Gefitinib nel trattamento in prima linea dell'adenocarcinoma polmonare EGFR mutato

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MATERIALE E METODO

Abbiamo valutato un numero di 20 pazienti (12 uomini e 8 donne) di età compresa tra 40 e 79 anni, tutti affetti da NSCLC con istotipo di adenocarcinoma e tutti con malattia in stato avanzato. Tutti i pazienti sono stati sottoposti alle analisi clinico-strumentali (RX, TC, scintigrafia ossea) volte a stabilire lo stadio iniziale della malattia; sono state inoltre effettuate in tutti questi pazienti le indagini di biologia molecolare per valutare la presenza della mutazione del gene EGFR. Dopo tale valutazione solo 5 pazienti (3 donne e 2 uomini) sono risultati essere EGFR mutati (in accordo con i dati di letteratura che indicano una bassa percentuale di mutazioni EGFR) e quindi candidabili ad effettuare trattamento palliativo con Gefitinib fino a tossicità o progressione di malattia. Ricordiamo infatti come diversi studi clinici, e in modo particolare lo studio IPASS (studio di fase III), abbiano dimostrato come l'efficacia del Gefitinib sia nettamente superiore nei pazienti EGFR mutati rispetto ai pazienti non mutati (wild type). Tutti i pazienti da noi analizzati rispondono ai criteri che frequentemente si associano con la mutazione dell'EGFR: si tratta infatti in tutti i casi di NSCLC con istotipo adenocarcinoma ed inoltre 4 dei 5 pazienti sono non fumatori e una è una ex fumatrice da circa 25 anni. Tra questi è stata fatta un'ulteriore selezione e alla fine solo 3 di questi pazienti sono stati trattati con Gefitinib.

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