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Associazione Arma Aeronautica

- Custodia delle tradizioni, Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

- supporto alla Forza Armata, - diffusione della cultura aeronautica attraverso le attivitĂ del CESMA, - ma, soprattutto, - reperimento di nuovi soci, - specialmente tra quelli in servizio attivo. - La TUA associazione ha bisogno di TE!!!!

Anno LVI - N.11 NOVEMBRE 2011 Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma


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NOVEMBRE 2011 ANNO LVI

In copertina Il Sacello del Milite Ignoto al Vittoriano. Alle cerimonie in suo onore per il 4 novembre e alla rievocazione del viaggio per il trasporto della salma da Aquileia a Roma sono dedicati gli articoli pubblicati a pag. 4 e a pag. 18.

Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66 Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@raiaweb.eu Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56 Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in redazione l’11 novembre 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 è comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico sociale “Aeronautica". ISSN: 0391-7630

La locandina celebrativa del 4 novembre realizzata dal ministero della Difesa e una parziale veduta della mostra sulle Forze Armate allestita per l’occasione al Circo Massimo.

Libri

AERONAUTICA

a cura di Gregory Alegi Riccardo Niccoli, Coccarde Tricolori Speciale G.91R/PAN/T/Y. Novara, RN Publishing, 2011. Cm 21x29,7, pp. 144. Euro 25,00.

Disponibile presso le librerie specializzate o l’editore (www.rnpublishing.com; Via Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Fabrice Amedeo, La face cachée d’Air France. Parigi, Flammarion, 2010. Cm 15,5 x 24, pp. 348. Euro 20.

Per la sua quinta monografia l’autoreeditore Riccardo Niccoli ha scelto il G.91 una famiglia di aeroplani emblematica della storia dell’Aeronautica Militare e vicina al cuore degli aviatori e degli appassionati ma largamente trascurata dall’editoria nazionale. Dal caccia tattico leggero G.91R al G.91 PAN a lungo in dotazione alle Frecce Tricolori, dal G.91T sul quale tanti conseguirono il brevetto di pilota militare al G.91Y bimotore, Niccoli segue l’impostazione già collaudata con successo negli altri volumi: lo sviluppo del progetto, l’uso in Italia, il supporto tecnico-logistico, le esportazioni, i ricordi dei piloti, un ampio fotoalbum (ben 40 pagine), più profili e dettagli di interesse modellistico ed una succinta tabella riassuntiva delle matricole militari. Il risultato è ottimo, anche per la cura posta nel ricostruire la nascita del programma e l’alto livello delle testimonianze (basti qui citare il gen. BA Massimo Montanari e il ten. col. “Pierino” Purpura, colonne portanti della PAN). Dal punto di vista grafico, è molto alta la cura posta nel rintracciare immagini inedite o nel proporre versioni di qualità di alcune già note. L’unico difetto è l’aver compresso quattro macchine tanto diverse tra loro in un numero di pagine che talvolta sembra andar stretto, al punto da costringere a rinunciare alla traduzione inglese di alcune parti. Ma per fortuna non è un problema per i lettori italiani.

Oggi il gruppo Air France-KLM è noto nel nostro paese soprattutto quale azionista di maggioranza relativa di Alitalia-CAI, la compagnia aerea che dopo la fusione con Air One continua l’attività della storica AlitaliaLAI. Fino a qualche mese fa il raffronto tra le due realtà sembrava improponibile per dimensioni, redditività, efficienza. La recente esplosione dell’indebitamento della compagnia transalpina e il ritorno di JeanCyril Spinetta al vertice rendono di grande attualità il libro-inchiesta di Amedeo sulla “faccia nascosta” di Air France. L’autore, che segue il trasporto aereo per Le Figaro, parte dall’incidente al volo AF447 per esplorare la cultura, i rapporti interni e l’organizzazione di Air France. La conclusione, paradossale per chi osserva la situazione dall’Italia, è quella della necessità di affrontare difficili problemi di costi e di personale, smontando un modello sempre più difficile da sostenere per chi voglia restare ai primi posti della graduatoria mondiale. Il libro, purtroppo solo in francese, è di grande interesse sia per il tema sia per la professionalità con la quale viene affrontato, ben diversa da quella dei troppi “instant book” partoriti dal caso Alitalia.

Disponibile presso www.groupe-flammarion.com

Gabriella Catalano Sgrosso, Diritto internazionale dello spazio. Vicchio, LoGisma, 2011. Cm 17 x 24, pp. 296. Euro 48,00.

Pur essendo l’Italia un paese molto attivo in campo spaziale sin dai primi esperimenti di Luigi Broglio, oltre mezzo secolo fa, mancava sinora un manuale di diritto spaziale che compendiasse in un solo volume la normativa che governa questi campo in continua espansione: problemi che vanno dalla responsabilità per i danni ai terzi in superficie (come ha ricordato il recente allarme, peraltro esagerato, per il rientro incontrollato di un satellite NASA) fino alle attività commerciali nello spazio o dei lanci. L’autrice, già professore di diritto spaziale e internazionale alla facoltà di Economia dell’università di Roma, è stata per anni uno dei direttori dell’International Institute of Space Law, ed è pertanto ben qualificata per trattare l’argomento. Dopo una breve introduzione sui principi generali e la distinzione tra diritto internazionale, aereo e spaziale, l’argomento si sviluppa attraverso due parti per complessivi otto capitoli, ricchi di dottrina e di riferimenti bibliografici. Si tratta dunque di un lavoro molto completo e dettagliato, di sicura utilità per gli studenti e gli operatori professionali in campo spaziale. Disponibile presso l’editore (via Zufolana 4, 50039 Vicchio, Firenze; www.logisma.it; tel. 055/8497054


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L’Aeronautica Militare

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Celebrata la giornata dell’Unità nazionale e festa delle FFA L’Ordine Militare d’Italia a tre ufficiali dell’AM L’attività dell’AM in Libia Il 50° anniversario dell’eccidio di Kindu

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Premiate tre donne dell’AM

Storia aeronautica

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O 1972-75: l’offensiva aerea “Linebacker II”, lo scandalo Watergate e la caduta del Vietnam del Sud di Ferdinando Sguerri

M Scienza, tecnica e industria

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Varie

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Un treno ha ripercorso l’ultimo viaggio del Milite Ignoto Monumenti, pezzi di alluminio … e dintorni di Giancarlo Naldi

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L’evoluzione del Predator di Mario Longobardi Convegno su “Le Associazioni d’Arma: realtà e prospettive”

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Tre soci AAA hanno raggiunto il secolo di vita

L’Associazione Arma Aeronautica

Libri

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Celebrata la giornata dell’Unità nazionale e festa delle FFAA

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e cerimonie per la celebrazione del 4 novembre, giornata dell’Unità Nazionale e festa delle Forze Armate - che quest’anno ha assunto maggiore solennità per la ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia - sono state aperte dalla deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto da parte del capo dello Stato alla presenza delle massime autorità civili e militari del Paese. Successivamente il capo dello Stato si è recato al Sacrario dei Caduti d’Oltremare di Bari per rendere «l’omaggio del Paese e mio personale a tutti coloro che hanno perso la vita per la libertà e la prosperità della nostra Patria» deponendovi una corona d’alloro mentre gli aviogetti della PAN sorvolavano il luogo con le loro fumate tricolori. Al Sacrario di Redipuglia era invece presente il preside nte del Senato Renato Schifani. Anche quest’anno, al Circo Massimo di Roma, le Forze Armate hanno

esposto al pubblico, dal 4 al 6 novembre, numerosi mezzi e materiali in loro dotazione. Per quanto riguarda l’Aeronautica Militare, in particolare, essa ha tra l’altro presentato i simulacri del Tornado, dell’AMX, del Predator a pilotaggio remoto e dell’elicottero AB.212 e, all’interno di un’area coperta, equipaggiamenti, modelli di velivoli in scala e motori di velivoli. Il percorso espositivo, arricchito da pannelli informativi, ha consentito ai visitatori di conoscere i più importanti settori ove l’Aeronautica Militare opera quotidianamente: dalle principali operazioni aeree, al trasporto aereo, al soccorso aereo e Combat SAR (Search and Rescue), alla ricerca, alla sperimentazione ed all’attività aerospaziale. L’esposizione era completata da una piccola area - dedicata alla storia e alle tradizioni della Forza Armata - con alcune uniformi storiche e diversi cimeli appartenenti al Museo Storico dell’A.M. di Vigna di Valle.

Da sottolineare che, nell’area coperta riservata alle Associazioni d’arma, anche la nostra AAA era presente con uno spazio nel quale, oltre all’esposizione del Labaro nazionale e di quello della sezione romana, venivano proiettate immagini di vita sociale e dell’attività dell’AM e distribuiti depliant relativi al sodalizio nonché copie del nostro periodico. Un concerto serale del maestro Ennio Morricone a Piazza del Popolo ha concluso a Roma questa giornata. Come da tradizione, infine, numerose caserme, porti militari e basi aree in tutta Italia sono state aperte alla visita della popolazione. È ancora da evidenziare che, per la ricorrenza, in alcune città i nostri sodalizi locali hanno allestito vetrine o mostre esponendo uniformi, cimeli, modellini di aerei, fotografie e documenti relativi alla nostra Forza Armata e/o hanno partecipato con il proprio Labaro alle cerimonie celebrative indette dalle autorità competenti.

Il messaggio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano «Si rinnova oggi al palazzo del Quirinale il tradizionale incontro con le Forze Armate, in concomitanza come di consueto con le celebrazioni del 4 novembre, e oggi nel novantesimo anniversario della fine della Grande Guerra e del compimento dell’Unità Nazionale. Gli eventi del 1918 ebbero rilevanza storica straordinaria per il nostro Paese e sono da allora tradizionalmente rievocati nello storico segno della vittoria sull’Impero Austro-Ungarico e della liberazione di Trento e Trieste. A novant’anni di distanza, consentitemi però di rivolgere il mio primo pensiero non a ciò che l’Italia trasse da quel conflitto, ma a ciò che essa in quei durissimi anni irrimediabilmente perse: i sentimenti, le intelligenze, le energie vitali di centinaia di migliaia di giovani. A questi italiani, alle loro storie appena sbocciate e dolorosamente spezzate in una trincea o su un reticolato tributerò domani il mio commosso omaggio, sull’Altare della Patria, al Sacrario di Redipuglia, nella città di Vittorio Veneto. Credo che qualsiasi riflessione sul primo conflitto mondiale non possa ragionevolmente prescindere od essere disgiunta dalla considerazione dei successivi grandi eventi che, nel bene e nel male, ne sono scaturiti ed hanno fatto l’Europa e l’Italia quali oggi noi le viviamo.

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In questi novanta anni, abbiamo assistito alla straordinaria trasformazione del nostro Continente da entità geografica politicamente divisa, secolare campo di battaglia tra interessi e disegni di potenza drasticamente contrapposti secondo logiche nazionalistiche, da sorgente di conflittualità per il reºsto del mondo, a unione di Stati e di popoli tendenzialmente coesa e coerente, certamente ancora incompiuta, ma già in grado, al proprio interno, di vincere definitivamente l’endemico cancro della guerra e capace, verso l’esterno, di proiettare sicurezza e stabilità e di concorrere allo sviluppo sociale ed economico su scala globale. Come la Grande Guerra costituisce soltanto un passaggio, seppure fondamentale, di questo straordinario processo di trasformazione dell’Europa, così credo che la memoria dei combattenti di quell’immane tragedia non possa, nel giorno delle Forze Armate, essere separata da quella degli europei che, negli anni successivi, costretti in altri conflitti e dolorose situazioni, li hanno seguiti sulla dura strada del dovere e del valore militare, indipendentemente dal colore della bandiera in nome della quale abbiano in buona fede ritenuto di battersi. Se percorriamo, attraverso il ‘900 ed i primi anni di questo secolo, l’ideale linea evolutiva del mestiere delle armi

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tracciata nel tempo dalla storia, giungiamo alle Forze Armate di oggi, strumento e frutto della grande trasformazione dell’Europa. Esse difendono i valori alti e nobili che l’Unione Europea ed il nostro Paese, in particolare, promuovono nel mondo: la libertà, i diritti dell’uomo, la democrazia, la pacifica cooperazione tra le nazioni. Il legame ideale ed umano tra il fante del Piave ed il soldato italiano di Kabul, si ritrova con evidenza nell’impegno totale per l’assolvimento del compito assegnato in nome del bene comune, anche a rischio della propria stessa vita. Per contro, al di là delle diversità tecnologiche nei modi e nelle forme delle operazioni militari, la vera profonda discontinuità evolutiva si colloca all’inizio degli anni ‘90 dello scorso secolo, quando, con la fine della Guerra Fredda, sono state ribaltate le finalità di fondo che presiedono all’impiego della forza militare: prima, volto a difendere l’interesse ed affermare il ruolo della propria nazione o alleanza nei confronti di un Paese o schieramento nemico; poi, invece, teso, su scala generale, a sostenere la pace e lo sviluppo economico e sociale attraverso la cooperazione tra i popoli. Oggi, a tanti anni di distanza e in un quadro internazionale profondamente mutato, non ha significato guardare ancora agli eventi della Grande Guerra secondo una prospettiva esclusivamente nazionale. Ed altrettanto assurdo - oltre che in palese contrasto con l’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale - sarebbe continuare a considerare le Forze Armate strumento attraverso il quale il singolo Stato possa imporsi al di fuori dei limiti del territorio sul quale è sovrano. Infatti l’uso della forza militare a tutela della stabilità e della sicurezza internazionale ed a sostegno di un giusto sviluppo globale può per noi concepirsi solo come atto comune e necessario nel quadro della cooperazione tra gli Stati ed i popoli. L’Italia è da decenni in prima linea su questo fronte, interprete e protagonista, in seno alle Organizzazioni Internazionali di cui fa parte, di un innovativo approccio al controllo degli scenari di crisi e di potenziale conflittualità. Nel momento attuale, più di 8.000 soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri sono schierati oltre confine, nei

Balcani, in Medio Oriente, in Afghanistan. Con il loro impegno e la loro professionalità fanno onore all’Italia. Oggi, le nostre Forze Armate, nel quadro di crescente interdipendenza che caratterizza la società moderna, sono protagoniste dello sforzo che la Comunità Internazionale conduce per il bene comune, costituiscono componente primaria della politica estera italiana e concorrono direttamente, con la loro azione di prevenzione, controllo e stabilizzazione delle crisi, alla sicurezza ed allo sviluppo del nostro Paese. Il Consiglio Supremo di Difesa, nella riunione del 2 ottobre scorso, ha convenuto unanimemente sulla necessità prioritaria di mantenere le attuali capacità di intervento ed ha altresì concordato che, in un quadro di ridotte disponibilità finanziarie, è necessario procedere, con approccio multidisciplinare, ad una profonda revisione delle strutture territoriali, amministrative e di supporto dell’area della Difesa, riqualificando coerentemente la spesa nei settori del personale, dell’esercizio e degli investimenti. È un processo delicato e complesso, che richiede spirito di partecipazione costruttiva e senso di responsabilità ad ogni livello politico ed istituzionale, centrale e locale. Sono certo che, per raggiungere gli obiettivi comuni dell’Istituzione nell’interesse generale del Paese, le Forze Armate sapranno superare vincoli e condizionamenti ed accettare scelte non indolori anche in termini di tradizioni e presenze consolidate. Concludo rivolgendomi agli ufficiali che saranno tra breve decorati dell’Ordine Militare d’Italia per esprimere loro il più convinto compiacimento per l’impegno, la serietà, la capacità di comando ed organizzativa, l’efficienza e la professionalità dimostrati. A tutti gli uomini e le donne delle Forze Armate, che quotidianamente operano con abnegazione e indiscussa professionalità per la salvaguardia delle libere istituzioni, per la costruzione della pace e per garantire la sicurezza nazionale, vanno la gratitudine ed il riconoscente pensiero mio personale e di tutti gli italiani. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia».

L’ammiraglio Di Paola è il nuovo ministro della Difesa giornale già in stampa apprendiamo che l’amm. Giampaolo Di Paola è stato nominato ministro della Difesa del governo Monti. L’amm. Giampaolo Di Paola, nato Torre Annunziata nel 1944, dopo la frequenza del Collegio Navale Morosini e dell’Accademia Navale, ha comandato varie unità navali ed è stato, tra l’altro, capo del Reparto politica militare dello Stato maggiore della Difesa, capo di Gabinetto del ministro della Difesa, segretario generale della Difesa, capo di Stato Maggiore della Difesa e presidente del Comitato militare della NATO. È decorato di numerose onorificenze italiane ed estere tra le quali quella di grande ufficiale dell’OMI.

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50 anni fa l’eccidio di Kindu ’11 novembre, alla 46ª Brigata Aerea di Pisa ed alla presenza di numerose autorità religiose, civili e militari, sono stati solennemente commemorati i tredici aviatori barbaramente trucidati a Kindu (Congo) l’11 novembre 1961 mentre erano impegnati, per conto dell’ONU, nel trasporto di mezzi e materiali per il contingente malese che era rischierato in quella località. Gli aviatori che 50 anni fa persero la vita in quella missione di pace, e che successivamente furono decorati con la Medaglia d’oro al valor militare, erano: magg. pil. Amedeo Parmigiani, cap. pil. Giorgio Gonelli, ten. CSA Francesco Paolo Remotti, s.ten. pil. Onorio De Luca, s.ten. pil. Giulio Garbati, m.llo mot. Filippo Di Giovanni, m.llo mot. Nazzareno Quadrumani, serg. magg. EMB Armando Fabi, serg, magg. mont. Silvestro Possenti, serg, magg. mont. Nicola Stigliani, serg. marc. Antonio Mamone, serg. EMB Martano Marcacci, serg. marc. Francesco Paga.

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Onorificenze OMI a tre ufficiali dell’AM l 3 novembre, al Quirinale, ha avuto luogo la cerimonia per la consegna, da parte del capo dello Stato, di 11 decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia confer ite nell’anno 2011. Tra esse, quelle a tre ufficiali dell’AM delle quali riportiamo le motivazioni.

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Generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato Maggiore della Difesa: «Capo di Stato Maggiore della Difesa dirigeva, nell’arco dei trentacinque mesi durante i quali è stato “Comandante Operativo”, un ingente complesso di mezzi terrestri, navali ed aerei e di ben quarantamila uomini e donne che nel tempo si sono alternati in numerosi impegni operativi all’estero, tra i quali particolarmente significativi sono stati le operazioni condotte in Afghanistan, Libano, Kosovo, nel Mediterraneo ed al largo del Corno d’Africa, assicurando con grande perizia la piena riuscita delle varie missioni tutte caratterizzate da severe situazioni operative e logistiche. L’esemplare professionalità e l’altissimo impegno profuso nella sua sempre accor ta e lungimirante azione di comando, nonché la lucida capacità diplomatica, sono stati determinanti nell’ambito nazionale e delle alleanze. Esemplare e prestigiosa figura

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di comandante operava con valore professionale contribuendo a mantenere ai massimi livelli il prestigio delle Forze Armate italiane e della nazione in ambito internazionale. Roma, 12 febbraio 2008 - 18 gennaio 2011»; Generale BA Claudio Gabellini, Chief Operations Officer dell’operazione “Unified Protector” in Libia: «Comandante di gruppo, nell’ambito dell’operazione Nato “Allied Force” per la liberazione del Kosovo, operava prima dalla base madre e successivamente nell’ambito dell’Unità Operativa Tornado costituita sulla base di Gioia del Colle. Dovendo operare in una situazione assai difficile e delicata, rispondeva con esemplare determinazione, conducendo formazioni di velivoli Tornado impegnate in missioni di bombardamento di obiettivi militari. In un teatro connotato da costante, elevata ed attiva minaccia contraerea. Partecipava in prima persona a numerose missioni belliche in presenza di fuoco di contrasto utilizzando, per la prima volta in forza armata, armamento di precisione ad elevata tecnologia in ogni condizione di tempo e di luce. L’Ufficiale Generale ha dato prova costante di consapevole coraggio, ponendosi in ogni frangente quale sicuro punto di riferimento per i suoi equipaggi e

contribuendo efficacemente al felice esito di tutte le missioni. Esemplare figura di comandante di gruppo, nonché di capace e coraggioso pilota. Cieli di Serbia e Kosovo. 13 aprile - 9 giugno 1999» Colonnello Loris Emanuele Giusti, vice comandante Air Operation Center del COA di Poggio Renatico: «Ufficiale Superiore Navigatore, membro di equipaggio di velivolo Tornado, partecipava a numerose missioni belliche di bombardamento contro obiettivi militari, in un teatro con elevata ed attiva minaccia contraerea nell’ambito dell’operazione nato “Allied Force”. In presenza di effettivo fuoco di contrasto, dopo aver assistito il suo pilota nel comando delle formazioni di volo, dirigeva la delicatissima fase di attacco finale impiegando, per la prima volta, armamento di precisione ad elevata tecnologia dimostrando eccezionale perizia e capacità. Veterano di m issioni svolte in precedenti operazioni, elaborava procedure e tattiche d’impiego per l’armamento di precisione offrendo un costante e valido esem pio dl abnegazione, determinazione, coraggio e valore, contribuendo efficacemente con il suo agire al felice compimento delle missioni. Cieli del Kosovo 13 aprile - 9 giugno 1999».

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L’AM in Libia lla mezzanotte del 31 ottobre, dopo l’uccisione di Muammar Gheddafi avvenuta il 20 precedente a Misurata ad opera degli insorti libici, la NATO ha cessato le attività aeree previste dall’operazione “Unified Protector” in Libia, operazioni che - approvate da apposite risoluzioni dell’ONU per tutelare l’incolumità della popolazione civile - erano iniziate il 1° aprile di quest’anno ad opera di velivoli messi a disposizione da vari paesi dell’Alleanza atlantica, tra cui l’Italia. Hanno avuto termine, quindi - oltre l’imposizione di una “no flight zone” nei cieli libici - i bombardamenti e le altre missioni previste per gli aerei della coalizione. Da quanto reso noto in proposito dalla NATO, il consuntivo delle operazioni aeree condotte dal 1° aprile al 31 ottobre dall’Alleanza, è sintetizzabile in circa 26.000 missioni di vario tipo (attacco a obiettivi militari, soppressione delle difese aeree avversarie, ricognizione, ecc.) Di tali missioni circa 10.000 sono state quelle per bombardare postazioni varie con, tra l’altro, la distruzione di 5.900 obiettivi tra cui non meno di 600 carri armati e 400 pezzi di artiglieria. Per quanto riguarda l’Italia, che durante i sette mesi dell’operazione ha impiegato velivoli dell’AM e della MM, il consuntivo è il seguente: 1.900 missioni per un totale di 7.300 ore di volo, impegno al quale sono da aggiungere le sette basi aeree messe a disposizione delle forze aeree dei paesi della coalizione. I dati, ancora molto sommari, sono stati resi noti dal capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, gen. SA Giuseppe Bernardis, in una nota in cui l’alto ufficiale rivendica il «contributo essenziale per il successo dell’operazione» recato dall’Arma Azzurra. La diffusione dei dati dell’attività dell’AM permette di valutare in 8.500 ore e 2.460 missioni il contributo aereo italiano. Pochi giorni prima la Marina Militare, infatti, aveva ufficiosamente resi noti quelli dei quattro mesi della propria partecipazione (dal 18 marzo al 19 luglio), quantificabili in 560 missioni per un totale di 1.200 ore di volo. Secondo una valutazione di DedaloNews, quindi, l’AM avrebbe svolto circa l’85% delle ore e il 77% delle missioni, con la Marina rispettivamente a quota 15% e 77%. Altro dato particolare che emerge da quanto reso noto dalle due Forze Armate è la durata media delle missioni svolte: quasi quattro ore per l’AM, poco più di due per la MM. Oltre alla linea aerotattica - dai bireattori F-2000 Eurofighter e Tornado, fino ai monoreattori F-16 e AMX - l’Aeronautica ha infatti impiegato gli aerorifornitori KC-767A e KC-130 della linea di supporto e, nelle ultime fasi, gli aerei a pilotaggio remoto Predator.

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Cambi di comando e assunzioni d’incarico nell’AM l 21 settembre, a Pratica di Mare, il col. GArn Paolo Malco ha assunto il comando del Centro Nazionale di Meteorologia e Climatologia Aeronautica (CNMCA) subentrando al pari grado Paolo Cesolari.

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Il 6 ottobre, a Bari, il col. Mauro Botta ha sostituito il pari grado Vincenzo Falzarano nel comando del 2° Reparto Tecnico Comunicazioni (RTC).

do Maurizio Masi nel comando del 72° Stormo. Il 12 ottobre, sull’aeroporto militare di Treviso S. Angelo, il col. GArn Lucio Lorenzon ha sostituito il pari grado Luigi Lombardi nella direzione del 3° Reparto Manutenzione Velivoli (3° RMV).

L’11 ottobre, a Firenze, il gen. DA Pietro Valente ha assunto il comando dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (ISMA) in sostituzione del gen. BA Claudio Salerno che il 19 successivo è divenuto capo del 5° Repar to Affari generali dello SMA subentrando al gen. BA nav. Salvatore Gagliano destinato alla Scuola NATO di Oberammergau (Garmisch Germania).

Il 16 ottobre, sull’aeroporto militare di Shindand (Afghanistan), il col. Luigi Casali ha sostituito il pari grado Francesco Grassi quale responsabile del terzo team di “Advisors” dell’Aeronautica Militare nell’ambito di un progetto addestrativo iniziato circa un anno fa. Il team, posto all’interno del 838th AEAG (Air Expeditionary Advisory Group) dell’USAF, svolge l’attività di formazione e “advising” nei confronti del personale afghano dell’aeroporto di Shindand, futuro polo addestrativo dell’Aeronautica afghana,

Il 12 ottobre, a Frosinone, il col. pil. Elio Volpari è subentrato al pari gra-

Il 21 ottobre, a Roma, il brig. gen. CCrn Dino Croce - che mantiene l’in-

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carico di capo del Reparto di Commissariato del Servizio di Commissariato e Amministrazione - ha assunto quello di ufficiale incaricato delle funzioni di capo del Corpo di Commissariato subentrando al gen. isp. CCrn Claudio Manna nominato vice direttore della Direzione generale del personale militare. L’8 novembre, a Fiumicino, il col. Francesco Grassi è subentrato al pari grado Ettore Ciniglio Appiani nel comando del Centro Tecnico Rifornimenti dell’AM. L’8 novembre, sulla base di Herat in Afghanistan, il col. Alessandro De Lorenzo ha sostituito il pari grado Gianluca Ercolani nel comando della Joint Air Task Force (JATF). Il 9 novembre, a Pisa, il gen. BA Aurelio Colagrande ha assunto il comando della 46ª Brigata Aerea in sostituzione del pari grado Stefano Fort.

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Raduni nell’AM Il “Falco IV” dell’Accademia Aeronautica Per ricordare il 25° anniversario del loro arruolamento, dal 30 settembre al 2 ottobre 40 ex allievi del Corso “Falco IV” si sono ritrovati, con le rispettive famiglie, alla Scuola marescialli dell’AM di Viterbo dove sono stati accolti dal comandante di quell’Istituto, col. nav. Antonio Coppola, anch’egli del Falco IV. I radunisti, oltre a conoscere le strutture e la realtà della Scuola, hanno anche visitato a lungo la città di Viterbo che vanta un notevole centro storico di origine medioevale con il famoso Palazzo dei Papi.

Quelli del 21° e 22° Corso Specialisti Il 21 ottobre, a Caserta e in occa-

sione della celebrazione del 50° anniversario del loro arruolamento, i frequentatori del 21° e 22° Corso normale della Scuola Specialisti AM di Caserta si sono ritrovarti presso la Reggia che fu sede del loro addestramento. Nell’occasione, oltre a ricordare i lontani trascorsi in quell’Istituto, i presenti hanno deposto una corona d’alloro al monumento ai Caduti e rivolto un commosso pensiero a i commilitoni scomparsi.

rale Mario Arpino, si sono ritrovati per rivivere i tempi in cui, da giovani allievi di quell’Istituto, iniziarono a Nisida la loro carriera nella Forza Armata. Nei tre giorni trascorsi a Loreto i circa 40 partecipanti, accompagnati dai rispettivi familiari, hanno tra l’altro assistito alla celebrazione del rito religioso nella Basilica di Loreto dedicata alla Patrona degli aviatori, deposto una corona al monumento ai Caduti in memoria dei loro colleghi deceduti, visitato alcune località marchigiane e la mostra “Ali Italiane - Tra cielo e mare sui cinque continenti”, che espone molta documentazione sulle crociere aeree e trasvolate atlantiche svolte dagli aviatori italiani tra gli anni Venti e Trenta.

Il “Rostro” dell’Accademia Aeronautica Il 28, 29 e 30 ottobre, alla Scuole Lingue Estere dell’AM (SLEAM) di Loreto, ha avuto luogo l’annuale raduno dei frequentatori del corso “Rostro” dell’Accademia Aeronautica che, con il loro capo corso gene-

Premiate tre donne dell’Aeronautica l 4 novembre, a Roma, il ministro della Difesa, nella ricorrenza della Festa delle FFAA e in occasione del 10° anniversario dell’ingresso delle donne nelle Forze Armate, ha inteso riconoscere l’impegno profuso dal personale femminile nelle attività svolte in Italia e nelle operazioni fuori area premiando quindici di esse tra le quali tre dell’Aeronautica Militare: il capitano Sabrina De Lellis, il maresciallo Mariangela Ferrara e l’aviere capo Federica Santaniello. Il capitano De Lellis, pilota di C-130J alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, si è distinta con il suo operato sia nell’ambito del Reparto, sia per aver partecipato a numerose operazioni reali in teatro afghano. Inoltre, ha preso parte alla missione Umanitaria “4 Stelle per l’Uganda” a Gulu, come membro dell’equipaggio del C-130J che ha trasportato un ingente carico di generi di prima necessità da distribuire alla popolazion, adoperandosi personalmente per il successo della missione, condotta in presenza di grandi difficoltà logistiche, tecniche ed operative. Il maresciallo di 2ª cl. Mariangela Ferrara è in servizio presso il 37° Stormo di Trapani Birgi con l’incarico di addetto al “Nucleo Impianti Armamento ed Allestimento Velivoli” del Gruppo Efficenza Aeromobili. Primo sottufficiale donna con la qualifica di “armiere” a svolgere il servizio di allarme quale specialista di sistema d’arma, ha partecipato anche allo svolgimento delle attività di preparazione e approntamento dei velivoli F-16 impegnati nell’operazione “Unified Protector”, contribuendo, per la parte di competenza, alla perfetta realizzazione della missione assegnata. L’aviere capo Federica Santaniello, “fuciliere dell’aria” presso il 9° Stormo di Grazzanise, si è distinta per l’irreprensibile professionalità e il lodevole coraggio profusi in occasione del suo impegno operativo in teatro afghano e per aver contribuito, con il suo servizio, alla protezione degli assetti in contesti operativamente molto delicati, quali per esempio, il 37° Stormo di Trapani, base di rischieramento dei velivoli NATO nell’ambito della “Unified Protector”.

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Allievi dell’Accademia in visita conoscitiva a enti e reparti AM ell’ambito del ciclo di visite conoscitive previsto per gli allievi dei corsi regolari dell’Accademia Aeronautica, i frequentatori dell’Ibis V, del Leone V e del Marte V - a seconda della loro categoria/specialità di appartenenza - sono stati condotti tra il giugno e l’ottobre scorsi al 4° Stormo di Grosseto, al 9° Stormo di Grazzanise, al 15° Stormo di Cervia, al 16° Stormo di Martina Franca, al 31° Stormo di Ciampino, al 32° Stormo di Amendola, al 36° Stormo di Gioia del Colle, al 37° Stormo di Trapani, al 41° Stormo di Sigonella, alla 46ª Brigata Aerea di Pisa, al 51° Stormo di Istrana, al 61° Stormo di Lecce, al 72° Stormo di Frosinone e ad alcuni enti con sede sulla base aerea di Pratica di Mare per condivivere - quale esperienza formativa - le attività svolte quotidianamente dal personale addetto al supporto logistico ed operativo, mentre altri hanno seguito le attività prettamente connesse al volo, incluse quelle relative al servizio meteorologico e al traffico aereo. Da sottolineare il particolare interesse che gli allievi hanno mostrato per alcune di tali attività quali la simulazione di un intervento MEDEVAC con gli AB-212 del 9° Stormo in supporto a un convoglio dei “Fucilieri dell’Aria” sotto attacco, l’esperienza del “pronto impiego” vissuta con i piloti del 31° Stormo impegnati in una “missione umanitaria”, e l’utilizzo del simulatore di volo dell’AMX al 51° Stormo.

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Convegno di medicina aeronautica al CSV

1° Workshop delle Forze di proiezione AM

l 24 ottobre, al Centro Sperimentale Volo (CSV) di Pratica di Mare, si è svolto il convegno di Medicina Aeronautica - diventato ormai un appuntamento annuale per il Reparto di Medicina Aeronautica e Spaziale (RMAS) - per l’aggiornamento di medici, infermieri, piloti ed equipaggi di volo, responsabili della sicurezza del volo dell’AM ma anche di altre FFAA e Corpi armati dello Stato, nonché civili, professionisti e sportivi, su tematiche di particolare attualità in questo specifico settore. Tra i temi trattati vi sono stati “L’addestramento aerofisiologico in A.M.”; “Elicottero e ipossia: realtà o fantasia?”; “Stress da calore”; “Fattore umano e prevenzione degli incidenti”. La giornata si è conclusa con una sessione di discussione di casi clinici che ha visto il coinvolgimento dell’uditorio.

l 19 e 20 ottobre, al Reparto Mobile di Comando e Controllo (RMCC) dell’AM a Bari Palese, si è svolto il “1° Workshop delle Forze di Proiezione dell’Aeronautica Militare” allo scopo di definire le azioni necessarie da porre in atto per favorire la cooperazione tra i reparti interessati a un eventuale rischieramento in scenari operativi. All’incontro hanno partecipato il comandante del 16° Stormo “Protezione delle Forze”, il comandante del Reparto Gestione e Innovazione dei Sistemi di Comando e Controllo (Re.GISCC), il comandante del 2° Reparto Tecnico Comunicazioni, il capo Ufficio Difesa Aerea del Comando Operazioni Aeree, il direttore del 4° Reparto Tecnico Manutentivo e rappresentanti del Comando Logistico, del 3° Stormo SO, e del JFACC (Joint Forces Air Component Command) che hanno illustrato le rispettive attività. In particolare, i convenuti hanno anche assistito alla presentazione del “Piano di Rischieramento dell’RMCC” che ha posto in evidenza le esigenze di supporto e le potenzialità del Reparto in favore degli altri enti della Forza Armata. La riunione si è conclusa con l’accordo di procedere a incontri periodici per ottimizzare la sinergia tra i Reparti e favorire lo scambio di informazioni relative a compiti, responsabilità e vincoli di ciascuna articolazione interessata.

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L’Ordinario Militare al 15° Stormo l 7 ottobre l’Ordinario Militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, si è recato al 15° Stormo CSAR di Cer via incontrando il personale militare e civile della base e visitando poi le varie articolazioni operative e la chiesetta situata nella zona residenziale di Cesena. Nel corso dell’incontro con il personale, l’Arcivescovo Castrense ha detto che «presso l’Ordinariato è stato approntato un “laboratorio d’ascolto” a cui tutti possono rivolgersi per il tramite del proprio cappellano militare, a riprova del fatto che l’attività pastorale svolta deve essere vista come un servizio attivo e dinamico, teso a fornire il dovuto supporto spirituale a tutti coloro si trovano in uno stato di disagio quotidiano, caratterizzato da fragilità, difficoltà familiari e malattia».

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Elicotteri dell’AM e della MM al CJPRSC al 13 al 30 ottobre elicotteri dell’AM e della Marina Militare hanno partecipato al Combined Joint Personnel Recovery Standardization Course (CJPRS), il corso multinazionale interforze di standardizzazione per il recupero personale organizzato ad Albacete (Spagna) dall’European Air Group (EAG) e giunto ora alla sua terza edizione. A questo CJPRS, oltre a quelli italiani - rappresentati da personale ed elicotteri HH-3F dell’82° Centro CSAR e dell’83° Gruppo CSAR, AB.212 del 9° Stormo e EH-101 del-

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la Marina - hanno partecipato velivoli ed equipaggi di Francia, Germania, Spagna, Olanda e Svezia che hanno svolto un’intensa attività addestrativa congiunta per incrementare le rispettive capacità di pianificare e svolgere missioni di “personnel recovery” in ambienti ostili. Dopo la prima settimana dedicata ai richiami teorici sul “personnel recovery” e alle procedure di pianificazione ed esecuzione di missioni di volo “combined” - si legge in una nota dell’AM - gli equipaggi «sono stati proiettati in uno scenario simu-

Giuramento individuale dei marescialli del corso Onùris l 27 ottobre, alla Scuola Marescialli dell’Aeronautica Militare di Viterbo, i 95 neo promossi marescialli di 3ª classe appartenenti al 12° corso Onùris hanno prestato, in forma individuale, il giuramento di fedeltà alle istituzioni impegnandosi così a adempiere ai loro futuri compiti con le responsabilità legate al loro status militare. I marescialli del 12° corso stanno attualmente frequentando il terzo anni di studi che permetterà loro di conseguire la laurea triennale in Scienze organizzative gestionali o in Scienze nfermieristiche prima di essere destinati, l’estate prossima, ai Reparti operativi d’impiego.

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L’esercitazione “Vega 2011” l 28 ottobre, a Decimomannu, è terminata l’esercitazione multinazionale “Vega 2011” alla quale, con quelli dell’AM, hanno preso parte equipaggi e aerei di altre nazioni allo scopo di condividere attività di volo a livello tattico nell’ambito di operazioni svolte in scenari di crisi. Nel corso dell’esercitazione, iniziata il 24 precedente, le forze aeree partecipanti, che hanno complessivamente impiegato 250 uomini e 20 aerei per un totale di circa 200 ore di volo, hanno avuto così la possibilità - simulando operazioni tattiche in aree di media scala in un ambiente ad alta minaccia - di migliorare la capacità di cooperazione e di rafforzare l’interoperabilità dei reparti impegnati.

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lato di crisi internazionale, all’interno del quale hanno pianificato e condotto missioni utilizzando delle vere e proprie “personnel recovery task force”, composte da assetti differenti e di diversa nazionalità, in un clima di collaborazione e scambio di esperienze». Per portare a termine le operazioni di recupero sono stati anche impiegati nuclei delle “special forces” svedesi, spagnoli, polacchi, statunitensi, nonché incursori del 17° Stormo dell’AM e del Battaglione “S. Marco” della Marina Militare.

Il 5° Seminario dei generali di brigata l 19 ottobre, all’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche (ISMA) di Firenze ed alla presenza del capo di Stato Maggiore dell’AM, gen. SA Giuseppe Bernardis, è stato concluso il 5° Seminario dei generali di brigata della Forza Armata al quale hanno partecipato 14 di tali alti ufficiali. All’evento - che si colloca come opportunità di r iflessione utile per scambiare esperienze e conoscenze, stimolare il pensiero strategico e sviluppare particolari problematiche - sono intervenuti anche i generali SA Pasquale Preziosa e Giuseppe Magro, rispettivamente comandante delle Scuole AM e direttore del Personale militare dell’AM.

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L’AM acquisirà due UAV Reaper l ministero della Difesa degli Stati Uniti ha reso noto che è stato stipulato un contratto con l’Aeronautica Militare e la General Atomics Aeronautical Systems per la fornitura di due velivoli a pilotaggio remoto MQ-9 Reaper, tre radar LYNX Block 30 e un motore di ricambio.

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1972-1975: l’offensiva aerea “Linebacker II”, lo scandalo “Watergate” e la caduta del Vietnam del Sud di Ferdinando Sguerri l lettore si chiederà quale connessione possa esserci stata tra l’offensiva aerea americana “Linebacker II”, sul Vietnam del Nord, il “Watergate” e la caduta del Vietnam del Sud. Il termine “Watergate” fu normalmente usato per indicare uno scandalo che sembrò un evento interno dell’America, o almeno così fu fatto credere dai “media”, che coinvolse il presidente statunitense Richard Nixon, costringendolo a dare le dimissioni. All’epoca, pochi si chiesero come mai Nixon fosse il primo e unico presidente della storia americana ad essere costretto a dimettersi dalla carica, a causa di una colpa che, a conti fatti, era di modesto rilievo. In realtà, come vedremo, tra l’offensiva “Linebacker II”, il “Watergate” e le dimissioni di Nixon ci fu una connessione molto stretta.

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do di partecipazione “mascherata”, si erano ufficialmente impegolati in una guerra asimmetrica che si combatteva nel Vietnam del Sud. Inoltre, malgrado le difficoltà di un tale tipo di conflitto, Washington, ponendosi Zone di esclusione intorno ad Hanoi ed Haiphong, dumolti scrupoli per mo- rante l’operazione aerea “Rolling Thunder”, sul Vietnam tivi di politica interna del Nord (1) e di politica estera, combattevano nel Sud Vietnam e l’ecostrinse le proprie Forze Armate a sercito regolare del Vietnam del Nord, combattere con “una mano legata del quale ingenti aliquote operavano dietro alla schiena”, cioè, con molte linel Sud, in appoggio ai “vietcong”. Altri mitazioni e senza libertà di azione sul rifornimenti, infine, venivano ricevuti, campo. Di fronte, invece, gli americani tramite ferrovia e strade carreggiabili, avevano i “vietcong” che praticavano dalla Repubblica Popolare Cinese, con abilmente la guerriglia, senza porsi alla quale il Vietnam del Nord confinava. cuno scrupolo; spesso si Comunque, la principale fonte dei facevano scudo della porifornimenti rimaneva l’Unione Sovietipolazione civile, si naca (URSS), la quale si stava dissanscondevano tra di essa e guando economicamente per aiutare disponevano di “santuari” il regime comunista del Vietnam del costituiti da aree “intoccaNord. L’entità di tale sacrificio indicava bili” (leggi: non bombardache l’Unione Sovietica nutriva delle bili dall’aria), situate entro forti mire strategiche verso il Vietnam i confini del Laos, della del Sud, innanzi tutto di natura politiCambogia e, soprattutto, ca, ma anche di carattere militare, allo del Vietnam del Nord. Tra scopo di avere un punto di appoggio queste ultime, le principali aeronavale per controllare i mari adiacomprendevano i due centi e quelli viciniori. maggiori centri industriali La situazione per gli Stati Uniti, quindel Nord, costituiti dalla di, era cr itica, in quanto la Casa capitale Hanoi e dal porto Gli Stati Uniti si erano impelagati in una guerra di Haiphong. In tale porto, Bianca aveva ormai capito che l’oasimmetrica nel Vietnam del Sud, con perdite sembiettivo di conseguire una vittoria miinoltre, le navi da carico pre più gravose. Nella foto, la base aerea di litare sul campo e costr ingere il dell’Unione Sovietica scaBienhoa, dopo un attacco dei vietcong (1) Vietnam del Nord a ritirarsi, rinunricavano indisturbate una ciando alla conquista del Vietnam del La guerra in Vietnam e i negoziati media di 6.000 tonnellate al giorno di Sud, era impossibile da raggiungere. rifornimenti bellici (dalle armi leggere, per il “cessate il fuoco” Quindi, per la Casa Bianca, l’unica ai carri armati, agli aerei da caccia via di uscita era quella di negoziare MiG-21 e ai missili terra-aria SA-2); In piena epoca di “guerra fredda”, gli la fine della guerra nel modo più onotale quantitativo era enorme. I riforniStati Uniti, nella persona del presirevole possibile. menti alimentavano i guerriglieri che dente Johnson, dopo un lungo periosegue

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babilmen te era dettata dall’Unione Sovietica.

americani e sudvietnamiti, furono troppo diluiti nel tempo, fino al 1968, per cui non sortirono l’effetto desiderato. I giganteschi bombardieri strategici BL’operazione aerea 52 del SAC (Strategic Air Command) “Linebacker II” americano, in grado di trasportare un enorme carico di bombe convenzioNordvietanmiti e Unione nali, non furono mai impiegati sul VietSovietica, però, nel persenam del Nord nel corso di tutti gli anni guire l’obiettivo di cui so’60. Essi, invece, furono impiegati nel pra, non avevano fatto i Vietnam del Sud, nel giugno 1965, conti con il cambio della ma solo nell’ambito dell’operazione guardia alla Casa Bianca. “Arc Light”, per bombardare concentramenti di “vietcong” in una regione Il 6 novembre 1968, venne Un B-52D in azione durante l’offensiva aerea “Licoperta da dense foreste. eletto, come presidente nebacker II” (1) Si arrivò, così, al 1972. Nel tentativo degli Stati Uniti, Richard di costringere Hanoi a concretizzare Milhouse Nixon, del PartiNel maggio 1968, dopo aver raggiunun “cessate il fuoco”, nel maggio to Repubblicano. Egli era noto come to un accordo sulla sede dove svol1972, Nixon ordinò l’operazione aerea uomo “di polso” ed aveva vinto grazie gere i negoziati, che fu Par igi, il “Linebacker”, contro il territorio del anche alla promessa di far tornare a delegato americano W. Averrel Harricasa i prigionieri americani e di uscire Vietnam del Nord e al di sopra del 20° man e il norvietnamita Xuan Thuy ini“con onore” dalla guerra in Vietnam, parallelo, con l’obiettivo di interdire ziarono gli incontri per porre fine alla mantenendo la divisione tra i due tutte le vie di comunicazione, di terra guerra e per rimpatriare i prigionieri e di mare, attraverso le di guerra amer icani. quali affluivano i riforMa emerse subito la nimenti. Per tanto gli classica tattica dei aerei tattici dell’USAF negoziatori nordviete della US Navy, ininamiti, già adottata ziarono una fitta serie dai comunisti nella di bombardamenti e di guerra di Corea, di minamento delle ac“menar il can per que antistanti i por ti l’aia”, in modo da non nordvietnamiti. Ma anarrivare mai ad una che questa volta l’aconclusione. Ciò, allo ree di Hanoi e di scopo di sfiancare Haiphong furono psicologicamente il escluse, salvo il minapopolo e il gover no mento delle acque anamer icano, il quale ultimo era anche sot- Bombardieri B-52G sulla base “Anderson” dell’isola di Guam. A colpo tistanti il por to di d’occhio, i B-52G si distinguevano dalla versione “D”, per il piano di Haiphong, ma lontane to la pressione di coda verticale più corto (2) da esso. Quando un’opinione pubblica Paesi sul 17° parallelo, stabilita dalla nell’ottobre 1972, Nixon ordinò di cesinterna ed internazionale contraria a Conferenza di Ginevra del 1954. sare l’operazione, i motivi furono due: quella guerra. Fortemente contrarie La prima massiccia e prolungata opeuno fu che si era prossimi alla data erano anche le due maggiori testate razione di bombardamento aereo del delle elezioni presidenziali negli Stati giornalistiche americane, il “WashingVietnam del Nord, escluse ampie zone Uniti e la sospensione dei bombardaton Post” e il “New York Times”, che, intorno ai centri industriali di Hanoi e menti rappresentava un placebo per notoriamente, erano sotto l’influenza di Haiphong, risaliva al 1965. In tale l’opinione pubblica, nazionale ed indei “Liberal”, una componente del anno, l’allora presidente Johnson aveternazionale, contraria ai bombardaPartito Democratico, che, all’epoca, va ordinato l’inizio dell’operazione menti; l’altro fu che il presidente si era era infiltrata da elementi di estrema “Rolling Thunder”, contro ponti, centraconvinto che Hanoi si stesse muovensinistra. La tattica di Hanoi, quindi, li elettriche, depositi di munizioni e aldo per concludere i negoziati di pace. era quella di portare l’intera nazione cuni porti marittimi, nel tentativo di Il 7 novembre 1972, Nixon fu rieletto americana al collasso psicologico, in indurre il Vietnam del Nord a far cescon un risultato convincente, malgramodo da costringere la Casa Bianca sare gli aiuti militari ai “vietcong”. Ma do che egli fosse inviso ad alcuni dei ad abbandonare il Vietnam del Sud e questi “raids” aerei, pur essendo consuoi più importanti collaboratori, per il lasciarlo sotto il suo dominio. Questa dotti da un gran numero di aerei tattici suo modo di fare prevaricatore ed oplinea di condotta, peraltro, molto pro-

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minimizzare i danni collaterali, mentre intensa. Per undici il porto venne totalmente paralizzato. giorni, 205 B-52D e Nel corso dell’operazione, le perdite B-52G, che rappreamericane furono di 15 bombardieri sentavano poco B-52 e di 11 aerei di altro tipo; i nord meno della metà vietnamiti, da parte loro lanciarono della forza aerea 1.242 missili SA-2 e SA-3, che costistrategica americatuivano l’intero “stock” a loro disposina, si alternarono a zione. Se la battaglia fosse continuata ondate sugli obietti(malgrado le insistenti proteste, convi, con intervalli di tro i bombardamenti, di molti paesi altre o quattro ore. leati degli USA, tra cui l’Italia), Hanoi Dei 205 B-52, 155 e Haiphong non avrebbero più avuto decollavano dalla alcuna copertura missilistica, con tutbase aerea Anderte le conseguenze del caso. Inoltre, le son (sull’isola di Missile SA-2 Guideline, in dotazione alla difesa aerea del statistiche indicarono che solo 24 Guam, nell’Oceano Vietnam del Nord (2) missili avevano colpito i B-52 (abbatPacifico) e 50 dalla tendone 15 e danneggiandone altri), base aerea di U-Taportunistico. La rielezione era dovuta con una percentuale di colpi messi a pao (Thailandia). Nelle loro incursioni, al fatto che Nixon aveva continuato a segno inferiore al 2% ed una perceni B-52 incontrarono la più fitta rete dipromettere di uscire dal Vietnam “con tuale di abbattimenti infer iore fensiva mai vista prima in una guerra onore”; a tale scopo, durante il preceall’1,5%. L’artiglieria contraerea andò aerea, costituita da un “mix” di caccia dente mandato, si era mosso nel senanche peggio, in quanto riuscì a danMiG-21, di artiglieria contraerea e di so giusto, dando l’impressione di neggiare un solo aereo. I MiG-21, infimissili SA-2 Guideline e SA-3 Goa, poter arrivare ad una conclusione delne, non riuscirono mai a venire a entrambi a guida radar; questi missili la guerra. Nixon, infatti, aveva riallacfurono lanciati, senza risparmio, dai contatto con i B-52, grazie ai caccia ciato le relazioni con la Repubblica nordvietnamiti, che spesso li usarono F-4J Phantom, dell’US Navy, che vigiPopolare Cinese ed era stato il primo semplicemente come sbarramento, a lavano su di loro. presidente americano a incontrare causa dell’efficacia delle ECM (ElecMao Tse-Tung e Breznev. tronic Counter Measures) americane. Tuttavia, subito dopo la sua rielezione, L’accordo di pace I B-52 di Guam, per arrivare sui loro Nixon si rese conto che, malgrado la obiettivi, dovevano affrontare un volo sua precedente convinzione e la buoLa poderosa “spallata” data da Nixon, di andata e ritorno di 13.000 km, con na volontà dimostrata incontrando gli qu indi, stava funzionando egregia18 ore di volo e con almeno due riformente e stava spingendo Hanoi sul“sponsor” del nemico, i nordvietanmiti nimenti in volo. Molto più breve, invel’orlo di una sconfitta militare, a causa avevano ripreso la loro tattica dilatoce, era il volo dei B-52 di U-Tapao. della paralisi del sistema logistico e Comunque, per la durata dell’intera ria, riportando i negoziati di pace ad dei rifornimenti sovietici. Cosciente di operazione, oltre ai numerosi aerei ciuna situazione di “stallo”. Pertanto, ciò, già il 26 dicembre, la delegazione ster na KC-135, di base a Kadena egli giunse alla conclusione che l’uni(Okinawa), furono co modo per costringere Hanoi a fare dei concreti passi in avanti, era quello impiegati molti altri di usare la “clava” del bombardamenaerei di suppor to to aereo strategico su Hanoi e su (caccia di scorta, Haiphong, senza più porsi né scrupoaerei ECM, ricoli, né limiti. gnitori, ecc.) per Di conseguenza, il 18 dicembre 1972, un totale di circa la Casa Bianca annunciò la ripresa 300 velivoli. Alla fidei bombardamenti aerei su tutto il ne dell’operazione, Vietnam del Nord, con Hanoi e il pori B-52D e G del to di Haiphong quali obiettivi principaSAC avevano efli, assieme al minamento aereo delle fettuato 729 sorti- Un MiG-21PF nordvietnamita (1) acque interne di tale porto, in modo te, sganciando nordvietnamita a Parigi dichiarò di esda paralizzare, in modo assoluto, il 15.000 ton. di bombe. Hanoi e sere pronta a riprendere i negoziati flusso dei rifornimenti. L’offensiva aeHaiphong furono colpite duramente e se gli Stati Uniti avessero sospeso vennero distrutti tutti gli obiettivi milirea fu denominata “Linebacker II”. La tutte le azioni aeree sul Vietnam del tari e industriali con la maggiore prebattaglia fu breve, dal 18 al 28 dicemNord. I negoziati, quindi, ripresero in cisione possibile, cercando di bre compreso, ma fu estremamente segue

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I caccia F-4J Phantom della US Navy (2)

modo fattivo il 9 gennaio 1973; il 15 Nixon annunciò la sospensione di tutte le rimanenti azioni aeree, ancora in atto, sul Vietnam del Nord, incluso il minamento dei porti. Il 19 gennaio, il delegato americano a Parigi, che ora era Henry Kissinger, annunciò che il successivo giorno 23 avrebbe rivisto il delegato nordvietnamita Le Duc Tho, per mettere a punto il testo dell’accordo. Il 23, il presidente Nixon annunciò alla Nazione che a Parigi era stato raggiunto l’accordo per terminare “con onore” la guerra in Vietnam. Il “cessate il fuoco” venne fissato per le 08,00, ora locale, del 27 gennaio 1973, data in cui il protocollo di pace venne firmato dagli Stati Uniti, dal Vietnam del Nord, dal Vietnam del Sud e dai “Vietcong”. Il documento, tra le altre cose, prevedeva: la cessazione del fuoco in tutto il Vietnam; il ritiro di tutti i militari americani entro 60 gg.; il rilascio dei prigionieri americani entro 60 gior ni; il rispetto della sovranità del Vietnam del Sud; nessun uso della forza per riunificare i due Vietnam anche se le truppe regolari nordvietnamite, che già si trovavano nel Vietnam del Sud, fin dal 1972, rimanevano in loco; eventuale riunificazione dei due Paesi tramite mezzi pacifici. Infine, il protocollo prevedeva la costituzione di una Commissione di controllo internazionale per monitorare il rispetto dell’accordo. Comunque sia, il 15 marzo 1973, Nixon, sapendo quanto fosse infida la controparte comunista, ribadì che gli Stati Uniti sarebbero nuovamente intervenuti in Vietnam, con il massimo della forza disponibile (leggi: offensiva aerea tipo “Linebacker II”, in quanto le forze di terra non erano più presenti), qualora i nordvietnamiti avessero violato l’accordo.

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Ai due negoziatori di Parigi, Kissinger e Le Duc Tho, venne assegnato il premio “Nobel” 1973 per la pace; ma il nordvietnamita lo rifiutò. Evidentemente, egli già sapeva che, in seguito, sarebbe stato costretto a restituirlo.

Lo scandalo “Watergate”

però, l’episodio comparve sul quotidiano Washington Post; due giornalisti, Bob Woodward e Carl Bernstein, incominciarono a “montare” l’affare, attraendo l’attenzione dell’opinione pubblica, con la rivelazione di particolari provenienti da una fonte misteriosa, che divenne nota come “gola profonda”, la quale sembrava molto bene informata. Mentre la situazione si faceva esplosiva, con un’opinione pubblica sempre più eccitata, i due giornalisti, per evitare pressioni od altro, venivano “blindati” e scrivevano i loro “pezzi” in un luogo segreto, sicuro e protetto, ricevendo le informazioni in modo rocambolesco. Con il proseguire dell’inchiesta, Nixon venne accusato di essere stato al corrente del “raid” al Watergate e di avere cercato di affossare le indagini; ma il presidente negò ogni coinvolgimento e, per quasi due anni, continuò ad affermare di non aver fatto nulla per fermare le indagini dell’FBI. Improvvisamente, però, dal sistema di registrazione elettronica della Casa Bianca, emerse un nastro, non si sa bene come, con una conversazione telefonica, in cui, una settimana dopo la scoperta dell’effrazione, Nixon chiedeva al capo del suo “staff” di cercare di bloccare le indagini dell’FBI. Questa notizia, puntualmente rivelata dal Washington Post, fece “incendiare” l’opinione pubblica

Oggi sappiamo, con la certezza dei fatti, che Nixon aveva ragione ad esser diffidente. Il Vietnam del Nord, sotto la spinta dell’Unione Sovietica, era intenzionato ad impossessarsi, con la forza, del Vietnam del Sud, in violazione degli accordi sottoscritti. Ma la minaccia proferita da Nixon, la sua nota determinazione a mantenere quanto detto e il ricordo dei terribili effetti della “Linebacker II”, costituivano un intralcio che doveva essere superato in qualche modo. La soluzione del problema si presentò, su un “piatto d’argento”. Nel corso della campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane, il 17 giugno 1972, cinque uomini erano stati fermati mentre stavano commettendo un’effrazione, a scopo di spionaggio politico, nella sede del Partito Democratico, all’interno del complesso residenziale Watergate, di Washington. Uno di questi uomini era il capo della sicurezza di Nixon. Risulta che episodi di questo genere, o similari, si fossero già verificati in altre precedenti elezioni presidenziali, senza, peraltro, dar luogo a conseguenze di rilievo. Tuttavia, l’FBI (Federal Bureau of Investigation), aveva avviato un’inchiesta; inizialmente, Nixon non era sembrato coinvolto, per cui il caso sembrava avviato verso un’iter privo di rilevanza Estratto dell’articolo comparso su il Giornale politica. Improvvisamente, dell’1/06/2005

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si imbarcò, con la famiglia, sull’ “Air Force One”, diretto alla sua casa in California; nel settembre 1974, Ford “perdonò” ufficialmente l’ex presidente per il reato commesso, anche se non tutti furono d’accordo. Trentuno anni dopo, il 1° giugno 2005, i giornali ripor tarono la clamorosa notizia che la “gola profonda” era stato, per propria ammissione, il numero due dell’FBI, Mark Felt, il quale, molto probabilmente, aveva agito per risentimenCartina illustrativa dell’offensiva finale delle forze to personale contro Nixon. nordvietnamite (1) Dopo la mor te del capo storico dell’FBI, Edgar americana, perché il presidente degli Hoover, Felt si aspettava di essere noStati Uniti aveva mentito. Dopo una minato al suo posto, ma Nixon nominò serrata battaglia sul filo della legalità un suo protetto, per cui, stando ai giorcostituzionale, la Casa Bianca fu conali, egli provò una forte delusione. Sestretta a consegnare il nastro incrimicondo il giornalista Bob Woodward, uno degli autori degli articoli del Wanato all’autorità inquirente. Quel shington Post, la delusione fu la probanastro rappresentava la prova inconbile causa principale che portò Mark futabile che, in qualche modo, Nixon Felt a tradire il presidente e, a giudicaera coinvolto nell’affare “Watergate”, re dalle conseguenze che ne derivaroanche se non provava che fosse il no, a tradire anche gli interessi della mandante dell’intrusione. Ciononostante, egli era legalmente imputabile Nazione. di falso e punibile con la prigione. La confessione di Felt fu pubblicata Mentre il Washington Post continuava sul settimanale Vanity Fair, al quale e gettare benzina sul fuoco, il Conegli la vendette in esclusiva. Felt, da gresso degli Stati Uniti iniziò la procetempo era gravemente ammalato di cuore, per cui, la decisione di autoridura per mettere sotto accusa velarsi alla Nazione, molto probabil(“impeachment”) Nixon, colpevole di mente, fu dettata dalla necessità di aver compiuto un crimine punibile con ricavare il denaro necessario per conl’arresto. La notizia della procedura di tinuare a sostenere le spese mediche. “impeachment”, naturalmente, fu pubFino a quel giorno il segreto di “gola blicata sul Washington Post; la conclusione della procedura era, ormai, profonda” era stato gelosamente cuuna questione di ore. Per tanto, a stodito dalle sole tre persone che lo Nixon non restò che “trattare” frettoloconoscevano: i due gior nalisti, samente le proprie dimissioni, in camWoodward e Bernstein, ed il loro dibio di una sorta di impunità. rettore Ben Bradlee, i quali avevano Il 9 agosto 1974, alle 21,00, con un giurato di non rivelarne l’identità fin discorso televisivo alla Nazione, Ridopo la sua morte. Felt morì nel dichard Nixon si dimise da presidente. cembre 2008. Egli fu il primo e unico presidente costretto a dimettersi nella storia degli La conquista del Vietnam del Sud Stati Uniti. Nella carica presidenziale gli succedette immediatamente il vicepresidente, Gerald Ford. Dopo le Se il ser vizio segreto di Mosca, il dimissioni, Nixon non fu arrestato, ma KGB, abbia in qualche modo contri-

buito, direttamente o indirettamente, ad alimentare lo scandalo “Watergate” per eliminare Nixon, questo non lo sappiamo e, probabilmente, non lo sapremo mai. Il fatto certo è che, con le dimissioni di Nixon e il decadimento delle sue minacce, per il Vietnam del Nord si spalancarono le por te del Vietnam del Sud. Gerald Ford, presidente non eletto, ma che sperava di conquistare la carica alle elezioni del 1976, non aveva né la volontà, né la forza politica di coinvolgere nuovamente la Nazione in Vietnam. Il Congresso, infatti, aveva fatto sapere che non intendeva appoggiare un nuovo intervento armato i n quel l a regi one; al Congresso, qui ndi , l a parol a d’ ordine era “la guerra del Vietnam lasciamola ai vietnamiti”. L’esercito del Vietnam del Sud, sulla carta, sembrava potente, grazie agli abbondanti rifornimenti degl i amer i c ani, mentre, l’aviazione sudvietnamita era considerata la quar ta del mondo, dopo quella di Stati Uniti, Russia e Cina. Quindi, argomentava il Congresso, il Vietnam del Sud era in grado di difendersi da solo. Il Vietnam del Nord, invece, sapeva molto bene che il grosso delle forze sudvietnamite era moralmente debole, demotivato, minato dalla droga e dalla corruzione e

Una drammatica immagine della ressa per l’imbarco su un aereo dell’US Air Force, durante l’operazione di evacuazione di Saigon (2) segue

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Cartina con la posizione geografica della base aeronavale di Cam Ranh Bay, nel Vietnam del Sud (3)

che molti uomini erano propensi a disertare. Pertanto, tali forze, al primo attacco delle truppe regolari di Hanoi e senza l’intervento diretto degli americani, si sarebbero sciolte come neve al sole. E fu così. Il 6 gennaio 1975, le truppe regolari del Vietnam del Nord, rimaste nel Sud dopo il cessate il fuoco, violando apertamente gli accordi sottoscritti a Parigi, occuparono la provincia sudvietnamita di Phuc Long e la sua capitale, poste a circa 100 km a nord di Saigon. La reazione difensiva delle forze sudvietnamite fu modesta. Inoltre, con questa operazione Hanoi constatò la mancata reazione militare americana e ne dedusse che poteva procedere oltre. Entro i primi di marzo, quindi, la zona sudvietnamita settentrionale di Ban Me Thuot, negli altopiani centrali, venne completamente circondata dalle forze nordvietnamite, per cui Saigon ordinò alle proprie forze la ritirata da quelle terre e da tutta la parte nord del paese. Ormai il collas-

Per quanto riguardò l’Unione Sovietiso del Vietnam del Sud era solo queca, oltre a conseguire una grande stione di giorni. Il 24 marzo 1974, le vittoria politica, comunistizzando forze nordvietnamite iniziarono la un’altra regione del Sudest asiatico, “Campagna di Ho Chi Minh”, l’offenessa ottenne dal governo di Hanoi siva generale per la “liberazione” di l’uso dell’ex porto americano di Cam tutto il Vietnam del Sud. L’esercito di Ramh Bay, posto a 290 km a nordoSaigon oppose una resistenza sempre più debole, lasciando che i nordvest di Saigon (ora Città di Ho Chi vietnamiti si avvicinassero sempre Minh). Esso era l’unico porto, di tutto il Sudest asiatico, ad avere acque più a Saigon. Negli Stati Uniti, tutto profonde idonee per le navi da guerciò che poté fare il presidente Ford ra; annesso, c’era anche un grande fu di ordinare alle navi da trasporto aeroporto per i ricognitori marittimi, della US Navy di aiutare l’evacuazioa lungo raggio, e per i bombardieri ne dei sudvietnamiti residenti nelle strategici. Pertanto, dopo quattro ancittà costiere. ni di lavori, per adattare la base aeIl primo di aprile più della metà del ronavale alle proprie esigenze, la Vietnam del Sud era in mano ai nordflotta sovietica acquisì la capacità di vietnamiti. Nei giorni 20-30 aprile, a Saigon, gli aerei e gli elicotteri americontrollare il Mar della Cina Meridiocani effettuarono l’operazione “Opzionale e il Golfo di Thailandia, che erano mar i “chiusi” strategicamente ne quattro”, la più vasta operazione di importanti, in cui, diversamente, non evacuazione della storia, per mettere avrebbe mai potuto operare efficacein salvo l’ambasciatore e il personale mente. Inoltre, i sovietici poterono dell’ambasciata americana, il persoanche minacciare la Malaysia e la nale delle ambasciate degli altri paesi presenza americana nelle Filippine. occidentali e i personaggi sudvietnamiti, con le loro famiglie, compromessi con il regime che stava cadendo. In totale furono evacuate circa 7.000 persone, molte delle quali trasportate, dagli elicotteri, a bordo delle portaerei che incrociavano davanti alle coste. Il 30 aprile, le truppe nordvietnamite entrarono a Saigon e il governo di Hanoi annunciò al mondo che il Vietnam del Sud si era arreso senza condizioni. La guerra in Vietnam era finita. Gli americani, dopo aver sacrificato la vita di circa 47.000 uomini e perso immense quantità di Con l’acquisizione della base di Camh Rhan, la flotmateriali e di mezzi, do- ta sovietica allungò il suo braccio operativo fino ai mari “chiusi”, strategicamente importanti, del Suvettero assistere passiva- dest asiatico, dove, diversamente, sarebbe stato mente all’evento. molto difficile far sentire la propria presenza (4)

(1)

John S. Bowman, The Vietanm War. Day by day, Magna books, Wingston (Leicester) (UK), 1989. Roobert F. Dorr & Chris Bishop, Vietnam Air War debrief, Aerospace Publishing Ltd., London, 1996. (3) Cam Ranh Bay, Wikipedia, Internet, 2011. (4) Soviet Military Power, 1987, US. Department of Defense, Washington. (2)

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SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA

In orbita il satellite NPP della NASA lle 11.48 (ora italiana) del 28 ottobre, la NASA, con un vettore Delta II, ha lanciato dalla base aerea californiana Vandenberg il satellite di nuova generazione denominato National polar-orbiting operational environmental satellite system Preparatory Project (NPP) per lo studio del clima terrestre e per le previsioni meteorologiche. In particolare l’NPP, del peso di due tonnellate e costato 1,5 miliardi di dollari, orbiterà attorno alla Terra ad una quota di 824 km per raccogliere - con i numerosi e sofisticati strumenti scientifici da osservazione che reca a bordo - dati utili per lo studio dei cambiamenti climatici, la prevenzione dei disastri naturali, il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e della superficie dei ghiacciai, l’elaborazione di previsioni atmosferiche, l’analisi della vegetazione e altre ricerche. Da sottolineare in proposito che i dati trasmessi dal satellite saranno acquisiti in Alto Adige dall’antenna di ricezione satellitare installata sul Corno del Renon ed elaborati attraverso un sistema realizzato dal dipartimento Sviluppo tecnologico dell’European Academy (EURAC) of Bozen/Bolzano in collaborazione con l’Istituto di Telerilevamento Applicato del centro di ricerca altoatesino.

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Lanciata la cinese Shenzhou-8 l 1° novembre, dal poligono di Jiunquan, la Cina ha lanciato con un vettore “Lunga marcia” 2F il “vascello divino“ Shenzhou-8 allo scopo di farlo agganciare al laboratorio Tiangong-1 (v. anche pag. 14 di Aeronautica n. 10/2011). Si tratta di un passo importante per l’ente spaziale cinese in quanto la Shenzhou 8 dovrà, con i suoi nuovissimi sistemi di attracco finora mai collaudati, avvicinarsi con precisione millimetrica, agganciarsi e restare attaccata al modulo principale per 12 giorni nel corso dei quali verranno compiuti moltissimi esperimenti di tipo meccanico e di controllo. Poi la navicella si staccherà, resterà due giorni accanto al modulo principale e farà di nuovo la manovra di attracco per verificare la funzionalità del sistema di aggancio consentendo ai tecnici cinesi, se tutto andrà bene, di provare i loro sistemi e fare una preziosa esperienza.

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In orbita i primi due satelliti del sistema Galileo l 21 ottobre, dopo un rinvio di un giorno dovuto a problemi nel caricamento del propellente del terzo stadio del razzo vettore russo Soyuz, dal poligono di Kourou nella Guyana francese sono stati lanciati i primi due satelliti operativi del sistema europeo di navigazione satellitare Galileo (v. anche pag. 7 di Aeronautica n. 1/2011 e articoli precedenti in esso richiamati), satelliti che sono poi regolarmente entrati nell’orbita prevista. Ricordiamo in proposito che il Galileo intende consentire all’Europa di «competere sul mercato globale delle tecnologie spaziali» e, in particolare, con il GPS statunitense. Su questo lancio è da sottolineare che si trattato del primo di un vettore Soyuz da una località diversa dal poligono russo di Baikonur e del primo dopo la sospensione dei lanci di tale vettore a seguito del fallimento di quello relativo alla navetta russa Progress (v. pag. 14 di Aeronautica n. 8-9/2011).

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Nessun allarme per la caduta del ROSAT l satellite ROSAT (abbreviazione di ROentgen SATellite) gestito dall’Agenzia spaziale tedesca DIR e posto in orbita il 1° giugno 1990 per lo studio dei raggi X, non sarebbe comunque caduto sull’Italia nella notte del 23 ottobre scorso, data del suo rientro nell’atmosfera terrestre. La notizia che il nostro Paese non avrebbe corso alcun pericolo è stata data alcuni giorni prima dalla Protezione civile di concerto con l’Agenzia spaziale italiana (ASI) che seguiva la traiettoria di rientro del ROSAT, così come avvenuto per l’UARS (v. pag. 15 di Aeronautica n. 10/2011). Alla fine della sua missione, nel 1999, non fu possibile controllare da terra Il ROSAT, del peso di 2.400 kg, che iniziò a perdere progressivamente quota per effetto dell’attrazione terrestre fino al suo impatto con il nostro pianeta avvenuto in una zona che non è stata ancora individuata, ma che, comunque, non ha interessato zone abitate.

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La Progress sulla ISS l 30 ottobre, dal cosmodromo di Baikonur, è stata lanciata con successo una navetta russa Progress M-13M che il 2 novembre ha poi regolarmente attraccato alla Stazione spaziale internazionale (ISS). Il lancio è avvenuto due mesi dopo il grave guasto ad un vettore Soyuz che aveva causato la perdita di una Progress carica di materiali diretta alla ISS e la sospensione dei voli di questo razzo (v. pag. 14 di Aeronautica n. 8-9/2011). È da ricordare in proposito che, attualmente e dopo il “pensionamento” degli Shuttle della NASA, il Soyuz è l’unico lanciatore disponibile per inviare, nella versione FG astronauti e nella versione U materiali, sulla ISS.

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VARIE Per il 90° anniversario della traslazione della salma

Ripercorso l’ultimo viaggio del Milite Ignoto corpo potesse essere identificato. È da ricordare che, poco tempo prima della morte, il giovane Bergamas aveva scritto alla madre per spiegare i motivi della sua scelta di combattere con gli italiani: «Perdonami dell’immenso dolore ch’io ti reco e di quello che reco al padre mio e a mia sorella, ma, credilo, mi riesce le mille volte più dolce il morire in faccia al mio paese natale, al mare nostro, per la Patria mia naturale, che il morire laggiù nei campi ghiacciati della Galizia o in quelli sassosi della Serbia per una Patria che non era la mia e che io odiavo. Addio mia mamma amata, addio mia sorella cara, addio padre mio. Se muoio, muoio con i vostri nomi amatissimi sulle mie labbra, davanti al nostro Carso selvaggio». La bara prescelta da sua madre fu collocata sull’affusto di un cannone e, accompagnata da reduci decorati al valore e più volte feriti, fu deposta in un carro ferroviario appositamente disegnato. Il viaggio da Udine a Roma, ebbe luogo passando per Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi, Orvieto, Orte a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione avesse modo di onorare il “Milite Ignoto”. Furono molti gli Italiani che attesero, a volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere onore al caduto. Il treno, infatti, si fermò praticamente in ben 120 stazioni. A Roma, dove il treno arrivò il 2 novembre, le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con il Re in testa e le bandiere di tutti i reggimenti, mosUn momento della traslazione della salma nel 1921 sero incontro al fe-

el 1920 l’idea di onorare - quale riconoscimento degli erosimi dei soldati che erano morti nel corso della prima Guerra mondiale una salma sconosciuta di un caduto, fu propugnata dall’allora colonnello Giulio Douhet e il relativo disegno di legge fu presentato l’anno dopo al Parlamento che l’approvò. Sulla base di tale legge il ministero della Guerra diede incarico ad una apposita commissione di esplorare tutti i luoghi nei quali si era combattuto, dal Carso agli Altipiani, dalle foci del Piave al Montello, e di raccogliere i resti di un caduto non identificato per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare. Il 28 ottobre 1921 le undici salme raccolte, una sola delle quali sarebbe stata poi tumulata a Roma al Vittoriano, vennero trasportate nella Basilica di Aquileia (Udine) dove si procedette alla scelta di quella destinata a rappresentare il sacrificio dei seicentomila caduti italiani. Tale scelta fu fatta dalla popolana Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio aveva diser tato dall’esercito austriaco per arruolarsi nelle file italiane ed era caduto in combattimento nel 1915 sul Carso senza che il suo

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retro, che fu portato a S. Maria degli Angeli da un gruppo di decorati di medaglia d’oro al VM. Il 4 novembre 1921 il Milite Ignoto veniva tumulato nel sacello sull’Altare della Patria. A questo sconosciuto soldato fu concessa la medaglia d’oro al VM con la seguente motivazione: “Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cr uente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria”. A 90 anni dal viaggio della salma di quel militare sconosciuto da Aquileia a Roma, l’Italia è tornata a celebrare e accogliere il treno di quel “Milite Ignoto” che riposa nell’Altare della Patria come simbolo di una generazione che si era eroicamente sacrificata per l’Italia nel primo conflitto mondiale. Il “Treno dell’eroe”, o anche il “Treno della memoria”, come è stato chiamato il convoglio rievocativo del viaggio di 90 anni fa, è partito alle 13.20 del 29 ottobre dalla stazione di Cervignano (Udine) dopo una celebrazione religiosa che, nella Basilica di Aquileia, è stata tenuta dal vescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, il quale ha anche benedetto la bandiera che coprì allora il feretro del soldato sconosciuto. Al primo tratto del viaggio, ad Aquileia e poi da Cervignano a Udine, era presente il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il treno ha proseguito poi per Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi e Orvieto per giungere infine a Roma. Il convoglio era composto da tre vagoni contenenti la mostra sul Milite Ignoto, più uno allestito come sala di proiezione di documentari e filmati e una riproduzione fedele del vagone che portò la bara, con un affusto di cannone d’epoca, il braciere e la teca con la bandiera originali. Un viaggio che, come il precedente, ha visto ex combattenti, cittadini e

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scolaresche affollarsi nelle stazioni attraversate costringendo il convoglio a fermarsi; in alcune stazioni fanfare militari o bande cittadine hanno suonato, al passaggio del treno, “La leggenda del Piave”. All’arrivo a Roma, dove è giunto il 2 novembre come allora, a ricevere il treno - che ha poi sostato al binario 29 della Stazione Ter mini dove è rimasto aperto al pubblico dal 3 al 6 novembre - erano il presidente della Repubblica Giorgio Napo-

Il “Treno dell’Eroe”

litano e il ministro della Difesa Ignazio La Russa con le massime autorità civili e militari del Paese, le rappresentanze con bandiere delle nostre Forze Armate e dei Corpi armati dello Stato e quelle delle Associazioni d’arma e combattentistiche con i rispettivi medaglieri e labari. Poco dopo l’arrivo a Roma, alla Stazione Termini, il capo dello Stato ha anche scoperto una targa commemorativa del 150° dell’Unità d’Italia e della ricorrenza del 90° anniversario della traslazione della salma del Milite Ignoto.

Commemorati i defunti dell’Aeronautica Militare l 1° novembre, al Tempio Sacrario dell’AM al Verano, promosso come da tradizione dall’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Mutilati dell’Aeronautica (ANFMA) presieduta dal gr. uff. Renzo Fausti, si è svolto un rito religioso commemorativo dei defunti della Forza Armata che è stato officiato dal cardinale Giovanni Coppa, fratello di un nostro eroico Caduto. Presenti alla cerimonia il capo di Stato Maggiore dell’AM, gen. SA Giuseppe Bernardis, molte autorità militari delle Forze Armate, le rappresentanze con Labari delle Associazioni d’Arma e numerosi parenti degli scomparsi. Successivamente, i presenti hanno raggiunto il vicino “Monumento delle Aquile” eretto in onore dei Caduti dell’AM dove il gen. Bernardis e il gr. uff. Fausti hanno deposto una corona d’alloro.

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Una delegazione dell’AAA guidata dal vice presidente nazionale gen. sq, Giovanni Proietti e una rappresentanza dell’AM guidata dal gen. sq. AAran Mario Martinelli hanno poi deposto una corona di alloro sulla tomba del gen. Giulio Douhet.

Una cerimonia ha anche avuto luogo il 2 novembre al cimitero di Orbetello dove l’Associazione Trasvolatori Atlantici ha commemorato i propri defunti sepolti nell’apposito riquadro a loro dedicato. Da ricordare, infine, che Messe di suffragio per i soci deceduti sono state celebrate in varie sezioni dell’AAA.

I 100 anni dell’aeroporto di Aviano l 7 ottobre, nel Palazzo Montereale Mantica di Pordenone ed alla presenza di numerose autorità civili e militari, è stato celebrato il centenario dell’aeroporto “Pagliano e Gori” di Aviano. Dopo gli inter venti del col. Luca Cappelli, comandante di quell’aeropor to, del vice presidente del Consiglio regionale del Friuli Ve-

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nezia Giulia Maurizio Salvador e del presidente della Provincia di Pordenone Alessandro Ciriani, è stata inaugurata la mostra storica allestita presso l’adiacente Palazzo Gregor is - r imasta aper ta al pubblico fino al 23 ottobre - dove gli ospiti hanno potuto vedere una rassegna che, attraverso un percorso inedito di immagini, cimeli e

aeromodelli, ha ricordato i cento anni di storia dell’aeropor to di Aviano. Le celebrazioni hanno successivamente compreso anche un convegno storico, la pubblicazione di un libro fotografico e il concerto della Banda musicale dell’Aeronautica Militare che ha avuto luogo il 16 novembre.

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Monumenti, pezzi di alluminio... e dintorni di Giancarlo Naldi

È

invalso l’uso da parte di gruppi di appassionati, e tra questi molte nostre sezioni periferiche, aeroclub, aziende, ecc., grazie alla benevolenza dello Stato Maggiore AM, largo di maniche in passato nel concedere in uso dei velivoli radiati, di utilizzarli per realizzare monumenti a basso costo, quasi fosse l’unica strada per accreditare una buona immagine della nostra Forza Armata presso l’opinione pubblica.

Monumento con G-91T realizzato dalla Sezione di Lumezzane, in perfetto stato di conservazione

Ma, ci si potrebbe domandare, può un velivolo essere un elemento accettabile in un arredo urbano? Parafrasando la grande Oriana Fallaci che, scandalizzata di fronte ai problemi dell’islamizzazione dell’Europa, esclamava di non poter accettare un minareto nel cielo di Giotto, si potrebbe dire che un pezzo di alluminio, ancorché bello, mal si adatta ad una piazza medioevale o rinascimentale o in qualsiasi altra piazza di valenza storica presente nel nostro Paese. Difatti, se si escludono alcuni casi particolari, i nostri velivoli finiscono coll’essere monumentati nelle periferie anni ‘60 delle nostre città e ciò sta ad indicare che allestimenti del genere non solo sono di difficile ambientazione estetica, ma non sono apprezzati perchè non sanno trasmettere messaggi a dispetto della loro bellezza da molti incompresa. Pensiamo all’MB.326 sistemato nel cuore di Varese in onore del grande Ermanno Bazzocchi ma poi spostato in periferia dopo essere stato deturpato da alcuni

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vandali che non avevano compreso che quel velivolo era lì per testimoniare la gloria della loro città e dell’industria nazionale. Un monumento che non trasmette messaggi, che monumento è? Cito il prof. Franco Panzini, docente alla facoltà di architettura di Ascoli Piceno: « (Un monumento) é un’opera d’arte, un manufatto architettonico, scolpito, dipinto, che per il suo pregio estetico, storico, artistico, morale, o a causa del valore documentario e di memoria che rappresenta, è sottoposto a tutela per la sua conservazione, a particolari vincoli di legge. Ma questo processo di identificazione, riconoscimento della qualità monumentale in un manufatto, non è solo un procedimento amministrativo; infatti, è soprattutto un processo culturale di assegnazione di significato, che opera nei confronti del monumento una sorta di trasformazione... Nel momento della sua designazione a monumento, l’oggetto trascende la sua funzione originaria e assume un valore di testimonianza, il cui messaggio si ritiene debba essere trasmesso nel tempo... Questo processo di riconoscimento e di assegnazione di una particolare qualità monumentale, produce una trasformazione profonda dell’oggetto: il monumento nasce come un manufatto che ha in origine caratteristiche analoghe a quelle di tutti gli artefatti umani; ma tende ad una dimensione svincolata dal tempo, che trascende e valica i limiti della funzione e del momento storico in cui è stato creato... Da ciò ne discende la necessità di conservazione per la trasmissione di questa memoria ai figli, ai nipoti, ai posteri». Siamo abituati all’esposizione di velivoli come “gate guardian” nelle basi dove hanno operato, e questo è giusto perché sono testimoni di un passato glorioso di operatività e sacrificio della vita per molti. Discutibile può essere, invece, la loro esposizione in altri sedimi militari se non rispettosi della morfologia dell’ambiente. Non si può, per esempio, fa entrare a forza (perché spazio non ce n’è a sufficienza) un F-104 tra la palazzina Comando e la palazzina Italia di quel meravi-

Presso la Ferrari è esposto l’F-104 dipinto con i colori Ferrari che ricorda la gara di accelerazione tra il velivolo e la “rossa”

glioso complesso architettonico in stile razionalista che è l’ex Scuola di Guerra Aerea di Firenze! Più comprensibile è la collocazione di velivoli in Accademia perchè il G.91 (riverniciato peraltro in modo assai discutibile e con simbologie errate!) e l’F-104 esposti, oltre ad essere dello stesso periodo degli edifici che li circondano ed avere spazi di rispetto adeguati, sanno “parlare” agli allievi che si preparano a diventare piloti militari. Più difficile è comprendere il significato di un velivolo in una strada o piazza cittadina a meno che non vi siano strette connessioni con la vita locale come ad esempio avviene per l’F104 esposto nella cittadina di Istrana, anche lui, però, in un angoletto che non lo valorizza. Che ci fa un PD-808 in un raccordo autostradale di Lucca? Non credo che sia stato messo lì per ricordare il pioniere del volo Carlo Del Prete anche perchè tra lui e quel velivolo non c’è e non ci potrà mai essere alcuna connessione. Che ci fa un G.91T nella periferia di Tarquinia? Almeno fosse stato messo nel vecchio aeroporto giù sulla litoranea, importante base dei piloti brasiliani durante la 2ª GM ed ora in progressivo abbandono, ma in una periferia piena di supermercati... È comunque da apprezzare l’immane lavoro dei colleghi della sezione AAA di quella città che hanno saputo trasformare un ammasso di rottami ceduti a peso al Comune in un velivolo vero. Comune che, tra l’al-

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tro, è costretto a spendere annualmente soldi per l’assicurazione del monumento, per la sua riverniciatura e quant’altro. Con gli stessi soldi risparmiati, in due o tre anni si potrebbe realizzare un monumento in marmo che solo per il suo pregio artistico potrebbe divenire un manufatto da tramandare ai posteri, e pertanto essere collocato in luoghi più prestigiosi della città. Vi è poi il problema mo lto serio della manutenzione dei velivoli monumentati. Mentre a Tarquinia fortunatamente c’è una sensibilità dell’amministrazione comunale nei nostri confronti per cui la riverniciatura è stata fatta in modo corretto, nella maggioranza dei casi i velivoli vengono abbandonati a sé stessi. Pensiamo al G.91T (sempre lui!) all’Aeroclub di Viterbo in stato di abbandono, come pure quello all’aeroporto dell’Aquila tanto che non v’è alcuna differenza con quelli accatastati presso il venditore di rottami sul Grande Raccordo Anulare di Roma. I velivoli all’esterno deperiscono. Non per niente quando sono operativi, se non protetti da hangarette, vengono coperti con teli impermeabilizzati, almeno nella parte del cockpit, e ne vengono tappati gli scarichi e le prese d’aria. Solo una corretta manutenzione consente di preservare, per esempio il plexiglass del tettuccio, di norma screpolato dalle intemperie e dalla vetustà del materiale.

Che ci fa un rarissimo (per l’Italia) MB-326K esposto alle intemperie a Zagarolo anziché stare al Museo Storico AM che ne è sprovvisto?

Fa eccezione, ed è bene sottolinearlo, quello dell’RT-33 all’interno dell’aeroporto di Istrana, perfetto ed immacolato. Per restare in zona, degno di menzione è anche il grande lavoro di manutenzione dei velivoli sull’aeroporto di Vicenza operato da volontari del GAVS (Gruppo Amici Velivoli Storici) e dai nostri soci della sezione locale. Ma non sempre i

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velivoli esposti in un sedime militare sono in buone condizioni di manutenzione. Non si può sottacere poi che se molte sezioni sono state bravissime nel dotarsi di un velivolo da monumentare, non sempre altrettanto zelo è stato messo per la manutenzione dei monumenti esistenti nella loro città, purtroppo spesso brutti e mal conservati (pensiamo, per esempio, a quelli per i Caduti della 1ª GM) ma pur sempre testimoni veri di sacrifici e di ardimento. Nel pensare alla modestia di queste testimonianze della Grande Guerra, talvolta limitate ad una semplice lapide, non si può non correre con la mente ai grandiosi monumenti militari di Torino: pensiamo al monumento all’alfiere di piazza Castello, al monumento al fante, al monumento al bersagliere, straordinario per la sua potenza espressiva, al monumento al carabiniere, a quello a Pietro Micca, ed ancora allo splendido ed imponente monumento all’autiere d’Italia e, infine, anche al nostro (purtroppo in periferia) rappresentato da uno stormo di uccelli in volo. Piuttosto che tanti monumenti d’alluminio è certamente preferibile averne pochi, ma di qualità e ubicati in quelle città che hanno avuto un significato vero nella storia della nostra Aeronautica. Ma in tempi di vacche magre non è certo facile portare avanti discorsi del genere. Sarebbe il caso allora di non fare più monumenti con velivoli in disuso, di tenerci nostro malgrado quelli che abbiamo e di cercare almeno di custodirli adeguatamente e, se il caso, di adottarli, unitamente agli altri dedicati ai nostri Caduti, assicurando la loro sopravvivenza alle ingiurie del tempo e alla decadenza dei valori della nostra società. A seguito di contatti intercorsi con il Comando Logistico dell’AM si è appreso che sono parecchie centinaia le cessioni di materiale per esposizione da parte della Forza Armata. La catalogazione di queste cessioni, in possesso ora anche della presidenza dell’AAA, non è certamente esaustiva. Non sono elencati, per esempio, i velivoli acquistati da privati presso rivenditori di materiali militari, esposti al pubblico ma spesso non ben conservati, con un pessimo ritorno d’immagine sulla nostra FA

ritenuta impropriamente responsabile dello stato di manutenzione di questi velivoli. Mancano, inoltre, dei report sullo stato di conservazione di questi materiali.

A Folgaria la batteria Nike mimetizzata ben si integra con le conifere del paesaggio

Attraverso l’azione capillare delle nostre sezioni periferiche sarebbe certamente possibile produrre delle brevissime relazioni semestrali corredate da fotografie del materiale esposto nelle rispettive giurisdizioni in modo che la Forza Armata possa, oltre che ad avere un quadro esatto della situazione, valutare se e come intervenire per sollecitare la manutenzione o la restituzione del materiale in questione. E questo non solo in caso di cattiva conservazione, ma anche in quei casi in cui subentrino dei ripensamenti avendo concesso in uso il materiale piuttosto raro. Ciò sarebbe, per esempio, auspicabile per l’MB.326K di Zagarolo di cui esistono in Italia solo due esemplari (l’alto è a Pratica di Mare) considerato che queto tipo di velivolo non è nemmeno presente al nostro Museo Storico di Vigna di Valle. Non ultima l’adozione di un velivolo monumentato da parte delle sezioni potrebbe rappresentare l’unica via per garantire la sopravvivenza dei velivoli esposti nei vari aeroporti in corso di dismissione, sull’esempio di quanto fatto a Vicenza. Le attività a tutela di questo patrimonio, sia quelle relative al monitoraggio che quelle relative alla manutenzione potrebbero rientrare tra quelle previste dalla convenzione tra AM e AAA, convenzione che, alla luce delle mutate condizioni economiche del Paese e delle trasformazioni in atto in seno alla Difesa, potrebbe essere aggiornata e trovare una sua nuova vitalità.

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L’evoluzione del Predator di Mario Longobardi

È interessante approfondire, tuttavia, quanto il Predator sia il risultato di un lungo processo tecnologico che vede un’evoluzione del velivolo teleguidato GNAT-750; il quale, a sua volta, affonda le radici nell’ormai remoto progetto UAV Amber.

Lo GNAT-750 fu provvisto dello stesso motore alternativo Rotax 582 utilizzato per la propulsione dell’Amber; venne ingrandita la fusoliera e la attaccatura delle ali fu spostata verso il basso. Lo GNAT-750 fu equipaggiato con un sistema di navigazione GPS, ed inoltre era garantita la piena autonomia per missioni superiori alle 24 ore; esso fu equipaggiato di evoluti sensori dinamici, permettendo così di ottenere un’ottimale visuale sia diurna che notturna. Nel 1993 lo Joint Chiefs of Staff (Stati Maggiori Riuniti) manifestò la volontà di disporre di un sistema di sorveglianza per il supporto dei Peacekeepers operanti nell’ex-Yugoslavia; acquistò dunque due GNAT-750 equipaggiati con un pacchetto sensoristico modificato. Si registrarono tuttavia diverse difficoltà nelle operazioni di volo, tanto che un velivolo venne addirittura perso nel 1993.

LSI - Amber

General Atomics - GNAT 750

A partire dalla metà degli anni ’80 una compagnia chiamata Leading Systems Incorporation (LSI), commissionata dal Dipartimento di Difesa USA, diede inizio allo sviluppo del progetto Amber. Il velivolo, solo uno di diversi programmi sperimentali UAV, dimostrò capacità importanti; esso risultava tuttavia di dimensioni abbastanza modeste (15 ft di lunghezza per 28 ft di apertura alare), non sufficienti a garantire prestazioni soddisfacenti per sostenere il payload richiesto; in seguito la LSI, conscia dell’ alta potenzialità del progetto, diede il via ad uno studio atto al computo delle dimensioni ottimali che potessero garantire ad un sistema UAV l’opportuna portanza; vennero inoltre avviate diverse ricerche al fine di garantire la necessaria stabilità di volo, caratteristica indispensabile per fornire immagini di alta qualità. Nel 1988 LSI intraprese lo sviluppo di una migliorata evoluzione dell’Amber, da destinarsi, questa volta, al mercato. Il nuovo UAV volò per la prima volta nell’estate del 1989 ma la LSI, che versava in serie difficoltà finanziarie, fu nel 1990 acquisita dalla General Atomics (GA). La nuova società non abbandonò i preziosi progetti UAV e portò a termine lo sviluppo del nuovo velivolo a pilotaggio remoto GNAT-750.

La limitazione più restrittiva riscontrata nelle operazioni dello GNAT- 750 sui Balcani, risultò essere il raggio di azione del sistema, questo non permetteva infatti al velivolo di spostarsi nelle zone più remote del Paese a causa del limitato range del datalink che si estendeva tra il velivolo e la stazione di controllo. Per superare tale restrizione, come ripetitore per il flusso dati, fu utilizzato un velivolo da ricognizione Scheweitzer, la quale scarsa autonomia oraria, tuttavia, riduceva la endurance (maggiore di 24 h) dello GNAT-750. Il fattore weather e le difficoltà riscontrate con il flusso dati sul montuoso territorio balcanico causarono diverse complicazioni alle operazioni di volo. I due GNAT-750 furono infine equipaggiati con un sensore termo-ottico e rischiarati in Croazia nel 1994 e successivamente fu acquisto un ulteriore velivolo equipaggiato di un radar ad apertura sintetica (SAR). Le attività dello GNAT- 750 presero il nome in codice di Lofty View (traducibile come “sublime visione”) Un ulteriore step dello sviluppo del velivolo fu realizzato nel 1997-1998, quando la GA iniziò a lavorare su una più evoluta versione dello UAV, battezzata I-GNAT (improved GNAT). Esso risultava essere sostanzialmente un’ampliata

’incessante richiesta di incremento di capacità atte a garantire la pubblica sicurezza ha, negli ultimi anni, reso possibile lo sviluppo di avveniristici sistemi UAV (Unmanned Aerial Vehicle). Il General Atomics RQ-1C Predator, è un Sistema d’Arma che ben rappresenta le attuali capabilities di tali non convenzionali velivoli; esso, oltre ai compiti prettamente militari, può contribuire alle attività di controllo del territorio e delle linee di comunicazione, nell’ambito della lotta alla criminalità organizzata e all’immigrazione clandestina.

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versione del suo predecessore, equipaggiata di un più performante motore ROTAX 912; tale propulsore permetteva di trasportare un maggiore payload nonché,eventualmente, alcuni armamenti. Nell’ottobre del ’98 lo I-GNAT divenne operativo, le performance erano sensibilmente migliorate: endurance di oltre 30 ore e quota di tangenza superiore ai 30,000 ft. Il velivolo risultava tuttavia ancora controllato attraverso un data link “C band” il cui range non superava le 150 miglia. Nel gennaio 1994 General Atomics avviò un nuovo programma di ricerca finalizzato allo sviluppo dello UAV che sarebbe diventato il Predator A. Esso proponeva un’ala bassa, un Aspect Ratio (rapporto tra lunghezza e superficie alare) molto elevato ed un piano di coda a “V” rivolto verso il basso; il velivolo fu realizzato di composito in fibra di carbonio e la fusoliera permetteva di ospitare sia tutto il payload che il carburante necessario. Nel retro della fusoliera veniva alloggiato un motore 4 cilindri da 80 hp Rotax 912, ma successivamente tale propulsore fu sostituito dal 4 cilindri 113 hp Rotax 914. Una telecamera assicurata alla parte anteriore del velivolo veniva istallata per ottimizzare il pilotaggio remoto. L’equipaggiamento constava principalmente di un Radar ad apertura sintetica Northrop Grumman, sviluppato per il progetto A-12 strike, e da una turret di sensori infrarossi ed elettro-ottici Wescam Versatron 14TS. Nonostante ciò la più rilevante miglioria fu rappresentata dall’implementazione del link SATCOM in Ku-band, grazie a tale collegamento satellitare il raggio di azione veniva finalemente reso virtualemente illimitato.

ret Versatron con la Raytheon AN/AAS-52(V) Multi-Spectral Targeting Systems (MTS), tale altamente performante impianto sensoristico risultava provvisto anche di un laser designator. Il Predator A+, così come lo conosciamo oggi, è lungo 8,2 m con apertura alare di 14,89 ft. Esso è stato progettato per poter essere scomposto in 6 porzioni rendendo così il sistema facilmente “impacchettabile” in container utilizzati per il trasporto. Tipicamente vola ad una velocità compresa fra i 70 e 90 Kts a quote superiori ai 25,000 ft; le operazioni tuttavia si svolgono spesso a quote inferiori in modo da garantire una migliore risoluzione da parte dei sensori elettro-ottici. Il successivo passo nello sviluppo Predator è il Predator B, un velivolo di gran lunga più performante. Il Predator B volò per la prima volta il 2 febbraio del 2001 ed è propulso da un motore alternativo Honeywell; l’apertura alare è stata incrementata a 64 ft. L’accresciuta potenza del propulsore estende sensibilmente la massima velocità di volo, anche se la velocità in missioni operative rimane fra i 70 e gli 80 mph. La più vistosa differenza, oltre al più convenzionale piano di coda a V upward, consiste nel fatto che il Predator B permette di incrementare ingentemente sia il payload che la quota di tangenza.

General Atomics - Predator B

General Atomics - Predator A

Lo sviluppo del Predator A proseguì attraverso l’implementazione del sistema de-icing e con la sostituzione della tur-

L’USAF ha affidato tale potente ed innovativo sistema d’arma alle squadriglie 11ª, 15ª e la 17ª. In Italia l’Aeronautica Militare ha fornito tale sistema d’arma, che rappresenta lo stato d’arte dei velivoli teleguidati, al 32° Stormo di Amendola, incrementando così le già altissime capacità operative di cui lo Stormo dispone.

Primo atterraggio verticale su nave dell’F-35B l 3 ottobre un F-35B (Joint Strike Fighter) destinato ai Marines statunitensi ha compiuto il primo atterraggio verticale sul ponte della nave anfibia Wasp dell’US Navy. La manovra, è stato reso noto nell’occasione, rientra nel programma di prove iniziali sulle navi allo scopo di raccogliere dati sulle capacità del velivolo di effettuare decolli corti e atterraggi verticali sulle unità navali in mare aperto e per valutare in che modo esso si integri con i sistemi di atterraggio sulla nave e con le operazioni sul ponte e nell’hangar. Ricordiamo in proposito che l’F-35B è destinato a sostituire gli Harrier AV-8B e i McDonnell-Douglas F-18 Hornet attualmente in linea con i Marines.

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In Campidoglio il primo convegno di Assoarma

Le Associazioni d’Arma: realtà e prospettive ala gremita da moltissime delegazioni di tutte le realtà associative militari, tra vistosi foulard e bustine piene di distintivi multicolori, ma anche molte autorità militari ed alcuni politici al convegno tenutosi il 3 novembre presso il Campidoglio, convegno che il gen. Mario Buscemi, presidente di Assoarma, ha voluto subito ribatezzare “Stati Generali delle Associazioni d’Arma”. Che ci fosse bisogno di un convegno del genere è apparso subito chiaro fin dalle prime battute degli oratori che si sono succeduti al microfono, a cominciare dal gen. Antonino Torre, consigliere comunale delegato alla memoria cittadina ed ai fatti d’arme, che ha portato il saluto del sindaco Gianni Alemanno, per passare poi al prof. Domenico Fisichella, al sen. Franco Marini, all’on. Carlo Giovanardi, al dott. Alessandro Ortis, presidente dell’associazione Nunziatella ed al gen. Vittorio Bernard di Assoarma. Tutti gli interventi, infatti, hanno fatto

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leva sul patrimonio di valori di cui i militari sono portatori e che diventano utilissimi in un momento in cui il nostro amato Paese sta vivendo una deriva morale scoraggiante. In questo l’Associazione Nazionale

Alpini, che non fa parte di Assoarma ma che è solo aggregata vista la sproporzione del numero dei suoi soci rispetto alle altre realtà associative, diventa un esempio da imitare. Le ragioni del suo successo, ha cercato di spiegare il sen. Marini vanno ricercate nell’umiltà e nella solidarietà della gente di montagna che, cresciuta in mezzo alle difficoltà che impongono la solidarietà come naturale formula per la sopravvivenza, ne ha fatto un costume

Primo EuroHawk per la Germania l 12 ottobre, sulla base aerea tedesca di Manching, è stato presentato il primo aereo a pilotaggio remoto EuroHawk destinato alle forze aeree di Berlino. L’aereo, arrivato in Europa nel luglio scorso con un volo senza scalo dagli Stati Uniti, è la versione destinata alla Germania del Nor throp Grumman UAS RQ-4 Global Hawk tipo HALE (high-altitude long-endurance - v. anche pag. 28 di Aeronautica n. 5/2001), velivolo con il quale quel paese intende tra l’altro sostituire i pattugliatori marittimi Breguet Br.1150 Atlantic radiati l’anno scorso.

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Il programma di collaborazione iniziato nel 2007 tra il ministero della Difesa tedesco, Northrop Grumman e EADS - che formano il consorzio paritetico EuroHawk GmbH - prevede la consegna di altri quattro EuroHawk nel biennio 2015-2016.

di vita ed ha saputo trasmetterla anche alle sue sezioni facendola diventare una cultura vissuta. Il tempo tiranno ha consentito di abbozzare appena una sorta di dibattito ma ciò è stato sufficiente per comprendere che i problemi dell’associazionismo militare sono molto sentiti e, tra questi, vi è anche quello dell’uso di spazi dedicati all’interno delle installazioni militari, come ha evidenziato il gen. Buscemi. Gli interventi conclusivi delle autorità militari presenti, quello del gen. CA Giuseppe Valotto, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, e quello del generale Biagio Abrate, capo di Stato Maggiore della Difesa, hanno assicurato la massima attenzione dei Vertici verso le Associazioni d’Arma e l’impegno a condividere e risolvere i problemi emergenti. Il convincimento tratto dal convegno è che, lanciato il sasso, si debba tornare ben presto sull’argomento con altri eventi dedicati tesi ad approfondire i suoi molteplici aspetti. G.N.

Regione Roma e non Reparto Volo SM Il socio Roberto Bruno della sezione AAA di Roma ha scritto - a proposito di quanto pubblicato a pag. 30 di Aeronautica n. 10/2011 circa il modello volante del «bellissimo C-47» costruito dal gen. Antonio Riccardelli dell’AVES - per precisare che la sigla RR 04 apposta sul velivolo non è «del prestigioso Reparto Volo Stato Maggiore, oggi 31° Stormo» come indicato dal gen. Riccardelli, ma tale sigla «fino al 1979, anno della messa in posizione quadro del Reparto, era riportata sulla fusoliera dei velivoli del Reparto Volo della II Regione Aerea (la sigla RR stava per Regione Roma), con sede sull’aeroporto di Guidonia e non già su quelli del Reparto Volo Stato Maggiore il cui identificativo era SM».

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Conclusa in Piemonte la prima fase del programma SMAT l 30 settembre ha avuto luogo in Piemonte la dimostrazione conclusiva del progetto di ricerca SMAT F1 (Sistema di monitoraggio avanzato del territorio, Fase 1), una missione congiunta di monitoraggio del territorio per scopi civili, basata su tre sistemi senza pilota (UAV) che operano a diverse quote: lo “Sky-Y” di Alenia Aeronautica (v. pag. 13 di Aeronautica n. 10/2008), il “Falco” di Selex Galileo (v. pag. 16 di Aeronautica n. 11/2003) e il piccolo “C-Fly” della società high-tech piemontese Nimbus, attiva nel settore meteorologico.

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Lo Sky-Y

Lo SMAT F1 - nato nell’ambito del Comitato Promotore del Distretto Aerospaziale Piemonte e cofinanziato dalla Regione Piemonte attraverso il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) - è stato pianificato da un gruppo di lavoro coordinato da Alenia Aeronautica, costituitosi in Associazione Temporanea di Scopo (ATS) e formato da Alenia Aeronautica, SELEX Galileo, ALTEC (Advanced Logistics Technology Engineering Center), istituti scientifici di ricerca quali il Politecnico di Torino, l’Università di Torino e l’Istituto Mario Boella e da ben undi-

ci piccole e medie imprese piemontesi (Auconel, Axis, Blue Engineering, Carcerano, DigiSky, Envisens, Nautilus, Nimbus, Sepa, Synarea, SPAIC).

Il Falco

La missione, è stato sottolineato nell’occasione, rappresenta un “record” europeo di grande rilievo in quanto è la prima volta che più sistemi “unmanned” operano congiuntamente e contemporaneamente nello stesso spazio aereo, in un’area di volo che non è un poligono militare e decollando e atterrando da aeroporti civili e in area situata su terra e non su mare. Partiti dall’aeroporto di Cuneo-Levaldigi (Falco e Sky-Y) e dall’aviosuperficie di Benevagienna (C-Fly) i tre UAV - caratterizzati da prestazioni diverse relativamente a quote e velocità e dotati di sensori differenti (ottici, infrarosso e radar) - avevano lo scopo di verificare la possibilità di sviluppare un sistema di sorveglianza a supporto delle fasi di prevenzione, emergenza e salvaguardia del territorio per il controllo di una vasta gamma di eventi alluvioni, incendi, frane, traffico, urbanistica, inquinamento e coltivazioni operando in modo integrato con le au-

torità preposte alla gestione di tali eventi e fornendo loro in tempo reale informazioni puntuali e aggiornate attraverso una Stazione di Supervisione e Coordinamento situata presso l’ALTEC di Torino. Ricordiamo che lo Sky-Y, secondo dimostratore tecnologico di Alenia Aeronautica appartenente alla categoria MALE (Medium Altitude Long Endurance) è par ticolarmente adatto al monitoraggio di vaste aree del territorio alle quote più elevate, ha un’autonomia di 14 ore ed un raggio d’azione di circa 800 km; il Falco di Selex Galileo può essere utilizzato principalmente per missioni di sorveglianza tattica, ha capacità di decollo da brevi spazi e piste semipreparate, può raggiungere i 6.000 m di quota e un raggio d’azione di 200 km; il piccolo C-Fly della Nimbus, infine, è un ibrido tra il dirigibile e il deltaplano (in quanto caratterizzato dall’utilizzo dell’involucro del dirigibile come ala gonfiabile por tante di grandi dimensioni e di basso peso alare), pesante solo 30 kg e in grado di operare a bassa quota e a bassa velocità. Il C-Fly

I 20 anni del Gruppo aerei imbarcati della MM l 27 ottobre, a Taranto, è stato celebrato il 20° anniversario del Gruppo aerei imbarcati della Marina Militare, il reparto dotato di cacciabombardieri a decollo verticale McDonnell Douglas AV-8B Harrier II Plus. Nell’occasione, sulla Bandiera di guerra dell’attuale Comando delle Forze Aeree della MM, è stata apposta la medaglia d’argento al valor militare che alla fine della prima guerra mondiale fu concessa alla Bandiera della Forza Aerea della Regia Marina, poi disciolta alla nascita della Regia Aeronautica nel 1923.

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Il 10 novembre 1963, a causa dell’impatto del suo elicottero contro il cavo non segnalato di una funivia, decedeva il comandante Giovanni Zanelli che, con due geologi dell’ENI anch’essi deceduti, effettuava voli di ricognizione dopo il disastro della diga del Vajont. Nel 48° anniversario del tragico incidente, ricordiamo la figura del com.te Zanelli pubblicando l’articolo apparso recentemente su “il Basco Azzurro”, periodico dell’Associazione Nazionale Aviazione dell’Esercito (ANAE), di cui è direttore editoriale il gen. Vincenzo Rapposelli, che ce lo ha cortesemente concesso.

Tre eroi dimenticati 10 novembre 1963. Un mese dopo il disastro del Vajont, muoiono un comandante pilota dell’Eni, un ingegnere ed un geologo nella caduta di un AB.47J che durante una ricognizione nella zona di Erto impatta sfortunatamente nel cavo d’acciaio di una teleferica. Sono il comandante pilota Giovanni Zanelli, elicotterista della prima ora, già istruttore presso la Scuola di volo elicotteri di Frosinone dal 1955 al 1957, in servizio presso l’Agip mineraria, il dottor Bruno Conforto ed il suo collega Filippo Falini. Un gruppo di familiari ed amici si raduna ogni anno il 10 novembre a Passo S. Osvaldo vicino Er to per ricordare i tre eroi dimenticati che con generoso slancio sacrificarono le loro vite al solo scopo di individuare misure idonee a stabilizzare la zona ancora in pericolo di frane. Due personaggi mantengono più attivamente vivo il ricordo dei tre Caduti. Sono il figlio del comandante Giovanni Zanelli, Luciano, ufficiale del Genio Aeronautico, scultore e medaglista molto quotato e Mauro Corona, scrittore, scultore, alpinista e arrampicatore fortissimo, nato ad Erto e testimone oculare al tempo della tragedia del Vajont. A lui si deve, fra l’altro, l’apertura di circa trecento nuovi itinerari sulle Dolomiti dell’Oltre-Piave. Entrambi sono amici di Franco Frondaroli che non lascia mancare la sua partecipazione annuale alla cerimonia del 10 novembre. Vogliamo ricordare con queste brevi note la figura di un pluridecorato pilota della 2ª Guerra Mondiale, il comandante Giovanni Zanelli, al quale, dopo la sua morte e con un po’ di ritardo,

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venne consegnata a Roma il 21 aprile 2002 la medaglia d’argento al merito civile alla memoria. La ricevette la vedova sig.ra Ada Anzelotti. La motivazione della medaglia evidenzia chiaramente il suo sacrificio: “Comandante Pilota, all’indomani del disastro del Vajont si prodigava instancabilmente con il suo elicottero nel soccorso delle popolazioni colpite trasportando vittime, feriti e viveri. Nel corso di un ennesimo volo, per effettuare rilievi, urtava con il suo mezzo il cavo non segnalato di una teleferica e precipitava al suolo sacrificando la vita ai più nobili ideali di umana solidarietà e spirito di servizio”. 10 novembre 1963 Vajont (Pordenone).

Il com.te Giovanni Zanelli

Iniziò la sua carriera in Aeronautica Militare come sergente pilota nel maggio 1932 e nel 1936 era già maresciallo Istruttore di volo al 10° Stor-

mo Bombardamento. Durante la 2ª G.M. riceve inizialmente due medaglie di bronzo al VM, una nel cielo del Mediterraneo per aver colpito, nonostante precisa e violenta reazione contraerea una unità da guerra nemica (1° agosto 1940) e l’altra nel bombardamento del porto di Alessandria d’Egitto il 21 settembre dello stesso anno. Un’altra medaglia di bronzo al VM, insieme a numerosi encomi e citazioni sull’Ordine del Giorno, gli viene concessa per le operazione nei cieli di Libia, Egitto e Mediterraneo con il Gruppo Klinger da Bombardamento Pesante. Nel marzo 1941 entrò a far parte dei Servizi Aerei Speciali ove conseguirà la nomina ad aiutante di battaglia e meriterà ancora una medaglia d’argento al VM. per le sue azioni in Africa e nei cieli del Mediterraneo dal novembre 1940 al dicembre 1942. Tre croci al Merito di Guerra e due promozioni sul campo coronano le sue gesta fino alla fine della guerra. Nel 1954 viene selezionato fra i primi piloti italiani da destinare dall’AM al volo con gli elicotteri impiegato come istruttore di volo a Frosinone. Si congederà con il grado di capitano passando nel 1958 come pilota civile nei servizi aerei dell’ENI. Accorre nel Vajont, subito dopo il tragico evento, e trova la morte nell’impatto di un cavo di una teleferica abusiva. Nello stesso giorno della sua prematura scomparsa l’AM gli aveva proposto di rientrare nel servizio attivo con il grado di maggiore. Giovanni Zanelli, grande combattente dell’aria, uomo di valore, grande spiri-

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to di umanità e tanta professionalità. Alla memoria del comandante Zanelli è stata intitolata nel 2004 a Claut una aviosuperficie per ultraleggeri grazie alla decisa volontà del sindaco di Porcìa, Stefano Turchet. Ricordiamo che Porcìa è il paese natale dell’attuale capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Italiana, generale Giuseppe Bernardis. Il comandante Zanelli, un uomo che

Franco Frondaroli, suo figlio Luciano, Mauro Corona e alcuni altri fanno bene a ricordare ogni anno il 10 novembre a Passo S. Osvaldo, unitamente agli altri due caduti Conforto e Falini. Anche quest’anno la S. Messa è stata celebrata da monsignor Giovanni Per in che, trovandosi sul posto il giorno dell’incidente, per primo raccolse, ricompose e portò nella chiesetta di S. Osvaldo i resti mortali dei

tre caduti. Alla fine della S.Messa il novantunenne monsignor Perin ha dichiarato candidamente che non era in grado di risalire, come ogni anno, gli impervi sentieri di montagna che portano dalla chiesetta di S. Osvaldo al passo per rendere il dovuto omaggio ai tre sfor tunati nel luogo dell’incidente e per la prima volta in tanti anni ha dovuto, suo malgrado, rinunciare!

Tre soci AAA hanno felicemente raggiunto il secolo di vita Gen. SA Oreste Genta Il 2 novembre, circondato dall’affetto di familiari e amici, il nostro socio gen. SA Oreste Genta ha festeggiato il suo centesimo compleanno. Nato a Frasso Sabino, il gen. Genta è entrato in Aeronautica con il corso Leone dell’Accademia Aeronautica e dopo il conseguimento dei brevetti di pilota militare e di osservatore aeromarittimo, ha prestato servizio in vari reparti di osservazione aeromarittima e a bordo di varie unità navali come comandante dei reparti aerei imbarcati. Nel corso della seconda guerra mondiale è in Libia - da dove partecipa a numerose missioni - e poi in Italia continuando a operare nel settore aeromarittimo divenendo tra l’altro, dopo l’8 settembre, anche comandante dell’82° Gruppo. È poi imbarcato sulla Squadra Navale quale ufficiale di collegamento Marina-Aeronautica e, successivamente, diviene insegnante di Arte militare aerea all’Istituto di guerra Marittima di Livorno. Presta poi servizio alla 46ª Aerobrigata, al Gabinetto del ministro della Difesa, allo Stato Maggiore della Difesa e alla 36ª Aerobrigata Interdizione Strategica di cui è stato l’ultimo comandante. Dopo il successivo comando del Settore aereo della Sardegna diviene prima capo Ufficio del Segretario generale dell’Aeronautica e poi direttore generale delle Provvidenze per il personale. Dal 1969 al 1972 ricopre l’incarico di comandante della 3ª Regione Aerea e, dopo il congedo, è stato anche presidente dell’ONFA Il gen. Genta è decorato di due medaglie d’argento e una di bronzo al VM. Decano dei corsi omonimi quale unico vivente del Leone, alla cerimonia per il giuramento del Leone V avvenuta a Pozzuoli il 9 aprile 2009, affermò che «anche se il tempo fa aumentare le rughe sulla pelle, finche lo spirito rimane for-

te si è giovani. Si invecchia, e si muore, solo se si permette alle rughe di aggredire l’anima». Del gen. Genta vogliamo di seguito riportare un suo particolare ricordo di guerra. «Il 28 aprile 1942, nel bel mezzo del Golfo della Sirte, mentre con il Cant.Z.501 - il cosiddetto “mammaiut” (mamma aiutami) - svolgevo la scorta antisommergibile e antimine a un convoglio, venni attaccato da tre Br istol Blenheim. Io fui ferito alla spalla sinistra, ma in condizione di pilotare con una certa difficoltà; il secondo pilota, colpito al braccio e all’avambraccio, accasciato sul seggiolino non era in condizione di pilotare; il marconista anche lui colpito non era in condizioni di svolgere il suo compito. I cavi del timone di direzione tranciati e l’unica bussola di bordo distrutta. Mentre il nemico si accingeva ad effettuare il terzo attacco uno degli avversari, colpito dalle raffiche del motorista e da quelle dell’osservatore, che si sostituì al marconista, si allontanò lasciando una scia di fumo; gli altri due lo seguirono. In quella situazione piuttosto tragica l’osservatore si prodigò in mille modi per tamponare le nostre ferite, poi aprì una bottiglia d’acqua della cassetta viveri di riserva per darci da bere e successivamente, nell’aprire un pacchetto di biscotti, vi trovò una fotografia di una bella ragazza con dietro scritto: “Nell’aprire questo pacchetto di biscotti vi giunga il sorriso di una bella bruna torinese: Maria ….. Torino”. Un sentimento di commozione c’invase per un momento, in quella tragica situazione, e sulle nostre bocche apparve un sorriso. Il Bollettino di guerra n. 698 del successivo giorno 29 annunciava tra l’altro: “Un apparecchio della ricognizione marittima di scorta ad un nostro convoglio nel Mediterraneo centrale, respingeva vittoriosamente l’offesa di tre Bristol Blenheim colpendone efficacemente uno; il nostro ricognitore danneggiato nel corso dello scontro rientrava alla base con tre feriti a bordo”. Dopo qualche giorno a ciascun membro dell’equipaggio venne conferita la Medaglia d’argento al VM sul campo. Un giornalista, venuto a conoscenza del fatto, scrisse un segue

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VARIE articolo con questo titolo: “Cinque medaglie d’argento e il sorriso di Mariuccia”». M.llo Fulvio Mucchino Il 12 novembre, festeggiato da familiari ed amici, il m.llo di 1a cl. Fulvio Mucchino, socio della sezione AAA di Trieste dalla sua fondazione nel 1954, ha compiuto 100 anni. Entrato volontario nella Regia Aeronautica nel 1930 quale aviere Radio Aerologista, ha poi prestato servizio negli idroscali ed aeropor ti di Capua, Nisida, Bengasi, Puntisella (Pola), Tirana, Boscomantico, Campoformido, Rivolto e anche come insegnante alla Scuola specialisti di Capodichino. Nel 1945 diviene capo Stazione alla Stazione meteorologica di Trieste dove ha concluso la carriera militare nel 1967. Una Stazione che, data l’occupazione militare alleata, fu impiantata clandestinamente fra le macerie dell’allora Istituto Geofisico, utilizzando gli strumenti dell’Istituto stesso recuperati dopo il bombardamento aereo e riparati alla meglio. Improvvisandosi muratore, falegname, idraulico e quant’altro, Mucchino - con l’aiuto di due marconisti - ripristinò con un faticoso lavoro una piccola camera, vuotata dalle macerie, senza finestre, con i muri sgretolati e tamponati con tavole, cartoni e stracci arrivando fino a comprare a proprie spese le candele per illuminarla quando la corrente elettrica veniva sospesa, assicurando così il servizio che funzionò regolarmente e non subì mai alcuna interruzione. Ed anche in seguito, quando furono necessari spostamenti, la Stazione, pur attraverso numerose difficoltà e grazie all’impegno profuso dal suo responsabile mantenne sempre la sua funzionalità. Fu solo il 26 ottobre 1954, con il ritorno di Trieste all’Italia, che il personale militare della Stazione, con commozione ed orgoglio, poté finalmente indossare la divisa custodita

gelosamente per tanti anni, fieri e soddisfatti dell’opera svolta. In occasione dei festeggiamenti per il suo compleanno Mucchino ha tratteggiato la sua vita adffermando: «Come vedete non ho compiuto imprese eccezionali, atti eroici o di valore, degni di essere citati, ho solo compiuto sempre e solo il mio dovere, da militare, da cittadino, da italiano». Gen. DA Bruno Tattanelli Il 17 ottobre, ad Arezzo, con l’affettuosa vicinanza di parenti e amici, il socio gen. DA Bruno Tattanelli ha felicemente festeggiato il raggiungimento del secolo di vita. Nato a Tuoro sul Trasimeno, dopo la frequenza dell’Accademia Aeronautica con il corso Nibbio ed il conseguimento del brevetto di pilota militare, ha prestato servizio in vari reparti da caccia con i quali ha combattuto nel corso del secondo conflitto mondiale in Africa settentrionale - dove è stato personalmente decorato della croce di ferro tedesca dal maresciallo Erwin Rommel - nel Mediterraneo, in Sicilia e in Sardegna, meritando due medaglie d’argento ed una di bronzo al VM e una promozione per merito di guerra. Nel periodo postbellico, oltre a prestare servizio in vari reparti di volo tra cui il 51° Stormo nel quale ha comandato il 155° Gruppo “Pantere” e del quale è stato vice comandante, è stato, tra gli atri incarichi assolti, capo divisione della Direzione delle Armi e Munizioni e capo Difesa ABC del Comando della 3ª Regione Aerea, comandante della 3ª Aerobrigata e comandante della Scuola di Aerocooperazione di Guidonia.

A questi centenari soci l’affettuoso e più sincero augurio del nostro sodalizio per ogni loro personale prosperità.

Mostra e conferenze a ricordo del gen. Luigi Broglio l 29 ottobre, a Mestre, in occasione del centenario della sua nascita in questa città, è stata inaugurata una mostra dedicata al gen. Luigi Broglio, padre dell’astronautica italiana e artefice del progetto San Marco che fece dell’Italia il terzo Paese al mondo ad avere un proprio satellite in orbita e il primo al mondo a realizzare una base di lancio equatoriale. Da sottolineare che l’11 novembre, giorno della nascita di Broglio, ha avuto luogo un incontro al quale, tra gli altri, ha preso parte il premio Nobel per la Fisica Riccardo Giacconi e nel corso del quale sono stati presentati un libro e un film a ricordo dello scienziato commemorato. Con la mostra - che si svolge nell’ambito della manifestazione “Explora: astronomia e spazio 2011”, ideata da EIE Cultura in collaborazione con il Centro Studi Storici di Mestre e che rimarrà aperta fino al 22 dicembre presso la Torre civica della città - è stato previsto un ciclo di conferenze con la partecipazione di scienziati, imprenditori e giornalisti.

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SESAR and the military Implications of the Single European Sky Implementation on the Military Air Component

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edele al suo programma di lavoro che vuole contribuire alla diffusione della cultura nel campo dell’Aerospazio e della Difesa, anche a livello internazionale, rendendo disponibile un forum di discussione sugli attuali “trends” in campo dottrinario, tecnologico manageriale, il nostro Centro Studi ha organizzato a Venezia, il 28 ottobre nella prestigiosa cornice della fondazione Cini, il seminario sull’attualissima tematica del cielo unico europeo e delle sue implicazioni per il mondo militare.

Il gen. Magrassi e il gen. Cardinali

Come noto il SESAR ha l’obiettivo di definire, sviluppare e standardizzare, sia dal punto di vista operativo che tecnico, la nuova architettura dell’Air Traffic Management allo scopo di far fronte al previsto grande incremento del traffico aereo dei prossimi anni. Il SESAR rappresenta un approccio completamente nuovo all’impiego ed all’occupazione dello spazio aereo, per sfruttarlo in maniera più efficiente, più sicura, meno inquinante e molto più economica. In tale prospettiva l’innovazione portata dal SESAR é rivoluzionaria in quanto una volta implementata renderà obsoleti i modi di operare e, conseguentemente i sistemi tecnologici esistenti. Con tali premesse, pur considerando che la regolamentazione del Single European Sky e stata inizialmente concepita ed é pertanto applicabile al traffico aereo civile e non si applica ai voli operativi e di addestramento militari, non va trascurato il fatto che in prospettiva per i velivoli militari sarà praticamente impossibile, o addirittura penalizzante al limite del-

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ne della Difesa e di l’inefficienza, operare nel nuovo confacilitare il consetesto. Di qui la necessità ineludibile guimento di posidi considerare le implicazioni di tipo zioni armonizzate operativo, tecnologico ed economifra i militari. co-finanziario che ciò comporta. Di particolare riPer dare un’idea dell’importanza del lievo anche l’interprogramma, basti pensare che la divento di Patrik Ky, mensione economica della fase di chief executive ofimplementazione a livello europeo ficer di SESAR-JU si aggira sull’ordine dei 30 miliardi (SESAR Joint Undi Euro, di cui ben 7 miliardi per la dertaking), un parcomponente militare, che include le tenariato pubbliinfrastrutture di terra e gli apparati co-privato istituito di bordo. dalla Commissio- L’intervento del Al di là delle considerazioni di tipo ne Europea nel prof. Persiani tecnico ed operativo, la dimensione 2000, con l’incarieconomica della sola componente co di gestire ‘European ATM Master militare induce a sollecitare una riPlan ed in particolare garantire l’atflessione attenta sulla capacità dei tuazione della roadmap delle attività bilanci sempre più ridotti della Difedi ricerca e sviluppo elaborata duransa in Europa e, ovviamente in Italia, te la Fase di Definizione del Prodi sopportare l’impatto di questa gramma. nuova gestione del traffico aereo. Il secondo panel relativo alle sfide Lo scopo di questo convegno è statecnologiche è stato brillantemente to, pertanto, quello di elevare il ligestito dal prof. Franco Persiani, vello di attenzione sul programma preside della facoltà di Ingegneria SESAR, raccogliendo i punti di vista aeronautica dell’Università di Bolodi tutti gli attori istituzionali, eurogna e da tempo membro del Comipei, nazionali ed industriali. tato Tecnico Scientifico del nostro Il livello degli interventi è stato molto Centro Studi. interessante. Tra questi appare doveAlla fine della mattinata, gli oltre roso ricordare in modo particolare, cento partecipanti sono stati in graquello del gen. Carlo Magrassi, che do di apprezzare meglio lo stato del ha presieduto il primo panel sulle improgramma e le sfide che esso complicazioni militari del SESAR ed ha porta per la componente militare ed fatto l’intervento conclusivo. Il gen. inoltre di identificare meglio le azioMagrassi è stato recentemente chiani che ciascuno dei principali attori mato a presiedere il “SES/SESAR deve portare avanti per sfruttare al Implementation Forum”. Questo fomeglio le potenzialità ed i vantaggi rum, la cui direzione è stata demanche il SESAR prospetta. data all’EDA (European Defence N. C. Agency), dovrà rendere possibile la consultazione ad alto livello partendo dalle esigenze delle varie nazioni e tenendo conto della complessa geometria politica entro la quale gravitano gli interessi nazionali nel settore della difesa. L’obiettivo per I’EDA appare quindi quello di stabilire un ponte fra le esigenze di Air Traffic Management con quelle di pianificazio- l’intervento del dott. Patrick Ky

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Il convegno organizzato dal CESMA con il supporto della locale sezione AAA

Treviso capitale dell’aviazione italiana (nov. 1917-nov. 1918) elebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia significa fare un percorso ideale attraverso gli eventi che hanno contribuito a consolidare non solo i confini nazionali ma anche le radici culturali ed il sentimento di identità nazionale. Non sfugge l’impor tanza in questo contesto della 1 a Guerra Mondiale, giustamente considerata dagli storici la quarta guerra di indipendenza, e di tutto ciò che essa ha significato nel campo dell’impiego dei mezzi militari e delle conseguenti innovazioni nelle loro dottrine di impiego. Arrivata al conflitto mondiale con alle spalle il modesto, ma stimolante, impiego nella guerra di Libia, l’aviazione militare visse, nel breve svolgersi di pochi anni, una vera e propria epopea da cui nacque la sua nuova dottrina d’impiego, che vede nelle teorie del Douhet, cui il Centro Studi Militari Aeronautici è intitolato, la sua più nobile espressione. Infatti, dall’impiego iniziale prettamente ricognitivo, si passò rapidamente alla caccia, utilizzata prima in versione antiricognizione per poi assumere la sua funzione di difesa aerea vera e propria. Nacquero con lei gli assi famosi come Baracca, che hanno fatto grande la no-

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Il convegno è stato ospitato nella sala degli Affreschi del palazzo comunale di Treviso

stra storia aeronautica, nacque il bombardamento, scomparvero i vulnerabili dirigibili, ed emerse, soprattutto, la necesssità di un assetto organizzativo autonomo rispetto alle altre Forze Armate che portò poi alla costituzione della Regia Aeronautica nel 1923. Tutti questi avvenimenti ebbero un loro fulcro essenziale nella zona trevigiana. Nei suoi cieli si svolse, infatti, la

Il tavolo dei conferenzieri durante il saluto introduttivo del gen. Naldi in rappresentanza del Presidente nazionale AAA

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battaglia aerea di Istrana ed a Vittorio Veneto si svolse la battaglia decisiva che completando il lavoro iniziato con la battaglia del Piave mise fine alla 1a Guerra Mondiale. Non poteva svolgersi che a Treviso, dunque, questo convegno, ed il fatto che esso si sia svolto nelle sala degli affreschi del Palazzo Comunale, normalmente destinata alle celebrazioni di matrimoni, testimonia, quasi ve ne fosse bisogno, l’attenzione che le autorità locali dedicano alla conservazione del loro patrimonio di memorie e di ideali che è anche quello dell’Italia tutta. Si sono succeduti sul podio non solo gli storici italiani Gregory Alegi, Paolo Varriale e Basilio Di Martino, ma anche storici inglesi come Andrew Kemp e austriaci, come Peter Plattner. Ha chiuso il panorama degli interventi un personaggio locale che il mondo degli appassionati di storia aeronautica ci invidia, il com.te Giancarlo Zanardo che ha dedicato la sua vita alla riproduzione volante di molti velivoli dell’epoca. Il convegno è stato moderato dal dott. Sergio Tazzer, giornalista e scrittore, che ha da sempre dedicato i suoi studi all’analisi dei primordi della nostra aviazione. G. N.

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RICERCHE Chi ha notizie su un BR.20 in Sicilia?

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l socio Angelo Rizzo di Catania sta effettuando – di concerto con l’Ufficio Storico dell’AM - ricerche su un relitto di aereo, da lui segnalato e riconosciuto come un bimotore Fiat BR.20 rischierato in Sicilia durante la 2ª guerra mondiale, che è stato rinvenuto vicino alla spiaggia di San Leone (Agrigento). Dell’aereo, precisa il socio, è rimasta buona parte della struttura in tubi di acciaio ma quasi niente del rivestimento in duralluminio dove era verniciato il numero di matricola. Per quanto sopra, e allo scopo di ricostruire con precisione la storia di quell‘aereo, chiede di poter contattare piloti, personale di volo e tecnici che abbiano prestato servizio su questo tipo di velivolo nella speranza che qualcuno si ricordi se il numero di matricola era stampigliato in maniera indelebile sulla struttura dell’aereo stesso. Quanti siano in grado di aiutarlo sono pregati di telefonare a Angelo Rizzo, cellulare 3474357817.

Caro amico, dove sei? l socio av. sc. Giuseppe Olivieri della sezione di Jacotenente chiede notizie del commilitone Calogero (Rino) Urso conosciuto durante il servizio di leva prestato alla 1ª Regione Aerea di Milano come addetto alla Mensa sottufficiali nel periodo 1963-64. Quanti possono fornire notizie utili per rintracciare l’Urso possono contattare l’Olivieri al telef. 0884707640, cell. 3474215923 o alla e.mail: tartagio@gmail.com

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RINNOVO CARICHE

PROSSIMI RADUNI 1° Raduno nazionale avieri del 72° Gruppo IT Il raduno avrà luogo a Bovolone il 2 giugno 2012, con la partecipazione del personale di leva e volontario in ferma breve che ha prestato servizio presso il disciolto 72° Gruppo IT dal 1959 al 2009. L’evento è organizzato dall’Associazione Circolo del 72 e dalla sezione AAA di Bovolone, con il patrocinio del Comune di Bovolone e dell’Associazione Pro Loco. Gli interessati a parteciparvi possono contattare il comitato organizzatore al numero 3490813111, oppure agli indirizzi e-mail assoaeronauticabov@libero.it o quellidel72@libero.it oppure su facebook al gruppo “1ª rimpatriata avieri del 72 gruppo”.

Copertino Presidente: col. Antonio Martina; vice presidenti: lgt. Franco Guido e aiut. Antonio Muya; segretario: lgt Corrado Marulli; tesoriere: lgt. Angelo De Iaco; consiglieri: m.llo sc. Elio Calcagnile, aiut. Marcello Montefrancesco e lgt. Giovanni Valentino; rappresentante dei soci aggregati: sig.ra Antonella Ciccarese.

Varmo Il 1° m.llo Valter Tomelj subentra al lgt. Giovanni Rusciano nell’incarico di capo nucleo.

23°, 24° e 25° Corso specialisti della Scuola di Macerata nel 1962 Nel 50° anniversario della loro incorporazione presso la Scuola specialisti di Macerata nel 1962, gli allievi del 23°, 24° e 25° corso intendono ritrovarsi nel raduno che avrà luogo a Loreto dall'11 al 13 maggio 2012. Per motivi organizzativi, gli interessati a parteciparvi sono invitati a dare la propria adesione improrogabilmente entro il 31 gennaio 2012, contattando il m.llo Valentino Mirabella, cell. 3472617153 o il m.llo Ciro D'Aniello, cell.339 8346929.

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NUOVI INDIRIZZI Udine La sezione si è provvisoriamente trasferita in Via Pradamano, 21. La durata del trasferimento, dovuta a lavori di ristrutturazione della sede di Piazza Libertà 4, sarà di circa 12 mesi; il rientro sarà oggetto di successiva comunicazione.

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( AV V E N I M E N T I L I E T I ( PROMOZIONI A colonnello - Daniele Telesca (sezione di Rimini). A maggiore - Cosimo De Ramundo (sezione di Galatone). CONFERIMENTO ONORIFICENZE OMRI Cavaliere - Vito Lopez (sezione di Bari); - col. Giacomo Pieve (nucleo di Forte dei Marmi). MEDAGLIA MAURIZIANA - ten. col. Antonio Montagna (sezione di Galatone); - lgt. Claudio Stanca (sezione di Galatone); - lgt. Aldo Mam mano (sezione di Verona). SOCI CHE SI FANNO ONORE - Il socio Paolo Berton della sezione di Este ha ricevuto l’Attestato di pubblica benemerenza dal Dipartimento della protezione civile. - Il socio Andrea Pesenato della sezione di Bovolone si è aggiudicato il campionato italiano di volo acrobatico nella categoria intermedia, svoltosi a Caorle nel settembre scorso, ed è stato già convocato per partecipare al campionato europeo di tale specialità che si svolgerà l’anno prossimo.

- Il socio 1° m.llo Valter Tomelj del nucleo di Varmo è stato nominato coordinatore della Protezione civile del Comune di quel paese. LAUREE In architettura (forniture design) - Giovanna Esposito figlia del socio 1° m.llo Domenico (sezione di Bovolone). In comunicazione multimediale e giornalistica - il socio cap. Massimiliano Vaglio (sezione di Galatone). In economia e gestione aziendale - Francesco Bontempi, figlio del socio Pietro (sezione di Brescia). In finanza e mercati - Assunta Romano, figlia del presidente di sezione lgt. Antonio (sezione di Santa Maria Capua Vetere). In giurisprudenza - Eleonora Cioffi, figlia del vicepresidente nazionale AAA brig. gen. CSA Domenico (sezione Caudina); - Mariangela Palma, figlia dei soci Ezio e Anna Maria Gargano (sezione di Arpino); - Marco Vittorio Papa, figlio del socio Francesco (sezione di Martina Franca); - Anna Rita Spirito, figlia del socio lgt. Vincenzo (sezione di Maglie). In lingue, culture e letterature moderne europee - Ilaria Valeria Ambrosio, figlia del socio Pa-

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squale (sezione Afragola).

di

In scienze sociali per le politiche e le risorse umane - il socio cap. Valentino Vaglio (sezione di Galatone). 65 ANNI INSIEME Li hanno gioiosamente festeggiati il socio Giovanni Traversa con la signora Renata (sezione di Alba). NOZZE D’ORO Le hanno felicemente festeggiate: - il socio consigliere Orazio Buzzi con la signora Daria (sezione di Bologna); - il socio 1° av. Pio Coccoli con la socia signora Maria Antonietta (sezione di Frosinone); - il socio m.llo sc. Aurelio Di Gangi con la signora Rosaria (sezione di Brescia); - il socio m.llo Gavino Domizio con la signora Vanda (sezione di Brescia); - Il socio Vincenzo Lo Russo e la signora Vittoria (sezione di Ladispoli-Cerveteri) - il socio col. Franco Merlo con la signora Marisa (sezione di Brescia); - il socio m.llo sc. Gustavo Milani con la signora Margherita (sezione di Brescia); - il socio m.llo sc. Angelo Parisi con la signora Anna Maria (sezione di Grosseto); - il socio m.llo sc. Guido Saba con la signora Sandra (sezione di Viterbo).

NOZZE Si sono uniti in matrimonio: - il socio ten. pil. delle “Frecce Tricolori” Filippo Barbero con la signorina Laura Enrico (sezione di Albenga); - il socio 1° av. capo Fiorentino Di Lillo e la signorina Rosaria Perillo (sezione di Bellona); - il socio Simone Girotto e la signorina Anna Cadò (nucleo di Postioma). CULLE - La socia Daniela Ceruti e il consorte Vincenzo Capuano annunciano la nascita di Lucrezia (sezione di Treviglio); - Il socio cap. pil. Marco Fagiani e la signora Silvia annunciano la nascita del primogenito Giulio (nucleo di Postioma); - il socio cap. Luigi Giannuzzi, presidente della sezione, e la socia signora Anna Lucia annunciano la nascita delle gemelline Chiara ed Elisa (sezione di San Cesario); - I soci Salvatore Licciardello e signora Loredana annunciano la nascita della secondogenita Aurora Rita (sezione di Acireale) - il socio Giuseppe Quarta e la signora Pamela annunciano la nascita della primogenita Gaia (sezione di Monteroni). - Il socio Marco Saini e la signora Gaia annunciano la nascita del secondogenito Lorenzo (sezione di Bracciano).

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SEZIONI E NUCLEI PIEMONTE Assemblea regionale dei presidenti delle sezioni AAA Il 22 ottobre 2011, a Torino, ha avuto luogo la la seconda riunione annuale dei presidenti delle sezio-

ni del Piemonte che hanno riconfermato alla presidenza regionale il col. Cosimo Restivo.

il giorno dopo con la sfilata dei radunasti per le vie cittadine, la benedizione della sede e il rito religioso nella chiesa dei Cappuccini. Al termine ha avuto luogo la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti e il pranzo sociale. Da evidenziare che, nel corso del Raduno, vi è stato il sorvo-

lo del luogo da parte di alcuni velivoli dell’aviosuperficie Alpi Marittime 2000 di Pianfei. Oltre alle numerose rappresentanze con labari dei sodalizi AAA piemontesi, erano presenti il citato governatore Cota, varie autorità civili e militari e un picchetto d’onore della base AM di Castello d’Annone.

LOMBARDIA Caravaggio Primo anniversario della costituzione del nucleo

Cuneo 1° Raduno interregionale Nella ricorrenza del 35° anno della costituzione della sezione di Cuneo, il 15° del nucleo di Caraglio e il 5° del nucleo di Borgo San Dalmazzo, è stato organizzato il 1° Raduno interregionale dell’AAA.

La cerimonia è iniziata il 1° ottobre con il taglio del nastro della nuova sede messa a disposizione del locale nucleo dal comune di Caraglio da parte del governatore del Piemonte Roberto Cota e proseguita

Il 2 ottobre il nucleo ha celebrato il primo anniversario della sua costituzione con una cerimonia denominata “Festa degli angeli”, evento che ha visto tra l’altro la pulizia del monumento dedicato alla MOVM Giannino Ancillotto e il recupero del suo calco originale in gesso del 1927, opera dello scultore Giacomo Grippa e “luogo della Memoria” caro alla cittadinanza caravaggese. Presenti alla manifestazione - che ha anche com-

preso la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, i discorsi di rito, la cerimonia d’investitura e la premiazione di alcuni soci meritevoli, il passaggio di tre aerei della Scuola volo di Caravaggio, il volo del rapace ammaestrato Aquila mascotte del nucleo, un corteo preceduto dalla Banda musicale e la celebrazione del rito religioso – il conte Luigi Ancillotto, erede dell’Eroe, il presidente della provincia Ettore Pirovano, il sindaco Giusep-

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA pe Prevedini, altre autorità civili e militari, varie rappresentanze con labari dell’AAA e di altre associazioni d’arma e numerosi cittadini.

Dopo il pranzo sociale, i presenti hanno potuto assistere a voli dimostrativi e all’esibizione di numerosi aeromodelli presso il campo di volo locale.

dalizio AAA Fernando Parolo, dal sindaco Francesco Lunghi e dall’arciprete abate del Duomo, mons. Sandro Panizzolo alla presenza di numerose rappresentan-

ze con labari di altre sezioni e nuclei AAA, di quelle di altre Associazioni d’arma, di enti AM della zona e di un folto pubblico.

VENETO Fara Vicentino Celebrato l’anniversario di costituzione del nucleo In occasione del 13° anniversario della sua costituzione, il nucleo del quale è capo Giovanni Gasparotto, ha celebrato la ricorrenza con una serie di eventi che hanno compreso il rito religioso, la commemorazione del serg. magg. pil. MAVM Albino Carollo, cui è intitolato il labaro sociale, e di tutti i Caduti, la deposizione di fiori davanti ai monumenti cittadini che li ricordano e - dopo

gli interventi di rito - gli onori resi alla tomba del serg. magg. Carollo nel cimitero di Calvene. Presenti alla celebrazione, conclusa con il pranzo sociale, varie autorità civili e militari del luogo tra cui il vicesindaco Fiorenzo Piccoli, il presidente della sezione di Vicenza gen. SA Alberto Frigo e numerose rappresentanze con labari dei nuclei AAA vicentini.

Monselice

FRIULI VENEZIA GIULIA Cervignano Festeggiato il 30° della costituzione del nucleo Il nucleo ha festeggiato il 30° anniversario della sua fondazione avvenuta ad opera di un gruppo di soci guidati dallo scomparso capo nucleo 1° av. Vam Bruno Fabbro, i cui familiari sono intervenuti alla cerimonia. Per ricordare il cammino svolto ed i soci che “hanno chiuso le ali” è stata celebrata una Messa nel nuovo Duomo di San Michele Arcangelo, al termine della quale un corteo, preceduto dalla Banda mandamentale di Cervi-

gnano, ha percorso le vie della cittadina fino al monumento ai Caduti dove è stata deposta una corona d’alloro e resi gli onori. La lettura di una breve cronistoria del sodalizio e il saluto recato dal rappresentate dell’Amministrazione comunale hanno concluso la cerimonia alla quale erano presenti vari esponenti a livello nazionale e regionale dell’AAA e rappresentante con labari di sezioni e nuclei AAA della zona.

Presentata una “cartellina” sulla Madonna di Loreto Il 5 novembre ha avuto luogo la presentazione di una elegante “cartellina” – realizzata sulla base di una iniziativa promossa dalla sezione - che riproduce la “Madonna di Lo-

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reto” patrona degli Aviatori, la cui pala è conservata nella cappellina invernale del Duomo nuovo di Monselice. La presentazione è stata fatta dal presidente del so-

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Spilimbergo Intitolata una via all’Aeronautica Militare Accogliendo una proposta avanzata dal nucleo AAA l’amministrazione comunale di Spilimbergo ha intitolato una via della città all’“Arma Azzurra”.

Presenti all’evento, con il sindaco Renzo Francesconi, molte autorità militari e civili nonché numerosi soci, con labaro, di quel nostro sodalizio.

thern Italy Pipeline System) 1961-2011 – 50 anni di attività” realizzata dal socio Maurizio Zanella. Oltre a voli di propaganda gratuiti per gli studenti delle scuole medie supe-

riori locali, la ricorrenza ha visto anche, da parte delle Poste italiane, l’allestimento di un ufficio temporaneo con un annullo filatelico speciale e una cartolina commemorativa.

TOSCANA EMILIA ROMAGNA Parma Collaborazione alla celebrazione del 50° anniversario del POL dell’AM Il 1° ottobre la sezione ha attivamente partecipato all’organizzazione della cerimonia per la celebrazione del 50° anniversario della costituzione della rete POL (Petrol, oil and lubrificant) dell’Aeronautica Militare sull’aeroporto cittadino. L’evento, svoltosi alla presenza di numerose autorità civili e militari e di una folta folla di cittadini, ha

Grosseto Il 12 ottobre, nel terzo anniversario dell’inaugurazione del monumento dedicato “Agli aviatori maremmani caduti nell adempimento

del dovere”, la sezione vi ha deposto una corona dopo la messa di suffragio svoltasi alla presenza di autorità civili e militari.

visto tra l’altro il lancio di cinque paracadutisti della locale sezione ANPdI, l’inaugurazione di un monumento, rappresentato da un PD-808, dedicato al personale del POL, gli interventi di rito di alcune delle autorità intervenute, l’inaugurazione della mostra storica “Ali su Parma” e la presentazione della pubblicazione “NIPS (Nor-

Lucca Mostra fotografica “Frecce Tricolori ambasciatori nel mondo” In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia la sezione ha promosso una

mostra fotografica dedicata alla Pattuglia Acrobatica Nazionale intitolata “Frecce Tricolori ambasegue

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA sciatori nel mondo”, esposizione curata dal fotografo Giovanni Del Bianco. La mostra, aperta dal 13 settembre al 5 ottobre, si componeva di una raccolta di immagini, cartoline, documenti, monografie dei velivoli che si sono susseguiti dalle origini a oggi nella Pattuglia Acrobatica

Nazionale e materiali vari relativi alle “Frecce Tricolori”. All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, varie autorità militari e civili, il presidente regionale AAA col. Carlo Paciaroni e, quale madrina, la nipote dell’aviatore Carlo Del Prete sig.ra Alessandra Del Prete.

Roccagorga Commemorato il 75° anniversario della caduta di un aereo sul paese

Montepulciano Pranzo di solidarietà a favore di disagiati Il 2 ottobre la sezione ha organizzato, in collaborazione con la Parrocchia, la sezione locale dell’AVIS, il gruppo Scout Montepulciano 1 e l’AUSER provinciale di Siena, il tradizionale Pranzo della Solidarietà il cui ricavato è stato devoluto

al Fondo di Solidarietà attivato dal Comune e destinato a soggetti in situazione di disagio economico. Al pranzo hanno partecipato anche il vescovo di Montepulciano, mons. Rodolfo Cetoloni, e alcune autorità civili locali.

LAZIO Ladispoli-Cerveteri

Il 5 e 6 novembre la sezione ha commemorato, d’intesa con il Comune, il 75° anniversario dell’incidente di volo che il 10 novembre 1936 vide un S.81 precipi-

tare sulle case del paese causando la morte, oltre che dell’equipaggio, di alcuni cittadini (v. anche pag. 39 di Aeronautica n. 12/2010).

Tarquinia Ricordata la permanenza della caccia brasiliana durante la 2ª GM Organizzata dalla sezione presso l’ex aeroporto militare di Tarquinia e con la presenza di autorità militari del Brasile, ha avuto luogo la cerimonia per la deposizione di una corona sulla targa che ricorda la permanenza su quella base del “1° Grupo de caça” del Brasile durante la seconda

guerra mondiale. Nel corso della cerimonia il presidente della sezione m.llo Carlo Boseggia e il vice presidente Mauro Belli hanno ricevuto il diploma e il distintivo di “membro onorario” della Forza Aerea brasiliana loro concessi dal capo di Stato Maggiore di quell’Aeronautica.

Inaugurato il nuovo circolo ricreativo di sezione La sezione ha recentemente inaugurato il manufatto dedicato alle attività ricreative del sodalizio e delle associazioni d’arma consorelle con una cerimonia alla quale hanno presenziato il sindaco di Cerveteri Gino Ciogli e quello di Ladispoli Enzo Paliotto, varie au-

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torità civili e militari della zona e la banda comunale. Nell’occasione è stata anche inaugurata una stele in onore degli aviatori, sulla quale è applicata un’elica storica, mentre il luogo veniva sorvolato da cinque aerei del gruppo “Dardi Tricolori”.

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ABRUZZO Avezzano Un cappellano per la sezione L’11 settembre, nel corso di una cerimonia avvenuta a Sora ed alla quale erano presenti anche rappresentanze delle sezioni AAA di Arpino e Pescara, mons. Bruno Antonellis – reggente della Chiesa di Santa

Restituta e custode della Bolla Pontificia che conferisce alla chiesa di Sora le stesse prerogative della Santa Casa di Loreto – è stato nominato cappellano della sezione in titolo.

Il 15 ottobre la sezione ha partecipato all’organizzazione di un concerto di solidarietà a favore dei pensionati della Casa Albergo Inpdap di Pescara tenuto dal maestro Mauro Pappagallo, docente del Conservatorio di Pescara,

con la partecipazione dei flautisti Giovanni Campagna e Marialice Terriero. Nel corso dell’evento sono state eseguite note musiche di autori vari che sono state particolarmente apprezzate dal pubblico presente.

CAMPANIA Bellona Raduno regionale delle sezioni e nuclei campani

Pescara Concerto di solidarietà a favore dei pensionati Inpdap

Il 7 ottobre, nell’ambito delle cerimonie per la rievocazione del 68° anniversario dell’eccidio dei 54 Martiri di Bellona, la sezione presieduta dal col. Antonio Arzillo – d’intesa con la presidenza regionale AAA - ha organizzato il raduno regionale delle sezioni e nuclei della Campania al quale hanno partecipato le rappresentanze con Labari dei nostri sodalizi di Caserta, S. Maria C.V., Capua, Mugnano-Calvizzano, Sarno, Pignataro Maggiore e Bellona che, al mattino e con la partecipazione della fanfara della 3ª Regione Aerea, hanno onorato i martiri con la deposizione di una corona di alloro al monumento ai Caduti in-

viata dal capo dello Stato. Nel pomeriggio, nel corso della riunione assembleare e alla presenza tra gli altri del sindaco dott. Giancarlo Della Cioppa, del presidente regionale dell’ANFIM prof. Vincenzo Carbone, delle prof.sse Maria Teresa e Luciana figlie del ten. col. Giovanni Limongi, al quale è intitolato il labaro della sezione, e del presidente regionale AAA lgt. Enrico Annunziata, è stato presentato lo scritto del dott. Domenico Valeriani intitolato “Giovanni Limongi, un audace aviatore bellonese decorato al Valor Militare”. Successivamente, l’assemblea regionale ha trattato vari argomenti tra cui il

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA potenziamento degli strumenti informatici per un più efficace coordinamento tra le sezioni e i nuclei

campani e altre iniziative volte a coinvolgere maggiormente tutti i soci.

Vizzini

PUGLIA Taranto Conferenze alla SVTAM sull’AAA Il 19 ottobre il presidente della sezione, col. Giuseppe Trani, ha tenuto alla Scuola volontari di truppa dell’AM (SVTAM) di Taranto l’ultima delle tre conferenze sull’Associazione Arma Aeronautica rivolte ai giovani di ambo i sessi frequentatori dell’iniziativa

SICILIA

del ministero della Difesa “Vivi le Forze Armate. Militare per tre settimane”. Le prestazioni, che hanno avuto lo scopo di illustrare l’organizzazione, i compiti e le attività del nostro sodalizio, sono state seguite con molto interesse dell’uditorio.

Commemorati i deceduti nell’incidente aereo dell’ottobre 1941 II 23 ottobre, a Licodia Eubea, la sezione - in collaborazione con il Comune di quel paese, l'Associazione culturale "Lambadoria" di Siracusa e l'Associazione "Archeoclub” - ha commemorato (per la prima volta il 70° anniversario dell'incidente aereo lì avvenuto quando un S-74 della Regia Aeronautica, che riportava in Patria anche personale civile dalla Libia, a causa della scarsa visibilità si

schiantò contro il costone di un monte con la morte delle 30 persone a bordo tra cui donne e bambini. Alla cerimonia - che dopo la celebrazione del rito di suffragio ha visto la deposizione di una corona di fiori sulla lapide voluta ed inaugurata per l'occasione dal comune di Licodia Eubea - erano presenti varie autorità civili e militari locali e numerosi soci del nostro sodalizio di Vizzini.

VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO E G I T E T U R I S T I C O - C U LT U R A L I

Alessandria in località varie della Toscana e dell’Umbria e al Museo Storico a Vigna di Valle (foto)

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Cesano Maderno alla base aerea svizzera e al Museo dell’Aviazione militare “Clin d’Ailes” di Payerne

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

SEZIONI E NUCLEI

Cassino al Parco Mseo di Piana delle Orme Cologne ad Alba e nelle Langhe

Gallarate al 50° Stormo

Jacotenente alla fonderia di campane Marinelli di Agnone

Loreto al Museo Storico dell’AM a Vigna di Valle La Spezia alla 46° Brigata Aerea (foto)

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

Melfi al Museo Storico AM a Vigna di Valle

Modena al 7° Reggimento “Vega” dell’AVES a Rimini

Mondovì al 4° Stormo (foto) e al Museo Storico AM a Vigna di Valle Paullo a Torino

Reggio Emilia al 1° RMV di Cameri

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA PROVA TITOLO

San Gavino Monreale a San Giovanni Rotondo

Tiguglio alla base aerea di Cameri

Tortona al Museo aeronautico “Caproni” di Trento

Velletri al 4° Stormo

Ventimiglia a Loreto

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA

SEZIONI E NUCLEI

HANNO CHIUSO LE ALI Giacomo Berti II 9 ottobre è deceduto il m.llo pil. Giacomo Berti, classe 1918, socio fondatore della sezione di Bassano del Grappa nel 1952 e poi presidente della stessa dal 1979 al 1986. Entrato in Aeronautica nel 1939 aveva prestato un lungo servizio in reparti da bombardamento terrestre, tra i quali il 12° Stormo "Sorci Verdi" e il 10° Stormo, con i quali aveva partecipato a numerose operazioni belliche nel corso della seconda guerra mondiale meritando una medaglia di bronzo al VM e tre Croci di guerra. Era anche presidente della sezione bassanese del Nastro Azzurro e della locale Associazione nazionale reduci d'Africa.

Francesco Cafiero È deceduto il m.llo sc. mont. Francesco Cafiero, classe 1933, presidente onorario della sezione di Venezia. Dopo la frequenza della Scuola specialisti AM aveva prestato servizio in vari reparti di volo e successivamente, dopo un corso negli USA - dove aveva ricevuto il titolo onorifico dell'Ancient and Honorable Order of the Oozlefiech delle Forze Armate degli Stati Uniti - era stato assegnato alla 1a Aerobrigata Missili Intercettori subendo anche una ferita dipendente da causa di servizio. Collocato in congedo nel 1982, si era subito iscritto alla sezione lagunare ricoprendovi via via gli incarichi di revisore dei conti, tesoriere, vice presidente e presidente, svolgendo sempre i suoi compiti con grande ed appassionato impegno.

Oronzo Zilli Con il giornale già in stampa apprendiamo che il 14 novembre è improvvisamente deceduto Oronzo Zilli, consigliere nazionale AAA e presidente della sezione di Rimini. Del valente socio scomparso pubblicheremo un ricordo nel prossimo numero.

- Renato Tarducci (sezione di Arezzo); - sig.ra Milena Bettinardi Mazzon, madrina del Labaro della sezione (sezione di Biella); - m.lio Giuseppe Recca (sezione di Bolzano); - 1° av. Giuseppe Barale, 1° av. Giacomo Bonfiglio (nucleo di Borgo San Daimazzo); - Francesco Cellini (sezione di Bracciano); - gen. DA Luciano Gallina (sezione di Brescia); - lgt. arm. Armando Erbosetta, 1 ° av. mont. Gaetano Giacobone (sezione di Capua); - 1° av. Martino Marro, 1° av. Giancarlo Occeili (sezione di Cuneo); - av. Candido Basei (nucleo di Feltre); - av. Leone Lomaestro (sezione di Foggia); - serg. pil. Arrigo Fiori, presidente onorario della sezione (sezione di Forlì); - Carmine Panico (sezione di Ghedi); - m.llo 1 a cl. Giuseppe Carrassi socio fondatore, magg. Fernando Gala, m.llo 1a cl. Egidio Suma (sezione di Jacotenente); - 1° av. Leonardo Giacomini (nucleo di Istrana);

- Ruggero Manfredini (nucleo di Legnago); - av. aut. Giuseppe Torasso (sezione di Livorno Ferraris); - Omero Olivetto, socio fondatore dei nucleo (nucleo di Maniago); - Cosimo Solazzo (sezione di Marsala); - Alberto Bertin (nucleo di Noventa Vicentina); - col. AArs Giovanni Quaglia (sezione di Pescara); - av. sc. Giacomo Nanni (sesione di Ravenna); - sig.ra Renata Monti Mancini (sezione di Rimini); - Gianni Carminati (sezione di Sarnico); - lgt. Rosario Di Blasi (sezione di Siracusa); - av. Sc. Giacomo Zoppas (nucleo di Susegana); - Angelo Odasmini (sezione di Tarcento); - Amansio Longaretti, fondatore e vicepresidente di sezione (sezione di Treviglio); - all. uff. Antonio Maccanti, Vitantonio Milillo, m.llo sc. Eligio Varutti, m.llo 1a cl. Bruno Vianelli (sezione di Treviso); - Angelo Bertolini (sezione di Vallo di Diano).

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato, a nome proprio e di tutti i soci, esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.

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NOVEMBRE 2011 ANNO LVI

In copertina Il Sacello del Milite Ignoto al Vittoriano. Alle cerimonie in suo onore per il 4 novembre e alla rievocazione del viaggio per il trasporto della salma da Aquileia a Roma sono dedicati gli articoli pubblicati a pag. 4 e a pag. 18.

Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Raia srl - 00166 Roma, via G. B. Impallomeni, 66 Tel. 06/6690252 - Fax 06/5599675 - e-mail: a.raia@raiaweb.eu Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56 Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in redazione l’11 novembre 2011.

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il 2011 è comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico sociale “Aeronautica". ISSN: 0391-7630

La locandina celebrativa del 4 novembre realizzata dal ministero della Difesa e una parziale veduta della mostra sulle Forze Armate allestita per l’occasione al Circo Massimo.

Libri

AERONAUTICA

a cura di Gregory Alegi Riccardo Niccoli, Coccarde Tricolori Speciale G.91R/PAN/T/Y. Novara, RN Publishing, 2011. Cm 21x29,7, pp. 144. Euro 25,00.

Disponibile presso le librerie specializzate o l’editore (www.rnpublishing.com; Via Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).

Fabrice Amedeo, La face cachée d’Air France. Parigi, Flammarion, 2010. Cm 15,5 x 24, pp. 348. Euro 20.

Per la sua quinta monografia l’autoreeditore Riccardo Niccoli ha scelto il G.91 una famiglia di aeroplani emblematica della storia dell’Aeronautica Militare e vicina al cuore degli aviatori e degli appassionati ma largamente trascurata dall’editoria nazionale. Dal caccia tattico leggero G.91R al G.91 PAN a lungo in dotazione alle Frecce Tricolori, dal G.91T sul quale tanti conseguirono il brevetto di pilota militare al G.91Y bimotore, Niccoli segue l’impostazione già collaudata con successo negli altri volumi: lo sviluppo del progetto, l’uso in Italia, il supporto tecnico-logistico, le esportazioni, i ricordi dei piloti, un ampio fotoalbum (ben 40 pagine), più profili e dettagli di interesse modellistico ed una succinta tabella riassuntiva delle matricole militari. Il risultato è ottimo, anche per la cura posta nel ricostruire la nascita del programma e l’alto livello delle testimonianze (basti qui citare il gen. BA Massimo Montanari e il ten. col. “Pierino” Purpura, colonne portanti della PAN). Dal punto di vista grafico, è molto alta la cura posta nel rintracciare immagini inedite o nel proporre versioni di qualità di alcune già note. L’unico difetto è l’aver compresso quattro macchine tanto diverse tra loro in un numero di pagine che talvolta sembra andar stretto, al punto da costringere a rinunciare alla traduzione inglese di alcune parti. Ma per fortuna non è un problema per i lettori italiani.

Oggi il gruppo Air France-KLM è noto nel nostro paese soprattutto quale azionista di maggioranza relativa di Alitalia-CAI, la compagnia aerea che dopo la fusione con Air One continua l’attività della storica AlitaliaLAI. Fino a qualche mese fa il raffronto tra le due realtà sembrava improponibile per dimensioni, redditività, efficienza. La recente esplosione dell’indebitamento della compagnia transalpina e il ritorno di JeanCyril Spinetta al vertice rendono di grande attualità il libro-inchiesta di Amedeo sulla “faccia nascosta” di Air France. L’autore, che segue il trasporto aereo per Le Figaro, parte dall’incidente al volo AF447 per esplorare la cultura, i rapporti interni e l’organizzazione di Air France. La conclusione, paradossale per chi osserva la situazione dall’Italia, è quella della necessità di affrontare difficili problemi di costi e di personale, smontando un modello sempre più difficile da sostenere per chi voglia restare ai primi posti della graduatoria mondiale. Il libro, purtroppo solo in francese, è di grande interesse sia per il tema sia per la professionalità con la quale viene affrontato, ben diversa da quella dei troppi “instant book” partoriti dal caso Alitalia.

Disponibile presso www.groupe-flammarion.com

Gabriella Catalano Sgrosso, Diritto internazionale dello spazio. Vicchio, LoGisma, 2011. Cm 17 x 24, pp. 296. Euro 48,00.

Pur essendo l’Italia un paese molto attivo in campo spaziale sin dai primi esperimenti di Luigi Broglio, oltre mezzo secolo fa, mancava sinora un manuale di diritto spaziale che compendiasse in un solo volume la normativa che governa questi campo in continua espansione: problemi che vanno dalla responsabilità per i danni ai terzi in superficie (come ha ricordato il recente allarme, peraltro esagerato, per il rientro incontrollato di un satellite NASA) fino alle attività commerciali nello spazio o dei lanci. L’autrice, già professore di diritto spaziale e internazionale alla facoltà di Economia dell’università di Roma, è stata per anni uno dei direttori dell’International Institute of Space Law, ed è pertanto ben qualificata per trattare l’argomento. Dopo una breve introduzione sui principi generali e la distinzione tra diritto internazionale, aereo e spaziale, l’argomento si sviluppa attraverso due parti per complessivi otto capitoli, ricchi di dottrina e di riferimenti bibliografici. Si tratta dunque di un lavoro molto completo e dettagliato, di sicura utilità per gli studenti e gli operatori professionali in campo spaziale. Disponibile presso l’editore (via Zufolana 4, 50039 Vicchio, Firenze; www.logisma.it; tel. 055/8497054


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Associazione Arma Aeronautica

- Custodia delle tradizioni, Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma

- supporto alla Forza Armata, - diffusione della cultura aeronautica attraverso le attivitĂ del CESMA, - ma, soprattutto, - reperimento di nuovi soci, - specialmente tra quelli in servizio attivo. - La TUA associazione ha bisogno di TE!!!!

Anno LVI - N.11 NOVEMBRE 2011 Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/2011 - Roma


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