Il Contributo
L’ “angelo custode” delle nostre vite visto da un giornalista divulgativo Brevi ricordi storici sull’attività dell’Anestesista Rianimatore di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e biografo)
Q
uasi ogni giorno i mass media dedicano spazio ad episodi di “malasanità”, peraltro non sempre verificabili, nonostante la Sanità sia ancora una eccellenza, sia pur con alcune eccezioni. L’informazione medica e sanitaria è oggi sempre più estesa tanto da soddisfare curiosità ed esigenze sugli argomenti più vari, e un po’ tutti si è più consapevoli di quanto e come si può fruire di una prestazione. I campi sono molteplici ma in particolar modo, quale divulgatore e opinionista, anche se non è certamente etico voler mettere a confronto le varie discipline mediche poiché tutte sono indispensabili, vorrei dedicare comunque la mia attenzione sulla figura dell’anestesista-rianimatore che, come è noto, è il primo riferimento in sala operatoria, nei reparti di terapia intensiva e nel trattamento del dolore cronico. Un professionista che fa parte di un corpus altamente qualificato, il più delle volte meno conosciuto dai pazienti rispetto al chirurgo o ad altri specialisti. Ma un tratto storico-filosofico pone la seguente domanda: ci siamo mai chiesti quale è stata l’invenzione più importante dell’umanità? La ruota, la radio, la televisione o che altro ancora? «No – ha detto un fine umorista –. La più grande invenzione nella storia dell’umanità è stata l’Anestesia», e da qui la branca disciplinare della Anestesiologia. E come tutti sappiamo, ci sono voluti secoli prima di trovare dei farmaci e delle tecniche mirate ad eliminare il dolore “a comando”: dietro a questo progresso
Anno XLII - Numero 5 - Settembre/Ottobre 2021
30
c’é una lunga storia che parte dalla fine del ’700 ad opera di audaci ricercatori statunitensi, per concretizzarsi dalla metà dell’800 in poi, il cui percorso è ben noto ai biografi e agli stessi specialisti. Ma forse non tutti sanno, ad esempio, che durante l’epidemia della poliomielite, soprattutto prima della metà degli anni ’50, quando i vaccini non esistevano ancora, una delle peggiori epidemie fu quella scoppiata a Copenaghen nel 1952 dove all’ospedale Blegdam venivano ricoverati fino a 50 malati (soprattutto bambini) al giorno, quasi tutti con i polmoni intasati e bisognosi di essere aiutati nella respirazione, furono proprio gli anestesisti ad intervenire. A quell’epoca non c’erano sufficienti polmoni d’acciaio (il primo fu prodotto in Svezia) o panciotti pneumatici, e ben si sapeva che gli anestesisti erano dovuti diventare