Nailpro Gennaio/Febbraio 2017

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Giada Sassu

I

nauguriamo un nuovo anno di interviste esclusive con uno dei personaggi più noti del panorama nail italiano: Giada Sassu, volto di Indigo in Italia e insegnante richiestissima da chi desidera imparare questa professione. Incontriamo Giada proprio in occasione di un suo corso, intenta a correggere e strigliare, ma anche a lodare e incoraggiare le sue allieve. La formazione sarà un tema ricorrente della nostra chiacchierata. Prima di arrivarci, però, vogliamo sapere di più sulla sua storia, sul suo incontro con il mondo delle unghie e sui segreti del suo successo. Chi è davvero Giada Sassu?

Quando e come è nata la tua passione per il mondo delle unghie? Ho cominciato il mio percorso professionale come estetista, tantissimi anni fa. Con le unghie, però, ho sempre avuto un rapporto conflittuale: sono stata e sono tuttora un’onicofagica incallita, al punto che c’è stato un periodo in cui mio padre era arrivato a implorare i miei amici di escogitare un modo per farmi smettere! Quando ho scoperto che esisteva la possibilità di trasformare le mie unghie, e mettere così un freno al brutto vizio di mangiarmele, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della ricostruzione. Si trattava, all’inizio, di un interesse del tutto personale. Ho seguito i primi corsi quando esisteva soltanto l’acrilico, quando la ricostruzione unghie era considerata un lusso e poteva costare anche 250.000-300.000 lire. Con il tempo è diventata molto più accessibile, oggi

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BEAUTY FORUM NAI LPRO 1/2017

è un bene quotidiano per moltissime donne; se questo da una parte è positivo, dall’altra ha portato a un mercato che, purtroppo, è spesso “ostaggio” di figure poco serie e poco professionali.

Ho da poco conseguito la qualifica di giudice INJA e, per prepararmi, mi sono rivolta al collega e amico Antonio Sacripante. Il quale mi ha chiesto cosa mai avessi ancora da imparare!

L’interesse personale si è trasformato poi in una professione vera e propria: come ricordi quel periodo?

Da nail designer a volto di un’azienda, fino a diventare un punto di riferimento per l’intero settore nail: come hai vissuto questo salto?

Circa 5-6 anni fa fui contattata da un’azienda del settore, presso cui lavorai per qualche mese. Poi l’incontro con Indigo, in Polonia: l’azienda mi chiese esplicitamente di diventare loro distributrice e mi diede la fiducia necessaria per iniziare a insegnare. Divenni immediatamente Educator e, anche se l’insegnamento non era mai stato tra le mie ambizioni e non mi sentivo pronta, decisi di buttarmi in questa nuova avventura. Ancora oggi, tuttavia, la mia più grande passione è imparare, piuttosto che insegnare.

Portare Indigo in Italia ha richiesto molto impegno, perché il brand era sconosciuto nel nostro Paese. Ho iniziato a proporre modifiche e migliorie ai prodotti: chi meglio di una persona che ci lavora tutti i giorni è in grado di suggerire cambiamenti e innovazioni? La maggior parte delle aziende del settore è guidata da persone che non lavorano sulle unghie, ma che fanno semplicemente business: comprano, etichettano e mettono sul mercato. Se di me si parla tanto, se


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