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SEQUESTRO STABILIMENTO SALUS di Teresa Soldani

Il Gip ha autorizzato l’ispezione, il concessionario potrà dimostrare l’inesistenza degli abusi contestati

di Teresa Soldani

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opo il sequestro e la conseguente chiusura, al concessionario dello stabilimento Salus di Ostia viene finalmente data la possibilità di dimostrare l’inesistenza degli abusi contestati. È una vicenda che va avanti da tempo e che coinvolge anche i tanti dipendenti della struttura. A marzo del 2022 gli agenti della Polizia Municipale di Ostia hanno posto i sigilli per abuso edilizio allo stabilimento Salus ed al ristorante Soul & kitchen, in Via Paolo Toscanelli 117, a Ostia. A quasi due mesi dal giorno del sequestro il Gip Paolo Andrea Taviano ha ora firmato un provvedimento che accoglie l’istanza dell’attuale gestore dello stabilimento ad accertare gli abusi contestati, permettendo così agli agenti della Polizia locale ed ai tecnici dell’Ufficio municipale preposto di fare un sopralluogo. Il procedimento penale sarebbe riferito ad un abuso edilizio risalente addirittura al 1994 con la realizzazione di un ampliamento di 3 mq nel primo piano dell’edificio principale. nel 2014 il Tribunale di Roma mise all’asta, per fallimento, la concessione data alla società ABC Beach, e lo stabilimento venne quindi legalmente ceduto con benestare e controllo del Tribunale stesso.

DDopo la vendita, tuttavia, la Procura sequestrò tutta la struttura, ad eccezione della cabine balneari, senza citare alcun aumento di cubatura, ma a causa di una serie di difformità quali: la posizione di alcune fioriere, uno scivolo per disabili posizionato davanti a un bagno, una tettoia, un campo di calcetto ed altre variazioni minori che il proprietario avrebbe sanato poco dopo, contestando contestualmente come gli abusi, commessi quasi 30 anni prima, non potessero essere un onere a suo carico. Con queste premesse fu presentato infatti un ricorso al Tribunale del Riesame che fu però respinto poiché il ricorso sarebbe dovuto essere stato presentato dal concessionario del 1994, che ormai però non esiste più. Secondo l’attuale proprietario, dei 5 abusi indicati nel sequestro, per 4 sarebbe in possesso di regolare licenza edilizia e per l’ultimo, una tettoia, avrebbe già provveduto a smantellarla da mesi. Con questo nuovo provvedimento, la speranza del concessionario è che l’ispezione, che dovrà essere organizzata dal X Municipio, permetta di fare chiarezza e soprattutto di non pregiudicare l’imminente stagione balneare del Salus, per il quale lavoravano 35 dipendenti che sono stati mandati a casa a causa di questa intricata vicenda.