Manifesto di Barca

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contributo: lo fa riducendone il costo, assicurandone la non manipolazione e offrendo la possibilità di verificare l’utilità del proprio contributo attraverso il numero di connessioni39.

Ma la Rete non può in alcun modo assicurare l’“approfondita disamina dei problemi”, la “fase necessariamente lenta, problematica, riflessiva della discussione”40, il confronto acceso e ragionevole che sono richiesti dalla complessità dei problemi stessi e dalla necessità di “inventare” soluzioni per l’azione pubblica che ancora non esistono. Solo supponendo che la conoscenza richiesta per assumere decisioni di buon governo sia assai limitata, solo negando il processo laborioso e sofferto di confronto fra conoscenze e interessi diversi che ogni azione pubblica “giusta” richiede, solo supponendo che le soluzioni siano già tutte pronte e non debbano viceversa essere costruite, caso per caso, si può pensare che il processo decisionale, e dunque l’input dei cittadini ai governanti, sia esaurito dalla Rete. Ma questo assunto è errato41, proprio come errato è l’assunto minimalista della concentrazione in poche teste di ciò che c’è da sapere. La Rete può allora dare ai partiti uno straordinario slancio nel giocare la partita dello sperimentalismo, consentendo e costringendo il processo deliberativo a essere aperto. Non può sostituirsi ai partiti. Le “idee” – torna ad argomentare anche una parte del pensiero economico egemone42, dopo l’ubriacatura di un trentennio – sono strumento decisivo del cambiamento, perché determinano gli obiettivi che la classe dirigente decide di perseguire – il potere, il denaro, il giudizio storico – , la sua valutazione del contesto, l’arco delle strategie fra cui

essa

è

convinta

di

poter

scegliere.

Sono

le

idee,

talora

maturate

endogenamente, talora portate anche in modo traumatico dall’ “esterno”, a poter rompere l’equilibrio perverso di élite estrattive, non solo rinnovandole ma anche facendo loro “cambiare la testa”; cioè convincendole a giocare una partita che è di interesse generale. La fucina di queste idee, che richiede luoghi fisici di confronto

39 Cfr. ancora Cottica, A. (2010) e i suoi numerosi esempi di “contributo” in stile Wikepedia. Cfr. anche http://www.eticaeconomia.it/wikicrazia.html. 40 Cfr. ancora Revelli, M. (2013), pp.120-121. 41 Su questo punto cfr. anche Morozov, E. (2011), The Net delusion. The dark side of internet freedom, PublicAffairs; Morozov, E. (2011) L’ingenuità della rete. Il lato oscuro della libertà di internet, Codice Edizioni, Torino. 42 Cfr. Rodrik, D. (2013), The Tyranny of Political Economy, [http://www.project-syndicate.org/commentary/howeconomists-killed-policy-analysis-by-dani-rodrik]; La tirannide dell’conomia politica [http://www.projectsyndicate.org/commentary/how-economists-killed-policy-analysis-by-dani-rodrik/italian]. Rodrik riconosce che la lettura economicistica del comportamento politico esclusivamente in termini di interessi particolari ha oscurato il fatto che “i cambiamenti economici spesso avvengono non quando gli interessi particolari sono sconfitti, ma quando cambiano le strategie utilizzate per perseguirli”.

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