WIRPLUS Aprile 2013

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S U L P WIR nca WIR aprile 2013 a B a ll e d ti n e li c   Rivista per i

che appartiene tà ie c so , G A g easin r, CEO della IG L e ld ta S t a e B 16 Banca WIR giugno 2013 0 3 l a o n fi e per il 50 % alla in i depositi a term su e n io z o m ro p 12 Novità: r tutti i clienti e p IR W R O IB L redito 18 Novità: c


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WIRPLUS aprile 2013

0,0..% Editoriale

La Banca nazionale svizzera ha fissato il margine obiettivo del tasso LIBOR a 3 mesi tra lo 0,00 e lo 0,25 %. Nel 1° trimestre 2013 il LIBOR a 3 mesi quotava allo 0,012 %. A chiusura di redazione il tasso per il 2o trimestre non era ancora noto ma, anche se fosse leggermente salito, non dovrebbe scostarsi di molto dal livello 0,0 %. La Banca WIR reagisce a questa situazione offrendo da subito il credito LIBOR WIR con un tasso d’interesse massimo uguale a quello del credito LIBOR valido alla fine del rispettivo trimestre, ovvero praticamente pari allo zero percento (pag. 18)! Un contesto propizio ai beneficiari di crediti non deve preoccu­ pare i risparmiatori: la Banca WIR è infatti in grado di offrire anche agli investitori condizioni eccellenti, tra le più vantaggiose in Svizzera. Oltre alle condizioni interessanti per i prodotti previ­ denziali TERZO (pilastro 3a) e al conto di libero passaggio, il bonus per nuovi capitali e parti ordinarie sul conto investimento (pag. 10) e l’iniziativa per depositi a termine (pag. 12) offrono ai risparmiatori un rifugio sicuro e certamente più redditizio del materasso o del barattolo di marmellata (pag. 8). Con un totale di bilancio che per la prima volta supera i 4 ­miliardi di CHF/CHW, la Banca WIR sorpassa più di una banca cantonale

(pag. 4). Affinché i clienti possano utilizzare maggiormente la Banca WIR quale loro prima banca è prevista un’ulteriore espan­ sione della gamma di prodotti e servizi. Una delle misure già ­perfezionate alla fine del 2012 è la partecipazione a IG Leasing AG a Dietlikon, che offre prodotti di leasing industriali e com­ merciali alle imprese (pag. 14). La crescita della Banca WIR non conosce sosta e la sua solidità è riconosciuta ufficialmente: una delle maggiori banche cantonali le ha conferito una «A», il miglior rating che un istituto finanzia­ rio attivo a livello regionale e nazionale può conseguire. Per assi­ curare la crescita anche in futuro e far fronte a ulteriori inaspri­ menti delle disposizioni in materia di mezzi propri, quest’anno è previsto un aumento di capitale (pag. 7). In occasione dell’as­ semblea generale che avrà luogo il 22 maggio a Basilea i soci decideranno su questa proposta del consiglio di amministrazione. L’aumento di capitale ha anche lo scopo di ampliare a medio e lungo termine la base di investitori e favorire l’ulteriore radica­ mento della Banca WIR società cooperativa nel ceto medio ­svizzero.

Daniel Flury

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Sommario

PAGINA 16

PAGINA 22

Supporto alle PMI: Beat Stalder è il CEO di IG Leasing AG, società attiva nel campo del leasing su beni d’investimento per le PMI

«Ozeanium»: entro il 2019 a Basilea ospiterà anche degli squali, nelle immediate vicinanze di Banca WIR

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4 Eccellente risultato di esercizio Chiusura annuale 2012

7 Aumento di capitale 8 «Formiche» sotto al materasso? 10 Quadruplicare - da noi è possibile 12 Promozione sui depositi a termine della Banca WIR 14 Leasing conveniente La Banca WIR partecipa alla società IG Leasing AG 16 «Parliamo la lingua delle PMI» Intervista a Beat Stalder, direttore della IG Leasing AG

18 Credito LIBOR WIR Nuovo prodotto di credito destinato a tutti i clienti della Banca WIR

20 www.bancawir.ch

Tecnologicamente all’avanguardia

22 «Ozeanium» allo zoo di Basilea 28 7 domande per l’apprendista 30 Miglioramento dei diritti per i vizi della cosa dei consumatori 32 Vendere – a livello emozionale e razionale PAGINA 7 Aumento di capitale 2013: a maggio l’assemblea generale porrà basi importanti per la crescita della Banca WIR

34 Azioni al portatore: game over? 36 Chi finanzia lo Stato? Dott. Richard Schwertfeger

39 Notizie papali Colonna di Willi Näf

40 Cartoon 41 Appuntamenti 3


WIRPLUS aprile 2013

Eccellente risultato di esercizio Chiusura annuale 2012

Al 31 dicembre 2012, la Banca WIR ha raggiunto un altro importante traguardo: la somma di bilancio ha superato per la prima volta la soglia dei 4 miliardi ed è ora attestata a 4,013 miliardi CHF/CHW, pari a una crescita del 3,3%. Anche i depositi clienti in CHF hanno superato la soglia di un altro miliardo, salendo da 1,97 miliardi CHF a 2,05 miliardi CHF (+3,8%). Nel 2012, il volume complessivo dei crediti è cresciuto in modo ancora più robusto rispetto al 2011, ossia del 6,6% (anno precedente: 5%) raggiungendo quota 3,53 miliardi CHF/CHW. L’utile annuo è salito del 5,5% a 12,64 milioni CHF. Anche quest’anno, l’assemblea generale del 22 maggio proporrà – per la settima volta consecutiva dal 2007 – un aumento dei dividendi, più precisamente da CHF 8,85 a 9 CHF (+1,7%).

Con prodotti e servizi concorrenziali, la Banca WIR ha evidenzia­ to un’evoluzione molto positiva anche nel 2012. È stato possibile consolidare e ampliare ulteriormente tutti i campi di attività. A causa del perdurare dello scenario di tassi bassi, non si è ancora riusciti a creare i presupposti per un’inversione di tendenza nella cifra d’affari WIR nonostante svariati sforzi – tra cui ad esempio l’app WIRGASTRO, il credito SPLIT allo 0,5% e il credito d’investi­ mento LIBOR in WIR. Se la moneta WIR quale mezzo di paga­ mento era meno al centro dell’attenzione delle PMI rispetto al 2011, ciò è in netto contrasto con il grande interesse che il siste­ ma WIR suscita nelle regioni europee in crisi. Le parti ordinarie hanno resistito agli alti e bassi delle borse atte­ standosi a 365 CHF a fine dicembre 2012, ossia allo stesso corso di fine dicembre 2011. Se il dividendo annuo verrà aumentato di 0.15 CHF a 9 CHF secondo la proposta del consiglio di ammini­ strazione all’assemblea generale del 22 maggio 2013, il rendi­ mento del dividendo ammonterà al 2,5%.

c­ rescita del volume complessivo dei crediti è da ricondursi alla robusta crescita in CHF. Mentre il volume di credito in WIR è sceso di 26,1 milioni CHW a 855,3 milioni CHW (–3%), il volume di credito in CHF è salito del 10%, ossia di 243 milioni CHF a 2,67 miliardi CHF. Conformemente alle aspettative, le ipoteche a tasso fisso hanno acquisito ulteriore popolarità e rappresentano ora oltre la metà, ossia il 54%, delle ipoteche (2011: 47%). Tale crescita è avvenuta a scapito sia delle ipoteche a tasso variabile (12%; anno prece­ dente: 16%) sia delle ipoteche LIBOR che rappresentano il 34% dei crediti ipotecari (anno precedente: 37%).

Investimenti finanziari Nel 2012, la Banca WIR ha ridotto i rischi nel settore dei titoli, con un conseguente calo degli investimenti finanziari (cfr. tabel­ la) di 78 milioni CHF a 232 milioni CHF (–25,1%). Come l’anno precedente, tali mezzi sono stati destinati soprattutto al rifinan­ ziamento delle operazioni di credito.

Volume creditizio Il volume complessivo dei crediti (cfr. tabella: la somma delle po­ sizioni «Crediti verso clienti CHF/CHW» e «Crediti ipotecari CHF / CHW») è ora pari a 3,53 miliardi CHF/CHW. L’aumento di tutto rispetto del 6,6% riflette la solidità del settore edilizio svizzero, fortemente guidato dai tassi d’interesse a livelli minimi da record e da un’immigrazione elevata. Quest’ultima porta a un rafforza­ mento della piramide dell’età nella fascia dei ventenni sino ai cinquantenni, i quali richiedono sempre più spesso abitazioni in locazione e case unifamiliari. Come negli anni precedenti, la 4

Depositi clienti CHF Per quanto riguarda gli impegni nei confronti della clientela CHF (cfr. tabella) si è superata per la prima volta la soglia dei 2 mi­ liardi. Con 2,048 miliardi CHF, il loro volume è cresciuto del 3,8%. Ancora una volta sono stati soprattutto i prodotti previ­ denziali TERZO (depositi del pilastro 3a) con 677,8 milioni CHF e il conto di libero passaggio con 323,2 milioni CHF a mettere a segno la crescita più consistente. In termini di volume, la quota maggiore degli impegni nei confronti della clientela è tuttora


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­costituita da averi depositati su conti di investimento per un ammontare di 775,5 milioni CHF (–0,14%). Con oltre il 18%, la posizione «Altri impegni nei confronti della clientela CHF» – fra cui a titolo esemplificativo i depositi a termine, conti cauzione affitto o i conti correnti – è cresciuta in modo significativo, più precisamente a quota 268,3 milioni CHF. Dato che il volume dei crediti in CHF ha registrato con il 10% un aumento ampiamente più consistente degli impegni nei con­ fronti della clientela, il grado di copertura dei prestiti in CHF è sceso dall’81,3% al 76,6%.

Depositi clienti CHW A fine dicembre 2012, il volume del denaro WIR (cfr. tabella) era pari a 769,9 milioni CHW, ossia in calo del 2,8%. Gli averi medi in CHW di un partecipante WIR ammontano a CHW 13 800.

Capitale proprio prima della ripartizione dell’utile Il capitale proprio prima della ripartizione dell’utile (cfr. tabella) è aumentato del 5,4% a 359,1 milioni CHF. Con un grado di coper­ tura dei mezzi propri del 168%, i mezzi propri effettivamente disponibili sono pertanto ampiamente superiori ai requisiti di legge (120%). Anche il rapporto fra capitale proprio e attivi pon­ derati in funzione del rischio – la cosiddetta quota di capitale proprio o coefficiente BIP – è di tutto rispetto: pari al 13,44% è leggermente inferiore al dato di fine 2011 (13,6%), ma tuttora ampiamente superiore all’11,2% prescritto da Basilea III per un istituto finanziario delle dimensioni della Banca WIR. La solidità della Banca WIR è stata inoltre riconosciuta ufficial­ mente da una delle più grandi banche cantonali che le ha asse­ gnato il rating «A», che è il miglior giudizio conseguibile da un istituto finanziario svizzero operante a livello regionale e nazio­ nale. Dato che si prospetta un inasprimento delle prescrizioni in materia di mezzi propri, occorre continuare a prestare particolare attenzione al rafforzamento del capitale proprio. Ciò deve avve­ nire anche perché la Banca WIR è in crescita e i prestiti devono essere adeguatamente sostenuti con mezzi propri.

Risultato delle operazioni su interessi Il risultato delle opparazioni su interessi (cfr. tabella) è aumenta­ to del 12,5% a 48,3 milioni CHF. Senza proventi da interessi e dividendi sui portafogli di negoziazione e investimenti finanziari, questa posizione è salita di ben il 26% – da 28,1 milioni a 35,4 milioni CHF – un aumento riconducibile al maggiore volume dei crediti con al contempo interessi passivi più bassi rispetto all’an­ no precedente. È evidente che la contrazione dei margini – quasi dimezzati, come quelli di altri istituti tra il 2007 e 2012 – rende indispensabile anche in futuro una crescita robusta dei prestiti per aumentare il risultato delle operazioni su interessi.

Risultato da operazioni in commissione e da ­prestazioni di servizio Questa posizione (cfr. tabella) comprende principalmente i pro­ venti da commissioni sul sistema di compensazione WIR. Dato che questo fatturato WIR è diminuito nel 2012 del 6% a 1,457 miliardi CHW, non è stato raggiunto il ricavo dello scorso anno da operazioni in commissione e da prestazioni di servizi dell’am­ montare di 29,86 milioni CHF. Con 28,96 milioni CHF, a fine 2012 era sceso del 3%. Il binomio economia interna vivace e tassi ­d’interesse a minimi storici non è confacente al sistema WIR. Il fatturato WIR in calo mostra chiaramente che i tassi d’interesse sui prestiti in WIR, sempre bassi per motivi storici, perdono at­ trattiva quando anche il settore CHF offre condizioni di credito estremamente vantaggiose. Con carnet di ordini pieni vi sono inoltre insufficienti incentivi per acquisire nuovi clienti tramite il sistema WIR e incrementare il fatturato. Occorre ribadire che in caso di rialzo dei tassi d’interesse sono avvantaggiate le PMI finanziate con crediti in WIR, perché erano e rimangono sempre convenienti.

Costi dell’esercizio I costi dell’esercizio (cfr. tabella) sono saliti del 3,9% a 45,77 mi­ lioni CHF/CHW. Mentre le spese per il personale sono rimaste stabili con 27,9 milioni CHF (+0,1%), le spese generali e ammini­ strative sono aumentate di 1,68 milioni a 17,87 milioni CHF / CHW. Tali costi sono stati generati principalmente dall’acquisto di un centro di calcolo moderno, con cui la Banca WIR è ora all’avanguardia anche a livello tecnologico e di sicurezza.

Costituzione di riserve Mentre nel 2011 le riserve per i rischi bancari generali sono rima­ ste invariate a 78 milioni CHF, ora sono state aumentate a 91,5 milioni CHF. Alle riserve libere saranno assegnati altri 12,5 ­milioni CHF che vanno ad aggiungersi ai 12 milioni CHF del 2011. Il divi­ dendo per le parti ordinarie – circa 7,9 milioni CHF, ossia il 62,9% dell’utile annuo di CHF 12,64 milioni – viene prelevato dalle ­riserve per investimenti di capitale. In questo modo, gli investi­ tori che detengono parti ordinarie nel patrimonio privato benefi­ ceranno di una distribuzione esente da imposta sul reddito e da imposta preventiva.

Prospettive Per poter ampliare la sua gamma di servizi finanziari, a fine 2012 la Banca WIR ha acquistato una partecipazione del 50% nella ditta IG Leasing AG con sede a Dietlikon. Questa scelta consente alla Banca di entrare nel mercato in crescita del leasing di beni di investimento e di offrire ai clienti PMI prodotti e servizi possibil­ mente da un’unica fonte. Prendendo la somma di bilancio quale 5


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particolare l’iniziativa promozionale sul deposito a termine che durerà sino a fine giugno nonché il bonus sui nuovi fondi e sulle parti ordinarie sul conto investimento. I soci dovranno prendere una decisione importante nel corso dell’assemblea generale del 22 maggio 2013: considerata la pro­ babilità di un ulteriore inasprimento delle prescrizioni in materia di mezzi propri e nell’ottica di una crescita costante della Banca WIR, il consiglio di amministrazione richiede un aumento di ­capitale. Propone l’emissione di 44 200 parti ordinarie con diritto d’opzione e al massimo 21 800 parti ordinarie senza diritto ­d’opzione. Si mira così all’ulteriore ampliamento della base di ­capitale. La parte ordinaria della Banca WIR è un interessante valore secondario che dovrebbe figurare nel portafoglio degli ­investitori orientati sul lungo periodo.

metro di valutazione, la Banca WIR è oggi più grande di alcune banche cantonali: con la sua attività estesa in tutta la Svizzera è predestinata a diventare la banca primaria dei suoi clienti. Per raggiungere tale obiettivo sono pianificate ulteriori fasi di poten­ ziamento. Per essere ancora più vicina alla propria clientela, la Banca WIR aprirà la sua seconda agenzia a metà 2013 sul confine linguistico nel Vallese. Come la prima agenzia di Coira, anche quella nuova si occuperà primariamente delle questioni relative alla clientela PMI. Il sito web della Banca WIR sarà ampliata e più interessante a partire da aprile. Nell’ambito delle operazioni attive, la Banca WIR reagisce al per­ durare della fase di tassi bassi con il credito LIBOR in WIR. Questo prodotto è dotato di un tetto massimo del tasso d’interesse e nell’ambito della costruzione di abitazioni è destinato a tutti i clienti. D’altro canto, la Banca WIR è in grado di offrire tassi d’interesse estremamente allettanti sui capitali investiti. Va menzionata in

Daniel Flury

Voci selezionate relative al bilancio e conto economico

Relative al bilancio Crediti verso banche Crediti verso clienti in CHF/CHW Crediti ipotecari CHF/CHW Portafoglio di negoziazione in titoli e metalli preziosi Investimenti finanziari Depositi clienti CHF Depositi clienti CHW Obbligazioni e mutui fondiari Capitale proprio (prima della ripartizione dell’utile) Totale di bilancio

2012

2011

Variazione Percentuale

28 328 478 743 692 611 2 781 317 317 133 984 724 232 040 055 2 047 509 108 769 876 621 585 200 000 359 059 139 4 012 678 355

42 950 418 729 416 672 2 578 704 455 133 843 082 309 966 417 1 973 264 400 792 274 389 548 200 000 340 740 898 3 886 147 102

–34,0 2,0 7,9 0,1 –25,1 3,8 –2,8 6,7 5,4 3,3

Relative al conto economico Risultato delle operazioni su interessi Risultato da operazioni in commissione e da prestazioni di servizio Rettifiche di valore, accantonamenti e perdite Costi dell’esercizio Utile dell’esercizio

48 253 678 28 961 345 45 773 292 897 448 12 641 641

42 906 136 29 858 387 44 072 741 666 021 11 987 107

12,5 –3,0 3,9 34,7 5,5

Le cifre dettagliate saranno pubblicate alla fine di aprile nel rapporto annuale 2012. I soci che inoltrano la loro adesione all’Assemblea generale del 22 maggio 2013 lo ricevono automaticamente. Dalla fine di aprile tutti gli altri clienti della Banca WIR interessati possono accedere al rapporto annuale – in tedesco oppure in francese – tramite il sito www.bancawir.ch oppure richiederlo alla Banca WIR.

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Aumento di capitale 2013 All’assemblea generale del 22 maggio i soci valuteranno la proposta del consiglio di amministrazione di effettuare un aumento di capitale. Questo quinto aumento di capitale, dopo quelli effettuati nel 1992, 2000, 2004 e 2007, è necessario soprattutto poiché la crescita del volume dei crediti prosegue senza sosta e la copertura eccedente, attualmente ancora confortevole, potrebbe essere rapidamente reputata insufficiente in base a eventuali futuri requisiti normativi.

Con 359,1 milioni CHF la Banca WIR dispone di una solida base dicapitale proprio: a fine 2012 il grado di copertura dei mezzi propri* ammontava al 168% e la quota di capitale proprio** al 13,44%. L’ineccepibile solvibilità della Banca WIR è riconosciuta anche da istituti terzi indipendenti. La Banca WIR vanta infatti un rating «A» presso una delle principali banche cantonali sviz­ zere. Si tratta del migliore giudizio di merito creditizio che possa essere ottenuto da un istituto finanziario svizzero attivo a livello regionale e nazionale. A metà febbraio, su richiesta della Banca nazionale svizzera, il consiglio federale ha deciso di attivare il margine di capitale ­anticiclico. Questo requisito, che fa parte del quadro normativo di «Basilea III», obbliga le banche in Svizzera a disporre di fondi ­propri supplementari per le ipoteche su immobili abitativi. Con questa misura il consiglio federale intende far fronte al surri­ scaldamento del mercato immobiliare. In generale, questo prov­ vedimento va inteso come un «avvertimento» in quanto il con­ siglio federale non ha prescritto il cuscinetto di capitale massimo del 2,5%, ma ha fissato un requisito dell’1%. La quota di capitale proprio del 13,44% della Banca WIR è netta­ mente superiore al livello previsto per legge dell’11,2%. Se si ­aggiunge il suddetto cuscinetto di capitale supplementare ne­ cessario da fine settembre 2013 dell’1%, la differenza tra la ­quota di capitale proprio prevista per legge e quella effettiva si riduce dal 2,26 all’1,26%. Se si considera la possibilità che il Con­ siglio federale incrementi il margine di capitale anticiclico di un ulteriore 1,5%, risulterebbe una leggera sottocopertura che con l’attuazione delle disposizioni in materia di fondi propri di Basilea III entro il 2019 dovrebbe essere eliminata. Per questo motivo, il consiglio di amministrazione della Banca WIR reputa opportuno effettuare sin d’ora un «moderato» aumento di capi­ tale per essere pronti ad affrontare un eventuale futuro inaspri­ mento delle prescrizioni in materia di fondi propri.

L’aumento di capitale ha naturalmente anche lo scopo di amplia­ re la base di investitori mediante l’emissione di nuove parti ordi­ narie e favorire l’ulteriore crescita della Banca WIR. Affinché la Banca WIR possa adempiere al proprio mandato cooperativo – ossia procurare un vantaggio economico alle PMI che hanno aderito al sistema di compensazione WIR – è indispensabile la concessione di crediti in WIR – e quindi anche l’emissione di ­crediti in CHF. Si tratta di una strategia efficace – come dimostra la forte e costante crescita del volume dei crediti – e che richiede un potenziamento del capitale proprio che potrà essere ottenuto non solo continuando a trattenere gli utili ma anche effettuando il previsto aumento di capitale. All’assemblea generale del 22 maggio verrà proposto di aumen­ tare il capitale sociale della cooperativa dagli attuali 17,68 m ­ ilioni CHF a 18,564 milioni CHF. A tal fine dovrebbero essere emesse 44 200 nuove parti ordinarie del valore nominale di CHF 20 con diritto di opzione. Verrà inoltre richiesto di consentire al consiglio di amministrazione di emettere all’occorrenza (nuovi soci, piano di partecipazione per collaboratori) entro due anni dall’assem­ blea generale deliberante al massimo 21 800 parti ordinarie sup­ plementari, senza diritto di opzione. Se la proposta del consiglio di amministrazione sarà accettata dall’assemblea generale, su WIRINFO e WIRPLUS di luglio forni­ remo ulteriori dettagli e informazioni sull’aumento di capitale.

Daniel Flury

* Grado di copertura dei mezzi propri: rapporto tra il capitale proprio ­effettivamente disponibile e quello richiesto per legge ** Quota di capitale proprio (coefficiente BRI): rapporto tra il capitale proprio e gli attivi ponderati in funzione del rischio

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«Formiche» sotto al materasso?

Alla fine del 2012 erano in circolazione 37 milioni di banconote da mille franchi, dette anche «formiche», una cifra mai raggiunta prima e pari al doppio di quanto registrato nel 2008. Si suppone che gli svizzeri – a testimonianza della scarsa fiducia nelle banche e del malumore per i tassi di interesse straordinariamente bassi – custodiscano sempre più spesso banconote di grosso taglio nella cassaforte di casa, quando non addirittura nascoste fra le pentole, i vestiti o sotto il materasso. Chi si interroga sul luogo più corretto, sicuro e redditizio per conservare il proprio denaro e confronta le condizioni aggiornate dei diversi istituti finanziari non potrà fare a meno di notare la Banca WIR.

Molte persone si erano appena rassegnate a denti stretti agli in­ teressi bassissimi sui propri risparmi, quando nel gennaio 2013 i giornali hanno annunciato novità ancora più drammatiche: dopo che già nel maggio 2012 la Banca nazionale aveva preso in con­ siderazione l’introduzione dei tassi negativi per gli investitori esteri, la Banca cantonale di Zurigo ha reso noto di aver appro­ vato la possibile introduzione di tassi negativi nelle proprie con­ dizioni di contratto. In altre parole: i risparmiatori non ricevereb­ bero più alcun interesse sul proprio credito, ma dovrebbero per contro pagarne uno. Sebbene l’effettiva introduzione di un tasso di interesse negativo sia altamente improbabile, vale la pena di confrontare costantemente le condizioni dei diversi istituti ­finanziari nel campo del risparmio, dei depositi a termine e della previdenza. Banca WIR non ha nulla da temere sotto questo pro­ filo, rientrando sempre fra le offerte migliori in quanto agli inte­ ressi corrisposti sui risparmi dei clienti. Alle pagine 10 –11 scoprirete come ottimizzare gli interessi del vostro conto investimento tramite l’acquisto di parti ordinarie di Banca WIR, fino a ottenere i miglior risultati di tutta la Svizzera.

consente di custodire e trasportare facilmente importi ingenti in uno spazio ridotto, nell’ambito della lotta contro il terrorismo il biglietto da 500 euro viene chiamato anche «Bin Laden». La ban­ conota da mille franchi svizzeri ha avuto più fortuna col suo so­ prannome, «formica», che fa riferimento all’immagine di una formica raffigurata sulla precedente serie del biglietto da mille. Quella attuale rappresenta lo storico Jacob Burckhardt, l’altare di Pergamo, il Pantheon e il Palazzo Strozzi di Firenze: a quanto pare tutti soggetti inadatti a fornire un nomignolo incisivo. Sotto il profilo criminale, tuttavia, si suppone che anche il biglietto da mille franchi svizzeri sia anch’esso al centro dell’attenzione di riciclatori di denaro sporco, evasori fiscali, trafficanti di droga e terroristi. Rispetto a «Bin Laden» consente infatti di trasferire senza dare nell’occhio somme ancora maggiori. Per rendere la vita difficile alle organizzazioni criminali, in Canada la banconota da mille dollari è stata soppressa oltre dieci anni fa. Una scelta che gli Stati Uniti avevano già compiuto alla fine degli anni 60, quando furono mandati al macero i tagli da 500, 1000, 5000 e 10 000 dollari.

Un nuovo soggetto, ancora segreto Leggete anche il contributo a pagina 12: Banca WIR ha messo in atto un’interessante promozione sui depositi a termine.

Un «Bin Laden» molto apprezzato Le banconote di grosso taglio sono apprezzate come mezzo di conservazione del valore non solo dai normali cittadini. Poiché 8

Nonostante alcuni dubbi, la nostra «formica» non subirà questa stessa sorte: la nuova serie di banconote (che verrà introdotta non prima del 2015, inizialmente con il biglietto da 50 franchi) comprenderà ancora il taglio da mille franchi e costituirà ­dunque un’eccezione a livello mondiale. Non si sa ancora se il ­soprannome «formica» verrà adottato anche per la nuova banco­


nota. ­ Interrogata in proposito, la grafica Manuela Pfrunder (www.molton.cc), incaricata dalla Banca nazionale del design delle nuove banconote, ha risposto che sarebbe onorata se le sue creazioni portassero a nuovi nomignoli per i biglietti. Ad ogni modo, Pfrunder non può rivelare quali saranno i soggetti ripro­ dotti sulle nuove banconote. Le immagini sui biglietti che lei stessa ha selezionato nel 2005 nell’ambito del concorso di idee della Banca nazionale (per il taglio da 1000 franchi si tratterebbe di cellule neuronali) non hanno per la Banca carattere vincolante.

zie cantonali sono per il cittadino un amico e un assistente, rima­ nendo al suo fianco con volantini e consigli tramite internet. In materia di conservazione del denaro la raccomandazione è ­chiara: non custodire mai a casa somme ingenti di denaro! Un motivo in più per prendere in considerazione le interessanti ­condizioni di Banca WIR.

Daniel Flury

La casa non è il posto giusto per gli accumuli di ­«formiche» Gli organi di polizia di tutto il mondo indagano sui flussi di d­ enaro fra organizzazioni e persone sospette. In Svizzera, le diverse poli­ 9


WIRPLUS aprile 2013

Quadruplicare – da noi è possibile

Investite il vostro denaro sul nostro conto investimento! Vi mostreremo come raddoppiare, triplicare o addirittura quadruplicare l'interesse di base. Nel migliore dei casi otterrete un tasso pari ad almeno l’1,6%!

Vale la pena risparmiare presso la Banca WIR. Ricavate di più dal vostro denaro e approfittate dei tassi d'interesse straordinari ­dello 0,8%, dell'1,2% o addirittura dell'1,6%! Aumentare l'interesse di base è semplicissimo!

• Raddoppiate il vostro tasso d'interesse! Trasferite nuovi capitali pari ad almeno 5000 CHF. Non appena (e fintanto che) l’incremento netto raggiunge complessiva­ mente 5000 CHF, a partire da tale data e fino alla fine dell'anno civile riceverete un bonus su nuovi capitali dello 0,4% – oltre al tasso di base dello 0,4%. Pertanto, il tasso d'interesse si rad­ doppia, passando allo 0,8%, e questo non vale solo per i nuovi capitali, ma anche per l'intero avere fino a un massimo di *50 000 CHF.

• Quadruplicate il vostro tasso d'interesse! Il tasso d'interesse più alto per un conto investimento in tutta la Svizzera può essere ottenuto combinando il bonus su nuovi capitali (0,4%) con il bonus su parti ordinarie (0,8 %): usufrui­ rete di un tasso non inferiore all'1,6 %! Le condizioni complete del conto investimento sono disponi­ bili all'indirizzo: www.bancawir.ch > Clienti privati o Clienti ­commerciali > Condizioni > Tassi e spese conto investimento. In alternativa, potete contattare il nostro servizio consulenza: 0848 947 949.

Parti ordinarie – un investimento interessante

• Triplicate il vostro tasso d'interesse!

Con le parti ordinarie della Banca WIR potete ottenere un tasso d'interesse bonus dello 0,8% sul conto investimento a partire da 25 parti e inoltre le parti ordinarie sono di per sé un investi­ mento convincente.

Acquistate almeno 25 parti ordinarie della Banca WIR. Dal ­momento in cui nel deposito della Banca WIR sono custodite almeno 25 parti ordinarie, riceverete un bonus su parti ordina­ rie dello 0,8%. Il tasso di base si triplica, passando all'1,2%. Questo tasso d'interesse vale per tutti gli averi conservati sul conto investimento fino a un massimo di *50 000 CHF. Il bonus su parti ordinarie viene mantenuto fintanto che il numero di parti ordinarie presenti nel deposito della Banca WIR non scende al di sotto di 25.

Con l'acquisto di parti ordinarie partecipate alla Banca WIR soc. cooperativa, che opera sull'intero territorio svizzero ed è salda­ mente consolidata nel ceto medio e nelle PMI. La parte ordinaria della Banca WIR è un diritto su un titolo di credito che permette di partecipare alla distribuzione del dividendo e, in materia di diritto patrimoniale, è paragonabile alle azioni. Il titolo appartie­ ne alla categoria dei valori secondari, che risentono meno dell'in­ flusso delle grandi piazze borsistiche, pertanto sono relativa­

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mente stabili. Ovviamente non è possibile fornire garanzie in merito all’andamento futuro delle parti ordinarie.

Aumento dei dividendi Il consiglio di amministrazione chiederà all'asemblea generale di distribuire un dividendo di 9 CHF (esercizio precedente: 8.85). Ciò corrisponde a un rendimento da dividendi del 2,5% sulla base del corso a fine anno (2012) di 365 CHF o del 2,2% sulla base del corso al 15.3.2013 di 410 CHF (ultimo giorno di negoziazione pri­ ma della chiusura redazionale). La distribuzione è esente da im­ poste, fino a nuova comunicazione, sempre che le parti ­ordinarie siano detenute nel patrimonio privato.

Acquistate subito parti ordinarie Le parti ordinarie che acquistate ora danno pieno diritto a perce­ pire il dividendo che verrà distribuito il prossimo giugno, che ammonterà presumibilmente a 9 CHF. Inoltre usufruirete dei diritti di opzione per il previsto aumento di capitale.

postale, 4002 Basilea), per telefono (0848 947 949) o via fax (061 277 93 08). Gli ordini di borsa possono essere gestiti in ­qualsiasi giorno lavorativo bancario attraverso la piattaforma OTC della Banca cantonale bernese. La procedura più conveniente per i clienti della Banca WIR con­ siste nell'acquisto attraverso la borsa interna della Banca WIR (commissione di borsa dello 0,25%, min. 20 CHF, tassa federale dello 0,75‰). In questo modo vengono meno le spese di terzi aggiuntive. Ulteriori informazioni (incl. i giorni di negoziazione della bor­ sa interna della Banca WIR) sono riportate all'indirizzo: www.banca­wir.ch > Informazione > Parti ordinarie Roland Schaub * Per gli averi superiori a 50 000 CHF (fino a 1 milione) si applica l’interesse di base.

Gli ordini di acquisto alla Banca WIR possono essere inoltrati in qualsiasi momento attraverso l'Internet-Banking della Banca WIR, per posta (Banca WIR, Dip. Finanze / Parti ordinarie, casella 11


WIRPLUS aprile 2013

Promozione sui depositi a termine della Banca WIR Sottoscrivere e approfittare ora

La Banca WIR offre depositi a termine inferiori a un anno con durate di 1 a 12 mesi e depositi a termine superiori a un anno con durate di 2 a 8 anni. Per depositi a termine superiori a un anno è ora in corso un'offerta. Non esitate e approfittatene.

Per i depositi a termine superiori a un anno della Banca WIR – per le altre banche chiamate per lo più obbligazioni di cassa – potete da subito e al più tardi alla fine di giugno 2013 usufruire di un'offerta unica.

Attraente «upgrade» L'offerta è molto attraente e facile da spiegare: voi sottoscrivete depositi a termine per almeno 10 000 CHF per una durata di 5 anni, ma ricevete l'attuale tasso d'interesse per depositi a termine di 7 anni. Attualmente questo tasso d'interesse e ­ dell'1,250%! Trovate gli attuali tassi d'interesse sempre su www.bancawir.ch > Clienti privati o clienti commerciali > Condizioni > Condizioni depositi a termine. Oppure telefonate al numero: 0848 947 949. Per i depositi a termine pluriennali, il tasso d'interesse valido all'inizio dell'investimento e durante l'intera durata è per lo più nettamente superiore ai normali interessi di risparmio. – Il con­ fronto conviene. Con l'offerta corrente – sottoscrizione entro la fine di giugno – potete ora beneficiarne ancora di più. 12

Depositi a termine della Banca WIR (= obbligazioni di cassa) Tasso d'interesse (situazione al 18.3.2013) 2 anni

3 anni

4 anni

5 anni

6 anni

7 anni

8 anni

0,625% 0,750% 0,875% 1,000% 1,125% 1,250% 1,375%

L'investimento minimo per tutti i depositi a termine della Banca WIR ammonta normalemente a 5000 CHF, maggiori versamenti devono essere divisibile per 1000. Per l'offerta attuale è prevista una somma d'investimento minimo di 10 000 CHF. Tutti i depositi a termine della Banca WIR sono del tutto esenti da diritti di deposito o da spese. Non esitate e compilate subito il rispettivo formulario: www.ban­ cawir.ch > Clienti privati o Clienti commerciali > Download Cen­ ter > Pagare, risparmiare, prevedere > Domanda d’apertura di un conto deposito a termine. Oppure rivolgetevi al nostro servizio consulenza: 0848 947 949. Roland Schaub


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Leasing conveniente per clienti commerciali La Banca WIR partecipa alla società IG Leasing AG In qualità di banca per il ceto medio attiva su tutto il territorio nazionale, la Banca WIR società cooperativa è impegnata anche nella promozione delle PMI. A questo scopo gestisce il sistema di compensazione WIR e ha esteso la propria attività anche al leasing.

Recentemente la Banca WIR ha acquisito una partecipazione del 50% nella società IG Leasing AG ed è in grado così di offrire ai suoi clienti commerciali la possibilità di prendere in leasing beni di investimento a condizioni vantaggiose.

Leasing esclusivamente di beni di investimento È importante precisare che il leasing di beni di investimento è riservato solo ai clienti commerciali. Il leasing di beni di consumo non rientra nella gamma di proposte di IG Leasing AG. Possibili oggetti utilizzabili in leasing sono • macchine utensili • veicoli commerciali • macchine per lo stampaggio ad iniezione di materie plastiche • macchinari per la stampa • macchinari edili e di produzione • impianti di approvvigionamento energetico • veicoli destinati a trasporti aziendali • infrastruttura IT • altri Se il fornitore dell’oggetto finanziato in leasing accetta una ­quota WIR, una parte dei primi canoni di leasing può essere ­regolata con pagamento WIR. In caso di domande, rivolgersi direttamente alla società IG ­Leasing AG: IG Leasing AG Industriestrasse 31 CH-8305 Dietlikon T +41 (0)58 611 15 15 F +41 (0)58 611 15 30 info@igleasing.ch

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Dati storici dell’azienda IG Leasing AG è stata costituita il 9 dicembre 1971 come Nixdorf Computer Miete AG, assumendo la ragione sociale di Siemens Leasing AG il 1o gennaio 1998. Il 29 febbraio 2012 è stata acqui­ sita al 100% da Regiobank Soletta diventando IG Leasing AG. Dal 27 dicembre 2012 la Banca WIR detiene una partecipazione al 50%. Nel consiglio di amministrazione di IG Leasing AG, la Banca WIR è rappresentata da Germann Wiggli, presidente del diretto­ rio, e da Stephan Rosch, responsabile del settore finanziario. IG Leasing AG è membro dell’Associazione svizzera delle società di leasing ASSL e dell’Organismo di autodisciplina dell’Associa­ zione svizzera delle società di leasing OAD/ASSL.

Offerta Leasing finanziario per beni di investimento utilizzati a scopo ­industriale e commerciale (leasing di beni di investimento) per aziende con domicilio in Svizzera e nel Liechtenstein. Il leasing di beni di investimento rappresenta una moderna alter­ nativa di finanziamento. IG Leasing AG (il concedente) acquista il bene mobile di investimento richiesto dal cliente e lo concede in uso a quest’ultimo (l’utilizzatore) contro pagamento di un ­canone di leasing. IG Leasing AG garantisce un rapido disbrigo di tutte le opera­zioni di leasing e mette a disposizione del cliente un interlocutore per­ sonale che si occuperà di trovare le formule ottimali per soddi­ sfare le sue esigenze di finanziamento.

Roland Schaub


Che cos’è il leasing? Il leasing (dall’inglese to lease = affittare, noleggiare) viene considerato spesso come un contratto di comodato d’uso o un contratto di ­locazione improprio. L’oggetto di leasing viene acquistato dal concedente e concesso in uso all’utilizzatore per un determinato periodo di tempo contro il pagamento di un canone. In rapporto all’utilizzatore si distingue tra: • leasing di beni di investimento (leasing commerciale); • leasing di beni di consumo (leasing privato, spesso automobili). Nel leasing finanziario, alla scadenza contrattuale convenuta in genere l’utilizzatore può scegliere tra le seguenti opzioni: 1. acquisto dell’oggetto di leasing a un determinato valore residuo; 2. proroga del contratto di leasing; 3. restituzione dell’oggetto di leasing. Di solito i contratti di leasing hanno una durata maggiore rispetto ai normali contratti di locazione. Caratteristiche del leasing • Salvaguardia della liquidità (si evita di dover stanziare l’intera somma in un’unica soluzione). • Miglioramento della quota di capitale proprio. • Spese trasparenti e calcolabili. • Canoni di leasing pagabili con proventi correnti. • Risparmio fiscale (i canoni riducono l’utile societario imponibile). • Aumento della capacità concorrenziale. Mediante il leasing l’azienda può disporre di impianti e infrastrutture tecnicamente all’avanguardia. • IG Leasing AG propone una modulazione flessibile dei canoni di leasing, commisurati ai proventi generati dagli investimenti. • In genere il leasing è a lungo termine e non può essere disdetto anticipatamente. 15


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«PARLIAMO LA LINGUA DELLE PMI» Breve intervista a Beat Stalder, direttore di IG Leasing AG

Nel 2012, IG Leasing ha realizzato un incremento dell’11% dei nuovi affari rispetto all’anno precedente, per un totale di 52,2 milioni CHF. Come vi posizionate sul mercato degli offerenti di leasing per i beni di investimento? Anche con questo fatturato IG Leasing resta un piccolo player, ma possiede un ottimo potenziale. Beneficia dell’elevato grado di notorietà nel mondo delle PMI in Svizzera della Banca WIR società cooperativa, nostra comproprietaria. Regiobank Solo­ thurn AG, che detiene l’altro 50% di IG Leasing, ci garantisce contatti con i clienti a livello cantonale e regionale. In contropar­ tita per l’ampia cerchia di clienti che mette a nostra disposizione, la Banca WIR non ha bisogno di sviluppare in proprio le attività di leasing e può fare così affidamento sulla nostra pluriennale esperienza nel settore del leasing industriale e commerciale.

L’Associazione svizzera delle società di leasing ASSL conta venti aderenti che offrono il leasing di beni di investimento in esclusiva o congiuntamente al leasing di beni di consumo. Perché una PMI dovrebbe scegliere IG Leasing come partner? IG Leasing ha alle sue spalle Regiobank Solothurn e la Banca WIR, due istituti finanziari apprezzati dalle PMI e saldamente ­radicati in questo segmento. Il fatto di operare sullo stesso piano delle PMI è un aspetto decisivo per i nostri clienti: parliamo la stessa lingua! Inoltre, anche prima dell’acquisizione da parte di Regiobank nel 2012, e quindi prima che la Banca WIR diventasse comproprieta­ ria alla fine del 2012, IG Leasing era già fortemente focalizzata sulle PMI: circa il 98% della nostra clientela è composto da ­piccole e medie imprese, mentre il restante 2% è rappresentato 16

prevalentemente da comuni e ospedali, ovvero enti di diritto pubblico. Un altro punto a nostro favore è la solidità di Regiobank ­Solothurn e Banca WIR, le due comproprietarie al 50% di IG ­Leasing.

Fin dalla sua fondazione, IG Leasing offre esclusivamente leasing di beni di investimento destinato alle imprese. Prevedete in futuro di estendere l’attività anche al leasing di beni di consumo? Regiobank e la Banca WIR disporrebbero già di una sostanziale base di clienti grazie alla loro clientela privata. Non abbiamo programmi al riguardo. In primo luogo, il mercato del leasing di beni di consumo è pressoché saturo. In secondo luogo, in questo campo gli offerenti agiscono con rapidità e ­aggressività, mentre il leasing dei beni di investimento predilige un’ottica a lungo termine e un rapporto personalizzato. I nuovi collaboratori da noi assunti sostengono questa filosofia e di­ spongono di competenze all’altezza delle elevate esigenze dei nostri clienti, che sono aziende operanti in tutti i settori. La no­ stra attività non è rivolta al finanziamento di un qualsiasi veicolo, ma si concentra in modo specifico sui beni strumentali che ri­ spondono alle esigenze di produzione di ogni cliente, come può essere una macchina per il taglio laser, un impianto per la fabbri­ cazione di finestre, un escavatore cingolato ecc. Dal momento che il canone di leasing è pagato tramite i guadagni realizzati con l’investimento, quando concordiamo le scadenze con il ­cliente teniamo conto anche di fattori quali le variazioni stagio­ nali dei redditi.

Intervista: Daniel Flury



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Credito LIBOR WIR: piÙ conveniente che mai! Nuovo prodotto di credito destinato a tutti i clienti della Banca WIR

Ai prodotti di credito della Banca WIR si aggiunge ora il credito LIBOR WIR. Si tratta di un prodotto basato sul LIBOR a 3 mesi, attualmente a un livello molto basso, dotato di un tasso d'interesse massimo (cap) in modo tale da consentire al cliente di preventivare meglio i costi massimi per l’intera durata del credito.

Il tasso d’interesse del credito LIBOR WIR corrisponde al LIBOR a 3 mesi in vigore. Nel primo trimestre 2013 esso si situava allo 0,012%. Alla fine di ogni trimestre il tasso d’interesse di questo modello viene adeguato al LIBOR a 3 mesi in vigore in quel ­momento. Il tasso d’interesse e la durata di una quota del credito in CHF si basano sul modello di credito in CHF prescelto. L’ipoteca LIBOR WIR è dotata di un tasso d’interesse massimo (cap) che subentra qualora il LIBOR a 3 mesi dovesse superare l’1,75%. In questo modo il cliente beneficia dell’attuale basso ­livello dei tassi e per la durata di 5 anni è protetto dagli impreve­ dibili costi supplementari che possono derivare da un loro ­improvviso rialzo.

Supplemento per immobili commerciali I clienti che partecipano al sistema di compensazione WIR pos­ sono utilizzare il Credito LIBOR WIR anche per il finanziamento di immobili commerciali, l’acquisto di terreni o per altri progetti d’investimento. In questo caso il tasso d’interesse si compone del LIBOR a 3 mesi in vigore e di un margine bancario dello 0,5 %. Anche questo credito WIR non costerà più dell’1,75% per tutta la sua durata di 5 anni, poiché nel cap è compreso il margine ­bancario. Il credito è garantito dalle usuali garanzie. In entrambi i casi, il credito LIBOR WIR può essere impiegato ­anche come ipoteca di 2° grado alle medesime condizioni.

Abbiamo suscitato il vostro interesse? Finanziamento di immobili residenziali Il credito LIBOR WIR può essere impiegato per finanziare proget­ ti edilizi – sia per il consolidamento di un credito di costruzione che per l’acquisto di un immobile (casa unifamiliare, apparta­ mento di proprietà, casa plurifamiliare) con quota WIR. Il finan­ ziamento complessivo deve essere erogato dalla Banca WIR, ­fermo restando che la tranche creditizia in CHF deve ammontare ad almeno 100 000 CHF. 18

Il Credito LIBOR WIR è disponibile da subito. Per maggiori infor­ mazioni – in particolare anche sul LIBOR a 3 mesi in vigore nel secondo trimestre – vi invitiamo a rivolgervi al vostro o alla vostra consulente o al servizio consulenza della Banca WIR (tel. 0848 947 949) oppure a informarvi al sito www.bancawir.ch.

Daniel Flury



WIRPLUS aprile 2013

www.bancawir.ch ­ tecnologicamente all’avanguardia

Già da aprile il sito di Banca WIR si presenterà in una nuova veste, più fresca e moderna. Buone notizie per i possessori di smartphone e tablet: il nuovo sito si baserà su tecnologie all’avanguardia e si adatterà a ogni dispositivo consentendo una navigazione rapida e comoda.

Molti siti web sono programmati in maniera tale da avere una larghezza fissa o da riempire lo schermo di un PC o di un notebook. Quando però si accede a una di queste pagine via smartphone o tablet, l’utente deve spesso fare i conti con alcuni disagi. Testi o tabelle eccessivamente larghi, immagini troppo estese e altri elementi non vengono infatti visualizzati in m ­ aniera ottimale sui display più piccoli.

utenti in privati, aziende, clienti WIR e rete WIR. I singoli conte­ nuti sono divisi in maniera tale che per ciascun prodotto o servi­ zio tutte le informazioni (panoramica, dettagli, download, modu­ li di apertura ecc.) siano ad esempio riunite nello stesso luogo. Ciò crea una migliore visione d’insieme e consente di r­ isparmiare non pochi clic del mouse.

… e nuovi contenuti «Responsive design» Il «responsive design» su cui si basa il nuovo sito di Banca WIR viene incontro alla costante crescita del mercato degli smart­ phone, dei tablet e dei dispositivi mobili. I contenuti organizzati secondo questo principio provengono tutti da un contenitore comune e si adattano in maniera dinamica al dispositivo di ­out­put utilizzato, variando ad esempio la visualizzazione delle ­colonne, ridimensionando automaticamente le immagini, facen­ dole scomparire oppure attuando una riorganizzazione delle strutture dei menu (ad es. in verticale piuttosto che in orizzon­ tale).

Nuove strutture… Sostanzialmente nuova è anche la struttura piana e «user-friendly» dei menu, come pure la più chiara suddivisione dei gruppi di 20

Vi saranno dei miglioramenti anche sotto il profilo dei contenuti. Le comunicazioni recenti e le novità di Banca WIR potranno ­essere collocate in maggiore evidenza e presentate in maniera più allettante. I vari media di Banca WIR potranno essere scari­ cati o visualizzati in un formato sfogliabile a schermo, e anche gli eventi saranno suddivisi in modo più chiaro. Alla chiusura della nostra redazione non era ancora stata fissata la data del passaggio al nuovo sito Internet di Banca WIR. Vi consigliamo quindi di dare un’occhiata di tanto in tanto in aprile e di godervi la sorpresa!

Daniel Flury


Il nuovo sito web della Banca WIR – versione tedesca.


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SEACLIFFHANGER Suspense per il progetto dell’acquario allo zoo di Basilea

Il progetto vincente «Seacliff» ha convinto grazie all’architettura sobria e funzionale. A sinistra nella foto si trova la Banca WIR.

Il progetto «Seacliff»1 ha vinto il concorso architettonico dell’«Ozeanium», l’acquario marino museo dell’oceano dello zoo di Basilea. L’acquario dovrebbe esercitare un forte richiamo di pubblico e mira intrattenere i visitatori, ma anche soprattutto a informare sulla rilevanza del mare e dunque a contribuire alla tutela della natura. Tuttavia, la realizzazione del progetto potrebbe trasformarsi in un «cliffhanger»2. Il finanziamento è ben lungi dall’essere assicurato e sussiste una certa resistenza da parte di alcuni ambienti della protezione della natura. L’idea dello zoo di Basilea ad Heuwaage – direttamente accanto alla Banca WIR – di costruire un acquario marino ha sollevato il dibattito in tutta la Svizzera. Di conseguenza, i sostenitori del progetto non hanno quindi ­potuto semplicemente cavalcare l’onda dell’entusiasmo. Infatti, le opinioni in merito a questo progetto divergono ampiamente.

Da un lato, la questione del finanziamento è ben lungi dall’essere risolta e, dall’altro, vi è ostruzionismo da parte di singole cerchie della protezione dell’ambiente.

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1 Seacliff = scogliera sul mare, insidia.

L’intero progetto dovrebbe costare pressoché 60 a 80 milioni CHF e dovrebbe essere finanziato integralmente tramite donazioni. 2 Cliffhanger = un fatto appassionante.


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Acquario d’alto mare «Big Blue» con squali e razze.

Tra circa sei anni potrebbe quindi aprire i battenti «il più grande acquario dell’Europa centrale». I visitatori dovrebbero giungere non solo dalla Svizzera, ma anche dall’estero, in particolare ov­ viamente dalla Germania e dalla Francia.

In ogni caso, per ora la realizzazione non è ancora certa (v. riqua­ dro «Chiaro e tondo» a pagina 27). La nostra intervista con il re­ sponsabile di progetto Thomas Jermann è disponibile a pagina 24. Roland Schaub 23


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«Un progetto alla tutela della natura»

locali intendiamo contribuire a promuovere progetti con cui fa­ cilitare le migrazioni dei pesci, ad esempio il salmone o lo storio­ ne ecc.

Che cosa impedisce tali migrazioni? Si è ecceduto nella costruzione. Il problema è rappresentato so­ prattutto dai canali e dalle centrali elettriche.

Ma esistono le scale di risalita per i pesci… Le scale di risalita per i pesci funzionano solo in parte. I pesci tendono a prediligere le vie con la maggior quantità d’acqua e ciò ovviamente non funziona nei pressi delle centrali elettriche. Nel caso ideale, anziché costruire le scale di risalita per i pesci, andrebbero effettuati interventi di diversione delle acque, ma sarebbero più costosi.

E intende co-finanziare tali interventi di diversione delle acque? No, non è nostro compito. Intendiamo solo informare la popola­ zione.

60 a 80 milioni CHF sono una cifra molto elevata. Non sarebbe più opportuno investire tali soldi per finanziare progetti volti alla tutela della natura? Thomas Jermann è biologo marino, responsabile del vivarium allo zoo di Basilea e responsabile del progetto «Ozeanium».

Perché abbiamo bisogna dell’«Ozeanium»? Si sente spesso dire che un paese senza sbocco sul mare come la Svizzera non abbia bisogno di un acquario, ma secondo me que­ sta è una conclusione ingannevole. Anche noi abbiamo molto a che fare con gli oceani e con l’«Ozeanium» intendiamo effettuare una preziosa e necessaria opera di informazione.

Ma a tal proposito sono disponibili film documentari, e libri… I reportage in TV o i libri non bastano. È necessaria l’esperienza concreta in prima persona. Infatti, soltanto un vetro blindato ci separa dal mondo sottomarino. Inoltre, forniremo approfondite informazioni anche sui nostri fiumi e ruscelli. Ad esempio, il Reno ci collega al Mare del Nord.

L’«Ozeanium» è un progetto a tutela della natura, molto impor­ tante. Informando e trasmettendo preziose conoscenze contri­ buiamo a sensibilizzare la popolazione. Inoltre, collaboriamo con varie organizzazioni di protezione della natura.

Qual è la probabilità di riuscire a raccogliere i 60 a 80 milioni CHF necessari? Siamo molto ottimisti e riteniamo di potercela fare.

E la probabilità di un referendum? Non credo e non spero che si giunga a tanto.

Teme di perdere in caso di un’eventuale votazione? No, anzi è molto probabile che vinceremmo. Si tratta di un pro­ getto completamente diverso dal cinema Multiplex che è stato respinto in votazione. I segnali da parte della popolazione sono molto positivi. Inoltre un referendum causerebbe un ritardo nella realizzazione.

In che misura il Reno svolge un ruolo nelle sue ­riflessioni?

Nel caso in cui vengano raccolti meno dei ­60–80 ­milioni necessari, il progetto attuale sarà «ridimensionato»?

L’intero sistema fluviale raccoglie le nostre acque di scarico, che finiscono successivamente nel mare. Tramite le collaborazioni

Per poter costruire l’«Ozeanium» in dimensioni sufficienti è indi­ spensabile un importo minimo. Nel caso in cui potessimo realiz­

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zare soltanto la metà del progetto, allora lo scopo effettivo dello stesso non sarebbe più soddisfatto.

In un caso del genere, i fondi raccolti andrebbero a beneficio di altri progetti? Credo che i fondi raccolti con le donazioni andrebbero restituiti. Infatti, in una prima fase saranno contattate solo le fondazioni e alcuni privati selezionati e, pertanto, i contributi saranno ingenti e verranno donati a determinate condizioni. Solo in una seconda fase ci si rivolgerà eventualmente anche all’ampio pubblico per le donazioni.

A quanto ammontano i «danni collaterali» ­dell’operazione di pesca per l’«Ozeanium»? Non ci sarà alcun danno collaterale per noi. Come già accade per i nostri attuali acquari, lavoriamo esclusivamente con aziende serie ed affidabili. Non sorgono perdite né in occasione della ­pesca né durante il trasporto. La pesca effettuata da aziende ­serie e professionali è meglio dell’allevamento.

Perché? Nell’allevamento vanno sprecate molto più risorse. La produzio­ ne del mangime richiede molta energia. Ad esempio, l’allevamen­ to necessita pressoché di 20 kg di mangime, la cui produzione causa un grande onere, al fine di nutrire un pesce di 1 kg.

Thomas Jermann ha il mordente necessario: Qui mostra la dentatura di un grande squalo.

E la pesca eccessiva? Il grande pubblico interpreta il termine «pesca eccessiva» nel sen­ so che il mare è vuoto, ma in realtà la pesca eccessiva è un pro­ blema soprattutto per i pescatori.

Laguna blu: atmosfera da Mari del Sud in centro a Basilea.

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Sussiste tuttavia il pericolo di estinguere ­singole ­specie… No, questo è praticamente escluso. In linea di principio i pesci si riproducono sufficientemente e non si estinguono a causa della pesca. Tuttavia, il numero di esemplari di molte specie sfruttate commercialmente è troppo esiguo per garantire redditi suffi­ cienti per i numerosissimi pescatori.

Presenterete ai visitatori l’illusione di un ambiente marino naturale. Ma in realtà i pesci predatori dovrebbero cacciare direttamente per procacciarsi il cibo e tutto questo dovrebbe avvenire in un solo acquario… È ovvio che non possiamo rappresentare la realtà pari pari. Tra l’altro in Europa non sarebbe accettato dai visitatori che i pesci predatori caccino e uccidano altri pesci. Inoltre, i pesci preda non potrebbero riprodursi per via della mancanza del plancton. Biso­ gnerebbe creare o produrre costantemente un sostituito.

I critici del progetto sostengono che gli acquari sull’oceano non servono a sensibilizzare la popolazione sulle questioni inerenti al mare. Ad esempio in ­Giappone i visitatori ammirerebbero i pesci e i delfini magari sgranocchiando carne di balena essiccata… Conosco personalmente alcuni acquari giapponesi e le persone che li gestiscono. Sono persone assolutamente serie che inten­ dono informare sul mare e sui rapporti tra l’essere umano e il mare. Ritengo che sia molto cinico contestare le buone intenzio­ ni di queste persone.

Al ristorante dell’«Ozeanium» saranno proposti anche portate di pesce? Il pesce rientrerà sicuramente nelle offerte culinarie.

I pesci proveranno da una produzione sostenibile? In linea di principio conferiamo grande valore alla produzione sostenibile, anche per la restante offerta.

Che cosa significa per lei «sostenibile»? I prodotti devono essere freschi e i percorsi di trasporto devono essere il più breve possibile.

Immersione totale nell’affascinante mondo sottomarino senza muta.

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Quanti visitatori all’anno si aspetta? Ci aspettiamo pressoché 500 000 visitatori all’anno, oltre ai circa 1,5 milioni di visitatori dello zoo, e miriamo a raggiungere alme­ no questa cifra. Per questo motivo proporremo anche diverse esposizioni. Con la nostra politica dei prezzi miriamo all’obiettivo che tutti possano permettersi l’ingresso allo zoo o all’acquario. Infatti, siamo tra i più convenienti di tutti i grandi giardini zoolo­ gici in tutta Europa.

I proventi basteranno per coprire le spese correnti? Sì, questo rientra nella nostra formula.

Questo vale anche attualmente per lo zoo? No, attualmente allo zoo un quarto dei costi correnti viene ­coperto tramite donazioni.

Ha preso in considerazione anche la possibilità che potrebbe sorgere un acquario concorrente nei pressi di Basilea? Abbiamo preso in considerazione questa possibilità, dato che vi sono stati alcuni progetti nelle vicinanze. Tuttavia, tali progetti non sono stati attuati. Se realizzeremo l’«Ozeanium», è molto im­ probabile che vi sia un progetto simile nei nostri dintorni.

Quali sarebbero i dintorni dell’«Ozeanium» di Basilea? Intendo in un raggio di circa 200 chilometri, ossia tutta la Sviz­ zera, l’Alsazia e la Germania meridionale e forse persino l’Austria occidentale. Intervista: Roland Schaub


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Chiaro e tondo Fatti sull’«Ozeanium» dello zoo di Basilea. L’acquario previsto a Basilea è un progetto impressionante, ma la via per la realizzazione è colma di insidie da risolvere. • I costi sono stimati sui 60 a 80 milioni CHF. I fondi devono essere raccolti tramite donazioni private. • Nel 2012 il progetto «Seacliff» (scogliera sul mare, insidia) dello studio di architettura zurighese Bolthauser ha vinto il concorso pubblico. • Entro la fine del 2013, lo studio di architettura Bolthauser allestirà un avamprogetto per un piano regolatore. • L a decisione del Consiglio di Stato è attesa per fine 2014. Dopodiché il progetto passerà in discussione al Parlamento. • È possibile che venga indetta una votazione per ­referendum. • L’«Ozeanium» dello zoo di Basilea potrebbe aprire i battenti al più presto all’inizio del 2019. • Il «più grande acquario dell’Europa centrale» dovrebbe essere composto da pressoché 30 diversi acquari, alcuni dei quali alti fino a 8 metri e con una circonferenza fino a 30 metri. • Squali, polpi giganti, scogliere coralline e gamberi giganti giapponesi saranno alcune tra le numerose attrazioni dell’acquario.

Area d’entrata con ristorante e bar.

• Nel complesso, sono previste varie centinaia di animali provenienti da tutti e cinque gli oceani del mondo. • Il volume dell’acqua dell’«Ozeanium» ammonterà a circa 4000 metri cubici, ossia un volume più grande di 15 volte rispetto all’attuale vivarium. Ciononostante, sarà necessaria una quantità d’acqua superiore. • L’acqua di mare sarà prodotta dallo zoo di Basilea con acqua potabile locale e una miscela di sale marino. • Ristoranti, negozi e sale riunioni contribuiranno ad attirare centinaia di migliaia di visitatori.

Affascinanti polpi …

… e gamberi giganti giapponesi.

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7 domande per l’apprendista La Banca WIR forma costantemente fino a quattro apprendisti presso la sede principale di Basilea. Ogni anno ve ne presentiamo uno e oggi si tratta di Basil Schubiger.

Basil, come mai hai deciso di iniziare un apprendistato in banca? Basil Schubiger – Al termine della scuola dell’obbligo ho deciso di frequentare una scuola superiore, ma già dopo alcuni mesi al ­liceo ho capito che l’avrei abbandonato alla fine dell’anno scola­ stico per iniziare un apprendistato. Ho quindi valutato quali po­ tevano essere le professioni adatte. Conoscevo già il lavoro in ambito commerciale, dato che avevo svolto diversi lavoretti commerciali in ufficio per mia mamma, e ho iniziato ad interes­ sarmi seriamente a questa possibilità. L’apprendistato di com­ mercio è una scelta molto diffusa tra i giovani e alcuni miei ami­ ci mi hanno spiegato come funzionava, in particolare il tirocinio in banca. Dato che sono portato per le cifre e la matematica, ho inviato la mia candidatura a varie banche.

Quali sono state le tue prime impressioni all’inizio del tirocinio? – Il primo giorno di lavoro, il 2 agosto 2012, sono stato accolto molto cortesemente. Mi hanno presentato gran parte dei collaboratori, anche se non tutti dato che erano nume­ rosi. Sono stati tutti disponibili e premurosi. Mi hanno anche mostrato i singoli reparti e ho avuto l’impressione che in tutti regnasse un buon clima di lavoro. Durante le formazioni interne ho imparato a conoscere i vari programmi bancari. È stato molto divertente. La Banca WIR è un buon datore di lavoro e si vede che vuole solo il meglio per i propri apprendisti. Basil Schubiger

Quale attività svolgi attualmente in banca? Basil Schubiger – Attualmente lavoro nella Comunicazione, dove ho

potuto farmi un’idea su che cos‘è il marketing. In questa ­mansione posso effettuare interviste, collaborare alle pubblica­ zioni WIRINFO e WIRPLUS, imparare a conoscere il settore delle inserzioni e persino scrivere di persona le interviste.

Che cosa ti piace di più? – Non posso ancora dirlo, dato che per ora non ho visto molto. Tuttavia, mi piace il modo di interagire con gli altri e il sostegno reciproco. Apprezzo molto anche la combinazione ­lavoro e scuola. Fa una grande differenza andare a scuola solo al 40 % anziché a tempo pieno. Due giorni la settimana frequen­ to la scuola professionale e una volta al mese la scuola interna ­della banca: è un buon mix.

Basil Schubiger

Le tue aspettative sono state soddisfatte finora? Basil Schubiger – Sì, sono state più che soddisfatte, direi superate. La Banca WIR è una banca simpatica, che tiene in grande considera­ zione i propri collaboratori offrendo a molti una chance. I collabo­ ratori vantano una buona formazione e sono di grande aiuto. È bello poter lavorare in un ambiente del genere, dato che una buona collaborazione è uno dei fattori più importanti in un’azienda.

Che cosa farai dopo l’esame di fine tirocinio a giugno 2015? – Dopo l’apprendistato dovrò dapprima frequentare la scuola reclute. Inoltre, se tutto va bene, vorrei poter rimanere a lavo­ rare per la Banca WIR. A differenza di altre società, la Banca WIR offre un posto di lavoro ai propri apprendisti che superano l’esame finale. Più tardi, vorrei anche frequentare una scuola universitaria professionale, ma questo è ancora lontano nel tempo. Per ora sono un apprendista e mi concentro prevalentemente sul tirocinio. Basil Schubiger

Come impieghi il tuo tempo fuori dal lavoro? – Come svela v’immagine, ho l’hobby del calcio. Ho iniziato a giocare ad appena quattro anni e ad oggi la passione per il pallone non mi è passata. È uno sport molto divertente che mi consente di fare movimento e di staccare la spina dopo il la­ voro. Detto ciò, ritengo però che non bisogna investire troppo tempo libero negli hobby, dato che l’apprendistato è il mio futuro e il calcio è solo un passatempo. Inoltre, è bene avere tempo a sufficienza anche per gli altri amici. In pratica usciamo ogni fine settimana: ad esempio andiamo in discoteca oppure ci incontria­ mo già nel pomeriggio.

Basil Schubiger

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Interview: Daniel Flury



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Miglioramento dei diritti per i vizi della cosa dei consumatori Con circa dieci anni di ritardo è arrivata finalmente anche in Svizzera: la tutela ottimizzata dei consumatori per beni di consumo carenti o difettosi in vigore già da tempo nei paesi limitrofi.

La responsabilità legale del venditore per eventuali carenze o ­difetti di beni di consumo venduti è denominata garanzia. Sinora il venditore era responsabile per la durata di un anno dell’ido­ neità all’uso prevista e delle caratteristiche descritte del bene a decorrere dal momento della consegna dello stesso. Sino alla fine dell’anno scorso era possibile limitare o sopprimere del tutto per contratto questa responsabilità prevista dalla legge. Ad esempio, alcune autovetture usate venivano vendute con una garanzia di sole sei settimane. Questa garanzia non era altro che una riduzione della garanzia legale da un anno a sei settimane. Effettivamente, i difetti venivano spesso alla luce solo dopo un anno, lasciando l’acquirente senza alcun diritto nei confronti del venditore.

Responsabilità per l’idoneità al funzionamento Se il venditore promette contrattualmente di assumersi la re­ sponsabilità per il funzionamento ineccepibile del bene venduto per una durata, ad esempio, di tre anni, si tratta di una garanzia, ovvero il venditore si assume volontariamente la responsabilità per il perfetto funzionamento del bene durante tale periodo. Spesso vengono promesse forniture sostitutive o riparazioni gra­ tuite per la durata della garanzia. Di regola la garanzia (promessa contrattuale del venditore) dovrebbe rappresentare un vantaggio per il consumatore, ma sovente ne veniva fatto uso indebito per l’esclusione della garanzia (responsabilità prevista dalla legge per carenze o difetti).

messe alla vendita o le capacità d’uso previste. Ad esempio, un’imbarcazione che non sta a galla è carente poiché non può essere utilizzata per lo scopo previsto. Una barca dei pirati situa­ ta in un parco giochi per bambini non deve avere parti taglienti, ma se non sta a galla non è di certo carente. Un rumore prodotto dalla ventilazione in una vettura di lusso può rappresentare una grave carenza, mentre lo stesso rumore in una Fiat Cinquecento d’epoca non lo è.

Nessuna eliminazione dei vizi Se il bene fornito risulta carente, la legge concede all’acquirente tre possibilità. Una riduzione sul prezzo se la carenza non compromette grave­ mente o interamente l’uso del bene; in questo caso il venditore deve rimborsare all’acquirente la minusvalenza rispetto al prezzo d’acquisto dovuta alla carenza del bene acquistato. In caso di carenze gravi, l’acquirente può chiedere il rimborso dell’intero importo contro restituzione del bene acquistato; que­ sta transazione inversa viene denominata risoluzione. Nel caso di beni sostituibili di una determinata tipologia, l’acqui­ rente può anche chiedere una fornitura di sostituzione, ovvero la fornitura del bene in perfetto stato della stessa tipologia. L’ac­ quirente ha il diritto, ad esempio, di ottenere dal venditore la stessa identica stampante in sostituzione di quella difettosa. Questi tre diritti dovuti a vizi della cosa restano in corso di vali­ dità senza alcuna modifica. Purtroppo non è stata colta l’occa­ sione per integrarli con il diritto all’eliminazione dei vizi o il dirit­ to alla riparazione.

Carenza significa non conformità rispetto al contratto Dato che l’obbligo di garanzia premette una carenza del bene venduto, è vantaggioso sapere che cosa significa il concetto di carenza. In altre parole, carenza significa difetto di conformità rispetto al contratto, ovvero, il bene non possiede le qualità pro­ 30

Denuncia dei vizi immediata Anche la responsabilità dell’acquirente resta immutata, ovvero è suo compito controllare adeguatamente il bene al momento della fornitura e informare immediatamente il venditore in me­


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rito a eventuali difetti o anomalie. Se non lo fa subito, l’acquisto è ritenuto approvato e non è più possibile far valere i diritti per i vizi della cosa. Questo vale anche per le carenze che non possono essere indivi­ duate all’acquisto poiché emergono solo dopo l’uso prolungato del bene. Queste carenze occulte devono anch’esse venire de­ nunciate immediatamente se l’acquirente non vuole perdere i suoi diritti per i vizi della cosa.

Novità: scadenza più lunga Una novità è l’estensione della scadenza per far valere i propri diritti in caso di carenze occulte. Per i beni mobili è stata prolungata da uno a due anni a decor­rere dalla data della fornitura del bene. L’acquirente dispone pertanto di un anno in più per individuare eventuali carenze e far valere i propri diritti di garanzia presso il venditore.

Acquirente commerciale o privato? Nei contratti con acquirenti commerciali il termine di prescri­ zione può tuttora essere ridotto o annullato completamente. In futuro, tuttavia, il venditore dovrà assicurarsi di stipulare espres­ samente un termine di prescrizione più breve con l’acquirente commerciale. Se omette di stipulare un tale accordo, anche per i contratti di compravendita tra imprese vale la durata di due anni prevista dalla legge. La tutela degli acquirenti privati è molto più estesa e ampia. Per quanto sia ancora possibile escludere qualsiasi garanzia anche nei contratti con i consumatori, la responsabilità per difetti o anomalie non viene esclusa interamente, per cui la durata della garanzia di due anni per nuovi beni acquistati può essere soltan­ to prolungata e non ridotta. Se il venditore include un’altra data nel suo contratto, quest’ultimo è da ritenersi nullo. Si tratta quindi di una scadenza unilaterale obbligatoria a favore dell’ac­ quirente. L’imprenditore deve assolutamente tener conto di que­ sta responsabilità ampliata nel calcolo dei prezzi e soprattutto nelle condizioni contrattuali con i suoi fornitori.

Il contratto dei consumatori Ai sensi delle nuove disposizioni si è in presenza di un contratto dei consumatori quando il bene è previsto per uso personale o familiare dell’acquirente e il venditore agisce nel quadro della sua attività professionale o commerciale.

Beni di seconda mano In tutti i contratti di acquisto di beni di seconda mano, dunque anche in quelli con i consumatori, è consentita la riduzione con­ trattuale dell’obbligo di garanzia a un anno. Tuttavia, anche in questo caso la posizione dell’acquirente è stata migliorata sen­

sibilmente. Ad esempio, in futuro avrà diritto a una garanzia ­della durata di almeno un anno sull’acquisto di una vettura ­usata. Non bisogna comunque dimenticare che il termine caren­ za significa unicamente non conformità rispetto al contratto e che nel caso di un’auto usata, la normale usura non rappresenta una carenza.

Tutela nel caso di inganno Nel caso di inganno intenzionale, i diritti per vizi della cosa con­ tinuano a essere validi e non possono cadere in prescrizione. Se, ad esempio, il tachimetro di un’auto usata dovesse essere stato manipolato, i diritti dell’acquirente non cadranno mai in prescri­ zione.

Regole di garanzia per contratti d‘opera I diritti di garanzia per contratti d’opera corrispondono essen­ zialmente a quelli del diritto d’acquisto. Anche questi ultimi sono stati aggiornati. D’ora in poi è valido un termine di prescrizione generale di due anni per carenze di contratti d’opera, periodo che non può essere ridotto per i consumatori.

Scadenze più lunghe per pezzi installati Il termine di prescrizione per terreni carenti resta immutato ed è di cinque anni. D’ora in poi, questo termine si applica anche ai beni mobili – sia per il diritto d’acquisto che per il diritto d’opera – che sono stati installati in un bene immobile e abbiano provocato imperfezioni dell’opera. Se un imprenditore edile installa un prodotto acquistato presso terzi in un edificio e dopo due anni tale prodotto provoca un danno all’immobile, l’imprenditore ha diritto di regresso nei con­ fronti del fornitore anche se il termine di prescrizione più breve di due anni del diritto di acquisto è già scaduto.

Regolamentazione transitoria Sarà interessante osservare la prassi durante il periodo transito­ rio. Infatti, il legislatore ha dimenticato di risolvere con chiarezza tale questione. Nel caso della sostituzione di un apparecchio o di una riparazio­ ne, la garanzia originaria inizia a decorrere a nuovo. Tuttavia, per le riparazioni la garanzia copre solo il lavoro e i pezzi di ricambio e in questi casi è valida la nuova durata legale minima di due anni quale nuova scadenza. Vi sono persino argomenti convincenti a favore di un nuovo ­inizio di ogni termine di prescrizione legale tuttora in corso di validità il 1o gennaio 2013 con conseguente scadenza alla fine del 2014. Prof. Ursula Guggenbühl 31


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Vendere – a livello emozionale e razionale

Il processo di compravendita è incentrato sulla clientela. Un gran numero di prodotti e servizi è a disposizione a scelta. Che cosa influenza la decisione di acquisto? Quali fattori consapevoli e inconsapevoli influiscono su tale decisione?

Che cosa spinge effettivamente ad acquistare un determinato prodotto o servizio? È il modo di fare convincente del venditore? È l’informazione qualificata sul prodotto o sul servizio? Al cliente vengono trasmessi vari messaggi. Quali di questi messaggi ven­ gono accettati consapevolmente e quali inconsapevolmente? La decisione di acquisto viene presa su base razionale o emozio­ nale? Dato che molti fattori svolgono un ruolo in tale decisione, è molto importante differenziare. Si pensi ad esempio a un negozio con una bella decorazione. Quali emozioni suscita nei clienti quando entrano? Come vengo­ no sollecitati i sensi dei clienti (vista, udito, gusto, olfatto e tatto)? L’obiettivo è sempre quello di scatenare emozioni positive. 32

La decorazione delle vetrine, dell’ingresso, delle parenti o la gentilezza della venditrice possono emanare impulsi positivi. La domanda fondamentale è pertanto dove e come è possibile risvegliare emozioni positive in un negozio. I colori, i profumi e i materiali adatti come pure una musica di sottofondo consentono di solleticare tutti i sensi contemporaneamente. Se in un grande magazzino il cliente chiede un determinato prodotto, nel caso ideale la venditrice lo conduce direttamente nel reparto corrispettivo, senza farlo girare a tempo di record in tutto il negozio. Un frettoloso cenno di mano nella direzione in cui si trova il prodotto richiesto sarebbe un comportamento per niente orientato al cliente.


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Dalla prospettiva della vendita in tali momenti si ha spesso la sensazione di perdere tempo, ma in un’ottica di lungo respiro un buon servizio al cliente si rivela praticamente sempre redditizio. Se il cliente si sente trattato con «empatia», allora ciò porta a una fidelizzazione duratura del cliente.

prova e la presentazione competente del veicolo. Anche sua mo­ glie è stata coinvolta nel processo di acquisto. Giovanni Barletti ha molto apprezzato di poter familiarizzare con l’auto per un cer­ to periodo di tempo. Ha fatto bene a concedere la propria fiducia al Garage Mobile SA.

Vacanze sciistiche all’Hotel Belvedere

I coniugi Barletti si recano in perfetto orario all’appuntamento al garage. Dopo i saluti viene loro offerto caffè e tè. Tutti si pren­ dono il tempo necessario. Giovanni Barletti si chiede dove sia l’autovettura. Finora non l’ha ancora vista. Le ultime formalità sono state sbrigate e il venditore accompagna i coniugi nell’atrio dello show-room. È qui che la consegna dell’auto viene celebrata. Il veicolo è avvolto da un telo copriauto. I coniugi Barletti inizia­ no a scoprire la vettura, che è stata preparata in maniera impec­ cabile e sembra nuova di zecca. Il venditore fotografa il momento in cui i clienti tolgono il telo. Si avvale di questa prassi con tutti i clienti e poi consegna loro le foto.

La famiglia Giacomini*, con tre figli, ha prenotato una settimana bianca e alloggia all’Hotel Belvedere. È la prima volta che soggiorna in questo albergo. Vengono accolti in modo cordiale e pre­ muroso. Il drink di benvenuto offerto anche ai bambini è molto rinfrescante. Tutto è pronto per il check-in. L’indirizzo è già stato registrato in precedenza e manca solo la firma. La collaboratrice alla reception è gentile, con un modo di fare naturale e non ec­ cessivo. La famiglia Giacomini si intrattiene ancora un po’ seduta a un tavolo nella hall per gustarsi in tutta tranquillità il drink di benvenuto offerto. Paolo Giacomini dice a sua moglie: «Senti che buon odore di fresco si respira qui?» Sì, anche la moglie e i bam­ bini lo avevano notato. Il signor Giacomini viene informato che l’albergo aggiunge un determinato mix di essenze nell’aerazione dei locali al fine di stimolare positivamente il senso dell’olfatto. Le camere assegnate alla famiglia Giacomini sono luminose e sono appena state arieggiate. Dei dolcetti sono stati disposti sul tavolo con un messaggio personale per i bambini. Poco dopo suona il telefono. È la collaboratrice della reception che raccomanda di mettere l’auto nel garage coperto perché hanno previsto una grande nevicata. I figli, di 11, 8 e 6 anni, scoprono che l’albergo dispone un programma d’intrattenimento per bam­ bini a partire dalle ore 17.00 e organizza persino un concorso. Ovviamente non vogliono mancare. I genitori si siedono in terrazza a godersi il sole e il fantastico panorama. Chiacchierando si scambiano le proprie opinioni in merito all’albergo, avvalendosi in particolare dei seguenti termini: premuro­ so, autentico, ben organizzato, ordinato, buon odore nei locali, molto pulito, personale gentile e curato, molto adatto per i bambini. Sin dall’inizio alla famiglia Giacomini è stata trasmessa una sensazione positiva in merito al soggiorno. Sono entusiasti di trascorrere qui le vacanze. Bella atmosfera e grande relax: che cosa si può volere di più?

Dopodiché i coniugi Barletti si godono il ritorno a casa con l’auto nuova, all’insegna del relax e della soddisfazione. Giovanni Bar­ letti è contento di aver scelto il Garage Mobile SA e lo raccoman­ derà alla sua rete di contatti. Di sicuro affiderà al Garage Mobile SA anche i servizi dell’auto.

Conclusione Servire i clienti è impegnativo. Se si riesce a solleticare tutti i sensi non significa ancora che il successo sia garantito, ma in ogni caso ciò può contribuire in misura determinante a influire positivamente sul cliente. Non si tratta di portare il cliente in un mondo artificiale, bensì di creare una vicinanza emozionale con i nostri prodotti e servizi. Tuttavia, per instaurare un rapporto di fiducia è molto importante anche adottare un comportamento aperto e sincero. La fiducia e la credibilità da parte della clientela sono due dei principali elementi che portano al successo e che devono essere confermati ogni volta. Enrico Lombardi intra dm ag | training & marketing | Zurigo

* nomi fittizi.

Celebrazione della consegna Giovanni Barletti* ha trovato di prima mano un’autovettura quasi nuova del segmento di prezzo elevato presso il Garage Mobile* SA. Il signor Barletti non vede l’ora che gli consegnino l’automobile tra una settimana. Si ricorda con piacere il giro di 33


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Azioni al portatore: «game over»? La forma giuridica della società anonima è ritenuta interessante in Svizzera, anche nel settore internazionale. Particolarmente apprezzate sono le SA con azioni al portatore. Il motivo risiede nella confidenzialità rispetto al pubblico, ovvero nel principio dell'anonimato degli azionisti. Ma in seguito agli sviluppi della normativa che disciplina i mercati finanziari a cui abbiamo assistito negli ultimi anni le azioni al portatore sono diventate il bersaglio di sempre maggiori critiche, tanto che molti Paesi le hanno persino abolite. Le azioni al portatore finiranno per sparire del tutto? Secondo i principi del diritto delle azioni, l'azionista gode del pie­ no anonimato nei confronti del pubblico. Ecco perché l'azionista non dovrebbe comparire nei registri pubblici, cosa che avviene in Svizzera: egli non figura infatti nel registro di commercio e può quindi guidare la società da dietro le quinte. In alcuni Paesi vi sono eccezioni a questo principio: la comunicazione dei nomina­ tivi degli azionisti, ad esempio, dipende dal numero degli azionisti stessi.

Anonimo uguale interessante A rendere interessante una SA è proprio l'anonimato, che offre la possibilità di essere socio di più aziende contemporaneamente – anche di aziende concorrenti – senza che ciò debba essere di dominio pubblico. Naturalmente questo avviene soprattutto quando l'azionista non assume un ruolo attivo od operativo in seno all'azienda, ma funge soltanto da investitore. Il livello di anonimato degli azionisti dipende anche dal tipo di azioni.

Motivi per la scelta delle azioni al portatore Il motivo principale per la scelta delle azioni al portatore è la di­ screzione di cui gode l'azionista. Infatti, pur non comparendo nell'estratto del registro di commercio, il titolare di azioni nomi­ native lascia comunque alcune «tracce». A rigor di logica, l'azio­ nista al portatore resta anonimo addirittura nei confronti della sua società. In passato questo vantaggio è stato spesso sfruttato dagli inve­ stitori esteri che hanno collocato il proprio denaro in società anonime svizzere attraverso azioni al portatore, le quali rendeva­ no impossibile risalire all'identità degli investitori in quanto la loro rappresentanza in seno alla SA era assicurata da mandatari in loco. Numerosi sono stati (e sono tuttora, anche se in misura inferiore) gli stranieri facoltosi che hanno costituito società ano­ nime nei cantoni con la fiscalità più favorevole, società che de­ tengono partecipazioni estere. Si tratta di uno scenario presente in tutto il mondo in molti altri Paesi in cui erano ammesse le azioni al portatore.

Tipi di azioni Esistono due tipi di azioni: al portatore e nominative. Qual è la differenza? L'azione nominativa è un titolo a nome dell'azionista. Il certificato azionario conferma che la persona il cui nominativo appare sul certificato stesso è titolare del numero di azioni indicato. Il certificato azionario deve essere firmato dall'organo avente diritto di rappresentanza (consiglio di ammi­ nistrazione). Diverse sono le azioni al portatore: in questo caso il certificato azionario conferma che il titolare del certificato stesso ha diritto al numero di azioni ivi riportato, dove per titolare si intende chi è in possesso del certificato. Nel caso delle azioni al portatore è di particolare importanza conservare il certificato in un luogo sicu­ ro, preferibilmente nella cassetta di sicurezza di una banca: se infatti il certificato viene smarrito, chi lo ritrova potrebbe farsi passare per «azionista». Da questo punto di vista un certificato azionario al portatore comporta rischi non trascurabili. 34

Prendiamo l'esempio di un investitore straniero che apre una SA svizzera con sede a Zugo. Scopo di questa SA è detenere parte­ cipazioni in aziende e immobili nello Stato in cui risiede l'investi­ tore. Che la partecipazione all'impresa svizzera sia nota o meno nel suo Paese di origine non è rilevante. Attraverso questa strut­ tura e la distribuzione degli utili dall'estero alla SA svizzera in quanto azionista, l'investitore può conseguire un'ottimizzazione fiscale. Per la Svizzera l'azione al portatore ha un significato im­ portante perché ha contribuito a rendere il nostro Paese interes­ sante agli occhi degli investitori stranieri. Un ulteriore vantaggio delle azioni al portatore, anche se meno significativo, è la possibilità di trasferire il titolo azionario attra­ verso la semplice consegna. Come abbiamo già sottolineato, questa forma di trasferibilità comporta rischi di perdita. Non è raro che i certificati di azioni al portatore vadano «smarriti» o non possano più essere ritrovati. Che cosa avviene in questi casi? Al


consiglio di amministrazione non resta che annullare per motivi di sicurezza il certificato azionario corrispondente (ogni certifi­ cato è contrassegnato da un numero) ed emetterne un altro con un nuovo numero.

Azioni al portatore bersaglio di critiche Tutti sappiamo che negli ultimi anni il mondo della finanza è cam­ biato in seguito alle nuove direttive dell'OCSE e alla sempre mag­ giore pressione per applicarle. La FATF (Financial Action Task Force) è impegnata ad esempio nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Tra i vari obiettivi che essa perse­ gue figura l'abolizione, nel prossimo futuro, delle azioni al portato­ re giacché si ritiene che esse aiutino a nascondere e quindi a pro­ muovere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Una delle prime misure relative alle azioni al portatore è stata l'introduzione dell'obbligo di depositare le generalità degli azioni­ sti al portatore. Alcuni Paesi considerati paradisi fiscali hanno già abolito le azioni al portatore concedendo alle imprese un termine per convertirle in azioni nominative. Si presume che nel prossimo futuro altri seguiranno questo esempio. Non sappiamo per ancora quanto tempo le azioni al portatore saranno autorizzate nei Paesi europei. I primi cambiamenti sono già stati introdotti in alcuni degli Stati confinanti con la Svizzera (ad esempio la Germania). Qual è la tendenza in Svizzera? Che le azioni anonime al portatore possano essere utilizzate abu­ sivamente per il riciclaggio di denaro e altre attività criminali è

plausibile, tuttavia sarebbe un peccato se questo tipo di azioni venisse abolito per tale motivo. Le azioni al portatore, infatti, af­ fondano le proprie radici nel principio fondamentale del diritto delle azioni, cioè il diritto dell'azionista all'anonimato. In Svizzera non siamo ancora arrivati al punto in cui è necessario rendere pubblici i nominativi degli azionisti al portatore che costituiscono una SA. In effetti, chi crea una società può essere una persona fisica o giuridica terza che dopo la costituzione trasferisce le azio­ ni all'azionista vero e proprio. Di norma, però, le banche esigono che, ai fini dell'apertura del conto su cui versare il capitale azio­ nario, venga comunicato il nominativo dell'avente o degli aventi diritto economico (ovvero degli azionisti al portatore). In passato si poteva andare dal notaio con la somma in contanti richiesta e fondare una S.a.g.l., oggi non è più possibile neanche nel caso di una S.a.g.l. ed è necessario un conto su cui versare il capitale.

Conclusione Purtroppo tutto indica che, a causa della pressione esercitata dalla normativa internazionale che disciplina i mercati finanziari, l'azione al portatore sia destinata lentamente a scomparire, ­nonostante le si debba molto e la sua abolizione risulti in con­ traddizione con l'idea fondante del diritto delle azioni. In realtà vi sarebbero delle soluzioni per combattere gli eventuali abusi (come il fatto di depositare le generalità degli azionisti al porta­ tore). Sarebbe insomma auspicabile poter mantenere gli aspetti positivi di questa tradizione. Mirco Lombardi www.lombardipartners.com

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Chi finanzia lo Stato? Quando parliamo di finanze pubbliche intendiamo sempre anche i contribuenti. Andrebbe però fatta un'opportuna distinzione: a pagare le tasse, infatti, sono sia le persone fisiche che giuridiche. Senza dimenticare che, per una percentuale non trascurabile, lo Stato si finanzia da solo.

Gli Stati ben amministrati sono debitori affidabili. E lo sanno anche loro, tanto che cercano di sfruttare al meglio la reputazione di cui godono per attirare i finanziatori.

Finanziamenti sul mercato dei capitali In Svizzera, praticamente tutti gli emittenti pubblici vantano un rating eccellente. Ecco perché non hanno difficoltà a finanziarsi sul mercato dei capitali quando ne hanno bisogno. I tassi di inte­ resse continuano a essere estremamente bassi. La Confederazio­ ne, se volesse, potrebbe addirittura prendere in prestito soldi a tasso zero in quanto per alcuni investitori la sicurezza conta più del rendimento. Negli ultimi tempi, pur di conservare gli ambitis­ simi titoli di debito della Confederazione, gli investitori hanno persino pagato di tasca propria, incassando in pratica interessi negativi, il che non è dispiaciuto affatto alla Tesoreria federale anche se l'Amministrazione federale delle finanze (AFF) ha lan­ ciato un monito contro il rischio di deflazione. Per fortuna le fo­ sche previsioni dell'AFF non si sono avverate: nonostante un ul­ teriore lieve calo dei prezzi all'inizio del 2013, la Svizzera non conosce deflazione. Il freno all'indebitamento posto dalla Confederazione e da nume­ rosi Cantoni garantisce che non si vada a prendere in prestito denaro sul mercato dei capitali senza una reale necessità. A dif­ ferenza degli Stati Uniti, in Svizzera il finanziamento del settore pubblico sul mercato dei capitali è limitato: ne consegue che la richiesta di titoli di Stato di prim'ordine da parte degli investitori non può essere completamente soddisfatta. Restano così dispo­ nibili fondi sufficienti per gli investimenti del settore privato, ed è questo uno dei motivi che spiegano l'andamento favorevole dell'economia elvetica nel confronto europeo.

La sovranità territoriale fonte d’introiti per la Confederazione Circa il 30 percento delle entrate della Confederazione proviene 36

da imposte, dazi doganali e altre tasse che vengono riscossi alla frontiera sulle importazioni. La voce principale è rappresentata dall'imposta sul valore aggiunto sulle merci importate, alla quale si sommano i dazi doganali ancora in vigore e soprattutto le tas­ se sui combustibili. Cantoni e Comuni sono esclusi da questo tipo di finanziamento. Naturalmente tali oneri vengono addebitati alla frontiera all'utente, che spesso coincide con l'utente finale, come nel caso della benzina.

Lo Stato ha un suo patrimonio A tutti e tre i livelli – Confederazione, Cantoni e Comuni – i redditi patrimoniali da proprietà pubbliche o da partecipazioni societarie confluiscono nell'erario: nel caso della Confederazione, ad esem­ pio, si tratta della distribuzione degli utili della Posta e di Swisscom o delle aziende d'armamento privatizzate; i Cantoni beneficiano dei proventi delle banche cantonali e della distribu­ zione degli utili della Banca nazionale; anche i Comuni dispongono di valori patrimoniali sotto diverse forme – che non vengono uti­ lizzati direttamente per la gestione ordinaria – attraverso i cosid­ detti patrimoni finanziari, costituiti perlopiù da immobili, terreni su cui i Comuni percepiscono affitti e canoni del diritto di super­ ficie, e boschi. Nelle località in cui gli affitti per le centrali elettri­ che sono elevati, ovvero in molti Comuni montani, questa voce produce introiti talvolta superiori al gettito fiscale. Ovviamente esistono anche aziende pubbliche che non generano alcun utile e che, al contrario, registrano disavanzi ai quali lo Sta­ to è chiamato a sopperire: basti pensare alle FFS e alle ferrovie private in gran parte di proprietà dei Cantoni. Tuttavia, per quanto a nostra conoscenza, non esiste nessun Cantone con redditi patrimoniali inferiori a tali oneri.

Le tasse Chi usufruisce di un servizio pubblico deve di norma pagarlo, a meno che non rientri tra quelli di base offerti gratuitamente,


come la scuola pubblica. La regola vuole che le tasse versate siano approssimativamente pari ai costi sostenuti per erogare il servizio. Se questa regola non viene rispettata, allora non siamo più di fronte a una tassa in senso stretto, ma a un'imposta occul­ ta. E ce ne sono moltissime: per questo è giusto che gli impren­ ditori, di solito oberati di tasse, possano essere eletti a cariche pubbliche e seguire così da vicino la politica in materia d’imposi­ zione fiscale della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni.

Chi riscuote le imposte? C'è tuttavia un altro motivo per il quale è importante che i picco­ li e medi imprenditori siano ben rappresentati in seno agli organi pubblici: le aziende di ogni tipo e dimensione, infatti, non pagano

soltanto l'imposta sugli utili – e nei Cantoni anche sul capitale – ma riscuotono anche imposte per conto dello Stato senza riceve­ re alcun compenso per il loro lavoro. Pensiamo ad esempio alle imposte alla fonte sul reddito dei lavoratori stranieri senza per­ messo di domicilio o all'imposta preventiva sui dividendi. In termini fiscali, esiste una differenza tra «taxes born», cioè le imposte prelevate a titolo dell'attività svolta dall'azienda (utili!), e «taxes collected», ovvero le imposte che l'azienda percepisce per conto dello Stato e che non sono direttamente collegate al risultato aziendale. Da un nuovo studio di economiesuisse e PricewaterhouseCoopers emerge un dato impressionante: per ogni franco di risultato aziendale che un'impresa paga allo Stato, in 37


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numerosi settori un multiplo di questa cifra se ne va in «taxes collected». Facendo una media delle grandi imprese oggetto dello studio, a ogni franco di imposte dirette corrispondono altre imposte per CHF 1.60 che le aziende incassano e versano a favo­ re del fisco, tra cui ad esempio le tasse di bollo. Per ogni franco di imposte, una banca versa mediamente due franchi di «taxes collected», una compagnia di assicurazioni addirittura CHF 2.50. Per le PMI l'onere addizionale è inferiore, ma si fa comunque sentire. Lo Stato approfitta enormemente delle imprese nel loro ruolo di «esattrici» anche perché queste entrate sono soggette a oscillazioni congiunturali minori rispetto alle imposte sugli utili. Se, n­ onostante la congiuntura tutt'altro che facile, la Confedera­ zione e la maggior parte dei Cantoni hanno chiuso in modo sod­ disfacente il 2012 è senza dubbio anche grazie all'abbondante ­gettito di «taxes collected». Da notare che le imprese non soltanto prelevano gratuitamente le imposte che versano poi nelle casse dello Stato, ma che sono an­ che tenute a conteggiarle fedelmente e per intero se non vogliono incorrere in procedimenti penali in materia fiscale. Le aziende sono responsabili a pieno titolo, dal punto di vista sia legale che finan­ ziario, nei confronti dello Stato. Secondo lo studio, nel caso di una grande azienda l'onere legato alle «taxes collected» ammonta ­mediamente all'uno percento delle imposte dirette. Secondo le ­nostre stime, per le PMI a partire da un determinato ordine di grandezza (obbligo di imposta sul valore aggiunto!) l'onere è supe­ riore. In base al fatturato, nel caso delle grandi aziende oggetto dello studio le imposte sugli utili ammontano a circa il quattro percento del fatturato, mentre le «taxes collected» rappresentano il doppio, approssimativamente l'otto percento. Senza imprese «esattrici» lo Stato andrebbe in fallimento. Commento

Conseguenze per la prossima revisione della fiscalità aziendale La maggior parte delle imposte e tasse che le imprese versano allo Stato o che riscuotono per suo conto hanno carattere continuativo e garantiscono al settore pubblico entrate affidabili. Per scrupolo di completezza ricordiamo anche i contributi dei datori di

lavoro alle assicurazioni sociali, le imposte sul valore aggiunto non rimborsabili e la tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni. Tutti questi oneri rappresentano per le aziende un importante pacchetto di costi fissi. Secondo una stima ancora provvisoria dell'Amministrazione federale delle finanze il 55 percento del gettito fiscale totale della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni (stima 2012: circa 220 miliardi di franchi) proviene direttamente o indirettamente dai pagamenti delle imprese. I contribuenti privati (persone fisiche) costituiscono pertanto una minoranza. Determinante in Svizzera è l’apporto delle grandi aziende: il 97 percento delle entrate frutto dell'imposta federale diretta sugli utili proviene da appena il 12 percento delle imprese. La politica tributaria svizzera, che enfatizza il ruolo delle aziende, non è interessante solo per il fisco, ma anche per l'intera economia e ha contribuito ad attirare numerose società dall'estero. Grazie al freno all'indebitamento e al fatto che da noi è il popolo ad avere l'ultima parola sugli aumenti delle imposte, l'incremento della pressione fiscale a cui i Paesi a noi limitrofi, schiacciati dal peso del debito pubblico, non hanno potuto sottrarsi, ci è stato risparmiato. E le cose devono restare così, anche se l’UE ha chiesto alla Svizzera di procedere a una terza riforma dell’imposizione delle imprese, i cui tempi non sono stati per ora definiti. Finché imperversa la crisi dell'euro non è necessario avere fretta. Quel che è certo è che la prossima terza riforma interesserà solo marginalmente, o non interesserà affatto, la maggior parte delle PMI, tranne per quanto riguarda la riduzione delle aliquote dell'imposta sugli utili, che com'è ovvio le favorirà. Gli altri punti in sospeso – imposizione delle licenze e degli interessi e riforma dell'imposizione del gettito mobile – saranno decisivi per le grandi aziende che operano in campo internazionale e da cui dipende in larga misura il benessere del nostro Paese. Interessante per le PMI sarà anche la pro­posta di abolizione della tassa di emissione sul capitale proprio.

«Chi riscuote le imposte merita di essere trattato bene!» 38

Dott. Richard Schwertfeger


WIRPLUS aprile 2013

Notizie papali Le notizie del giorno hanno una data di scadenza breve. Quelle su scala millenaria, per contro, durano più a lungo. Come ad esem­ pio le storie e le leggende su papi e patriarchi. La più antica ri­ guarda Pietro, considerato il primo papa cattolico, la cui suocera sarebbe stata guarita addirittura da Gesù in persona. Pietro stes­ so fu poi crocifisso e canonizzato. La medesima sorte toccò an­ che al suo vecchio compagno di avventure Marco, ritenuto oggi il primo padre della Chiesa da copti e greco-ortodossi. Molti papi successivi ebbero vite per lo più prive di suocere ma parimenti emozionanti. Ponziano rimise il pontificato perché l’imperatore Massimino Trace lo fece rinchiudere in una miniera in Sardegna. Dopo la propria morte, Formoso venne dannato ed esumato due volte. Il papa copto Pietro III Mongo fu eletto in due occasioni: la prima venne deposto e la seconda scomunicato. Benedetto IX fu nominato al soglio di Pietro per ben tre volte. Cristoforo non fu invece mai votato: si autoproclamò e fece rin­ chiudere il suo predecessore Leone V. Quattro mesi dopo lo stesso Cristoforo finì però nella cella a fianco, dopo essere stato deposto da Sergio III. Sei papi più tardi, il figlio illegittimo di quest’ultimo fu consacrato come Giovanni XI dalla sua stessa ma­ dre e successivamente deposto dal proprio fratellastro, il prin­ cipe Alberico II, che a sua volta fece salire al (relativamente) san­ to soglio un altro ragazzaccio dallo stile di vita dissoluto, nientemeno che il proprio figlio sedicenne. Silvio Berlusconi non è mai stato nominato papa: il suo stile di vita gli è valso solamen­ te un paio di presidenze dei ministri in Italia. Gregorio XIII fece sì che al 4 ottobre 1582 seguisse direttamente il 15 ottobre, correggendo in questo modo il calendario, errato fino a quel momento. Stefano inventò l’anello di fidanzamento. Sisinnio fu nominato sul letto di morte e venne a mancare dopo tre settimane, mentre Stefano II, da par suo, morì prima ancora della consacrazione. Celestino II fu papa per un giorno, Pio IX per quasi 32 anni. L’infallibilità pontificia fu una sua idea. Non chiarì tuttavia se dopo il proprio ritiro i papi riottengano o meno il ­diritto a commettere errori, o se questo rimanga un privilegio dei loro camerieri.

Naguib si è ritirato da patriarca della Chiesa cattolica copta. Il suo successore è il filosofo, teologo e vescovo egiziano dott. Ibrahim Isaac Sidrak, che si dice abbia accettato la carica solo dopo alcune pressioni. Nessuna rinuncia è stata invece mai registrata fra i copti orto­ dossi. Con il nome di Schenuda III, il dott. Nazir Gayed Rafail è stato papa per ben 41 anni, prima di morire di vecchiaia nell’anno domini 2012. A novembre, ad Alessandria è stato eletto il suo successore. La sorte è toccata al vescovo ausiliare Wagih Sobhi Baki Solayman, con studi di farmacia alle spalle, che da gennaio 2013 guida ora la propria Chiesa come papa Teodoro II. E chiu­ diamo proprio con un’interessante citazione del papa egiziano fresco di nomina: «Se mescoliamo la religione con la politica, esse si rovineranno a vicenda ed entrambe perderanno.» Una frase che ha chiaramente la stoffa per essere una notizia del millennio.

WILLI NÄF È UN LIBERO AUTORE, SCRITTORE E SATIRISTA CHE VIVE NELLE REGIONI DI BASILEA E DI APPENZELLO. www.willinäf.ch

In tema di rinunce al ministero petrino viviamo oggi in tempi davvero emozionanti. Per motivi di salute, nel 2013 Antonios 39


WIRPLUS aprile 2013

Oh no, anche questo! Un lago salato a Basilea?

Non è un lago, mio caro, è un oceano! E ora stai fermo lì!

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