La Lunga Marcia

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NON Edizioni CHIP 65C02

LA LUNGA MARCIA Release (v1.0) in Copyleft(BY-ND-NC) Chip 65C02 13/09/2018


✔ Note Legalesi. Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito un racconto distopico ambientato in Siberia 2050, durante la Battaglia per Kalinka, nella WWIII. L’obiettivo del racconto é intrattenere & far riflettere il lettore. In nessun caso sono collegate le persone, enti, organizzazioni e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o presenti o passate, che taluni lettori possono riconoscere od associare è del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché non ne sia alterato il suo contenuto e sia citato il nome dell’autore, rispettando le condizioni di Copyleft(by-nc-nd) A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica dovrebbe essere alquanto limitata, invocando il diritto di citazione. L’ebook dovrebbe essere facilmente stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa. E’ possibile che altre foto reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di grigio. In ogni caso le fotografie restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui ogni utente ne assume la piena responsabilità. Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale, bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite che non avete capito!.

✔ Testo ottimizzato per una fruizione digitale in PDF ✔ Testo ottimizzato per la stampa in fronte retro ✔ Testo ottimizzato anche per la stampa “non in fronte retro” “La Lunga Marcia ” stampato il 13/9/2018 release (v1.0) in COPYLEFT(BY-NC-ND)

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Indice Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo

1: 2: 3: 4: 5: 6:

La città proibita ………………………………………………………………………………....Pag.4 La Brigata del Dragone di Tie ntsin, in estate in Sibe ria ……………………..Pag.13 Il Dragone di Mare …………………………………………….……………………..…….….Pag.19 Il Dragone di Te rra ………………………..…….………………………………….………… Pag.25 Il Dragone di Aria ……………………………………………………………….……………… Pag.33 Il Dragone di Ne ve ..…………………………………………………………………………… Pag.35

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Sei racconti che sintetizzano rapidamente le memorie del sergente Cheng Zhou, incursore gengiskano appartenente alla Divisione Speciale Tientsin del Dragone di Mare, di Terra, di Aria, di Neve. Egli ebbe a combattere nella Battaglia per Kalinka in Siberia 2050, come tutte le altre testimonianze della saga “Siberia 2050 Battle for Kalinka”, le narrazioni provengono dall’intercettazione effettuata con gli equipaggiamenti dell’rF4 Phantom II di Blackjack. Nell’altrove senza tempo, senza spazio, dove futuro e passato si mescolano, una landa desolata cristallizza nella dimensione della mente, un legame indissolubile tra “vittime & carnefici”: ciascuno sa cosa ha subito e l’altro sa cosa ha fatto. Le vittime quanto i carnefici nell’altrove sono sempre collocati in luoghi diversi: i primi liberi dal dolore, i secondi condannati dalle proprie colpe. Esiste però una dimensione, in cui non è sempre nitida la differenza tra “vittime e carnefici”: é il caso del colonnello Shao che non amava la guerra, ma fu il contesto storico del 2050 piagato dal Climate Change e dalla Sovrappopolazione, che lo forgiò “come lo spietato pianificatore del progetto Stella Verde”. Il sergente Cheng Zhou come un’eco dal futuro, narra in questo testo i contesti, le tattiche, gli equipaggiamenti e l’orrore della “Battaglia per la Città Proibita”, al fine di cambiare le condizioni iniziali di Siberia 2050, sperando che questo mortale conflitto possa essere evitato, con una vendita della Siberia ai molti players in Asia. I combattenti di Siberia 2050 erano due alleanze: c’era la possente coalizione degli Aggressors (Impero Gengiskano, Nord Korea, Impero Rakistano, Impero Sumerico, Chartago) dall’altra parte, la più debole lega dei Defend ers (Repubblica Zari na, Europa e quel poco che rimase della Repubblica del Gange con la sua marina militare). La WWIII deflagrò nel 2050 ma non tutto il pianeta marciò in guerra: un folto gruppo di nazioni sparse per il mondo con interessi contrastanti e divergenti, rimasero in uno stato di blanda neutralità, aggrappandosi ad un fragile equilibrio politico. Tutto questo, sino a quando gli USA, non decisero di schierarsi in battaglia, in sostegno della coalizione dei defenders (evento che schiuse, quello che tutti gli storici concordarono nel definire: il secondo inviluppo di WWIII). Buona lettura a tutti! Chip65C02


Capitolo 1 – La città proibita

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La città siberiana di Tiksi era stata invasa dagli incursori gengiskani, la Brigata Tsinan fu la prima unità gengiskana ad arrivare nell’area, giunse con il supporto aereo dell’aviazione da trasporto gengiskano, decollando dal sito di Iakutsk. Iakutsk, era stata precedentemente raggiunta via terra/ferrovia e conquistata con una rapida manovra a tenaglia dalla Brigata Macao e Luda, le quali erano in sostegno a due divisioni di truppe regolari meccanizzate e corazzate, dell’Esercito popolare imperiale gengiskano. Le forze gengiskane della Brigata Tsinan rastrellarono e presero rapidamente possesso della varie città minerarie lungo il fiume Lena, giungendo a Tiksi, dopo aver sostenuto modesti combattiment i con sporadiche unità zarine. I gengiskani, imposero sulla cittadina artica, un ferreo coprifuoco, ed una dura legge marziale. Si diceva che le città di Iakutsk↔Tiksi con la grande baia di Tiksi, fossero considerate dal co mando gengiskano, le chiavi dell’intero scacchiere S iberiano-Artico!. Giunse a Tiks i dopo pochissimo tempo, anche la Brigata Tientsin del sergente Cheng Zhou. Dalle memorie dell’incursore gengiskano, emerge che le Brigate Pekino, Nanchino, Harbin, Chang Chung, Fushin, Tsingtao, facendo perno da Iakutsk, mossero verso Est, con l’ordine d’annientare i presidi zarini collocat i presso lo stretto di Bering. L’azione militare sarebbe stata coordinata anche con un’operazione anfibia della Marina Popolare Imperiale Gengiskana, con 2 LPD scortate da un battle group navale, supportato da una


Carrier Wing, provenienti dal golfo di Anadyr. Queste informaz ioni, furono glorificate con toni trionfalistici dalla stampa gengiskana nel 2050, evidenziando il fo lgorante successo militare ad Est, che diede l’avvio anche alla prima fase di migraz ione gengiskana in Siberia!. Contestualmente all’arrivo della Brigata Tientsin per consolidare l’area, erano giunte con un tempismo degno di un orologio svizzero, via mare, anche tre grosse petroliere gengiskane, che si diceva fossero state camuffate come navi zarine, per non allertare gli 5 americani durante il passaggio presso lo stretto di Bering, prima dello scoppio delle ostilità!. Le navi petroliere, rimasero nella baia di Tiksi, per sostenere i sottomarini gengiskani nella loro battaglia.

Si diceva che nel Mar Polare Artico, e nel Mar di Laptev fossero stati dispiegati mo ltissimi sottomarini gengiskani, i quali stessero lottando eroicamente per la “Battaglia della città proibita”. E’ questo, a dire del sergente Cheng Zhou, il nome gengiskano a quanto contestualmente gli zarini et ichettarono con il termine: la Battaglia per Kalinka. La città di Tiksi dopo essere stata conquistata, fu rinominata in codice “La città proibita”, fu interdetto anche alle truppe gengiskane lo scrivere o proferire il nome Tiksi, a cui ci si doveva riferire, con il generico codice “La città proibita”. Per sostenere lo sforzo dei


sottomarini nel Mar Polare Artico, quanto per garantire la proiezione futura delle Brigate Tientsin, Sian, Taiyuan, Shangai, Chungking, Whuhan, Tsingtao, verso Ovest, non potendo la Marina Popolare Imperiale Gengiskana affidarsi solamente al critico passaggio via mare dallo stretto di Bering (temendo un attacco improvviso americano), una parte sostanziale dello sforzo logistico, fu effettuato anche con immensi dirigibili. Questi enormi e silenziosi mezzi, volavano a bassissima quota, quasi fossero stati dei giganteschi treni volant i, che percorrevano continuamente in modo instancabile, la lunga rotta Città Proibita↔Iakutsk, offrendo un possente flusso logistico di materiali, mezzi, carburante, viveri, munizioni ecc… alleggerendo il fardello degli aerei cargo tradizionali.

Poco distanti dalla “Città Proibita” era stato potenziato l’aeroporto: vi fecero perno molti mezzi aerei militari, soprattutto Su27plus ed alcuni AWACS. Furono dispiegate a difesa delle strutture, due cinture di batterie di missili terra-aria: una per l’alta quota (una variante degli S300 modificati e migliorati con tecnologia imperiale gengiskana) l’altra, per la bassa quota a corto raggio con missili PL9/PL12 (a guida infrarossi e guida radar, de facto le stesse armi impiegate dall’aviazione). C’erano anche numerose picco le basi temporanee, dotate d’elicotteri Mil-Mi24 che erano stati equipaggiati con sonar attivi e passivi, con siluri a super-cavitazione appesi ventralmente, per effettuare con efficacia della lotta antisom. La popolazione di Tiksi quando giunse la Brigata Tsinan, cercò d’opporsi all’invasione nemica, ma i pochi resistenti (militari e

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civili), furono tutti rapidamente sconfitti e catturati, poi giustiziati pubblicamente. La popolazione della città proibita era atterrita, s’adeguò rapidamente alla situazione d’occupazione, quanto al ferreo coprifuoco che interdiva ad ogni civile di lasciare il proprio domicilio. Solo nelle ore 11:00-14:00 era permesso alla popolazione locale, la possibilità di prelevare la tessera per il cibo nei pres idi appositi, quindi ritirare la modesta razione alimentare. Vigevano le norme di oscuramento, pena la fucilaz ione immediata!. 7 In ogni caso, i militari gengiskani ridussero drasticamente la fornitura elettrica alle infrastrutture civili, limitandola a poche ore nella fascia diurna!. Erano mo lti i manifesti gengiskani che furono affissi sui muri e nelle strade, dicevano che quando la WWIII fosse finita, la popolazione locale avrebbe dovuto scegliere: • Se diventare cittadina gengiskana, giurando fedeltà all’Impero Popolare della Repubblica Gengiskana. In questo caso, i nuovi cittadini avrebbero avuto salva la vita, le loro proprietà in parte sarebbero state garantite. Infatti, sarebbero migrati in Siberia molt i gengiskani, in specifico in ogni appartamento sarebbero giunte almeno due famiglie gengiskane, che avrebbero preso proprietà di alcuni vani, garantendo la residua proprietà di un solo vano ai cittadini siberiani, mentre era coatta la comproprietà e l’uso delle aree comuni, quali cucina/bagno/ingresso. Oppure: • i cittadini siberiani di nazionalità zarina avrebbero potuto rifiutare la cittadinanza gengiskana. I cittadini zarini d’ogni età o sesso, se durante il periodo d’occupazione non avessero perpetrato resistenza e reati violent i contro le forze gengiskane, allora avrebbero avuto salva la vita. Gli zarini sarebbero stati espulsi, i loro beni (mobili ed immobili) sarebbero stati confiscati dall’Impero Gengiskano, perché poi sarebbero stati assegnati alle famiglie gengiskane, che migrando in Siberia, avrebbero iniziato una nuova vita!. Per le strade della “Città proibita” in primavera, non c’era quasi nessuno, tranne gli orrendi palazzi di cemento, con un’architettura comunista, che sembravano anonime e fredde scatole gigant i da


scarpe. Per le strade sterrate, c’erano solo militari gengiskani che facevano ronde, presidiavano posti di blocco, facevano controlli a campione nei palazzoni squadrati. Vari droni tattici controllavano il mantenimento dell’oscuramento luminoso, quanto il silenzio elettromagnetico!. Furono sempre le truppe della Brigata Tsinan che rimasero a presidio della “Città proibita” durante la WWIII. Queste, in parte s’erano acquartierate in alcuni palazzi urbani, la maggioranza degli effettivi però era dispersa intorno alla città in un raggio di 300 km, per garantire un’efficace cintura di sicurezza, contro il rischio d’eventuali attacchi di modeste unità zarine che potevano essere ancora attive, come enclaves militari mobili, disperse in Siberia. La Brigata Tientsin assieme alle Brigate Sian, Taiyuan, Shangai, Chungking, Whuhan, Tsingtao, furono dispiegate a ventaglio, con l’ordine strategico di proiettarsi verso Ovest, danneggiando, rastrellando ed annientando, ingaggiando e distruggendo, tutte le forze nemiche e le strutture zarine, che erano operanti in S iberia!. Le Brigate Canton, Hong Kong, Shinkiachwang invece rinforzarono le armate dell’esercito popolare imperiale gengiskano. Operazioni di Rastrellamento e Bonifica del territorio, azioni di Contro-Insurrezione, erano svolte facendo perno dai vari avamposti creati lungo la transiberiana, in un lento movimento da Est→Ovest. ________________ Qualche tempo prima che scoppiasse la WWIII in Siberia, il sergente Cheng Zhou era in licenza a casa propria, nella grande metropoli di Tientsin. Tutto, il personale della Brigata Speciale Tientsin era nativo della stessa città, oppure delle zone limitrofe. Il sergente Cheng Zhou 34enne era sposato con Xia Liu 32enne, i coniugi avevano una figlia picco la di 7 anni di nome Ting. Anche il caporale Hui Wu 28nne era sposato, dalla moglie aveva avuto da pochi mesi un figlio maschio. I soldati Li Xu e Song Ma, invece erano 26enni ed erano fidanzati con due sorelle di Tientsin. Tutti e quattro i giovani abitavano ancora con i genitori, perché non si

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potevano permettere l’acquisto di una casa. I due militari 26enni erano grandi amici, avevano meditato la geniale idea di trasferirsi ciascuno con le proprie fidanzate presso la casa più grande detenuta da ciascuna famiglia, per disporre almeno di una stanza propria con un minimo di privacy, iniziando una convivenza con le proprie fidanzate. Il costo della vita nell’impero gengiskano era rapidamente salito, soprattutto a causa delle guerre valutarie e finanziarie che infervoravano persistentemente sui mercati. Lo “Youan” era accettato come moneta di conto internazionale nei paesi alleat isi nella Coalizione Baoista dell’Ordine Nuovo, oppure nelle nazioni che fiancheggiavano tale schieramento. Tutti questi stati, erano stati etichettati Stati Canaglia, dalle altre coalizioni finanz iarie che competevano a causa del problema dei danni da climate change, della sovrappopolazione, delle risorse vitali che erano sempre più scarse e costose da reperire sui mercat i. C’erano grosse tensioni tra l’Impero Gengiskano e le imprese della Repubblica del Gange e le mo lte aziende USA, che nei decenni precedenti avevano aperto produzioni in Gengiskania. Tutte queste aziende, avrebbero voluto delocalizzare in Africa, o per lo meno questo sarebbe stato il loro intento. Il governo imperiale gengiskano tramite i suoi servizi segreti, era venuto a conoscenza di tale complotto economico. Il rischio che tale polit ica industriale straniera potesse causare un pericoloso effetto domino, stroncando le legittime prospettive di benessere future del popolo gengiskano, era reale!. L’Impero Gengiskano nazionalizzò, confiscando in un colpo solo, tutte le aziende straniere che erano in gengiskania!. C’erano tensioni internazionali, riportati dai Mass Media: spesso guasti e malfunzionament i elettronici alle banche, aeroporti, porti, ferrovie, sparsi per il mondo. I mass media dicevano fossero guerre Cybernetiche tra Stati. Questi eventi capitavano spesso, contribuendo a rendere la situazione ancora più caotica e fragile e creando spesso incidenti catastrofici e danni, con molti morti e feriti!. Alte furono le tensioni politiche, quando alcune “smart grid europee” andarono in corto in una notte, a causa di un attacco

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cyber. Mo lti mesi occorsero agli europei, per riparare il danno che era stato loro fatto, con l’aiuto di un noto paese canaglia sito in Europa che era fiancheggiatore dell’ordine Baoista. Il mondo era diventato da tempo multipo lare, anche a causa di una pro liferazione nucleare tattica. All’hard power militare, c’era raggrumato varie coalizioni di nazioni che erano vicino al Dollaro ed allo Yen. Poi c’era la lega dei paesi satelliti che s’erano raccolti intorno alla Rupia delle Repubblica del Gange. C’era poi il blocco economico Euro, ed il suo clone nel “Real sudamericano” (i paesi sud americani memori di ciò che avevano fatto gli europei vari decenni prima, s’erano federati da poco tempo attorno alla nuova moneta, sperando di fronteggiare meglio le tempeste finanziarie). C’era infine il Rial Saudita, che ancora rappresentava molto greggio da estrarre e fantastiliardi investiti in mo lti continent i, in molte monete. In gengiskania, il costo della vita era molto caro: era tornato ad essere un costosissimo lusso l’acquisto di un’auto per uso personale, ed era una spesa veramente proibitiva usarla, a causa dell’altissimo prezzo del carburante per l’uso personale. Molto più economico era invece il prezzo dei carburanti s intetici (derivati dal carbone) in gengiskania, se erano destinati ad uso militare oppure per il trasporto pubblico di persone e merci. La spesa più importante, per una moderna famiglia gengiskana, era l’acquisto d’alimenti e la fornitura d’acqua potabile. La terza voce più importante di spesa per una famiglia gengiskana media, era la fornitura d’energia elettrica (per l’uso dei condiz ionatori e frigoriferi, televisori ecc…). Il clima nella metropoli di Tientsin era cambiato, soprattutto l’aria era troppo ricca di smog ed inquinamento, tanto che i bambini sino a 14 anni non potevano più uscire di casa. La scuola era seguita via internet, tramite la banda larga. Nessuno apriva più le finestre dando aria, negli appartament i il ricambio atmosferico avveniva con filtri al carbone installat i nelle prese esterne dei condizionatori, oppure tramite ventilazione forzata con i filtri condominiali. Quasi nessuno girava più a piedi od in bicicletta, nelle metropoli. Tutti quelli che uscivano, indossavano

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un casco in vetro che era sigillato su una mantella, a cui era installato un filtro antismog. L’indumento era diventato molto comune in tutte le grandi metropoli gengiskane, tanto da essere stato soprannominato “il casco spaziale”. Nelle proprie abitazioni, in media tutte le famiglie gengiskane avevano acquisito con il tempo tantissima tecnologia (televisori, condizionatori, frigoriferi, lavatrici, notebook, tablet, smartphone ecc…) ma le connessioni internet effettuate dagli utenti per raggiungere websites fuori dalla gengiskania, erano sempre lente e spesso bloccate dal governo!. Le televisioni via satellite avevano standard di trasmissione diversi, imposti da chip proprietari, che interdivano tutti i bouquet satellitari non permessi al popolo gengiskano.

-Papà, dove vai?- chiese la piccola Ting, mentre all’improvviso presero a scenderle grandi lacrime che rigarono il viso di giada della piccola. La bambina aveva scoperto che il papà preparava rapidamente, in silenzio, la propria sporta militare. -Tesoro, lo sai che papà deve partire per lavoro, deve stare un po’ di tempo lontano da casa!. Ma tornerò presto! Te lo prometto!disse il sergente Cheng Zhou, mentre mostrò uno smagliante sorriso, che gli diede un’espressione falsa e stupida. In effetti, gli era sempre difficile raccontare frottole alla picco la Ting, la quale era molto attaccata al papà, nonostante Xia Liu fosse una madre attenta e molto premurosa. -Ting, ti ho già detto che papà deve partire per lavoro. Ma poi tornerà a casa presto!- disse la madre X ia Liu, che prese in braccio la piccola Ting, accarezzandole la testa, dandole poi uno grosso bacio su una guancia, ed un tenero abbraccio.

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-Dove vai?- ebbe ad insistere la bambina, che ignorando le cocco le della madre, si divincolò, per stendere le braccia verso il papà. -Devo andare a fare una camminata lunga, in mezzo alla neve. Ma quando tornerò, ti porterò un piccolo mazzo di fiori!. Così lo potrai piantare in un vaso, dovrai metterlo alla luce della cucina, poi dovrai dargli l’acqua, così lo vedrai crescere giorno per giorno, sarà un grande cespuglio fiorito e molto profumato!- disse il sergente Cheng Zhou mentre si sporse per prendere in braccio la figlia. -Come il mio giardino tamagotchi?!- chiese la piccola Ting. -Direi di sì!- rispose il sergente, che le diede un grosso bacio sulla fronte. La piccola cinse stretta il collo del padre, sembrava non avesse intenzione di staccarsi. -Ma quando torni a casa?!- esordì nuovamente la piccola Ting. -Presto!- rispose il sergente Cheng Zhou in modo lapidario, mentre sentì crescere un groppo in gola, che presto non gli avrebbe più permesso di proferire una parola. -Ma perché devi partire?!- ebbe di nuovo a domandare la bambina, che per qualche misteriosa ragione, sembrava reticente ad accettare le rassicuranti spiegazioni che le erano offerte. -Papà deve fare una lunga camminata, in mezzo alla neve ed alle montagne: così tutti i bambini gengiskani, avranno un futuro migliore!- disse il sergente Cheng Zhou, che poi divenne scuro in viso, contrasse la mascella nervosamente, poi scaricò la piccola Ting tra le braccia della madre. La televisione in cucina era accesa, con tono propagandistico ripeteva continuamente il comunicato sull’ingiusta guerra monetaria delle rupia allo youan. La sibillina e sleale concorrenza delle az iende della repubblica del Gange che delocalizzando, danneggiavano il diritto alla prosperità del popolo gengiskano. Erano l’attacco economico del Gange al pacifico popolo gengiskano: per questo la difesa nucleare gengiskana, aveva annientato tutte le basi militari della repubblica del Gange!.

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Capitolo 2 – La Brigata del Dragone di T ientsin, in primavera-estate, in Siberia

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Prima che le missioni iniziali fossero affidate ad ogni FireSquad, fu organizzato un briefing di compagnia, in cui il capitano illustrò brevemente il piano d’azione, fornendo un rapido quadro generale dello scacchiere, in cui gli incursori gengiskani s i sarebbero trovati ad operare. In Siberia, alle latitudini in cui gli incursori gengiskani avrebbero operato, non c’erano autostrade, non c’erano strade, non c’erano ferrovie, non c’erano Metropoli, non c’erano città, non c’era quella normale rete di co municazione e popolazione che potevano trovare in gengiskania, in Europa, in India, oppure in America. Dato che ogni centro abitato in Siberia era spesso distante l’uno dall’altro anche 500km, azioni coordinate per conquistare e rastrellare cittadine in S iberia, avrebbe fatto avanzare rapidamente la linea del fronte verso Ovest, dato che nella Siberia artica tra un centro abitato e l’altro, non c’era niente e nessuno!. In Siberia c’erano solo piccoli centri, picco li paesi, cittadine minerarie sperse nel nulla, con scarsa popolazione locale. Le uniche vie di comunicaz ione per il trasporto a lunga distanza erano gli aeroporti: questi erano sempre presenti nei centri abitati più grandi con delle piste asfaltate, oppure nei paesi più piccoli c’erano piste in terra battuta. Una volta conquistato l’aeroporto, la cittadina sarebbe stata tagliata fuori, perché la sindrome di Kessler aveva interrotto da tempo, tutte le trasmissioni satellitari. Quasi tutti gli insediamenti art ici più importanti erano posti lungo fiumi, perché il trasporto fluviale era la seconda via di comunicazione per importanza!. Tuttavia, i fiumi in Siberia


scorrevano da Sud verso Nord: era lenta la navigazione dei battelli e delle chiatte nel loro tragitto Nord↔Sud. Erano pochissimi i porti industriali ad alto fondale per sfruttare il passaggio a NordEst. Gli zarini, preferivano industrialmente ancora sfruttare i fiumi siberiani per raggiungere da Sud la ferrovia transiberiana, poi da questa muovere materiali e risorse in direzione Ovest↔Est. Le coste siberiane dei fiumi e delle coste siberiano erano di solito basse, facili approdi per Overcraft, canoe e gommoni, potendo manovrare 14 ai fianchi od alle spalle degli obiettivi assegnati, eseguendo facilmente delle manovre a tanaglia. In primavera tutti i fiumi zarini a nord straripavano, perché le foci erano ancora gelate, mentre da sud arrivava molt issima acqua del disgelo di primavera dalle catene montuose. In estate, il ghiaccio e la neve art ica scompariva, il mar polare Artico era privo di ghiacci, l’alta marea del Mar Polare Artico avrebbe invaso ampie zone di Siberia, allargando i golfi e tutte le aree prossime alle coste. Buona parte della tundra in estate era un pantano immenso, crivellato di laghi e laghetti. Luoghi impercorribili via terra per moto e jeep e camion: per questa ragione, gli equipaggiamenti degli incursori erano diversi, rispetto a quelli dell’esercito popolare imperiale gengiskano!. In estate, in modo inaspettato era comune in tundra la formazione d’enormi crateri, profondi molti metri, causati dal rilascio di bolle di metano per lo scongelamento del permafrost. Tuttavia, lungo tutti i più grandi fiumi zarini, dei sottomarini tascabili quanto alcuni modelli di sottomarini europei, avrebbero potuto infiltrarsi, azzardando una navigaz ione fluviale verso Sud, raggiungendo potenzialmente anche luoghi mo lto distanti, perché la portata d’acqua dei fiumi siberiani era sempre notevole!. A causa di questi limiti ambientali estivi, la proiezione della Brigata Tientsin sarebbe stata inizialmente concentrata solo nell’uso di elicotteri ed overcraft oppure lanci con il paracadute (tramite il supporto di alcuni velivo li da trasporto dell’aviazione popolare imperiale gengiskana). Il livello minimo di operabilità tattica di tutte le Brigate Speciali nelle campagne estive sarebbe


stato il FireSquad. Tutti i mezzi di terra (gli APC, i blindat i leggeri, le motociclette, i quad) non sarebbero stati impiegati. A l contrario, tali equipaggiamenti sarebbero stati dispiegati presso le cittadine artiche più importanti, in vista di una loro distribuzione capillare alle truppe, nei periodi invernali. In autunno-inverno ci sarebbe stata la massima dispersione areale delle Brigate Speciali Gengiskane in Siberia, il livello minimo di operabilità sarebbe stato il Fireteam. Le comunicazioni sarebbero state mantenute con ponti satellitari per la trasmissione dati, mentre elicotteri, overcraft, lanci con paracadute da aerei da trasporto e mini-sottomarini, avrebbero gestito capillarmente le linee logistiche, con ogni Fireteam.

Gli zarini erano soliti mantenere i trasporti con i propri insediamenti artici, utilizzando sia gli aerei, quanto gli elicotteri. Questi erano gli obiettivi dell’aviazione imperiale gengiskana, gli incursori gengiskiani non se ne sarebbero dovuti preoccupare, dato che ogni elicottero od overcraft degli incursori gengiskani, sarebbe stato scortato da almeno un caccia da combattimento. I primi obiettivi della campagna estiva degli incursori gengiskani, erano: 1-Conquistare, rastrellare, occupare i piccoli paesi e le cittadine minerarie, che sarebbero state basi logistiche importanti. Se non erano luoghi ritenuti essenziali alla proiezione militare, le strutture dovevano essere distrutte o disabilitate. Dato che l’impiego degli incursori gengiskani era strategico, non potevano fare prigionieri di nessun genere. Il personale militare o civile zarino di qualunque sesso od età, doveva essere:

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a-eliminato in battaglia, b-catturato e fucilato sul posto, oppure c-disarmato e svestito ed asperso in tundra o taiga almeno 200km dal centro abitato più vicino. d-gettato nel Mar Polare Artico per indurne la morte. La Siberia avrebbe così finito il lavoro, che gli incursori gengiskani potevano decidere di non svolgere direttamente!. 2-Sparsi lungo la costa, c’erano gli avamposti automatici del sistema CCCP-SOSUS e dovevano essere annientati il più rapidamente possibile. I piccoli capisaldi illustrati da foto satellitari, avevano tutti delle parabole satellitari da 5mt di diametro e sistemi di trasmissione/ricez ione dati, picco li baracche con dentro generatori elettrici, grossi depositi di carburante semi-interrat i. Gli zarini avevano piazzato nei decenni precedenti, numerosi sonar passivi nel Mar di Kara e di Laptev, per monitorizzare in modo automatico, il traffico di navi e dei sottomarini. Tali segnali erano captati da moltissime boe sonar che erano immerse nel mare, le quali trasmettevano via radio i dat i dei propri rilevament i, alle postazioni CCCP-SOSUS le quali erano un HUB di comunicazione. Queste istallazioni, comprimevano l’informazione, facendola rimbalzare in dati digitali, via satellite, al comando di difesa zarino. Questo poi elaborava e monitorizzava in tempo reale, una parte delle coste Artiche. Al mo mento, la sindrome di Kessler aveva disabilitato tutti i satelliti, la catena di co municazioni era interrotta. Tuttavia, le sottostazioni CCCP-SOSUS erano ancora operative e ricevevano dati dalle boe sonar. Teoricamente, delle truppe speciali nemiche avrebbero potuto installare delle antenne radio ad onde lunghe, per far trasmettere i dati con metodologie e protocolli diversi. Per questa ragione, era imperat ivo distruggere le sottostazioni del sistema CCCP-SOSUS. 3-Miniere e giacimenti di petrolio e gas. Questi obiettivi dovevano essere disabilitati. Bloccando l’estrazione di risorse, chiudendo il pozzo in sicurezza e facendo esplodere il gasdotto/oleodotto che trasportava ad Ovest, verso il golfo dell’Ob

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(dove risiedeva anche l’unico porto ad alto fondale siberiano), il prezioso carico energet ico. __________________

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La prima serie di missioni a cui partecipò il sergente Cheng Zhou non furono particolarmente difficili. Il FireSquad viaggiava a bordo di vari overcraft Scout, ebbero l’ordine di distruggere varie sottostazioni CCCP-SOSUS. Una di queste fu distrutta proprio per mano del sergente Zhou, che minò con dell’esplosivo ad alto potenziale, sia la parabola quanto il serbatoio di carburante dell’avamposto automatico. In poco tempo, tutte le strutture CCCP-SOSUS furono raggiunte via overcraft o con elicotteri, erano tutte distanti pochi chilometri dalla costa, collocate in luoghi rialzat i art ificialmente per restare al sicuro da inondazioni dei fiumi e/o del Mar Polare Artico. _______________

La seconda serie di missioni a cui partecipò il sergente Cheng Zhou, furono veramente orribili e sono quelle di cui dice di essere meno


fiero, essendone in parte colpevole. Dikson fu il primo raid a lunga distanza effettuato con elicotteri Mil- Mi24, con obiettivi nella Baia del fiume Jenisei. Fu espletata una missione d’interdizione sulle strutture, eseguendo anche il sabotaggio d’impianti ed attrezzature. La piccola cittadina fu distrutta e data alle fiamme, la popolazione di circa 500 persone, non oppose nessuna resistenza; in parte fu fucilata e lasciata sul posto. Donne e bambini furono caricat i sugli elicotteri e poi gettati nel Mar Polare Artico, da media quota, per essere certi che nessuno potesse sopravvivere.

Poco diverso fu il destino delle persone zarine che vivevano nella cittadina di Novorybnaya. La resistenza militare opposta fu scarsa, la popolazione fu tutta fucilata, i loro corpi furono gettati nel Mar Polare Artico. Nella cittadina fu stabilita una base per la Brigata Tientsin perché il luogo era raggiungibile via aria e via mare. Inoltre, nell’avamposto fu collocato anche una base di missili terraaria S300 per proteggere il fianco destro della Città Proibita da attacchi aerei/missili da crociera nemici.

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Capitolo 3 – Il Dragone di Mare

Erano stati abbattuti vicino al lago Tajmir un paio di aerei nemici: erano due F35. I piloti si diceva che si fossero ejettati, perché questo avevano riferito i piloti di Su27plus che li avevano intercettati. Il sergente Cheng Zhou ed il suo fireteam erano stati vettorizzati nell’area. Dovevano assicurarsi che i due piloti fossero morti e non fossero stati soccorsi da truppe speciali nemiche, che avrebbero potuto essere sbarcate da sottomarini europei. Il comando di Brigata temeva che il nemico avrebbe potuto sfruttare l’operazione di ricerca e soccorso dei due piloti, per infiltrare truppe speciali, costruendo un avamposto, da cui i nemici avrebbero potuto lanciare attacchi e sabotaggi. Il secondo giorno, il fireteam del sergente Cheng Zhou trovò il cadavere congelato di un pilota, aveva le insegne britanniche, fu lasciato dov’era. Il terzo giorno, il secondo pilota fu centrato in pieno con un colpo di fucile di precisione, mentre questi camminava disperatamente verso nord, per raggiungere la costa del Mar Polare Artico. La direzione di marcia del pilota, dimostrava che non era un’ipotesi peregrina, quanto immaginato dal co mando di Brigata Tientsin. Gli altri 2 giorni in attesa dello slot satellitare, fu trascorso dal fireteam gengiskano a girare per la taiga, uccidendo una renna e facendo un glorioso barbeque vicino al lago Tajmir!.

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Oggi l’aria non era ancora gelida, nonostante fosse autunno inoltrato, tuttavia era già caduto un po’ di nevischio ed andava formandosi già qualche piccolo lastrone di ghiaccio sul lago Tajmir. Tra qualche settimana, le temperature sarebbero scese e nei prossimi tempi il clima sarebbe stato molto duro. Il lago sarebbe ghiacciato, diventando sicuro attraversarlo con mezzi di terra. Il caporale Hui Wu dette l’ordine di verificare ed oliare tutte le armi leggere: i due fanti Li Xu e Song Ma annuirono. Rapidamente i due stesero una coperta termica sul nevischio, iniziarono a verificare ed oliare prima le loro armi secondarie (le pistole QS792) poi la corvè sui fucili d’assalto QBZ-03 ed il mitragliatore PKMS, quanto sui 4 fucili bolt-action di precis ione JS7.62 Il sergente Cheng Zhou ordinò al soldato Song Hu di pulire anche il suo PKMS. C’erano poche decine di minuti da usare ad ogni slot di telecomunicazione, il sergente Zhou non aveva tempo da perdere sulla manutenzione delle proprie armi. Il satellite per le telecomunicazioni aveva mo lti canali, ma era in uso da tutta la Brigata Tientsin, per cui i tempi di connessione erano stati rigidamente contingentati in finestre dati limitate, con cadenza di 5gg, a meno che non vi fossero emergenze. Il soldato Song Ma annuì in silenzio, prese il grosso mitragliatore PKMS del sergente Cheng Zhou e lo mise in fila, assieme alle altre armi da revisionare. Il caporale Hui Wu chiese la pistola del sergente Cheng Zhou dicendo –La manutenzione a questa QS792, oggi te la farò io, così sergente, avrai più tempo per la connessione satellitare!-. Il


sergente Cheng Zhou annuì, ringraz iò il premuroso e metico loso caporale Hui Wu, che era sempre disponibile ed altruista nelle corvè. Un’antenna satellitare grande quanto un piccolo ombrello ripiegabile, era co llegata ad un modesto scatolone metallico bianco, che era una picco la batteria universale portatile. Questa era stata collegata ad un piccolo generatore portatile a benzina, che non era affatto silenzioso, rilasciava parecchio smog termico, incluso una puzza rilevante. Era una corvè necessaria la ricarica della batteria, che con le basse temperature s iberiane, tendeva a logorarsi perdendo Ampere. Il sergente Cheng Zhou nel frattempo era concentrato ed osservava in s ilenzio, i messaggi di buon funzionamento del suo pad tattico, che stava gestendo la connessione satellitare criptata, tramite un cavo ethernet agganciato all’LNB della picco la parabola portatile. Il sergente Zhou spedì il proprio rapporto sui piloti di F35. Dopo pochi minuti ebbe a ricevere posta elettronica con i nuovi ordini. Il prossimo “pin point zone” per la sua unità era lungo il fiume Hatanga: ossia dopo domani il suo fireteam sarebbe stato rifornito con un mini-sottomarino. Erano indicate le coordinate satellitari BeiDou3+ oltre all’ora del meeting. Nel pad tattico del sergente, fu contestualmente installata in automatico una “app” con cui il militare avrebbe gestito il meeting con il mini sottomarino tascabile. Gli ordini spediti con un’email, tramite la connessione satellitare criptata, dicevano che poi il suo Fireteam tra quattro giorni, sarebbe stato prelevato nel pomeriggio da un elicottero Mil-Mi8. A bordo del veico lo, vi avrebbe ritrovato molti commilitoni, i quali sarebbero stati tutti scaricati nei pressi di Norilsk. Era stato pianificato un rastrellamento in forze sulla penisola di Gyda. Mezza unità della sua compagnia, sarebbe stata dispiegata ed aspersa per eseguire il compito. Allegato al messaggio, c’erano le coordinate in Latitudine/Longitudine e l’ora, per il meet ing con l’elicottero Mil-Mi8.

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Il caporale dopo pochi minuti rese la pistola QS792 al sergente, poi lanciò un picco lo drone, che era stato programmato per una ricognizione di 3 km di raggio, per assicurars i che il fireteam potesse trascorrere la notte, senza minacce improvvise. _____________________ I due quad dei quattro incursori gengiskani erano fermi lungo la riva del fiume Hatanga, all’improvviso il pad del sergente iniz iò a beeppare, il militare inserì la password che gli era stata pre-inviata. Rapidamente in mezzo al fiume siberiano, emerse silenzioso un piccolo sottomarino scuro!. Il mezzo stazionò immobile restando in navigazione a punto fisso, dato che era contro corrente. Un canotto gonfiabile di gomma assai spessa, di colore bianco, fu gonfiato rapidamente con una pompa elettrica che era alimentata dal rumoroso e puzzolente, picco lo gruppo elettrogeno.

Il sergente Cheng Zhou pagaiò sino al sottomarino, che era sempre in sosta in mezzo al fiume, semi immerso in una nuvola di nebbia. Una volta raggiunto il natante, il militare legò il canotto gonfiabile ad un gancio d’appiglio, poi s’arrampicò agilmente tramite le gelide maniglie d’acciaio, salendo sul ponte superiore, che era tutto bagnato e molto scivoloso. Il militare estrasse dal suo piccolo zaino il pad tattico che era chiuso dentro ad una busta di plastica stagna trasparente: dopo aver digitato un secondo codice d’accesso, che fu trasmesso in WiFi criptato all’antenna del sottomarino tascabile, il portellone del sottomarino si sbloccò automaticamente!. Il varco rivelò le scalette

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di discesa al ponte inferiore, s’accesero dopo pochi secondi anche le fioche luci rosse che illuminarono l’angusta scaletta, che conduceva alla stiva interna. Il sergente Cheng Zhou scese nel ventre del piccolo sottomarino tascabile, notando che era tutto stracolmo di supplies: c’erano taniche di carburante, scatole di munizioni, granate, MANPAD, casse di missili RPG, raz ioni K, pneumatici per quad, motori di quad e cerchioni, cassette di attrezzi, persino alcune racchette da neve e vari sci. Ogni millimetro cubo del mezzo era colmo di qualcosa e c’era diffico ltà a camminare tra tutta quella roba, senza inciampare. Appeso per aria, c’era una sorta di tablet lampeggiante, che mostrava in rotazione ciclica, tutti i codici di prelievo di ogni oggetto per il fireteam di Zhou. Una voce femminile dal timbro leggermente metallico, ripeteva tutti i numeri di serie dei vari pacchi, mentre le stesse informazione erano indicate a video. Ad ogni conferma di prelievo, il computer ripeteva di non prelevare nient’altro, altrimenti sarebbero mancate supplies ad altri commilitoni, presso le successive stazioni di download. Il sergente Cheng Zhou trasportò le varie taniche di carburante e le razioni-K sopra il ponte del piccolo sottomarino. Quando ebbe terminato il prelievo di tutto il proprio materiale, lo trasferì dal ponte del sottomarino al proprio gommone, cercando di non cadere nell’acqua gelida del fiume, mentre il gommone s’agitava a causa della vistosa corrente fluviale. Il sergente Chengh Zhou salì sul canotto, s’allontanò di vari metri pagaiando, poi digitò lo stesso codice iniz iale sulla “app” del tablet. Il sottomarino tascabile chiuse con un leggero ronzio metallico il portellone superiore di coperta, quindi dopo pochi minut i, il natante s’inabissò silenzioso, nel gelido fiume siberiano. Presumibilmente, il mezzo tornò a navigare in automatico nel fiume, verso il successivo punto di download per incontrare un’altra unità gengiskana che lo stava attendendo, più a Sud.

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Il sergente Cheng Zhou pagaiò in modo impacciato a causa del vistoso peso che aveva a bordo, approdò infine una vent ina di metri più a nord da dove era salpato, a causa della corrente del fiume che tirava piuttosto forte verso nord. I fanti Li Xu e Song Ma lo aiutarono a scaricare il materiale, poi trasferirono tutto quanto a bordo dei due piccoli rimorchi, che erano agganciati ai due quad artici. Il caporale Hui Wu era silenzioso e guardingo, imbracciava il proprio fucile d’assalto QBZ-03 mentre teneva sotto tiro con meticolosa circospezione, tutto il desolato ambiente circostante!. Questa volta, non c’erano state email o posta personale da dover scaricare sul tablet, dalla rete del sottomarino. Forse, c’erano delle priorità militari e l’alto comando non voleva distogliere le truppe, dai propri compiti. Forse, al prossimo “pin point zone”, disse il sergente Cheng Zhou pensando ad alta, avrebbero ricevuto posta elettronica da casa!.


Capitolo 4 – Il Dragone di Terra

Il sergente Cheng Zhou ed il suo fireteam con i suoi due quad artici, era accampato in taiga, a circa cento metri dal punto di raccolta. Altri quattro quad artici, equipaggiati nello stesso modo, erano accampat i a gruppi di due: i tre fireteam erano dispiegat i come i vertici di un triangolo equilatero, a protezione del punto di raccolta. Nel punto di raccolta, c’era circa tre quarti della sua compagnia, erano tutti commilitoni ed amici. Tutti i militari, avevano avuto all’improvviso l’ordine di convergere in mezzo al nulla, in un punto imprecisato della taiga, nella parte sud della penisola di Gyda, tra il fiume Pjasina e lo Jenisei. Era una notevole concentrazione di mezzi: c’erano tre APC di cui 2 erano tipo BMP-2, solo 1 di tipo BMP-1, poi nella radura artificiale aperta in mezzo alla taiga, erano atterrati due elicotteri (un MilMi24 ed un Mil-Mi8). C’erano in sosta tre gatti delle nevi a cui erano agganciati vari rimorchi ed una grossa cisterna di carburante. Poi era stata dispiegata una parabola satellitare, infine vicino agli alberi erano parcheggiat i un paio di Hovercraft Scout. Tende bianche e piccoli fornellini da campo, erano sparsi un po’ ovunque, con molti militari in mimetica bianca. Nonostante ci fossero quasi 100 incursori, c’era un silenzio di tomba, perché nessuno parlava ad alta voce, non si sentivano brusii, non c’erano rumori molesti di nessun genere. -Sergente, che ci facciamo qui?- sussurrò il soldato Song Ma. -Non lo so, il tenente ci darà i dettagli operativi. L’ordine di raggruppamento parlava in modo superficiale di un’operazione di rastrellamento nella penisola di Gyda. Suppongo, si tratti di un

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attacco su obiettivi nel fiume Taz, oppure qualche azione nel golfo dell’Ob?! Vedremo…- rispose a bassa voce il sergente Cheng Zhou che poi aggiunse –Occhi bene aperti!. Mandate in ricognizione il nostro drone, raggio di perlustrazione 5km. Voglio assicurarmi che dal mio fianco, non ci siano delle minacce tattiche che la ricognizione satellitare ignora, perché con risoluzione troppo piccola per i sensori!-. -Sì, signore!- annuì a bassa voice il caporale Hui Wu, che si mise subito all’opera, smanettando sul tablet tattico, per programmare il drone. -Sergente, la vuole una tazza di thè caldo?!- sussurrò il soldato Li Xu, mentre sollevò dal piccolo fornellino a gas, una grossa teiera metallica, versando un po’ di the fumante, in una grossa gavetta di acciaio. -Sì grazie!, ottima idea!. La riunione con il tenente è tra 10 minuti, ho ancora tempo!- disse il sergente Cheng Zhou che si mise a sedere su un pezzo di legno, vicino al soldato Li Xu. -Mi sento un po’ nervoso e preoccupato- confessò a bassa voce il soldato Li Xu, rivolgendosi al sergente. -Tutti siamo preoccupati e con i nervi a fior di pelle, ma siamo addestrati a controllare le nostre emozioni- rispose il sergente Zhou mentre iniziò a sorseggiare il thè, che era già diventato tiepido. -Non volevo dire questo, sergente.- disse sottovoce il soldato Li Xu. -Allora cosa volevi dire?!- chiese il sergente Zhou, che poi sottovoce aggiunse –Incursore Li Xu, hai fatto dell’ottimo thè, quello che ho nella gavetta non te lo rendo!. Se ti manca il thè, sappi che ne dovevi preparare di più!Il soldato Li Xu sorrise e disse sottovoce –Sergente, si ricorda quando ancora questa guerra non era scoppiata?!. Tutta la Brigata era a Tientsin, all’improvviso fummo informati dai Mass Media del nostro attacco nucleare preventivo contro la Repubblica del Gange?!. Poi noi, fummo subito mobilitati!.-

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-Sì, certo che lo ricordo- disse il sergente Cheng Zhou, che non rivelò che quel giorno, aveva promesso alla figlia piccola che le avrebbe portato dei fiori tipici siberiani, da piantare in un vaso. -Io mi sento nervoso e preoccupato, proprio come il primo giorno della mobilitazione!- disse sottovoce il soldato Li Xu. -Vuoi dire, con parole tue, che questa operazione, che bolle in pentola, non ci porterà niente di buono?!- domandò il sergente Zhou. Il soldato Li Xu storse la bocca, poi annuì in silenzio. -E’ certo che questa operazione non porterà niente di buono!, ma per gli zarini e per gli europei!. Gliele stiamo suonando di brutto!disse ridendo il sergente Zhou, che poi aggiunse sotto voce –Noi abbiamo il potere aereo, abbiamo i satelliti, abbiamo il potere di mare e di terra, perché siamo molti più di loro. Zarini ed Europei sono sordi, ciechi, muti, manovrano in modo irrazionale. Gli stiamo facendo a pezzi!Le parole del sergente Cheng Zhou, risuonarono un po’ come le ultime parole famose. Uno Yak_130 zarino sbucò fuori all’improvviso in volo rovescio, in picchiata, roteò su se stesso riprendendo l’assetto orizzontale, quasi istantaneamente una pioggia di razzi anticarro devastarono i due elicotteri, che erano fermi nell’accampamento. Contestualmente, una grandinata interminabile di proiettili corazzati riempirono di buchi un paio di rimorchi che erano agganciati a due gatti delle nevi. Lo Yak_130 zarino sfrecciò via, scomparve temporaneamente alla vista della fanteria gengiskana, celato dalla taiga, facendo una veloce, lunga e larga, virata a destra. Contemporaneamente il piccolo drone che seguiva lo Yak_130 piombò sull’accampamento. Fece cadere la sua bomba che centrò un lungo rimorchio, questo saltò per aria incendiandosi. Un grande fungo rosso di carburante, esplose nell’aria gelida siberiana!. I due

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cannoncini alle estremità alari del piccolo drone crivellarono alcuni rimorchi, che erano già stati colpiti poco prima dallo Yak_130. C’era un brulichio di militari gengiskani nell’accampamento, alcuni cercavano ingenuamente di gettare neve e spegnere l’incendio, altri impugnavano le armi e si guardavano in giro, altri saltarono dentro gli APC ed i gatti delle nevi, altri impugnando mitragliatori PKM seguivano il rumore dei motori dei velivoli, guardando il cielo tra gli alberi. -Attacco aereo nemico!- urlò il sergente Zhou – Presto ragazzi, prendete i due MANPAD-. Il soldato Li Xu scattò come un grillo verso uno dei rimorchi, aprì una scatola scura e prelevò un MANPAD terra-aria. Il soldato Song Ma s’era buttato nella neve, appena vide il sergente Zhou alzarsi in piedi, gridando gli ordini, Song Ma s’alzò come un gatto e prese il secondo MANPAD terra-aria. I due fanti poi corsero come lepri, verso il punto di raccolta per avere t iro, senza intralci degli alberi in taiga. Quando lo Yak_130 fece il secondo passaggio, ridusse in rottami i due elicotteri da battaglia, che si trasformarono definitivamente in un grosso incendio, da cui denso fumo nero rovente, salì rapido nel cielo freddo e grigio. L’aereo russo virò violentemente verso sinistra, sganciò le sue due razziere anticarro, le quali caddero come sassi nella taiga, alzando grosse nuvole di neve. Lo Yak_130 roteò lentamente su se stesso, lasciando una tetra e fuligginosa scia nera da un motore, mentre mantenendo il volo rovescio, il velivolo cercò d’approssimarsi alla montagna, da dove era sbucato!. In quell’istante, un’interminabile raffica di due mitragliatrici rotanti a tiro rapido a controllo numerico, che erano poste su un Overcraft Scout, centrarono parte della carlinga posteriore di destra e distrussero anche una grossa parte, del lunotto posteriore dello Yak_130.

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Quasi contestualmente, una grandinata di proiettili corazzati dai due cannoncini del secondo drone, crivellarono in saturazione l’overcraft Scout, il quale esplose finendo divorato dalle fiamme, smettendo di sparare sull’aereo nemico. Mentre il piccolo drone virava verso la montagna, replicando la manovra che aveva fatto l’aereo zarino, il drone russo fu arpionato da un velocissimo missile MANPAD sparato dal soldato Song Ma: il drone zarino esplose in volo, in una grossa palla di fuoco!. Vari rottami in fiamme caddero poi nella taiga, rilasciando denso fumo nero, quando entrarono in contatto con la neve gelata. Lo Yak_130 era ancora in volo rovescio, fumava da un motore, aveva quasi raggiunto la vetta della montagna da dove era comparso, quando all’improvviso due missili MANPAD terra-aria furono lanciati dai margini esterni dell’accampamento gengiskano. Uno di questi, era stato lanciato dal soldato Li Xu. I due missili veloci come arpioni si dispersero nel cielo, perché lo Yak_130 riuscì a scollinare rilasciando mo lti flares, facendo così perdere il suo segnale termico, mentre i due missili terra-aria lo sorpassarono passandogli sopra la pancia.

-Non ti preoccupare Li Xu, anche se non hai beccato quell’aereo zarino, il velivolo ha le ore contate!. Un motore è in fiamme, non

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farà molta strada!. Cercheremo il pilota ed il copilota, ci vendicheremo!- disse il sergente Cheng Zhou con l’ira negli occhi. -Smontate subito il campo, io vado a prendere ordini dal tenente!urlò il sergente Cheng Zhou, poi questi corse nella neve, recandosi verso il punto di raccolta, dove enormi fiamme divoravano mo lti mezzi. __________________ -Come è possibile?! I quad n°1, n°2 sono stati distrutti, abbiamo registrato quattro incursori gengiskani morti!. Devono essere truppe speciali, ben addestrate e ben armate!- esordì il caporale Hui Wu. I soldati Li Xu e Song Ma, erano silenziosi, nascosti dietro i propri passamontagna bianchi, osservavano con i grandi occhialoni blu da neve, le riflessioni dei due team leader e la mappa tattica, che era stata stesa nella neve.

-Sono truppe speciali, probabilmente Spetnaz- disse il sergente Cheng Zhou che poi aggiunse mentre indicava poco distante le tracce vistose nella neve – Quì, si sono divisi!. La slitta di renne è pesante, è lenta. Gli altri, sono due Spetnaz, hanno una slitta di cani. Hanno colto di sorpresa i nostri due quad, attaccandoli di fianco. Le due nostre unità sono state incaute: troppo spavaldi, nel seguire le facili tracce della grossa slitta di renne, hanno smesso di guardarsi i fianchi. Incauti e quindi ignari, sono finiti nella trappola degli Spetnaz con la slitta di cani.-Da dove sono sbucati questi maledetti Spetnaz?! - chiese il soldato Li Xu che ruppe il silenzio, rilasciando una nuvola di vapore acqueo.

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-Gli hanno paracadutati, oppure sono giunti via fiume Jenisei con qualche sottomarino. Oppure, nell’ipotesi peggiore hanno avamposti ben organizzati nel golfo dell’Ob: gli zarini cercano di costruire capisaldi nella penisola di Gyda, ed hanno proiettato truppe con degli elicotteri- disse laconico il caporale Hui Wu, mentre osservava la mappa cartacea che era nella neve, presso cui il fireteam s’era raccolto, per la discussione tattica di gruppo. -Sì! penso anche io che sia così- disse il sergente Zhou – adesso però noi gli bruciamo con una scansione termica in alta definizione, con un controllo tattico di tutto il nostro quadrante!-. Il sergente aprì la parabola, v’agganciò il pad tattico, poi attese i dati. Dopo mezz’ora di tempo i dati furono trasferiti via satellite a basso rateo di refresh. Elaborati e mostrati sul pad tattico, c’era la traccia termica di tre renne in linea. L’I.A. software la segnalava in giallo come la traccia di una possibile slitta. Poi c’era la traccia termica di quello che sembrava un gruppo di lupi o cani: erano disposti in colonna, per fila per due. L’I.A. software suggeriva l’esistenza di una veloce slitta nemica. -Eccoli i bastardi zarini!. Si stanno muovendo verso Sud. Hui Wu, contatta per radio il quad n°3, n°4, suggerisci loro di muovere verso Sud, dovrebbero incontrare la slitta nemica, più o meno in questo punto!. Manda loro le coordinate BeiDou3+. Poi informa i due fireteam, che forse c’è un caposaldo nemico, oppure un covo di bastardi sullo Jenisei. Dobbiamo scoprirlo ed annientarlo!______________

C’era stato un conflitto a fuoco intenso, gli Spetnaz s’erano difesi molto bene, altri due incursori gengiskani erano deceduti, ed un

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altro quad era stato annientato. La slitta nemica però era stata rallentata: il numero di cani era stato ridotto a meno della metà. Uno Spetnaz era stato eliminato, il corpo era stato perquisito per comprendere gli equipaggiament i del nemico. Anche gli Spetnaz avevano in dotazione dei droni tattici, il loro drone tattico era stato annientato con un jammer. L’altro Spetnaz era stato ferito, era in fuga, lasciava delle tracce vistose, era seguito a distanza dal quad n°4. Il quad n°4 s’era ritirato interrompendo il conflitto a fuoco, senza tentare di catturare lo Spetnaz, così come prescrivevano le circo lari tattiche sull’ingaggio di truppe speciali. Il quad n°4 adesso via radio, richiedeva il sostegno del fireteam del sergente Zhou. -Ok! Convergiamo sulla vostra posizione!- disse il sergente Cheng Zhou per radio –I nemici credono di aver interrotto il contatto con il nemico, ma noi li talloniamo a distanza e monitorizzeremo il loro punto d’incontro. Attaccheremo la slitta di renne e la slitta di cani, quando meno se lo aspetteranno!. Ormai, non possono più sfuggirci!. Dobbiamo solo comprendere, se questi Spetnaz sono stati paracadutati o sono atterrati con un elicottero. Oppure, se è un nido di serpi con contatti logistici via fiume Jenisei. In quest’ultimo caso, continueremo a pedinarli, restando sempre a distanza. Faremo loro credere che la loro diversione abbia avuto successo, rompendo il contatto con il nemico. In questo modo, saranno proprio gli Spetnaz sopravvissuti che ci porteranno alla loro base, permettendoci di chiudere la questione!. Passo e chiudo!-

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Capitolo 5 – Il Dragone di Aria

Il sergente Cheng Zhou ed il suo fireteam erano a circa 3km dal sergente Sokolov, ma il militare zarino non lo sapeva. Era ignaro anche il FireSquad di truppe speciali NATO che era sbarcato con molte supplies dall’U212, temporaneamente attraccato alla località segreta di Dudinka2.

Il drone tattico gengiskano era ritornato dalla sua missione di ricognizione, trasportando preziose informaz ioni. Erano indicate al decimetro, le coordinate satellitari in BeiDou3+ del punto di rifornimento degli Spetnaz. La base nemica, adesso avrebbe potuto essere attaccata facilmente!. Le forze dell’Esercito Popolare Imperiale Gengiskano che lentamente avanzavano inesorabili lungo la transiberiana, registravano con una maggiore frequenza ed una crescente intensità, un numero importante d’attacchi improvvisi con danneggiamenti alla linea transiberiana ed ai convogli ferroviari, da parte di truppe nemiche non ben identificate. Queste unità ostili, erano difficili da rintracciare ed ingaggiare, perché si dileguavano rapidamente nell’immensa taiga. L’informazione più importante che il sergente Zhou passò con priorità assoluta al quartier generale gengiskano, era che nelle prossime ore, ci sarebbe stato un sottomarino NATO nel fiume Jenisei. C’era una sola uscita da cui l’U212 avrebbe dovuto passare: la foce del fiume Jenisei. Il mezzo nemico, sarebbe stato

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affondato facilmente, essendosi esposto alla pericolosa navigazione fluviale!.

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Lo Stato Maggiore Gengiskano elogiò il fireteam per la pregiata informazione che era stata comunicata. Per premiare l’abnegazione, il fireteam fu esentato dall’attacco contro l’avamposto nemico. Zhou avrebbe dovuto dirigers i a nord, rastrellando sino alla foce dello Jenisei. Un paio d’elicotteri Mil-Mi24 (dotati di sonar attivi e siluri), avrebbero provveduto ad affondare il sottomarino NATO. Un attacco aereo era stato già programmato contro l’avamposto nemico, inoltre due compagnie d’incursori gengiskani avevano avuto ordine di convergere e rastrellare i nemici, se questi fossero sopravvissuti all’attacco aereo.

Disse il sergente Cheng Zhou sorridendo soddisfatto – Il comando per premiarci, ci ha assegnato una missione semplice: rastrellare tutti i marinai nemici, che faranno naufragio nello Jenisei!.-Non dovrebbe essere difficile sparare a qualche marinaio infreddolito- commentò sarcastico il caporale Hui Wu, mentre i due fanti Li Xu e Song Ma, quasi fossero stati due robot sincronizzati, risero annuendo con la testa. I due quad con i rispettivi piccoli rimorchi, si mossero agevolmente verso nord.


Capitolo 6 – Il Dragone di Neve

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La posta elettronica giunse via satellite, assieme agli ordini, cogliendo di sorpresa i militari del fireteam del sergente Zhou, che si raccolsero subito in semicerchio, attorno al tablet tattico.

Tutti i messaggi dai propri rispettivi familiari, parlavano dell’iniz io della migrazione del 50% della popolazione di Tientsin verso Irkutsk. Il trasferimento avveniva via ferrovia con interminabili convogli civili, c’erano file di svariati chilometri verso la stazione centrale della metropoli di Tientsin!. Altri dettagli logistici, erano stati censurati nell’email. Ino ltre, gli allegat i multimediali erano stati palesemente editat i: i file audiovideo erano ristretti a pochi secondi, contenenti solo scarni saluti dei propri familiari, con inquadrature strette. Il sergente Cheng Zhou pensò in silenzio, che non era umanamente possibile pensare di trasferire in modo veloce e tempestivo 8MLN di persone, con relativi beni mobili, verso Irkutsk, senza causare seri impatti sulla logistica militare e la dinamica della guerra!. Irkutsk era una grande città siberiana, aveva ancora un clima ostile in inverno, nonostante il rialzo delle temperature a causa del climate


change. Tuttavia, dalla primavera all’autunno, il clima era diventato ottimo per l’agrico ltura!. BANDIERA ROSSA era il bollettino mensile distribuito ai soldati gengiskani, per tenerli informati su come andava la guerra. Il file in PDF aveva in prima pagina la migrazione verso Irkutsk del 50% dei cittadini di Tientsin ed il contestuale spostamento di 600mila zarini da Irkutsk. Non c’erano dettagli nell’art icolo, s i diceva laconicamente che i 600mila zarini di Irkutsk erano stati trasferiti altrove, i loro beni mobili ed immobili erano stati confiscati, sarebbero stati distribuiti equamente secondo le necessità, alle famiglie gengiskane che poi sarebbero emigrate in Siberia. Irkutsk era stata ridenominata Nuova Tientsin, la metropoli siberiana adesso era pronta per accogliere 1.8Milioni di gengiskani. -La nostra popolazione migrata dovrà stare stretta come nelle scatole di sardine!. Siamo in autunno in Siberia, tra un po’ giungerà il gelo dell’inverno!. Non si può mettere dal giorno alla notte, in una città di 600mila persone, 1.8 milioni di persone senza non imporre la coabitazione!- esordì ridendo il caporale Hui Wu. - SEI milioni di cittadini di Tientsin sarebbero migrati nella prossima stagione lungo il lago Baykal, presso cui sarebbero sorte moltissime città satellite di Nuova Tientsin. L’edilizia, il disboscamento e l’agricoltura sarebbero state le attività economiche che avrebbero assorbito la maggioranza della popolazione- disse il soldato Song Ma che aggiunse –In ogni caso, a me pare che ciascun 50% dei cittadini di Tientsin, adesso stanno meglio. Hanno cibo, acqua ed aria pulita. Chi invece è rimasto a Tientsin, sarà meno accatastato l’uno sull’altro nella metropoli. C’è un miglioramento, rispetto a come stavamo tutti noi, prima dell’inizio di questa cosa!-Secondo me, il comando gengiskano potrebbe anche aver portato in taiga i 600mila zarini, ed aver loro sparato in testa, così come noi abbiamo eliminato i marinai assiderati sullo Jenisei- disse sarcastico il caporale Hui Wu, che poi aggiunse – Meglio a loro, che a noi!-

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Disse il sergente Zhou - Leggi bene, soldato Song Ma: per adesso, ne spostano solo 1.8 milioni dei 15.5Milioni di cittadini di Tientsin!. In primavera prossima, forse, seguiranno altre 6 milioni di persone!. – dopo una breve pausa, il sergente Zhou aggiunse - Sì!, è possibile che 600mila zarini siano stati ammazzati!. Ci sono continui dispacci d’avviso, che c’informano d’attacchi ed imboscate ai nostri capisaldi lungo la linea transiberiana, da parte d’imprecisate forze nemiche!. Forze ostili che s’eclissano in taiga. 37 Ne abbiamo eliminata una noi poche settimane fà, che cercava d’infiltrarsi. E’ per questa ragione, che non è credibile lo spreco di risorse militari, per lo spostamento di 600mila zarini civili da Irkutsk, verso il fronte zarino!- Guardate!.- esordì con tono trionfante il soldato Li Xu Nell’articolo in seconda pagina di BANDIERA ROSSA, si dice che La seconda e la terza forza d’attacco che erano partite dalla Zungaria, hanno già sottomesso tutto il Kazakistan. La Seconda Forza d’attacco sta stringendo d’assedio da sud, l’enclave di Novosibirsk-Omsk. Alle Brigate Sian, Taiyuan, Chungking, Tsingtao, è stato ordinato di convergere verso sud, per rafforzare le forze imperiali popolari dell’esercito gengiskano, per attaccare congiuntamente da nord, l’enclave di Novosibirsk-Omsk.-

-Mmmhhh… questo significa che a dilagare in Siberia, dalle coste del Mar Polare Artico sino alla Latitudine 60°Nord, come stabiliscono le nostre regole di movimento, resteranno operative solo le Brigate Tientsin, Shangai, Whuhan. Perché la Brigata Tsinan è sempre bloccata a difesa della Città Proibita!. - disse il sergente Cheng Zhou, che nel frattempo aveva estratto dalla tasca una mappa della Siberia, che aveva steso sulla neve fresca.


- Le gloriose armate aeree dell’aviazione gengiskana, stanno stritolando il potere aereo nemico, che è incapace di reagire!. Cazzo!!. Mi pare evidente – continuò radioso il soldato Li Xu –Le stiamo dando agli zarini ed ai loro alleati europei!. Noi conquistiamo territorio, il comando sta concentrando gli sforzi per chiudere la sacca di Novosibirsk-Omsk. La fine della guerra è vicina!. Per barattare la vita di quelli di Novosibirsk-Omsk gli zarini daranno la resa, altrimenti noi nuclearizzeremo l’enclaves!. Sia gli Europei 38 quanto gli Zarini non potranno fare niente, perché noi abbiamo il celeste mantello di difesa ABM!- concluse trionfante il soldato Li Xu. -Li Xu!, stai correndo troppo!. Adesso siamo in autunno, deve passare l’inverno!. Le operazioni rallenteranno a causa del clima. Nella prossima primavera ed in estate, potrebbero essere esigue le Brigate Tientsin, Shangai, Whuhan per controllare tutta quest’area- disse il caporale Hui Wu, mentre guardava la mappa che era stesa nella neve, poi indicò la penisola di Gyda, di Jamal, il Bassopiano Siberiano Occidentale.

Il sergente Cheng Zhou chiuse la mappa di scatto, poi ordinò di chiudere l’app che gestiva il bollettino, quindi disse –Basta cazzeggiare di strategia!. Il comando ci ha affidato un’importante missione!. Domani, saliremo su un Mil-Mi24 il quale ci darà uno strappo verso Ovest. Dovremmo paracadutarci vicino a YoryungKhaya. Il nostro compito è un’operazione d’infiltrazione e sabotaggio. L’obiettivo è distruggere con delle cariche esplosive, alcune tubazioni dei gasdotti che portano il metano verso la Zarinia e l’Europa. L’alto comando, per adesso vuole solo danneggiare


parte del gasdotto. Non vuole distruggere il grosso degli impianti d’estrazione di metano!. Per questa ragione, piuttosto che lanciare un attacco aereo o missilistico, ha affidato il compito a noi. Domani, a bordo dell’elicottero studieremo il da farsi!________________ I due quad procedevano nella neve, solo il secondo quad aveva agganciato il classico rimorchio tattico, il primo quad ne era privo, per poter essere più agile.

All’improvviso un colpo di cannone centrò in pieno il primo quad del sergente Cheng Zhou che si vaporizzò in tanti piccoli pezzi, assieme al soldato Li Xu. Il secondo quad fu contestualmente squarciato dalle schegge dell’esplosione, che dilaniarono in varie povere parti, i corpi del caporale Hui Wu e del soldato Song Ma. I rottami fiammeggiant i dei due veicoli giacevano nella neve, assieme al piccolo rimorchio che era spezzato e ribaltato.

Il sergente Cheng Zhou non portò mai alla figlia picco la, dei fiori tipici siberiani, co me aveva promesso.

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