5 Continents Editions Catalogue 2018-2019 > Italian Titles

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2018 2019 MODA & DESIGN

FOTOGRAFIA

ARTE PRECOLOMBIANA

ARTE ISLAMICA

ASIA SOCIETY | NEW YORK

FONDATION BAUR | GENÈVE

ARTE ASIATICA

ARTE OCEANICA

MUSÉE DU QUAI BRANLY | PARIS

VISIONS OF AFRICA

ARTE AFRICANA

HISTORIAL DE LA GRANDE GUERRE MODERN AND CONTEMPORARY ART

ARCHIVES ANTONIO SAURA

MAD | MUSEUM OF ARTS AND DESIGN | NEW YORK MUSÉE D’ART CONTEMPORAIN | LYON

PETIT PALAIS | PARIS | ARCHIVES CHARLOTTE PERRIAND THE ISAMU NOGUCHI FOUNDATION & GARDEN MUSEUM

MoMA DESIGN SERIES JEU DE PAUME | PARIS

MoMA | NEW YORK

CENTRE POMPIDOU | TATE MODERN | SCUDERIE DEL QUIRINALE

MUSÉE D’ART ET D’HISTOIRE | GENÈVE

INSTITUT SUISSE POUR L’ÉTUDE DE L’ART

FONDATION FÉLIX VALLOTTON

MUSÉE JENISH | VEVEY

FONDATION DE L’HERMITAGE | LAUSANNE

MUSÉE CANTONAL DES BEAUX-ARTS | LAUSANNE

GALERIE D’ARTS GRAPHIQUES

LA FOTOGRAFIA AL MUSÉE D’ORSAY

MUSÉE D’ORSAY

ART BRUT THE COLLECTION

ARTE ANTICA

MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA | MADRID

GALLERIA DEL DISEGNO

MUSÉE DU LOUVRE

NUOVI TITOLI

5CONTINENTS



Care lettrici, cari lettori e cari librai, vorrei che quest’anno il nostro catalogo non fosse solo uno strumento finalizzato alla comunicazione delle nostre novità, bensì qualcosa di più intimo che vi possa porre in stretto dialogo con noi e con quello che più ci piace fare: ricercare, in modo sfrenato, la bellezza nella molteplicità delle forme ed espressioni d’arte! Siamo infatti sempre più consapevoli che il bello sia ovunque. E con i nostri libri cerchiamo di dirvelo in tutti i modi. Penso alla natura, e nello specifico alle migliaia di uova collezionate dall’ornitologo svizzero, figlio di contadini, Werner Haller, e fotografate da Paul Starosta, confluite nel nostro titolo Uova che pone al centro un oggetto così comune e semplice ma nel contempo così ricco di significati. Ma anche ai ritratti di pecore e capre sui quali Kevin Horan ha posato il suo sguardo fotografico, intriso di profonda meraviglia per l’espressività atavica che travalica le differenze di specie. Non possiamo poi dimenticare lo splendore della pietra dura nella quale è stata intagliata la Tazza Farnese: i dettagli e i giochi cromatici delle venature sono stati immortalati da Luigi Spina in immagini che non vantano confronti, e che fanno di questo manufatto il degno soggetto della nostra nuova collana “Tesori Nascosti”. La preziosa lavorazione degli oggetti di arte antica lascia il posto ai linguaggi della modernità, che non smettono di stupire per la continua ricerca di eterogeneità in nome di una forte caratterizzazione identitaria, come sottolinea nelle sue lettere Rilke dopo aver “incontrato” Cézanne al Salon d’Automne del 1907. Non meno significative sono le opere di Bill Traylor, Carlo Zinelli e degli artisti giapponesi dell’Art Brut che contribuiscono ad arricchire la nostra libreria di titoli dedicati a questa produzione artistica. Che dire poi di Fernando Costa e della monografia che 5 Continents gli ha dedicato? E del piccolo volumetto Passato & Presente che mette in luce, attraverso curiose e talvolta sorprendenti intuizioni grafiche, evoluzioni e rivoluzioni del nostro quotidiano? Infine, un posto di rilievo è quello che dedichiamo sempre con grande cura alle arti extraeuropee, delle quali facciamo risuonare la poetica attraverso manufatti tribali, statuette baga, ceramiche cinesi e pregiati tessuti orientali. E l’augurio quest’anno non può essere che quello di dedicarvi solo a belle letture! Eric Ghysels L'Editore



6 NOVITÀ 60 TAILORMADE

64 CATALOGO

[64] Fotografia

[65] Fotografia | Arte contemporanea | Arti applicate

[66] Archeologia | Arte moderna | Arte asiatica

[67] Arte asiatica | Arte oceanica | Arte precolombiana | Arte africana

68 INDICE 71 DISTRIBUZIONE


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[ T E S TAT I N A ]

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[ARCHEOLOGIA | COLLANA TESORI NASCOSTI]

TA Z Z A FA RNESE C OL L A N A «T ESO R I NA SCO ST I» Testi di Valeria Sampaolo Fotografie di Luigi Spina

24 x 33,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-834-8 € 40,00

In coedizione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Poche altre opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli rispondono alla definizione della collana «Tesori nascosti» quanto la Tazza Farnese, al centro di questo nuovo volume. Il più grande vaso in pietra dura lavorata a rilievo ci è giunto dal mondo antico attraverso un cammino lungo secoli durante i quali, con ogni verosimiglianza, non è mai finito sottoterra: da Alessandria d’Egitto a Roma, a Costantinopoli per tornare a Roma nel XV secolo dove lo acquistò quel finissimo intenditore d’arte che fu Lorenzo de’ Medici, passando poi dalla sua collezione a quella Farnese, penultima tappa prima di fermarsi nelle raccolte dell’Archeologico. A questa intrigante storia di passaggi da una corte all’altra la Tazza Farnese unisce quella non definitivamente risolta dell’interpretazione della scena raffigurata al suo interno, spiegata in più modi e ancora argomento di nuove precisazioni. L’abilissimo lavoro di incisione, che ha sfruttato tutte le variazioni di colore dell’agata sardonica, ha consentito di mettere in risalto le figure dei personaggi interni e il volto terrificante della Gorgone sull’esterno. Valeria Sampaolo è stata conservatore capo delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Autrice di numerose pubblicazioni, si è dedicata in particolare a ricerche sui primi scavi nell’area vesuviana e sulla ricostruzione dei contesti di provenienza degli affreschi del Museo, dei quali ha curato la nuova esposizione. Luigi Spina, fotografo. Al centro della sua opera sono gli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Ha pubblicato L’Ora incerta (2014), The Buchner Boxes (2014), Hemba (2017) e Diario Mitico (2017). Con 5 Continents Editions e Valeria Sampaolo ha dato vita alla collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» che a oggi comprende i seguenti titoli: Memorie del Vaso blu (2016), Amazzonomachia (2017), Centauri (2017), Sette sapienti (2018), Zefiro e Clori (2018). Presso la stessa casa editrice ha inoltre pubblicato, nella linea Tailormade, Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015).

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[ARCHEOLOGIA | COLLANA OGGETTI RARI E PREZIOSI AL MANN]

O G G E T T I R A R I E P R E Z I OS I AL MU S E O A R C H E O L OG I C O N AZ I O N A L E D I N A P OL I La collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli», a cura di Valeria Sampaolo e Luigi Spina, si pone l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico alcune opere d’arte di particolare interesse conservate presso l’istituzione museale partenopea. La raffinata confezione con cui si presentano al lettore i volumetti fa eco al contenuto, costruito facendo dialogare testo e immagini. Se il contributo di Valeria Sampaolo racconta e contestualizza il manufatto, le fotografie di Luigi Spina ne colgono le peculiarità, i dettagli, e fanno vibrare di nuova vitalità questi tesori.

CENTAURI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-794-5 € 22,50

MEMORIE DEL VASO BLU 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-756-3 € 22,50

AMAZZONOMACHIA 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-793-8 € 22,50

ZEFIRO E CLORI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-806-5 € 22,50

SETTE SAPIENTI 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-805-8 € 22,50

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[ARCHEOLOGIA | COLLANA OGGETTI RARI E PREZIOSI AL MANN]

SAT I RO E B B RO C OL L AN A « OG GET T I R A R I E P R EZ IO SI A L M US E O ARC HEO LO GICO NA Z IO NA LE DI NA P O LI» Testi di Valeria Sampaolo Fotografie di Luigi Spina Il Satiro ebbro è uno dei gioielli delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La singolarità di questa scultura in bronzo, scoperta nella Villa dei Papiri di Ercolano, risiede nel suo non essere un unicum, come altre opere che abbellivano quella ricca abitazione, bensì la replica di un tipo ben noto sin dal II secolo a.C., realizzato più volte per decorazioni di giardini e peristili. In questa opera, un satiro di età matura è steso su di una roccia coperta da una pelle leonina e si appoggia all’otre dal quale ha abbondantemente attinto la bevanda di Dioniso fino ad esserne soggiogato come mostra il volto contratto nel riso inebetito e provocatorio proprio degli ubriachi. Il testo di Valeria Sampaolo e le fotografie di Luigi Spina ci permettono di scoprire la storia e i dettagli che fanno di questa scultura un vero capolavoro. 16,5 x 23,5 cm, 80 p. 70 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-833-1 € 22,50

In coedizione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli

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Valeria Sampaolo è stata conservatore capo delle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Autrice di numerose pubblicazioni, si è dedicata in particolare a ricerche sui primi scavi nell’area vesuviana e sulla ricostruzione dei contesti di provenienza degli affreschi del Museo, dei quali ha curato la nuova esposizione. Luigi Spina, fotografo. Al centro della sua opera sono gli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Ha pubblicato L’Ora incerta (2014), The Buchner Boxes (2014), Hemba (2017) e Diario Mitico (2017). Con 5 Continents Editions e Valeria Sampaolo ha dato vita alla collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» che a oggi comprende i seguenti titoli: Memorie del Vaso blu (2016), Amazzonomachia (2017), Centauri (2017), Sette sapienti (2018), Zefiro e Clori (2018). Presso la stessa casa editrice ha inoltre pubblicato, nella linea Tailormade, Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015).



[ARCHEOLOGIA | COLLANA OGGETTI RARI E PREZIOSI AL MANN]

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[ARCHEOLOGIA]

D E L’ A I G L E À LA LO UV E M ON N A IE S ET GEMMES A NT IQU ES ENT R E A RT, P ROPAG AN DE ET A FFIR MAT IO N DE SO I A cura di Carlo Maria Fallani e Matteo Campagnolo Fotografie di Luigi Spina

24,5 x 25,5 cm, 424 p. 356 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione francese ISBN 978-88-7439-795-2 € 90,00

In coedizione con i Musées d'Art et d'Histoire, Ginevra

Rivolto agli appassionati di antiquariato e ai patiti di zoologia, ma anche allo zoologo antiquario o all’antiquario zoologo, il volume getta una luce nuova, scientificamente documentata e accessibile su centoventi monete della Repubblica romana – raccolte da tre generazioni di amatori illuminati –, pietre preziose lavorate a intaglio, cammei e oggetti in pasta di vetro. I denari d’argento non servivano solo per le transazioni commerciali, per pagare i soldati o le tasse, ma erano anche veicoli di propaganda politica, credenze religiose, storie e leggende che servivano a consolidare la reputazione delle famiglie che cercavano di distinguersi nella città. Sui sigilli, i cittadini più raffinati facevano incidere il loro “biglietto da visita”, un animale o un’altra rappresentazione da cui si aspettavano protezione, conforto, una forma di rassicurazione che desse loro sicurezza. Qualche volta ne facevano delle copie in vetro da distribuire agli amici. Ecco perché questi oggetti densi di molteplici significati rappresentano una documentazione preziosa e inesauribile. De l’aigle à la louve, così come l’ha concepito il collezionista Carlo Maria Fallani, ha la peculiarità di confrontare le monete alle gemme (pietre preziose a intaglio e cammei) che recano lo stesso soggetto. Le fotografie di Luigi Spina e i testi che le corredano fanno parlare questi oggetti antichi rompendo un silenzio più che millenario. Matteo Campagnolo è stato conservatore del Cabinet de numismatique dei Musées d’Art et d’Histoire di Ginevra dal 1955 al 2017 e docente presso l’Università di Ginevra. Storico della tradizione classica e numismatico, studia le relazioni fra i documenti numismatici e le fonti storiche. Con Klaus Weber ha pubblicato presso 5 Continents Editions Poids romano-byzantins et byzantins en alliage cuivreux (2015) nella collana «Collections Byzantines du MAH – Genève». Luigi Spina, fotografo. Al centro della sua opera sono gli anfiteatri e il senso civico del sacro, i legami tra arte e fede, la ricerca di antiche identità culturali, il confronto fisico con la scultura classica. Ha pubblicato L’Ora incerta (2014), The Buchner Boxes (2014), Hemba (2017) e Diario Mitico (2017). Con 5 Continents Editions e Valeria Sampaolo dà vita alla collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli» che a oggi comprende i titoli Memorie del Vaso blu (2016), Amazzonomachia (2017), Centauri (2017), Sette sapienti (2018) e Zefiro e Clori (2018). Presso la stessa casa editrice ha pubblicato, nella linea Tailormade, Le Danzatrici della Villa dei Papiri (2015).

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[ A RT E M O D E R N A ]

T H E P ON T-AV E N SCH O O L C RAD L E OF THE MO DER N SENSIBILIT Y Testi di Estelle Guille des Buttes, Adrien Goetz e Jean-Marie Rouart

24 x 28 cm, 76 p. 28 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-817-1 € 28,00

Mostra Musée de Pont-Aven, Pont-Aven 2 febbraio 2018 – 6 gennaio 2019

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Pont-Aven ha dato il nome a uno dei movimenti pittorici moderni più importanti, tanto da rimandare immediatamente a Paul Gauguin e Émile Bernard. Proprio questi due artisti nel 1888, in questo piccolo comune bretone, creano uno stile nuovo, il “sintetismo”. In segno di rottura con l’insegnamento accademico e influenzati dalle stampe giapponesi, propongono nuovi canoni estetici, caratterizzati dalla semplicità delle forme e dall’uso di colori piatti delimitati da un tratto scuro. Il gusto per i toni opachi e l’abolizione della prospettiva classica fanno sì che questo nuovo stile si stacchi totalmente da ciò che lo aveva preceduto. Questo volume riccamente illustrato rivela al pubblico l’importante collezione costituita da Alexandre Mouradian in anni recenti, collezione che rivela una grande passione non solo per gli artisti del gruppo di Pont-Aven ma anche per coloro che aderirono alla nuova corrente pur mantenendo la loro individualità. E mostra anche la dimensione internazionale di questo movimento: molti furono gli artisti da tutta Europa che, approfittando della chiusura estiva delle accademie parigine, si recarono a Pont-Aven o nella vicina Le Pouldu per cercarvi ispirazione e per “osare” come Gauguin. Estelle Guille des Buttes, direttrice del museo di Pont-Aven, ha curato numerose mostre tra cui «Maurice Denis et la Bretagne» nel 2009 e «La Modernité en Bretagne (1870-1940)» nel 2017. Adrien Goetz, membro dell’Académie des beaux-arts, insegna storia dell’arte presso l’Università Paris-Sorbonne. Agli scritti sull’arte ha affiancato la produzione di romanzi incentrati sul mondo dell’arte e dei musei. Direttore di «Grande Galerie. Le Journal du Louvre», la rivista ufficiale del museo, ha una rubrica settimanale, Les Arts, su «Le Figaro». Jean-Marie Rouart è scrittore e giornalista, nato nel 1943 in una famiglia di artisti. Nella sua lunga e brillante carriera, durante la quale gli sono stati riconosciuti numerosi premi per la sua attività letteraria, ha diretto «Figaro littéraire» dal 1986 al 2003. Nel 1997 è stato eletto all’Académie française.


[ A RT E M O D E R N A ]

I M P R E S S I ONIST T R EA SUR ES TH E ORD RUP GA A R D CO LLECT IO N Paul Lang

30 x 25 cm, 144 p. 98 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-810-2 € 30,00

In coedizione con il Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa Mostra Palazzo Zabarella, Padova 29 settembre 2018 – 27 gennaio 2019

Questo catalogo presenta un’ampia selezione di opere d’arte del diciannovesimo secolo e dell’inizio del ventesimo provenienti dal museo Ordrupgaard, vicino a Copenhagen. La collezione Ordrupgaard, creata tra il 1892 e il 1931 dal magnate danese delle assicurazioni Wilhelm Hansen (1868-1936), offre una spettacolare panoramica della pittura francese da Eugène Delacroix fino a Paul Cézanne, nonché meravigliosi esempi della cosiddetta “età d’oro” danese. Riccamente illustrato e con un saggio di Paul Lang, il volume permette di conoscere e apprezzare le opere più significative della collezione, raggruppando dipinti che riflettono le diverse tappe del percorso di artisti come Jean-Baptiste-Camille Corot, Gustave Courbet, Camille Pissarro, Claude Monet, Alfred Sisley, Paul Gauguin, C.W. Eckersberg e Vilhelm Hammershøi. Pur focalizzato sull’impressionismo francese e sulle opere danesi, il volume non tralascia, grazie ad opere rappresentative, altri movimenti artistici, seppur contraddittori, della Francia del diciannovesimo secolo, quali la scuola di Barbizon e il realismo. Esperto di arte neoclassica europea, Paul Lang è stato dal 2011 Deputy Director e conservatore capo della National Gallery of Canada, per la quale ha cocurato «Gustave Doré (1832-1883): Master of Imagination», in collaborazione con il Musée d’Orsay di Parigi (2014), e «Élisabeth Louise Vigée Le Brun (1755–1842)» con la Réunion des musées nationaux – Grand Palais di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York (20152016). Dall'aprile del 2018 ha preso la direzione dei musei della città di Strasburgo. Autore di cataloghi, volumi di storia dell’arte e articoli, è stato conservatore capo presso i Musées d’art et d’histoire di Ginevra e ricercatore associato dell’Institut suisse pour l’étude de l’art.

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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]

P I C A S S O. L E V ER DE R IDEAU L’ A RÈ N E , L’ ATE LIER , L’A LCÔ VE A cura di Florian Rodari Testi di Elisa de Haleux, Herma C. Goeppert-Frank, Sebastian Goeppert e Camille Jacquier Dalla serie dei Saltimbanchi del 1905 a quella delle ultime incisioni erotiche del 1968, la Suite 347, Picasso ha sempre privilegiato nelle sue stampe il tema dello spettacolo. Dal circo all’atelier, dall’atelier all’arena, dall’arena all’alcova, assistiamo a prodezze circensi, alle creazioni di pittori e scultori, al balletto di tori, cavalli e toreri che anima la corrida, a tenzoni amorose di corpi avvinghiati. Una “grande parata” magnificamente ripercorsa da questo volume e dalla mostra resa possibile dai depositi della Coninx Stiftung di Zurigo, della Fondation Jean et Suzanne Planque di Losanna e della Fondation Cuendet & Atelier de Saint-Prex di Vevey. 24 x 28 cm, 192 p. 160 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-826-3 € 35,00

In coedizione con il Musée Jenisch – Cabinet cantonal des estampes,Vevey Mostra Musée Jenisch – Cabinet cantonal des estampes, Vevey 21 giugno – 7 ottobre 2018

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Florian Rodari ha una doppia formazione, letteraria e storico-artistica. Dopo sette anni al Cabinet des estampes di Ginevra, ha diretto dal 1979 al 1983 il Musée de l’Élysée a Losanna. Diventato conservatore indipendente, organizza regolarmente mostre per istituzioni museali svizzere e internazionali. Autore di numerose pubblicazioni, ha riunito i suoi contributi sull’acquaforte nell’opera L’Univers comme alphabet (Gallimard, 2014). Con 5 Continents Editions ha pubblicato Claude Mellan. L’écriture de la méthode (2015) e Impressions fortes (2017).


[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]

T R AV E R S E R LA LUMIÈR E B AZ A IN E , BISSIÈR E, ELVIR E JA N, LE MOA L, MA NESSIER , SINGIER A cura di Florian Rodari Testi di Florian Rodari, Natalie Adamson, Maïlis Favre e Alain Madeleine-Perdrillat

22 x 28 cm, 284 p. 150 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-845-4 € 39,00

In coedizione con la Fondation Jean et Suzanne Planque, Losanna Mostre Musée Granet, Aix-en-Provence 9 novembre 2018 – 31 marzo 2019 Kunstmuseum Pablo Picasso, Münster 19 aprile – 25 agosto 2019 Musée La Piscine, Roubaix 19 ottobre 2019 – 19 gennaio 2020

I sei pittori riuniti in questo catalogo – Jean Bazaine, Roger Bissière, Elvire Jan, Jean Le Moal, Alfred Manessier e Gustave Singier – non hanno dato vita ad alcun gruppo strutturato come è invece avvenuto nel caso di impressionisti, futuristi o surrealisti. Non hanno mai rivendicato un’estetica comune, e non hanno prodotto alcun tipo di manifesto programmatico. Sono essenzialmente amici: si frequentano molto, passano periodi di vacanza insieme e lavorano a stretto contatto. Dal 1945, dopo essersi liberati dalle influenze cubiste e surrealiste, sono mossi da un comune desiderio: trovare una via tra la rappresentazione del mondo e l’astrazione, un percorso verso la non figurazione. La motivazione era anzitutto quella di trovare una risposta alle emozioni suscitate dalla lettura dei fenomeni naturali, in particolare le manifestazioni luminose che, ognuno secondo la sua sensibilità, ha tentato di tradurre in movimenti, schegge, riflessioni e trasparenze. Datate nella maggior parte dei casi ai quattro decenni successivi alla Seconda Guerra mondiale, le loro opere soffrirono inevitabilmente del crescente successo della pittura americana tanto da essere ingiustamente dimenticate dalla critica e dai musei. È quindi giunto il tempo di riscoprirle. La maggior parte delle opere d’arte presentate nel catalogo proviene da una collezione svizzera, messa insieme da un amatore esigente, appassionatosi molto presto a questo gruppo di pittori. La mostra, che questo catalogo accompagna, si compone di un centinaio di pezzi, alcuni di grande formato. Dall’autunno 2018 all’inverno 2020 l’esposizione viaggerà dal Musée Granet di Aix-en-Provence, al Kunstmuseum-Picasso di Münster, al Musée La Piscine di Roubaix. Florian Rodari ha una doppia formazione, letteraria e storico-artistica. Dopo sette anni al Cabinet des estampes di Ginevra, ha diretto dal 1979 al 1983 il Musée de l’Élysée a Losanna. Diventato conservatore indipendente, organizza regolarmente mostre per istituzioni museali svizzere e internazionali. Autore di numerose pubblicazioni, ha riunito i suoi contributi sull’acquaforte nell’opera L’Univers comme alphabet (Gallimard, 2014). Con 5 Continents Editions ha pubblicato Claude Mellan. L’écriture de la méthode (2015), Impressions fortes (2017) e Picasso. Lever de rideau. L'arène, l’atelier, l’alcôve (2018). Natalie Adamson è professore presso la Facoltà di storia dell’arte all’Università di Saint Andrews (Scozia). Le sue ricerche si concentrano sull’arte europea, in particolare quella francese a partire dagli anni ‘40 del XX secolo. Maïlis Favre si è laureata in storia dell’arte e dell’architettura presso l’Università di Ginevra, dove è dottoranda con un progetto di ricerca su «Le Corbusier et l’exposition». Addetta alla conservazione presso il Centre Pompidou/Musée national d’Art moderne - Centre de création industrielle (2013-2016), è stata assistente curatore in occasione della mostra «Le Corbusier. Mesures de l’homme» (2015). Alain Madeleine-Perdrillat è nato a Parigi, dove vive e ha per lungo tempo lavorato alla Réunion des Musées Nationaux e all’Institut National d’Histoire de l’Art. È autore di un’opera su Georges Seurat (Skira) e di una su Nicolas de Staël (éditions Hazan). Ha scritto numerosi saggi sulla pittura moderna e contemporanea pubblicati su riviste di settore, e altrettanti contributi su diversi scrittori del XX secolo, tra i quali Marcel Proust, Giorgio Bassani, Philippe Jaccottet. [19]


[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]

AL E X AN D E R C A LDER RA D IC A L IN V ENTO R A cura di Anne Grace ed Elizabeth Hutton Turner Testi di Anne Grace, Elizabeth Hutton Turner, W. Bernard Carlson, Linda Dalrymple Henderson, Pascal Jacob, Abigail Mack, Vanja Malloy, Eleonora Nagy, Arnauld Pierre, Claire Raymond, Emily C. Reed e  Alex J. Taylor

24 x 28 cm, 256 p. 250 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-828-7 € 40,00

In coedizione con il Musée des beaux-arts de Montréal, Montreal Mostre Musée des beaux-arts de Montréal, Montreal 22 settembre 2018 – 24 febbraio 2019 National Gallery of  Victoria, Melbourne 5 aprile – 4 agosto 2019

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Il catalogo Alexander Calder. Radical Inventor documenta la prima importante retrospettiva sull’opera di Calder dopo la mostra al Musée des beaux-arts du Canada nel 1998. Il volume presenta un centinaio di sculture di filo di ferro mobili e stabili, realizzate nel corso della sua carriera, sotto una nuova luce. Alexander Calder (1898-1976) rifiutò le convenzioni e sovvertì le strutture gerarchiche, ribaltando le tradizionali fondamenta della cultura e rivoluzionando il modo di percepire e di interagire con l’arte. La “nuova pista” di Calder non era una semplice evoluzione di forme e stili. A chi lo ha visto all’opera è stato lampante – per quel suo modo di attirare l’attenzione e di farsi conoscere – che le sue creazioni prendessero una direzione radicalmente diversa. Questo catalogo aiuta a comprendere come l’opera di Calder sia nata dalle aspettative di cambiamento della cultura popolare americana. L’artista, che inizialmente si interessò alla struttura e alle funzioni del circo, era alla ricerca di modelli che sfidassero la rispettabilità, la convenienza e le ambizioni del settore economico. Dodici saggi firmati da esperti spiegano come Calder trovò ispirazione e tecnica in numerose discipline e nelle loro applicazioni. La tecnologia, l’ingegneria, l’architettura, la fisica e l’astronomia contribuirono in particolare alla creazione delle sue sculture di filo di ferro. Più di cento illustrazioni di opere guideranno il lettore lungo questo percorso unico e innovativo. Anne Grace è responsabile delle mostre e del settore educativo del Musée des beauxarts de Montréal a Montreal. Come ex conservatrice di arte moderna dello stesso museo ha contribuito a organizzare numerose mostre tra le quali «From Van Gogh to Kandinsky: Impressionism to Expressionism, 1900-1914» (2014). Elizabeth Hutton Turner è docente di arte moderna alla University of Virginia, ex conservatore capo della Collezione Phillips e nota esperta dell’opera di Calder. È stata consulente per il progetto Calder del Philadelphia Museum of Art e direttrice di progetto, autrice e curatrice di diversi cataloghi di mostre delle opere di Calder. W. Bernard Carlson è professore di storia presso il College of Arts and Sciences della University of Virginia. Linda Dalrymple Henderson è docente presso il Dipartimento di storia dell’arte della University of Texas a Austin. Pascal Jacob è uno storico dell’arte circense. È direttore artistico del Cirque Phénix e del Festival Mondial du Cirque de Demain. Abigail Mack è restauratrice freelance e consulente presso la Fondation Calder. Vanja Malloy è conservatrice di Ar te americana presso il Mead Ar t Museum dell’Amherst College. Eleonora Nagy è conservatrice di opere d’arte in tre dimensioni del Whitney Museum of American Art di New York. Arnauld Pierre insegna storia dell’arte all’Université Paris IV Sorbonne. È l'autore della monografia Calder. Mouvement et réalité. Claire Raymond è attualmente docente presso la University of Virginia. Emily C. Reed è dottoranda in storia dell’arte e dell’architettura alla University of Virginia. Alex J. Taylor è storico dell'arte moderna e cultura visuale.


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[ A RT E C O N T E M P O R A N E A ]

F E R N AN D O C OSTA Testo di Johan-Frédérik Hel Guedj

27,5 x 35,5 cm, 184 p. 152 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-824-9 € 60,00

Mostre Off FIAC, Parigi 18 – 21 ottobre 2018 DS World, Parigi 18 ottobre – 1 dicembre 2018

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Fernando Costa nasce a Sarlat, nella Dordogna ricca di alberi di noce. Due anni prima, i suoi genitori erano arrivati in Francia a piedi dal Portogallo per fuggire dalla dittatura di Salazar. Suo padre era un abile tagliatore di pietra. Anche Fernando Costa è un abile tagliatore, tanto da trasformare una tipologia di oggetti che tutti conosciamo: i cartelli stradali. Costa taglia i cartelli smaltati, ricompone i segnali, li traduce in segni, in poesie. Il risultato è sorprendente. I suoi quadri, come ama definirli, sono di metallo. Alcuni sono figurativi, cugini della Pop Art, ma animati da una volontà narrativa e sensibile poiché mettono in scena personaggi e momenti tragici o comici che hanno toccato lo scultore nel corso della sua vita: Simone Veil, Robert Badinter, il ciclista Tom Simpson, i Beatles, Josephine Baker (la “Venere d’ebano” che ha vissuto in Dordogna, al Castello des Milandes, dal 1937 al 1969). Altri giocano con un’astrazione figlia dei cubisti e della musica meccanica di Edgar Varèse. Tutti testimoniano una libertà, un movimento, un’energia, un gioco fisico di colori primari. In formato tascabile o in trittici maestosi, le opere di Costa compiono qualcosa di molto prezioso: impregnano il metallo di emozioni. Fernando Costa, 45 anni, vive e lavora nel Périgord, vicino a Sarlat. Artista autodidatta, il suo percorso artistico è stato alquanto atipico: nel 1991 è steward di bordo sulla Queen Elizabeth 2, nel 2015 gli viene dedicata una mostra a Biarritz. Dal 1998 raccoglie vecchi cartelli stradali, in Francia e non solo. Li ritaglia, li incide, li carteggia e ne ricompone le immagini saldando i diversi pezzi su grandi lastre di metallo, creando opere di grande originalità. Nel 2013 è il diciottesimo artista al mondo selezionato per l’Art Car della 24 ore di Le Mans, una consacrazione dopo Calder, Warhol, César, Arman e Jeff Koons. Johan-Frédérik Hel Guedj, giornalista, ha pubblicato due romanzi (Le traitement des cendres, L’amour grave), una raccolta di novelle (De mon vivant), un racconto di un’esplorazione polare (Chercheurs d’éternité), un saggio su Orson Welles (La règle du faux). Parigino di nascita, vive a Bruxelles e scrive di arte contemporanea sulle pagine culturali del quotidiano «L’Écho/De Tijd».


[ A RT B R U T ]

B I L L T R AY L OR Valérie Rousseau e Debra Purden

24 x 28 cm, 192 p. 134 illustrazioni a colori cartonato edizione bilingue inglese/francese ISBN 978-88-7439-821-8 € 42,00

Nato schiavo intorno al 1853-1854 in una piantagione di cotone a Benton, in Alabama, Traylor è stato uno degli artisti autodidatti più importanti del XX secolo e sicuramente uno dei più celebri artisti afroamericani, insieme a Thorton Dial e William Edmondson. La vita e l’opera di Bill Traylor potrebbero ispirare un romanzo. Gli elementi della sua biografia vanno a comporre una mitologia personale e la sua opera racchiude simboli nascosti presi dal voodoo kongo, dall’hoodoo, dai Battisti del Sud, dalla massoneria e dalle fonti del blues, oltre che da diversi altri riferimenti come la schiavitù e la violenza estrema dell’epoca di Jim Crow. Composto da due racconti visivi accuratamente allestiti e con più di 150 opere d’arte provenienti da collezioni private e pubbliche, questo libro è generosamente illustrato da magnifiche riproduzioni a pagina intera. Le autrici hanno creato sequenze dinamiche di opere d’arte per presentare il programma concettuale di Traylor, con le sue componenti pittoriche strutturali, stilistiche e tematiche. I testi che accompagnano questi racconti per immagini permettono di studiare i temi ricorrenti dell’artista, i suoi schemi compositivi, le sue iconografie preferite e le informazioni contestuali legate alla sua biografia, ai suoi processi e strumenti creativi, al suo contesto visivo e al suo universo artistico. Valérie Rousseau è conservatrice di Arte autodidatta e di Art Brut all’American Folk Art

In coedizione con l’American Folk Art Museum, New York

Museum di New York dal 2013. Ha scritto e curato diverse opere fra le quali The Hidden Art: 20th and 21st Century Self-Taught Art (Rizzoli, 2017), Revealing Art Brut (Culture & Musées, 2010) e Vestiges de l’indiscipline (Musée canadien des civilisations, 2007). Debra Purden è una storica americana specializzata nella vita e nell’opera di Bill Traylor. Ha fatto parte del team di conservatori del Museum of Contemporary Art di Chicago e ha ricoperto diverse funzioni al Field Museum of Natural History, all’Art Institute of Chicago e al Chicago Cultural Center.

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[ A RT B R U T ]

A RT BRU T «[...] Lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri ed autentici - dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono - e, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti» (Jean Dubuffet, Place à l’incivisme). L’originalità che contraddistingue le opere di Art Brut si riversa e caratterizza i volumi che 5 Continents dedica loro. In particolare, la collana Art Brut La Collection, realizzata in coedizione con la Collection de l’Art Brut di Losanna, accompagna le Biennali di Art Brut, manifestazioni tematiche che hanno l’obiettivo di far scoprire al pubblico la ricchezza e l’eterogeneità di quest’arte e delle collezioni dell’istituzione svizzera. Veicoli, architetture e corpi disegnati, scolpiti o assemblati; lavori che hanno permesso ai loro creatori di trovare un territorio di evasione e di scoperta del proprio spazio interiore. ALMANACH DE L'ART BRUT 21 x 28 cm, 792 p. 387 illustrazioni a colori e in b/n cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-737-2 € 100,00

THE PHOTOGRAPH ALBUMS OF JEAN DUBUFFET 28 x 21 cm, 824 p. 775 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-796-9 € 100,00

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[ A RT B R U T ]

ANDRÉ ROBILLARD 23 x 28 cm, 196 p. 130 illustrazioni a colori cartonato con DVD edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-689-4 € 40,00

ALOÏSE Le ricochet solaire 24,5 x 28 cm, 136 p. 140 illustrazioni a colori, cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-590-3 € 32,00

CARLO ZINELLI 24 x 28 cm, 196 p. 130 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-852-2 € 40,00

VEHICLES Art Brut The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-658-0 € 32,00

ARCHITECTURE Art Brut The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-710-5 € 32,00

BODY Art Brut The Collection 20,5 x 25,5 cm, 168 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-788-4 € 32,00

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[ A RT B R U T ]

A RT B RU T F ROM JA PA N, A NOT H ER LO O K A cura di Sarah Lombardi, Edward M. Gómez e Tadashi Hattori

21 x 27 cm, 184 p. 105 illustrazioni a colori brossura edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-847-8 € 39,00

In coedizione con la Collection de l'Art Brut, Losanna Mostra Collection de l’Art Brut, Losanna 30 novembre 2018 – 28 aprile 2019

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Il catalogo presenta il lavoro di nuovi artisti giapponesi e costituisce il seguito di Art Brut du Japon, volume pubblicato nel 2008 in coedizione con la Collection de l’Art Brut di Losanna e le edizioni Infolio. Il libro si pone l’obiettivo di continuare l’esplorazione delle creazioni giapponesi di Art Brut attraverso le opere di venticinque nuovi artisti provenienti da diverse regioni del Giappone. Le loro opere – disegni, dipinti, fotografie, sculture e tessuti – non vantano a oggi, ad eccezione della presente pubblicazione, alcuna monografia di riferimento. Edward Gómez e Tadashi Hattori, specialisti di Art Brut giapponese, affrontano nei loro contributi questo soggetto e la sua fortuna in Giappone dal 2008, facendo particolare riferimento alla produzione artistica delle persone che soffrono di disturbi mentali. Tuttavia, come sottolineano i due autori, se la nozione di disagio mentale risiede in criteri sociologici (i creatori sono autodidatti, disadattati, renitenti alla leva, prigionieri, pazienti psichiatrici, anziani, etc. che creano al di fuori del sistema ufficiale dell’arte), la malattia – fisica e mentale – non è il criterio alla base della scelta. I loro saggi aiutano a chiarire il concetto di Art Brut partendo da questi nuovi lavori giapponesi. Sarah Lombardi è storica dell’arte e dal 2013 direttrice della Collection de l’Art Brut di Losanna. Fin dall’inizio del suo incarico ha scelto di dare risalto alla prestigiosa istituzione organizzando le biennali di Art Brut (mettendo in mostra opere d’arte provenienti unicamente dalla collezione museale) e dando vita alla collana di pubblicazioni Art Brut La Collection ad esse collegata. Sarah Lombardi ha pubblicato diversi lavori correlati alle mostre nonché articoli e saggi su cataloghi inerenti all’Art Brut. È anche l’autrice della serie di articoli L’Art Brut iniziati nel 1964 da Jean Dubuffet e nel novembre 2016 ha curato l’Almanach de l’Art Brut, progetto cardine per l’Art Brut, lanciato nel 1948 da Jean Dubuffet. Edward M. Gómez è giornalista, critico d’arte, curatore e specialista in arte moderna e cultura giapponese, con una particolare predilezione per l’Art Brut. Ha scritto per le seguenti testate: «The New York Times», «International Herald Tribune», «S. F. Gate/San Francisco Chronicle», «Hyperallergic», «Brooklyn Rail», «salon.com», «ARTnews», «Art in America», «Art & Antiques», «Art + Auction», «Metropolis», «Interview», «Modern Painters», «Condé Nast Traveler», «Eye» (Londra), «The Japan Times», «Ikebana Ryusei». Tadashi Hattori è professore associato di storia e teoria dell’arte presso la Konan University di Kobe (Giappone), e nella stessa città ha ottenuto il ruolo di curatore dell’Hyogo Prefectural Museum of Art. Ha scritto numerosi contributi e curato diverse mostre incentrate sull’Art Brut e la produzione artistica dei disabili. Collabora con diverse istituzioni europee di Art Brut quali abcd Art Brut, Adolf Wölfli-Stiftung, Musée de la Création Franche.


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V ISIO N S O F A FR I C A

Titoli fuori catalogo

Collana diretta da Constantine Petridis, curatore di arte africana e direttore del Dipartimento di Arti dell’Africa e dell’America dell’Art Institute di Chicago. Visions of Africa è una collana dedicata alle arti dell’Africa. Unica nel suo genere, in ciascun volume presenta la produzione artistica di una singola popolazione del Continente. Gli autori, che vantano tutti una lunga esperienza sul campo, approfondiscono sia l’aspetto visuale ed estetico che quello teoretico e contestuale, esplorando il significato di questi oggetti in relazione alla popolazione che li ha realizzati. Vengono quindi indagate le origini delle differenti opere così come il contesto del loro utilizzo all’interno della cultura africana. I testi, le immagini fotografiche contemporanee, gli scatti storici e soprattutto una selezione di circa 62 fotografie di opere, avvicinano il lettore alle arti di questi popoli in modo accessibile. Una ricca bibliografia completa ciascun volume.

9788874397327

9788874396320

9788874396078

9788874394043

9788874392971

9788874397006

9788874393848

9788874395873

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[ A RT E A F R I C A N A | C O L L A N A V I S I O N S O F A F R I C A ]

B AG A C OL L AN A « VISIO NS O F A FR IC A » Marie Yvonne Curtis

16,5 x 24 cm, 148 p. 54 immagini a colori e 18 in b/n brossura edizione inglese ISBN 978-88-7439-820-1 € 35,00

La collana «Visions of Africa» ha vinto nel 2016 il Prix PILAT (Prix International du Livre d’Art Tribal) assegnato da Tribal Art Magazine in associazione con Sotheby’s.

Con i Nalu e i Landuma, i Baga sono piccole comunità risicole che vivono lungo la costa della Guinea, in Africa occidentale. I Baga sono diventati universalmente noti dalla fine del XIX secolo grazie alle bellissime sculture scoperte dagli esploratori, dagli amministratori coloniali, dagli etnologi, dai collezionisti e dai mercanti d’arte. Oggi gli oggetti d’arte Baga vengono ammirati nelle collezioni pubbliche e private dei Paesi occidentali. Si tratta perlopiù di maschere in legno di diverse tipologie, di statue, statuette, ma anche di splendidi strumenti a percussione, seggi per i capi e altri manufatti utilitari sapientemente scolpiti che gli stessi Baga ci presentano secondo le loro esperienze: un tempo quegli oggetti sacri erano concepiti e utilizzati secondo le loro antiche credenze religiose, basate sulla presentificazione delle entità divine, sui culti dedicati agli antenati, sui riti di passaggio, sull’esistenza di confraternite segrete e sull’organizzazione di cerimonie sociali importanti come i matrimoni, i funerali e i raccolti. Si tratta anche di nuove creazioni plastiche che gli scultori tradizionali si sono inventati con talento e abilità tecnica, influenzati dalla colonizzazione, da nuove religioni e attingendo ai miti e alle leggende della propria cultura. Basti ricordare i personaggi dei coloni in piedi, a cavallo o appollaiati su uccelli, le declinazioni di diversi busti di donna che ricordano la dea dei mari Mami Wata, le figure alate, i bestiari di racconti e leggende e la personificazione degli eroi fondatori dei loro villaggi. Ancora oggi i giovani Baga perpetuano la lavorazione di alcuni oggetti commemorativi ed emblematici come la grande maschera D’mba e continuano a produrre sculture legate alla loro evoluzione storica e culturale. Tutti questi artefatti animano ancora le danze e le performance nei villaggi e nelle città. MarieYvonne Curtis è storica, laureata in etno-estetica all’Université de Paris 1-Sorbonne, dove nel gennaio 1997 ha discusso la sua tesi di dottorato dal titolo Arte Nalu, arte Baga di Guinea: approcci comparati. Dal 2001 collabora attivamente alla produzione di schede e articoli sugli oggetti più rappresentativi dell’arte Baga per diverse istituzioni, come il Pavillon des Sessions del Louvre, la Menil Collection di Houston, l’African Collection del Chicago Art Institute. Nel 2007 la Rockefeller Foundation le ha concesso una borsa di studio presso gli Smithsonian Museums di Washington sul tema “Theorizing Cultural Heritage”, in particolare con lo Smithsonian Center for Folklife & Cultural Heritage, con il National Museum of African Art e con il National Museum of Natural History presso il quale è ricercatrice associata della sezione di Antropologia. Fra il 2008 e il 2011 ha partecipato a ricerche sul campo nelle regioni dei Baga per la Yale University Art Gallery (sezione Arte africana) e ha collaborato con alcuni antropologi (tra gli altri, Ramon Sarro dell’Università di Oxford) a ricerche sul popolo Baga. Dal 2014-2015, Marie Yvonne Curtis è stata ricercatrice associata presso il laboratorio di analisi socio-antropologica di Guinea (LASAG) dove ha collaborato agli studi etnografici per la lotta all’ebola. Attualmente sta svolgendo ricerche sul campo nelle regioni Baga e Nalu per approfondire le sue conoscenze su queste due comunità; organizza inoltre diverse attività culturali e artistiche per promuovere gli artisti locali contemporanei (pittori e scultori).

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[ A RT E A F R I C A N A ]

A F R I C A N SC U LP T UR ES A ND FO R MS Testi di François Neyt Fotografie di Hughes Dubois

24 x 28,5 cm, 312 p. 181 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-831-7 € 59,00

Dalla fine del XIX secolo molteplici artisti quali Gauguin, Picasso, Matisse, ma anche i surrealisti e molti altri fino ai nostri giorni si sono lasciati ispirare dall'arte africana. Lo stesso si è verificato anche nelle arti africane. Ogni forma scultorea racchiude in sé la memoria di un popolo, di una cultura, di una tradizione artistica, connotata da un approccio originale alle forme. L’Africa occidentale, centrale e orientale presentano delle forti affinità, ma la varietà delle sculture, sempre uguali e sempre nuove, rivela la grande creatività e sensibilità artistica di alcune etnie. Questo libro mette in mostra una collezione privata raccolta da un amatore illuminato e appassionato, nella quale emerge la sua attenzione nell'accurata selezione e sensibilità nei confronti di forme appartenenti a diverse culture africane. Maschere, reliquiari, segni scolpiti del Gabon, effigi e statuette del Congo Brazzaville e del Congo Kinshasa, ma anche splendide rappresentazioni dell’Africa occidentale, dal Mali al Camerun, dai Koro e dai Mossi agli Ejagham ed Ekoi in Nigeria, passando per i Guro in Costa d’Avorio. Meravigliose evocazioni del patrimonio universale delle forme artistiche. François Neyt, docente all’Université catholique de Louvain, ha inoltre insegnato all’Université officielle du Congo. Monaco benedettino, è stato presidente dell’Alliance Inter Monastères, che raccoglie più di 450 comunità di tutto il mondo; è membro onorario dell’Académie royale des sciences d’Outre-mer de Belgique. Ha pubblicato numerose opere sulle arti africane come La Grande Statuaire Hemba du Zaïre (1977); Arts traditionnels et Histoire au Zaïre (1981); Luba.  Aux sources du Zaïre (1993); La Redoutable Statuaire songye d’Afrique centrale (2009); Fleuve Congo (2010); Fétiches et objets ancestraux (2013); Trésors de Côte d’Ivoire (2014). È stato commissario di diverse mostre al Musée Dapper di Parigi (1993); all’Ethnografisch Museum di Anversa (1994); a São Paulo (2000). La mostra «Fleuve Congo» (2010), di cui è stato commissario al Musée du Quai Branly - Jacques Chirac, a Parigi, è stata portata anche a Shanghai, Seul, Città del Messico e Mosca (Museo Puškin). Hughes Dubois, fotografo di formazione pubblicitaria, si è presto appassionato alla fotografia di oggetti d’arte. Il suo lavoro, che porta avanti da quarant’anni, rivela una conoscenza profonda e una grande sensibilità per le arti primitive e classiche. Egli collabora con musei e collezionisti d’arte di tutto il mondo, e al suo lavoro Le Sensible et la Force è stata dedicata nel 2004 una mostra al Musée Royal de l’Afrique Central de Tervuren (Belgio). Per 5 Continents Editions ha pubblicato, tra gli altri: L’Art de l’Archipel Bismarck, Premio Internazionale del libro di Arte tribale, medaglia d’oro dell’ICMA Awards e Premio della Fotografia del MGA Book Awards 2014; Formes & Façons, con fotografie esposte al Musée du val de Bagnes et sur le Barrage di Mauvoisin (Svizzera) nel 2013; e il recente Borobudur (2018), dedicato al più grande tempio buddista del mondo, frutto di più di tre anni di lavoro con la moglie Caroline.

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[ A RT E E X T R A E U RO P E A ]

C OL L E C TOR S’ V ISIO NS A RTS OF AFR IC A , O CEA NIA , SO U T HEA ST A SIA A ND T HE A MER IC A S Christine Valluet

24 x 28,5 cm, 288 p. 277 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-815-7 € 80,00

Dall’inizio del XX secolo, in un periodo di cambiamento particolarmente fervido per l’arte, l’Occidente, e in particolare la Francia, guardano a culture lontane e a civiltà poco conosciute. Alcuni artisti rivoluzionari individuano nelle creazioni di quelle culture forme “nuove” che li ispirano. Il periodo del secondo dopoguerra, in particolare a partire dal 1950, vede infatti avventurosi viaggiatori francesi alla ricerca di opere che possano sorprendere ed entusiasmare i collezionisti. Oggi si parla di “primitivismo”. Appassionati d’arte, critici, poeti e mercanti, in una sorta di empatia estetica, si appassionano alla bellezza intrinseca di quegli oggetti che arrivano in grandi quantità, trasportati in Occidente da militari, missionari o coloni. La straordinaria espressività emanata dall’armonia delle forme nelle opere più belle li colpisce profondamente. Guillaume Apollinaire, riferendosi all’arte africana, parla di “principi della grande arte”. Quella "grande arte" corrisponde a periodi creativi spesso collocabili nel XIX secolo, ma per tante culture anche antecedenti. Questo libro vuole essere un rilevante tributo all’arte mondiale e alla percezione del bello attraverso “l’occhio” di grandi appassionati, innamorati delle arti primitive. Alcuni di loro sono presentati nel volume accanto alle opere che hanno selezionato con pazienza, rigore e passione e che oggi sono celebrate e considerate vere e proprie “icone”. Numerose opere di grande livello artistico riprodotte nei primi due capitoli mettono in evidenza il genio particolare di popoli di cui le arti plastiche, in assenza della scrittura, risultano la sola testimonianza. Molte delle opere presentate sono inedite o poco conosciute. Il volume abbraccia l’arte di Africa, Oceania, America e Sudest asiatico, a riprova della ricca varietà delle espressioni artistiche in queste quattro regioni del mondo, espressioni che hanno in comune tutta la forza della loro rappresentatività. La storia delle arti primitive in Francia e quella dei suoi attori, collezionisti e mercanti, sono presentate in quest’opera nell’arco di un periodo di circa ottant’anni. Una ricerca mai condotta prima, in particolare sul periodo del dopoguerra, di cui alcuni protagonisti sono ormai quasi dimenticati. Questo libro ha l’originalità di presentare una doppia lettura sull’arte del collezionismo, estetica e storica. Christine Valluet, esperta di arti primitive sin dai primi anni settanta (Africa, Oceania, Sudest asiatico, Nord America), è stata gallerista a Parigi fino al 2013. Dal 1986 è membro della Compagnie Nationale des Experts. Perito della Corte d’Appello di Parigi tra il 2010 e il 2016, continua a dispensare le sue consulenze in aste pubbliche come quella della prestigiosa collezione Gaston de Havenon nel 1994 e della collezione B.H. (Bela Hein) nel 2005. È anche membro di diversi comitati di accettazione delle opere per varie esposizioni e ha contribuito a numerose pubblicazioni nel campo delle arti primitive.

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[ F OTO G R A F I A ]

F ORT I E R , P H OTO GR A P H E D E C ON A K RY À TO MBO UCTO U IM AG E S D E L ' A FR IQU E DE L' O U EST EN 1906 Daniela Moreau Prefazioni di Odile Goerg e Paulo F. de Moraes Farias

19 x 24,5 cm, 384 p. 263 illustrazioni a colori brossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-809-6 € 45,00

Edmond Fortier nasce nel 1862 a Poutay nei Vosgi (Francia), territorio che diventerà successivamente tedesco. Emigrato a Parigi nel 1883, si fa naturalizzare francese, e alla fine del XIX secolo si stabilisce a Dakar dove sviluppa il suo talento di fotografo, e dove morirà nel 1928. Attivo in Africa occidentale dai primi del Novecento, ha lasciato un’importante eredità fotografica di più di tremilacinquecento cliché riprodotti sotto forma di cartoline, un genere in voga all’epoca. Sebbene le sue cartoline abbiano fatto il giro del mondo, gli originali non sono stati ancora ritrovati. Questo volume è la prima monografia importante dedicata a lui e alla sua opera. Daniela Moreau si è concentrata su un momento particolare della vita di Fortier: il viaggio che fece dal capoluogo della Guinea francese a Timbuctù, la porta del deserto, nell’attuale Mali. Si trattò di un viaggio di oltre cinquemila chilometri, di un itinerario in cui vennero preferiti percorsi alternativi, come quello verso la falesia di Bandiagara e la regione Dogon. Edmond Fortier è stato il primo a fotografare alcune cerimonie e danze della regione Dogon e di quella di Bamako, immortalando i portatori di maschere da antilope chiwara e documentando la varietà degli strumenti musicali. Inoltre ci mostra lo stato fatiscente delle moschee Sankoré, Djinguereber e Sidi Yahya di Timbuctù prima della loro ricostruzione. Egli non si pone mai nei panni di un etnografo, anche appassionato, ma esercita il suo mestiere con talento e utilizza il suo sguardo come perspicace strumento di osservazione. Una buona metà delle cinquecento cartoline raccolte nella “collezione generale Fortier” che illustrano il suo viaggio sono riprodotte in questo volume. L'autrice, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca che riunisce gli archivi fotografici con la vasta bibliografia di riferimento, mescolando erudizione e ricerca, le analizza dopo aver studiato questo personaggio fuori dagli schemi e il contesto storico nonché tecnico della sua produzione iconografica. Daniela Moreau è una storica. Dal 1995 viaggia nel continente africano per le sue ricerche, in particolare nel Sahel e in Africa occidentale. Vive e lavora a San Paolo, Brasile, dove ha fondato e coordinato per dieci anni l’ONG Casa das Áfricas. Attualmente dirige il progetto Acervo África che mette a disposizione dei ricercatori una collezione di più di 1.500 pezzi di cultura materiale africana contemporanea. Dal 2003 si dedica alla ricostruzione e allo studio dell’opera fotografica di Edmond Fortier. Fortier, photographe. De Conakry à Tombouctou è il suo primo libro tradotto in francese. Odile Goerg insegna storia dell’Africa contemporanea all’Université Paris-Diderot e fa parte del CESSMA (Centre d’études en sciences sociales sur les mondes africains, américains et asiatiques). Paulo Fernando de Moraes Farias è fellow della British Academy e professore onorario del Dipartimento di studi africani e antropologia dell’Università di Birmingham (Inghilterra); in precedenza aveva lavorato all’Università federale di Bahia, Brasile (Centro di Studi afro-orientali), all’Università di Dakar, Senegal (IFAN) e all’Università Ahmadu Bello, Zaria, Nigeria (Dipartimento di Storia).

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[ A RT E P R E C O L O M B I A N A ]

T R AV E L I N G W IT H CO RT ÉS A ND P IZA R RO D IS C OV E RING FINE P R E-CO LU MBIA N A RT Testi di Stuart Handler, Joanne Stuhr, Hugh Thomson Fotografie di Edward Parrinello

25 x 31 cm, 400 p. 245 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-808-9 € 80,00

Un regista, una storica dell’arte e un collezionista appassionato aiutano il lettore a scoprire tra le pagine del libro la bellezza e l'originalità dell'arte precolombiana. Un amante di arte precolombiana e un famoso curatore percorrono un viaggio all’interno di una collezione d’arte, descrivendo il ricco contesto culturale e i meriti artistici di ogni opera. Insieme alle 150 illustrazioni a colori raffiguranti oggetti di rame, argento, pietra, coccio e terracotta, il famoso autore, esploratore e regista Hugh Thomson ci offre un racconto appassionante basato su una ricerca approfondita del ruolo svolto dall’arte nella conquista del Messico da parte di Hernán Cortés e del Perù da parte di Francisco Pizarro. È raro che un collezionista entri e descriva in prima persona il suo tesoro, ma in questo volume così riccamente illustrato, Stuart Handler spiega perché ha cominciato ad appassionarsi all’arte precolombiana, che cosa lo ha attirato di ogni singolo pezzo, e dall’alto dei suoi quarantacinque anni di esperienza nel riunire collezioni d’arte di diversi mezzi e generi espressivi, quali sono le caratteristiche artistiche che rendono unica un’opera d’arte. Stuart Handler è un collezionista d’arte da quarantacinque anni. Ha collezionato in particolare espressionismo astratto americano, realismo contemporaneo, arte folkloristica messicana, maschere messicane da cerimonia e arte precolombiana. Joanne Stuhr è una nota storica dell’arte e curatrice che ha lavorato per diversi musei e collezioni private negli Stati Uniti, in Messico e in Europa. Ha curato più di un centinaio di mostre, scritto o contribuito a oltre cinquanta pubblicazioni e al momento si occupa di due importanti collezioni di arte precolombiana. Fra i diversi libri pubblicati citiamo Talking Birds, Plumed Serpents and Painted Women: Prehistoric Ceramics of Casas Grandes; Heaven, Hell, and the Places in Between: Latin American Folk Art from the Cecere Collection; Ritual Beauty: Art of the Ancient Americas; Pre-Columbian Inspiration in Mexican Silver Design e The Figure Examined in American and European Art of the Nineteenth and Twentieth Centuries. Hugh Thomson è un autore e regista inglese pluripremiato, oltre che un famoso esploratore. Ha condotto spedizioni in Perù per esaminare gli insediamenti Inca che hanno poi portato alla scoperta di Cota Coca nel 2002, e una ricerca su Llaqtapata nel 2003. Il film in tre parti intitolato Indian Journeys, realizzato insieme a William Dalrymple, ha vinto nel 2001 il Brierson Award per il miglior documentario. Fra i numerosi libri che ha scritto The White Rock: An Exploration of the Inca Heartland (Weidenfeld & Nicolson, 2001) e Tequila Oil: Getting Lost in Mexico (Weidenfeld & Nicolson, 2009). Edward Parrinello è un famoso fotografo di gioielli e arte tribale. Collabora da molto tempo con Sotheby’s e con molti mercanti di arte extraeuropea. Fra i suoi clienti vanta nomi come Cartier e Van Cleef & Arpels. Il suo studio di fotografia e design si chiama SquareMoose e ha sede a New York.

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[ A RT E A S I AT I C A ]

A M I L L E N N I U M O F MO NO CH RO MES F ROM T H E G R E AT TA NG TO T H E H IGH T Q ING TH E B AUR AN D T HE Z HU YU ETA NG CO LLECT IO NS Monique Crick, Peter Y. K. Lam e Laure Schwartz-Arenales

21 x 27 cm, 392 p. 240 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese con riassunti in cinese ISBN 978-88-7439-838-6 € 90,00

In coedizione con la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra e la collezione Zhuyuetang, Hong Kong Mostra Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra 26 settembre 2018 – 3 febbraio 2019

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Di tutte le civiltà, la Cina vanta la più lunga tradizione ceramica: da terrecotte e grès prodotte fin dall’antichità alle porcellane imperiali realizzate a Jingdezhen dalla fine del XIV secolo. Queste preziose ceramiche sono sempre state ammirate e collezionate per la loro qualità eccezionale. Il volume riunisce per la prima volta duecento capolavori provenienti da due collezioni private rinomate nel mondo intero: le collezioni Baur a Ginevra, formate tra il 1928 e il 1951, e la collezione Zhuyuetang (il Padiglione del Bambù e della Luna) a Hong Kong, composta a partire dalla fine degli anni ottanta. Queste raccolte illustrano la raffinatezza e la varietà della porcellana monocroma imperiale delle dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911), che perpetuano la tradizione delle epoche Tang (618-907) e Song (960-1279). I pezzi, di chiara sobrietà, abbracciano sacro e profano e attestano un ritorno ai valori della semplicità e della modestia celebrati dai testi classici. Il libro è un riferimento assoluto sulle monocromie cinesi poiché colloca le opere nel loro contesto storico, culturale e tecnico. Diplomata all’Università di Aix-en-Provence, all’École du Louvre e a Paris IV-Sorbonne, Monique Crick è ricercatrice e storica dell’arte specializzata nelle arti dell’Estremo Oriente. Dopo aver lavorato al Musée National des Arts asiatiques – Guimet e al Musée Cernuschi, dove nel 1998 ha fondato la Société Française d’Études de la Céramique Orientale, dal 2003 al 2017 ha diretto la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient a Ginevra. Ha collaborato a diversi scavi archeologici sottomarini nel Sudest asiatico. Le sue ricerche riguardano principalmente i rapporti culturali e commerciali fra Cina e Sudest asiatico, India ed Europa. Monique Crick ha pubblicato numerosi articoli e cataloghi ed è stata commissario scientifico di diverse mostre in Europa e in Asia. Peter Y. K. Lam, storico dell’arte, è diplomato alla School of Oriental and African Studies della London University ed è Honorary Fellow dell’Institute of Chinese Studies della Chinese University of Hong Kong. Prima di andare in pensione nel 2013, ha lavorato quarant’anni all’Art Museum della University of Hong Kong del quale è stato direttore per quattordici anni. Esperto di ceramiche cinesi, di calligrafia e arti decorative, è stato commissario di numerose mostre e ha pubblicato diversi libri sull’argomento. Fa parte del board del Palace Museum a East Kowloon (Hong Kong), della Hong Kong Min Chiu Society, un’associazione di prestigiosi collezionisti, del board della Chinese Society of Ancient Ceramics a Pechino ed è Honorary Fellow del Beijing Palace Museum. Diplomata all’École du Louvre e laureata all’Université Paris IV-Sorbonne, Laure SchwartzArenales ha cominciato la sua carriera al Musée National des Arts asiatiques – Guimet e all’École du Louvre, dove ha insegnato storia dell'arte dell’Estremo Oriente. Nel 1998 ha vinto una borsa del Ministero dell’Istruzione giapponese per svolgere ricerche sulla pittura buddista presso l’Università Nazionale di Tohoku e il Museo Nazionale di Kyoto. La sua tesi sull’Otoku nehan zu, capolavoro della pittura del Periodo Heian, le è valsa nel 2007 il prestigioso premio giapponese Kajima Foundation for the Arts. Durante il suo periodo di insegnamento in Giappone, all’Università Nazionale Ochanomizu e poi all’Università Sophia, ha organizzato diversi convegni internazionali e pubblicato testi sulla storia della percezione dell’arte dell’Estremo Oriente in Europa. Dal 2018 dirige la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient a Ginevra.



[ A RT E A S I AT I C A ]

– KHAJURAHO IN D IA N TE M P L ES A ND SENSU O U S SCU LP T U R ES Gilles Béguin Fotografie di Iago Corazza

25,5 x 34 cm, 284 p. 280 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-778-5 € 70,00

Khajurāho, situato a nord dell’India, nello Stato del Madhya Pradesh, è uno dei siti più prestigiosi del patrimonio monumentale indiano, noto per l’armonia delle sue architetture e la sensualità delle sue sculture. Tappa obbligata di ogni viaggiatore che approda in India, Khajurāho deve la sua fama internazionale allo splendore dei suoi santuari indù. Un tempo importante centro politico e religioso: contava all'incirca ottantacinque templi, come testimoniano le numerose rovine sepolte sotto i monticcioli di terra disseminati per la vallata; oggi sono rimasti venticinque santuari. La più antica testimonianza di Khajurāho risale al VII secolo. Dopo il crollo del regno della dinastia dei Candella, Khajurāho cadde nel dimenticatoio per più di quattro secoli e l’orgogliosa cittadella diventò una povera borgata al centro di una steppa arida per diversi mesi l’anno. Venne riscoperta per caso da alcuni soldati inglesi all’inizio del XIX secolo. Fu allora che cominciarono i lavori di restauro che si sono susseguiti fino a oggi; il sito è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità. L’iconografia molto particolare dei bassorilievi gli ha conferito un’aura demoniaca e nel corso degli anni sono state attribuite le storie più stravaganti a queste originali sculture. Grazie alle splendide fotografie di Iago Corazza, Gilles Béguin presenta i templi del sito, illustra le diverse figure e introduce il lettore alle meraviglie monumentali dell’India: Khajura−ho è una monografia indispensabile per tutti gli appassionati di arte indiana. Gilles Béguin, conservatore generale onorario del patrimonio, è stato responsabile delle collezioni del Nepal e del buddismo lamaico presso il Musée National des Arts asiatiques – Guimet dal 1971 al 1994. È diventato in seguito direttore del Musée Cernuschi ­– Musée des Arts de l’Asie de la Ville de Paris, dove tra il 2001 e il 2005 ha organizzato numerose mostre e ne ha diretto la ristrutturazione. È autore di diversi articoli scientifici, cataloghi e libri d’arte, quali Les Cimes de l’Éveil: monastères bouddhiques du Ladakh (1990); Les peintures du bouddhisme tibétain (1995); Népal, vision d’un art sacré (1996); L’Arte buddista. Un atlante storico (2009). Iago Corazza, fotografo, è autore di reportage in particolare per il National Geographic, per le edizioni White Star e per la rivista «Oasis». Ha inoltre realizzato documentari per importanti reti televisive in Italia e nel mondo. Collabora con l’Unicef.

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[ A RT E A S I AT I C A ]

B OROB U D UR JOYAU D E L’A RT BO U DDHIQU E Helen Loveday Fotografie di Hughes Dubois

30 x 22 cm, 176 p. 87 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-818-8 € 45,00

In coedizione con la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra Mostra Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra 18 aprile – 8 luglio 2018

Il santuario del Buddismo a Borobudur, costruito fra l’VIII e il IX secolo sull’isola di Giava, pur essendo uno degli edifici religiosi più famosi e studiati al mondo, resta anche uno dei più enigmatici. Da quando fu scoperto dagli Occidentali all’inizio del XIX secolo, ha incantato gli animi sensibili al fascino delle rovine sepolte nella giungla tropicale, evocatrici di una civiltà antica dal passato glorioso. La sua singolare struttura a forma di piramide a gradoni, la sua imponenza, la raffinatezza dei suoi bassorilievi che comprendono qualcosa come 1.300 pannelli narrativi, gli hanno valso a giusto titolo un posto fra i capolavori del patrimonio mondiale dell’architettura. In assenza di una documentazione storica affidabile sono state avanzate le ipotesi più svariate per cercare di svelare i segreti che circondano la sua forma, il suo programma iconografico e il suo simbolismo. Questo catalogo, che accompagna una mostra alla Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra, presenta il santuario di Borobudur attraverso una cinquantina di fotografie di bassorilievi realizzate da Hughes Dubois di notte, al chiaro di luna. Le inquadrature molto particolari conferiscono un volume e una presenza straordinari all'opera scultorea. Il libro riproduce inoltre dipinti e acquerelli olandesi dell’Ottocento che ci mostrano il santuario prima del grande restauro condotto sotto l’egida dell’UNESCO negli anni settanta, e alcune sculture buddiste in pietra e bronzo del Rijksmuseum e del Tropenmuseum di Amsterdam e del Linden-Museum di Stoccarda. Nei testi introduttivi l’autrice Helen Loveday presenta una sintesi delle teorie che circondano Borobudur e fa il punto sulle ricerche relative al santuario. Helen Loveday ha studiato cinese all’Università di Oxford dove ha discusso una tesi di dottorato sull’archeologia della Cina antica. Oggi è conservatrice presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient e insegna Arte asiatica all’Università di Ginevra. Con 5 Continents Editions ha pubblicato Textiles bouddhiques japonais (2014). Hughes Dubois, fotografo pubblicitario e di oggetti d’arte, collabora con diverse istituzioni e collezionisti in Europa e nel mondo. Ha lavorato per ben tre anni alle riprese fotografiche di Borobudur.

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[ T R A M O DA , A RT E E T E S S U T I ]

T H E J E WI S H WA R DRO BE F ROM TH E C OL LECT IO N O F T HE ISR A EL MU SEU M, JER U SA LEM A cura di Esther Juhasz Fotografie di Mauro Magliani Styling di Sandrard

24 x 28 cm, 368 p. 350 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-602-3 € 60,00

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La collezione di vestiti ebraici dell'Israel Museum di Gerusalemme, risalente in gran parte al periodo compreso tra il tardo XIX secolo e oggi, è la più grande al mondo ed è costituita da esemplari unici appartenenti alla ricca storia delle comunità ebraiche provenienti dai cinque continenti, alcune delle quali ormai scomparse. La raccolta, basata su una ricerca approfondita, rivela la ricchezza e la varietà dell’abbigliamento ebraico prima della modernizzazione e rappresenta un collegamento tra numerose comunità sparse nel mondo. Il libro, scritto per un vasto pubblico, analizza, attraverso la storia dei vestiti, l’impatto della diaspora degli ebrei sul loro abbigliamento. Questo volume presenta le immagini dei capi d'abbigliamento affiancate da rare fotografie d’archivio che attestano il gusto individuale e comunitario nelle varie epoche, offrendo una meravigliosa fonte di ispirazione per i moderni creatori di moda, ed esplora temi importanti quali l’identità ebraica, l’integrazione e la segregazione, la tradizione e l’innovazione. Esther Juhasz insegna folklore ebraico e cultura materiale presso l’Università ebraica di Gerusalemme e presso l’Università di Haifa. È consulente scientifico del Dipartimento di jewish art and life dell'Israel Museum di Gerusalemme. Ha pubblicato The Sephardi Jews in the Ottoman Empire: Aspects of Material Culture nonché diversi articoli sull'abbigliamento ebraico.


[ T R A M O DA , A RT E E T E S S U T I ]

ASIAN CHIC OR H OW JAPA NESE A ND CHINESE T EXT ILES INFLU ENCED FA S H ION DU R ING T HE ROA R ING T WENT IES Estelle Niklès van Osselt

21 x 27 cm, 216 p. 210 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-856-0 € 45,00

In coedizione con la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra

Sin dai primi decenni del XX secolo, i materiali, la forma, i motivi e le associazioni cromatiche dei vestiti asiatici influenzano profondamente la moda europea. Fu in particolare la scoperta del kimono, con il suo taglio ampio, la fluidità della linea e l’eterogeneità dei decori a sedurre i più importanti sarti. Durante i ruggenti anni ‘20, il kimono consente alla donna di liberarsi dal suo corsetto così come dalle costrizioni sociali, offrendole la possibilità di abbigliarsi con dei nuovi canoni di eleganza dall’accento esotico. Da questo incontro sorprendente prendono vita una mostra e il presente catalogo dove si pongono a confronto disegni di creatori parigini con tessuti contemporanei provenienti dall’Estremo Oriente, conservati presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. Tra i meravigliosi pezzi, sono degni di nota le due donazioni di kimono e abiti giapponesi di Sato Mariko (2008) e Sugawara Keiko (2015), così come i tessuti cinesi che arricchiscono la collezione della Fondazione. Estelle Niklès van Osselt è sinologa. Ha studiato arti asiatiche e archeologia a Ginevra, Londra e Pechino. È attualmente conservatrice presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. In passato ha lavorato per la fondazione d’arte contemporanea cinese Guy & Myriam Ullens e il loro centro d’arte UCCA a Pechino. Con 5 Continents ha pubblicato Cinq bonheurs. Messages cachés des décors chinois (2011), L’Asie rêvée dans les collections Baur et Cartier (2015), L’Aventure chinoise. Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire (2017).

Mostra Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient, Ginevra Primavera 2019

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[ T R A M O DA , A RT E E T E S S U T I ]

P OW E R F U L H E A DDR ESSES AF RIC A | A S IA Testi di Anne van Cutsem-Vanderstraete Fotografie di Mauro Magliani

24 x 28,5 cm, 200 p. 140 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-551-4 € 55,00

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L'ambiente naturale si è mostrato generoso con gli artigiani che, attraverso il loro genio creativo e le loro abilità manuali, hanno saputo valorizzare le risorse con eccezionale destrezza. Fibre, grani, foglie e fiori sono presi in prestito dal mondo vegetale, mentre piume cangianti, conchiglie immacolate o iridescenti, denti, pellicce provengono dal regno animale; anche ferro, rame, argento e oro contribuiscono ad arricchire di forza e splendore i copricapo che si presentano sotto forma di cappelli, nastri, parrucche, corone e fasce. Per secoli, le vie di commercio e di pellegrinaggio hanno agevolato la disponibilità di materiali rari e di manufatti nonché la diffusione di nuove tecniche di fabbricazione. Adolescenti iniziati e adulti, cacciatori e guerrieri, dignitari religiosi e guaritori, sovrani e notabili; figlie nubili, donne maritate e giovani madri: ogni ruolo si caratterizza per la presenza di un copricapo specifico di cui l’autrice ne svela la ricchezza simbolica. Anne van Cutsem-Vanderstraete, storica dell’arte, è autrice di numerosi contributi e pubblicazioni relative all’apparire nel mondo etnico. Con 5 Continents ha pubblicato Costumi e tessuti dell’Africa (2008). Mauro Magliani, fotografo d’arte di fama internazionale, lavora per numerosi musei e collezionisti di tutto il mondo.


[ T R A M O DA , A RT E E T E S S U T I ]

C OS T U M I E T ESSUT I DELL’A FR IC A DA I B E RB E R I AGLI Z U LU Anne-Marie Bouttiaux, Anne van Cutsem-Vanderstraete, John Mack, Frieda Sorber Fotografie di Mauro Magliani Styling di Sandrard

24 x 29 cm, 320 p. 300 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione italiana ISBN 978-88-7439-478-4 € 59,00

Tre decenni di passione comune hanno condotto Zaira e Marcel Mis a dar vita a una ricca collezione di tessuti, abiti e parures cerimoniali fabbricate dalle etnie di tutto il mondo. Questo splendido volume permette di scoprire la loro pregevole collezione. Lana, cotone, rafia e corteccia, sono i materiali utilizzati, mentre i disegni si caratterizzano per le forme geometriche e astratte; sono rintracciabili anche motivi figurativi stilizzati, che illustrano frequentemente episodi storici o mitologici africani. I saggi descrivono la storia dello sviluppo dei procedimenti e la ricchezza del simbolismo espressa in questa vera e propria forma di eredità culturale. Le fotografie illustrano lo splendore di tessuti intricati e al contempo raffinati. Anne-Marie Bouttiaux è direttrice del Dipartimento di etnografia al Royal Museum of Central Africa di Tervuren, Belgio. Anne van Cutsem-Vanderstraete è storica dell’arte e autrice di numerose pubblicazioni sui costumi etnici della collezione Ghysels. John Mack, già direttore del Museum of Mankind e del Dipartimento di etnografia al British Museum di Londra, è autore di numerosi saggi sull’arte africana e sull’arte intesa come fenomeno globale. Frieda Sorber, curatrice del Provincial Museum of Costume and Textiles di Anversa, ha scritto numerosi libri sulla tradizione dei tessuti del Marocco e del V   icino ed Estremo Oriente.

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[ A RT I D E C O R AT I V E ]

A S I A I M AG I N E D IN TH E B AUR AND C A RT IER CO LLECT IO NS A cura di Estelle Niklès van Osselt Testi di Estelle Niklès van Osselt, Song Haiyang e Pascale Lepeu

25,5 x 34 cm, 336 p. 460 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-722-8 € 80,00

Nel XIX e XX secolo si collezionano “curios”, così chiamate a giusto titolo perché suscitano la “curiosità”. Questi oggetti esotici provenienti dalla Cina e dal Giappone, ornati con decorazioni fantasiose, realizzati in materiali diversi, alcuni dei quali ancora poco conosciuti, conquistano gli occidentali. Provocano una mania per l’Asia, ammaliano gli appassionati e influenzano profondamente le arti grafiche europee. Questo affascinante periodo suscita vocazioni: quella del collezionista per Alfred Baur (1865-1951) e quella di creatori per Alfred Cartier (1841-1925) e i suoi tre figli, Louis (1875-1942), Pierre (1878-1964) e Jacques (1884-1941). Se i pezzi in stile asiatico del gioielliere parigino sono generalmente conosciuti, il loro contesto culturale e storico lo è molto meno. Così è nata l’idea di confrontare questi gioielli con le collezioni della Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. Di pagina in pagina, si disegna lentamente un’Asia sognata, come in una caccia al tesoro. Pagode e padiglioni ricoperti di diamanti, letterati indaffarati sotto cieli stellati, chiari di luna madreperlacei, fenici cangianti, draghi di giada e gemme multicolori fioriscono come prunus descrivendo una terra immaginaria. La magia di Cartier agisce e seduce. Di fronte alle creazioni della maison, porcellane imperiali, lacche tempestate di metalli preziosi, sete ricamate, giade, smalti colorati, netsuke, ornamenti di spade o stampe appartenenti alla Fondation Baur raccontano anch’essi la Cina e il Giappone meravigliosi, instaurando un inedito dialogo. Estelle Niklès van Osselt è sinologa. Ha studiato arti asiatiche e archeologia a Ginevra, Londra e Pechino. È attualmente conservatrice presso la Fondation Baur – Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra. In passato ha lavorato per la fondazione d’arte contemporanea cinese Guy & Myriam Ullens e il loro centro d’arte UCCA a Pechino. Song Haiyang è ricercatore presso il Museo del Palazzo della Città Proibita a Pechino. Pascale Lepeu è la conservatrice della Collection Cartier.

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[ A RT I D E C O R AT I V E ]

B I J OU X D E S TO IT S DU MO NDE D E L A C H INE AU C AU C A SE A cura di Berenice Geoffroy-Schneiter

21 x 27 cm, 176 pp. 134 illustrazioni a colori brossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-583-5 € 40,00

Dalle cime innevate del Caucaso alle montagne celesti dell’Impero cinese, dalla valle di Swata a quella di Kathmandu, si sono incontrate le più grandi civiltà del mondo: la Persia di Dario, la Grecia di Alessandro, l’India di Buddha, senza dimenticare i nomadi delle steppe dell’Asia centrale, mondo “nebuloso” quanto affascinante e sfuggente. Pellegrini, viaggiatori e commercianti, ma anche diplomatici, archeologi e storici hanno viaggiato a loro volta in queste regioni aspre e selvagge. Tutti hanno ceduto alla bellezza incontaminata di questi “tetti del mondo”, spazzati da tempeste e venti, microcosmi di una purezza arcaica e senza pari. Testimoni fragili della straordinaria avventura umana che fu la Via della Seta, i gioielli sono il ricordo di questi popoli e di queste culture, il loro cordone ombelicale. Riccamente illustrato, il libro concilia archeologia e etnologia, e restituisce il contesto geografico e spirituale di questi gioielli senza tempo. Il volume ha accompagnato l’esposizione che si è tenuta alla Fondation Baur – Musée des Arts d’ExtrêmeOrient, a Ginevra nell’autunno 2012. Berenice Geoffroy-Schneiter, ellenista e storica dell’arte, ha vissuto da bambina in Afghanistan e Pakistan. È una specialista riconosciuta in Francia per le arti primitive e i gioielli, e ha pubblicato numerosi libri su questo tema. Ha inoltre curato la mostra «Voyage dans ma tête, la collection de coiffes ethniques d’Antoine de Galbert» presso la Maison rouge a Parigi nel 2010.

B I J OU X D ’ O R IENT S LO INTA INS AU F IL D E L’O R AU FIL DE L’EAU Testi di Monique Crick e Bérénice Geoffroy-Schneiter

21 x 27 cm, 264 pp. 250 illustrazioni a colori bossura con alette edizione francese ISBN 978-88-7439-751-8 € 55,00

Sulla falsariga del primo volume, Bijoux des toits du monde, che ci ha fatto ripercorrere la Via della Seta, questo libro ci conduce lungo la via marittima di questo percorso entrato nel mito grazie alla bellezza di gioielli etnici e antichi. Per svelare la ricchezza e la varietà delle culture dei regni che si estendevano dall’Arabia all’Asia insulare, è stato scelto come filo conduttore l’oro, metallo leggendario simbolo di eternità. Gioielli di eccezionale qualità, fragili testimoni dello straordinario virtuosismo degli orafi anonimi che immortalarono su piccole superfici la loro fede e i loro sogni, rivelano popoli, civiltà e culture di cui si perde il ricordo. Lungi dall’essere inutili carabattole, questi ornamenti per il capo, collane, orecchini, braccialetti o cinture gioiello scandiscono le grandi tappe della vita e molto spesso sono loro associate virtù protettive. Sontuosamente illustrato, Bijoux d’Orients lointains accompagnerà il lettore alla scoperta dei gioielli esotici del Sud Est asiatico insulare in una crociera che riconcilia archeologia ed etnologia. Monique Crick è storica dell’arte specializzata in arte dell’Estremo Oriente. È stata ricercatrice indipendente, dirigente incaricata presso il Musée National des Arts Asiatiques – Guimet e presso il Musée Cernuschi. Bérénice Geoffroy-Schneiter è una specialista riconosciuta in Francia per le arti primitive e i gioielli. Giornalista e critica d’arte, collabora a varie riviste di settore.

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[ F OTO G R A F I A ]

L’ OC C H I O D E L FOTO GR A FO John Szarkowski

21,5 x 23 cm, 156 p. 156 illustrazioni in bicromia brossura ISBN 978-88-7439-843-0 € 25,00

In coedizione con il MoMA, Museum of Modern Art, New York

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Il libro di John Szarkowski, nato in occasione di una mostra al MoMA nel 1964 e pubblicato per la prima volta nel 1966, è da considerarsi un’opera di riferimento sull’arte della fotografia. Fotografie di artisti famosi e meno conosciuti, talvolta addirittura anonimi, riempiono le pagine dell’agile volume e offrono un compendio di come la fotografia evochi, citando Szarkowski, «la presenza tangibile della realtà in modo più convincente di qualsiasi altro genere di immagine». I cinque capitoli (la cosa in sé; il particolare; l’inquadratura; il tempo; il punto di vista) mettono in luce gli aspetti decisivi che ogni artista deve valutare quando prende in mano una macchina fotografica. Questa nuova espressione artistica implicò infatti un problema creativo non secondario: com’era possibile attraverso uno strumento meccanico, dunque senz’anima, produrre immagini connotate da una chiarezza e da una coerenza che ne evidenziavano il punto di vista? Le fotografie che illustrano il volume, realizzate, tra gli altri, da René Burri, Henri Cartier-Bresson, Walker Evans, Dorothea Lange, Irving Penn, Edward Weston sembrano contenere tale risposta. John Szarkowski (1925-2007) è stato fotografo e direttore emerito del dipartimento di fotografia del Museum of Modern Art di New York. Fu autore di diversi libri sulla fotografia tra cui Looking at Photographs e Photography until Now.



[ F OTO G R A F I A ]

T H E E X T E N D E D MO MENT F IF TY Y E A RS OF CO LLECT ING P HOTO GR A P HS AT TH E N ATIO NA L GA LLERY O F C A NA DA Ann Thomas, John McElhone Con una conversazione fra Ann Thomas, Marc Mayer e James W. Borcoman

23 x 29,21 cm, 336 p. 319 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-802-7 € 43,00

In coedizione con il Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa Mostre Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa 4 maggio – 16 settembre 2018 The Morgan Library and Museum, New York 15 febbraio – 26 maggio 2019

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Scoperta occidentale del XIX secolo, dai suoi albori a oggi la fotografia ha vissuto una straordinaria evoluzione a livello di interpretazione e creazione dell’immagine. Questo volume celebra i cinquant’anni della collezione di fotografia del Musée des beaux-arts du Canada, collezione istituita nel 1967, in un periodo in cui il mercato della fotografia era particolarmente florido. I pezzi che la compongono rispecchiano la ricca produzione di alcuni dei pionieri di quest’arte, in particolare Charles Nègre, William Henry Fox Talbot, Gustave Le Gray e Roger Fenton. Il libro ripercorre i primi anni della creazione della collezione sotto la direzione del suo fondatore e conservatore James Borcoman, esamina le figure più influenti del mondo del collezionismo e della conservazione della fotografia, presenta le principali collezioni acquisite nel corso degli anni dal museo canadese nonché la creazione nel 2016 dell’Institut canadien de la photographie (ICP). Il volume è dedicato al collezionismo fotografico e al contesto storico e artistico nel quale le fotografie sono state prodotte e approfondisce le nostre conoscenze sulle loro caratteristiche tecniche. Prendendo infatti spunto da opere esemplari, vengono illustrate le diverse tecniche fotografiche e, partendo da particolari microfotografici, vengono chiarite alcune questioni legate all’aspetto e all’identificazione delle immagini. Fra i 164 artisti presentati segnaliamo Benoit Aquin, Diane Arbus, Eugène Atget, Nicolas Baier, Edouard Baldus, Brassaï, Julia Margaret Cameron, Henri Cartier-Bresson, Lynne Cohen, Benjamin John Dancer, Walker Evans, Robert Frank, Lee Friedlander, Isabelle Hayeur, Arnaud Maggs, Robert Mapplethorpe, John Max, Lisette Model, Eadweard Muybridge, Charles Nègre, William McFarlane Notman, Marc Ruwedel, Jospeph Sudek, William Henry Fox Talbot. Ann Thomas è conservatore capo della fotografia al Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa. John McElhone è capo restauro e ricerca tecnica presso l’Institut canadien de la photographie (ICP) del Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa. Marc Mayer è direttore del Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa. James W. Borcoman è il conservatore che ha fondato la collezione di fotografia del Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa.


[ F OTO G R A F I A ]

OS C A R G . REJLA NDER . A RT IST E P H OTO GR A P H E A cura di Lori Pauli Testi di Lori Pauli, Karen Hellman, Jordan Bear e Phillip Prodger

25 x 30 cm, 300 p. 225 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-839-3 € 49,00

In coedizione con il Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa Mostre Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa 19 ottobre 2018 – 3 febbraio 2019 J. Paul Getty Museum, Los Angeles 12 marzo – 9 giugno 2019

I capelli rossi e l’accento svedese fanno sì che Oscar Gustaf Rejlander non passi inosservato tra i fotografi di Londra. Ha una vera e propria inclinazione per gli autoritratti, tanto da averci lasciato una significativa testimonianza del suo talento. I primi anni della sua esistenza sono un mistero. Il suo certificato matrimoniale ne indica la provenienza dalla Svezia e che suo padre, Carl Gustaf, era un tagliatore di pietre nonché un soldato dell’esercito svedese. Nelle carte con cui ha richiesto la cittadinanza inglese nel 1852, Rejlander dichiara di essere nato il 19 ottobre 1813, e di essere giunto in Inghilterra nell’agosto del 1938. Sebbene si tratti di un artista di non poco conto, è tuttavia difficile trovarne conferma nella biografia e nelle carte d’archivio. Una volta giunto in Inghilterra ha appreso i rudimenti della fotografia presso lo studio di Nicolaas Henneman. Intraprende quindi la carriera di fotografo e contribuisce allo sviluppo di questo medium da un punto di vista tecnico e ar tistico. Il suo capolavoro, Two Ways of Life (1857), è una delle opere più importanti e controverse della fotografia. Dal 1962 fino al 1875, anno della sua morte, risiede stabilmente a Londra dove pur continuando la sua attività di fotografo, dipinge e realizza alcune litografie. Sebbene Rejlander sia considerato il "padre della fotografia artistica" in ragione dei suoi apporti alla tecnica della combinazione di stampa, dei suoi studi artistici, e delle scene intrise d’humor, il suo lavoro non è mai stato celebrato in un grande progetto espositivo che accostasse le sue fotografie e i suoi dipinti. Questo catalogo accompagna la mostra che inaugura a Ottawa in occasione del 205° anniversario della nascita di Rejlander, e ha l’obiettivo di esaminare con una maggiore attenzione la sua carriera mettendo in luce la ricchezza del suo lavoro prima e dopo Two Ways of Life. Lori Pauli è conservatore all’Institut canadien de la photographie (ICP), Musée des beaux-arts du Canada, Ottawa. Karen Hellman, J. Paul Getty Museum, Los Angeles. Jordan Bear, Université de Toronto. Phillip Prodger è conservatore della sezione di fotografia alla National Por trait Gallery, Londra.

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[ F OTO G R A F I A ]

UOVA Paul Starosta Testo di Laurent Vallotton

28 x 28 cm, 240 p. 200 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta ISBN 978-88-7439-836-2 € 49,00

In coedizione con il Muséum d'histoire naturelle, Ginevra

Rotonde, fragili, difficili da manipolare, le uova vengono raramente esposte al grande pubblico. Un vero peccato, poiché i dettagli dei disegni sui loro gusci rivelano bellezze insospettabili. Questi minuscoli disegni, disposti sulle pure linee curve della superficie delle uova, uniscono arabeschi a puntini, macchie, ombre e velature. Le tonalità sono delicate, talvolta semitrasparenti. Opachi o lucidi, porosi o lisci, questi capolavori su conchiglia coniugano caso e necessità con inaspettata inventiva e potenza. E dopo l’emozione sorgono le domande: perché questi colori? E perché queste forme? Per esempio, perché il piovanello depone uova così a punta, con disegni e colori estremamente variabili, mentre gufi e civette fanno uova sferiche perfettamente bianche? Perché le uova del tinamo sono lisce e lucide come la porcellana, quelle dell’usignolo di fiume sono smalti pressoché neri e quelle del codirosso turchesi? Perché il kiwi depone un uovo che pesa quasi un terzo del suo stesso peso? L’uovo più grande del mondo pesava 9 chilogrammi. Ci sarà un limite alle dimensioni di un uovo? Raccolta la sfida di questi oggetti perfetti che richiedono luci altrettanto perfette, il fotografo Paul Starosta si è immerso nella collezione Werner Haller costituita da 30.000 uova conservate presso il Muséum d'histoire naturelle di Ginevra. Questo libro è il risultato del suo incontro con le uova più belle e magnetiche del mondo. Paul Starosta è biologo e fotografo. Abbinando le sue due passioni – la natura e la fotografia – ha pubblicato oltre quaranta libri sulle piante e sugli animali, che gli sono valsi numerosi premi. È dedicato a lui il numero 129 (2010) della collana Photo Poche, creata da Robert Delpire e pubblicata da Actes Sud, punto di riferimento per tutto il mondo. Laurent  Vallotton si è laureato in biologia all’Università di Losanna nel 1993. Il suo interesse per l’ambiente è nato quando era piccolo e viveva in Brasile, ma la sua passione per gli uccelli è emersa solo nel 1989 quando ha incontrato Lionel Maumary, con il quale ha collaborato a diversi progetti ornitologici come la costruzione di un’isola per gli uccelli sul Lago Lemano nel 2002 e la pubblicazione della bibbia dell’ornitologia svizzera, Les Oiseaux de Suisse, nel 2007. Dal 2003, Vallotton lavora al Muséum d'histoire naturelle di Ginevra dove è stato commissario di diverse mostre.

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[ F OTO G R A F I A ]

A RT I C O Vincent Munier

30 x 24,5 cm, 264 p. diario di viaggio di 48 p. 202 illustrazioni a colori cartonato due volumi in un cofanetto ISBN 978-88-7439-797-6 € 60,00

Il fotografo Vincent Munier ci presenta le sue più belle immagini dell’Artico, realizzate nel corso di sei anni durante spedizioni invernali spesso in solitaria e senza alcuna assistenza. Ha percorso centinaia di chilometri tirando la sua slitta in condizioni estreme sui territori del lupo bianco: il “fantasma della tundra”, come lo chiamano gli Inuit. Dalla Scandinavia alle isole più settentrionali di Nunavut (Canada), le sue immagini ci fanno scoprire un mondo animale dalla bellezza affascinante, un paesaggio ove si incontrano orsi e volpi polari, buoi muschiati e civette delle nevi. E un incontro indimenticabile: un branco di nove lupi ha circondato il fotografo! Immagini uniche, la cui apparente dolcezza potrebbe far dimenticare la durezza di questo deserto in capo al mondo. Avvolte in un bianco ammaliante, le fotografie di Munier ci trasportano in un lungo e misterioso viaggio attraverso l’immensità del grande Nord. In un allegato al volume, Vincent Munier condivide l'avventura artica attraverso alcune pagine del suo diario di viaggio. I luoghi delle fotografie Alaska:  White Pass Canada: Banks Island, Cornwallis Island, Churchill, Golfo di Amundsen, Ellesmere Island, Axel Heiberg Island, Baia di Hudson, Hare Cape Groenlandia: Knud Rasmussen Land Islanda: Vulcano Hverfjall, Myvatn, Laugar Norvegia: Dovrefjell-Sunndalsfjella, Rondan, Forollhogna Svalbard: Baia di Hamilton, Baia della Maddalena, Hornsund, Raudfjord, Oscar II Land, Fjord Smeerenburg, Liefdefjord, Morse, Tre Corone, Isfjorden, Woodfjord Vincent Munier, classe 1976, è un fotografo francese nato e cresciuto sui Vosgi. Proprio le sue radici, legate a quei monti aspri e battuti dai venti, gli hanno insegnato a immergersi nella natura, a restare immobile e in silenzio, ad aspettare e osservare gli animali. Consacrato dal Natural History Museum di Londra tra i “10 maestri della fotografia naturalistica”, ha pubblicato numerosi libri di fotografia che hanno riscontrato un ampio successo internazionale.

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[ F OTO G R A F I A ]

C AP R E O P E C OR E Kevin Horan Testo di Elena Passarello

23 x 32 cm, 112 p. 60 illustrazioni in tricromia cartonato ISBN 978-88-7439-842-3 € 30,00

Quando il fotografo americano Kevin Horan si trasferisce dalla città alla campagna, si imbatte in una comunità di vicini di casa originali. Si tratta di pecore e capre, il cui coro di voci così differenti lo sorprende e genera in lui l'idea di sperimentare la sua grande esperienza ritrattistica immortalando quegli animali. Trattati a tutti gli effetti come clienti del suo studio fotografico, gli animali da fattoria sembrano avere una loro personalità. Forse ce l’hanno e lo sguardo del fotografo ci consente di vederla. Quella che compie Horan è un’opera ritrattistica eccellente sia per quello che fa sia per come funziona. Si tratta di immagini che richiedono anzitutto un coinvolgimento emotivo per entrare nell’animo di altri esseri, siano essi umani o meno, e che ci mostrano come questo sia visibile dall'esterno. Chiunque osservi questi animali con attenzione non può fare a meno di notare la personalità che li connota. Horan si chiede come possa essere certo di averla colta, e si interroga anche sulla possibilità di colmare il divario fra le specie: chi c’è lì dentro? Cosa succede dentro quel cervello, dentro la testa di quella capra? Ogni ritratto è un’opera di finzione. Un tributo alla bellezza di questi animali da fattoria che accompagnano l'uomo fin dalla notte dei tempi. Kevin Horan è un artista che vive a Langley, nello Stato di Washington. Lavora a progetti che guardano agli animali come se fossero delle persone e al Pianeta come a un luogo molto piccolo. Le sue sono fotografie realistiche. Horan ama trovare lo straordinario nell’ordinario. La serie intitolata Chattel è stata selezionata al Photolucida Critical Mass Top 50 del 2014. Fotogiornalista pentito, Horan ha pubblicato su «The New York Times Magazine», «Smithsonian», «LIFE», «U.S. News & World Repor t», «National Geographic» e in diverse altre riviste e libri. Dal 1976 al 2006 ha vissuto a Chicago, poi dal 2006 a Whidbey Island, con incarichi che spaziavano dalle campagne presidenziali alla vita delle piccole città russe, allo sviluppo sostenibile del Rio delle Amazzoni, sino a seguire una banconota da un dollaro per una settimana per «LIFE Magazine». Nel novembre 2016 ha presentato l’Ampersand Live alla Town Hall di Seattle. Elena Passarello, attrice e scrittrice, nel 2015 ha vinto il Whiting Award. La sua prima raccolta Let Me Clear My Throat (Sarabande, 2012) ha vinto la medaglia d’oro non fiction all’edizione 2013 dell’Independent Publisher Awards ed è arrivata finalista al 2014 Oregon Book Award. Ha inoltre pubblicato due antologie: Cat is Art Spelled Wrong e After Montaigne: Contemporary Essayists Cover the Essay (2015). Passarello ha recitato in diversi teatri regionali americani dell’Est e del Midwest, alle prime di Mrs. Bob Cratchit’s Wild Christmas Binge di Christopher Durang e nel Wild Signs and Holler di David Turkel. Nel 2011 è stata la prima donna a vincere lo Stella Screaming Contest di New Orleans. V   ive a Corvallis in Oregon e insegna alla Oregon State University.

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[ A RT I G R A F I C H E ]

PASSATO & P R E SENT E UN V IAG G IO GR A FICO NEL T EMP O Orith Kolodny Nel presente si guarda al passato per vedere cosa, effettivamente, sia cambiato. Questa la riflessione da cui è partita Orith Kolodny nel progettare questo agile volumetto, color rosa-cioccolato, che richiama la nostra attenzione sulle trasformazioni di cui siamo testimoni. Lo fa contrapponendo - in un dialogo senza parole - simboli, icone, modi di fare e pensare. La colomba, icona di pace, si trasfigura nell’uccellino che connota l’universo social di Twitter. La cabina del telefono ha ormai perso ogni tipo di materialità: oggi si va in cerca dell’astratto simbolo della rete wi-fi. Questi sono solo alcuni degli esempi contenuti in questo libro intergenerazionale, nel quale i cambiamenti vengono illustrati senza giudizio, benché talvolta ci conducono ad abbandonarci in un momentaneo sorriso amaro.

13 x 18 cm, 128 p. 240 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-827-0 € 12,50

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Orith Kolodny, nata a Tel-Aviv, vive e lavora a Milano come graphic designer. È coautrice della collana De ville en ville per la casa editrice La Joie de Lire. La sua curiosità e fantasia la portano, nel presente, a creare loghi, marchi e libri illustrati. La sua velocità, nel passato, l’ha portata a conquistare numerosi titoli tra i quali il record israeliano sui 400 m, tenuto per 15 anni.



[DESIGN | COLLANA MoMA DESIGN]

D E SI G N A M E R IC A NO Introduzione di Paola Antonelli Testo di Russell Flinchum Il design americano, come gran parte della cultura americana, oscilla perennemente tra il popolare e l'elitario, tra la bellezza rivoluzionaria e alla portata di tutti di Tupperware e l’elusiva esclusività di Tiffany. Questo libro, che comprende una serie di rilevanti lavori della collezione del Museum of Modern Art di New York, traccia lo sviluppo del design americano dai primi lavoratori specializzati del settore delle armerie, attraverso il design for modern living della metà del secolo, per arrivare al design orientato al brand e al consumatore dei giorni nostri. 21 x 21 cm, 160 p. 135 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-471-5 € 29,00

Russell Flinchum è professore di critica di design alla School of Visuals Arts di New York. Nel 1997 ha curato la mostra Henry Dreyfuss, Directing Design al Cooper-Hewitt National Design Museum tenutasi a New York ed è l’autore di Henry Dreyfuss, Industrial Designer: The Man in the Brown Suit. Dal 1999 è archivista presso il Century Association Archives Foundation. Paola Antonelli è Senior Curator del Dipartimento di architettura e design presso il Museum of Modern Art di New York dal 1994.

D E SI G N I TA L I A NO Introduzione di Paola Antonelli Testo di Giampiero Bosoni Al di là di qualsiasi visione romantica sul segreto del successo dello stile italiano, bisogna riconoscere al design italiano moderno un’eccezionale efficacia. I designers italiani hanno creato per moltissimi settori – moda, arti grafiche, design di prodotto e di serie – con una risonanza internazionale straordinaria, capace di restituire l’industria e la cultura italiana attraverso un progetto unico e spontaneo di costruzione dell’immagine nazionale. Questo libro, che comprende una selezione dei pezzi più importanti provenienti dalla collezione del Museum of Modern Art di New York, punta i riflettori sul design italiano dell’ultimo secolo. 21 x 21 cm, 160 p. 135 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-470-8 € 29,00

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Giampiero Bosoni è architetto, curatore di mostre e professore associato di architettura degli interni e allestimento presso la Facoltà di design del Politecnico di Milano. È autore di numerosi saggi e monografie, tra cui Il modo italiano: design e avanguardie artistiche in Italia nel xx secolo e Max Huber. Paola Antonelli è Senior Curator del Dipartimento di architettura e design presso il Museum of Modern Art di New York dal 1994.


[DESIGN | COLLANA MoMA DESIGN]

D E S I G N G I A P P O NESE Introduzione di Paola Antonelli Testo di Penny Sparke

21 x 21 cm, 144 p. 135 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-472-2 € 29,00

Da oltre cinquant’anni il Giappone promuove una cultura del design moderno straordinariamente partecipata. Rimanendo fedeli alla loro tradizione, pur accogliendo nello stesso tempo tutto ciò che la cultura visiva e materiale contemporanea ha da offrire, i designer giapponesi hanno sviluppato un’etica e un’estetica che influenza ovunque nel mondo sempre più intensamente non solo il product design, ma anche l’architettura, l’interior design, la grafica, la moda e l’artigianato. Mentre i Paesi vicini – come Corea,Taiwan, Singapore e Cina – si impegnano strenuamente per simularne il successo, il Giappone agli inizi del XXI secolo continua a occupare posizioni d’avanguardia grazie a designers che realizzano produzioni tra le più innovative al mondo. Questo volume traccia lo sviluppo del design giapponese dalla fine del XIX secolo fino agli straordinari oggetti di alta tecnologia dei nostri giorni. Il testo di Paola Antonelli ci introduce alla scoperta delle linee generali di questa forma d’arte, mentre il saggio di Penny Sparke spiega attentamente la genesi dei capolavori conservati nella collezione del museo e illustrati nelle relative schede. Penny Sparke insegna alla Kingston University in Inghilterra. È autrice di Elsie De Wolfe: The Birth of Modern Decoration e The Modern Interior. Paola Antonelli è Senior Curator del Dipartimento di architettura e design presso il Museum of Modern Art di New York dal 1994.

B R I T I S H D ESIGN Introduzione di Paola Antonelli Testo di Hugh Aldersey-Williams

21 x 21 cm, 144 p. 100 illustrazioni a colori brossura edizione inglese ISBN 978-88-7439-539-2 € 29,00

Luogo di nascita della rivoluzione industriale, la Gran Bretagna è l’epicentro dello sviluppo del design di serie moderno. Questo libro – il quarto della collana MoMA Design, che raccoglie una selezione della collezione del Museum of Modern Art di New York – esamina lo sviluppo della progettazione britannica lungo un periodo di oltre duecento anni, dal XVIII secolo alla realizzazione del Millennium Dome e oltre. Il volume, attraverso le splendide illustrazioni degli oggetti conservati al MoMA e l’interessante saggio di Hugh Aldersey-Williams, presenta il movimento Arts and Crafts, gli aerei della seconda guerra mondiale, come lo Spitfire e l’Hurricane, l’auto Mini, l’aspirapolvere Dyson, l’esplosione culturale della Cool Britannia alla fine degli anni novanta. Per finire viene affrontato l’uso della tecnologia digitale da parte dei designer britannici che ha influenzato l’industria dello spettacolo e la comunicazione degli inizi del XXI secolo. L’introduzione di Paola Antonelli offre una panoramica della cultura del progetto in Gran Bretagna. Il libro è completato da una cronologia che inserisce gli sviluppi del design nel contesto storico e da una bibliografia di riferimento. Hugh Aldersey-Williams è critico di design. Il suo lavoro si concentra nel campo della scienza del design e dell’architettura inglese. Paola Antonelli è Senior Curator del Dipartimento di architettura e design presso il Museum of Modern Art di New York dal 1994.

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Il progetto Tailormade nasce dalla nostra passione per il bello e per la qualità e dalla volontà di valorizzare il vasto e affascinante patrimonio culturale dei cinque continenti, creandogli un abito cucito su misura.

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Tailormade, la nuova linea editoriale di 5 Continents Editions, unisce la sua esperienza nel mondo dell’editoria e l’eccellenza nel campo della stampa ma soprattutto mette insieme un gruppo di professionisti con la volontà comune di produrre un lavoro di eccellenza. Con edizioni a tiratura limitata, uniche e raffinate, Tailormade ricrea un legame con il savoir-faire di un tempo passato. Ogni libro è curato, come se fosse ricamato a mano, per bibliofili che vogliono ancora meravigliarsi. Continuamente alla ricerca di tesori nascosti, Tailormade vuole svelare opere fuori dal comune, inedite, a volte passate inosservate ma vuole anche dare nuova vita a Icone, produzioni di grandi maestri, offrendo, attraverso uno sguardo innovativo, un punto di vista singolare. Infine,Tailormade si addentra nella tradizione di creatori di Haute Couture e nella storia dietro le quinte dei loro atelier. Grazie all’idea di un creatore, all’occhio di un fotografo o alla penna di un autore, ogni pubblicazione racconta una storia diversa tessuta intorno a una o più opere uniche. Ogni progetto presenta una grafica studiata ad hoc, una stampa di altissima qualità e una rilegatura unica affinché lo scrigno e il contenuto siano in perfetta armonia. Tailormade ama il bello, la natura, l’uomo e la sua creatività. La componente umana è fondamentale nel processo creativo e nella fase produttiva dei progetti Tailormade, tanto che ogni libro è connotato da un’anima peculiare. La produzione de Le Danzatrici della Villa dei Papiri ha richiesto la collaborazione di oltre dieci professionisti. L’unicità del libro, del suo contenitore e della confezione che racchiude la fotografia sono stati concepiti in modo unitario. La sola scatola metallica ha richiesto il contributo di quattro differenti artigiani. Luigi Spina ha sovrinteso alla stampa della fotografia, avvenuta nella città dove le cinque danzatrici sono oggi custodite.



[ TA I L O R M A D E ]

L E DA N Z AT R I C I DELLA V ILLA DEI PA P IR I Fotografie di Luigi Spina Testo di Stefano De Caro

Edizione speciale in soli 100 esemplari numerati Volume cartonato racchiuso in un cofanetto metallico contenente una fotografia originale di Luigi Spina 23,5 x 33 cm, 192 p. 70 illustrazioni a colori € 950,00 Il volume è disponibile solo presso l’editore

Questa preziosa e limitata edizione è dedicata al gruppo delle cinque Danzatrici portate alla luce, sotto le ceneri del Vesuvio, dall’archeologo Karl Weber tra il 1754 e il 1756 nella Villa dei Papiri di Ercolano. Si trattò di un ritrovamento eccezionale nella storia dell’archeologia: gli ambienti della villa erano infatti decorati da centinaia di spettacolari sculture bronzee e marmoree, e custodivano una raccolta di oltre un migliaio di papiri. Le Danzatrici - oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale di Napoli - si inseriscono quindi in questo quadro. Costituivano una piccola parte di una collezione più ampia che abbelliva la grande villa di piacere situata nel golfo di Napoli, dove l’aristocrazia romana si dilettava a coltivare lo spirito con la letteratura e la filosofia. Dai tempi di Scipione l’Africano in poi la Campania e in particolare il golfo di Napoli era infatti diventata la regione preferita per queste dimore. Oggi lo splendore del bronzo dorato che in antico connotava i corpi delle Danzatrici si è perduto sotto la patina verde scuro conferita dai restauratori borbonici. Ma questo, in fondo, non è un male perché, prive degli antichi colorismi, tali figure sono diventate per noi pure forme e volumi, sia nei dettagli dei movimenti sia nell’insieme del gruppo. La poetica fotografica di Luigi Spina offre una descrizione visuale di queste cinque giovani donne in movimento, mentre la narrazione di Stefano De Caro le riconduce al contesto storico-artistico nel quale furono realizzate. Le Danzatrici della Villa dei Papiri costituiscono un viaggio visuale senza tempo alla scoperta dell’origine della bellezza. Luigi Spina è un fotografo napoletano. Ha partecipato alla nona edizione del festival internazionale della fotografia di Roma e a MIAFAIR 2013 con il progetto-libro The Buchner’s boxes. Con 5 Continents Editions ha pubblicato, tra gli altri, The Buchner’s boxes, Diario Mitico. Cronache visive sulla collezione Farnese, Tazza Farnese, e insieme a Valeria Sampaolo cura la collana «Oggetti rari e preziosi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli». Stefano De Caro, direttore generale di ICCROM (Centro Internazionale di Studi per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali), è archeologo, scrittore e docente. Ha insegnato in diverse università italiane, ed è membro di diverse associazioni culturali di professionisti sia in Italia che all’estero, tra cui l’Europae Archaeologiae Consilium. È stato Direttore Generale delle Antichità presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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DIARIO MITICO Cronache visive sulla collezione Farnese 27,5 x 34 cm, 160 p. 120 illustrazioni in tricromia cartonato con sovraccoperta ISBN 978-88-7439-790-7 € 59,00

KARL BLOSSFELDT Les Essentielles 23,5 x 36,5 cm, 160 p. 140 illustrazioni in bicromia cartonato con sovraccoperta edizione francese ISBN 978-88-7439-763-1 € 49,00

IMMAGINARE NEW YORK Fotografie della collezione del MoMA 22 x 25 cm,152 p. 139 illustrazioni in bicromia cartonato ISBN 978-88-7439-517-0 € 35,00

LA PHOTOGRAPHIE HONGROISE 24 x 28 cm, 240 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-592-7 € 29,00

HOME 31 x 24 cm, 72 p. 40 illustrazioni in tricromia cartonato trilingue italiano/inglese/francese ISBN 978-88-7439-619-1 € 30,00

THE BUCHNER BOXES 28 x 24 cm, 80 p. 45 illustrazioni in tricromia cartonato bilingue italiano/francese ISBN 978-88-7439-673-3 € 30,00

GRAINES 28 x 28 cm, 240 p. 200 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione francese ISBN 978-88-7439-762-4 € 49,00

LE REGARD OBLIQUE 27,5 x 35,5 cm, 104 p. 50 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta trilingue italiano/inglese/francese ISBN 978-88-7439-771-6 € 49,00

CON LA LUCE DI ROMA Fotografie dal 1840 al 1870 nella collezione Marco Antonetto 22 x 29 cm, 256 p. 231 illustrazioni a colori brossura con alette bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-738-9 € 45,00

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ROBERT MAPPLETHORPE Photographies 24,1 x 30,5 cm, 340 p. 241illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione francese ISBN 978-88-7439-748-8 € 60,00

ILLUSIONS The Art of Magic 25 x 31 cm, 248 p. 250 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-758-7 € 40,00

PRISONERS’ OBJECTS The collection of the International Red Cross and Red Crescent Museum 19 x 24 cm, 160 p. 100 illustrazioni a colori cartonato, edizione inglese ISBN 978-88-7439-760-0 € 30,00

THE ADVENT OF ABSTRACTION Russia, 1914-1923 20 x 24 cm, 164 p. 139 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-747-1 € 32,00 ISBN 88-7439-747-1

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CARLOS LUNA 30 x 29 cm, 180 p. 180 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-742-6 € 55,00

FUTURISMO Avanguardiavanguardie 23,5 x 30 cm, 360 p. 378 illustrazioni a colori brossura con alette ISBN 978-88-7439-497-5 € 39,00

SCULTURA ITALIANA 1960-2004 16,5 x 24 cm, 224 p. 74 illustrazioni a colori e 10 in b/n cartonato bilingue italiano/francese ISBN 978-88-7439-182-0 € 30,00

FRANGI Nobu at Elba 27 x 31,5 cm, 192 p. 173 illustrazioni a colori 2 volumi rilegati in cofanetto ISBN 978-88-7439-110-3 € 48,00

LALIQUE Le génie du verre, la magie du crystal 19,5 x 28,5 cm, 416 p. 360 illustrazioni a colori 8 volumi in cofanetto edizione francese ISBN 978-88-7439-741-9 € 120,00 ISBN 88-7439-740-2

SLASH Paper under the Knife 20,5 x 25,5 cm, 224 p. 230 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-529-3 € 35,00

IL GUSTO DELLE STAGIONI La cucina umbra di Maria Luisa Scolastra 19 x 24 cm, 420 p. 228 illustrazioni a colori cartonato ISBN 978-88-7439-650-4 € 34,90

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ISAMU NOGUCHI / QI BAISHI / BEIJING 1930 23 x 28 cm, 144 p. 75 illustrazioni a colori brossura con alette edizione inglese ISBN 978-88-7439-639-9 € 30,00

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[ A R C H E O L O G I A | A RT E M O D E R N A | A RT E A S I AT I C A ]

MARCELLO Adèle d'Affry (1836-1879) duchessa di Castiglione Colonna 22 x 29 cm,192 p. 130 illustrazioni a colori brossura con alette ISBN 978-88-7439-683-2 € 35,00

REFLECTIONS ON RENAISSANCE VENICE A celebration of P. Fortini Brown 24 x 28,5 cm, 312 p. 150 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-634-4 € 60,00

CROCI E CROCIFISSI Tesori dall'VIII al XIX secolo 24 x 33 cm, 344 p. 254 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-523-1 € 80,00

PALAZZO FARNESE 17 x 24 cm, 96 p. 90 illustrazioni a colori brossura ISBN 978-88-7439-436-4 € 18,00

PRETIOSA VITREA L'arte vetraria antica nei musei e nelle collezioni private della Toscana 19 x 25,5 cm, 144 p. 124 illustrazioni a colori brossura bilingue italiano/inglese ISBN 978-88-7439-804-1 € 35,00

THE POLLAIUOLO 17 x 24 cm, 92 p. 32 illustrazioni a colori e 5 in b/n cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-130-1 € 13,95

LÉONARD DE VINCI 17 x 24 cm, 120 p. 47 illustrazioni a colori e 9 in b/n cartonato edizione francese ISBN 978-88-7439-152-3 € 15,95

LA PITTURA IN LIGURIA NEL XV SECOLO 17 x 24 cm, 84 p. 32 illustrazioni a colori e 2 in b/n brossura ISBN 978-88-7439-190-5 € 12,95

DAVID 17 x 24 cm, 124 p. 48 illustrazioni a colori e 7 in b/n cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-122-6 € 15,95

ARTE POVERA 17 x 24 cm, 114 p. 48 illustrazioni a colori e 8 in b/n brossura edizione inglese ISBN 978-88-7439-215-5 € 16,95

ALFRED BAUR Pionnier et collectionneur 24 x 28,5 cm, 458 p. 360 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione francese ISBN 978-88-7439-694-8 € 250,00

L'AVENTURE CHINOISE Une famille suisse à la conquête du Céleste Empire 21 x 27 cm, 168 p. 194 illustrazioni a colori brossura con alette ISBN 978-88-7439-755-6 € 40,00 ISBN 88-7439-755-6

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[ A RT E A S I AT I C A | A RT E O C E A N I C A | A RT E P R E C O L O M B I A N A | A RT E A F R I C A N A ]

RE-ENVISIONING JAPAN Meiji Fine Arts Textiles 24,5 x 33 cm, 248 p. 287 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-739-6 € 75,00 ISBN 88-7439-739-6

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TEXTILES FROM BORNEO Iban, Kantu, Ketungau, and Mualang Peoples 24,5 x 33 cm, 224 p. 181 illustrazioni a colori e 25 in b/n cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-651-1 € 59,00

EMBODIED SPIRITS Gope Boards from the Papuan Gulf 24 x 35,5 cm, 356 p. 222 illustrazioni a colori e in b/n cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-705-1 € 125,00

BISMARCK ARCHIPELAGO ART 27,5 x 35,5 cm, 328 p. 210 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-659-7 € 125,00

ARTS OF NIGERIA IN FRENCH PRIVATE COLLECTIONS 24 x 28 cm, 288 p. 200 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-581-1 € 55,00

FÉTICHES ET OBJETS ANCESTRAUX D’AFRIQUE 24 x 28,5 cm, 288 p. 163 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-654-2 € 59,00

AFRICAN ART Portraits of a Collection 28 x 28 cm, 332 p. 237 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-744-0 € 90,00 ISBN 88-7439-744-0

788874 397396

PERU Kingdoms of the Sun and the Moon 24 x 28 cm, 380 p. 320 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese ISBN 978-88-7439-629-0 € 55,00

9

MICRO MONUMENTALITY A Tribute to Miniature Works of African Art 23 x 23 cm, 272 p. 245 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-716-7 € 48,00

KULANGO Wild and Mysterious Spirits from the Pierluigi Peroni Collection 23 x 23 cm, 256 p. 180 illustrazioni a colori cartonato edizione inglese/francese ISBN 978-88-7439-780-8 € 48,00

VISIONS OF GRACE 100 Masterpieces from the Collection of D. and M. Malcolm 25 x 30 cm, 256 p. 125 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-686-3 € 50,00

788874 397440

INTIMATE CONVERSATIONS African Miniatures 25 x 30 cm, 336 p. 220 illustrazioni a colori cartonato con sovraccoperta edizione inglese ISBN 978-88-7439-746-4 € 65,00

C ATA L O G O [ 6 7 ]


I

N

D

I

C

E

[ T E S TAT I N A ]

[68]


[INDICE]

Advent of Abstraction. Russia, 1914-1923, The (65)

Design italiano – MoMA Design Series (58)

Millennium of Monochromes. From the

African Art. Portrait of a Collection (67)

Design giapponese – MoMA Design Series (59)

African Sculptures and Forms (30)

Diario mitico. Cronache visive sulla collezione

Mossi – Visions of Africa (28)

Alexander Calder. Radical Inventor (20) Alfred Baur. Pionnier et collectionneur (66) Almanach de l’Art Brut (24) Aloïse. Le ricochet solaire (25) Amazzonomachia – Oggetti rari e preziosi al MANN (11)

Farnese (64) Embodied Spirits. Gope Boards from the Papuan Gulf (67) Extended Moment. Fifty Years of Collecting

Great Tang to the Hight Qing, A (34)

Oscar G. Rejlander.  Artiste photographe (47) Palazzo Farnese (66) Passato & Presente. Un viaggio grafico nel tempo (56)

Photographs at the National Gallery

Pende – Visions of Africa (28)

of Canada, The (46)

Peru. Kingdoms of the Sun and the Moon (67)

André Robillard (25)

Fernando Costa (22)

Photograph Albums of Jean Dubuffet, The (24)

Architecture – Art Brut The Collection (25)

Fétiches et objets ancestraux d’Afrique (67)

Photographie hongroise, La (64)

Art Brut from Japan, another look (26)

Fortier, photographe. De Conakry

Picasso. Lever de rideau. L’arène, l’atelier, l’alcôve

Arts of Nigeria in French Private Collections (67)

à Tombouctou (32)

(18)

Arte Povera (66)

Frangi. Nobu at Elba (65)

Pollaiuolo, The (66)

Artico (52)

Futurismo. Avanguardiavanguardie (65)

Pont-Aven School. Cradle of the Modern

Asia imagined. In the Baur and Cartier Collections

Graines (64)

(42) Asian Chic. Or How Japanese and Chinese

Home (64)

Pretiosa Vitrea. L’arte vetraria antica nei musei

Igbo – Visions of Africa (28)

the Roaring Twenties (39)

Il gusto delle stagioni. La cucina umbra

à la conquête du Céleste Empire, L’ (66) Baga – Visions of Africa (29) Bijoux d’Orients lointains. Au fil de l'or au fil

Powerful Headdresses (40)

Textiles Influenced Fashion during Aventure chinoise. Une famille suisse

de l'eau (43)

Bijoux des toits du monde. De la Chine au Caucase (43)

di Maria Luisa Scolastra (65) Illusions. The Art of Magic (65) Immaginare New York. Fotografie della collezione del MoMA (64) Impressionist Treasures. The Ordrupgaard Collection (17) Intimate Conversations. African Miniatures (67)

Bill Traylor (23)

Isamu Noguchi / Qi Baishi / Beijing 1930 (65)

Bismarck Archipelago Art (67)

Jewish Wardrobe. From the Collection

Body – Art Brut The Collection (25) Borobudur, joyau de l’art bouddhique (37) British Design – MoMA Design Series (59) Buchner Boxes, The (64)

of the Israel Museum, Jerusalem, The (38) Karl Blossfeldt. Les essentielles (64) −ho. Indian Temples and Sensuous Khajura Sculptures (36)

Capre o pecore (54)

Kota – Visions of Africa (28)

Carlo Zinelli (25)

Kuba – Visions of Africa (28)

Carlos Luna (65)

Kulango. Wild and Mysterious Spirits from the

Centauri – Oggetti rari e preziosi al MANN (11) Collectors' Visions. Arts of Africa, Oceania, Southeast Asia and the Americas (31) Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870 nella collezione Marco Antonetto (64) Costumi e tessuti dell’Africa. Dai Berberi agli Zulu (41) Croci e crocifissi. Tesori dall'VIII al XIX secolo (66) David (66) De l’aigle à la louve. Monnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soi (15) Design americano – MoMA Design Series (58)

Sensibility, The (16)

Guro – Visions of Africa (28)

Pierluigi Peroni Collection (67) L'occhio del fotografo (44) Lalique. Le génie du verre, la magie du crystal (65)

e nelle collezioni private della Toscana (66) Prisoner’s Objects. The collection of the International Red Cross and Red Crescent Museum (65) Re-envisioning Japan. Meiji Fine Arts Textiles (67) Reflections on Renaissance Venice (66) Regard oblique, Le (64) Robert Mapplethorpe. Photographies (65) Satiro Ebbro – Oggetti rari e preziosi al MANN (12) Scultura italiana (1960-2004) (65) Sette Sapienti – Oggetti rari e preziosi al MANN (11) Slash. Paper under the Knife (65) Tazza Farnese – Tesori Nascosti (9) Textiles from Borneo. Iban, Kantu, Ketungau, and Mualang Peoples (67) Traveling with Cortés and Pizarro. Discovering Fine Pre-Columbian Art (33) Traverser la lumière. Bazaine, Bissière, Elvire Jan, Le Moal, Manessier, Singier (19)

La pittura in Ligura nel XV secolo (66)

Uova (48)

Le Danzatrici della Villa dei Papiri – Tailormade (62)

Vehicles – Art Brut The Collection (25)

Léonard de Vinci (66)

Visions of Grace. 100 Masterpieces from the

Luba – Visions of Africa (28) Marcello. Adèle d'Affry (1836-1879) duchessa di Castiglione Colonna (66) Memorie del vaso blu – Oggetti rari e preziosi al MANN (11)

Collection of Daniel and Marian Malcolm (67) Zefiro e Clori – Oggetti rari e preziosi al MANN (11) Yoruba – Visions of Africa (28)

Micro Monumentality. A Tribute to Miniature Works of African Art (67)

[69]


[ C R E D I T I F OTO G R A F I C I ]

C O P E RT I N A

p. 23

© Cartier; sotto: Nick Welsh, Cartier

Bill Traylor (United States, 1853–1949),

Collection © Cartier

Untitled (Exciting Event: House

© Paul Starosta

with Figures). Montgomery, Alabama,

p. 44

Autore ignoto, Walter Miller mentre scatta

1939–1942. Poster paint and graphite on

foto dal grattacielo Woolworth,

pp. 6-10; 13-15

cardboard, 34,3 x 35,3 cm, High Museum

1912-13. Brown Brothers, New York

© Luigi Spina

of Art, Atlanta, GA, T. Marshall Hahn

p. 17

Paul Cézanne, Women Bathing, c. 1895.

Collection, 1997.114

Oil on canvas. 47 x 77 cm. Ordrupgaard,

Photo by Mike Jensen, Atlanta

Stenlud, South Stillwater (Minnesota),

p. 18

© The Museum of Modern Art, New York p. 45

John Runk, Tavole di legno di pino e Frank

Copenhagen. Photo: Anders Sune Berg.

p. 24

© Collection de l’Art Brut, Losanna

2012, John Runk Historical Collection,

© Musée Jenisch Vevey, Fondation Werner

p. 27

© Morgane Détraz, Atelier de numérisation

Stillwater (Minnesota) © Estate of John

– Ville de Lausanne. Atelier Yamanami

Runk. Image: The Museum of Modern Art,

© Marion Gérard / Fondazione Baur

New York

Coninx p. 35

p. 21

Alexander Calder (Philadelphia 1898 –

New York 1976), Little Spider. About 1940.

p. 36

© Iago Corazza

pp. 49-51 © Paul Starosta

Sheet metal, wire, paint,

p. 37

© Hughes Dubois

p. 53

© Vincent Munier

111,1 x 127 x 139,7 cm. National Gallery

p. 38

© The Israel Museum, Jerusalem

p. 55

© Kevin Horan

of Art, Washington, D.C.

p. 39

© Bibliothèque d’art et d’archéologie des

pp. 56-57 © Orith Kolodny

Musées d’art et d’histoire Ville de Genève.

p. 61

© Luigi Spina

(1996.120.18)

pp. 40-41 © Mauro Magliani

p. 62

© Giovanni Battista Righetti, Milano, 2015

© Eric Corlay

p. 42

p. 63

© Luigi Spina

Gift of Mr. and Mrs. Klaus G. Perls p. 22

[70]

sopra: Marian Gérard, Cartier Collection


[DISTRIBUZIONE]

ITALIA E CANTON TICINO

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[71]


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