YouTrade settembre 2019

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MUOVIAMOCI

Materiali senza segreti con Iot e codice a barre

U

no dei problemi che le aziende di distribuzione e commercializzazione si trovano a dovere affrontare è l’identificazione dei materiali per migliorare i processi logistici interni ed esterni. Identificare il materiale significa essere in grado di riconoscerlo in tempi brevi e senza errori. Le tecnologie da molti anni hanno messo a disposizione una serie di strumenti che ne permettono l’identificazione. Uno dei sistemi più noti è sicuramente il codice a barre. Per chi vuole commercializzare il proprio prodotto attraverso le catene della grande distribuzione o venderlo on line utilizzando le principali piattaforme di vendita, il codice a barre è obbligatorio. In particolare lo standard da adottare è il Gs1-13

o Gs1-8 (ex E an 13 e E an 8). In questo caso l’emissione dei codici a barre è regolamentata dal consorzio Gs1, struttura internazionale che garantisce l’unicità del codice a barre per ogni prodotto in oltre 140 Paesi nel mondo. Il codice a barre è sicuramente un ottimo strumento per rendere automatica la lettura di un codice prodotto, evitando tempi di trascrizione e possibili errori. Attualmente esistono molti standard, da quello solo numerico a quello che permette di codificare anche le lettere (Code 39 o Code 128) utile per quelle aziende che nella codifica dei propri prodotti usano anche i caratteri dell’alfabeto. Altro sistema di codifica è rappresentato dai codici a barre bidimensionali (standard Datamatrix, QrCode,

P df417) i quali permettono di raccogliere in uno spazio limitato molte più informazioni rispetto al barcode lineare. Facendo un salto tecnologico in avanti, eliminando la necessità di una lettura ottica, da alcuni anni si sta usando l’etichetta Rfid (Radio Frequency Identification). Con l’etichetta elettromagnetica le informazioni possono essere lette da un’antenna, permettendo efficienza e rapidità nelle fasi di identificazione della merce. Unico argomento da considerare con il Rfid è l’effetto Faraday, ovvero la difficoltà di lettura nel momento in cui l’etichetta sia posta a contatto con materiali conduttori (metalli o liquidi). Vale la pena introdurre due nuove tecnologie, non ancora molto diffuse: Beacon e Iot. I Beacon sono dispositivi che possono essere dotati di sensori (posizione, temperatura, umidità), possono registrare dati, i quali possono essere recuperati attraverso il canale Bluetooth da un dispositivo dotato di apposita applicazione. Infine, esistono i sistemi di identificazione Iot: sono quelli più evoluti al punto che permettono un monitoraggio della merce in tempo reale attraverso la connessione e la trasmissione delle informazioni attraverso la rete Internet. Proprio il concetto di real time differenzia il dispositivo Iot, consentendo di monitorare oltre allo stato, anche la sua posizione. Se un tempo tali tecnologie erano insostenibili per il loro costo, oggi chiunque può acquistare un dispositivo Iot da integrare alla merce da monitorare. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)

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