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Digital House Ecco lo standard per l'hi-tech della casa
HOME AUTOMATION
digital house OCCORRE LO STANDARD PER L’HI-TECH DELLA CASA
Se la home automation si diffonde solo ora, a 30 anni dalla esplosione di internet a livello consumer, dipende anche dalla confusione generata dalle aziende produttrici di dispositivi e sistemi domotici. Come è avvenuto agli albori dell’informatica, ognuno ha proposto la sua soluzione, il suo ambiente operativo, incompatibile con quello dei concorrenti. Vi ricordate? All’inizio c’erano Amiga, Atari, Sinclair, Macintosh, Ibm, Sun, Unix... Un caos. Per quanto riguarda i computer, per gli utenti alla fine hanno prevalso due ambienti: quello Microsoft (Windows) e quello Apple (con MacOs e iOs per i tablet e iPhone), con una piccola nicchia riservata a Linux per gli esperti. Per la home automation non è stato così e si è riproposta la gara tra diversi software incompatibili. Ma le cose potrebbero migliorare. Apple, Amazon, Google, Zigbee e altre 170 società, infatti, stanno collaborando per sviluppare lo standard chiamato Chip, che dovrà superare il problema delle incompatibilità. I primi dispositivi che funzionano con la tecnologia Chip potrebbero arrivare già entro la fine di quest’anno. Il gruppo di lavoro per arrivare a una piattaforma comune è nato nel 2019 e l’approvazione di questo standard open source era già previsto per quest’anno, ma la pandemia ha rallentato i lavori e creato ritardi. Lo standard Chip non ha niente a che fare con i processori dei computer, chiamati comunemente con lo stesso nome. È, invece, una sigla che significa Connected Home over Ip, cioè casa connessa con lo standard Ip, l’Internet protocol che è alla base del web. Nelle intenzioni, la piattaforma faciliterà l’utilizzo di dispositivi per la casa smart sicuri, affidabili e semplici. Un ambiente software condiviso dalle diverse aziende, un po’ come è avvenuto per lo standard per le porte Usb, permetterà di rendere più facile creare dispositivi compatibili, anche con i servizi degli assistenti vocali Alexa (Amazon), Siri (Apple) e Google. Per raggiungere l’obiettivo, le società che partecipano al gruppo di lavoro sono partite dalle tecnologie esistenti già impiegate per la domotica, tra cui Apple HomeKit, Alexa Smart Home, Google Weave e Zigbee Dotdot. I dispositivi per la casa smart che utilizzeranno lo standard Chip potranno comunicare tra loro tramite Bluetooth per la configurazione iniziale, ma potranno allacciarsi anche alla rete wi-fi di casa, e Thread (vedi YouTrade di maggio) per la connettività. Secondo gli esperti di tecnologia, appena lo standard sarà approvato in via definitiva i dispositivi con lo standard Chip saranno messi subito in circolazione. Apple, per esempio, potrebbe rilasciare un aggiornamento software per impiegare lo speaker smart come centralina per la casa smart.
di Giuseppe Rossi