25 aprile 2015: discorso del sindaco Filippeschi

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CELEBRAZIONE DEL 25 APRILE “Se non dovessi tornare non mostratevi inconsolabili” scrive Giaime Pintor – bella figura di giovane raffinatissimo intellettuale antifascista – pochi giorni prima di cadere nel tentativo di attraversare le linee tedesche per organizzare la Resistenza in Lazio. Poco più avanti, nella stessa lettera, rivendica di “non aver trascorso invano questi anni di giovinezza”. Per dire che la scelta drammatica che mette in gioco la vita di un giovane ha il valore di una vita intera, piena, perché riscatta quella di un popolo intero. C’è in queste parole, non solo la grandezza e la nobiltà d’animo del martire, ma anche il sentimento dell’avanguardia che, con la Resistenza, la lotta di liberazione, dopo la dittatura fascista e l’oppressione dell’occupante nazista, dà un senso, una direzione di marcia all’Italia verso la riconquista della libertà e la costruzione della democrazia. Dedichiamo questo 70° anniversario alla memoria dei partigiani, uomini e donne, caduti nella Resistenza, dei militari italiani che ebbero parte nella liberazione e ai militari degli eserciti alleati che in Italia, con il loro sacrificio, determinarono la liberazione, così come nel resto d’Europa, in Africa e nell’Asia lontana donarono la vita per darci la libertà. E’ la memoria che si deve a chi vinse con ogni ragione, come la storia afferma in modo irrevocabile. L’abisso della Seconda guerra mondiale fu voluto e provocato dai fascismi. Fu un’ecatombe: insanguinò ogni parte del mondo, con 60 milioni di morti, fu l’orrore assoluto della Shoah, si concluse con le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

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