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le. Paolo dovette difendere reiteratamente la propria posizione riguardo alla giustificazione senza le opere della legge: i cristiani provenienti dal paganesimo non andavano circoncisi e non dovevano farsi ebrei per essere salvati»3.

Lo spessore della lettera ai Romani aumenta, in maniera esponenziale, se prendiamo in seria considerazione il fatto che questa lettera è la sola che l’apostolo scrive, indirizzandola ad una comunità che non ha fondato. La storia della comunità romana e la sua genesi è pressoché sconosciuta; essa è diventata oggi una questione di interesse storico, proprio per l’invio della lettera paolina a tale comunità. Le informazioni storiche, dunque, sono scarse ed imprecise, però, pur non essendo certa l’identità dei o del fondatore della comunità romana, è certo che il cristianesimo sia giunto lì, tra la fine degli anni 30 e gli inizi del decennio successivo. Infatti, l’editto di Claudio del 49 d.C., menzionato in At 18,2-3 e dallo storico Svetonio, sembra essere una delle tante risposte al fenomeno “cristianesimo” 4. Sembra che la proclamazione del Vangelo in Roma si sia innestata su una comunità giudaica, molto ben consolidata, frammentata, però, in varie sinagoghe. Secondo R. Penna, si possono contare, grazie alla presenza di epigrafi sepolcrali delle catacombe ebraiche romane risalenti alla metà del I sec. d.C., ben 5 synagoghé, che non identificavano il luogo di culto e di preghiera, ma una comunità orante. Secondo il teologo P. Lampe, a Roma c’era una coesistenza pacifica tra giudeo-cristiani e timorati di Dio; questi ultimi, infatti, pur provenendo dal paganesimo idolatra, erano rimasti affascinati in modo particolare dalla possibilità di approdare alla salvezza e alla grazia liberante del Cristo, senza dover votarsi necessariamente al giudaismo e senza farsi circoncidere5. Si ritiene, in particolare, che gli stessi luoghi di culto giudaici divennero “versatili”, consentendo così agli etno-cristiani di rendere lì il proprio culto al Signore, Dio della Vita. Le divergenze sarebbero nate più tardi e avrebbero avuto per oggetto la presunta superiorità etnica, arrogata J.-N. Aletti, La lettera ai Romani. Chiavi di lettura, Borla, Roma 2011, p. 123. Cfr. A. Sacchi, La lettera ai Romani, Città Nuova, Roma 2000, pp.15-16. 5 Cfr. P. Lampe, The Roman Christians of Romans 16, in K.P. Donfried (ed.), The Romans Debate, Hendrickson, Peabody 1991, pp. 216-230. 3 4

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