WOR(L)DS #3

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Retrogusto piccante in fondo alla gola. Un Bloody Mary rosso, rosso. Chiudo gli occhi mentre mi massaggio il piede, ferito da una conchiglia spezzata, laggiù sulla spiaggia bianca. La penna corre veloce sulle pagine del diario, che mi regalò la nonna. Sì, ancora quello con il lucchetto, così demodé nell’era di internet, ma sicuro al pari di un confessionale. La storia scivola fuori, scorre ineluttabile come sabbia in una clessidra: definisce il tempo della ripresa, il tempo del ricominciare d’accapo e ridimensiona tutto il resto, perdendolo nel non scritto. Scrivendo ho estratto le spine che lui mi aveva lasciato. Ogni riga una spina. Ogni riga una nuova me stessa, su cui scrivere altre parole ancora. E non rimane che quella palla di vetro, con il Colosseo che sbiadisce sotto la neve… Da fare a pezzi con una pietra appuntita. Nota a margine di una storia in continuo divenire.

MARTHA


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