Nailpro Maggio/Giugno 2017

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L Focus

o smalto è uno dei primi cosmetici con cui entriamo in contatto da ragazze: le unghie dipinte delle nostre mamme ci attirano fin da bambine e, appena ne abbiamo l’età, ci divertiamo a scambiare colori e boccettini con le amiche, trascorrendo interi pomeriggi a dipingere le nostre e le loro unghie con i colori più bizzarri. Certo, lo smalto che usavamo da adolescenti non ha niente a che vedere con lo smalto come lo conosciamo oggi. Ai laboratori cosmetici dobbiamo formulazioni sempre più avanzate, sicure per la salute e per l’ambiente, dalla brillantezza e dalla durata incomparabili rispetto al passato. Ecco le tappe più importanti del percorso che ha portato lo smalto a diventare uno dei prodotti di bellezza più amati dalle donne di tutto il mondo.

Un Po’ di Storia

Quando è nato lo smalto? Se è vero che in alcune parti del mondo le donne usavano dipingere le unghie e la pelle delle mani con l’henné già diverse migliaia di anni fa, è difficile stabilire una data univoca per la nascita dello smalto “moderno”. Questo perché, dalla prima pasta in polvere fino ai moderni boccettini con pennello professionale incorporato, le evoluzioni sono state tante e tutte, in qualche misura, radicali. Lo smalto, insomma, non è nato dal colpo di genio di un singolo ma, come spesso accade, da un processo che ha visto - e ancora vede - diversi attori protagonisti. È il 1850 quando fa la sua comparsa un primo, rudimentale smalto per unghie sotto forma di pasta in polvere. Si tratta essenzialmente di un lucidante, rigorosamente trasparente, in linea con l’ideale vittoriano di bellezza discreta e morigerata; questo non vieta tuttavia ad alcune donne di donare una leggera sfumatura colorata alla manicure aggiungendo un balsamo rosato. Per vedere il primo smalto liquido colorato bisogna comunque aspettare il 1924, quando Cutex e Glazo convertono la vernice per automobili in un prodotto per colorare le unghie; sempre Cutex, quattro anni dopo, lancia il primo solvente a base di acetone per l’uso domestico. Il 1932 è un anno decisivo: dopo aver lavorato come rappresentante per un’azienda di cosmetici del New Jersey, Charles Revson fonda, insieme al fratello e al chimico Charles Lachman, il brand Revlon. Lucido e duraturo, lo smalto Revlon è una rivoluzione: la sua formulazione a base di pigmenti colorati - e non più di vernice - ricopre le unghie invece di “macchiarle”. Nel tempo, di pari passo con il miglioramento nella composizione chimica, gli smalti si diversificano anche in termini di colore e finish. Negli anni ‘70 nasce il glitter e le unghie colorate diventano uno status symbol, oltre che un mezzo di comunicazione: si pensi alla manicure laccata di rosso, sinonimo di una donna indipendente e seduttiva, o a quelle nero pece esibite come simbolo di trasgressione dai musicisti punk alla Lou Reed.

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BEAUTY FORUM NAI L PRO 3/2017

Formulazioni più Sicure

Nel corso degli anni, la ricerca ha reso gli smalti più brillanti, coprenti e pigmentati, agevolandone la stesura e permettendo di ottenere unghie perfettamente laccate in pochi, semplici passaggi. La grande attenzione dedicata alla loro composizione chimica, tuttavia, ha avuto anche un altro obiettivo: quello di rendere lo smalto un prodotto sempre più sicuro per la salute, smantellando ad uno ad uno quegli allarmismi (il più delle volte infondati) che da anni circolano sulla sua presunta pericolosità. I primi ingredienti “problematici” a essere eliminati da molti brand - benché le diverse legislazioni ne consentano l’utilizzo in piccole percentuali -, sono stati DBP (dibutilftalato), Toluene, Formaldeide e Canfora, seguiti a stretto giro dalla Resina di Formaldeide. Sono nati così i cosiddetti smalti “Big 5 Free”, privi cioè di queste cinque sostanze potenzialmente nocive per la salute. Alcuni produttori hanno provveduto a ripulire progressivamente le loro formulazioni da altri ingredienti controversi, arrivando a proporre sul mercato smalti con certificazione “7 Free” e, di recente, “10 Free”.

La Svolta Green

In anni recenti, significativo è stato anche l’impegno di diversi brand nella creazione di smalti “green”, rispettosi non solo della salute di chi li indossa, ma anche dell’ambiente. Una tendenza in linea con il generale risveglio della sensibilità ecologica in ampi strati dell’opinione pubblica, che ha reso i consumatori sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti che acquistano. Ecosostenibili tanto nella formulazione quanto nel packaging - preferibilmente riciclato -, questi prodotti sono in genere anche “cruelty-free”, ovvero non testati sugli animali. Un ulteriore passo avanti è stato fatto con la nascita degli smalti vegan-friendly, formulati con un’elevata percentuale di materie prime di origine vegetale e privi di qualunque ingrediente di derivazione animale. Come riconoscerli? Non è necessario scorrere


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