The Distant Valhalla (Il Lontano Valhalla)

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[29 Dicembre 2011, Ore 16.10] Trovo che il mare Giapponese che non vedevo da un anno e mezzo non sia poi così bello. Neppure il sole che splende alto nel cielo ed illumina piacevolmente questo giorno d'inverno inoltrato riesce a sembrarmi bello. Sono ormai 4 ore che fisso il panorama. Tokyo, Ariake. Sono circondato da una folla di otaku in fermento pieni di buste con sopra raffigurate ragazze di alcuni anime con indosso abiti provocanti. È il primo giorno del Comima. Una fiera che si tiene due volte all'anno. Persino ora, la periferia dell'International Exhibition Hall solitamente deserta, è gremita. Ora che ci penso, l'anno scorso non ho avuto la possibilità di venire qui. Mi lascio sfuggire un sospiro. Ho la spiacevole sensazione di essere osservato. Alzo lo sguardo e noto due uomini in uniforme che mi fissano male da lontano. I Rounder mi stanno controllando. Il loro atteggiamento serve da avvertimento come per dirmi Non fare nulla di strano. Deglutisco al solo pensiero di avvicinarmi a loro. Al SERN, l'Operation Valhalla si è conclusa con il nostro rilascio e la reclusione di Kurisu. Daru si è fatto catturare facilmente. La promessa. Fin da quando siamo tornati dalla Francia, non sono mai riuscito a togliermi dalla mente il modo in cui Kurisu ha sorriso in quel momento. Ciò che ha detto Kurisu allora... Avrà davvero creduto a quello che le ho detto? Oppure ha mentito per convincermi a fuggire? Non riesco proprio a capirlo. Mai prima di allora avevo visto Kurisu giungere ad una conclusione senza considerare le teorie che stanno alla base di essa. Ad ogni modo ha detto che vuole crederci. Perciò, ho deciso anche io di credere sia a lei che alle mie stesse parole di allora. Smetterò di disperarmi. Continuerò a combattere, a qualsiasi costo. Non importa quale sia il mio volere o quello del mondo. Di quello mi preoccuperò quando sarò morto. Adesso, devo soltanto proseguire. Il soffio del vento salmastro fa dolere le mie ferite. Le centinaia di graffi che mi sono procurato durante quella tempesta di proiettili nel LHC non si sono ancora rimarginati del tutto. Sopportando il dolore, estraggo un vecchio orologio da taschino. Nonostante la sua superficie di plastica sia leggermente crepata, esso funziona ancora, continuando a misurare il tempo come ha sempre fatto. «Okarin è sé stesso soltanto quando indossa un camice da laboratorio». Ricoperto di sudore, Daru si avvicina a me stringendo a sé parecchie buste di carta. È sorprendente che riesca ad essere così anche durante questo pungente giorno invernale. Rimetto a posto l'orologio da taschino sospirando. «Da come ti comporti, immagino che tu sia riuscito ad ottenere ciò che desideravi». «Esatto, amico! Il seguito di “Chu☆Chu con Erin”! Ho dovuto fare 3 ore di fila, ma non ho rimpianti! Si è trattato di una vera e propria sfida a quest'era!». «Dannato lolicon». «Smettila di adularmi, amico». Una conversazione inutile e senza senso fra due bastardi. Tuttavia... Un sospiro mi sfugge dalle narici. Ad un tratto, quei sentimenti che cercavo di contenere straripano come un fiume in piena.


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