Librobp 2017

Page 82

Il progetto e la costruzione

(a patto, ovviamente, che la zincatura rispetti le specifiche di spessore una volta eliminato accuratamente lo strato biancastro incoerente). Solo se nella porzione di rivestimento interessata dallo sviluppo di ruggine bianca si misura uno spessore non conforme, è necessario ripristinare la protezione secondo le procedure previste nelle norme o gli accordi eventuali tra zincatore e committente. Per prevenire la formazione della ruggine bianca è sufficiente adottare semplici misure precauzionali nel corso del deposito e del trasporto dei manufatti zincati, essenzialmente volte a garantire una sufficiente aerazione e ad evitare che si raccolga umidità negli eventuali interstizi tra un articolo e l’altro. In particolare, nei trasporti via mare di una certa lunghezza o verso mete particolari (trasporti in zone tropicali) può essere necessario prevedere l’adozione di misure di protezione chimica, come l’uso di passivanti. Vanno evitati contatti con altre sostanze trasportate, o loro residui, se aggressivi nei confronti dello zinco. I.2.4.9 Passivazione chimica

Dallo spessore e dalla stabilità dello strato di passivazione dipende la durata della protezione offerta dalla zincatura. Lo strato che si ottiene con la passivazione naturale, durante un periodo di tempo di qualche mese, è formato di ossidi e carbonati di zinco. È, tuttavia, possibile ottenere una conversione superficiale artificiale che tende a creare una patina resistente sullo zinco per via chimica. Gli scopi per cui questo trattamento ulteriore (aggiuntivo rispetto alla zincatura) viene a volte richiesto possono essere molteplici: - alcuni passivanti possono ottenere un risultato di effettivo incrememento della durata della protezione; - in taluni casi, la passivazione determina soltanto una protezione temporanea, intesa alla prevenzione della formazione della ruggine bianca durante lo stoccaggio del materiale; - la passivazione può anche essere usata per precondizionare la superficie zincata, funzionando da promotore di adesione per la successiva verniciatura nel caso di applicazione del sistema duplex. In tal caso, la scelta del passivante o, viceversa, della vernice deve essere effettuata sulla base di una valutazione di compatibilità. Nella pratica industriale, la maggior parte delle zincherie che operano la passivazione del materiale, effettuano l’immersione dei manufatti in un ulteriore bagno di trattamento successivo alla zincatura (spesso coincidente con la vasca di raffreddamento) contenente soluzioni chimiche con composti di natura inorganica, organica o metallo-organica. I passivanti possono, infatti, avere natura chimica diversa: - passivanti inorganici: per lungo tempo si sono adoperati passivanti inorganici a base di cromo(VI), in grado di offrire una passivazione al metallo robusta ed efficace nel lungo termine. La cromatazione con Cr(VI) è caduta in disuso per la scoperta della sua azione fortemente cancerogena e dei rischi notevoli per la salute degli applicatori. In alternativa, sono stati messi a punto passivanti con Cr(III) ma con performance inferiori. Sono anche possibili applicazioni diverse come la fosfatazione, per esempio con fosfati di zinco e manganese; - passivanti metallo-organici: film polimerici nanometrici con gruppi metallici in grado di fissarsi alla superficie dello zinco. Analoghi sono i passivanti silanici. In entrambi i casi summenzionati, si ha una reazione chimica superficiale del passivante a 81


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.