Glasses&fashion giu 2013

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Consumi, stili di vita e tendenze moda

I segreti per un occhiale “perfetto”

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Mario Botta come Le Corbusier, anche nella scelta degli occhiali

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Cover story 06 Glassing: non è importante quello che vedi. Ma come lo vedi

1 / s omma r i o /

05 Editoriale

Osservatorio

09 Consumi, stili di vita e tendenze moda

Costume

10 Mario Botta come Le Corbusier,

Il modello Retro della linea Naked Black di Glassing per la primavera/estate 2013, caratterizzato da un effetto legno sull’esterno e dal claim della campagna all’interno dell’asta

anche nella scelta degli occhiali

Moda e tendenze 12 Questione di contrasti 14 Sei grande grande grande... 16 La quadratura del cerchio

Benessere visivo 19 I segreti per un occhiale “perfetto” 26 Raggi ultravioletti e luce blu: proteggiamoci da questi “colori” Shopping 33 Sindrome verde 36 Etno-Chic 41 Coloniale-Naturale 44 A righe e a quadrati

In copertina: la campagna pubblicitaria internazionale 2013 di Glassing firmata dall’agenzia specialteam.it

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Glasses & Fashion / giugno 2013 Publisher / Editore B2VISION SRL UNIPERSONALE / Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 - info@b2vision.com Ceo / Amministratore delegato Luciano Cristiano - l.cristiano@b2vision.com

/ st af f /

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Luisa Espanet Fashion Danilo Fatelli Osservatorio Gianmario Reverdy Benessere visivo

Nicoletta Tobia Editor / Redazione Raffaele De Lucia Advertising / Pubblicità Si ringraziano Vision Group - Nakyma e Marco Brunetti per la preziosa collaborazione nel reperimento delle immagini

Questo allegato è stato realizzato da B2Vision. Il Corriere della Sera e Sette non hanno partecipato in alcun modo alla sua realizzazione e non hanno responsabilità per il suo contenuto. È vietata la riproduzione, memorizzazione in un sistema che ne permetta il recupero o qualsiasi forma di trasmissione parziale o totale di questa pubblicazione senza la precedente autorizzazione dell’editore.

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Il termine e il concetto di design sono ormai entrati nel linguaggio comune e nell’immaginario collettivo. Non tutti collegano il design, oltre che al fattore estetico, anche alla produzione e alla sua funzionalità. Ma tutti, in qualche modo, cercano di “tirargli la giacchetta” per entrare nel suo mondo apparentemente dorato. Finora, tuttavia, l’occhiale ne è rimasto quasi interamente escluso. In realtà, tra gli addetti ai lavori dell’ottica, la parola design è molto diffusa: ci sono aziende che producono soltanto montature di design, negozi di ottica che trattano esclusivamente modelli di design, fiere che dedicano spazi ad hoc a espositori di design. Eppure è solo con il 2013 che anche l’eyewear sembra essere entrato, a pieno titolo, nel variopinto universo del design. Ad aprile, in occasione del Fuorisalone, l’evento cult del Salone del Mobile che veicola nelle vie milanesi migliaia di persone, si è svolto Out of Mido: esposizione di una ventina di marchi italiani e internazionali, legava il proprio nome alla fiera di settore, ma per la prima volta ha aperto le porte degli occhiali al grande pubblico. Nello stesso periodo veniva dato alla luce il primo volume interamente dedicato non solo al design italiano, ma soprattutto ai designer italiani di occhiali. Curato da Alessandro Ubertazzi e Benedetta Terenzi, del Dipartimento di Tecnologie dell’Architettura e Design dell’Università degli Studi di Firenze, «L’occhiale da necessità a virtù» dà voce alle menti e alle mani che nel corso dei decenni hanno fatto amare questo prodotto in tutto il mondo. E poi, a maggio, tre ottici pugliesi hanno lanciato un evento indipendente, in cui il business si univa alla formazione e alla cultura: così ad Altamura si sono dati appuntamento centinaia di operatori sotto il cappello Design Your Eyewear, all’interno di un’affascinante boutique in un palazzo d’inizio ‘900. È “nata una stella”, quindi? Forse è presto per dirlo. Di certo si sono messe le basi per avvicinare la gente a un oggetto, l’occhiale, che, grazie alle abilità di chi lo disegna, alle capacità di chi lo produce e alla professionalità di chi lo vende, è ormai solo il lontano parente di ciò che un tempo veniva considerato una mera protesi per la vista…

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Da sinistra, Alessandro Forte e Stefano Ottone, fondatori e titolari di Glassing

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Il soggetto “Chirurgo Killer� della campagna pubblicitaria del marchio, ideata dall’agenzia specialteam.it

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/ Glassing: non è importante quello che vedi. Ma come lo vedi / di Nicoletta Tobia

Gli esordi di questa azienda giovane, sfidante e mossa dalla voglia di proporsi sul mercato con prodotti nuovi e codici di comunicazione inusuali sono piuttosto particolari e raccontano di un business nato per gioco e cresciuto a suon di idee innovative e fuori dagli schemi. «Nel 2007 giravamo per il mondo ritirando dagli ottici vecchi stock di occhiali vintage per rivenderli con successo nel nostro piccolo negozio di Ibiza – raccontano Alessandro Forte e Stefano Ottone, i due professionisti trentenni che guidano oggi il team Glassing – L’idea di creare un nostro occhiale da sole è nata quando abbiamo brevettato i distributori automatici di montature collocati nei negozi e nei locali più trendy, per cui è sorta la necessità di produrre un articolo che non avesse un costo eccessivo, da vendere attraverso questo canale». Da lì in poi il gioco si fa serio e nel 2010 la passione e la profonda conoscenza nel campo degli occhiali portano i giovani imprenditori a creare il marchio Glassing, entrato nel mercato con la collezione “Skin”, caratterizzata appunto da un effetto similpelle. La personalità forte e riconoscibile aiuta il brand a imporsi prima in Italia, dove viene scelto da Mtv e X-Factor, e poi a livello internazionale, grazie anche a icone della moda come Kate Moss e Mischa Barton e celebrities come Puff Daddy e Steve-O che lo sfoggiano come accessorio cool. «Oggi Glassing è presente in 700 punti vendita selezionati in Italia e 300 all’estero ed è disponibile nei più importanti store nel mondo: Galeries Lafayette, Harrods di Londra ed Excelsior di Milano, mentre di recente abbiamo concluso un accordo con La Rinascente» proseguono Stefano e Alessandro, che tra i prossimi obiettivi si prefiggono anche l’apertura di un monomarca nel capoluogo lombardo, a marzo dell’anno prossimo. Non solo, Glassing è diventato materia di studio alla Marangoni di Milano, istituto universitario di

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moda e design, con cui ha stretto un’importante collaborazione che porterà alla realizzazione di una collezione da presentare in settembre al Silmo, la fiera di Parigi. Guidato da principi come sperimentazione, avanguardia e stile, il team 100% made in Italy di Glassing lavora per raggiungere un obiettivo ambizioso: diventare uno dei brand italiani di occhiali di riferimento nel mondo. In questo processo Stefano e Alessandro puntano con convinzione sulla comunicazione, leva strategica fondamentale per rafforzare l’essenza del marchio e renderlo indimenticabile. Per questo hanno coinvolto Pasquale Diaferia, creative chairman dell’agenzia specialteam.it e il suo team (Michelangelo Collitorti e Davide Ferrario), per lo sviluppo della nuova campagna pubblicitaria. Dal sodalizio è nata una comunicazione impattante, ironica e provocatoria: una pubblicità di respiro internazionale, che rompe gli schemi e sovverte i codici di linguaggio, rinunciando a parlare del prodotto attraverso la classica chiave “modello o modella che indossa gli occhiali” per proporre una vera e propria visione del mondo, sintetizzata dal claim “It Doesn’t Matter What You See. But Only How You See It”: non è importante quello che vedi, ma come lo vedi. «I tre soggetti in cui è declinata la campagna stampa, affiancata da spot tv in onda da maggio su MTV Italia, rappresentano infatti delle situazioni normali viste in un’ottica diversa – spiega Diaferia – Ad esempio, nell’annuncio con la giovane coppia in cui lei sbircia divertita nei pantaloni del fidanzato, è la ragazza che controlla il gioco e si fa una risata, in un completo capovolgimento degli standard pubblicitari in cui la donna è soltanto “fisicità” da guardare. E anche a settembre proseguiremo su questa strada, con nuovi soggetti in cui l’ideale femminile non sarà legato solo alla bellezza del corpo, sfruttando un approccio non antisessista, ma sessista al contrario».

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/ Una campagna ironica e provocatoria, che rompe gli schemi e ribalta le prospettive, supporta la nuova fase di espansione dell’azienda partita da un piccolo negozio a Ibiza e approdata alla ribalta dell’eyewear internazionale /

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/ Consumi, stili di vita e tendenze moda / di Danilo Fatelli

Avendo una certa esperienza di ricerche sul consumatore, ciò che mi ha sempre lasciato stupito sono le dichiarazioni degli stilisti che, quando vengono intervistati in occasione delle loro sfilate, alla domanda a cosa s’ispira la collezione, rispondono spiegando, in chiave sociologica, quello che vogliono oggi le donne. Ogni volta mi chiedo come fanno a sapere cosa vogliono le donne, magari si riferiscono alle loro clienti, che, per quanto numerose, difficilmente rappresentano l’universo rosa. Forse solo Giorgio Armani, che oltre a essere un grande stilista e imprenditore, è stato anche manager formato in uno dei templi del prêt-à-porter, la Rinascente, interpretando i dati di vendita delle sue mille e più boutique e maxi store sparsi per il mondo, potrebbe rilasciare dichiarazioni attendibili su come cambiano i gusti dei suoi clienti e da questo estrapolare le linee di tendenze che si stanno affermando. All’inizio della seconda metà del secolo scorso, lo studio e la conoscenza dei comportamenti di acquisto del consumatore, necessari all’orientamento della produzione di beni o servizi, fu l’innesco delle analisi di marketing. Nei settori del largo consumo queste ricerche, storicamente basate sulla raccolta dei dati analitici di vendita (cosa, dove, quando, ecc), hanno ricevuto un grande impulso facendole passare dal metodo a campione alla raccolta dei dati delle transazioni di vendita di interi settori, mantenendo un’impronta sostanzialmente quantitativa legata al reddito e alla tipologia sociale. Una ventina di anni fa, tutto questo in gran parte si smonta con il passaggio dalla società industriale dei consumi di massa alla società postmoderna. Contemporaneamente, si realizza un nuovo sistema di analisi dei consumi – che il sociologo Giampaolo Fabris in alternativa al marketing definì “Societing” - che fa emergere, dal calderone in cui sono immersi i fenomeni sociali, i valori e le tendenze che influenzano i consumi.

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I consumi si modellano sugli stili di vita che a loro volta determinano le tendenze che influenzano non solo cosa comperare, ma, anche, dove e come (dopo lo shopping selvaggio delle marche e delle griffe, quello esperienziale che dà valore al contesto in cui si compera) e non in assoluto, ma in modi diversi in relazione alla scala dei valori personali che ogni individuo attribuisce alle singole categorie e ai momenti di consumo. Accade così che si può essere attratti dalle auto di lusso e nello stesso tempo attribuire poco valore al cibo, alle occasioni di consumo fuori casa o al modo di vestire e via dicendo, secondo comportamenti ispirati oltre che alle proprie scelte di vita alle occasioni in cui ci si viene a trovare. Gli oggetti e i comportamenti status symbol lasciano posto a un mondo di comportamenti trasversali alle categorie in vario modo configurabili, in cui ognuno definisce, consciamente o inconsciamente, la propria identità sociale, fissa la propria scala di valori, individua i propri totem di appartenenza e le proprie icone, con modalità che sfuggono agli ex controllori del gusto e dei consumi e che trovano, viceversa, ispirazione dall’assordante cinguettio dei social network. In conclusione? Cari consumatori, stressati dalle ideologie cattoliche e marxiste prevalenti nel nostro paese che hanno diffuso l’unica declinazione negativa esistente nelle lingue occidentali del sostantivo consumo in consumismo, in contrapposizione a quella anglosassone, positiva, consumerismo – cioè difesa del consumatore - ora che il crollo dei consumi ci ha liberato dai sensi di colpa e abbiamo scoperto che consumare serve, andiamo nei negozi di ottica e scegliamo fra gli ottocento modelli e più che ci propongono, guardiamoci allo specchio e acquistiamo l’occhiale con il quale ci piacciamo e pensiamo di piacere di più e… andiamo in pace. Sapendo che, oltretutto, una buona lente ci protegge dai raggi UV e ci preserva da guai della vista che potremo avere in età matura.

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/ Finita l’era dell’imposizione di marche e prodotti “must”, realizziamoci acquistando ciò che più ci piace in relazione al nostro personale lifestyle /

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/ Mario Botta come Le Corbusier, anche nella scelta degli occhiali / di Luisa Espanet

Svizzero, del Canton Ticino, dove ha il suo studio, Mario Botta è uno dei più grandi architetti del mondo. Dalle chiese ai musei, dalle cantine agli edifici residenziali, alla ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, il suo stile progettuale è inconfondibile. E anche nella scelta degli occhiali rivela la stessa coerenza. Ha sempre portato occhiali? Da quando sono diventato vecchio, anzi da prima, dai tempi dell’università. Sono miope. Quali modelli preferisce? Ho sempre portato gli stessi occhiali. Montature con un profilo leggero, di forma rotonda, per adattarsi alle lenti che sono rotonde. Gli occhiali devono avere una forma semplice, razionale, non devono essere né spettacolari né retorici. Proprio come quelli che portava Le Corbusier. Però quelli di Le Corbusier avevano montature spesse, grosse. Sì, perché ai suoi tempi la tecnologia non era arrivata ai livelli attuali. Non esistevano materiali così leggeri, ma lo spirito dietro era lo stesso, la semplicità. Gli occhiali devono mostrare la loro struttura, non è possibile immaginarli diversi. Come è impossibile cambiare una matita. Ha mai disegnato degli occhiali? Me l’hanno chiesto, ma non l’ho mai fatto. Ci ho provato ma il designer è un mestiere a parte, bisogna entrare in contatto con le aziende che producono. Io non ne ho mai avuto il tempo né l’occasione.

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/ Semplici, razionali, assolutamente non spettacolari: per l’architetto svizzero, che ha ristrutturato La Scala, le inseparabili montature da vista devono essere prima di tutto uno strumento funzionale /

Porta sempre gli occhiali, a parte quando dorme? Non li porto per leggere, ma li alzo semplicemente dal naso. Usa anche occhiali da sole? No, cerco di evitare di stare dove c’è molta luce, non vado mai al mare, ci porto la famiglia, ma non resisto a non far niente al sole. E quando fa sport utilizza gli occhiali? Quando facevo sport ero giovane e non avevo bisogno di occhiali. Ha mai pensato alle lenti a contatto? No, non mi sono mai posto il problema, per pigrizia. Diciamo che non mi pongo problemi estetici. Le è mai capitato di vedere degli occhiali che le piacessero particolarmente? Si, mi è capitato: erano semplici, leggeri, ancora più rotondi di quelli che porto. Dove compra i suoi occhiali? Li compro molto raramente, sono un pessimo cliente. Per lei, quindi, l’occhiale è solo un oggetto funzionale, non un accessorio. Certo, se potessi non li porterei. Trovo strano un accessorio legato a un proprio limite fisico. Recentemente in Cina mi ha stupito vedere delle ragazze con occhiali senza lenti. Scelti solo per l’immagine, forse per sentirsi più occidentali.

Mario Botta ritratto dal fotografo Beat Pfändler

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Moda e tendenze

/ Questione di contrasti / di Luisa Espanet

Moi Multiple

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/ Estate, il contrasto è protagonista. Contrasto di colori, di tessuti, di linee. Anche per gli occhiali. E cosÏ le aste sono in materiali e, soprattutto, in tinte completamente diverse dal resto della montatura /

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Fendi Carrera Try Change

Moschino Contemporary Heroes Lacoste

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Moda e tendenze

/ Sei grande grande grande... /

VDP Viadelleperle

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/ Non sono una novità i grandi occhiali che nascondono a metà il viso. Chi non ha in mente la Audrey-Holly di Colazione da Tiffany? Ora però al modello-citazione nero se ne sono aggiunti altri: colorati, tondi, addirittura metallici o a mascherina multicolor /

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Porsche Design

Glassing Bikkembergs

Jimmy Choo Romeo Gigli Contemporary Heroes

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Moda e tendenze

/ La quadratura del cerchio /

Burberry

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/ Gli occhiali quadrati da vista per l’uomo sono un classico di sempre. Ora, sulla scena dell’estate, ricompaiono anche in versione da sole. Per i piÚ alternativi hanno lenti colorate, solo per lei piccoli decori /

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John Richmond

Marc Jacobs Derapage

Hype Michael Kors Replay

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/ I segreti per un occhiale “perfetto” / di Gianmario Reverdy*

*ottico, docente e consulente dell’Ottica Riga di Milano

Per fare un occhiale si deve entrare in un mondo abbastanza complesso, dove il cliente può trovarsi a disagio per la difficoltà di comprendere bene caratteristiche, materiali, pregi e difetti di un ambiente molto tecnico. Oggi, però, le richieste del consumatore finale sono sempre più stringenti e sia la grande stampa sia soprattutto il web potrebbero essere di grande aiuto nella comprensione dei vari problemi legati al nuovo occhiale. Questa informazione, tuttavia, può anche essere un’arma a doppio taglio: potrebbe, infatti, illuderci di essere diventati degli esperti e spingerci a trattare con diffidenza i problemi e a sottovalutare i consigli del vero esperto dell’ottica. Il mondo degli occhiali è oggi un ambiente ad alta tecnologia, dove spesso i pregi e i difetti non si vedono “a occhio nudo”, i costi talvolta non

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19 / ben e s s e r e v i s i vo /

/ Farsi un nuovo occhiale può provocare preoccupazioni o, addirittura, qualche forma di ansia, che sia il primo della propria vita o se la persona non è più particolarmente giovane. Ecco alcuni suggerimenti per “sopravvivere” e raggiungere il miglior risultato possibile /

si riescono a giustificare facilmente e i confronti che l’utente tende a fare su proposte diverse non sono sempre facili e corretti. Capire un occhiale non è come comprare un nuovo elettrodomestico o una nuova automobile: in questi e in altri settori, c’è molta informazione e non è difficile riuscire a capire potenzialità e limiti dei prodotti che vogliamo acquistare, rispetto alle nostre esigenze. Un occhiale per ogni esigenza o un’esigenza per ogni occhiale? Prima di fare un nuovo occhiale è importante decidere quali sono le esigenze che si vogliono soddisfare. Potremmo, infatti, avere necessità di un nuovo occhiale a permanenza, cioè per la correzione di un difetto visivo stabile e ormai consolidato, oppure

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20 Esistono appositi occhiali, detti “indoor”, per il lavoro di ufficio

avere intenzione di fare un nuovo occhiale solo per la visione ravvicinata, il cosiddetto “occhiale per lettura”. Potremmo anche provare a risolvere entrambe le esigenze con un unico occhiale con lenti progressive oppure ci potrebbe servire un occhiale per la nostra attività lavorativa da ufficio, se passiamo molto del nostro tempo davanti a una postazione di videoterminale. Ancora: potremmo volere un occhiale da sole o comunque protettivo per evitare abbagliamento e riflessi oppure potremmo pensare a un occhiale per un uso particolare, quale un’attività sportiva, lavorativa o ludica. Pensare oggi che un unico occhiale possa servire a risolvere al meglio ogni problema visivo è una vera illusione; in fondo, come abbiamo svariate paia di scarpe per esigenze diverse occorre entrare nella logica di avere anche diversi occhiali, specifici per i vari contesti di utilizzo. Solo così i nostri problemi visivi, relativi alle varie situazioni d’uso, potranno trovare la migliore soluzione e la performance più adeguata. Cosa fa la differenza in una lente? I materiali oggi utilizzati nel campo oftalmico per la costruzione delle lenti sono i vetri minerali e i materiali plastici, cioè materiali infrangibili solitamente chiamati resine organiche. In entrambi i casi la capacità rifrattiva del materiale (cioè la sua capacità di deviare la luce) è rappresentata dall’indice di rifrazione “n”. Oggi abbiamo materiali a indice di rifrazione da 1,52 a 1,90 per i vetri minerali e da 1,50 a 1,74 per i materiali plastici: in tutti, quanto più è

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elevato l’indice tanto più la lente potrà risultare sottile a parità di potenza, ma naturalmente di costo sempre più elevato. Ma che cosa fa oggi la differenza in una lente? Per le lenti tecnologicamente più avanzate la differenza sta nella progettazione della lente, costantemente aggiornata, in funzione degli studi più recenti, relativi a posture e movimenti degli assi oculari. Invece per le lenti che possiamo definire standard, cioè per miopia, ipermetropia, presbiopia e per un astigmatismo “normale”, la differenza sta nel processo di produzione e nella qualità delle macchine di lavorazione. Il ruolo chiave della montatura Quando si deve fare un nuovo occhiale si pensa alla montatura solo in chiave estetica, convinti che debba solo essere alla moda. La montatura, invece, è una parte fondamentale dell’occhiale per la funzione tecnica che svolge nel mantenere le lenti nella corretta posizione, assicurando nel tempo stabilità e, quindi, la centratura e la funzionalità visiva dell’occhiale. Nei limiti dei propri gusti e delle proprie aspettative, per quanto riguarda la forma e la dimensione della montatura è opportuno farsi sempre consigliare dall’ottico che, se professionale, vi farà presente pregi e limiti di quella che dovrete scegliere. Per quanto riguarda, invece, i materiali, oggi possiamo scegliere tra i materiali plastici e una discreta varietà di leghe metalliche. Nel primo caso il materiale principe è fornito dall’acetato di cellulosa, dal quale si ottengono montature per fresatura meccanica

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CRIZAL UV, LE LENTI CHIARE CON IL PIÙ ALTO FATTORE DI PROTEZIONE* DAI RAGGI UVA E UVB

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22 L’effetto di un buon trattamento antiriflesso sulla visione: senza (a sinistra) e con (a destra)

da una lastra, molto stabili e poco soggette a deterioramento nel tempo. Di livello più basso sono le montature, sempre in materiale plastico, ottenute per iniezione in uno stampo che riproduce la montatura finale. Nei metalli, invece, abbiamo tre gruppi di leghe oggi utilizzate nella costruzione delle montature: le leghe di rame, ottime per lavorabilità, ma con una discreta presenza di nichel, elemento fortemente allergizzante; gli acciai, ottimi per resistenza e sottigliezza, soprattutto quelli denominati “medicali o chirurgici”; e il titanio, a tutt’oggi uno dei migliori materiali utilizzati, leggero, completamente anallergico, di grande resistenza e, in alcune leghe quali il betatitanio (titanio, vanadio e alluminio) o il titanio Z (titanio e zirconio), di notevole flessibilità. Le montature in titanio saranno comunque più leggere (circa il 50%) di quelle in lega di rame.

antiriflesso, ad esempio, è da ritenersi indispensabile quando si usano lenti ad alto indice, nell’utilizzo serale dell’occhiale soprattutto nei casi di miopia e in tutte le condizioni in cui ci sono luci artificiali che possono disturbare la visione.

Raggi UV e luce blu, i nostri veri nemici L’effetto di accumulo dei raggi ultravioletti sull’occhio, in particolare sul cristallino, è corresponsabile nella formazione della cataratta: utilizzare lenti a protezione UV è senz’altro un utile ausilio al contenimento di questa patologia che oggi si manifesta in età sempre più giovane. Non tutte le lenti, però, forniscono adeguata protezione, in particolare l’effetto protettivo è scarso in tutte le lenti in vetro minerale e nei materiali organici standard (n = 1,50). Ultimamente alcune lenti sono state dotate di un trattamento che scherma anche la luce blu visibile, riteNon siate superficiali… con i trattamenti! nuta corresponsabile nelle patologie degenerative Uno dei costi più elevati nella costruzione di una della retina. La luce blu è oggi molto presente nell’illente è oggi rappresentato non dal materiale base, luminazione a led di televisori, tablet, smartphone e ma dai trattamenti che vengono successivamente tutti gli strumenti digitali. realizzati sulla superficie della lente per dotarla di caratteristiche sempre più tecnologicamente evolu- Dedicate più tempo alla scelta delle lenti te: l’indurimento superficiale nelle resine organiche, Dopo la scelta del materiale e dei trattamenti superteso a rendere la lente più dura in superficie e, quin- ficiali sulla lente, per fare un buon occhiale ci vuole di, più resistente ai graffi e alle abrasioni in genere; un professionista competente e capace, dotato dell’antiriflesso che serve a ridurre i riflessi dovuti alle le attrezzature indispensabili all’esecuzione del lasuperfici della lente; i trattamenti di antimbratta- voro. Diffidate sempre di chi non vi dedica tempo o mento che facilitano la pulizia della lente; i tratta- ve ne dedica con scarsa conoscenza e professionalimenti antistatici che servono a ridurre l’attrazione tà. Le operazioni relative a test preliminari necessari della polvere sulle superfici. Un buon trattamento per escludere eventuali controindicazioni (questi

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test sono utili anche se avete la ricetta del medico oculista), la presa di misure indispensabili e le operazioni di centratura dell’occhiale devono occupare tempo e attenzione da parte dell’ottico: spesso, purtroppo, nel fare un nuovo occhiale si dedica la maggior parte del tempo alla scelta della montatura e troppo poco a quella delle lenti; ma si ricordi che si vede con e attraverso le lenti e non con la montatura... E che due lenti non corrette o centrate male creano problemi visivi anche se la montatura è bellissima o all’ultima moda. Un servizio all’altezza: prima, durante e dopo Oggi, in tutti i settori, il servizio fornito per ogni attività appare uno degli elementi fondamentali per la soddisfazione del cliente. Scegliete sempre un professionista disponibile che vi offra tutte le informazioni che chiedete e che vi segua con attenzione e competenza anche nel dopo vendita: in un occhiale con lenti multifocali (progressive, per computer, bifocali, ecc), ad esempio, è importante verificare periodicamente la centratura e l’assetto generale dell’occhiale. Ricordatevi che soprattutto all’inizio dell’uso di un nuovo occhiale potrebbe essere necessaria una precisa registrazione della “calzata” dell’occhiale stesso, per ottimizzarne il funzionamento visivo. Fate poi sempre registrare il vostro occhiale dopo ogni eventuale incidente che dovesse aver prodotto un’alterazione dell’assetto della montatura: non metteteci voi le mani, ma fatelo sempre sistemare dal vostro ottico di fiducia. Anche la modernità e l’aggiornamento dei servizi

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è importante per la qualità. Oggi molti ottici sono forniti di un sistema cosiddetto di telesagomatura: consente, infatti, di rilevare la forma della montatura e far costruire poi la lente già su questa forma, dalla stessa azienda che produce la lente. In questo modo, in sede di progetto dell’occhiale ci si può già rendere conto degli spessori finali e dell’assetto dell’occhiale finito e intervenire, prima dell’ordine, per tutte le modifiche che si decide di attuare.

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Niente saldi nelle lenti Possono esserci i saldi anche nelle montature ma non dovrebbero mai esserci saldi nelle lenti. Una lente di marca è una garanzia di prodotto costruito con materiali idonei e tecnologie sempre all’avanguardia: all’apparenza può sembrare un prodotto banale, ma dietro c’è una tecnologia di alto livello che deve garantire alla lente stabilità e riproducibilità per non creare nel tempo problemi alla vista. Diffidate, dunque, di chi vi offre prodotti di alto prestigio a costi di svendita: soprattutto nelle lenti multifocali, dove la qualità del progetto della lente e la sua realizzazione sono alla base della bontà e funzionalità visiva del prodotto finito. La qualità costa, ma anche la professionalità costa... La qualità costa: per realizzare una lente di elevato livello occorre rispettare una lunga serie di passaggi di alta tecnologia. Ma un buon occhiale, oltre alla qualità di lenti e montatura, è fatto anche dalla professionalità e competenza dell’ottico. Un ottico

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24 Le aree di visione nitida in una buona lente progressiva

competente sa consigliarvi sul prodotto migliore per voi, rispettoso della vostra capacità di spesa e delle vostre necessità. Sa anche dirvi di “no” quando le vostre richieste possono essere in contrasto con le esigenze tecniche del vostro nuovo occhiale: purtroppo ancora oggi non tutto è possibile o è fattibile rispettando poi la qualità dell’occhiale finito. Come in tutti i campi, chi studia e si aggiorna è sempre in grado di proporre soluzioni soddisfacenti per le vostre necessità, ma tutto questo ha un costo che dovrete pagare nel servizio che vi viene offerto. Confronti sì, ma solo tra prodotti congrui La tecnologia che oggi sostiene la costruzione di una lente per occhiali e sovente anche di una montatura rende praticamente impossibile al grande pubblico capire la reale qualità dei prodotti. Spesso all’esterno non ci si rende conto del prodotto o, peggio, le lenti sembrano tutte uguali. Pochi, infatti, sono gli aspetti visibili e confrontabili che ci possono consentire di capire in anticipo la qualità del prodotto. Certo, si può valutare lo spessore della lente o la bellezza del suo trattamento antiriflesso, ma nulla si può sapere sulla bontà ottica e su quello che potrà essere il suo funzionamento nel processo visivo d’interazione con l’occhio umano. In alcuni casi, invece, ci si può rendere conto del funzionamento corretto della lente: ad esempio con le lenti multifocali, perché si riescono a valutare ampiezza e qualità delle aree di visione nitida durante l’uso. Attenzione, comunque, ai confronti che spesso ci sentiamo di fare: è corretta la volontà di confron-

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tare costi e pregi delle offerte dei vari prodotti, ma occorre sempre che questi confronti siano fatti tra lenti congrue fra loro. Dovrò confrontare due marche di prestigio con lenti dello stesso materiale e con trattamenti superficiali simili, perché solo così potrò essere sicuro di valutare prodotti che avranno le stesse caratteristiche. Nel campo poi delle lenti multifocali, che sono quelle a più elevata tecnologia produttiva, le variabili che giocano sul costo finale sono molte: la geometria della superficie, la modernità del progetto e la sua realizzazione costruttiva, ad esempio. Non sempre chi trova un amico trova un tesoro… Spesso ci fidiamo molto del parere che ci viene espresso da parenti o amici sull’esperienza legata alla soluzione dei loro problemi visivi. Se, da una parte, questa fiducia è un elemento importante per conoscere i professionisti più seri, aggiornati e competenti, dall’altra il metodo appare rischioso se si estende alla valutazione dei prodotti. Ciò che va bene per il difetto o i problemi dei nostri amici potrebbe non essere utile e performante per noi. Spesso, infatti, ci si sente dire “ma un mio amico ha speso “x” e ha acquistato il tal prodotto nel tal posto”: in questo modo, però, pensiamo che gli occhiali siano tutti uguali e che i problemi visivi dei nostri amici siano uguali ai nostri. Affidarsi, invece, a un professionista serio e competente è sempre la migliore garanzia di avere alla fine l’occhiale giusto per noi e al costo corretto per il prodotto che ci viene fornito.

l’assorbimento del cristallino

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/ Raggi ultravioletti e luce blu: proteggiamoci da questi “colori” / di Angelo Magri

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/ Sono quelli che soprattutto in estate, ma non solo, mettono a serio rischio l’incolumità del benessere e della salute visiva, con gravi ripercussioni possibili anche a distanza di anni. Sono i “nemici” non solo della nostra vista, ma anche delle principali aziende produttrici di lenti /

Oggi il livello di tecnologia delle lenti, grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo e alla collaborazione con gli ottici, consente di trovare soluzioni oftalmiche innovative. Così si possono proteggere gli occhi dai raggi UV non soltanto sulla parte frontale, quella più classica, della lente, ma anche dai riflessi su quella interna, che colpiscono direttamente gli occhi. La nuova frontiera della protezione oculare, invece, è correlata all’utilizzo sistematico e a una distanza ravvicinata, nel tempo libero o durante il lavoro, dei moderni dispositivi tecnologici: tablet, smartphone e tv Lcd e Led espongono continuamente i nostri occhi alla

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luce emessa dai loro schermi. Il crescente utilizzo di queste tecnologie e la sempre migliore qualità degli schermi fanno aumentare di pari passo anche l’emissione di luce blu. Se si parla di protezione, dai raggi UV, dai riflessi interni o dalla luce blu, qual è il valore aggiunto dei prodotti oggi presenti sul mercato? Lo abbiamo chiesto a titolari o manager delle principali aziende del settore. In questo modo vogliamo offrire al lettore, generalmente più esperto di marchi di occhiali anziché di lenti, una panoramica delle proposte più innovative per il suo benessere visivo.

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27 Il laboratorio di Carl Zeiss Vision Italia, a Castiglione Olona, in provincia di Varese

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Elena Rubino, direttore marketing Carl Zeiss Vision Italia Il prodotto Zeiss è da sempre garanzia di qualità e di elevate performance: ogni nostra lente viene sottoposta a numerosi controlli di qualità che vanno ben oltre i minimi richiesti per legge e la sigla incisa su ogni lente è testimonianza di questi accurati processi di lavorazione e verifica. La protezione che ogni lente deve fornire è sicuramente uno degli aspetti chiave che vengono studiati in Zeiss, specialmente nell’ambito delle lenti vista-sole, cioè quelle per occhiali da sole graduati: oggi poco più del 50% degli italiani è consapevole di quanto possa essere alto il fattore rischio per gli occhi al sole e ancora meno sa che fashion e utilità non sono impossibili da coniugare. Non in Zeiss, almeno. Per gli amanti del look, ad esempio, l’ampia gamma di colorazioni, tinta unita o sfumate, consente di realizzare l’occhiale desiderato anche con lenti graduate, senza rinunciare a nulla in fatto di estetica con il 100% di protezione UV garantita. Invece per gli sportivi o, comunque, per chi desidera alte performance visive, tutta la linea Skylet e SkyPol è la risposta giusta: le speciali colorazioni usate, brevettate da Zeiss, e i trattamenti polarizzanti applicati consentono un netto miglioramento dei contrasti e un completo comfort visivo sia vicino a corsi d’acqua sia in alta montagna o semplicemente alla guida, dove i riverberi sono più intensi e la qualità delle lenti può fare sensibilmente la differenza. Infine per chi quotidianamente passa da ambienti chiusi all’aperto, l’innovativa tecnologia PhotoFusion di Zeiss offre totale protezione contro i dannosi raggi UV in ogni momento grazie alle molecole fotoattive presenti nel trattamento fotocromatico applicato, che portano a uno scurimento della lente alla luce del sole e a uno schiarimento completo in interni con tempi di reazione fra i più brevi sul mercato. Per la massima protezione ogni trattamento di colorazione può essere abbinato a trattamenti antiriflesso per rafforzare ulteriormente la qualità di visione; inoltre il medesimo trattamento antiriflesso può essere applicato alle lenti PhotoFusion.

Mauro Nocera, product manager lenti e strumenti Rodenstock Italia La risposta Rodenstock è offerta dalle lenti fotocromatiche ColorMatic IQ, che in presenza di cambiamenti di luminosità, adattano velocemente il loro assorbimento, cioè il loro livello di scurimento, regalando agli occhi una fisiologica sensazione di benessere. Le lenti ColorMatic IQ, oltre alla protezione dalle radiazioni invisibili (UV 400) e visibili, offrono confortevoli performance sia nell’utilizzo all’interno, grazie alla loro leggerissima e gradevole tonalità selettiva (8%) e all’incremento del contrasto, sia nell’utilizzo in esterno, grazie al rapido e confortevole scurimento, fino all’85%, sempre adeguato al livello d’irraggiamento solare. I trattamenti antiriflesso Rodenstock Solitaire Protect Plus e Solitaire Protect, applicati su entrambe le superfici della lente, amplificano le performance delle nostre lenti, limitando soltanto all’1-2% la riflessione delle radiazioni UV che dalla superficie posteriore della lente possono raggiungere l’occhio. Rodenstock con le proprie collezioni di montature sottolinea l’attenzione per la scelta di forme, dimensioni e avvolgimenti che possano adattarsi idealmente a ogni viso, riducendo così anche quella piccola porzione di luce che dall’alto può raggiungere la lente. Le lenti ColorMatic IQ con i nostri trattamenti antiriflesso rappresentano, pertanto, una soluzione unica per contrastare i disturbi indotti da queste radiazioni, senza dover rinunciare all’estetica e al comfort nelle più Le lenti ColorMatic IQ diverse condizioni luminose e nelle più svariate attività, sia in ambienti interni sia di Rodenstock, utilizzate in un ambiente interno all’esterno, come nel lavoro, nello sport, alla guida o semplicemente nell’utilizzo di computer, tablet o smartphone. Il target di utenza delle lenti Rodenstock ColorMatic non ha limiti di età, essendo adatte anche ai bambini, i cui occhi sono più facilmente esposti a queste radiazioni.

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Il 91% delle persone lamenta fastidi agli occhi durante o dopo l’utilizzo di dispositivi digitali, ricordano alla Hoya

La ricerca e la produzione di Optovista sono interamente realizzate nella sua sede di Bologna

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Annamaria Nicolini, marketing manager Hoya Lens Italia Hoya mette a disposizione un vasto assortimento di lenti per ogni utilizzo, sia per attività in interni sia in esterni, tutte con vantaggi specifici, realizzate con materiali esclusivi di ultima generazione, che offrono protezione 100% dai raggi UV, oltre a sottigliezza, leggerezza e resistenza. Gli esclusivi trattamenti antiriflesso di Hoya, oltre a eliminare i riflessi sulle lenti, aumentano il contrasto e assicurano un aspetto estetico impeccabile e un’elevata performance in termini di visione nitida, contrastata e sicura. L’ultima novità di Hoya è BlueControl, la speciale lente trasparente che protegge dai dannosi raggi della luce blu: la sovraesposizione alla luce blu, infatti, soprattutto quella artificiale emessa dai dispositivi moderni, anche a causa della distanza di utilizzo ravvicinata, può provocare fastidi agli occhi e alla visione, talvolta con conseguenze serie per la vista e la salute. Le lenti Hoya BlueControl proteggono dai dannosi effetti della luce blu e permettono agli occhi di lavorare in condizioni migliori, per tutto il giorno, con una visione più confortevole e maggior contrasto. Hoya offre, inoltre, altri speciali trattamenti antiriflesso da applicare solo sulla superficie interna delle lenti colorate, per eliminare i riflessi sulla lente, aumentare il contrasto e assicurare un aspetto estetico impeccabile.

Paolo Pettazzoni, presidente e amministratore delegato di Optovista Optovista ha da sempre dedicato molta attenzione alla protezione dalle radiazioni UV: innanzitutto con un’attenta selezione dei materiali con cui vengono realizzate le nostre lenti, poi sviluppando trattamenti ad hoc. Il nostro trattamento antiriflesso top di gamma Hard Brilliance, ad esempio, riduce del 50% la riflessione delle radiazioni UV verso l’occhio nel caso di luce incidente internamente sulla lente. Derivato dell’Hard Brilliance è l’Hard Brilliance Interno specifico per lenti da sole. Ma è con il nuovo trattamento Hard Azulux Contrast che abbiamo stabilito una nuova frontiera nella protezione dell’occhio. Ci siamo, infatti, posti come obiettivo sia la totale eliminazione delle radiazioni UV sia la riduzione della componente blu della luce che raggiunge l’occhio. Il tutto mantenendo la naturale trasparenza della lente, che rimane assolutamente incolore e manifesta un gradevole riflesso residuo di colore blu. Questo è stato possibile grazie alle ricerche del nostro laboratorio R&S presso la nostra sede di Bologna: quindi ricerca italiana e produzione italiana, un segnale importante in un momento come questo.

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Roberto De Gennaro, amministratore delegato di Dai Optical Innanzitutto bisogna ricordare che Dai Optical parla di protezione dalla luce blu ormai da 10 anni: risale, infatti, al 2003 il lancio sul mercato del trattamento antiriflesso blu riposante Blue Tech. Oggi presentiamo l’evoluzione: Blue Tech Due. L’obiettivo degli ingegneri di Dai Optical nello sviluppo di Blue Tech è stato fornire una protezione dalla luce blu nociva, ovvero quella più vicina all’ultravioletto, senza bloccare completamente la luce blu in quanto necessaria per rimanere svegli e molto importante per una corretta percezione dei contrasti e dei colori. Blue Tech è una soluzione consolidata ormai da 10 anni e nella versione aggiornata si sono aggiunti altri importanti fattori che sono diventati degli elementi distintivi: migliore estetica e massima trasparenza delle lenti, che così non presentano alcun colore giallognolo, applicabilità su qualsiasi tipologia di lenti monofocali e progressive, sia standard sia personalizzate, barriera oleofobica che facilita la pulizia e alta resistenza ai graffi.

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Un’immagine di Crizal Prevencia di Essilor, trattamento di protezione selettiva dalla luce blu

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Alessandra Barzaghi, marketing manager Essilor Italia Il tema della protezione è centrale per Essilor. Anni d’informazione al pubblico hanno educato i consumatori all’importanza di proteggere la propria pelle dagli effetti nocivi dei raggi solari UVA-UVB. Ma chi pensa agli occhi? Essilor lancia nel 2012 le lenti Crizal UV con un concetto forte e innovativo: proteggi i tuoi occhi come proteggi la tua pelle creando parallelamente l’indice E-SPF (Eye Sun Protection Factor) per facilitare al pubblico la comprensione della protezione solare per gli occhi. Ispirandosi all’SPF, il famoso indice di protezione delle creme solari per la pelle, l’E-SPF indica il grado di protezione offerto dalla lente per gli occhi. Oggi Essilor offre le lenti chiare con il più alto fattore di protezione UVA-UVB disponibile sul mercato (E-SPF fino a 50+), ma soprattutto offre una protezione “doppia”. Molto spesso, infatti, anche acquistando lenti che dichiarano il “100% di protezione UV” ci si trova di fronte a un prodotto che filtra i raggi UV solo frontalmente, ma non blocca in alcun modo i raggi che si riflettono nell’occhio dalla superficie interna della lente: Crizal UV offre invece una protezione “doppia” potenziata sia all’esterno sia all’interno della lente, garantendo al contempo un’ineguagliabile chiarezza di visione. La prossima frontiera della prevenzione è la protezione dalla luce blu: una parte di questa luce, infatti, ha degli effetti molto nocivi sulla salute degli occhi, rappresentando uno dei principali fattori di rischio della Degenerazione Maculare Senile. Di fronte a una patologia non operabile proteggere per prevenire diventa, dunque, fondamentale. Una collaborazione preziosa tra i ricercatori Essilor e l’Istituto della Visione di Parigi ha svelato una scoperta straordinaria: quattro anni di ricerca e il primo test in vitro condotto nel campo dell’ottica oftalmica sulle cellule della retina hanno permesso di isolare proprio la porzione di luce blu-viola più dannosa per le cellule retiniche. La lente Crizal Prevencia Essilor è così in grado di offrire all’occhio una protezione selettiva dalla luce blu. Il vantaggio è enorme: Crizal Prevencia filtra la luce blu-viola dannosa per l’occhio e, vera innovazione, permette il passaggio della luce blu-turchese fondamentale e benefica per l’organismo, mantenendo la massima trasparenza della lente per una visione perfettamente nitida.

A Molfetta, nel cuore della Puglia, si trovano la sede e l’unità produttiva di Dai Optical

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/ Sindrome verde / Primavera / Estate 2013 di Luisa Espanet /La passione per il verde dilaga, inarrestabile e veloce. Nelle città,

negli spazi pubblici, nell’arredamento delle case. E anche la moda femminile ne è fortemente contaminata. Dall’abito da sera al bikini, all’accessorio, occhiale compreso /

01. Missoni / Occhiali da nuoto accessoriano l’abito in chiffon effetto sirena / 02. Opposit / Elementi dorati personalizzano la montatura verde menta / 03. Church’s / Borchie sulla stringata in cuoio.

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04. Serapian / Riprende un modello anni Cinquanta la borsa bauletto a due manici / 05. Dialogo Design / Ăˆ in fibra di cocco la lampada a sospensione / 06. Max & Co. / Un piccolo fiocco in cristallo miele spicca sul verde oliva delle aste / 07. Vanni / Acetato effetto pitone per il modello da vista / 08. Diesel / Indici bianchi applicati sul quadrante per l’orologio in plastica.

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/ Etno-Chic / / Finiti i tempi dell’etnico da mercatino, di dubbia autenticità. Ora gli stilisti e i designer guardano all’artigianato di paesi lontani per abiti e, soprattutto, per accessori sofisticati e di grande raffinatezza /

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01. Nau! / Cristalli azzurri e bianchi stile marajà sull’occhiale a farfalla / 02. Car Shoe / Una farfalla bicolore spicca sugli infradito di cuoio / 03. Gazel / Collana in tessuto con molte file di perline.

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04. Custo Barcelona / Grandi occhiali a maschera completano il look urban squaw 3000 / 05. Simonetta Ravizza / Cavallino stampato zebra per la borsa Hemingway / 06. Rodenstock / Ricordano tessuti orientali gli occhiali dalla linea essenziale / 07. Missoni / I colori della savana nella sciarpa in filo di seta.

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01. Versace / Stile coloniale in versione metropolitana / 02. Gucci / Il bambĂš caratterizza i leggerissimi occhiali metallici / 03. Sergio Rossi / In camoscio con stringhe di cuoio lo scarponcino per lui.

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04. Bally / La croce della bandiera svizzera sulla borsa da viaggio in cuoio/ 05. Lattoog / Poltrona Vidigal in fibra di tifa, pianta lagunare / 06. Ana Hickmann / In corno bicolore la montatura unisex / 07. Borsalino / Un evergreen in paglia a prova di deserti.

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/ A righe e a quadrati / / Nel mondo degli under 10 righe e quadretti compaiono spesso. E non solo nei quaderni. Nell’abbigliamento sono un classico, dai grembiulini alle T-shirt, ai pantaloni. Meno scontati sicuramente sulle scarpe. Decisamente una novità sugli occhiali /

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01. Tommy Hilfiger / Righe anche sulle aste del modello da vista / 02. Superga / Cotone a quadretti multicolor per la scarpa da tennis / 03. Moschino / Leggermente a farfalla gli occhiali a quadretti / 04. Petit bateau / Per le più piccole l’abito in maglia di cotone / 05. Dior / Si chiamano Baby Croisette e piaceranno molto alle bambine

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