Schigna de Gat 01-2020

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PERIODICO DELL’U.S.G. ZOLDO

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l’importanza di uno stadio

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n polo multifunzionale, che non sia solo hockey e artistico, é necessario costruire uno stadio a Zoldo? Un nuovo stadio può diventare il centro di un distretto sportivo che contribuirà alla riqualificazione dell’intero paese. Ne avremmo bisogno. Negli ultimi 20 anni in America si è sviluppata una nuova tendenza urbanistica inerente il tema della costruzione degli stadi. Una nuova concezione dello stadio. Non più un’astronave aliena atterrata nel mezzo della campagna, circondata da enormi parcheggi. Non più un generatore di traffico e d’inquinamento, ma un luogo urbano, conviviale, perfettamente integrato alla scala della città o del paese. Un luogo aperto dove si possa incontrare amici, praticare sport e partecipare a eventi sportivi e fare tante altre cose. Uno stadio circondato da abitazioni, ristoranti, bar, negozi, uffici, cinema, hotel, tutte le varie funzioni urbane che caratterizzano un vero quartiere. Lo stadio potrebbe diventare un centro sportivo, vivo. Accessibile alle famiglie che potranno trovarsi a varie ore del giorno e durante l’intera settimana come avviene nei più importanti stadi europei e americani. Uno stadio accessibile pedonalmente. Uno stadio centro del paese, proprio come accade a Londra dove le varie squadre hanno stadi urbani, anzi stadi di quartiere: dallo Stamford Bridge, appunto, del Chelsea, al Boleyn Ground del West Ham, dal Craven Cottage del Fulham al nuovo stadio del Tottenham, passando per Crystal Palace, Arsenal, etc. Un paese, come Forno, appunto dove si possa abitare e andare allo stadio attraversando la strada, proprio come si fa, in centro a Bologna, andando al Palazzo dello Sport, come si fa a New York andando al Madison Square Garden, ma anche nei tanti nuovi stadi urbani costruiti negli ultimi 20 anni: dal Giants Stadium di San Francisco ai due spettacolari stadi urbani dei Mets e degli Yankees di New York. Mentre in Italia (tutto arriva da noi con 20 anni di ritardo, sia le cose buone, sia quelle cattive) si progettavano ancora le vecchie astronavi aliene come si faceva in America 40, 50 anni fa. Uno stadio concepito per arricchire la vita del paese e permettere ai cittadini di avere una relazione familiare con lo stadio, una relazione quotidiana che riprenda il concetto caro alla cultura romana del “mens sana in corpore sano”, il concetto che è alla base di tutti i campus americani PRATICHE CATASTALI PROGETTAZIONI - RILIEVI SUCCESSIONI – STIME CONSULENZE STUDIO TECNICO ASSOCIATO PDL di Panciera p.ed.Aldo e Del Longo p.ed.Valerio via Roma n.70/A 32012 Val di Zoldo (BL) 2

dove proprio lo stadio è il cuore della vita studentesca. Uno stadio dove esistano alternative all’automobile, sostenibile, ecocompatibile, proprio perché concepito a km zero, al centro della città o paese, raggiungibile coi mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi. A Zoldo il palaghiaccio ha già una connotazione stadio urbano, non decentralizzato, innervato nel tessuto cittadino. Zoldo sta morendo, eppure abbiamo il diritto di viverci. Abbiamo diritto a una speranza. Cosa centra lo stadio? Uno stadio polifunzionale sarebbe una speranza. In questo senso, si può sostenere che lo stadio polifunzionale rappresenti il superamento di tutti i modelli gestionali e di consumo precedenti a cui viene solitamente associato. Le fiere espositive, i centri commerciali, gli ipermercati e i parchi tematici sono stati sicuramente gli antecedenti dello stadio polifunzionale, accomunati dalla stessa esigenza di comprendere in uno spazio fisico la complessità dell’offerta, attentamente calibrata e posizionata. Leggevo tempo fa una tesi universitaria che spiegava come l’Amsterdam Arena sia considerato il prototipo del moderno stadio polifunzionale. È utilizzato per le partite di calcio dell’Ajax e della Nazionale Olandese, ma anche per eventi di tipologia diversa, come concerti, congressi, meeting. Ogni anno vi si svolgono quasi 70 eventi dei quali, però, solo il 35% direttamente legato alle partite di calcio. Inoltre, nello stadio sono presenti un bar a tema Soccer World, un museo dedicato alla storia della squadra, visitato annualmente da oltre 100.000 persone, uno store che vende il merchandising ufficiale dell’Ajax, e circa 3000 mq di ristoranti, disponibili per le aziende durante gli eventi e anche per attività “business to business” nelle altre giornate. L’obiezione più facile è dire che la nostra condizione, che il nostro stadio non si possono paragonare all’Amsterdam Arena, ne sono consapevole. Tuttavia quello che conta è il concetto e la capacità di concretizzarlo/tradurlo, in scala, nelle differenti realtà. È riduttivo pensare allo stadio di Zoldo come spazio riservato soltanto all’hockey o all’artistico. Lo stadio avrebbe il potenziale di un polo multifunzionale in piena regola, tanto quanto quelli dei centri urbani americani. Potrebbe essere uno spazio per concerti e feste, uno spazio per la raccolta dei mezzi di soccorso, potrebbe ospitare una palestra, un ristorante, un


bar... nuovi posti di lavoro. Al di fuori dello stadio il parcheggio potrebbe essere destinato, in parte, a un’area attrezzata per i camper da cui il Comune potrebbe ricavare degli introiti. Tenendo conto che i camperisti sono per lo più famiglie con bambini, che la loro presenza supporterebbe la vita dello stadio durante l’estate e si inserirebbero un’idea di sviluppo turistico a cui Zoldo potrebbe (dovrebbe) saper rispondere. In un’offerta completa, che va dalle piste sciistiche di Zoldo Alto al polo sportivo di Forno. Alla fin fine di idee (nemmeno tanto utopistiche) ne abbiamo, di soldi no. Ma è “solo” questione di soldi?

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Dal nulla…all’HC DOLOMIA

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n calciatore, un pallavolista, un tennista, uno sciatore… no, non è l’inizio di una barzelletta, anche se in questa storia il divertimento è alla base di tutto. Ma cosa centra questo con il palaghiaccio e l’Hockey, vi starete chiedendo? Assolutamente nulla, appunto. Tutto cominciò proprio dal nulla, nel 2012, quando Federico, l’unico ragazzo di Zoldo, chiese a due amici, appassionati di Hockey (ma solo visto alla TV!), se volessero provare a fare “due tiri” con stecca e porticine, presso il Palaghiaccio del Paese, all’ora gestito dalla Pro Loco. Questi gentilmente ci diedero la possibilità di entrare a orari di chiusura, per divertirci un po’. Così quell’anno 2 ragazzi partirono da Belluno alla scoperta di questo sport, così appassionante, ma impossibile da praticare in città, in quanto il palaghiaccio Bellunese fu sostituito dalla Spes Arena. Impacciatissimi, Federico, Antonio e Roberto, provarono questa esperienza. Ah, dimenticavo! Credo sia importante sottolineare che in questa “storia” non stiamo parlando di ragazzini alle prime armi, ma bensì di ragazzoni, dell’altezza media di 1,80 m e di una trentina di anni di età! L’ultima volta che tutti misero i pattini, credo non avessero nemmeno la barba! Vi lascio quindi immaginare come possa essere stato l’impatto con l’Hockey, uno sport dove alla base di tutto c’è il PATTINAGGIO! Ad ogni modo, i 3 si divertirono molto, e iniziarono a parlarne con qualche amico, che interessato avrebbe voluto provare a sua volta questa esperienza sul ghiaccio. Così, nell’inverno del 2013, la macchina in partenza da Belluno diretta al Disco Arena, fu riempita da 4 curiosi (si aggiunsero Michele e Nicola) che vollero provare a impugnare la stecca e vedere cosa si provava a tirare qualche disco provando a centrare la porta: Pattini a noleggio, stecche in prestito da qualche gentil Zoldano, caschetto di protezione e via sul ghiaccio! Cominciarono a formarsi le prime “partitelle” 3 contro 2, c’era molta convinzione da parte di tutti, ma l’Hockey era ancora una cosa molto distante da questa! Quell’anno si andò a giocare 2/3 volte al mese, tutto autogestito, ma piccoli miglioramenti cominciavano a vedersi, tant’è che Antonio

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fu il primo a decidere di comprarsi i pattini propri all’inizio del 2014, prendendo solamente insulti da tutti: “ Ma cosa ti servono! Per così poche volte che veniamo su! È una spesa inutile!!”…3 mesi dopo, cambiarono tutti idea! Nell’estate 2014 infatti un pacco proveniente dall’America, dalle dimensioni sospette, arrivò a Belluno: tutti infatti comprarono pattini, pantaloni, ginocchiere, stecche e borsoni! Saranno state le tante botte prese dalle numerose cadute, o la passione che continuava a crescere, ma tutti erano pronti per affrontare una nuova stagione belli attrezzati! C’era talmente tanta voglia di migliorarsi che quella stessa estate furono addirittura comprate delle palline e delle porticine per potersi “allenare” in garage in attesa dell’inizio dell’inverno. Nell’inverno 2014/2015, le presenze al palaghiaccio divennero abbastanza costanti. Le macchine aumentavano sempre di più, ma non perché fossimo sempre più persone, ma perché i borsoni si dimostrarono molto ingombranti! Si partiva da Belluno almeno una volta a settimana, si caricavano borsoni, stecche e…via, diretti a Zoldo! Quando si entrava al bar del Palaghiaccio, ormai tutti attrezzati, si creava un certo interesse da parte dei presenti: “Questi si che


devono essere forti!”….affermazione smentita appena messi i pattini nel ghiaccio. Visti così in effetti, fuori, potevamo fare proprio la nostra bella figura!! Ma diciamo che mettersi ad imparare uno sport a questa età, soprattutto senza nessuno che sappia spiegarti la tecnica, risultava essere molto impegnativo e complicato! Ma la convinzione e la voglia di migliorare era sempre presente, piano piano cominciava a venire sempre su qualcuno di nuovo a provare, ragazzi, ragazze, giovani e meno giovani, c’era la voglia di tirare su più gente possibile per crescere insieme e divertirsi. Ci si è trovati a volte a giocare anche 5 contro 5, ma solamente i 4 nominati prima avevano le protezioni, mentre chi arrivava a Zoldo per provare, non aveva assolutamente nulla: non c’era partita che finisse senza un piccolo incidente, ma per fortuna mai nulla di grave! Tra l’essere impacciati con la pattinata, la poca gestione della stecca e quindi la traiettoria inaspettata del dischetto (per fortuna colpito sempre abbastanza male, e quindi la velocità che prendeva non era elevata), sono stati accumulati un gran bel numero di stinchi viola, chiappe doloranti, cadute artistiche e steccate in faccia! Ma la felicità che avevamo nel stare la, faceva dimenticare ogni dolore e quindi la settimana dopo, ancora su a collezionare lividi! A fine stagione si unirono in modo fisso anche Riccardo, Michele e due donzelle, Maria Zilda e Giada. Il numero aumentava, c’era aria di squadra, ed ogni squadra che si rispetta non può non avere un nome! Ed ecco nascere l’HC DOLOMIA.

Nome bizzarro, senza troppo significato, nato infatti dal fatto che alcuni componenti prima giocassero a Pallavolo, e il nome della società fosse proprio Dolomia, così fu ripreso. Motivazione poco seria, un po’ come la squadra stessa! =) Una volta recuperate alcune protezioni anche per gli ultimi ingaggiati, nel novembre del 2015, in preparazione della nuova stagione, fu creato un gruppo su Whatsapp, “HC Dolomia” per l’appunto, dove furono inseriti più personaggi provenienti da Belluno e Sedico, così quando si presentava la possibilità di andare a giocare, chi poteva si organizzava e si partiva per Zoldo. “…quando si presentava la possibilità…” proprio perché la situazione ghiaccio era sempre un incognita. Nel frattempo la gestione del palaghiaccio passò ai Meneghetti, i quali ci lasciarono sempre massima disponibilità ad andare fuori orario a giocare. Ma il ghiaccio era formato semplicemente in maniera naturale, per cui, causa troppo caldo, troppo freddo, neve, pioggia….non si sapeva mai se fosse possibile giocare. Ma quando si riusciva ci si divertiva un sacco!!! Eravamo sempre di più in campo, una volta addirittura riuscimmo a fare un 7 contro 7, tutti disposti a farsi 40 minuti di strada andata + 40 minuti di strada per il ritorno, per passare una sola oretta in compagnia. Intanto chi frequentava con costanza iniziava a vedere dei miglioramenti, la pattinata iniziava ad essere abbastanza buona e di conseguenza anche la gestione della stecca e quindi del gioco: ci stiamo avvicinando all’Hockey! Nel 2016, ormai sempre più convinti della nostra squadra, creammo delle divise, con tanto di logo personalizzato, nome e numero! E furono fatti gli ultimi acquisti di abbigliamento e accessori: avevamo tutte le caratteristiche per essere una vera squadra! “Una vera squadra”…questo sarebbe bello raccontare, ma la realtà è leggermente differente! A dire il vero infatti le divise sono state create per altri motivi…il disco era già difficile bloccarlo e tenerlo, figuriamoci se avessimo dovuto anche alzare gli occhi per vedere i nostri compagni di squadra, dovendo così distogliere lo sguardo dal disco: sarebbe andato sicuramente perso! Così abbiamo deciso di creare le divise, con lo scopo quindi di aiutare a capire chi fossero i nostri compagni di squadra solamente con la coda dell’occhio! La stagione 2016/2017 fu la

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prima con le serpentine. Fu fatto l’investimento, le difficoltà per l’inizio stagione non mancarono, ma ebbe inizio anche quell’anno la stagione dell’HC Dolomia! Ormai la squadra si era formata in maniera stabile, le persone ad andare su erano costanti, tant’è che si cominciò a salire anche 2 volte alla settimana, senza dar troppo peso alle “scomodità” che avevamo: dover partire da Belluno, giocare e dover poi rientrare subito a casa, (non senza prima una buona birretta come reintegro!) per lavarsi e cenare (solitamente non si rientrava mai prima delle 23!), o i viaggi fatti a vuoto, capitò infatti che più volte, arrivati al palaghiaccio, si scopriva che questo fosse già occupato! (Vero Federico?!) ma questo non ci ha mai fermato. La stagione 2017/2018 ovviamente non mancò di imprevisti, infatti le serpentine presentarono dei problemi, ma, grazie sempre alla tanta volontà dei gestori e dei volontari, partimmo anche quell’anno. Il livello andava sempre aumentando, e il divertimento era sempre assicurato! Le partitelle si facevano più combattute e più faticose da portare a casa, ma si usciva sempre soddisfatti e felici! Nuovo freddo, nuova stagione! Ed eccoci presenti anche nell’inverno 2018/2019. Tutto sembrava filare liscio, Federico era tornato prima dalla Germania causa matrimonio..il suo! Ma questo voleva dire cominciare presto anche la stagione sul ghiaccio! Tutto filò liscio, era tutto pronto. Ma il 29 ottobre, come si ricorderanno tutti, arrivò l’alluvione VAIA, che fece disastri ovunque, senza tralasciare il nostro amato Palaghiaccio: si pensava che la stagione fosse saltata. Ma ancora una volta, la passione e la grinta dei gestori, ha fatto in modo che solamente 3 settimane dopo il disastro, fummo nuovamente in campo, più carichi di prima!!! Anzi, furono resi agibili anche gli spogliatoi con le docce, ormai avevamo tutte le comodità possibili. Ma quando si dice che l’anno parte male, non può che peggiorare!! Infatti ben 3 infortuni colpirono la squadra. Destino volle che

rimasero solamente in 4, quei 4 che partirono: Federico, Antonio, Michele e Nicola. Con così poche persone era difficile poter creare gioco, così furono chiamati a provare a giocare con i ragazzi dello Zoldo, un gran passo di categoria per i nostri giocatori! =P Anche questa esperienza ha aiutato a migliorare le loro capacità, ma aumentare di livello significa anche aumentare il rischio, così finirono per comprarsi pettorine e griglie per il casco: ora l’abbigliamento è davvero completo! Con l’avanzare della stagione rientrò Giada dall’infortunio e ci furono ancora dei piccoli “ingaggi” per coprire gli assenti, così ora ci troviamo a giocare nuovamente tra di noi arrivando a fare un buon 4 contro 4. Inverno 2019/2020, inizia una nuova stagione, la SESTA per l’HC DOLOMIA!!!! Beh, devo dire che i miglioramenti si stanno vedendo da parte di tutti, ormai l’appuntamento fisso è il mercoledì sera e il sabato mattina, sempre armati di borsone, stecca, pattini, tanta passione, e via sul ghiaccio! Qualche buon ingaggio è stato fatto, per fortuna qualcuno con delle esperienze da vero giocatore di Hockey si è unito a noi! Bella cosa, se non fosse per le strane proposte fatte! Tutta colpa del David, che in una giornata di luglio salta fuori con una proposta: “ma perchè non ci iscriviamo ad un torneo amatoriale a dicembre?!?!” Inizialmente sembrò essere una battuta, nessuno la considerò davvero. Quindi, pochi giorni dopo, dall’alto della nostra incoscienza, non potevamo che accettare!!! In un batter d’occhio arrivò il fatidico week end, 13,14,15 dicembre 2019, delle macchine provenienti da Belluno, Zoldo e Agordo, arrivarono in quel di Canazei!!!! Tralasciando i pochi, pochissimi, ex giocatori ingaggiati, il resto della squadra non aveva mai fatto una partita regolamentare a tutto campo, con tanto di portiere! Cose folli per l’Hc Dolomia, ma anche questa volta la passione, la buona volontà e perchè no, la forte ingenuità, ci hanno portato in campo. “Tranquilli ragazzi, nella prima partita cerchiamo di entrare pian pianino in gioco!”…e fu così che alle 10.00 del 13 dicembre entrammo in campo contro niente meno che i secondi in classifica della serieA della Lituania!!!! Alla faccia del torneo amatoriale!! (Vero David?!) Inutile raccontare la partita, lasciamo a voi l’immaginazione! Ma tutto sommato non andò male, sotto 2 a 0 nel primo tempo, finimmo solamente 8 a 0 per gli avversari..ma con tanta coscienza in più di cosa fosse quel torneo. Niente male, la partita ha aiutato ad orientarci, tant’è che alla seconda, Tony sbloccò il risultato con il nostro primo goal!! Ci divertimmo molto, dentro e fuori dal campo, è incredibile che atmosfera di amicizia e complicità possa creare uno sport apparentemente “violento” come l’Hockey. Furono stati 3 giorni spettacolari, e tornammo a casa, oltre che

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con tutte le ossa e le articolazioni aggiustate, addirittura con la coppa dei QUARTI CLASSIFICATI!!! Primo torneo e primo trofeo guadagnato per l’HC DOLOMIA!!! Approfitto ancora una volta per ringraziare tutta la squadra per quelle giornate, a chi si è offerto di venire a giocare con persone che nemmeno avrebbero dovuto essere li, ma che ci hanno messo veramente il cuore e tanti sorrisi, GRAZIE! Ed eccovi la storia dell’HC DOLOMIA, una favola reale che racconta quanto possa fare uno sport se c’è passione, voglia di mettersi in gioco e soprattutto tanta complicità di squadra. Perchè per crescere insieme bisogna essere così, nessuno di noi sarà mai un fenomeno, ma ringraziando chi ci ha fornito uno spazio dove poter provare ad esprimere ciò che a Belluno sarebbe impossibile in quanto manca una struttura simile, senza nessuna vergogna o timore di “buttarsi” (nel vero senso della parola), è nata e cresciuta questa squadra! Ora se qualcuno dovesse vederci, probabilmente ancora non penserà che siamo belli da vedere, ancora di strada ne abbiamo sicuramente da fare! Ma calcolando che, dove siamo arrivati, ci siamo arrivati solamente grazie alla nostra volontà, alla passione che abbiamo coltivato praticando questo sport, senza nessun tipo di aiuto tecnico, direi che potremmo essere più che soddisfatti del percorso fatto!

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Rivedendo vecchi video, dell’inizio, non ci muovevamo, si cadeva appena venivamo toccati perché appena appena sbilanciati, tutto senza nessun tipo di protezione, trovandoci un paio di volte al mese. Ora gli appuntamenti sono 2 alla settimana e diciamo che ci si muove e ci si stanca abbastanza! Chi più, chi meno, inizia ad avere un buon gioco, ma la cosa veramente importante, è che ci divertiamo davvero tanto! Per concludere, vorremmo ringraziare chi ha permesso tutto ciò, quindi un grazie infinito alla disponibilità dei gestori che ci permettono di utilizzare il palaghiaccio negli orari di chiusura, e un grazie va a noi: probabilmente non riusciremo mai a definirci dei giocatori di Hockey, quello lo lasciamo fare ai veri! Ma crediamo che alla base di tutto ci voglia passione, volontà, motivazione, grinta e personalità, e noi siamo veramente orgogliosi di avere un po’ meno tecnica ma tanta convinzione e che continueremo a mettercene tanta per riuscire a migliorare sempre di più! Pronti per questa stagione e per tutte quelle che verranno!

“Una volta che qualcosa diventa una passione, la motivazione risiede lì.” Michael Schumacher GRAZIE DAVVERO HC DOLOMIA!!!!

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SPORT DA FEMMINUCCE? provare per credere

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icono che l hockey non sia uno sport per femminucce.. Beh non lo è nemmeno il pattinaggio artistico... Chi si appresta a intraprendere questa disciplina deve avere costanza, tenacia, forza e tanta tanta voglia di mettersi in gioco e superare i propri limiti. Lo devono fare le ragazze e lo devono fare i genitori che nel nostro ambiente non hanno purtroppo a disposizione tutto quello che servirebbe per vivere al meglio questo sport e devono girare mezza provincia in cerca di uno stadio che possa ospitare le loro danzatrici nei periodi in cui il clima e il meteo non permettono di praticare. E i mesi sono tanti.. Io voglio Elsa! Voglio Elsa e il suo superpotere! Voglio qui a Soccampo in pianta stabile questo supereroe, questo Spiderman al femminile, che spara ghiaccio come non ci fosse un domani!! Ci pensate? Avremmo una pista tutto l'anno! Senza serpentine! Senza spese! E se è particolarmente "incazzuta" ci costruisce anche un castello intorno alla lastra e ci fa pure il tetto! Basta farla arrabbiare! Ahh se potessi esprimere un desiderio.. Ma torniamo seri.. Parliamo di queste coraggiosissime bambine che devono imparare a pattinare a volteggiare su quelle sottilissime lame... Sempre in equilibrio precario... Per ora qui a Zoldo questo sport non è ancora agonistico. Ma io ho sempre ammirato chi lo pratica. Sono sole... Sole in quello

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che deve sembrare un campo enorme e devono a loro, e solo a loro, ogni vittoria ed ogni sconfitta.. Non abbracciano i compagni quando vincono e non si consolano assieme se perdono.. Quando un salto va male oltre alla botta c' è il dolore di sapere di aver sbagliato. Ma queste piccole donne così si fortificheranno...


Cresceranno più tenaci, meno impaurite... Capiranno che un errore non compromette una gara... Ricordo un esibizione di una coppia cinese qualche anno fa alle olimpiadi o mondiali... lei è stata lanciata in aria e si è letteralmente schiantata per terra, Io pensavo non si rialzasse più, invece, da regolamento, si è presa qualche minuto per riprendersi e ha concluso l'esibizione in maniera impeccabile. Straordinaria! Ha vinto sul dolore e sulla paura. E si sono pure presi il podio! Credo che discipline come queste, insegnino a cadere senza farsi male e a sapersi rialzare, ad andare avanti nonostante la paura. Sul ghiaccio come nella vita! La pecora nera.

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FORNO - VAL di ZOLDO

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“Il gioco più veloce del mondo” Da: “Il gioco più veloce del mondo” di A. Baricco, 1994

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n realtà l’hockey è uno sport di bellezza esagerata e, in definitiva, il non poterlo giocare rappresenta una delle poche ragioni per rammaricarsi di non vivere in un paese in cui fa un freddo maiale e il sole tramonta alle tre e mezzo. L’hockey è velocità, leggerezza e violenza. Strano mix. L’hockey è l’unico sport in cui giocano così veloci che a un certo punto non sai più dov’è la palla (che poi è un disco, doppio rotolo di nastro adesivo da elettricista). È l’unico sport in cui mezza squadra esce dal campo e mezza entra senza neppure fermare l’azione. È l’unico sport in cui marcantoni da cento chili volteggiano su due lame da nulla e sembrano ballerini e lo sono, fino a quando non decidono di spalmare l’avversario contro le sponde di plexiglas, e allora diventano bufali in

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picchiata e non è nemmeno fallo, mai! Dato che il ghiaccio è duro e gli avversari anche, volteggiano non in tutù, ma imbottiti come omini di Michelin, con un caschetto in testa e gommapiuma dappertutto. Si distinguono, nel curioso look, i portieri: immobili come batraci, se ne stanno davanti a una porta poco più grande di loro, completamente bardati da capo a piedi che sembrano i cavalli nelle corride: se ne stanno lì e aspettano che il disco, a cento all’ora, li colpisca da qualche parte, faccia compresa, e quella la chiamano “parata”. Ogni tanto, quel piccolo proiettile nero trova spiragli invisibili e va a gonfiare la rete, alle loro spalle. Altre volte decolla impazzito e schizza tra il pubblico: e lì i casi sono due: o sei cretino, te lo prendi in fronte e finisci in ospedale, o sei un tifoso di hockey, lo prendi al volo, e poi lo tieni nel cassetto, e ogni occasione è buona per tirarlo fuori, e “guarda un po’ qui”, anche se gli altri non ci crederanno mai, ma tu sai che è vero.”

Polli allo spiedo.... ....naturalmente i migliori!

C O U N T RYG R I L LVA L D I Z O L D O 11


1000 battiti su ghiaccio

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a mia infanzia è sempre stata caratterizzata dalla fobia genitoriale dello “stai attenta a non farti male”. Salivi le scale, dovevi farti male. Chiudevi la porta, dovevi farti male. Salivi sull’autobus, dovevi farti male. Correvi in salotto, dovevi farti male. Mettevi i pattini… Attacchi di panico, avevi già l’ambulanza parcheggiata sotto casa… Era già tutto calcolato. O quasi. Il ghiaccio era considerato il nemico più temuto: più che un caschi e ti rialzi, era un caschi e sei fregato. Ma io non sono cresciuta a Zoldo. I miei figli sì. Ecco probabilmente dove sta la differenza. Ho sposato un ex portiere che ha fatto mettere i pattini ai miei figli a 3 anni, e da 4 anni frequento talmente assiduamente lo stadio che a volte sbaglio casa…

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Sto al bar, o sulle gradinate, a osservare in silenzio, insieme a qualche altra mamma o nonna spettatrice all’allenamento, sorseggiando un te caldo e a volte uno Spritz (forse è più l’inverso, e forse ripensandoci manco riesco a stare zitta). Guardo uno stormo di maglie colorate che pattina, stupita nel vedere quanto questi bambini siano affiatati: la lastra di ghiaccio ormai è parte di loro. Si conoscono, se la ridono, si sfidano, se uno casca l’altro gli porge la mano… fanno le loro amicizie più grandi, s’innamorano per la prima volta, piangono, si arrabbiano, condividono emozioni forti. Quel ghiaccio per loro è questo, non lo temono, lo adorano. E poi capitano gli infortuni, come quando sali le scale, chiudi la porta, sali sull’autobus o corri in salotto… perché vivi, e le cose succedono. Un bambino si fa male, viene portato fuori dal ghiaccio, l’amico piange e si preoccupa, il papà si agita, la mamma sviene, gli spettatori si allarmano... I cellulari pullulano di messaggi di persone quasi sconosciute (ma con le quali condividi qualche gruppo whatsupp dell’Hockey)... Una serie di black out generale in attesa del referto medico…

“Questi bambini sono fatti di gomma, una piccola distorsione, 10 giorni di assenteismo all’attività su ghiaccio e poi ci rivediamo…” Sospiro di sollievo per tutti! Coach soprattutto! Anche se a volte, purtroppo, l’esito non è così semplice. E poi si torna a conoscersi, a ridere, a innamorarsi, a piangere, ad arrabbiarsi, ad emozionarsi…. a rialzarsi. A non fermare mai quei 1000 battiti su ghiaccio. La Nerta

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UN PONTE DELLA MADONNA 8 dicembre 2019

Ecco come è cominciata questa grande giornata zoldana.…

U8 a Vipiteno Ritrovo programmato ore 5.00: nessuna macchina ancora in parcheggio Partenza stabilita ore 5.15 Coach non è ancora arrivato Svegliato coach ore 5.16, pulmino Difettato ore 5.18, trovata soluzione ore 5.25... Partenza reale ore 5.30 Il ritrovo a Vipiteno è alle ore 8.00 per iniziare la prima partita alle ore 9.00.... Ore 8.15 arrivano i zoldani Ore 8.20 zoldani fanno riscaldamento Ore 8.27 zoldani rientrano in spogliatoio per vestirsi Ore 8.45 squadra del Trento che divide lo stesso spogliatoio, vestiti, pronti e preparati come soldatini

Ore 8.48 ci si rende conto che siamo tardi... Ore 8.56 squadra degli zoldani scomposta, chi senza casco, chi senza stecca, chi senza maglie, chi senza fasce.... anzi no... fasce messe sbagliate perché decisione linee ore 8.59.... verde rosso blu... ragazzi, non c è più tempo, tutti in campo..…

Ore 9.00

Zoldo

Pinè

6-0

Ore 9.40

Zoldo

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5-0

Ore 10.20

Zoldo

Merano

7-0

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U 11 a Trento Ritrovo allo stadio ore 8:50, caricato stecche, maglie, borracce e borsoni, fatta la conta, ci siamo tutti e partiti in perfetto orario. Piccola sosta a Soffranco, Longarone e Ponte nelle Alpi per caricare le ultime tre Tigri e via..... I pulmini viaggiano uno davanti all’altro, ogni tanto qualche inchiodata percorrendo la Valsugana per evitare gli autovelox, i ragazzi ovviamente sempre con le cinture di sicurezza ben allacciate. Ore 11:30 arrivo allo stadio di Trento, mentre i nostri si cambiavano nello spogliatoio vedo che a ridosso delle panchine c’è una discussione in atto, invece che quatto squadre se ne sono presentate cinque, il panico degli organizzatori “cosa facciamo adesso”, riuniscono tutti i coach per discutere, in un primo momento volevano escludere una squadra dalle partite (si ma quale?) cosa improponibile. Allora dato che a tutte le squadre mancavano giocatori (a noi ne mancavano tre) viene proposto di giocare con squadre miste, noi abbiamo subito detto di no, lo Zoldo gioca con la propria squadra. Gli organizzatori insistono più volte per farci cambiare idea, ma noi non ne volevamo sapere.

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Dopo una lunga discussione si decide di giocare due partite in contemporanea e una squadra a turno riposa. Ore 12:13 due minuti prima dell’inizio delle partite esco dallo spogliatoio, vedo e sento tre dirigenti delle altre squadre che parlano ad alta voce e dicono “speriamo che oggi lo Zoldo non sia tanto in forma, dato che gli mancano giocatori” e, vedendomi arrivare, cambiano subito discorso, ma io avevo già sentito tutto, e dentro di me mi sono detto “Ve fon vede noi incuoi”. Per metterci in difficoltà ci hanno fatto giocare tutte e quattro le partite di seguito, senza farci riposare, ma le nostre Tigri le hanno vinte tutte.

Ore 12:15

Zoldo

Val di Fiemme 4-2

Ore 12:35

Zoldo

Trento

8-3

Ore 12:55

Zoldo

Val Rendena

4-2

Ore 13:15

Zoldo

Pine

8-4

Praticamente siamo arrivati, li abbiamo battuti e tanti saluti...… SEMPRE FORZA ZOLDO


Squadra spazzatura?

Neanche nei sogni più brutti

B

uon anno nuovo a tutti! Sono un umile bidone. Non ho un nome ma un numero di telefono, sì. Sono nato nero e sono stato assegnato alla casa di una signora della frazione di Campo in Val di Zoldo. Purtroppo questa signora ha una fobia delle cose nere (ma non le persone) e non le piaceva usarmi per il suo secco personale non riciclabile. Un mercoledì Paolo, zio dei giocatori Gabriele e Aurora, che lavora per la ditta che svuota i bidoni, passava con il suo camion e il marito della signora nero-fobiaca gli chiede se c’era la possibilità di riverniciarmi di un altro colore. “Certo”, ha risposto, “perché non nei colori della vostra macchina che sono i colori della USG Zoldo?” E’ arrivato un uomo tuttofare di nome Dennis. Mi ha portato a casa sua dove mi ha dato un rivestimento davvero spettacolare, verde per la parte inferiore e giallo per il tappo. Credo di non essere più un bidone umile ma sono

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orgoglioso di essere il bidone più bella di tutta la vallata. Quando qualcuno (non zoldano) passa e dice “Guarda il simbolo di una squadra spazzatura”, rispondo io, “Vieni dentro tu, pezzo di secco riciclabile, e vedrai che sono il simbolo della squadra più fantastica del Veneto, dell'Italia e di tutto il mondo. E vedrai anche come le vecchie glorie del ghiaccio zoldano degli anni novanta sono stati riciclati nelle stelline brillanti di oggi.”

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Torneo di Bolzano

I

l falò della befana stava ancora fumando, le prime luci del sole cominciavano ad illuminare le punte delle nostre montagne, alcuni compaesani raggiungevano le proprie case e un pulmino dell 'Usg Zoldo scortato da due auto di genitori lasciava il catino bollente di soccampo alla volta di Bolzano.

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Quale modo migliore per la nostra under 7 di concludere le vacanze natalizie se non con un torneo? Ad attenderci non c'era il maestoso Palaonda ma il campetto in riva all'Isarco. Bolzano, Fassa e Zoldo pronti a battagliare per aggiudicarsi il prestigioso trofeo della Befana.


Buona la prima, sconfitto il Fassa. Poi nostri tigrotti si sono dovuti piegare ma non arrendere ai padroni di casa. Non importa: premiazioni, medaglie e coppa da aggiungere alla nostra fornita bacheca e campo riempito di caramelle lanciate dalla befana altoatesina, poi assunta come cameriera per servire il pranzo a tutti i giovani atleti delle squadre. Atleti che hanno trasformato una giornata segnata dai Paaruoi del giorno prima in una giornata di grande sport ed emozioni. Un grande esordio per molti nostri giovani che smaltita l'adrenalina del torneo si sono addormentati (chi subito , chi a Dont di Zoldo !!!) e svegliati allo stadio con il Presidente che li attendeva a braccia aperte orgoglioso e commosso.

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Grandmother

NOME

VS Grandfathers

Donata

Età in giorni Quanti figli Quanti nipoti Quanti nipoti praticano hockey Quanti nipoti praticano artistico Somma dell’età dei tuoi nipoti Cosa ne pensi di Zoldo

Donata (sa femena del Bortol) Aosta ...52 in mm? E madonna Santa, non lo so in gg? Fatevi i conti voi! 3 5 1 1 85 che qui si sta bene

Cosa ne pensi di Zoppè

che si sta ancora meglio

Cosa ne pensi di Longarone

Longarone? Non andrei mai a viverci

Conosciuto/a come Nato/a? Nel lontano anno 19…? Altezza in mm

Cosa ne pensi dell’inverno a Zoldo Brutto, freddo, umido Hai mai pattinato? No Meglio danza o Hockey?

Danza

Sai fare qualche piroetta? Qualche Axel? Distinguere la potenza in flex delle stecche? Cosa si faceva a Zoldo ai tuoi tempi?

no che cos’è? Sìììììì (come no)

Accompagni mai i bambini ad allenamento? Ti guardi mai un allenamento/ partita? Cosa ne pensi delle opportunità dei bambini in Valle?

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Alfredo

Fredo Astragal ...32 182

Al Silvano “Chel dal Supermercato” Napoli ...46 1700

ciao ...tuo nonno!!! 2 figli 2 nipoti 1 Nessuno 26 Bellissimo

26645 4 5 e uno in arrivo 1 nessuno 40 anni Mi è sempre piaciuto e ci abito da oltre 53 anni Lo conosco poco Zoppè è il paese di mia mamma, io ho passato i più bei anni della mia gioventù cosa c’entra Longarone?? Longarone quando ci penso, mi si spezza il cuore pensando all’ottobre del 1963 meglio andare nei paesi caldi Masa lonc e masa fret si quando ero giovane Sì, e ho insegnato a pattinare ai miei figli qua ti voglio ...!!diciamo l’hockey Polito dute doi !! no niente piroetta! sì No non so cos’è no, non le conosco no

Io non sono cresciuta a Zoldo, C’era miseria e fame...si giocava comunque si andava con la slitta con un pallone di stoffa no

no, ci va la nonna

si ho visto una partita , ma sono scappato perché portavo sfortuna!! sono scarse le opportunità in Valle

che ce ne sono, e che bisogna seguirli, anche se a volte è faticoso

Silvano

Ci si divertiva con cose costruite da noi, e da alcuni artigiani locali (Fabbro, falegname ecc) Sì, spesso Sì, qualche partita quando mio nipote gioca a Zoldo Non ne hanno molte, ma grazie all’USG Zoldo vedo che i bambini sono contenti nello stare insieme, giocare e condividere esperienze nuove


Credi che un tetto allo stadio possa Assolutamente sì dare una svolta alla vita zoldana soprattutto adesso che c’è una tendenza per alcuni zoldani di rimanere in Italia?

il tetto credo sia necessario

Sì, sarebbe bellissimo sia per gli atleti che per tutta la Valle, sarebbe un bel luogo di aggregazione, da sfruttare tutto l’anno

Hai qualche ricordo di Zoldo con uno stadio funzionante anche d’estate?

io non ho ricordi dello stadio d’estate perché ero in Germania

Sì, ricordo che i miei figli ci giocavano a calcio d’estate quando pioveva, e guardavano i mondiali di calcio sullo schermo gigante dentro allo stadio

Quali sono le attività sportive in Zoldo in estate?

Bicicletta, Trekking, Camminate, Arrampicate

le corse in montagna

Mountain Bike, Dolomiti Extreme Trail, Trekking, calcio, tennis e “Hockey con le scarpe da ginnastica”

Quali sono le attività sportive in Zoldo in inverno?

Pattinaggio, sci…

lo sci e l’hockey

Sci di fondo, discesa, ciaspolate, Hockey e pattinaggio

Cosa miglioreresti se fossi il sindaco?

Tante cose

migliorerei le strade e le strutture Non saprei per i giovani!

Se fossi il Vice o il Presidente?

Non potrei mai…. Ivan e Stefano rifarei il tetto sono bravissimi, insieme a tutti quanti (Chapeau)

Non c’è niente da migliorare, non si possono sostituire, sono entrambi bravissimi in quello che fanno

Cosa auguri ai tuoi nipoti?

Salute, inseguire i propri sogni, camminare sempre a testa alta

successo e salute

di studiare, diplomarsi e magari anche laurearsi

Cosa auguri a tutti i nonni?

Pazienza e salute per poter aiutare i nipoti

più che salute non mi viene in mente altro!!

Lunga vita felice con mogli, figli e nipoti

Guardando le foto di questi bambini dimmi la prima parola che ti viene in mente

Fantastici

sono bravi e bellissimi

Nostalgia

E guardando la foto del Nino Meneghetti?

Il più simpatico

che ha uno dei locali migliori di Zoldo

Nino è un mito impareggiabile

Ora saluta da nonno tutti gli Hockeisti

Forza tigri

tanto successo e tante vittorie! Evviva la squadra!!!

Un saluto a tutte le tigri, continuate così, siete bravissimi

… tutte le ballerine

Forza tigrotte

tanto successo anche a loro

Ovviamente anche le ballerine sono tutte eccezionali

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La gestione degli under piccoli PENSIERO DI UN COACH

C

i terrei a far capire ai genitori che questi risultati non si ottengono per caso ma sono frutto di tanti allenamenti organizzati bene. Però la cosa principale che ci dobbiamo mettere in testa e che veramente ho riscontrato nei ultimi periodi e (che non mi piace) è che da parte dei genitori (io compreso) è che si debba vincere perché in questi anni è stato un dato di fatto, o quasi. Invece dobbiamo capire che quel che sta succedendo a Zoldo è già un miracolo, ed è un miracolo essere riusciti a rimettere in piedi tutto questo. I risultati e le vittorie non devono essere una cosa logica come ormai qui si pensa . Quando si ha troppo’ successo tendiamo tutti ad esaltarci e perdiamo il contatto con la realtà. Piuttosto bisognerebbe dire questo. Perché abbiamo vinto il torneo di Vipiteno? Perché lo Zoldo con la sua struttura sportiva (cioè Beirut nord aperta 5 mesi all’anno) riesce ad imporsi sulle altre squadre che hanno sicuramente tutte

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realtà molto più favorevoli? Vedi Innsbruck, Bolzano Trento ecc.. ecco secondo me, e ne sono convinto, è che noi poniamo particolare attenzione ai più piccoli, che fra tutte le categorie è quella più importante è faticosa da seguire. Fare avviamento, poi, vestire un bambino e seguirlo fino a quando sarà autonomo richiede un’enorme mole di lavoro sia in campo che in spogliatoio. Pensate soltanto quando due pulmini con dentro 16 bambini piccoli vanno a fare un allenamento fuori Zoldo (Pieve, Claut ecc...). Chi veste questi bambini? C’è’ qualcuno che da loro una mano? Beh gli autisti, allenatori, accompagnatori, dirigenti, organizzatori . cioè sempre quelli Sono li con loro che li spogliano li vestono li rispogliano perché si sono dimenticati di fare pipì e poi dopo mezz’ora da incubo finalmente riescono a scendere in pista fare l’allenamento per poi ritornare in spogliatoio cambiarsi fare la doccia e cercare


di rivestirsi con la stessa roba con cui sono arrivati. E poi via in pulmino di nuovo e naturalmente si sale sul pulmino diverso dell’andata così all’arrivo ti trovi berretti giacche scarpe e cartelle di scuola dimenticate… Perché sono piccoli e hanno bisogno di attenzioni.... ed è vero !! Stiamo facendo il massimo possibile per loro e non è importante andare a vincere il torneo (anche se questo fa piacere a noi tecnici) più importante è che gli rimanga l’esperienza di una bella giornata passata insieme ai suoi compagni e ai genitori. Stiamo sempre con i piedi ben piantati a terra perché noi più degli altri abbiamo una situazione molto delicata da gestire. Tito

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VENITE A VEDERE…

P

erché andare a vedere lo sport fatto dai bambini? perché andare a vedere una partita di Hockey dei nostri ragazzi? perché avrete l'occasione di vedere la faccia più genuina dello Sport. Perché riempiamo i grandi stadi pagando anche Euro100,00 un biglietto per vedere giocatori che vestono una maglia comprata dalla società per cifre esorbitanti? Perché andiamo a vedere persone adulte che si insultano e si sputano per un fallo o per un cartellino rosso? Perché in camera abbiamo poster di calciatori che mandano a quel paese l'allenatore perché ha deciso di toglierli dal campo? Perché dobbiamo aggregarci a tifoserie che trasformano un incontro sportivo in un pretesto per umiliare chi ha una maglia e un viso di colore diverso?

D.B.M.

Stadi dove le scritte degli sponsor sono ovunque: sulle maglie, sui tabelloni dove adesso scorrono e lampeggiano: ti fanno diventare scemo! Venite a vedere i bambini dove la società non ti compra, ma ti fa indossare una maglia dove

ROGETTAZIONE, NOLEGGIO E ALLESTIMENTO 28


quello che ti lega non sono i valori dei soldi ma il valore del paese di dove sei nato. Dove non puoi rompere l'attrezzatura perché altrimenti sono mamma e papà che devono ricomprarla e poi ci sarà il tuo compagno più piccolino che dovrà usarla. Venite a vedere i bambini perché il rispetto per l’allenatore è indiscusso, perché i bambini al termine della partita si danno la mano e vanno a mangiare la pasta insieme. Venite a vedere loro perché sugli spalti le tifoserie non si insultano ma colorano e animano lo stadio... e niente, venite a vedere loro perché solo lì potrete vedere come deve essere la faccia più sana e genuina dello Sport. Chiara

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STORM PINEROLO

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Torneo INTERNAZIONALE

2° WINTER CLASSIC 2020 24 - 25 - 26 Gennaio

under 11

ORARI (sono indicativi) VENERDI 24 GENNAIO 17.00-21.00 SABATO 25 GENNAIO 8.00 -21.30 DOMENICA 26 gennaio 8.00 -16.00

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