asud'europa anno 7 n.13

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Lavia-Pirandello: la classe non è acqua Angelo Pizzuto una sorta di nichilismo querulo, irredimibile,coriaceo (per-

È

ché irascibile alla sola idea che possa esistere l’antidoto di una ‘vaga speranza’) quello che Gabriele Lavia, di

scena all’Argentina di Roma, afferra e tiene ben stretto nella pirandelliana “La trappola”, sino ad una immedesimazione che sembra svelare l’amaro miele della consonanza autobiografica. Quella di “un uomo che si muove smarrito nella sua avita casa”. Mentre di là, fuori scena, un altro uomo piange . “E' il vecchio padre di quell'uomo solo. Un vecchio che mangia imboccato dal figlio, i bisogni corporali se li fa addosso come i bambini piccoli. E piange. Piange senza un'apparente ragione” La casa è cupa,insalubre, colma di scartoffie e vecchi volumi rosi dalla polvere. Nell’amara e schiettamente disperata filosofia dell’ Agrigentino (che scrisse questa atra novella poco più che quarantenne) l’idea di ‘trappola’ è allegorica ma, allo stesso tempo, tremendamente tangibile. La casa è una trappola, anche se ha la si utilizza come

contraddittorio divagare fra diritto all’ autodeterminazione e se-

tana. Non di meno, il pensiero, l’attitudine al ragionamento sono

duzioni dell’ eutanasia ‘plausibile, non blasfema’

trappole mentali da cui è impossibile evadere, salvo ‘abbracciare’

Quanto al resto è tutto un ribollire di accessorie tematiche esi-

la follia.

stenziali : dalla ricerca della verità che “dipende dalla perce-

Del resto anche venire al mondo, procreare, innamorarsi, ‘prender

zione e dalla luce che ci svela o ci deforma il mondo” al verso

gusto’ alla vita è un calappio ‘doppiamente infame’. Perché dal

con il quale usare il cannocchiale (preferibilmente rovesciato)

momento in cui si viene al mondo non si ‘può fare altro che iniziare

“per guardare il mondo alla maggiore distanza possibile”, pur se

a morire’, cosparso di sentimenti, opinioni, abitudini che sono al-

si tratta di un’illusione ottica, quindi di un autoinganno. Ed infine

trettante gabbie di scherno ed empietà. Come dimostra, in modo

la decadenza del corpo e l’insostenibilità della vecchiaia, nostra

straziato e paradigmatico quell’altro capolavoro pirandelliano che

e altrui, nella perpetua (consueta) lotta tra essere e apparire,

è “L’uomo dal fiore in bocca”, liddove un uomo ‘maturo ma non

mentre ‘le opere di misericordia’, affidate ai buoni uffici di madre

anziano’ inizia ad amare la vita proprio dal momento in cui gli viene

chiesa (che delega ad una ‘pia donna’ ) disvelano l’ultima trap-

diagnosticato un tumore maligno.

pola del comune naufragio sub specie di paternità estorta alla

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maniera delle api regine.

Facendo sì che quell’amore diventi sdegno verso l’umanità ‘im-

Straordinario Gabriele Lavia -la classe non è acqua - nel ren-

mune’ alla malattia, ma che resta comunque tale nelle mille acce-

dere discorsivo, colloquiale, mimeticamente consequenziale

zioni ontologiche che vanno –diremmo- da Italo Svevo ad Akira

questo gioco di alto equilibrismo della parola, del pensiero ere-

Kurosawa. Elaborate da Gabriele Lavia in un fremente corpo a

tico, esposto sull’abisso della Grande Vertigine come equilibri-

corpo con lo scrittore siciliano, di cui si inframezzano altre pagine

sta di una lezione joneschiana che nulla mira a spiegare e tanto

dalle ”Novelle per un anno” corredate da incursioni filosofiche nel

a rilanciare tra i gironi del non-sense.

cuore pulsante di quella cultura tedesca di inizio ‘900 così impor-

Applausi scroscianti per uno spettacolo che non consola, ma

tante nella formazione del giovane-Pirandello, studente a Bonn.

aiuta a pensare da alte vette- senza paracadute.

“Il riferimento principale è a Nietzsche e soprattutto ad Arthur Schopenhauer”- afferma Lavia.

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Mentre l’asse portante della ‘cognizione del dolore’ è il dialogo tra

“La trappola” da Luigi Pirandello Adattamento e regia Gabriele

la vita e la morte, tra malato e ‘viziato dalla sofferenza’: quindi

Lavia Con Gabriele Lavia, Giovanna Guida e Riccardo Monitillo

“l’inutilità del vivere che diventa rabbia e disprezzo per la vita, so-

Scene di Alessandro Camera. Costumi di Andrea Viotti Musiche

prattutto per le donne che ne sono sorgenti” . Tema di aspra attua-

di Giordano Corapi Luci di Giovanni Santolamazza. Teatro Ar-

lità

gentina di Roma

(deplorevole

misoginia

per

prima),

anche

nel

suo

1aprile2013 asud’europa

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