3giorni_di_charme_e_2cene_2012_sfogliabile

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non per la presenza di questo aroma. Non possiamo non citare il Culatello di Zibello, lo Speck dell’Alto Adige e il prosciutto, termine che deriva dal latino “prae exuctus” che vuol dire “prosciugato”. Il più celebre e senza bisogno di presentazioni è sicuramente il San Daniele. Dalla gola del maiale deriva il guanciale, salato e conciato in diversi modi nelle diverse regioni: aglio, salvia e rosmarino nel Lazio, sale in Emilia Romagna. Attraverso la luganega trentina passiamo ai formaggi. Tra l’Asiago, lo stravecchio è davvero strepitoso. Dolce e aromatico il piemontese Bra, mentre legato alla transumanza delle greggi è il Canestrato pugliese che deve il suo nome ai canestri di giunco dove viene stagionato: friabile, ha un sapore marcato. Un tagliere che si rispetti deve terminare con gli erborinati. Il più celebre? Il Gorgonzola, nato nel XII sec. nelle Prealpi lombarde. Ma non ci può sfuggire un cenno al vero simbolo italiano: la Mozzarella di bufala campana. Qualche consiglio: la crosta deve essere bianca porcellana, molto sottile e lucente; al taglio deve fuoriuscire un po’ di siero. Come degustarla? Rigorosamente a temperatura ambiente.


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