asud'europa anno 7 n.7

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"Le speranze nate libere" di Ina Modica In un libro le storie di riscatto dalla mafia Antonella Lombardi e 'speranze nate libere' che danno il titolo al libro di Ina Modica sui beni confiscati alla mafia come simbolo di legalita' contiene le iniziative e le eccellenze di un settore fatto di successi e criticita'. Ci sono, tra le tante, le storie delle cooperative di Libera Terra, come quelle intitolate a 'Beppe Montana', 'Placido Rizzotto' e 'Pio La Torre', il centro ippico dedicato a 'Giuseppe Di Matteo', il giardino della memoria di Ciaculli o la sede dell'ordine dei giornalisti siciliani. E ancora, la storia travagliata del feudo Verbumcaudo o quella dell'azienda agricola Toscana di Suvignano, confiscata ai costruttori Piazza di Palermo. E gli ultimi dati dell'associazione Libera: 4200 i beni immobili confiscati in Sicilia e 475 le aziende nella nostra regione; 1000, invece, gli ettari di terreni confiscati e destinati a seminativo in tutta Italia, 120 ettari di vigneti e 150 i lavoratori impiegati nelle cooperative di Libera Terra. Nel testo, presentato nella sala Gialla di Palazzo dei Normanni, c'e' un capitolo che riguarda i lavori dei piccoli alunni della scuola 'Pietro Novelli' di Monreale, compreso un 'patto di collaborazione per vivere bene' sui diritti e doveri fondamentali. Ma anche gli ultimi successi, dalle battaglie del comitato Addiopizzo al corso di alta formazione in amministrazione dei beni confiscati dell'universita' di Palermo, ai vini d'eccellenza prodotti nelle terre confiscate, con la banca del germoplasma a cura dell'istituto vite e olio della Regione Sicilia. Il libro di Ina Modica verra' presentato alla prossima edizione del Vinitaly di Verona. "Il primo passo per raggiungere gli obiettivi prefissati dovrebbe essere la trasformazione dell'agenzia in un vero e proprio ente pubblico economico". E' la posizione del prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell'agenzia nazionale dei beni confiscati, espressa nel libro. "Prevediamo in tempi brevi di aprire due nuove sedi a Bari e Catania ma nell'ultima relazione l'agenzia ha segnalato l'assoluta inadeguatezza dell'organico. Per essere totalmente operativi abbiamo bisogno almeno di 100 unita', con la precisazione che l'ampliamento della pianta organica deve essere necessariamente accompagnato dalla trasformazione dell'agenzia nazionale in ente pubblico economico, che consentirebbe di assumere personale qualificato da dedicare in via esclusiva alla gestione operativa". Interpellato sull'ipotesi di alimentare l 'agenzia grazie a fondi propri ricavati dalla vendita dei beni confiscati, il prefetto Caruso ha risposto: "assolutamente no: l'85 per cento dei beni presentano criticita' e non possono essere messi in vendita, la parte che puo' essere utilizzata e' soltanto il 15 per cento e se la mettiamo sul mercato non ci rimane piu' nulla da assegnare agli enti ho chiesto che venga cassata la legge nella parte in cui mi si consente di mettere a reddito i beni immobili, altrimenti non riuscirò nella mia missione che ha due obiettivi: mettere a reddito i beni da destinare al fondo unico giustizia e ridistribuirli ai territori oppressi dalla mafia". "Auspico si faccia al piu' presto un disegno di legge organico che sia di aiuto a chi si occupa di beni confiscati", ha detto il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, intervenuto alla presentazione del libro insieme all'Assessore Regionale alle Risorse Agricole, Dario Cartabellotta, al Direttore dell'Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati, prefetto Giuseppe Caruso, e al presidente del Consorzio Sviluppo e legalita' e sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo. Al centro della manifestazione il dibattito sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia. "Molte considerazioni da me fatte nel volume oggi sono parzial-

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mente superate e inglobate dalla legge di stabilità - ha detto il prefetto Giuseppe Caruso - legge che ha in parte aiutato l'agenzia: e' positivo, ad esempio, aver recepito la necessità di ampliare l'organico dell'agenzia, portato a 130 unità, ma che sono ancora poca cosa se spalmate sul territorio nazionale e distribuite, per ora, in 5 sedi. Purtroppo, pero', sono state recepite le criticita' della gestione, ma non le soluzioni. Mi sono attirato malumori e odi di alcune categorie di ordini che si interessano della gestione - ha aggiunto Caruso - . Alcune categorie di amministratori hanno, e non per colpa loro, competenza esclusivamente legale, altri esclusivamente da commercialista; purtroppo occorre anche un'impronta manageriale che non tutti hanno e riconosco che su questo fronte Palermo si e' mossa per prima. Il futuro amministratore giudiziario deve avere pero' delle competenze variegate. La legge inoltre prevede solo tre possibilità: vendita, affitto e liquidazione. Non sta all'agenzia attraverso la figura dell' amministratore di farsi imprenditore. Purtroppo nella realta' non e' cosi. La vendita, tengo a precisare, in forma residuale dei beni deve essere consentita, almeno per quei beni che fanno statistica e non possono essere utilizzati, perche' va cassato l'inciso che l'agenzia si possa autoalimentare. Mi chiedo anche perche' non destinare a un ente territoriale un'azienda".

18febbraio2013 asud’europa

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