinese di Sondrio Fondazione Bombardieri Società Economica Valtellinese Fondazione Fojanini di Studi Superiori Il clima Il clima dipende dalla radiazione solare che giunge sul pianeta ed è regolato da cinque sistemi: le correnti atmosferiche; le correnti marine; la morfologia della superficie terre-

stre; la criosfera (le vaste superfici ghiacciate); la biosfera (il complesso degli ecosistemi in cui va compresa anche l’umanità). Questi cinque sistemi interagiscono tra loro, rendendo il clima altamente complesso e ostacolando possibili previsioni sulla sua evoluzione. Da qualche decennio si osserva un rapido innalzamento della temperatura del pianeta, che potrebbe sconvolgere gli equilibri climatici attuali. A partire dal 1880, le temperature del pianeta sono misurate con organicità e continuità per mezzo di termometri. Si è però in grado di

ricostruire le temperature precedenti sulla base di variabili correlate (variabili proxy), osservate in particolare attraverso carotaggi nei ghiacciai. Si è così visto che il clima degli ultimi 12.000 anni (epoca geologica dell’Olocene) è stato più stabile e favorevole rispetto ai periodi precedenti ed è questo che ha consentito lo sviluppo dell’agricoltura e delle civiltà moderne. Negli ultimi decenni, però, le temperature sono in sensibile aumento e vi è il rischio di compromettere la favorevole condizione climatica offertaci dall’Olocene.

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L’aumento della temperatura e le sue cause Vi sono elementi inequivocabili circa il fatto che l’attuale incremento delle temperature sia opera dell’uomo, specificatamente le emissioni di gas che vanno a incrementare l’effetto serra dell’atmosfera. Si tratta di anidride carbonica (CO2), metano e ossidi di azoto. La CO2 è responsabile per l’80% dell’incremento dell’effetto serra. Essa proviene dalla combustione dei fossili (petrolio, carbone, metano). Esiste una correlazione molto stretta tra l’aumento della concentrazione atmosferica di CO2, le emissioni antropiche e l’aumento delle temperature. La concentrazione attuale di CO2 sfiora le 410 ppm (parti per milione), mentre quella naturale dovrebbe essere di circa 270 ppm. Le Alpi sono tra le aree maggiormente interessate dal cambiamento climatico. Dai dati rilevati dalla Fondazione Fojanini nella città di Sondrio risulta che le temperature medie annuali del settennio 2010-2016 sono risultate superiori di 2,1°C rispetto al settennio 19731979. Il riscaldamento nelle Alpi procede a un ritmo superiore di quasi tre volte di quello globale. La Fusione dei ghiacciai Una delle principali conseguenze del cambiamento climatico è la riduzione della criosfera, cioè della porzione della superficie terrestre ricoperta dal ghiaccio. Ad esempio, per la banchisa artica, la superficie media estiva si è praticamente dimezzata dalla metà del secolo scorso a oggi. Nel territorio della Provincia di Sondrio, come in tutto l’arco alpino, la riduzione della superficie e del volume dei ghiacciai ha raggiunto proporzioni molto vistose, come appare nella documentazione fotografica della mostra relativa ai ghiacciai del Gruppo del Bernina, del sottogruppo del Disgrazia, del massiccio Ortles-Cevedale, delle Orobie e della Valchiavenna. Da studi dettagliati risulta che: Il Ghiacciaio dei Forni, in Valfurva, ha ridotto del 36% la sua superficie

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negli ultimi 150 anni, • con arretramento di 2 Km del fronte e riduzione di 70 m nello spessore della lingua nel solo periodo 1929-1998. Il Ghiacciaio dello Sforzellina, in Valfurva, ha ridotto la sua superficie di ¾ nello stesso • periodo, mentre il suo spessore standard (misurato in metri acqua equivalente) è diminuito del 32% a partire dal 1986. Il Ghiacciaio del Ventina, in Valmalenco, è arretrato di oltre 1.300 m a partire dal 1890. I cambiamenti negli ecosistemi Il cambiamento climatico produce numerosi altri effetti nell’ambiente, in particolare nelle zone di alta quota, particolarmente sensibili all’innalzamento delle temperature. Le specie viventi, animali e vegetali, rispondono migrando in quota e adattando il loro ciclo vitale. Per alcune specie, il cambiamento può costituire un’opportunità, mentre per altre crea condizioni avverse che possono determinarne la scomparsa, come documentato in uno studio condotto nella zona della Punta Marinelli (Gruppo del Bernina) nel 1959 (Pirola) e nel 2003-2005 (Parolo e Rossi). Sulla fauna, l’innalzamento delle temperature può interferire sulla migrazione degli uccelli e sulle fasi riproduttive, oltre a determinare fenomeni di “mismatch”, ossia di mancato sincronismo tra i cicli di vita di specie tra di loro connesse in termini ecologici, come nel caso predatore/preda. Il ritardo delle nevicate autunnali, ad esempio, espone la Lepre bianca, l’Ermellino e la Pernice bianca a un maggior rischio di predazione a seguito del cambio di livrea. Un altro esempio è quello del cuculo: alcune specie ospiti delle sue uova depongono le proprie in anticipo rispetto al suo arrivo dalla migrazione, mettendone a rischio il successo riproduttivo. Tra le specie alpine più sensibili al cambiamento climatico vi sono: il Fringuello alpino, la Pernice bianca, la Civetta nana e la Civetta capogrosso. Per le specie vegetali, il Servizio Meteorologico svizzero ha elaborato un “Indice di primavera”, grandezza statistica ricavato sulla base di 10

fasi fenologiche primaverili osservate in circa 80 stazioni a partire dal 1950. La Fondazione Fojanini ha invece analizzato il ciclo del melo nell’ultimo ventennio. In entrambi i casi si sono evidenziati anticipi di vari giorni nel ciclo, ciò che aumenta considerevolmente i rischi di danni da ritorni di freddo e gelate. Come vi sono specie danneggiate dal cambiamento climatico, così vi sono specie che traggono beneficio e conquistano nuovi territori. Si tratta di specie mediterranee o tropicali, in particolare di insetti, di cui è già stato registrato l’ingresso in Valtellina. Alcuni sono innocui, altri invece sono dannosi per le piante e la biodiversità o per lo stesso uomo laddove siano vettori di malattie infettive. Nuove opportunità si hanno anche per le coltivazioni, come nel caso dell’ulivo e dello zafferano.

Le conseguenze di tipo idrogeologico Il cambiamento climatico si riflette anche sul sistema idrogeologico. La recente frana del Cengalo (Val Bregaglia – CH), di circa 4 milioni di metri cubi, è stata probabilmente innescata dalla fusione del permafrost interstiziale, causa le alte temperature dell’estate 2017. Altre frane di crollo si sono già verificate nel nostro territorio (Val Pola, Turwisier, Valmalenco) e in altre località dell’arco alpino (Vallese, Dolomiti bellunesi, Alto Adige, Gruppo del Bianco). Altri contraccolpi si hanno sul regime delle precipitazioni, al momento non tanto in termini quantitativi, quanto sulla distribuzione, frequenza e intensità degli eventi. In provincia di Sondrio i fenomeni piovosi stanno diventando più brevi e intensi e le nevicate si stanno spostando verso il periodo primaverile. Ciò comporta da un lato l’innesco di colate detritiche in aree dove non erano storicamente ricordate, dall’altro una diminuita capacità di alimentazione delle falde acquifere, con riduzione delle portate delle sorgenti e allungamento dei periodi di secca.


Le implicazioni economiche Come è facile immaginare, le dinamiche sopra descritte comportano sia attualmente sia in prospettiva rilevanti implicazioni dirette e indirette anche a livello economico, su scala locale e globale. A livello globale si stima che i fenomeni meteorologici e geofisici connessi con il cambiamento climatico possano comportare danni a infrastrutture ed attività economiche, con un’incidenza pari fino al 17% dell’economia del pianeta. Per gli effetti dell’inquinamento atmosferico si ritiene che oggi muoiano 7,7 milio-

ni di persone all’anno, con un costo di circa 225 miliardi di dollari l’anno. Adottare modelli di sviluppo e di business che coniughino sostenibilità e innovazione sia nei settori più tradizionalmente legati all’ambiente (es. produzione di energie alternative) sia trasversalmente al settore manifatturiero e all’intero sistema economico in generale (es. risparmio ed efficientamento energetico) apre possibilità interessanti anche nella prospettiva della crescita e dell’occupazione. Le aziende ecoinnovative sono quelle che tendono a presentare le migliori performances rispetto a innovazione e apertura

internazionale, con ricadute interessanti anche sull’occupazione. L’abbandono delle fonti energetiche fossili, oltre che indispensabile per tutelare il pianeta, può diventare occasione di business nelle scelte alternative da adottare. Si tratta di declinare tale approccio nei diversi ambiti; fra questi rientra - per i territori alpini in particolare, che presentano consumi energetici procapite superiori rispetto alla media europea - la necessità di modificare la logica del trasporto individuale su gomma, che è largamente prevalente in area alpina (84% turisti che viaggiano su gomma nelle Alpi). Su questa linea risulta necessario pensare, fra l’altro, a nuove forme di turismo sostenibile, superando la cosiddetta monocoltura dello sci, e riqualificare il patrimonio edilizio sotto il profilo energetico anche grazie all’uso delle nuove tecnologie, contenendo i consumi. Conclusioni La mostra punta ad accrescere le conoscenze e sensibilizzare l’opinione pubblica circa le cause e le conseguenze del cambiamento climatico in atto. Nella parte conclusiva offre alcune riflessioni che, pur nella consapevolezza del limitato peso quantitativo del territorio Valtellinese e Valchiavennasco, sottolineano la necessità di scelte consapevoli e coerenti, sia a livello amministrativo, sia di sistema produttivo, sia personale. In particolare viene rimarcata la necessità di: passare alle energie rinnovabili;• adottare stili di vita più sobri;• adottare modelli produttivi più efficienti;• sostenere gli sforzi della comunità internazionale nel contrasto al cambiamento • climatico. La mostra indica, soprattutto, la necessità di porre in atto scelte immediate, poiché il sistema climatico è dotato di una grande inerzia e per invertire le tendenze in atto occorrerà un tempo ben superiore rispetto a quello necessario alla semplice modifica delle condizioni che hanno condotto alla situazione attuale.

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Dono in Cant i Sabato 14 settembre, nella Parrocchiale di S.Eufemia, si è tenuto, di fronte ad una chiesa gremita, la terza edizione di “Dono di Canti”, organizzato in collaborazione tra Accademia del Pizzocchero, Cai sezione di Teglio, Centro Tellino di Cultura, Parrocchia S.Eufemia, coro C.A.I Sondrio e Comune di Teglio. Ad esibirsi nel canto, il Coro C.A.I Sondrio che ha ospitato per l’occasione il coro 7 LAGHI di Varese. Al termine, nel salone parrocchiale, il momento conviviale, dove non potevano, naturalmente mancare, i pizzoccheri dell’Accademia.

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Il Galletto Vallespluga incontra la Pesteda L’inconfondibile gusto del Galletto delle Alpi si unisce al mix di erbe aromatiche della Valtellina. Un prodotto da gastronomia genuino e 100% italiano legato alle nostre montagne.

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Il Galletto Vallespluga cresce in Valchiavenna, in una filiera integrata a bassa densità, 100% italiana, in armonia con la natura, nutrito da un mangime certificato e dall’acqua che sgorga da sorgenti incontaminate. A una manciata di chilometri di distanza, nel cuore della Valtellina, una confraternita di selezionati chef custodisce la segreta ricetta della Pesteda. Il condimento aromatico era considerato in antichità un intruglio miracoloso per la salute, ottenuto pestando erbe selvagge colte nei boschi che custodiscono ancora oggi le pitture rupestri. Bacche di ginepro, timo, pepe nero e achillea nana, rara pianta nascosta solo sulle vette alpine, si miscelano conservando aroma balsamico e poteri diuretici, un toccasana per il benessere. Valle Spluga S.p.A, azienda con sede a Gordona (Sondrio) fondata nel 1967, ha deciso di realizzare un Galletto speziato alla Pesteda, che è possibile trovare nei banchi Gastronomia di Iperal, per creare un prodotto nuovo e gustoso, con un sapore ricercato e di qualità che porterà direttamente nel piatto la genuinità e la freschezza dei sapori tipici delle nostre montagne.



“Le montagne hanno il valore degli uomini che le salgono, altrimenti non sarebbero che un cumulo di sassi” Walter Bonatti

Annibale Salsa Si è “volato alto” venerdì 6 settembre 2019 a Teglio, nell’incontro organizzato dal CAI di quella località con il prof. Annibale Salsa, già professore all’Università di Genova di Antropologia filosofica e Antropologia culturale ed ora, fra i vari altri molteplici incarichi, Presidente della “Trentino School of Management”. Dopo l’introduzione e i saluti di Luca Panizzolo, giovane presidente del CAI di Teglio, e di Paolo Camanni, presidente della Sezione Valtellinese del CAI di Sondrio, è stato proiettato il “Film Istituzionale del CAI” di Michele Radici, prodotto nel 2016 dalla Cineteca Nazionale, che, in soli dieci

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minuti, racconta la storia del Club Alpino e passa in rapida carrellata, con immagini spettacolari di montagne, rifugi, salite e discese con gli sci sui pendii dei monti, escursioni, calate nelle grotte, bambini che arrampicano, le svariate attività che il CAI svolge per perseguire le finalità che gli sono proprie. Al termine ha preso la parola l’illustre relatore, Presidente Generale del CAI dal 2004 al 2010, che ha intrattenuto il numeroso e attento uditorio sul tema “Terre Alte, viaggio nella cultura e identità alpina”. Con la sua nota verve, il prof. Salsa ha iniziato a spiegare che la parola

“viaggiare” deriva dal latino “viam agere”, vale a dire percorrere la strada, con la seduzione dell’avventura e la voglia di libertà, aggiungendo che solo chi cammina si immerge appieno nel paesaggio. I viaggiatori, amanti della lentezza, sono ormai pochi, mentre prevalgono i passeggeri, i turisti, che mirano alla velocità. Così si finisce col “guardare e non vedere” dimenticando che, per Aristotele, l’atto del vedere è atto della mente. Le valli longitudinali, con sviluppo est-ovest, come la Valtellina, sono molto più varie e piene di contrasti, in quanto la loro esposizione è,


da un lato, a nord, dall’altro a sud: basta vedere la notevole differenza della vegetazione, delle colture, dei paesi, dei luoghi, dei paesaggi tra il versante retico ed il versante orobico, per rendersi conto della bontà di questa affermazione. Nelle valli trasversali, con sviluppo nord-sud, questa diversità non esiste. Il paesaggio è un concetto antropologico e molto spesso viene mal interpretato, parlandosi così di “paesaggio naturale” che è una contraddizione in termini, in quanto la naturalità non ha nulla a che vedere con il paesaggio, che nasce esclusivamente dall’interazione della natura con l’uomo. La wilderness, tipicamente inglese, si interessa solo dell’aspetto naturale; la legge Bottai del 1939 ha, alla sua base, la filosofia latina, con l’attenzione alla “monumentalità”, mentre la concezione tedesca, mitteleuropea, mira ad un rapporto uomo-natura, tendenzialmente equilibrato. Questa è la ragione per cui in Svizzera, Austria, Germania e Alto Adige vi è una particolare attenzione ad un corretto connubio tra natura ed intervento umano. Il processo di rewilding, di ispirazione anglosassone, che mira al ritorno degli habitat ad uno stato naturale, basandosi sul principio di “resistere alla pulsione di controllare la natura, permettendole di trovare la sua strada”, non ha, secondo Salsa, una valenza positiva. Dall’inizio del nuovo millennio vi è stata un’inversione di tendenza, con il calo dell’emorragia demografica dalla montagna e il ritorno dei giovani ad attività contadine che prima, per lo sviluppo industriale e la fuga dei montanari nelle metropoli, non venivano più svolte. Questo processo non può essere lasciato allo spontaneismo, ma deve essere governato, non però da Milano, per quanto riguarda la Lombardia, ma dalla gente che vive sul territorio e che conosce i problemi della montagna. “Ben vengano, dunque”, ha affermato il relatore, “le autonomie alpine, che non sono dei privilegi, ma il riappropriarsi delle regole consuetudinarie di un tempo, che erano state trasfuse in molti Statuti delle comunità di montagna”. Sollecitato da alcune domande di Angelo Schena, il prof. Salsa ha ricordato come il CAI, associazione di protezione ambientale, riconosciuto come tale dalla L. 349/1986, si differenzia dalle altre associazioni “ambientaliste” per una visione che non è “protezione” o “tutela” tout court

dell’ambiente naturale, bensì attenzione per il “paesaggio culturale”, frutto dell’intervento dell’uomo, e per le popolazioni che vivono in montagna, alle quali devono essere date risposte positive, superando la contrarietà al “fare”, ma pensando al “come fare”. Questa posizione è ben delineata nelle norme di autoregolamentazione che il Club Alpino si è dato con il “Bidecalogo”, approvato all’unanimità dai delegati nel corso dell’Assemblea di Torino del 2013, in occasione dei 150 anni dalla fondazione dell’Associazione voluta dall’allora Ministro delle Finanze del neonato Regno d’Italia, Quintino Sella. Per quanto attiene il tema del riscaldamento globale, al centro dell’attenzione mondiale, anche per le sollecitazioni in tal senso della giovane attivista svedese Greta Thunberg che ha coinvolto migliaia di giovanissimi con il suo progetto “FridaysForFuture”, Salsa ha sottolineato come si contrappongano due diverse correnti di pensiero, una, quella della teoria della “ciclicità”, ritiene che nel corso del tempo si siano alternati periodi di riscaldamento (ad esempio a cavallo del 12° e 13° secolo, che ha comportato l’insediamento dell’uomo a quote più alte, come Trepalle), con periodi di piccole glaciazioni, come avvenuto dal 1600 fino alla metà del 1800; l’altra teoria individua invece la causa del riscaldamento nella crescita esponenziale delle attività umane generatrici di emissioni eccessive di CO2. “Il tema”, ha concluso Salsa, “va dunque affrontato con cautela e semmai bisogna porsi nell’ottica di come affrontare queste modificazioni climatiche, cercando di volgerle in positivo”. Da ultimo ha osservato che è ben difficile governare il Club Alpino Italiano che, a livello centrale, è un ente pubblico non economico, perché tale configurazione giuridica si scontra con la mentalità dei Soci, tutti volontari e uomini liberi, che mal digeriscono le pastoie burocratiche, con troppi lacci e lacciuoli. A ciò si aggiunge la difficoltà di far comprendere a Roma quali siano i veri problemi della gente che vive nelle “Terre Alte”. Insomma, come ha sottolineato il presidente Panizzolo al termine della serata, si è trattato di un’interessante lezione accademica che ha fatto aprire gli occhi agli astanti su alcune problematiche sulle quali si hanno, a volte, idee non del tutto chiare. Angelo Schena

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e-biKE e CicLoTuRiSmO

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Nel 2020 sarà bike mania anche in Italia, non ci sono dubbi. Sembra che la moda della corsa che ha influenzato negli ultimissimi anni sempre più uomini e donne di tutte le età si stia spostando verso le due ruote. Partito prima come tendenza il running si sta indebolendo a favore di un'altra attività fisica, in sella per l'appunto, spinta principalmente da tre fattori. Il primo è legato al fatto che una volta iniziato ad usare la bicicletta per svago o sport ci si accorge che è anche un fantastico, e soprattutto utile, mezzo di trasporto anche negli spostamenti di tutti i giorni, soprattutto dove le infrastrutture lo consentono. Senza dimenticare il risparmio economico non indifferente che ne deriva e che mette al riparo dal caro carburanti che incide sempre di più sui bilanci personali e, soprattutto, familiari. Il secondo lo possiamo trovare nella maggior consapevolezza culturale e comprensione nelle nuove, e in parte vecchie, generazioni riguardo l'importanza della sostenibilità ambientale delle attività umane. Tema che spinge sempre di più come stimolo verso l'utilizzo di beni e servizi che non consumino carburanti fossili. Il terzo, non trascurabile, è legato al fatto che rispetto alla corsa entra in gioco il mezzo materiale, il bene non primario, e quindi la ricerca tecnologica, con annesso le implicazioni consumistiche, che fanno sì che esistano anche gli aspetti di novità e miglioramenti del mezzo (e competizione tra consumatori) in grado di attirare le persone non solo per come utilizzarlo, ma per il possesso delle due ruote stesse. E questo punto è quello che ci interessa di più. Se in provincia di Sondrio l'utilizzo delle bike è principalmente turistico, ovviamente a causa della situazione morfologica del territorio con distanze più lunghe da percorrere rispetto alla città e pendenze non

facili nella maggior parte dei paesi (e anche il clima montano). Dall'altro lato la presenza di alcuni tra i più celebri passi alpini legati alla storia del ciclismo mondiale sono un incredibile elemento di attrazione verso gli amatori e appassionati difficilmente replicabile in altre zone, non solo alpine, in Italia e in Europa. Questo aspetto però è stato fino a poco tempo fa un grande valore aggiunto, ma anche un forte limite allo sviluppo del cicloturismo locale. Troppo difficili i percorsi, anche se mitici, per una vasta fetta di popolazione. E di conseguenza le maree di tifosi che si trovano in Valtellina durante le corse a tappe più celebri difficilmente potevano essere traslate in turisti sue due ruote, soprattutto nei mesi estivi. Ma l'avvento delle e-bike, con la pedalata assistita, che tanto si stanno sviluppando anche in casa nostra, può consentire sempre di più, con possibili margini di crescita notevoli, di recuperare sulle nostre montagne una vera e propria marea di utenti, prima scoraggiati dalla fatica. E se sul tema ci sono, come sempre, diverse opinioni e a volte anche piccole polemiche legate alla purezza” del movimento e dell'ascesa senza aiuto, quasi come quelle delle salite sulle cime con o senza l'ossigeno..., è innegabile che chi ama andare in bici lo fa sia con il mezzo tradizionale che, per comodità, con le sempre più tecnologiche e-bike. E in entrambi i casi si parla, turisticamente parlando, di un turista che spende di più di quello che arriva in auto. Senza dimenticare tutto l'indotto che viene generato non solo da hotel e strutture che le mettono a disposizione, ma anche da servizi di noleggio, riparazione, assistenza e tutto ciò che è bike friendly. Sandro Faccinelli Valtellina Turismo Mobile www.valtellinamobile.it

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Abuso della professione medica L'abuso della professione medica è un tema che, pur d'attualità, non è ancora sufficientemente trattato dai mezzi di comunicazione. Spesso si fatica a capire che dietro alcune attività che si vendono come “a fin di bene”, nascondendosi dietro presunte gratuità o volontariato senza secondi fini, troviamo un pericolo per noi e per gli altri. Il fenomeno è antico, i maghi esistono da sempre. Ma la massificazione degli strumenti di promozione disponibili (web e social network) ha consentito il proliferare di figure che, senza alcun titolo scientifico ed accademico, al di là del possesso della partita IVA (sempre che ce l'abbiano), riescono a convincere persone bisognose (d'aiuto) a fidarsi delle loro cure fai da te o che

si basano sulle ricerche su Google. Come in tutti settori la professionalità non ha prezzo, ma quando si parla di salute, affidarsi a chi possiede formazione e titoli adeguati non è solo importante, è fondamentale per non rischiare di farsi male. Il problema è principalmente di comunicazione, ma non solo. In Italia gli ordini professionali, e in particolare quelli medici, hanno le armi spuntate contro i truffatori e gli usurpatori. Come spesso capita nello Stivale le norme esistono, ma non sono facilmente applicabili. Infatti, per riuscire a colpire questi cialtroni è necessario in pratica che vengano presi sul fatto, sempre piuttosto complicato, o che siano le vittime stesse a denunciarli. Paradossalmente è più facile prenderli

in castagna per evasione fiscale piuttosto che per millantato credito, come ad esempio quando affermano di essere “terapeuti” anche se non hanno mai frequentato l'università, e in particolare quella giusta. Con alcune professioni poi basta aggiungere una o più parole e/o abbreviazione ed ecco che nascono figure non normate come la morfopsicologa o il terapeuta della felicità. Oppure dietro parole di uso comune, come il coach, si possono trovare sia persone che fanno quello che la legge gli consente in ambito sanitario, cioè poco o nulla, ed altri che invece prendono “in cura” pazienti a rischio suicidio e li convincono che non hanno problemi senza avere gli strumenti per effettuare tali diagnosi.

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Sembra impossibile, ma in Italia qualsiasi persona può affermare di essere un coach o un counselor anche senza aver seguito una sola ora di formazione, senza avere necessariamente una laurea o una preparazione specifica. Diventa quindi anche facile organizzare senza soluzione di continuità eventi con la gratuità in bella evidenza, quasi sempre in prossimità di luoghi o enti che curano soggetti fragili, a volte persino nelle scuole, magari confidando nei buon rapporti con gli insegnanti per i motivi più disparati. E il detto che quando “qualcosa è gratuito il prodotto sei tu” vale a maggior ragione in questi casi.

Fare il medico senza essere iscritti all'ordine dei medici o gli psicologi senza esserlo al relativo ordine è un reato. Serve quindi la consapevolezza che è pericoloso affidarsi a figure ambigue in campo sanitario e che il primo scudo agli “abusatori” siamo noi utenti e la nostra voglia di informarci e capire, esattamente come per il voto. Non facciamoci ingannare dai titoli di giornale, che quando non sanno cosa dire, parlano di maghi quando in realtà spesso si tratta solo di prostituzione e circonvenzione di incapaci. Sono sempre i concetti facili e, a volte, le citazioni di alcuni film o libri che possono aiutarci.

Ma prima di tutto possiamo difenderci, chiedendoci a chi affidiamo il nostro corpo e la nostra mente, che sarebbero poi i beni più preziosi che abbiamo. Quindi è necessario verificare sempre che il professionista a cui ci rivolgiamo sia iscritto all'ordine di riferimento. Apposito organismo che può garantire all'utente un controllo sull'agire del professionista che è tenuto a rispettare etica e deontologia. Forse non tutti sanno che in campo medico per esservi iscritti è necessario un lungo percorso accademico, un tirocinio e un esame di abilitazione statale riconosciuto, come minimo. Non certo un un corso intensivo di quattro weekend a base di tisane e volersi bene per cambiare il mondo. Fare il medico è una scelta, non è un gioco o un passatempo quando si va in pensione o si ha più tempo libero. Si tratta di una cosa molto seria, ma per diventarlo serve studio, sacrificio, perseveranza e, si spera, anche un pochino di vocazione. Perché va detto che la categoria non ha sempre brillato negli ultimi anni per filantropia. Il problema non è che manchi l'impegno del Ministero della Salute a tutelare le professioni. Sono troppi gli spazi che la legge lascia, ed è tipicamente italico, dove chi è più agguerrito trova humus per annidarsi. L'abuso della professione, comunque, al di là delle implicazioni etiche ed economiche, resta pericolosa e dannosa per i cittadini che ne sono vittime e che in caso di problemi, come spesso accade, non possono nemmeno beneficiare di alcuna delle tutele assicurate dalle professioni sanitarie. Un altro problema è quello di trovare il coraggio di uscire dalla vergogna e denunciare quando si capisce di essere finiti in una trappola di questa natura.

In “Patch Adams”, film del 1988 tratto liberamente dall'autobiografia del medico statunitense che ha fondato il “Gesundheit! Institute” nel 1971 c'è una scena esemplificativa. Il compagno di stanza all'università gli dice, durante una delle scene più importanti della pellicola che li riprende mentre litigano: “Io salverò delle vite che altrimenti andrebbero perse! Certo, potrei fare come fai te, la battuta pronta e quattro risate, ma preferisco apprendere perché più apprendo e più potrò avere la risposta giusta al momento giusto e salvare delle vite! Dici che io sono uno stronzo?! Può anche essere, lo ammetto, ma chiedi a chi ti pare: quando la morte busserà alla porta se vogliono avere uno stronzo al loro fianco o un fallito che li ammazzerà dalle risate! Perché quando quel giorno verrà io voglio lo stronzo, e scommetto anche tu!” Ovviamente queste frasi necessitano dei chiarimenti. Nessuno regalò niente ad Adams. Che si laureò e non certo perché aveva la battuta pronta. Ma è l'ultima frase che è essenziale. Quando abbiamo un problema di salute chi vogliamo che ci curi? Una persona preparata, che utilizzi tutta la fatica che gli è costata per arrivare ad essere “autorizzato” ad operare. Oppure una che ti dica che è tua amica e che ti vuole bene e ti riempie di like e kiss sui social e su WhatsApp, un consulente della felicità fisica e mentale che cerca di manipolarti offrendoti rimedi miracolosi e alternativi? Sandro Faccinelli Valtellina Turismo Mobile www.valtellinamobile.it


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Estate a Palazzo

Besta L’estate al museo di Palazzo Besta ha visto una densa e varia proposta di attività culturali, volte ad offrire diverse esperienze a differenti tipologie di pubblico. Lo scopo principale della programmazione è stato quello di rendere il museo un luogo familiare, un luogo di “benessere” per il visitatore che deve trovare in museo stimoli di riflessione, approfondimenti ed esperienze non stereotipate da vivere divertendosi. Nel mese di giugno due sono stati gli appuntamenti principali: in occasione delle giornate europee del patrimonio, sabato 15 giugno è stato presentato alla cittadinanza il progetto per i nuovi apparati didattici della sezione archeologica del museo. L’Anteprima AT è stata una occasione importante per condividere obiettivi e finalità con la comunità locale: infatti il nuovo allestimento dell’Antiquarium - che è stato nei giorni scorsi ufficialmente inaugurato - si occupa di una storia relativamente recente del territorio con legami ancora forti con le vicende che hanno caratterizzato la nascita e l’accrescimento di questa importante raccolta risalente all’età del Rame, aspetti fondamentali quasi prerequisiti progettuali nell’ideazione dei pannelli e dei relativi contenuti. Pochi giorni dopo, il 21 giugno, in occasione della Festa della Musica il salone d’onore ha ospitato il duo di chitarre Balzerano- Pieri: un modo piacevole e ricercato per

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inaugurazione la nuova illuminazione esterna del museo. Il progetto di riqualificazione illuminotecnica, sviluppato dall’arch. Alberto Pasetti Bombardella in stretto confronto con l’ufficio tecnico del Polo Museale, è finalizzato ad una valorizzazione del complesso museale, con un conseguente e non banale contenimento dei consumi energetici e dell’inquinamento luminoso. Si tratta di un intervento importante che favorisce la fruizione del bene oltre ad un’estensione dell’utilizzo del giardino per eventi e manifestazioni culturali anche serali. L’intervento complessivo ha anche previsto il completamento e rifacimento par-

ziale delle pavimentazioni esterne al fine di superare le barriere architettoniche presenti. Luglio è stato denso di appuntamenti ludico culturali con la proposta delle escape room in museo, partendo dall’esperienza positiva dello scorso anno, ma strutturandone maggiormente contenuti ed organizzazione: oltre a inserire nuovi temi culturali alla base degli enigmi e giochi proposti partendo dalle attività di studio e mostre organizzate, è stato possibile aumentare il numero degli eventi e garantire una sostenibilità economica dell’attività, grazie ad un accordo tra Polo


Museale della Lombardia, Comune di Teglio e Consorzio turistico della Media Valtellina. Sempre a luglio, venerdì 26, il museo ha ospitato lo spettacolo teatrale Ofelia. Donna delle erbe. Nel testo scritto da Maggie Rose e interpretato e diretto da CETEC, la protagonista è Giovanna Field, una donna delle erbe, figura comune al tempo di Shakespeare, che guariva con le proprie erbe, ma anche nutriva e dava un certo benessere alla gente. Proprio in funzione dei temi dello spettacolo e in linea con la storia del palazzo - quale corte letteraria dove la famiglia tellina invitava i suoi ospiti e li intratteneva con musica, teatro e cibo - a fine spettacolo è stato inoltre organizzato un incontro laboratoriale con la comunità locale grazie al supporto dell’Accademia del Pizzocchero e alla disponibilità di Cristina Filippini, che gestisce l'erboristeria Biovita a Teglio. Nel cortile del Palazzo è stato allestito un tavolo ricco di erbe e di essenze, di semplici cibi aromatici e gustosi, avviando un percorso che ha coinvolto i cinque sensi del pubblico.

Ad agosto si sono susseguiti molteplici eventi culturali patrocinati dal Comune di Teglio, a partire dall’ormai consueto concerto del 10 agosto. Quest’anno la serata intitolata Palazzi e nobili famiglie sotto le stelle si è molto innovata nella proposta: non solo grazie alla nuova illuminazione che ha permesso una differente contestualizzazione della performance musicale ma anche ai nuovi approfondimenti di studio che in parte sono stati alla base della sceneggiatura della serata gestita da Ambra jazz. Il tema del Settecento a palazzo e dei suoi protagonisti, ovvero la famiglia Morelli, ha preso spunto infatti dal pomeriggio del 2 agosto in cui, con il Centro tellino di cultura e l’archivio di Stato di Sondrio, abbiamo organizzato un incontro “Itinerari a palazzo: Il Settecento”, quale primo di una serie di approfondimenti su alcuni argomenti specifici della storia e delle vicende del museo per fornire nuove e insolite chiavi di lettura e di visita delle sale.

Non da ultimo, settembre ha visto appuntamenti importanti per il museo: il 21 settembre, in occasione delle giornate europee del patrimonio, è stato presentato il volume Palazzo Besta. Atlante iconografico: il primo esito di un progetto scientifico complessivo più ampio che vedrà compimento con l’organizzazione di un convegno scientifico in museo nei prossimi anni. Sempre a settembre è stato inaugurato il nuovo allestimento dell’Antiquarium tellinum che da giovedì 26 è diventato parte integrante del percorso di visita del museo. Infine, preme ricordare un’iniziativa appena conclusa dal titolo “1 viaggio... tre musei”: il primo di una serie di incontri sul territorio organizzati in maniera concertata in tre differenti sedi museali della provincia: il MVSA di Sondrio, Palazzo Besta a Teglio e il Parco delle incisioni di Grosio. Sabato 28 settembre u.s. è stata proposta una giornata per conoscere e vivere le testimonianze archeologiche delle incisioni rupestri nelle realtà museali, grazie a visite guidate con esperti.

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Percorsi per

Violoncello Solo Concerto della violoncellista Anna Stevanato 18 Agosto 2019 - Chiesa Sant 'Eufemia di Teglio L’Accademia, domenica 18 agosto 2019, ha organizzato presso la chiesa di Sant’Eufemia di Teglio il concerto della violoncellista ANNA STEVANATO con le musiche di Bach, Reger, Piatti, Cassadó. L’esibizione di alto livello, della giovane violoncellista Anna Stevanato, “Percorsi per violoncello solo”, è stata per i numerosissimi appassionati di musica presenti un’occasione importante per ascoltare:

Anna Stevanato è nata a Castelfranco Veneto nel 1997 in una famiglia di musicisti. Si diploma in violoncello con il massimo dei voti sotto la guida di Walter Vestidello presso il conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto. Attualmente studia con il M° Marianne Chen. Collabora con varie formazioni orchestrali e tiene numerosi concerti in duo con violino e pianoforte, in trio e in quartetto. Nel 2017 ha vinto il secondo premio al Concorso Internazionale “Giovani Musicisti” di Treviso e il primo premio al Concorso “Città di Piove di Sacco”.

Johann Sebastian Bach (1685-1750) Suite in RE minore: Prélude - Allemande - Courante Sarabande - Menuet I - Menuet II - Gigue Max Reger (1873-1916) Suite in SOL maggiore: Praeludium - Adagio - Fuge Carlo Alfredo Piatti (1822-1901) dai 12 Capricci per violoncello n. 1 - 7 - 10 – 9 Gaspar Cassadó (1897 – 1966) dalla Suite per violoncello Intermezzo e Danza finale

Un ricordo a padre Lorenzo che “dall’alto ha ascoltato con noi”.

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Museo aperto del

Dòs de la fórca di Mario Giovanni Simonelli

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La designazione del sito archeologico tellino fu elaborata nel 1981 da Davide Pace: «Il Dòss de la Fórca può essere considerato un museo aperto: sacro repertorio i cultuali petroglifi. La qualificazione ufficiale di "museo aperto del Dòss de la Fórca" introdurrebbe una felice novità nel problema della tutela di quei complessi culturali che ostendono inscindibile la concomitanza dei valori naturali e dei valori storici» (Pace, 1997b, p. 107). Il culmine del dosso variegato è posto a 868 m s.l.m. ed è indicato NS 799139 sulla carta d’Italia, scala 1:25000, F. N°19 IV S.O. (Ponte in Valtellina), edizione IGM. La composizione geologica del terreno è difforme: la struttura portante del terrazzamento glaciale è formata da rocce filladiche e calcaree con strati superficiali di argilla, di torba e di ghiaia (Russo, 2009, pp. 4-9). Rigogliosa la flora spontanea che riveste il sito. Nell’area circoscritta, caratterizzata da un peculiare microclima, si rileva a sud la presenza di vegetazione xero-termofila e a nord di boschi (latifoglia) (Garbellini, 1981, pp. 1-2; Simonelli, 2006, pp. 5-9). Il toponimo richiama il luogo dove nel Medioevo furono eseguite le condanne capitali contemplate negli statuti comunali. Il latino furca, in realtà, evoca un passaggio obbligato, una stretta gola. Tanto più che l’espressione suggerisce anche la conformazione a «V» dell’itinere (Olivieri, 1961, p. 232). Il dosso, infatti, incombe sulla biforcazione dell’arcaica strada romana. Il tratturo lambisce, a destra, le chiese di S. Martino e di S. Pietro e poi digrada verso Boalzo e Bianzone; ascende, a sinistra, verso Ligone, quindi perviene a Prato Valentino e al passo Meden, passaggio obbligato per la Val Saent (Confederazione Elvetica). Le mappe comunali, peraltro, assegnano al sito la denominazione di Dosso Rigoletto che potrebbe discendere dal diminutivo «ripula» con significato di «piccola riva» ovvero «piccolo terreno rialzato, in pendio». Quest’ultima formulazione, proposta da D. Olivieri, ben si attaglia al dòs de la fórca (Olivieri, 1961, p. 468). Si propone un itinerario archeologico, con accenni esegetici, che si può agevolmente completare, a piedi, in tre ore. Si raggiunge il punto di partenza percorrendo la strada panoramica dei Castelli da Sondrio nella direzione Teglio.

Icone scutiformi e spiraliforme (foto: M. G. Simonelli)

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Immagini fimorfoidi, a forma di φ (foto: M. G. Simonelli)

Dopo Vangione si incrocia a destra Ca Frigeri; immettersi, a sinistra, sulla carrozzabile comunale che conduce a Prato Valentino, S. Rocco e Ligone. Si oltrepassa un’azienda agricola e si parcheggia nei pressi di una edicola lignea collocata di fronte ad un edificio dotato di un malmesso campo da tennis. Ci si può accostare al mascherone istoriato sulla roccia affiorante nell’adiacente spiazzo erboso (h cm 70). Il Gruppo Archeologico Tiranese, il 24 gennaio 1976, rinvenne il complesso di profonde incisioni che, anche su suggerimento di E. Anati, fu definito «immagine mascheriforme antropomorfa». D. Pace esaminò, due anni dopo, i petroglifi ed espresse la cauta opinione che l’artefice avesse utilizzato le fenditure naturali della roccia per raffigurare un idolo contornato da numerose microcoppelle a grappolo. Diverse le interpretazioni (coppelle congiunte da canaletti o idolo) e, conseguentemente, le determinazioni cronologiche (età del Bronzo o del Ferro) (Simonelli, 1985, p. 112). Si rientra nella carrozzabile e a sinistra, in corrispondenza di un disarmonico prefabbricato si ascende verso un poggiolo. Dopo una decina di metri si intravede una lastra litica ripulita di recente che riporta incisioni a coppelle, armi, e la sagoma di un grande animale selvatico (Neolitico?). Per esaminare due avvincenti immagini topografiche ci si sposta a sinistra di alcuni metri (Poggiani Keller, 1988, p. 85; Sansoni Gavaldo, Gastaldi 1999, pp. 34-35; Simonelli 2011, p. 113). Si riprende il percorso e superate due curve si imbocca la strada sterrata che porta a Panagia, Scranzi, San Giovanni. Dopo una decina di metri, ci si volge a sinistra e si può

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osservare un cospicuo masso erratico adagiato in un prato: è la corna del sass comunemente additata come ’l sass de la stria o del diaol. Il macigno è investito da una leggenda tramandata in diverse versioni. Una strega decise di distruggere il borgo di Villanova scagliando la grossa pietra sull’abitato. Santo Stefano planò dall’alto della omonima montagna vanificando le malvagie intenzioni della megera e il macigno ripiombò nel prato dove è tuttora visibile. Le dita grifagne della strega, tuttavia, rimasero impresse nella pietra. Si tratta della tipica fabulazione popolare elaborata per interpretare l’enigma dei segni misteriosi. D. Pace nel 1965 documentò cinque incisioni fusiformi con coppellucole (Pace, 1997a, pp. 82-85). Nel 2011, assieme a P. Annibaldi, ho riesaminato il monumento. Le icone individuate sono una trentina e la zona apicale risulta digrossata e provvista di un allogamento per adagiarvi la vittima. ’L sass de la stria è, in realtà, un’ arcaica ara sacrificale con alla base raffigurazioni teomorfe e antropomorfe. Si riguadagna la rotabile e dopo circa 1000 metri dal bivio per Panaggia ci si inoltra, a sinistra, in un sentiero campestre che, in una decina di minuti, adduce alla fresca radura di Dena. Il microtoponimo, secondo G. Borghi, deriva dal lessema celtico dêwênâ che al neutro significa territori divini. L’attigua Panagia, per altro, secondo D. Pace discende dal greco ed equivale a tutta santa, ancorché R. Bracchi proponga penàgia [zangola] (Bracchi, 2008, p. 145). Nella primavera del 2009 rinvenni in questo luogo tre monoliti istoriati. Il primo riporta asce, alabarde e armi da caccia. Il secondo rappresenta, quasi sicuramente, un idolo e il terzo esibisce circoli solari.


Coppelle e microcoppelle componenti il cosiddetto mascherone (foto: M. G. Simonelli)

Un caratteristico allineamento preistorico di menhir, di contro ai tre manufatti, conferma l’arcaicità del sito non ancora compiutamente indagato (Simonelli, 2010, pp. 14-15). Si digrada, ora, fino ad una croce lignea (la crus de Proesa) che fronteggia un muro a secco nel quale è incastonato un frammento stelico dell’età del Rame/Bronzo istoriato con un’arma fogliata. Percorsi ancora pochi metri, invece di dirigersi verso la chiesa parrocchiale di San Giovanni ci si incammina, a sinistra, sulla mulattiera che conduce alla zona meridionale del dòs, sopra Villanova. Dopo cinque minuti di escursione ci si rende conto che il fondo e i lati del tratturo furono scavati nella viva roccia. Si calca quella che la tradizione chiama strada “romana” o “valeriana”.

Il periodo nel quale la carrareccia fu tracciata non è facile da indicare. Il filologo tellino Pio Rajna, nel 1924, congetturò che fosse un’opera ispirata dall’imperatore romano Gaio Publio Licinio Valeriano (III sec. d.C.). Altri studiosi, tra i quali B. Besta e U. Cavallari, asserirono che l’aggettivo “valeriana”, ovvero “valleriana”, significasse semplicemente “strada di valle”. Quest’ultima sentenza appare la più probabile. Il problema cronologico, tuttavia, non è risolto: le icone dell’età del Rame, del Bronzo e del Ferro che contornano il sentiero sono testimonianze della vetusta realizzazione viaria (Simonelli, 2006, p. 11). Giunti nei pressi del «capitèl de Vilanova» - in origine probabile edicola precristiana - sulle rocce che sovrastano il villaggio si possono individuare numerose incisioni: coppelliformi, scutiformi, topografiche, spiraliformi e fusiformi. Rilevanti alcuni scivoli incavati nella roccia: glissidi nelle quali le donne sterili scendevano a sdrucciolo, talvolta con il sedere nudo, con l’intento di favorire la fertilità (Russo, 2009, pp. 81-122). Si oltrepassa di una decina di metri la cappelletta e a sinistra si possono ammirare i fimorfoidi, immagini alte fino cm 70 a forma di ph greca [φ] che per D. Pace rappresentano l’originaria unità androgina del demiurgo riflessa nella creatura (Pace, 1999, pp. 76-90). Si può percorrere la pista e in venti minuti, attraversato l’evocativo torrente Magada, si sbuca sulla provinciale a Ca Frigerio. Per completare il percorso archeologico consiglio, tuttavia, di tornare all’edicola e seguire il ben indicato percorso CAI. In trenta minuti si perviene al culmine del dòs de la fórca. Il viandante attento, durante il cammino, osserverà sulle rocce raffigurazioni antropomorfe, scutiformi e numerose coppelle (Sansoni, Gavaldo, Gastaldi, 1999, pp. 33-36). Siamo giunti, finalmente, all’epilogo dell’itinerario. I polmoni si dilatano e lo sguardo si perde nel grandioso spettacolo offerto dalle Orobie ricoperte di neve. Il museo aperto ci ha mostrato solo alcuni dei tesori che custodisce gelosamente sulle rupi e nelle gleba. Analogamente al dòs de la fórca/Galgenbühel altoatesino anche quello tellino potrebbe riservarci la sorpresa di reperti riconducibili ai bivacchi Mesolitici risalenti a 8.000 anni a. C.

Corna del sass: ara sacrificale con istoriazioni antropomorfe e fusiformi (foto: M. G. Simonelli)

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Federazione Provinciale Coldiretti Sondrio

Con un milione e mezzo di associati è la principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo. SEDE PROVINCIALE DI SONDRIO Largo Sindelfingen 9 - 23100 Sondrio Tel. 0342 541611 - sondrio@coldiretti.it - www.sondrio.coldiretti.it SEDE DI BORMIO Via Stelvio 8 - 23032 Bormio (SO) Tel. 0342 541650

SEDE DI MORBEGNO Via Damiani 39 - 23037 Morbegno (SO) Tel. 0342 541670

SEDE DI TIRANO Via San Giuseppe 8 - 23037 Tirano (SO) Tel. 0342 541680

SEDE DI CHIAVENNA Via Lena Perpenti 10 - 23022 Chiavenna (SO) Tel. 0342 541660


Sapori

d'Autunno La suggestione dei campi di grano saraceno in fiore ha accompagnato l’inaugurazione della rassegna dei 13 weekend del gusto che da settembre a tutto novembre esalteranno il fascino di Teglio, svelandone l’anima tra enogastronomia, cultura e natura. L’atteso appuntamento con i ‘Sapori d’autunno’ ha preso il via sabato 7 settembre, con la cerimonia ufficiale di presentazione dell’edizione 2019 ospitata nel giardino di palazzo Piatti Reghenzani, dove organizzatori e autorità hanno dato il benvenuto ai partecipanti e presentato la manifestazione. Fabio Valli, anima dell’iniziativa, ce ne illustra le caratteristiche. Che cosa propone l'evento? "Sapori d’autunno a Teglio" si declina in due momenti: "Il Pizzocchero d’oro" per tutto settembre e i "Weekend del gusto", questi ultimi dedicati ai funghi (5-6, 12-13 e 19-20 ottobre), alla cacciagione (26-27 ottobre, 2-3 e 9-10 novembre) e ai sapori autunnali (16-17 e 23-24 novembre, 30 novembre-1 dicembre). Nel complesso abbiamo quattro menu diversi, ciascuno a caratterizzare l’avanzare delle stagioni, con i Pizzoccheri dell’Accademia, cucinati secondo l’antica ricetta a fare da filo conduttore. Turisti del gusto e convalligiani troveranno, inoltre, tante opportunità per scoprire Teglio: passeggiate a piedi o in bicicletta, visite guidate o libere a palazzo Besta, alla torre medioevale, a palazzo Piatti Reghenzani, alla chiesa di S. Eufemia, mercatini, intrattenimento musicale e spettacoli». Teglio è l’esempio riuscito di una località che si è animata per iniziativa e grazie all’impegno dei ristoratori.

Questo format è l’emblema di come una stazione turistica possa fare i numeri con l’impegno corale dei suoi operatori e valorizzando appieno i propri punti di forza. Teglio con i suoi weekend autunnali è riuscita in questi anni a prolungare le presenze turistiche della bella stagione dall’estate fino a tutto novembre. L’iniziativa, promossa dai ristoratori di Teglio, è sostenuta dal Comune, con la collaborazione del Consorzio Turistico Media Valtellina, e vede la partecipazione dell’Accademia del Pizzocchero, dell’Associazione per la coltura del grano saraceno di Teglio e di tutti gli altri gruppi e sodalizi del paese. Per battezzare l’esordio del ‘Pizzocchero d’oro’ di questa nuova edizione l’Associazione per la coltura del grano saraceno di Teglio ha organizzato nel primo weekend ‘I giorni del grano saraceno’: visite al mulino Menaglio, degustazioni delle ‘frittole di Teglio’, dimostrazioni delle diverse lavorazioni e ha proposto l’excursus storico ‘Cibi del territorio tra passato e presente’, sulle abitudini alimentari contadine, dall’uso del grano saraceno fino alla trasformazione di alcune pietanze tradizionali in richiamo turistico. Che cosa vi aspettate dall’edizione di quest’anno? I "Sapori d’autunno" sono nati una ventina d’anni fa, con un’offerta che è andata sempre in crescendo sia nel campo della ristorazione sia da parte del paese nel suo complesso, reso più accogliente da una serie di iniziative che si sono via via aggiunte. Ci riempie d'orgoglio il fatto di essere stati tra i primi a capire a fine anni '90 che il turismo stava cambiando, che gli ospiti cercavano delle motivazioni per scegliere

la località e, soprattutto, iniziavano a preferire vacanze brevi e intense in più periodi dell'anno, anziché la classica vacanza estiva o invernale. All’inizio la proposta enogastronomica riguardava solo il mese di settembre, poi, visto il crescente successo, si è estesa anche a ottobre e novembre. Oggi i ristoranti aderenti sono dodici, mentre a completare l’offerta dell’accoglienza della località vi sono pubblici esercizi, negozi dove acquistare i prodotti tipici valtellinesi, b&b e hotel dove dormire. Anche per quest’anno ci attendiamo di replicare il sold out delle passate edizioni. Le premesse ci sono tutte, considerato che le prenotazioni non si sono fatte attendere e sono in aumento. Intanto, nel weekend di esordio, il Pizzocchero d'oro si è rivelato più forte persino della pioggia e del consistente calo di temperature e tutti i ristoranti aderenti hanno fatto registrare il pienone. Benvenuti ai weekend dei sapori d'autunno, una finestra sul territorio e sulle sue tradizioni attraverso la buona cucina e l'enogastronomia. INFO Date, menu, ristoranti ed eventi collaterali sono elencati sul sito www.saporidautunnoteglio.it Per informazioni Ufficio Turistico di Teglio Tel. 0342-782000 Per prenotare pranzi o cene è consigliabile, in particolare per la domenica (generalmente la giornata più richiesta), contattare i ristoranti e gli agriturismi.

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Quest’anno l’evento nazionale ha avuto luogo in Basilicata. La nostra provincia si è classificata al 12° posto gli atleti valtellinesi portano a casa nove medaglie Mirella Trotti ha vinto 3 ori e 1 argento in 4 diverse discipline, ottenendo il secondo posto assoluto nella classifica delle donne. Gli altri sportivi medagliati sono Antonio De Rossi, Remo Martinoli, Italo Patriarca, Luciano Rech e Giovanna Schenatti 30 settembre 2019 – Sport, relax e convivialità si sono confermati gli ingredienti di successo delle Olimpiadi 50&Più, evento nazionale itinerante che quest’anno ha fatto tappa in Basilicata. L’atteso appuntamento, alla sua 26a edizione, ha avuto luogo nella località di Marina di Pisticci in provincia di Matera, dal 15 al 23 settembre. I "veterani" 50&Più provenienti da varie zone d’Italia si sono cimentati nelle diverse discipline sportive previste dalle Olimpiadi: nuoto, ping pong, basket, tiro con l’arco, freccette, tennis, maratona, marcia, ciclismo, bocce ecc.. In otto giornate di ‘sfide’ i concorrenti hanno gareggiato suddivisi in categorie e per classi d’età. La rappresentanza valtellinese, guidata dal presidente della 50&Più della provincia di Sondrio Remo Martinoli, si è nuovamente distinta per i risultati ottenuti, nonché per l’entusiasmo nel prendere parte all’evento, la sportività e la voglia di divertirsi. Per la provincia di Sondrio i partecipanti sono stati in tutto 22: Claudio Angelini, Marisa Bonesi, Mauro Corchia, Antonio De Rossi, Gianni De Stefani, Alba Dei Cas, Adelaide Fiora, Rita Libera, Fausta Lucchina, Remo Martinoli, Giovanna Papa, Italo Patriarca, Marinella Pontiggia, Luciano Rech, Mary Giovanna Rovaris, Giovanna Schenatti, Dino Succetti, Bruna Elsa Tomasi, Mirella Trotti, Elsa Vanotti, Antonio Venosta

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e Margherita Vitali. La rappresentanza valtellinese ha ottenuto il 12° posto assoluto sul totale delle 30 province italiane partecipanti e 9 medaglie. Queste ultime sono state vinte da: Antonio De Rossi (1 bronzo nella maratona); Remo Martinoli (1 bronzo nelle bocce); Italo Patriarca (1 bronzo nelle bocce); Luciano Rech (1 argento nel nuoto stile rana); Giovanna Schenatti (1 argento nella marcia); Mirella Trotti (4 medaglie, di cui 1 oro nella maratona, 1 oro nel nuoto, 1 oro nel ciclismo e 1 argento nella marcia). Di grande rilievo la prestazione di Mirella Trotti, che, in virtù delle 4 medaglie vinte in diverse discipline, ha ottenuto il secondo posto assoluto nella classifica generale delle donne. Anche gli altri olimpionici della nostra provincia che non hanno ottenuto medaglie hanno comunque contribuito al conseguimento del 12° posto nella graduatoria finale. La 50&Più della provincia di Sondrio ringrazia dunque tutti i partecipanti e si complimenta per l’ottimo lavoro di squadra. Prossimo evento per la categoria, questa volta riguardante il nostro territorio, il pranzo conviviale in calendario per il 24 novembre, aperto a tutti i soci 50&Più della provincia di Sondrio: il programma è ancora in fase di definizione e sarà reso noto per tempo. Si raccomanda una partecipazione numerosa. Gli interessati possono contattare la segreteria della 50&Più della provincia di Sondrio: Anna Della Cagnoletta, tel. 0342-533311.


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Il Turismo Sportivo 50


Uno dei termini che sentiamo spesso, soprattutto in estate, nel periodo dei ritiri precampionato delle squadre di calcio (e non solo) in preparazione della stagione agonistica, è “turismo sportivo”. Il fenomeno sta diventando sempre più attuale anche in provincia di Sondrio, ma è forse necessario un approfondimento, non solo per quanto riguarda la sua reale definizione, ma anche per le implicazioni, caratteristiche e potenzialità dello stesso. Ad essere sinceri in Valtellina a farla da padrone nel settore, e da quasi 40 anni, è il basket e non il pallone. Grazie a Diego Pini e alla sua invenzione, il Valtellina Basket Circuit per l'appunto, che ha consentito per tanti anni di vedere dal vivo in praticamente tutte le località turistiche provinciali partite e ritiri del gotha del basket europeo, e non solo. Il calcio è arrivato dopo: all'apice raggiunto con il ritiro estivo dell'Inter (con Ronaldo e Vieri) sono seguite tante altre squadre, spesso blasonate come Torino e Fiorentina. Ma cosa si intende per turismo sportivo? Principalmente è quello legato all'arrivo e permanenza in una località di atleti, club o interpreti famosi di discipline sportive che, grazie alla loro fama, sono in grado di veicolare verso tale territorio (tanti) turisti che la scelgono per la loro vacanza o villeggiatura, o la inseriscono nelle preferenze nel corso del processo di scelta, grazie a questo plus rappresentato dalla presenza in loco degli idoli sportivi per cui si tifa o nutre simpatia. Per intenderci. A Bormio da 7 anni c'è il ritiro del Torino calcio, o a Teglio quando ci fu quello della Pallacanestro Cantù, i paesi dovrebbero aver ricevuto grazie questo “evento” maggiori presenze turistiche (pernottamenti, pranzi/cene nei ristoranti, acquisto di beni e servizi turistici). Da non dimenticare e, soprattutto, sottovalutare anche la comunicazione che deriva dall'avere in casa sportivi che richiamano, a maggior ragione oggi nell'epoca dei social network, visibilità per i territori coinvolti. Anche se in questo caso, va detto, la qualità dei contenuti e la professionalità messe in campo fanno la differenza. Pensare che bastino due post su facebook degli alberghi coinvolti comunicativamente parlando è il Medioevo. Però bisogna anche distinguere tra due turismi sportivi. Quello vero, puro, ma sempre più difficile, vede i professionisti che scelgono le località per quello che offrono e sono disposti a pagare il servizio. L'altro, più facile, soprattutto con gli sport “meno ricchi”, vede nell'ospitalità una, a volte l'unica, chiave di volta per vedere in casa propria per l'appunto i campioni dello sport.

Il primo è quello che ha consentito per tanti anni di avere il top del basket europeo in ritiro in Valtellina. Consentendo anche un business notevole, soprattutto se raffrontato ai giorni odierni. Ma non bisogna nascondersi. La crisi economica ha coinvolto in modo massiccio attraverso le aziende, anche lo sport professionistico, che si basa da sempre sulle sponsorizzazioni private. Da cui una ricerca dei club (in particolare negli sport più di massa) a cercare economie in ogni dove, tra cui i ritiri precampionato. Senza contare i luoghi dove si arriva anche a versare dei compensi, oltre all'ospitalità, per accaparrarsi i migliori club. Qui è necessario un ulteriore distinguo tra l'ospitalità pagata dai privati o dal pubblico, anche se quasi sempre è un'insieme delle due fonti a coprire i budget necessari per il turismo sportivo. È più la percentuale tra queste due forme di finanziamento a differenziare la tipologia d'investimento. E non si può nascondere che più di un interrogativo sorge quando si tratta di investimenti pubblici, che in parte finiscono nelle casse di privati, anche se va detto che quasi sempre in questi casi gli stessi praticano tariffe agevolate. Resta il fatto che dal punto di vista promozionale, dando per scontato ed assodato che i costi della sponsorizzazione siano chiari ed etici, non c'è nulla che veicoli meglio dello sport. E se in termini assoluti il discorso è applicabile alle aziende e ai marchi, figuriamoci alle località montane. Basti pensare che la Valtellina è associata in tutta Europa come la patria del basket estivo nonostante la contribuzione pubblica e l'ospitalità in questo caso sia stata storicamente quasi del tutto assente. Il mio parere è semplice. Investire sul turismo sportivo è, salvo casi rari, sempre una buona idea. La differenza la fanno i testimonial che si scelgono. Ospitare tanto per poterlo raccontare sulla stampa locale, soprattutto se si parla di squadre che cercano solo un risparmio economico, non serve a nulla, anche perché lo fanno ormai quasi tutte le zone. È necessaria invece una strategia di medio periodo che analizzi l'immagine e i ritorni dell'investimento anche in termini comunicativi. E la corrispondenza/connessione tra sport, atleti e target del paese/zona. Se ci si ferma al numero delle camere vendute ai tifosi e al rapporto ricavi/costi si sta ragionando con una mentalità ormai superata. Sandro Faccinelli Valtellina Turismo Mobile www.valtellinamobile.it

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Serata con il Trio

Marzadori Sabato 24 agosto, nella collegiata di Santa Eufemia di Teglio, il Presidente del Centro Tellino di Cultura, professor Gianluigi Garbellini, ha introdotto la serata del Concerto d’Estate organizzato dall’associazione e giunto alla sua 47° edizione e ha rivolto i ringraziamenti ai sostenitori del prestigioso evento: parrocchia, amministrazione comunale e delegato al settore musicale del CTC, signora Maria Grazia Molendini. Un gran seguito di pubblico, arrivato da varie parti della Valtellina, ha accolto e calorosamente applaudito il Trio Marzadori con la presenza, oltre alle sorelle Sara (viola) e Irene (violoncello), della violinista Laura, nota per essere il Primo Violino Solista dell’Orchestra del Teatro alla Scala. La stupenda chiesa di Teglio era gremita di pubblico in trepidante attesa. Le tre musiciste hanno conquistato il consenso generale grazie alla coesione interpretativa e alla scelta di un programma snello ed emotivamente espressivo con musiche di Beethoven, Sinigaglia e Richard Strauss. In tre distinti momenti del concerto sono state rivolte alle musiciste domande di carattere artistico, ma anche di racconto di vita, un valore aggiunto che è stato molto apprezzato. Dopo un fuori programma eccezionale di Laura Marzadori, che ha regalato al pubblico l’esecuzione del Capriccio n. 23 di Nicolò Paganini, hanno concluso la serata le belle e toccanti parole dell’arciprete don Flavio Crosta e del delegato alla Cultura Francesco Pettinà.

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dal 1998, QUALITÀ e GUSTO di PRODOTTI GENUINI e SEMPRE FRESCHI MERCATI IN VALTELLINA LUNEDI: Chiesa in Valmalenco MARTEDI: Ardenno MERCOLEDI: S.Fedele di Intelvi Gravedona GIOVEDI: Tirano VENERDI: Colico SABATO: Chiavenna Sondrio: Piazza Campello

SONDRIO: Via Bonfadini, 7 - Via Malta 4/A - ALBOSAGGIA: Via Coltra, 44 MORBEGNO: Piazza Caduti della Libertà, 22



Allevo mucche a rischio estinzione Dagli alpeggi valtellinesi ai trionfi nello scialpinismo: Michele Boscacci, atleta 28enne del Centro Sportivo Esercito con la passione per le mucche, quest’anno ha centrato una lunga serie di successi che lo hanno portato a vincere prima la Coppa del Mondo di specialità e poi il circuito de La Grande Course, che comprende tutte le gare più prestigiose. Tra competizioni, allenamenti e servizio militare, Michele trova il tempo per gestire una stalla nella natia Albosaggia (Sondrio). Allevatore socio di Coldiretti in Lombardia, il neo campione iridato di scialpinismo è anche un custode della biodiversità, visto che tra le sue mucche ce ne sono alcune di Bruna Alpina, razza a rischio di estinzione. I suoi animali sono una decina, tutti da carne: “Ce ne occupiamo io e mio zio Osvaldo, insieme a nonno Umberto – racconta Michele Boscacci –. Quella per le mucche è una passione che coltivo fin da piccolo, ma nessuno in famiglia faceva l’allevatore. Sei anni fa ho sistemato una vecchia stalla qui in paese e quando riesco a tornare a casa ci passo il mio tempo libero. L’impegno è grande, senza lo zio non ce la farei: gli animali sono pochi, ma vanno seguiti ogni giorno. In estate, poi, li portiamo sempre in alpeggio”. La produzione è a uso familiare, “ma capita spesso di andare in trasferta mettendo in borsa delle bresaole fatte con la mia carne – spiega ancora Michele - Ho vacche di razza Bruna, Piemontese e meticce. Produciamo soprattutto la classica bresaola valtellinese”. Che deve far bene, vista la forma raggiunta quest’anno da Michele: campione del mondo di scialpinismo già nel 2016, il giovane valtellinese ha centrato il titolo 2018 con le gare finali a Madonna di Campiglio, seguite qualche giorno dopo dal trionfo nel circuito delle “grandi classiche” grazie alla vittoria di Verbier, in Svizzera.

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Laboratori Estivi Su Airbnb – la piattaforma che ha rivoluzionato il modo di viaggiare di tutti i viaggiatori del mondo – le chiamano “esperienze”, cioè una sezione dove vengono offerte delle occasioni per conoscere meglio il territorio visitato facendo, appunto, esperienza diretta con gite, visite o gettonatissimi corsi di cucina. Ebbene, anche se ad Airbnb l'Accademia del pizzocchero di Teglio non è iscritta (ma ci sono altri privati che offrono la medesima proposta in Valle), è proprio la rinomata associazione tellina ad aver ideato dei veri e propri corsi di preparazione dei pizzoccheri per i turisti, anzi mini-turisti. L'iniziativa, a dire il vero, non è di quest'anno, ma quest'anno è stata strutturata in maniera più organica con tanto di sede dove tenere le lezioni. Partita in sordina come pomeriggio in cui coinvolgere i bambini nel mettere le mani in pasta – cosa che loro adorano -, ora la proposta è diventata un vero e proprio laboratorio “dei pizzoccherini” ovvero per i bambini dai 3 ai 10 anni che ha spopolato per tutta l'estate e – ultima news – un laboratorio di preparazione dei pizzoccheri per adulti, che è partito alla fine del mese di luglio. E l'idea piace moltissimo. «Sta andando molto bene – dichiara Lorenza Maffescioni, storico membro dell'associazione nata per far conoscere il piatto tipico tellino -. Quest'anno, inoltre, abbiamo un locale dell'Accademia in via Morelli vicino al parco che abbiamo allestito e che utilizziamo

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per i laboratori. Il mercoledì pomeriggio, in due turni (alle 15,30 e alle 16,30), teniamo il mini-corso per i bambini che sono felicissimi. Oltre a turisti di Teglio, abbiamo accolto anche iscritti provenienti da altre località. Ad esempio una famiglia, che soggiorna in vacanza a Ponte in Valtellina, è venuta attratta da questa iniziativa. I bambini arrivano anche al numero di trenta a giornata». Ai bimbi, anche perché ce ne sono molti di tenera età, viene consegnato dalle esperte scarellatrici di Teglio – sono quattro o cinque le signore che si alternano – il panetto già pronto che i partecipanti poi devono stendere e, appunto, scarellare, cioè tagliare in tagliatelline. Poi ogni bambino se ne torna a casa con la propria porzione di pizzoccheri pronti da cuocere in cucina con la mamma o il papà. Ma l'interesse è così alto che ha contagiato anche i genitori. Da qui l'avvio dei laboratori anche per gli adulti che stanno andando per la maggiore. In questo caso gli iscritti partono da zero, cioè devono imparare anche a impastare il pizzocchero con la giusta dose di farina bianca e di grano saraceno e acqua. Ma a dare le giuste dritte ci pensano le scarellatrici per cui l'impasto è un gioco da ragazzi. E anche gli adulti, finita la lezione, si portano a casa quanto preparato in modo che possa essere cotto e degustato. L’iniziativa è stata riproposta anche nel mese di settembre in occasione del “Pizzocchero d'oro” riscuotendo un grande successo. Clara Castoldi

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Il Ruinon ci ha divisi, noi ci riuniamo

"I LOVE SANTA CATERINA" Raccolta fondi in aiuto degli operatori di Valfurva promossa dall’Unione del Commercio e del Turismo su iniziativa dell’Associazione Mandamentale Alta Valtellina

Ottobre 2019 - Sostenere economicamente e con progetti concreti gli operatori di Santa Caterina e aiutarli nella preparazione dell’imminente stagione invernale, contribuire al rilancio di Santa Caterina Valfurva, duramente colpita dai disagi causati dalla frana del Ruinon all’economia di tutta la località. Con questo obiettivo, preciso e mirato, l'Unione del Commercio e del Turismo, tramite la sua Associazione Mandamentale Alta Valtellina presieduta da Roberto Galli, lancia la raccolta fondi "I love Santa Caterina", accompagnata dallo slogan "Il Ruinon ci ha divisi, noi ci riuniamo". Oltre che dall’Unione del Commercio e del

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Turismo, il progetto è sostenuto anche dall’Associazione Bormio Commercio (Abc) e dall’Associazione Turismo e Commercio di Livigno (Atc). «Mentre le istituzioni sono al lavoro per riaprire la strada al più presto o quantomeno prima dell'inizio della stagione turistica invernale, manifestiamo innanzitutto piena solidarietà nei confronti dei nostri colleghi di Valfurva, così duramente colpiti nelle loro attività», dichiara il presidente mandamentale Roberto Galli. «Siamo sensibili a quanto accaduto – aggiunge Galli - e vogliamo esprimere la nostra vicinanza, dando un segno tangibile.

Certo, abbiamo la consapevolezza che possiamo fare poco, ma l’Associazione Mandamentale Alta Valtellina è determinata, insieme a tutta l’Unione, nell’offrire il proprio contributo per tenere viva la località, che rappresenta una risorsa preziosa per tutto il comprensorio. È nata così l’idea di mettere a punto una raccolta fondi, che abbiamo scelto di chiamare ‘I love Santa Caterina’». Proprio in questi giorni sono stati definiti gli ultimi dettagli e l’iniziativa viene ora ampiamente divulgata attraverso tutti i canali di comunicazione, social compresi, la pagina Facebook dedicata e il sito ufficiale www.ilovesantacaterina.it


LA RACCOLTA FONDI È APERTA A TUTTI, UN INVITO A PARTECIPARE La raccolta fondi è aperta a tutti indistintamente, ma, in particolare, è rivolta ai cittadini della nostra Valle e soprattutto agli operatori dei nostri settori. Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno a cuore il futuro turistico ed economico del nostro comprensorio e vogliono dare il proprio contributo. L'augurio è che questa iniziativa - sottolinea Galli - possa andare a buon fine con un atto di generosità da parte di ciascuno. Dunque, invitiamo tutti - valtellinesi e non solo, anche i clienti affezionati a Santa Caterina -, a farsi parte attiva.

LA DESTINAZIONE DEI FONDI

COME DONARE

Quanto raccolto servirà per mettere in campo una o più iniziative che verranno decise dagli operatori destinatari degli aiuti, a cui rivolgiamo in ogni caso l'invito a contattare gli uffici dell'Unione per eventuali segnalazioni o richieste. Tra le prime proposte, il noleggio di pulmini da e per Santa Caterina Valfurva, l’acquisto di tapis roulant sci per campo scuola e di carburante per spostamenti da e per Santa Caterina Valfurva. Chi voglia proporre un’idea a sostegno del progetto, può contattare l’Unione del Commercio e del Turismo oppure compilare il form presente sul sito ufficiale dell’iniziativa.

Attraverso carta di credito con PayPal e bonifici su un conto corrente bancario dedicato, ed eventi, iniziative e serate di raccolta fondi. Va tenuto presente che le donazioni effettuate saranno interamente deducibili, da parte sia delle imprese sia dei privati che faranno le elargizioni. I CONTI CORRENTI PER LE DONAZIONI Banca Popolare di Sondrio codice Iban: IT89P0569611000000010687X17 numero conto: 000010687X17 intestazione: Unione del Commercio e del Turismo Raccolta fondi Valfurva Credito Valtellinese codice Iban: IT76K0521611010000000025228 numero conto: 000000025228 intestazione: Unione del Commercio e del Turismo Raccolta fondi Valfurva INFO www.ilovesantacaterina.it I love Santa Caterina Per maggiori informazioni, è possibile contattare telfonicamente l’Unione del Commercio e del Turismo al numero tel. 0342-533311 oppure scrivere un'email a info@ilovesantacaterina.com


l'Accademia è social

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Accademia del Pizzocchero di Teglio


PALAZZO

Besta

Dimora rinascimentale costruita dalla nobile famiglia Besta su preesistenti edifici medievali a partire dalla metà del XV secolo per volere di Azzo I, seguendo il modello dei palazzi delle grandi signorie del tempo, e completata dal figlio di quest’ultimo, Azzo II. Nel XVIII secolo il complesso divenne proprietà della famiglia Morelli, che fece costruire due stue in legno, denominate sale d’inverno. Nel XIX secolo l’edificio fu smembrato tra diversi proprietari e utilizzato come abitazione di contadini e rimessaggio agricolo. Nel 1913-1914, dopo lunghi anni di abbandono, fu acquistato dallo Stato e sotto la guida dell’architetto Luigi Perrone cominciarono i lavori di restauro, che terminarono nel 1927. Orari (fino al 15 ottobre 2019): martedì-sabato 10:00-13:00 14.00-17-00 domenica 8:00-14:00 Ingresso (visite guidate a cadenza oraria): intero 4 €, ridotto (18-25 anni) 2 €; gratuito: minori di 18 anni, studenti, docenti scolastici e ogni prima domenica del mese. Informazioni: Tel. +39 0342 781208 (9-12 / 14-17) pm-lom.palazzobesta@beniculturali.it www.polomuseale.lombardia.beniculturali.it

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Falesia di Castelvetro La falesia, di uno scisto abbastanza compatto, è stata attrezzata dal CAI di Teglio, con il contributo di volontari e guide alpine, al fine di avere nel territorio comunale una struttura dove poter praticare l’arrampicata sportiva tutto l’anno. Il sito, esposto a sud, offre 24 vie, dal IV al VIII grado di difficoltà, con vari stili di arrampicata, dalla placca tecnica allo strapiombo, interamente attrezzate con tasselli inox.

Torre De li beli miri Situata in un incredibile punto panoramico sul dosso a sud del paese, in posizione dominante sulla Valtellina, da sempre viene considerata il simbolo di Teglio. Immersa nel verde della pineta e con accanto la chiesa di Santo Stefano, la torre che si presenta oggi agli occhi dei visitatori è quanto resta del castello medioevale ricostruito sulle rovine di uno precedente di fondazione romana, che ha subito nel corso della sua storia ripetute opere di progressiva demolizione, l'ultima delle quali risalente al 1526 ad opera dei

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Grigioni. Al suo interno venivano custodite armi e munizioni ed era il luogo dell'ultima difesa in caso di assedio. La sua ubicazione consentiva di controllare buona parte della valle e di comunicare con le altri torri presenti sul territorio grazie a fuochi o specchi solari.

Per informazioni sulle visite guidate: Info Point Teglio Tel. +39 0342 782000 iatteglio@valtellinaturismo.com

Come arrivare Da Tresenda (statale 38) si imbocca la carrozzabile per Teglio. Oltrepassato un acquedotto aereo si affrontano alcune semicurve per trovare sulla destra un piccolo slargo in prossimità di una rete paramassi, dove parcheggiare l'auto. La parete, situata a monte della strada, dista un minuto a piedi. Informazioni CAI Teglio Tel. + 39 347 3578756 info@caiteglio.it


Prato Valentino Prato Valentino è uno stupendo terrazzo soleggiato e panoramico situato sulle Alpi Retiche e affacciato sulle Orobiche, a 1.750 metri di quota e 9 km da (e sopra) Teglio. Con prati verdi, boschi e dolci pendii costituisce un incantevole paesaggio, si caratterizza per un clima mitigato dall'esposizione soliva e un panorama incantevole inondato di sole dall’alba al tramonto.

A Prato Valentino è presente anche un'area sciistica attrezzata con impianti di risalita, tra 1.690 e 2.340 metri di quota, con le piste principali servite da una seggiovia e uno skilift con percorsi per discesa con sci, snowboard, ciaspole, sci d’alpinismo e anello di fondo. Per i più piccoli tapis roulant per slittini e bob. (www.alpeteglio.com)

Mulino Menaglio L'antico mulino ad acqua, di proprietà comunale e in gestione all'Associazione per la Coltura del Grano Saraceno di Teglio, è collocata nella frazione di San Rocco e dispone di spazi espositivi su due livelli e di un piccolo fabbricato adiacente al mulino dove una cucina e un forno permettono la degustazione dei prodotti locali in un contesto senza pari. Un’occasione unica per riassaporare il profumo della farina appena macinata e rivisitare la molitura dei cereali alpini tradizionali coltivati a Teglio.

Tariffe (visite su prenotazione, minimo 8 persone): visita guidata mulino 2,50 €, visita guidata ai campi 5 €, laboratorio (preparazione pizzoccheri e battitura grano) 8 €. Come arrivare: Dall’abitato di Teglio seguire le indicazioni per Prato Valentino e al bivio quelle per località San Rocco. Arrivati alla chiesa di San Rocco proseguire fino allo sterrato e dà li proseguire attraverso la selva in leggera discesa fino al mulino. Da Teglio la distanza è di circa 2,5 km Informazioni: Tel. +39 329 4117335 saracenoteglio@gmail.com

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Comune di Teglio Affari generali (segreteria, protocollo, archivio) Tel. 0342 789022 affarigenerali@comune.teglio.so.it Ufficio demografico demografico@comune.teglio.so.it Tel. 0342 789027 Ufficio polizia locale polizialocale@comune.teglio.so.it Tel. 0342 789013 Ufficio tecnico tecnico@comune.teglio.so.it Tel. 0342 789020

Ufficio ragioneria e patrimonio Tel. 0342 789019 ragioneria@comune.teglio.so.it Ufficio tributi economato Tel. 0342 789014 tributi@comune.teglio.so.it Ufficio commercio, economico-sociale Tel. 0342 789018 economicosociale@comune.teglio.so.it

COMUNE DI TEGLIO

Piazza Santa Eufemia 7 23036 Teglio (SO) Tel. 0342 789011 - Fax 0342 789090 info@comune.teglio.so.it protocollo.teglio@cert.provincia.so.it www.comune.teglio.so.it ORARI APERTURA UFFICI Lunedì 9-12:30 Martedì 9-12:30 e 14-16 Mercoledì 9-12:30 Giovedì 9-12:30 e 14-16 Venerdì 9-12:30

Sedi decentrate (rilascio certificazioni d’anagrafe e stato civile e info sui servizi comunali) Tresenda (Centro Sociale) Tel. 0342 735517 Mercoledì 9-12:30 San Giacomo di Teglio (Centro Servizi) Tel. 0342 785025 Venerdì 9-12:30

Orari di ricevimento amministratori comunali NOMINATIVO

DELEGA

GIORNO

ORA

Sindaco MORETTI ELIO Riceve su appuntamento Tel. 0342 789022 0342 789023 - 0342 789024

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LUOGO Palazzo Comunale - Teglio

Vicesindaco Assessore PEDROLI PAOLO

Territorio Ambiente e Agricoltura

Assessore OPIATTI ERMANNO in collaborazione con il consigliere incaricato FILIPPINI IVAN

Edilizia pubblica e manutenzione del territorio Edilizia privata

Assessore SAINI IVANO Riceve su appuntamento Tel. 0342 789018

Servizi sociali

Assessore BRANCHI LAURA in collaborazione con il consiglieri incaricati MARCIONNI DONATELLA e PETTINà FRANCESCO

Turismo Istruzione Cultura e Sport

Mercoledì Venerdì

Consigliere incaricato JOLI NICOLETTA

Rapporti con le frazioni comunali

1° Sabato del mese

1° Lunedì del mese

16.00-18.30

Palazzo Comunale - Teglio

3A Domenica del mese

11.00-12.00

Ex Scuole Elementari - Tresenda

Lunedì

9.30-11.30

1° Mercoledì del mese

17.00-18.30

Palazzo Comunale - Teglio

Palazzo Comunale - Teglio

3° Sabato del mese

9.30-11.30

Palazzo Comunale - Teglio

10.00-12.00

Ex Scuole Elementari - Tresenda Centro Servizi - San Giacomo


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www.commercialepaganoni.it


Biblioteca comunale "Elisa Branchi" La biblioteca comunale “Elisa Branchi”, fondata nel 1996, dal 2016 occupa gli spazi appositamente restaurati e allestiti del palazzo Piatti-Reghenzani, meglio conosciuto come “Casa del Cucò”. Offre una collezione di 11.000 libri e DVD suddivisa in narrativa e saggistica per adulti, libri per ragazzi, raccolta di film in DVD e libri di interesse locale. E’ inoltre possibile richiedere libri, CD e DVD da altre biblioteche della rete provinciale. La navigazione Internet è gratuita, tramite Wi-Fi e computer a disposizione. Orari: lunedì 14:30-17:30, martedì 9:30-12:30, mercoledì 14:30-17:30 giovedì chiuso (apertura serale luglio e agosto 20:30-22:30) venerdì 14:30-18:30, sabato 9:30-12:30 / 14:30-17.30 domenica 9:30-12:30 Contatti: Piazza Santa Eufemia 7 - 23036 Teglio (SO) Tel. +39 0342 783007 - bibliotecateglio@gmail.com

Ufficio

turistico Info Point Teglio Piazza Santa Eufemia 6 - 23036 Teglio (SO) Tel. +39 0342 782000 - iatteglio@valtellinaturismo.com www.valtellinaturismo.com Orari di apertura da ottobre a giugno da lunedì a sabato 9-12.30 e 14.30-17.30 luglio e agosto da lunedì a sabato 9-12.30 e 15-18 domenica 9-13 settembre da martedì a sabato 9-12.30 e 15-18 domenica 9-13

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Ricetta originale del

Pizzocchero di Teglio

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Codificata e registrata dall'Accademia del Pizzocchero di Teglio

Ingredienti (dosi per 4 persone)

400 g di farina di grano saraceno; 100 g di farina bianca; 200 g di burro; 250 g di formaggio Valtellina Casera DOP; 150 g di formaggio in grana da grattugia; 200 g di verze; 250 g di patate; uno spicchio di aglio; pepe.

Preparazione Mescolare le due farine, impastarle con acqua e lavorare per circa 5 minuti. Con il mattarello tirare la sfoglia fino ad uno spessore di 2-3 mm dalla quale si ricavano delle fasce di 7-8 cm. Sovrapporre le fasce e tagliarle nel senso della larghezza, ottenendo delle tagliatelle larghe circa 5 mm. Cuocere le verdure in acqua salata, le verze a piccoli pezzi e le patate a tocchetti, unire i pizzoccheri dopo 5 minuti (le patate sono sempre presenti, mentre le verze possono essere sostituite, a secondo delle stagioni, con coste o fagiolini). Dopo una decina di minuti raccogliere i pizzoccheri con la schiumarola e versarne una parte in una teglia ben calda, cospargere con formaggio di grana grattugiato e Valtellina Casera DOP a scaglie, proseguire alternando pizzoccheri e formaggio. Friggere il burro con l’aglio lasciandolo colorire per bene, prima di versarlo sui pizzoccheri. Senza mescolare, servire i pizzoccheri bollenti con una spruzzata di pepe.

Il logo

dell’Accademia Fermo restando che il termine ”accademia” definisce un’associazione permanente di studiosi il cui fine è quello di incrementare la conoscenza, il problema aperto sul mio tavolo diventa quello di riassumere con un segno grafico le ricerche, le comparazioni e le misurazioni compiute sull’espressione gastronomica ”pizzocchero”, eludendo possibilmente il folklore. Questo ha orientato la mia attenzione verso la componente primaria di tale espressione: il grano saraceno (polygonum fagopyrum) il cui fiore si presenta sotto forma di una campanula dai tenui colori con cinque petali disposti a stella. Di questa figura geometrica esiste un antico processo di

costruzione che, partendo da un cerchio, ritrovandone poi un altro paio dentro la sua pancia e incrociandone alcuni loro assi, produce la fuoriuscita di quantità auree, forme poligone... che generano l’apparizione quasi magica della stella pentagona. Un tale processo è canonicamente visualizzabile ed è proprio lui che, concluso dalla raffigurazione veristica del fiore di saraceno, può costituire quel segno grafico adatto a sintetizzare il concetto di accademia, di complesso di studi, di misurazioni, di formule, in definitiva di attività intellettuale ad alto potenziale. “Il perchè di un logo”, di Aldo Guerra.

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i Ristoranti dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio ti all’Accademia Tutti i ristoranti di Teglio associa si degustano pizzoccheri ure utt str o lor lle ne e ch no co garantis petto della ricetta originale preparati e cucinati nel pieno ris i di prima qualità: certificata con prodotti valtellines i. dalle farine, al burro, ai formagg

Hotel Ristorante BELLAVISTA Via Roma 32 23036 Teglio Tel. 0342 780118 info@hotelbellavistateglio.it www.hotelbellavistateglio.it Situato all'inizio del paese dispone di due ampie sale ristorante rivestite in legno, una ventina di camere con vista panoramica, una sala convegni e una confortevole sauna. Oltre alla cucina tipica valtellinese la chef Elisa Maffescioni ama deliziare i suoi ospiti con piatti raffinati, gustosi e particolari. Aperto tutto l’anno.

Agriturismo AL vecchio torchio Località Arboledo 15 23036 Teglio Tel. 0342 780481 info@alvecchiotorchio.it www.alvecchiotorchio.it Situato in zona panoramica con ampia vista sulla vallata. Immerso nel verde dei vigneti e base ideale per passeggiate a piedi e in mountain bike. La cucina è tipicamente valtellinese a base di prodotti di qualità di propria produzione. Possibilità di pernottamento.

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i Ristoranti dell'Accademia Albergo Ristorante MIRAVALLE Via Roma 70 23036 Teglio Tel. 0342 780154 info@albergomiravalle.it www.albergomiravalle.it Situato all’ingresso di Teglio e immerso nel verde, con vista mozzafiato sulle Alpi Orobie. A cinque minuti a piedi dal centro del paese e in una zona tranquilla, ideale per rilassarsi. Il ristorante permette di gustare piatti e prodotti tipici della zona in un ambiente raffinato, ma al tempo stesso familiare.

Hotel Ristorante combolo Via Roma 5 23036 Teglio Tel. 0342 780083 info@hotelcombolo.it www.hotelcombolo.it Il ristorante dispone di un’elegante sala e di un ampio salone utilizzati anche per cerimonie e banchetti. Rilievo alla cucina tipica valtellinese e ai vini locali. Riconoscimenti importanti e premi alla cucina grazie alla dinamicità della famiglia Valli, proprietaria dell’Hotel dal 1969, in diverse manifestazioni turistiche sia in Italia che all’estero.

Ristorante Pizzeria AL CASTELLO Via Carlo Besta 10 23036 Teglio Tel. 0342 780305 ristorantealcastello@virgilio.it Non solo pizzoccheri, sciatt, pasta fresca e specialità valtellinesi, ma, per cena, anche un'ottima pizza. Ristorante semplice, con ottimo rapporto prezzo/qualità, che accontenta grandi e piccini, dove lo chef Claudio Pirolo, con esperienza trentennale, cura personalmente la preparazione di ogni piatto. In estate possibilità di mangiare all’aperto.


del Pizzocchero di Teglio Trattoria ORIO Via Piazzola 1 23036 Teglio Tel. 0342 780166 info@trattoriaorio.com www.trattoriaorio.com Dal 1984 Tullio e Vera offrono ai loro ospiti piatti semplici e genuini secondo le ricette tradizionali e tipiche telline. Adatta ad ogni tipo di clientela, la loro Trattoria saprà accogliervi in un ambiente caldo, confortevole e familiare servendovi, oltre ai rinomati pizzoccheri dell’Accademia, salumi di produzione propria, piatti autunnali a base di selvaggina e tante altre deliziose specialità. Il tutto a costi contenuti. Chiuso mercoledì.

Ristorante SAN PIETRO Via Pruneri 2 23036 Teglio Tel. 339 7393009 greghenz@tiscali.it www.ristorantesanpietro.com Situato nel centro storico, di fronte alla chiesa di San Pietro, il ristorante offre ai clienti, oltre alle tradizionali specialità gastronomiche valtellinesi, una vasta scelta di menù. Nel periodo estivo l'ampio terrazzo soleggiato offre la possibilità del servizio all'aperto.

Ristorante AI TIGLI Via Carlo Besta 13 23036 Teglio Tel. 0342 780290 ristoranteaitigli@libero.it Ristorante tipico a gestione familiare, con attenta ristrutturazione, dove i piatti tipici, e non solo, sono preparati con la stessa cura da più di trent'anni. Una terrazza estiva consente di intrattenersi all’aperto nella piacevolezza del clima tellino. Ampio parcheggio.


i Ristoranti dell'Accademia del Pizzocchero di Teglio Ristorante Bar LA GALEDA Via Roma 8 23036 Teglio Tel. 0342 780745 lagaleda@tiscali.it Situato nel cuore di Teglio e arredato accuratamente in legno pregiato, rifinito in sasso di alta montagna. Vi si possono degustare i favolosi piatti della vera cucina valtellinese tra cui sciatt, pizzoccheri e tanto altro. Gradevole spazio all’aperto che offre l’opportunità di ammirare la bellezza del centro storico. Chiuso mercoledì.

Hotel Ristorante LA ROSA Via Fratelli Lazzaroni 8 23036 Teglio Tel. 0342 780164 info@hotellarosateglio.it www.hotellarosateglio.it Hotel a 3 stelle, situato nel pieno centro storico di Teglio, dove le esigenze di ogni singolo ospite sono soddisfatte dalla giovane e accogliente conduzione familiare che opera con passione da tre generazioni. Fornito dei principali servizi, come ascensore, Wi-Fi free, parcheggio e garage privati.

i Mulini dell'Accademia www.molinofilippini.com

www.molinotudori.com



organigramma

Presidente Flavio Bottoni Consiglio direttivo Vera Andreoli (tesoriere) Beatrice Bettini (vicepresidente) Fabio Cattania (vicepresidente) Gabriella Cortesi

Paola Donchi Valentina Maestroni Lorenza Maffescioni Paola Reghenzani

Collegio dei probiviri Luca Berti (presidente) Cristina Bordoni Alberto Villa Giorgio Nana (supplente) Dario Stazzonelli (supplente)

Revisori dei conti Bruno Garbellini (presidente) Giuseppe Santelia Bruno Colombera (supplente) Michele Rigamonti (supplente)

La nostra

mission "L'Accademia si propone di intraprendere ed incoraggiare tutte le iniziative che possono contribuire a valorizzare ed accrescere la conoscenza dell'enogastronomia valtellinese anche come espressione di costume, di civiltĂ e di scienza..." (dall'articolo 3 dello statuto)

diventa socio Ăˆ sempre possibile associarsi in piazza Santa Eufemia a Teglio, telefonando al numero 0342 782000 o scrivendo all'indirizzo info@accademiadelpizzocchero.it


Audi Q3 Sportback. L’animo urbano di Audi Q3 Sportback è pronto ad accompagnarti ovunque, in qualunque momento, grazie ai sistemi di infotainment sempre connessi, all’assetto sportivo e alle linee da vera coupé. audi.it Q3 Sportback. Consumo di carburante (l/100 km) ciclo combinato (WLTP): 5,9 - 9,1. Emissioni CO₂ (g/km) ciclo combinato: (WLTP) 154 - 206; (NEDC) 124 - 174.

I valori indicativi relativi al consumo di carburante e alle emissioni di CO₂ sono rilevati dal Costruttore in base al metodo di omologazione WLTP (Regolamento UE 2017/1151 e successive modifiche e integrazioni). Eventuali equipaggiamenti aggiuntivi, lo stile di guida e altri fattori non tecnici, possono modificare i predetti valori. Per ulteriori informazioni sui predetti valori, vi invitiamo a rivolgervi alle Concessionarie Audi. È disponibile gratuitamente presso ogni Concessionaria una guida relativa al risparmio di carburante e alle emissioni di CO₂, che riporta i valori inerenti a tutti i nuovi modelli di veicoli.



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