B2eyes magazine 10-2012

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Novembre 2012 numero 10 www.b2eyes.com In copertina: Italia Independent www.b2eyes.com

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Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Direzione generale Luciano Cristiano cel. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Pubblicità advertising@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

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B2TRADE Editoriale Lenti oftalmiche: professionisti, non a caso 3 Il punto Comunicare non è facile e qualche volta è un bene 5 Strategie e mercato Crisi internazionali e disuguaglianze impongono scelte decisive 6 Marketing e gestione La vendita: empatia, abilità e organizzazione 10 Attualità Stone Island, oltre al freddo ora ripara dal sole 14 Dubai e Maldive, mete da sogno 16 Amarcord Tecnica, arte e immaginazione: signori, è la contattologia 18 B2STYLE Moda Close Up 28 B2EXPERT Consulente La digitalizzazione aiuterà il rapporto cittadini-Pubblica Amministrazione? 36 Meditazioni Un sasso nello stagno 38 Lab Lenti a contatto morbide toriche: la valutazione soggettiva dell’applicazione 42 Formazione Le età della visione 52 B2TECH Strumenti Optek: la telemolatura per i piccoli è ora realtà 54 Lenti oftalmiche Zeiss: un listino per ogni esigenza 58 Oftalmica Galileo: la presbiopia si tinge di rosa 60 B2JOB Vetrina Offro/cerco 62

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EDITORIALE

Lenti oftalmiche: professionisti, non a caso

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ell’ottica il campanello d’allarme più preoccupante suona quando il dato sulla vendita di lenti oftalmiche è negativo: in tal caso la situazione appare davvero critica. E nel 2011, secondo il report annuale di Anfao, il calo non soltanto c’è stato, ma è risultato anche significativo: -4,2% in pezzi nel sell-in rispetto all’anno precedente, -6,3% in valore. Nel 2012 la situazione non è migliorata, anzi: il trend di contrazione è confermato, con un ulteriore calo intorno al 6%, da gennaio a settembre, sia per il sell-in sia per il sell-out. Questo significa poca disponibilità da parte del consumatore finale non solo a farsi un paio di occhiali nuovo, ma anche al ricambio delle lenti oftalmiche sulla vecchia montatura. Nonostante ciò (o, forse, proprio per tale ragione) le principali aziende produttrici di lenti oftalmiche già l’anno scorso e, con vigore ancora più sostenuto, nel 2012 hanno investito su due binari e su tre fronti. I due binari sono il trade e il consumer. Sui principali canali televisivi, nonché sul web, nell’ultimo biennio sono state lanciate massicce campagne di comunicazione su nuovi trattamenti o geometrie, finalizzate a stimolare il cliente finale a coglierne, grazie a spot spesso molto divertenti, le potenzialità per migliorare il proprio benessere visivo. Contemporaneamente, tuttavia, i fornitori hanno coinvolto gli ottici partner, in molti casi selezionando quelli più orientati alla parte professionale e alla vendita di prodotti a più alto valore aggiunto, su queste novità: con formazione, materiale pop ad hoc e quant’altro. Così da attivare un canale biunivoco cliente-consumatore.

E i tre fronti? Su tutti spicca, naturalmente, il prodotto. Negli ultimi 20 mesi sono uscite sul mercato domestico diverse lenti considerate innovative, sia nel segmento che più di ogni altro interessa il conto economico di centri ottici e fornitori, cioè le progressive, sia in fatto di trattamenti. Ma la vera novità dell’ultimo anno - il secondo dei tre fronti, quindi – è il supporto alla vendita fornito ai propri partner sotto forma di applicazioni per tablet, così da rendere molto più facile la prova del prodotto e, soprattutto, la consapevolezza dell’acquisto da parte del cliente, in particolare sui cosiddetti articoli opzionali. Il terzo fronte, invece, è quello della comunicazione. A fianco, come detto, delle importanti campagne consumer, è stata confermata una costante attenzione nei confronti del centro ottico, attraverso continui investimenti in pagine pubblicitarie sulle migliori testate trade, cartacee e on line, e in uffici stampa di elevato livello professionale e con importanti esperienze in altri settori merceologici. E, ancora, in workshop che hanno coinvolto anche la classe medica, in presenze ai principali congressi o convegni nazionali, persino in eventi collaterali alla principale fiera mondiale, il Mido. Ne consegue che il settore delle lenti oftalmiche che, quello con più contenuto di tecnologia, innovazione e ricerca a monte della filiera, non solo non dimentica, ma addirittura coinvolge pienamente il proprio partner professionaAngelo Magri le. Che sia solo un caso?

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il punto

COMUNICARE NON È FACILE E QUALCHE VOLTA È UN BENE

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iovedì 18 ottobre il Senato, accolto il parere delle commissioni, ha inoltrato alla Camera per l’approvazione il disegno di legge 3270 – disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini e collegi – dove torna per il via definitivo e, poiché non prevede oneri a carico dello Stato, ha molte probabilità di essere approvato prima della scadenza della legislatura. Le cautele sono obbligatorie, tenuto conto del livello di efficienza e farraginosità dei meccanismi del nostro sistema parlamentare e del momento politico. Peraltro, questo disegno di legge è un atto dovuto che, una volta approvato, verrà a colmare il vuoto di disciplina in materia lasciato dalla legge di riforma degli ordini e dei collegi, approvata ad agosto in zona Cesarini. Quando il testo diverrà definitivo, ne proporremo una lettura comparata con lo statuto del Registro dell’Optometrista Magistrale per constatarne il sincronismo concettuale. Per ora ci limitiamo, viceversa, a constatare un altro sincronismo con la fase conclusiva dell’iter di approvazione della legge, cioè la dichiarazione rilasciata venerdì 19 ottobre al TG1 da Giulio Velati, presidente di Federottica, il cui significato, per la brevità dell’intervento e la scarsa incisività del suo contenuto, è sicuramente passato senza lasciare tracce. Però, nel contesto attuale, quale valore attribuire all’affermazione, espressa in antitesi alle carenze della scuola e all’occupazione giovanile, che solo il titolo universitario conferisce professionalità e qualità all’esercizio professionale? Sappiamo che per l’ottica il problema non può porsi in quanto, per legge, solo l’ottico abilitato può vendere dispositivi di correzione della visione e anche se è laureato (per di più nell’ambito della facoltà di Fisica), questo non ha alcun rilievo né legale né pratico e pertanto il corso di laurea in Optometria, conseguito nell’ambito della facoltà di Fisica, non consente alcuno sbocco occupazionale. Non a caso chi conosce il problema, cioè gli ottici, i figli all’università non ce li manda e chi si iscrive, non provenendo dall’ottica, cerca altri sbocchi che una facoltà come quella di Fisica non offre a buon mercato. Inoltre come si può affermare che la qualità e la professionalità sono garantite solo da chi è laureato, se è vero che in tutte le classifiche di merito internazionali Danilo Fatelli nessuna università italiana rientra tra le prime duecento?

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STRATEGIE E MERCATO

CRISI INTERNAZIONALI E DISUGUAGLIANZE IMPONGONO SCELTE DECISIVE Il perdurare della contrazione delle vendite richiede, a chi voglia recitare un ruolo attivo, di cercare soluzioni per il cambiamento e l’innovazione di Danilo Fatelli

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a comunità economica internazionale, che è passata dalle grandi concentrazioni realizzate attraverso le “merger and acquisition” degli anni a cavallo fra l‘80 e il ’90, nei quali si sono creati i colossi industriali dei paesi occidentali, alla globalizzazione dominata dai cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), ha generato, in un susseguirsi di crisi/ scandali finanziari, crescenti disuguaglianze e problemi economico / sociali. Fino a quando della crescita economica beneficiavano tutti, anche i meno ricchi e le aziende minori, tutto è filato via in modo sostanzialmente liscio e, in quel contesto, chi ha saputo e voluto ha trovato il proprio spazio vitale. A partire dal 2008 la crisi si è avvitata e ha colpito duro il nostro

Il negozio Alain Mikli di Milano, in corso Como

mondo, ma le realtà economiche di dimensione internazionale l’hanno cavalcata recuperando nei paesi emergenti quello che andavano perdendo nel vecchio mondo. Per i

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meno ricchi e le imprese minori le cose vanno altrimenti e, purtroppo, non bene. A patire di più la fine del ciclo affluente delle economie occidentali sono le persone e le


STRATEGIE E MERCATO

imprese più deboli, come è certificato da due fenomeni concomitanti e cioè l’aumento dei tassi di disoccupazione e il saldo negativo fra le imprese di nuova creazione e quelle che chiudono. La chiusura non risparmia neanche quei punti di vendita che si chiamano moderni, cioè i supermercati, che peraltro reagiscono alla crisi aggredendo il mercato e producendo nuove tipologie di successo quali i discount e gli specialisti del drugstore. Partendo dalle note difficoltà di un’insegna storica, anche nella distribuzione ottica si sta riproducendo una situazione difficile e, mentre la produzione di montature e occhiali da sole italiana è in forte sofferenza, la multinazionale Luxottica acquista, ironia della sorte, quell’Alain Mikli che tanti ottici avevano inserito nei propri punti di vendita per sottrarsi al giogo dei grandi marchi. Sempre nel contrasto fra grandi e piccoli, Marcolin, rivitalizzata dalla partnership con Tod’s, diventa preda di Borsa ambita e money maker per i possessori del titolo o, ancora, il titolo Essilor viene dichiarato di recente il miglior performer dell’indice CAC dei 40 titoli più importanti della Borsa di Parigi. Non è il caso di lanciare il “si salvi chi può”, ma è doveroso prendere atto che il giro d’affari dell’ottica, fra alti e bassi, iniziando dal 2008

si è contratto e che, data la durata di questa situazione di crisi e la dimensione della contrazione, si può affermare, senza paura di commettere grossi errori, che tutti vi sono coinvolti, industria e distribuzione, con l’eccezione, per l’appunto, dei grandi gruppi internazionali. In particolare, il mondo dell’ottica si trova di fronte al dilemma se continuare con lo stesso approccio commerciale e professionale con il quale ha mietuto successi fino agli anni Novanta, lusingato dalle sirene di chi sosteneva che la professione e la laurea - aspettando il Godot della revisione del profilo professionale - fossero la soluzione di tutti i problemi, oppure prendere atto che il cambiamento è irreversibile e che, se si vuole dare continuità alla propria impresa, è necessa-

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rio trovare un nuovo rapporto con la clientela e il mercato. In questo scenario confuso chi tentava soluzioni commerciali più aggressive e innovative veniva – viene – accusato di offesa alla categoria. La latitudine dei problemi, in presenza di una contrazione del reddito e dei consumi, record in Europa, richiede di entrare in sistemi di grande dimensione aperti all’integrazione internazionale, apportatori delle risorse, del know-how e della visione necessari al tentativo del cambio di rotta. Questo non può essere fatto, salvo eccezioni, dal singolo ottico che può partecipare al rinnovamento del sistema solo entrando in forme di concentrazione imprenditoriali o associative in cui trovare il sostegno alla propria


STRATEGIE E MERCATO

«Il giro d’affari dell’ottica, fra alti e bassi, iniziando dal 2008 si è contratto: data la durata di questa situazione di crisi e la dimensione della contrazione, tutti vi sono coinvolti, industria e distribuzione, con l’eccezione dei grandi gruppi internazionali»

Bilancio della Borsa di Parigi: Essilor, definito da Le Figaro il miglior titolo con il 66% d’incremento del valore di listino in cinque anni

impresa e apportare, se possibile, il proprio contributo al rafforzamento della concentrazione. Tralasciando la citazione ovvia dell’esempio della distribuzione moderna alimentare che controlla il 90 per cento del giro d’affari del settore, il più grande in assoluto,

in tutti gli altri settori della distribuzione le imprese succursaliste (quelle che in modo impreciso vengono definite catene), con punti di vendita diretti o in franchising e quelle del commercio associato o gruppi che dir si voglia, detengono quote importanti della numerica

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dei punti di vendita che hanno sempre la caratteristica di avere un peso sulle vendite proporzionalmente superiore. Quindi se si vuole stare sulle barche che hanno più probabilità di galleggiare è bene scegliere quelle più grandi e organizzate.



MARKETING E GESTIONE

LA VENDITA: EMPATIA, ABILITÀ E ORGANIZZAZIONE Dal momento in cui il cliente potenziale entra nel centro ottico la trasformazione della visita in vendita è affidata all’abilità dei venditori e alla qualità dell’organizzazione di Ario Terzi

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Nei moderni centri ottici l’utilizzo del banco di vendita, dell’esposizione self service e della vendita seduta avviene in funzione delle esigenze poste dalla richiesta e dalla tipologia dei clienti

a figura del venditore, in qualunque campo e in qualunque tempo, è sempre stata fondamentale per mettere in contatto merci e servizi con gli utenti/consumatori e giungere alla conclusione della transazione di vendita. Qualsiasi attività produttiva resta incompiuta se qualcuno non s’incarica di farla conoscere e di venderla. Va da sé che il progresso e l’ammodernamento della produzione e della distribuzione hanno trasformato profondamente le modalità di esercizio della professione del venditore di cui, però, sono rimaste inalterate le qualità

fondamentali richieste, cioè il piacere innato di incontrare il pubblico dei consumatori, la conoscenza dei prodotti/servizi che propone e quella di saper creare un rapporto empatico con l’interlocutore. In un passato, anche relativamente recente, i prodotti erano semplici, non sofisticati, spesso coincidenti con le materie prime grezze o semilavorate, per cui il venditore doveva conoscere la qualità intrinseca dei prodotti che proponeva e individuare cosa e a chi vendere. Il tutto sulla base della propria esperienza e del proprio pragmatismo, agendo sovente all’aperto in fiere e mercati. Solo poche categorie di venditori avevano un ruolo quali-

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ficato e distinto, come ad esempio i farmacisti o come sono oggi gli ottici, che propongono al pubblico ametrope oggetti sostanzialmente misteriosi, dai quali si attendono di vedere bene e di avere un aspetto confacente con la propria persona e le proprie attese. A opera delle innovazioni tecnologiche e delle strategie di marketing, nel tempo i prodotti sono diventati il frutto di trasformazioni, anche radicali, e vengono sempre proposti con la mediazione del packaging e la protezione e la garanzia della marca come prodotti finiti, normalmente già conosciuti dai consumatori grazie ai sistemi di comunicazione di massa, stampa, radio e televi-


MARKETING E GESTIONE

sione e i nuovi canali sociali come Twitter e Facebook. Nella realtà attuale il venditore opera integrato in sistemi aziendali in cui deve giustificare il proprio ruolo con l’apporto di valore aggiunto alla filiera in cui agisce o rischia di esserne espulso. La sua attività, pertanto, non può essere solo il frutto della sua esperienza e delle sue consuetudini, ma si deve sostanziare con una preparazione specifica e la conoscenza delle tecniche della sua arte e quelle delle specifiche modalità che richiedono le diverse tipologie di prodotto che offre. È proprio questo l’ambito in cui è più importante il contributo della professionalità del venditore del centro ottico. In questo senso, quella che chiamiamo la professionalità dell’ottico è condizione e presupposto necessario, ma non sufficiente, per il successo del centro ottico.

e un’efficace organizzazione dei processi di vendita consentono a tutti di ottenere buoni risultati. Ricordiamo che in un altro articolo (cfr. b2eyes magazine n.8) abbiamo affrontato gli aspetti comportamentali e di relazione con il cliente. 1 Operazioni preliminari alla vendita a. Predisposizione, conoscenza e controllo degli strumenti del mestiere: cataloghi (in particolare lenti oftalmiche), listini, strumenti (frontifocometro, ecc); b. Conoscenza e controllo del piano di vendita: lista dei prodotti da proporre prioritariamente e come (esigenze di magazzino, di marginalità, di raggiungimento degli obiettivi, ecc).

Sequenza dei processi di vendita Di seguito proponiamo una descrizione sintetica dei processi di vendita e della sequenza in cui si svolgono, che costituisce una sorta di check list che dovrebbe essere applicata a ogni contatto con la clientela e che è il presupposto organizzativo per trasformare il venditore in consulente e partner del cliente: vale a dire ciò che si attende in un negozio specializzato. Per essere un buon venditore, quindi, si è favoriti se si posseggono doti naturali di empatia e capacità di relazione interpersonale, ma un buon addestramento

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2 Organizzazione della reception a. La gestione dell’attesa (accoglienza all’ingresso nel punto di vendita, saluto, indicazione dei tempi di attesa); b. Il rispetto delle precedenze; c. Il primo contatto (inquadramento della persona e dei suoi problemi visivi); d. Definizione del percorso di presenza nel punto di vendita (refrazione, scelta dei prodotti, con chi). 3 Vendita a. Il disco di vendita (presentazione del centro ottico e dei suoi servizi, garanzie, opportunità, servizi post-vendita); b. La pianificazione dello sviluppo del rapporto in funzione del pro-


MARKETING E GESTIONE

La statua dedicata al venditore nella stazione Atocha di Madrid, dove avvenne il terribile attentato dell’11 marzo 2004

dotto desiderato e delle caratteristiche dell’individuo /cliente; c. Metodologie di vendita; d. Il libero servizio, scelta autonoma del cliente (in seconda battuta dal venditore), guidata dal sistema espositivo, criteri di display; e. La vendita seduta, scelta assistita. 4 Gli argomenti di vendita a. Il prodotto (conoscenza dei prodotti in rapporto alle tipologie di clienti e delle prestazioni percepite dai clienti); b. La qualità, le coordinate della rassicurazione: descrizione tecnica delle performance, delle peculiarità della marca, della conoscenza e dell’esperienza diretta del prodotto; c. Applicazione delle tecniche di cross-selling e up-selling (cfr. ancora b2eyes magazine n.8); d. Proposta di sconti e promozioni, in alternativa o articolati e/o sommati in funzione dei prodotti (valore, margine, magazzino) nella logica di utilizzo dei canvass; e. Formulazione del prezzo, in funzione di sconti e promozioni; f. Il prezzo incassato (bilanciamento fra attese del cliente e proposta del prodotto in funzione delle politiche aziendali); g. Gestione del registratore di cassa, dello scarico del magazzino e dell’eventuale riordino.

5 La chiusura del rapporto a. Creazione del file del cliente; b. La consegna del prodotto (confezione, gadget, materiale pubblicitario); c. Il pagamento (le facilitazioni di pagamento, carte di credito, rateazioni); d. Presentazione delle attività postvendita; e. Saluto. Naturalmente queste cose, grosso modo e nella stessa sequenza, vengono fatte in tutti i centri ottici: quello che qui si vuole richiamare sono

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gli aspetti qualitativi e specialmente la gestione finalizzata a soddisfare il cliente (il rapporto, il prodotto e il prezzo) e a raggiungere gli obiettivi gestionali del centro ottico con tutti gli strumenti di vendita disponibili. Quanto sia importante un’efficace esecuzione di tutti processi di vendita lo conferma il dato del tasso di conversione delle visite in vendite, che a livello nazionale oscilla fra il 50 ed il 60 per cento e che lascia, quindi, ampio spazio di recupero rispetto all’andamento attuale, deludente delle vendite.



ATTUALITÀ

STONE ISLAND, OLTRE AL FREDDO ORA RIPARA ANCHE DAL SOLE Il marchio di abbigliamento sportivo approccia il mondo dell’occhialeria presentando una collezione, frutto di un incontro tra il presidente e direttore creativo, Carlo Rivetti, ed EG Brands, una nuova realtà imprenditoriale di Francesca Tirozzi

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Ricci. Già agente in Luxottica, direttore commerciale in Moa Ottica e proprietario di una propria linea di occhiali, Ricci è approdato a questa nuova avventura. «Ho scelto di far parte di questo nuovo progetto perché Stone Island è un marchio in cui ho sempre creduto di altra qualità – ha raccontato il manager – E che oltretutto richiama gli anni culto della mia generazione». EG Brands è, quindi, partita con determinazione e passione per dedicarsi esclusivamente a Stone Island attraverso una struttura di progettazione e vendita. Infatti, oltre a curare la distribuzione del prodotto in tutto il mondo, ne segue la progettazione e la realizzazione, che viene fatta in Cadore. «I modelli vengono disegnati insieme alla proprietà

perimentazioni e innovazioni nel campo dei materiali e dei tessuti in cui spicca Ice Jacket, la giacca che cambia colore al cambio di temperatura: dal 1982, anno di fondazione, a oggi, Stone Island non si è fatta mancare nulla, neppure gli occhiali, lanciati lo scorso marzo e nati dall’incontro tra lo stile e la filosofia consolidati del brand di abbigliamento e una nuova realtà imprenditoriale. Si tratta di EG Brands, società bergamasca che fa capo all’holding EGFinance, nata all’inizio del 2012, proprio in concomitanza con l’acquisizione della licenza Stone Island. L’idea è venuta al direttore generale di EG Brands, Claudio

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ATTUALITÀ

PRESTAZIONI DA COMPETIZIONE

In queste pagine, alcuni modelli Stone Island

La collezione Stone Island parte dallo studio delle forme che sono diventate icone nel mondo degli occhiali, interpretate con design moderno e realizzate con alto livello qualitativo, che presenta soluzioni tecniche avanzate e lavorazioni artigianali. La linea, composta esclusivamente da modelli sole, è composta da occhiali in iniettato, in acetato e metallo, e monta lenti Optics by Carl Zeiss Vision. La punta di diamante è l’occhiale, prodotto in edizione limitata nella misura di 400 pezzi, con i cerchi del frontale in carbonio, con spessore di 3 mm ricavato da stampo, procedimento che esalta la tridimensionalità geometrica del materiale anche nelle cosiddette zone d’ombra. La tecnologia adottata e i test di tenuta sono gli stessi derivati dall’automotive da competizione. La lavorazione dell’occhiale, proposto in quattro varianti colore, nero, verde, blu e rosso, è ottenuta da pigmentazioni colorate in sospensione nelle resine trasparenti, procedimento che lascia visibile la trama del carbonio e con trattamento opaco e antigraffio.

Stone Island, unendo il nostro know how nel settore dell’occhialeria e i valori legati al brand – ha detto ancora Ricci – Si tratta comunque di creazioni attinenti al settore tecnico, riscontrabili in alcuni dettagli come le aste a riccio, ideali per un utilizzo del casco, e i paraocchi, realizzati con il tessuto delle giacche Stone Island, particolare che unisce la qualità e la filosofia del brand». Per quanto riguarda la distribuzione, l’obiettivo è di raggiungere centri ottici selezionati, in tutto il mondo. «Abbiamo agenti diretti in tutta Italia, oltre ad alcune zone d’Europa, tra cui Francia, Inghilterra, Olanda, Medio Oriente e Asia – ha aggiunto Ricci – L’obiettivo di EG Brands è di entrare in nuovi mercati esteri, oltre al nord Europa, dove Stone Island è già particolarmente forte per quanto riguarda l’abbigliamento». L’occasione per espandere la distribuzione del brand si concretizza nell’ambiente fieristico. «All’ultimo Silmo abbiamo presentato agli operatori del settore tre nuovi modelli in iniettato e tre modelli in metallo, con un prezzo al pubblico accessibile – ha sottolineato Ricci – La risposta degli ottici è stata soddisfacente, come lo è stato l’interesse da parte dei nuovi mercati. Alla prossima fiera internazionale, l’opti di Monaco di Baviera in gennaio, testeremo, invece, il gradimento dei mercati del nord Europa».

Claudio Ricci, direttore generale di EG Brands

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Lo st Ceci


ATTUALITÀ

DUBAI E MALDIVE, METE DA SOGNO Vision Group ha proposto per il quarto anno consecutivo un’esperienza unica di Angelo Magri

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ali, Kenya, Birmania: queste le tre incantevoli destinazioni dei viaggi di Vision Group organizzate negli ultimi anni per i propri affilati che hanno riscontrato un grande successo. Successo ulteriormente confermato nel 2012 dal numero di adesioni in costante crescita, per un totale di oltre 50 partecipanti da tutta Italia per due mete da sogno: Dubai e Maldive. La partenza per Dubai è avvenuta il 27 ottobre, uno dei sette Emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti, ma anche la città più importante e moderna del medesimo emirato, sul Golfo Persico. Vision Group Viaggi, infatti, ha organiz-

Una veduta aerea di Dubai

zato una splendida visita alla torre Burj Kahlifa, la più alta al mondo. Il gruppo ha potuto apprezzare una vista mozza fiato della città dalla terrazza panoramica che si trova al 124esimo piano. Un soggiorno che è poi proseguito tra l'incanto del deserto, infinite distese di dune cavalcate sui fuoristrada, gole sterminate tra le montagne, souk dai mille colori, bianche spiagge lambite da un mare pulitissimo. Dopo tre giorni in Medio Oriente, il gruppo ha preso la via per uno degli

arcipelaghi più affascinanti del pianeta: le Maldive, oltre mille isole coralline nell’Oceano Indiano, un nome che in sanscrito, antica lingua indiana, significa “ghirlanda”. In questo paradiso marino vivono esemplari della fauna e della flora marina incredibili: pesci dai colori sgargianti, coralli, tartarughe e piante marine. Poi tutti a casa il 3 novembre, arricchiti da un forte spirito di gruppo e da emozioni uniche e indelebili, catturate con gli occhi e da rivivere nel cuore.

Il gruppo di affiliati Vision Gruop che ha partecipato al viaggio a Dubai e alle Maldive

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FINALMENTE LE LENTI RESISTENTI AI GRAFFI PER UNA VISIONE NITIDA

RESISTENTI AI GRAFFI ANTIRIFLESSO

IDROREPELLENTI CONTRO LO SPORCO ANTISTATICHE

NEI MIGLIORI CENTRI OTTICI


AMARCORD

Tecnica, arte e immaginazione: signori, è la contattologia Una “ricetta” che Maurizio Panzieri segue da oltre 50 anni, dal giorno in cui cominciò ad applicare lenti a contatto a Roma. E ancora prima: quando quella cugina di mamma con gli occhialoni venne a farsele mettere apposta da Chioggia per trovare finalmente marito… di Angelo Magri

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e San Paolo ha avuto la decisiva folgorazione sulla via di Damasco, in questo Amarcord racconteremo di ben due folgorazioni: non certo mistiche come la più famosa, ma altrettanto importanti per Maurizio

Panzieri, classe 1943, romano de Roma. La prima risale alla fine del decennio coinciso con la Seconda Guerra Mondiale. «Avevo appena 7 anni ed ero astigmatico, quando papà Mario mi portò all’Istituto Ottico Fios, allora in via Principe Amedeo, a fare i primi occhiali – inizia Panzieri – Quell’ambiente fantastico, con quegli occhiali

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negli eleganti vassoi, quelle luci, i macchinari e le persone con il camice bianco mi impressionarono da subito. Tanto che, appena uscito, dissi a mio padre che da grande avrei fatto l’ottico. Papà, che allora conduceva un negozio di sola fotografia, non mi diede retta più di tanto, certo che l’affermazione fosse il frutto tipico della fantasia


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Nella pagina a fianco, Maurizio Panzieri oggi, nel suo studio; a destra, l’attestato di partecipazione al Corso di Optometria presso la University of London Union, tenuto dai noti docenti Cecil Flick e Harry Freeman, ottenuto da Panzieri a Londra nel luglio 1962 . «Durante il corso in Inghilterra del ’62 e, soprattutto, nel biennio ’67-’68 presso lo studio londinese di John de Carle - dice - ho scoperto una regola che mi ha guidato fino a oggi nella professione: in contattologia non è tanto importante quello che un costruttore di lenti a contatto è in grado di offrire a un applicatore, ma soprattutto ciò che un applicatore è capace di chiedere al costruttore».

di un bambino. Qualche anno più tardi, tuttavia, dovette ricredersi». Conclusa la scuola media, infatti, Maurizio s’iscrive al corso triennale di ottica, al De Amicis di Roma, dove prende il diploma nel 1961. «Eravamo una classe di appena 19 ragazzi, tutti promossi e tutti già con un impiego a settembre di quell’anno – rivela – Si studiava, di fatto, senza veri e propri libri di scuola, ma solo su quanto spiegavano e dettavano gli insegnanti: il preside Ippolito Pucci, ad esempio, o il professore di anatomia, Gastone De Ferraris, o, ancora, l’indimenticato Icilio Cialdea, docente di tecnologia. Ricordo ancora tutti i

miei compagni, con molti di loro capita di vederci in città e vent’anni fa ci siamo dati tutti appuntamento a Firenze per il Maestro Ottico, con tanto di…salto della cavallina in piazza della Signoria!». Dopo il diploma Panzieri comincia subito a lavorare, proprio alla Fios, dove l’allora titolare, Mario Roncaccia, molto amico di papà Mario, gli dà l’opportunità di due mesi di prova. Quei due mesi diventano in un lampo sei anni, intervallati soltanto dalla presenza al London Course of Optometry, nell'estate del ’62, dove frequenta i corsi di Flick e Freeman, che di lì a poco saranno portati anche nel resto d’Europa e

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in Italia dai pionieri dell’optometria. Ma l’Inghilterra e la sua vocazione alle discipline optometriche gli rimarranno nel cuore: al punto da chiedere un biennio sabbatico, nel ’67, per approfondirle, proprio a Londra. «Frequentai lo studio di John de Carle, uno dei padri della contattologia non soltanto britannica, ma addirittura mondiale, colui che di lì a poco avrebbe inventato le Permalens, le prime lenti a contatto permanenti morbide, che si potevano portare per un mese – dice Maurizio – L’esperienza nel suo studio a Bond Street, dove servivamo clienti di tutto il mondo e di grande lignaggio, fu meravi-


AMARCORD

«I miei cavalieri della Tavola Rotonda» Per Panzieri sono tanti, forse qualcuno sfugge persino alla memoria. Sono le persone, amici ancora prima che colleghi, che l’hanno accompagnato in tutti questi anni di attività. «Penso a Germano Gambini, grande personaggio e grande pioniere con le lenti a contatto Sohenges. A Sergio Berti, romano come me, ma conosciuto a un congresso a Buenos Aires e incontrato sempre in giro per il mondo e mai nella nostra città. Ad Aldo

Gunther Forst

Regattieri, ottico veronese, talento versatile, inventore di strumenti: semplicemente un genio. A Torello Fornaciari, anima commerciale di Essilor: che stile e che classe. E, ancora: l’impareggiabile competenza di Ugo Frescura, il fiuto imprenditoriale di Giorgio Sichel, l’abilità professionale di Mario Giovanzana». Buona parte dei ricordi è dedicata all’Aio, l’associazione alla quale Maurizio Panzieri è stato iscritto, dal ’72 al ’99, rivestendo anche il ruolo di vicepresidente, con l’incarico di tenere i contatti a livello ministeriale. «Quanto lavoro, quante ore dedicate all’associazione, quante speranze per la nostra professione: fin dal quel lontano ’72, quando mi fu affidata la stesura del primo codice deontologico del contattologo», racconta Panzieri. E poi quanti colleghi, legati all’associazione e alle sue attività, ai quali lo univano gli stessi obiettivi. «Baldo Piancastelli, persona

Alessandro Spiezia

Mario Giovanzana

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Germano Gambini

semplicemente meravigliosa, Corrado Mattolini, l’altra anima dell’Aio, Alessandro Spiezia, gran signore. E gli importanti relatori che portai a Roma per i nostri congressi: Gunther Forst, Jacques Mür e Thomas Pförtner su tutti».


AMARCORD

Roma, febbraio 1978: due conferenze organizzate dall’Aio e tenute dal docente berlinese Gunther Forst sul B.U.T. lacrimale: Panzieri contribuì alla realizzazione e alla traduzione in più lingue, per agevolare la partecipazione di professionisti da ogni parte del mondo

gliosa». Nel ’69 Panzieri torna in Italia per avviare il progetto che lo impegnerà tre lunghi decenni. «Insieme ai proprietari dell’Istituto Ottico Fios, che dal 1958 si era trasferita nell’attuale sede in via del Viminale, mettemmo in piedi uno studio di contattologia gestito direttamente da me, sullo stesso piano del centro ottico, con la stessa entrata, ma chiaramente separato dalle altre attività dell’Istituto – spiega il professionista romano – Arrivammo ad avere anche quattro tecnici di laboratorio per la costruzione delle lac». In questi trent’anni di lavoro Panzieri vive tutte le fasi dello sviluppo della tecnologia ed entra in contatto con le grandi novità che rivoluzioneranno il mondo della contattologia in Italia. «Nel ’70 la Canon mi invitò in Cecoslovacchia a conoscere da vicino la progettazione e la costruzione delle prime lac morbide, che nascevano al dipartimento di Fisica Macromolecolare di Praga, dove si studiava un materiale allora innovativo, l’Hema, e che poco più tardi sarebbero state portate per la prima volta in Italia da Luigi Regazzoni e da Franco Romani – racconta – Fu-

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AMARCORD

Firenze, 22 novembre 1992: Baldo Piancastelli, in qualità di presidente Aio, consegna a Panzieri il diploma di Maestro Ottico per i suoi primi 30 anni di attività nel settore, insieme a Corrado Mattolini (al centro), consigliere Aio. Sotto, Firenze, 22 novembre 1992, foto di classe trent’anni dopo, in occasione di Maestro Ottico: da sinistra si riconoscono Franco Curci, Ernesto Cicchetti, Cesare Pastori, Giorgio Romano, Bruno Daini, Michele Casamassima, Maurizio Panzieri, Claudio Cannelli e Paolo Tatoni

rono tre decenni di costante passione per questa attività e di grandi soddisfazioni professionali, ma a un certo punto mi accorsi che stavo facendo più il manager che l’applicatore, la professione che invece avevo sempre voluto fare e che volevo continuare a fare». Così esce dalla società e, proprio sul finire del primo millennio, dà vita a Optical Panzieri, centro ottico in via Leopardi, a due passi da via Merulana, dove all'imponente esperienza in fatto di applicazione di lenti a contatto decide di abbinare l’offerta di occhiali. In questo senso un grande contributo lo riceve dalla moglie, Conceição Martins, brasiliana di origine ma portoghese di nascita, che darà un'impronta ben precisa alla sezione

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eyewear del negozio: una vita insieme a Maurizio e gli ultimi anni, fino alla scomparsa nel gennaio scorso, trascorsi anche sul lavoro. Ma anche gli altri componenti della famiglia Panzieri sono stati impegnati nel nuovo progetto. «Mario, dopo gli studi classici, si è diplomato in ottica all’Istituto Europa di Roma e dal 2003 segue, insieme alla moglie, Marina Marsili, con noi dal 2009, la parte informatica e i rapporti con i fornitori – dice Panzieri senior – Tommaso, invece,

anche lui diplomatosi all’Europa, dopo un’esperienza in un laboratorio di lenti oftalmiche ha collaborato con noi fino al 2008 e ora continua autonomamente, sempre nel Lazio, a svolgere la professione di ottico». E l’altra folgorazione, che sconvolse la vita di Panzieri, qual è? Risale al settembre del ’58, quando il giovane Maurizio frequenta il primo anno di ottica al De Amicis. «Da Chioggia venne a trovarci una cugina di mamma – rivela - Bellis-

sima, bionda, portava un paio di occhiali enormi, con lenti altrettanto marcate, a causa di una forte miopia. E proprio per via di quegli occhialoni, nell’ambiente provinciale in cui viveva, non riusciva a trovare marito. Allora decise di affidarsi al migliore, forse l’unico allora, centro di applicazione di lenti a contatto nella Capitale: la Microttica, che applicava le prime lac corneali in Pmma. La accompagnai e mi colpì la magia di quel prodotto che permetteva a una

Ancora un’edizione di Maestro Ottico, siamo nel 1994; e ancora un premio ritirato da Panzieri (il primo da destra): da sinistra si riconoscono Alessandro Spiezia e Giancarlo Casini

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La famiglia Panzieri oggi conduce Optical Panzieri, centro ottico in via Leopardi a Roma: con Maurizio lavorano il figlio Mario e sua moglie, Marina Marsili

persona così miope di poter finalmente vedere senza occhiali». Un po’ alla volta Panzieri scoprirà che non si tratta di magia, bensì, come oggi definisce lui la contattologia, di un combinato perfetto «tra tecnica, arte e immaginazione». Quello che gli fa avere fiducia nel futuro della professione, un po’ meno nella collaborazione da parte della grande industria. «Vedo molti giovani bravi che si avvicinano alla contattologia: sono sicuramente più avvantaggiati rispetto alla nostra

generazione, perché dispongono di un maggior numero d’informazioni – sottolinea – A queste, però, devono assolutamente abbinare studio, abilità e costanza: ogni applicazione è un’esperienza a se stante, per cui prima di tutto l’applicatore deve “vivere” la situazione del portatore, coglierne i bisogni, adeguarsi alla sua quotidianità. Un grande contributo lo danno tanti piccoli costruttori di lenti a contatto, molto affidabili, mentre le grandi case produttrici stanno adottando una campagna di

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dismissione di preziose nicchie di prodotto, alle quali però noi applicatori non possiamo assolutamente rinunciare per soddisfare al meglio il portatore». Così lo sguardo di Panzieri dal passato si tuffa immediatamente nel presente e vira, con un’ombra di delusione, verso il futuro. «Oggi abbiamo la tecnologia per capire come ogni occhio sia diverso dall’altro – dice – Perché allora l’industria vuole fornirci una lente sola per ogni tipo di applicazione…?».


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CONSULENTE

LA DIGITALIZZAZIONE AIUTERÀ IL RAPPORTO CITTADINI-PUBBLICA AMMINISTRAZIONE? Il decreto sviluppo-bis, varato dal governo Monti, contiene una serie di misure per sostenere la crescita della cultura digitale

L

di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

’obiettivo del decreto sviluppo-bis è favorire una comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadino più moderna e veloce, basata su strumenti informatici. Ecco le novità principali.

inserito nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente, in modo che possa essere utilizzabile da tutte le amministrazioni pubbliche. Allo stesso modo, le imprese individuali che s'iscrivono al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese Artigiane avranno l’obbligo di indicare un proprio indirizzo PEC, così da semplificare e ridurre notevolmente tempi e oneri per gli adempimenti burocratici.

Addio vecchia carta d'identità e tessera sanitaria Al loro posto i cittadini potranno dotarsi gratuitamente di un unico documento elettronico, che consentirà di accedere più facilmente a tutti i servizi on line della Pubblica Amministrazione. Il documento, che sostituirà progressivamente quelli attualmente in circolazione, costituirà il punto di riferimento unitario attraverso cui il cittadino viene registrato e riconosciuto dallo Stato.

Al via gli “open data” I dati e le informazioni fornite dalla Pubblica Amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto, i cosiddetti open data. In questo modo sarà possibile ampliare fortemente l’accesso a informazioni di pubblica utilità, favorendone il riutilizzo per analisi, servizi, applicazioni e soluzioni, con sensibili ricadute dal punto di vista della crescita economico-sociale. Inoltre, le comunicazioni tra diverse amministrazioni pubbliche, così come tra P.A. e privati, dovranno avvenire esclusivamente per via telematica. L’inadempienza della norma comporterà una responsabilità dirigenziale e disciplinare in capo al personale pubblico inadempiente.

Domicilio digitale del cittadino e obbligo di PEC per le imprese Dal 1° gennaio 2013 ogni cittadino potrà scegliere di comunicare con la Pubblica Amministrazione esclusivamente tramite un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Tale indirizzo costituirà il domicilio digitale del cittadino e sarà

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Continua la solidarietà per l'Emilia: Optovista partecipa al progetto Cavezzo 5.9 Shopbox Optovista continua a sostenere l'Emilia Romagna, partecipando al progetto Cavezzo 5.9 Shopbox. Optovista, azienda emiliana produttrice di lenti oftalmiche, si è impegnata fin dal primo giorno ad aiutare gli ottici localizzati nei territori colpiti dal violento sisma dei mesi scorsi. Ha, infatti, realizzato una campagna pubblicitaria regionale on air dal 16 settembre al 30 novembre 2012, che permette di ricevere in omaggio il trattamento top di gamma Hard Brilliance garantito 3 anni, a fronte di un acquisto di una qualunque tipologia di lenti progressive Optovista (escluse le indoor). Inoltre, Optovista è uno degli sponsor del progetto Cavezzo 5.9 Shopbox, un centro commerciale metropolitano che si rifà ad un complesso di container concepiti come i BoxPark già esistenti a Londra e New York. Il nome si rifà al comune emiliano dove sorgerà il complesso e il numero rappresenta la magnitudo ufficiale massima registrata nel comune. Il progetto permette a 16 attività commerciali di ripartire in questa nuova sede. Gli imprenditori che apriranno qui, hanno infatti perso il loro negozio e talvolta anche la loro casa. “Il sisma dell'Emilia Romagna – sostiene Paolo Pettazzoni, Presidente Optovista – ci ha colpito duramente e noi desideriamo stare al fianco di coloro che in quell'occasione sono caduti per poter ripartire. Tutti insieme, più forti di prima”.

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MEDITAZIONI

UN SASSO NELLO STAGNO La certezza dell’efficacia comunicativa e la regola per entrare in contatto stanno nel fatto che è fondamentale una buona modulazione di frequenza con l’interlocutore. L’ascolto del cliente, quindi, è importante, perché tanto meglio lo avrò capito, soddisfatto, tanto più lo avrò collegato a me, quindi avrò svolto in modo non solo utile, ma anche efficace il mio lavoro completo

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di Luisa Redaelli Communication consultant

ì, voglio gettare un sasso nello stagno1! Qual è lo stagno? Ognuno pensi a quello che conosce, a quello che vuole riconoscere, a quello che preferisce, a quello che vede. Io getto il sasso, un bel ciottolo arrotondato e smussato, che smuova le acque e generi l’onda dei cerchi concentrici, capaci di dilagare come una nota che si ripercuote a eco. Il sasso ha forme armoniche e non aggressive, s’insinua nell’acqua e non la percuote, si apre uno spazio e rende l’acqua alla sua limpidezza. Mi piace, mi fa meditare, è un gesto da compiere con naturalezza, con scioltezza, morbidamente. Lo stagno sono le acque ferme, il sasso genera movimento. “… Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità... Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di

superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta, suoni, immagini, analogie, ricordi, significati e sogni”2. Una parola gettata nella mente a caso… la comunicazione, l’informazione, la conoscenza. Comunicazione è un termine oggi usato e abusato molto. In generale, quando parliamo di comunicazione vogliamo indicare l’insieme di segni e di messaggi verbali e non che servono per trasferire ad altri informazioni, emozioni e sentimenti. Comunicare, infatti, non significa semplicemente informare, ma anche e soprattutto "entrare in relazione" con soggetti esterni a noi. Tutti gli esseri viventi sono in comunicazione, trasmettono, emettono, emanano significati. Suoni: le parole, i miagolii, i versi, le note musicali, ecc.; gesti: le mani tese, un sorriso, la coda alzata, la posizione, la postura, la prossemica, ad esempio; i segni: le nuvole, le figure geometriche, le sfumature dei colori e infiniti altri ancora. Se sappiamo ascoltare, interpretare, leggere, vedere, potremo arricchirci di tante informazioni utili. Ascoltare le parole fa comprendere la volontà

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superficiale del messaggio. Osservare i segnali del corpo aiuta a comprendere le parti celate del messaggio. Non sempre le parole dette sono chiare e sincere e saper leggere altri segnali, evidenti o meno, consente di avvicinare la verità della comunicazione. È persino banale tornare a dire che per la comunicazione umana, il professor Albert Mehrabian3 ha dimostrato che solo il 7% del significato viene veicolato dalle parole pronunciate, il 38% si trasmette attraverso la tonalità dell’emissione vocale e il restante 55% non ha nulla a che vedere con le parole, bensì con tutto il corpo. Il silenzio, lo sguardo, la postura, le smorfie del volto, il modo di respirare, e poi anche l’abbigliamento o il profumo usato sono aspetti che "parlano" per noi e manifestano il nostro modo d’essere, l’universo dei nostri stati d’animo, ancor più delle nostre parole. È importante avere questa consapevolezza. Per determinare il flusso di una comunicazione valida, dobbiamo esser coscienti del fatto che dobbiamo esser molto percettivi, concentrati, attenti, sensibili. Accogliere la comunicazione che ci è portata, saper capire le richieste che ci sono fatte, soddisfare i bisogni che


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ci sono espressi: tutti momenti che viviamo nel quotidiano del nostro lavoro. Quando non siamo presenti a sufficienza, quando non sappiamo ascoltare e leggere i messaggi, quando partiamo per tangenti nostre con superficialità, non facciamo bene il nostro lavoro. Perdiamo tempo, non offriamo il giusto servizio, non rispondiamo alle esigenze di chi ci interpella. Comunicare è un’arte sottile, dico io, è un dono di natura quello di saper entrare in empatia con le altre persone. Vi sono tecniche e modalità che possono essere apprese per migliorare noi stessi e, quindi, anche la capacità di entrare in relazione con gli altri. Per comunicare è utile avere le idee chiare, quindi sapere bene che cosa si vuole dire, non dire, chiarire o confondere. Avere le idee chiare significa conoscere i nostri codici, prima di tutto, aver fatto un minimo di lavoro su di noi per sapere se siamo obiettivi nell’ascolto oppure siamo preda dei venti delle nostre emozioni. Si dice che sia più facile capire per analogie: capisco quando riconosco, per comprendere faccio dei paragoni con ciò che conosco e colloco nella mia libreria. È bene fare molta attenzione perché il vero ascolto prevede pulizia mentale. Ascoltare cosa un’altra persona ci sta dicendo significa riportare costantemente la verifica su cosa stiamo interpretando: stiamo dando conferma alle nostre convinzioni oppure stiamo lasciando spazio alla traduzione del messaggio esterno? Ascoltare per capire esattamente le caratteristiche dell’altra persona significa capire bene per rispondere in modo sempre più adeguato e calzante. Non diamo per scontato che sappiamo farlo già, proviamo a metterci alla prova e scopriremo quanta abitudi-

ne, quanta superficialità, mettiamo in atto, soprattutto nelle circostanze che viviamo ogni giorno, dando per scontato che sappiamo lavorare, che i clienti, i rappresentanti, il barista del caffè, i figli, i collaboratori dicono sempre le stesse cose, che conosciamo a memoria. Beh, non è sempre così, può essere che qualcuno voglia dire qualcosa di diverso, di nuovo, di originale e diventa una sorprendente ricchezza quando lo possiamo percepire. Soprattutto l’ascolto del cliente è importante perché tanto meglio lo farò sentire compreso, capito, soddisfatto, tanto più lo avrò collegato a

me, quindi avrò svolto in modo non solo utile ma anche efficace il mio lavoro completo. Parlando con tante persone, mi rendo conto che manca molto questa consapevolezza sulla comunicazione e molto sovente il contatto di relazione con le persone è attuato con modalità abitudinarie. Il saluto è sempre in quel modo, la risposta alle diverse esigenze è simile, l’approccio alla vendita è standard, la proposta del servizio, del prodotto avviene con un linguaggio stereotipato. La forza dell’abitudine: abbiamo sperimentato un metodo, bene o male funziona, ha una sua funzione e andiamo avanti così con tutti. Invece è importante fare uno sforzo di sensibilità, impegnarsi all’attenzione e capire la modulazione di

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frequenza di ognuno. Lo stesso saluto non va bene per tutti, chi è più spavaldo può essere salutato con un grande ciao, ma chi è timido e ha fatto fatica emotivamente a varcare la soglia ed entrare, con lo stesso impeto di saluto potrebbe sentirsi aggredito e trovarsi a disagio. La distanza del corpo non è uguale per tutti, qualcuno accetta la vicinanza, qualcuno preferisce maggiore distacco per sentirsi maggiormente protetto. Fermo restando che un buon odore (non un profumo invadente) e una sensazione di freschezza (non uno spiacevole alone di sigaretta) son graditi a tutti, ovviamente… I tempi del discorso non sono uguali per tutti: c’è chi è veloce e quindi recepisce al volo e vuole concludere, chi invece ha bisogno di più lentezza e tranquillità. E così via: il tono della voce, per qualcuno è meglio confidenziale, altri accetteranno con divertimento la voce squillante. La certezza dell’efficacia comunicativa e la regola per entrare in contatto stanno nel fatto che è fondamentale sapersi modulare con l’interlocutore. Una buona musica esprime le potenzialità di ogni singolo strumento musicale e modula i tempi dell’esecuzione per le caratteristiche di ognuno: il suono del flauto non è quello del timpano, la viola non è il fagotto, la voce umana non è un pianoforte. Noi possiamo imparare a essere dei buoni direttori d’orchestra, quindi possiamo apprendere come sviluppare la sensibilità e applicare le tecniche per fare un buon concerto. La comunicazione professionale esige la conoscenza degli strumenti e la soddisfazione, la fidelizzazione dei clienti si ottengono con una prestazione professionale di qualità, senz’altro, ma anche con la capacità di guidare la comunicazione


meditazioni

in modo valido. Il che significa saper leggere e interpretare la persona, saper cogliere quanto più esattamente possibile ciò che ci dice; il che significa saper trovare il modo migliore per entrare in relazione con la persona stessa, cogliendo le sue caratteristiche, interpretandone i codici di messaggio e modulandoci con essi. Siamo noi a voler/dover condurre la danza, perché siamo noi chiamati a dar risposte. Per condurre in modo armonico dobbiamo conoscere i passi, ascoltare il ritmo, abbracciare l’altra persona e guidarla, con grazia, con tatto, con affetto. Il filosofo Gurdjieff4 sosteneva che "noi diventiamo le parole che ascoltiamo". Le parole che ascoltiamo o che pronunciamo lasciano una traccia in noi. Tutte le parole, e in particolare quelle sbagliate, continuano a risuonare come un’eco profonda, seminando scorie, generando atteggiamenti distorti ed errori che ci complicano l’esistenza e ci intossicano la mente. Una volta pronunciate, le parole vanno ad agire almeno su due esistenze: quella di chi parla e quella di chi ascolta. In entrambi i cervelli, queste parole pronunciate o udite diventano materia mediante un preciso percorso chimicofisico (oltre che simbolico) che attraversa corpo e psiche a partire dall’orecchio. Nel cervello, i suoni generano coniugazioni chimiche e impulsi elettrici che attivano determinate zone. Guarda un po’ che navigazione lunga fanno le parole! Quando una parola (pronunciata, sentita, detta) entra in noi ha conseguenze a livello psichico e anche somatico. Le parole che utilizziamo hanno il potere di farci star bene o di creare disagio, d’influenzare le nostre relazioni, la fiducia in noi stessi, le possibilità di raggiungere i nostri obiettivi e di realizzare i nostri progetti, da soli e insieme agli altri, clienti,

collaboratori, persone amate. Ogni forma di comunicazione incide nella nostra psiche, lavora nel nostro inconscio per giorni, mesi, anni, arrivando a cambiare la nostra mentalità e lasciando una traccia fisica nel nostro corpo. Gurdjeff aveva intuito giustamente: noi diventiamo per davvero le parole che ascoltiamo ma, ancor di più, quelle che pensiamo o pronunciamo e che continuiamo a pronunciare, seguendo un’abitudine acquisita e rassicurante, senza mai accorgerci che sarebbe meglio cambiare per modificare la situazione e renderla migliore, viva, attiva. È importante diventare consapevoli della nostra comunicazione, degli effetti che essa ha su di noi, sui nostri interlocutori e sulle nostre relazioni per trasformarla in comunicazione armonica e valida. Affinché le parole diano sollievo e creino benessere, in noi stessi e negli altri, aiutandoci a ridurre lo stress, gli errori e le incomprensioni, è indispensabile guadagnare la consapevolezza di che cosa diciamo, di come parliamo, degli stati emozionali, nostri e di coloro con cui stiamo interagendo, di persona, al telefono, attraverso una comunicazione scritta. L’attenzione e la consapevolezza sono alla base dell’empatia: quanto più siamo consci delle nostre emozioni, tanto più sensibili saremo a leggere i sentimenti altrui. Entrare in sincronia emotiva con gli altri è fondamentale. Non siamo solo fornitori di servizi e non facciamo solo scienza: la scienza non è mai neutrale. Dobbiamo trasmettere, siamo chiamati a comunicare e dobbiamo saperlo fare. Oggi quest’aspetto è sovente ancora molto, troppo trascurato. Per fare il salto di qualità professionale tanto necessario con i tempi che corrono non si può essere superficiali su questo importante aspetto.

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FRAMMENTO (da Eraclito) Dalla terra nasce l'acqua, dall'acqua nasce l'anima. È fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e quant'altro. È dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui ci si viaggia è piacere e paura, nemica e amica è confine e infinito è cambiamento e immutabilità, ricordo e oblio. Chi sarà capace di creare relazioni, di comunicare, potrà trovare la strada per l’affermazione. Chi porterà avanti l’abitudine e la consuetudine si troverà perso nel deserto. Io getto il sasso, getto le mie parole e spero tanto che le acque si muovano, che l’onda dei cerchi concentrici porti a sviluppare questa sensibilità, che riguarda l’ambito professionale come opportunità migliore, ma anche, in senso lato, l’ambito umano come maggiore ricchezza d’incontro e conoscenza. 1. "Un sasso nello stagno. Storia e storie di Gianni Rodari", il primo film documentario dedicato allo scrittore di Omegna, scomparso nel 1980. 2. Gianni Rodari, La Grammatica della Fantasia, Einaudi, 1997 3. Albert Mehrabian (1939) è uno psicologo statunitense di origine armena, è famoso per le sue pubblicazioni sull'importanza degli elementi non verbali nella comunicazione faccia a faccia. 4. Georges Ivanovič Gurdjieff (1872 –1949) è stato un filosofo, scrittore, mistico armeno. Il suo insegnamento combina sufismo e altre tradizioni religiose in un sistema di tecniche psicofisiche che cerca di favorire il superamento degli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l'essere umano.



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LENTI A CONTATTO MORBIDE TORICHE: LA VALUTAZIONE SOGGETTIVA DELL’APPLICAZIONE L’evoluzione dei metodi costruttivi e dei sistemi di stabilizzazione ha permesso di realizzare lac morbide toriche sempre più sofisticate e capaci di fornire una valida soluzione all’ametrope che desidera utilizzare questo tipo di correzione

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di Francesco Sala docente di Optometria e Contattologia Istituto B. Zaccagnini Iscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

che, individuiamo:

ggi il professionista può avvalersi di lenti a contatto morbide toriche caratterizzate da materiali con elevata permeabilità all’ossigeno realizzate mediante polimeri in silicone idrogel. La crescente disponibilità dei parametri costruttivi rappresenta un’importante opportunità e la maggiore affidabilità dei sistemi di stabilizzazione determina i presupposti per raggiungere un risultato soddisfacente. In aggiunta l’introduzione di lenti a contatto a sostituzione giornaliera offre la possibilità di ampliare le opzioni di prescrizione aspetto che rimane un indiscutibile vantaggio.

• il prisma di ballast; • la lavorazione periballast; • la troncatura; • la stabilizzazione dinamica; • la stabilizzazione dinamica modificata; • la lenticolazione eccentrica. Il sistema di ballast 1 introduce nella lente un prisma di valore compreso tra 0.75Δ e 2.00Δ a base bassa e, applicata la lac, la zona più sottile scivola sotto la palpebra superiore, mentre quella più spessa va a contatto con quella inferiore. L’ammiccamento contribuisce all’orientamento della lente, poiché la porzione più spessa è spinta verso il basso dall’azione della palpebra superiore e in aggiunta l’assottigliamento del bordo permette al margine inferiore della lac di posizionarsi sotto alla palpebra inferiore.

I sistemi di stabilizzazione Considerando i principali sistemi di stabilizzazione impiegati nella costruzione delle lenti morbide tori-

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LAB

La stabilizzazione dinamica modificata 5 è realizzata con quattro zone: due nella metà superiore e due in quella inferiore, che vengono disposte nella porzione periferica della lente rispettivamente a ore 10 – 2 e 4 – 8. Le quattro zone possiedono un diverso spessore rispetto al profilo della lente dove la zona ottica rimane libera dalla loro influenza e, una volta applicata la lac, sono in grado di posizionarsi all’interno dello spazio intrapalpebrale. Questo sistema prende il nome di design di stabilizzazione accelerata, dove l’inclinazione delle quattro zone ha il compito di incrementare la capacità di orientamento e di stabilità della lente.

Quando prendiamo in considerazione il sistema periballast 2 si fa riferimento a una modifica della soluzione precedente, dove il prisma viene spostato nella porzione inferiore della lac, che risulterà comunque di maggiore spessore, ma con alcune differenze significative: la diminuzione dell’intera massa della lente, l’assottigliamento dei bordi e la rimozione del prisma dalla zona ottica. La soluzione periballast può essere sottoposta a ulteriori modifiche. Ad esempio: con un assottigliamento nella porzione inferiore lasciando più spesse le zone a ore 4 – 8, mediante una lavorazione che mantiene costante lo spessore superiore e quello inferiore lungo il piano orizzontale attraverso un’area di ballast che circonda la zona ottica della lente. Questi accorgimenti hanno la finalità di incrementare la stabilità del sistema correttivo durante l’interazione con le palpebre.

La lenticolazione eccentrica 3 viene eseguita sulla superficie anteriore con l’obiettivo di uniformare lo spessore del bordo e diminuire l’intera massa della lente: questa lavorazione diminuisce i fenomeni rotatori del sistema correttivo determinati dall’azione delle palpebre che generalmente è associata al prisma di ballast. Normalmente la costruzione 6 della toricità avviene nella superficie posteriore della lac, poiché la soluzione finale risulta più stabile rispetto a quelle con toricità anteriore: questo comportamento è fortemente influenzato dalla toricità della superficie esterna della cornea. Frequentemente l’astigmatismo oculare dipende per buona parte dalla toricità corneale anteriore e questo spiega perché lenti con la superficie posteriore torica raggiungono un orientamento più stabile mediante l’allineamento tra le due superfici. In aggiunta, quando l’ammontare dell’astigmatismo è riconducibile per buona parte alla componente interna dell’occhio, l’applicatore può ricorrere anche a lenti costruite con la superficie anteriore torica, tuttavia i moderni design con toricità posteriore hanno dimostrato prestazioni soddisfacenti anche in questa circostanza. Un ulteriore aspetto che influenza la stabilità finale è il diametro totale: infatti la dimensione è solitamente maggiore rispetto alle lenti sferiche e l’obiettivo è quello di aumentare la relazione con la superficie oculare riducendo così la probabilità di rotazione.

La troncatura 3 solitamente consiste nella rimozione della porzione inferiore della lente per un valore compreso tra 0,5 e 1,5 millimetri e questo procedimento generalmente viene abbinato al prisma di ballast. Comunque questa lavorazione può essere realizzata simultaneamente sia nel bordo inferiore sia in quello superiore. Il compito 3 della troncatura è quello di rendere il sistema correttivo più stabile tramite il contatto con la palpebra inferiore e l’effetto di “ancoraggio” con il tessuto congiuntivale. La stabilizzazione dinamica 4 viene realizzata differenziando lo spessore della porzione superiore e inferiore della lente che durante il processo costruttivo vengono assottigliate. Anche in questo caso l’orientamento del sistema correttivo è raggiunto sfruttando l’interazione tra il profilo della lente e l’azione della palpebra superiore e, in aggiunta, il risultato finale dipende in parte dalla partecipazione della palpebra inferiore. La lente a contatto costruita con la stabilizzazione dinamica si differenzia dal sistema di ballast per l’assenza del prisma e complessivamente risulta più sottile.

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La valutazione della lac morbida torica applicata Normalmente il controllo oggettivo viene eseguito mediante una procedura sviluppata con il biomicroscopio, dove l’operatore deve stabilire se la relazione della lente con la superficie oculare è adeguata e se il sistema correttivo raggiunge complessivamente un risultato soddisfacente di orientamento e stabilità. Nel prosieguo dell’articolo viene discusso un metodo soggettivo per il controllo del comportamento delle lenti morbide toriche che può essere affiancato a quello tradizionalmente eseguito con la rilevazione dell’acuità visiva. Recentemente 7 viene proposta una valutazione soggettiva mediante un esame realizzato con un dispositivo che prende il nome di “tavola” di VANT (Vision Assessment at Near for Soft Toric), rappresentato in figura 1: lo strumento consiste in un pannello di 60 x 40 cm, dove nella porzione centrale ci sono 9 linee di lettere ad alto contrasto con progressione logaritmica da +0.6 a -0.2 logMAR calcolate per una distanza di 40 cm. Le linee di lettere vengono affiancate da tratti

colorati aventi diversa tonalità per ogni linea (figura 2) con l’obiettivo di velocizzare la risposta del soggetto esaminato quando riferisce quella di migliore acuità. Nella porzione periferica del pannello (figura 1) vengono collocate delle mire composte da lettere in otto direzioni di sguardo: superiore, inferiore, nasale, temporale, superotemporale, superonasale, inferotemporale e inferonasale. Durante i movimenti oculari partendo dall’area centrale verso le mire periferiche lungo il piano orizzontale e diagonale del pannello è determinata un’escursione di circa 40 gradi, mentre nel piano verticale è approssimativamente di 25 gradi. I movimenti oculari eseguiti sono riconducibili 8 a quelli effettuati durante le attività di grande movimento come per esempio nella guida. Considerando alcuni aspetti del lavoro 7 svolto, gli autori, terminato il controllo con la lampada a fessura e dopo aver modificato quanto necessario per rendere l’applicazione accettabile, eseguono l’esame monocularmente (figura 1) a 35 soggetti con età media di circa 27 anni, la componente sferica delle lenti morbide toriche applicate è compresa tra -1.00 D e -5.00 D e quella del cilindro tra -1.25 D e -1.75 D. Il valore rilevato inizialmente è determinato dalla linea di lettere di maggiore acuità che viene percepita osservando il riquadro centrale (figura 2) posizionando il test alla distanza di 40 cm. Successivamente il soggetto è invitato a spostare lo sguardo rapidamente nella direzione di una delle otto mire periferiche per poi riportarlo nel riquadro centrale e immediatamente dopo riferire la linea più piccola che riesce ancora a leggere. Durante lo spostamento degli occhi lungo il piano verticale/orizzontale e diagonale del pannello esiste un’interazione tra il sistema correttivo, la superficie oculare e le palpebre in grado d’influenzare la stabilità della

Figura 1. Esecuzione del test VANT 7

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Gli autori 7 indicano che questa valutazione dinamica permette di osservare i cambiamenti dell’acuità visiva durante i movimenti oculari e d’identificare quei soggetti che possono incontrare delle difficoltà con un particolare sistema di stabilizzazione.

lente. Di fatto il lavoro profuso 7 cerca d’individuare un esame in grado di valutare soggettivamente la prestazione del sistema correttivo non solo in condizioni statiche ma anche in quelle dinamiche. Nelle conclusioni 7 gli autori individuano che le versioni oculari nelle direzioni diagonali provocano una maggiore instabilità della lac e un’alterazione più importante dell’acuità visiva: le ragioni non sono ancora del tutto chiare, ma sembra 7,9 che l’interazione della lente con le palpebre rappresenti un fattore significativo. Quest’ultimo aspetto è in grado di provocare una rotazione e/o un decentramento della lente rispetto all’asse visivo sufficiente per ridurre in alcuni casi la prestazione visiva.

Bibliografia 1. Hanks, A. J. (1983) The watermelon seed principle. Contact Lens Forum,9,31-35. 2. Epstein AB, Remba MJ. Hydrogel toric contact lens correction. In: Bennet ES, Weissman BA, eds. Clinical Contact Lens Practice. Philadelphia: Lippincott Williams & Wilkins; 2005:515-30. 3. Remba MJ. Clinical Evaluation of toric hydrophilic soft contact lenses. J. Am. Optom. Assoc. 1981;52(3):211-221. 4. Snyder, C. (1998) Overcoming toric soft lens challenges. Contact Lens Spectrum (suppl), 2-4. 5. Zikos G. A., Kang S. S., Ciuffreda K. J., Selenow A., Ali S., Spenser L. W., Robillotto R., Lee M. Rotational Stability of Toric Soft Contact Lenses During Natural Viewing Conditions. Optom. Vis. Sci. 2007; 84:1039-1045. 6. Tomlinson A, Chang F, Hithcock J. A comparison of the stability of front and back surface toric soft lenses. Int Eycare 1986;2(4):218-222. 7. Chamberlain P., Morgan P. B., Moody K. J., Maldonado C., Codina C. Fluctuation In Visual Acuity During Soft Toric Contact Lens We ar. Optom. Vis. Sci. 2011; 88:534-538. 8. Kito T, Haraguchi M, Funatsu T, Sato M, Kondo M. Measurements of gaze movements while driving. Percept Mot Skills 1989;68:19–25. 9. Young G, Hunt C, Covey M. Clinical evaluation of factors influencing toric soft contact lens fit. Optom Vis Sci 2002;79:11–9.

Figura 2. Particolare della zona centrale7 del test VANT, il valore di 0 logMAR coincide con il tratto di colore verde

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L’era degli smartphone, dei PC tablet, dei lettori di e-book e dei sistemi di aria condizionata porta con sé un aumento esponenziale di occhi secchi e irritati Indipendentemente dalle stagioni: primavera, estate, autunno o inverno, “l’occhio secco” è sempre presente e non solo per i portatori di lenti a contatto. Il fenomeno è particolarmente legato all’aumento del lavoro al computer, all’utilizzo di apparecchi per il collegamento a internet mobile e ai lettori di e-book. Il numero di persone che soffrono di sintomi da occhio secco, dunque, è chiaramente in aumento. L’incremento dell’aria condizionata nelle stanze contribuisce ancor di più ad esacerbare questo problema e lo stesso vale per i termoconvettori durante l'inverno. Le sensazioni di secchezza sembrano essere un’esperienza diffusa specialmente ai giorni nostri e spesso non adeguatamente trattata: in Germania, il 48% della popolazione tra i 16 e i 64 anni sperimenta quotidianamente problemi legati all’occhio secco1, 2. Eppure, più dell’80% delle persone che si lamentano per problemi di occhio secco, non utilizza alcuna goccia oculare2, il che può portare ad una cattiva qualità della vita e al danneggiamento dei tessuti oculari esterni, con conseguente irritazione più severa. Le sensazioni di secchezza agli occhi hanno cause che possono essere molto varie, sia per i portatori di lenti a contatto sia per i non portatori. Oltre alle influenze esterne, ad esempio, aria secca o correnti d’aria, in molti casi la

qualità del film lacrimale può essere considerata il fattore scatenante15. Questo può derivare da una riduzione del film lacrimale per una malattia generica, un cambiamento della secrezione lacrimale, l’utilizzo di lenti a contatto per periodi prolungati, l’assunzione di medicinali e tutte le condizioni negative sopra indicate (come aria secca o polverosa, correnti d’aria ecc.) L’utilizzo di lenti a contatto può, alla presenza di condizioni sfavorevoli, aggravare sintomi già presenti. Fattori che possono avere un effetto negativo sul film lacrimale15 • Aria secca • Aria polverosa • L’uso di medicinali (per esempio, antistaminici, terapie ormonali e la pillola) • Anomalie nella secrezione • Malattie in generale • Il naturale processo di invecchiamento • Cambiamenti ormonali, come nella gravidanza o nella menopausa • Condizioni ambientali particolari • L’uso di lenti a contatto incluse quelle giornaliere o a porto continuato • Una riduzione della frequenza di ammiccamento (per esempio durante un periodo di lavoro lungo e concentrato di fronte allo schermo di un computer o durante la lettura4) Le gocce oculari morderne sono

una valida soluzione a questi problemi, specialmente a quelli legati alla tollerabilità e al comfort delle lenti a contatto. Requisiti delle moderne soluzioni umettanti • Buona tollerabilità • Assenza di effetti tossici anche con un uso frequente • Eccellente bagnabilità della superficie corneale • Lunga permanenza nell’occhio • Non influenza la qualità dell’immagine (vista annebbiata) • Valore di PH compatibile con l’occhio • Senza conservanti, nel limite del possibile I nostri occhi, così come la pelle e i capelli, sono stressati alla presenza di un ambiente secco. Tuttavia, gli occhi hanno una barriera protettiva naturale: il film lacrimale. Questo mantiene umida la superficie dell’occhio e gli assicura una visione chiara: mantiene l’occhio lubrificato, lava via polvere e detriti e protegge da germi e batteri che, una volta entrati nell’occhio possono causare infezioni. Una perdita significativa della quantità del film lacrimale può distruggere questa barriera protettiva portando a sensazioni di "discomfort", secchezza e irritazione agli occhi. La stessa sensazione di secchezza si può presentare durante un lungo periodo di concentrazione davanti allo schermo di un computer o


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leggendo un libro, un giornale e, recentemente, anche un e-book.4-14 I sintomi che generalmente si possono riportare per questo tipo di perdita di umidità vanno dalla secchezza al prurito, alla sensazione di sabbia negli occhi e altri fastidi generalmente sgradevoli come una sorta di “stanchezza” agli occhi. Se tutto ciò capita raramente può essere considerato normale, ma se questi sintomi si presentano in maniera frequente devono essere assolutamente trattati per migliorare il comfort oculare e anche per evitare i danni permanenti agli occhi che sono causati dalla scarsità del film lacrimale. Queste sensazioni di secchezza possono essere prontamente mitigate con l’utilizzo di sostituti lacrimali (gocce oculari). Sul mercato ne troviamo un vasto numero, in varie formulazioni e specifiche farmaceutiche. Abbiamo ancora bisogno di nuove gocce oculari? Nella mia esperienza, i pazienti che lamentavano irritazioni agli occhi erano spesso insoddisfatti dei prodotti utilizzati sino a quel momento. Molti di loro volevano gocce oculari il cui effetto durasse più a lungo negli occhi, con conseguente riduzione della frequenza di instillazione. Il nuovo prodotto di AMO (Abbott Medical Optics) è stato davvero d’aiuto per me. AMO ha recentemente ampliato la gamma delle sue goc-

ce oculari: le nuove gocce oculari ipotoniche in gel “blink® intensive tears plus” danno un sollievo continuativo alle sensazioni di secchezza e stanchezza oculare e possono essere utilizzate sia di giorno sia di notte. Le gocce oculari blink® intensive tears plus gel hanno una formulazione di base ipotonica che è stata combinata con sostanze che ne aumentano la viscosità. L’uso di queste gocce dà un sollievo duraturo e assicura un ottimo comfort per tutta la giornata. Il Polietilene glicole 400 (PEG 400 come agente umettante) e l’acido ialuronico (come elemento che aumenta la viscosità) sono i principali ingredienti di queste gocce oculari. Inoltre il moderno conservante OcuPure® garantisce la conservazione del prodotto nella sua confezione multidose e, nello stesso tempo, non va a contatto dell'occhio perché fotosensibile.

Informazioni sul prodotto Umettante

Polyethylene glycol 400 (PEG 400), 0.25%

Viscosante

Acido ialuronico 0.38%

Osmolarità (mOsm/kg)

170

Viscosità

50 cps

Valore di PH

7.3

Conservante

OcuPure®

Confezione

Flacone da 10-ml

Tabella 1: composizione di blink® intensive tears plus

Studi scientifici hanno dimostrato che, con l'utilizzo di queste gocce oculari, i pazienti riportano molte meno sensazioni di secchezza e allo stesso tempo ne sottolineano il comfort con l’uso di lenti a contatto. Oltre il 60% di coloro a cui è stato chiesto hanno riferito che l’effetto continua per oltre due ore3.Mentre la maggior parte di chi utilizzava gocce oculari e soffriva ugualmente e frequentemente di secchezza e irritazione agli occhi non era sempre completamente soddisfatto delle gocce utilizzate. Ci si deve quindi aspettare un feedback buono dagli utilizzatori di blink® intensive tears plus gel: circa il 70% dei miei pazienti che hanno provato questo prodotto ne sono rimasti soddisfatti e hanno voluto iniziare ad usarlo regolarmente. Studi precedenti3 hanno confermato la mia personale esperienza con questo prodotto. Ho elencato di seguito i principali risultati ottenuti: Il 60% dei partecipanti al test hanno risposto che l’effetto di blink® intensive tears plus dura per oltre due ore; anche il comfort è stato ritenuto superiore rispetto all’uso di un altro prodotto comparabile. Inoltre il prodotto ha ridotto le incrostazioni sulle ciglia, il che è stato molto apprezzato dai pazienti(soprattutto se paragonato ai prodotti concorrenti). Statisticamente si è anche evidenziata una significativa riduzione nel valore del punteggio OSDI, sia


all’inizio della terapia sia dopo 7 giorni di uso.

Figura 1: riduzione nel punteggio OSDI dopo sette giorni di utilizzo di blink® intensive tears plus3 Questo studio ha anche rilevato in quanti utilizzatori l’effetto di riduzione dei sintomi è durato più di 2 ore.

Figura 2: il 60% dei partecipanti allo studio hanno confermato che l’efficacia di blink® intensive tears plus è stata superiore alle due ore3 Durante la giornata, i par-

tecipanti a questo studio che hanno utilizzato le gocce oculari blink® intensive tears plus gel hanno riportato anche una significativa riduzione delle sensazioni di secchezza e un aumento del comfort. Dopo il periodo di durata dello studio di quattro settimane solo il 16% di chi aveva utilizzato blink® intensive tears plus gel ha dichiarato di avere sensazioni di secchezza che persisteva per tutta o gran parte della giornata. Con i prodotti concorrenti, la percentuale saliva fino al 36%.

Figura 3: pazienti con persistente secchezza oculare 3 Il 62% degli utilizzatori di blink® intensive tears plus gel hanno riferito un aumento del comfort durante il giorno contro solo il 45% di chi ha utilizzato prodotti concorrenti

Figura 4: aumento del comfort durante la giornata3 Come conseguenza, l’aumento significativo di preferenze per le gocce oculari blink® intensive tears plus gel poteva essere previsto. Il 50% degli utilizzatori di blink® intensive tears plus gel ha giudicato il prodotto migliore rispetto a quello usato in precedenza, mentre, solo il 23% ha affermato ciò per il prodotto concorrente.

Figura 5: preferenza di prodotto3


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Per ricapitolare, se siamo alla ricerca di un effetto superiore e duraturo, possiamo sicuramente raccomandare l'utilizzo di questo prodotto. Va considerato anche che: ogni prodotto ha la sua efficacia massima se usato correttamente; questo vale anche per le gocce oculari, attenendosi scrupolosamente alle istruzioni per l’uso. Di seguito alcune indicazioni utili per l’uso delle gocce oculari blink® intensive tears plus gel: • se indossate le lenti a contatto, si raccomanda di toglierle prima di usare le gocce oculari blink® intensive tears plus gel e di rimetterle solo dopo che la visione è ritornata chiara. • Per evitare contaminazione il beccuccio contagocce non deve entrare in contatto con alcuna superficie. Da evitare assolutamente il contatto con l’occhio. • Non utilizzare il prodotto se scaduto. • Conservare il prodotto a temperatura ambiente. • La soluzione non deve essere usata se allergici a uno degli ingredienti. • Non usare il prodotto se la confezione è danneggiata. • Non ingerire la soluzione. • Conservare lontano dalla portata dei bambini. Se il problema persiste l’utilizzatore deve sempre rivolgersi al suo specialista.

Un prerequisito per un'efficacia duratura è il rispetto da parte del consumatore delle indicazioni d’uso. Solo se usato correttamente, come indicato dal produttore, il prodotto può apportare le sue benefiche proprietà in sicurezza per l’utilizzatore. I cambiamenti ambientali, le condizioni di lavoro, l’aria secca a casa e sul posto di lavoro hanno come conseguenza un aumento di richieste di gocce oculari che abbiano una elevata efficacia e persistenza nell’occhio. L’effetto di lunga durata fa delle gocce oculari blink® intensive tears plus gel un nuovo prodotto in cui credere nel panorama delle gocce oculari.

Referenze 1 Independent Consumer Survey of 1,000 people. AMO data on file. October 2007. 2 National Statistics Online. Population estimates: UK population grows to 60.6 million. Verfügbar under: http://www. statistics.gov.uk/cci/nugget.asp?id=6. Abgeriffen: Januar 2008. 3 K. Dumbleton, C. Woods, D. Fonn. An investigation of the Efficacy of a Novel Ocular Lubricant. Eye & Contact Lens. 2009;35(3): 149-155. 4 K. Tsubota & K. Nakamori, Dry Eyes and Video Display Terminals, NEJM 1993 Feb; 328 (8): 584. 5 Acosta MC, Gallar J, Belmonte C, The influence of eye solutions on blinking and ocular comfort at rest and during work at video display terminals. Exp Eye Res. 1999; 68:663–669. 6 C. Blehm, S. Vishnu, A. Kattak et al., Computer vision syndrome: a review, Survey of Ophthalmology, 2005, 50(3): 253-262

7 Patel S, Henderson R, Bradley L, et al. Effect of visual display unit use on blink rate and tear stability. Optom Vis Sci 1991; 68:888–92 8 N.L. Himebaugh, et al., Blinking and Tear Break-Up During Four Visual Tasks, Optom Vis Sci. 2009 Feb;86(2) :106-14. 9 J. Murube, E. Murube, Near Vision Accommodation in Horizontality with VDT: Why low Blinking and Dry Eye? Adv Exp Med Biol. 2002; 506 (PtB):1205-11. 10 M. Miyake-Kashima et al., The Effect of Antireflection Film Use on Blink Rate and Asthenopic Symptoms during Visual Display Terminal Work, Cornea. 2005 Jul;24(5):567-70. 11 D.R. Korb; Alleviation of ComputerInduced Eye Discomfort Syndrome and Associated Lipid Layer Changes, Adv Exp Med Biol. 2002; 506 (PtA):501-6. 12 C. Fenga et al., Meibomian gland dysfunction and ocular discomfort in video display terminal workers, Eye. 2008 Jan; 22(1):91-5. 13 T. Hamano et al., Sodium Hyaluronate eyedrops enhance tear film stability, Japanese Journal of Ophthalmology 1996;40(1):62-5. 14 Y. Yaginuma et al., Study of the relationship between lacrimation and blink in VDT work, Ergonomics. 1990 Jun;33(6):799-809. 15 H. Baron, J. Ebel, Contact lenses. 2008.

Author Dr. Martin Lauer Augenzentrum and Augenklinik Viersen Lindenallee 5B 41751 Viersen / Dülken - Germany dr.lauer.eyes@t-online.de


formazione

le ETÀ DELLA VISIONE È l’argomento sul quale sarà incentrato il XVI Congresso interdisciplinare dell’Istituto Zaccagnini, in programma a Bologna nel febbraio 2013

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di Angelo Magri

el mondo dell’ottica si parla diffusamente di professione, di scuola e di università, ma le occasioni di approfondimento e di confronto sui temi e le materie che ne rappresentano la sostanza sono purtroppo molto rare, salvo che si sia disposti ad andare a cercare opportunità in questo senso all’estero. Domenica 10 e lunedì 11 febbraio 2013 si terrà a Bologna, nella sede ormai Scorcio della platea dei partecipanti all’ultima edizione del Congresso Interdisciplinare, storica dell’albergo Savoia Regency, tenutasi nel febbraio 2011 organizzato dall’Istituto Benigno ZaccaIl congresso si svolgerà attraverso cinque sessioni intrognini, un congresso dal tema: “Le età della visione”. «L’evento si propone come importante mo- dotte da una lezione magistrale, cui faranno seguito tre relazioni. Inoltre, intervallata fra le sessioni di domenica mento di approfondimento sulle anomalie e i difetti visivi 10 febbraio, si avrà una presentazione a sei mani del siche compaiono negli individui nell’intero corso della loro stema formativo dell’optometria nel Regno Unito, che con vita, analizzati e presentati con un approccio interdiscigli Stati Uniti può essere ritenuta la patria dell’optomeplinare che mette a confronto tutto il sapere in materia», tria, fatta da insegnanti e ricercatori della Aston Universispiega Giorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini. ty di Birmingham. A tenere le relazioni saranno alcuni ricercatori e docenti internazionali di livello scientifico e grande notorietà, nonché docenti e professionisti italiani dell’oftalmologia, dell’optometria e delle neuroscienze: tra questi, ad esempio, Roberto Kaplan e Shehzad Naroo o Paolo Nucci e Clara Casco. Ai partecipanti al congresso verrà offerta l’opportunità di dialogare con i relatori nello spazio dedicato al dibattito previsto alla fine di ogni sessione. Nel pomeriggio di lunedì 11 febbraio, a James Wolffsohn e Fabrizio Zeri al lavoro con i partecipanti a uno dei workshop della precedente edizione del Congresso Interdisciplinare

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FORMAZIONE

congresso concluso, nella stessa sede si terrà un seminario sulla “Prevenzione della Miopia”, in cui Kaplan presenterà i risultati delle sue ricerche sulla materia, frutto di oltre 40 anni di esperienza. Come tradizione degli eventi a contenuto scientifico/professionale organizzati dall’Istituto, il congresso, con la sua tavola rotonda che lo conclude, affronterà, con la partecipazione di alcuni protagonisti dell’ottica, i problemi concreti e le problematiche connesse alle vicende economiche e normative del settore, partendo dall’esperienza del Registro dell’Optometrista Magistrale. «Com’è

noto, il tema della professione in questo momento è più centrale che mai, sia per il suo possibile apporto ai problemi contingenti del settore sia per i cambiamenti che introdurrà la legge di disciplina delle professioni non regolamentate che ha da poco passato il vaglio del Senato e si appresta a introdurre quei valori identificativi della qualità dei professionisti che il Registro, con la sua nascita, ha anticipato - dice Righetti - In definitiva il congresso è un’occasione per uno stimolante contatto con le ultime novità scientifiche del settore e per fare un utile ripasso dei fondamentali della professione».

IL PROGRAMMA DELLE DUE GIORNATE CONGRESSUALI LE ETÀ DELLA VISIONE Strategie interdisciplinari per prevenire e trattare le anomalie e i difetti visivi correlati all’età. Bologna, 10 e 11 Febbraio 2013 Hotel Savoia Regency DOMENICA 10 Febbraio 09:15 – 11:00 - I Sessione plenaria “L’età infantile: lo sviluppo del bambino e del suo sintema visivo” 11:00 – 11:30 - Pausa e visita agli stand 11:30 – 13:00 - II Sessione plenaria – I Parte “L’età della scolarizzazione: il conseguimento e la verifica dell’efficienza visiva” 12:50 – 14:00 - Pausa pranzo 14:00 – 15:30 - II Sessione plenaria – II Parte “L’età dell’adolescenza: prevenzione e trattamento dei giovani ametropi” 15:30 – 16:30 Tavola Rotonda: “La formazione optometrica in Europa: l’esperienza del Regno Unito” 16:30 – 17:00 - Pausa e visita agli stand 17:00 - 18:30 – III Sessione plenaria “L’età adulta: il mantenimento e il ripristino della funzionalità visiva” LUNEDÌ 11 Febbraio 09:00 – 11:00 - IV Sessione plenaria “La senescenza: diagnosi, terapia e trattamento dell’occhio senescente” 11:00 – 11:30 - Pausa e visita agli stand 11:30 – 13:00 – Tavola Rotonda: “L’optometria e l’optometrista in Italia verso l’autoregolamentazione?” 14:30 – 17:30 Seminario a numero chiuso del Prof. Roberto Kaplan sul tema “La prevenzione della miopia” Roberto Kaplan, sudafricano è dal 1990 direttore del Beyond2020Vision di Roberts Creek in Canada: alle sue spalle vanta una lunga e articolata carriera internazionale di docente e consulente, autore di libri sulla visione tradotti in molte lingue e inventore di sistemi di ausilio della visione.

Shehzad A. Naroo è laureato in Ottica Oftalmica e ha conseguito il MSc e nel 2001 il PhD. È Fellow della IACLE, dell’AAO e della BCLA. All’Aston University di Birmingham è docente dal 2001, docente Senior dal 2006 ed è direttore della formazione Post Laurea in Optometria e dell’Ophtalmic Doctorate, corso di laurea di II livello in optometria. È, inoltre, Direttore Editoriale e Scientifico del “Contact Lens and Anterior Eye Journal”, esaminatore del College of Optometrists (UK) e presidente dell’Executive Board dell’International Association of Contact Lens Educators

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STRUMENTI

OPTEK: LA TELEMOLATURA PER I PICCOLI È ORA REALTÀ L’azienda di Parma, specializzata nella distribuzione di apparecchiature per laboratori e centri ottici, ha lanciato anche un sistema di molatura di ultima generazione, a integrare la gamma dei prodotti

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ptek è importatrice esclusiva dal 2005 dei sistemi di molatura computerizzata della giapponese Takubomatic e, grazie a una formula basata su qualità, prezzo contenuto e servizio efficiente, si è resa in breve tempo competitiva sul mercato, soprattutto grazie al lancio, all’ultimo Mido, di un nuovo sistema di telemolatura. «Stiamo iniziando a raccogliere i frutti dello strumento e iniziando ad avere ottime soddisfazioni – ha spiegato Giovanna Piccaia, titolare della società con sede a Parma – Abbiamo avviato il progetto nel 2009 in via sperimentale e, grazie alla collaborazione della società Blu Optical di Genova, abbiamo reso più accessibile la tecnologia della telemolatura alle imprese di piccole e medie dimensioni, prima appannaggio di poche multinazionali delle lenti». Optek sta, infatti, lavorando con alcuni importanti laboratori, tra cui Sel Optical, Polivision 99, Roman Optica e il centro ottico

di Francesca Tirozzi

Telemolatura Takubomatic A sinistra, Giovanna Piccaia, titolare di Optek

Megavision. «È stato un lavoro molto impegnativo, che ha richiesto anni di ricerca e di lavoro», ha sottolineato Piccaia. Ma quali sono i vantaggi per l’ottico? «Il laboratorio entra in contatto con il centro ottico tramite un software con cui il professionista comunica i dati della lente – ha spiegato l’imprenditrice

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emiliana – Tra questi, la forma della lente, la sagomatura, i materiali e i trattamenti utilizzati, che vengono tutti inviati al laboratorio, velocizzando, quindi, il processo di ordine». Un ambizioso progetto, dunque, che ha permesso all’azienda di crescere e consolidare la propria identità, divenendo sempre più delineata e competitiva sul mercato. Dopo i risultati positivi ottenuti con la linea dei macchinari della



STRUMENTI

Molatrice Takubomatic

Takubomatic, l’azienda ha lanciato, inoltre, allo scorso Mido un nuovo sistema di molatura. «Si tratta di un’evoluzione di un modello precedente – ha specificato Piccaia – Lo strumento rappresenta, infatti, un ulteriore sviluppo: sono state ottimizzate le caratteristiche della macchina, che hanno coinvolto le dimensioni, con una riduzione dello spazio, e la rapidità del processo di lavorazione». Il

nuovo sistema di molatura è stato progettato insieme al software, quindi il suo utilizzo è ideale in abbinamento alla telemolatura. Oltre ai due nuovi strumenti l’azienda, dalla trentennale esperienza, tratta anche autorefrattometri, autokeratometri, ottotipi a proiezione e frontifocometri. «Siamo in grado di offrire una fornitura completa della strumentazione utile agli ottici optometristi – ha

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continuato la proprietaria della società di Parma – Ci distinguiamo per l’ottimo rapporto qualitàprezzo oltre a un’ottima assistenza diretta». E per il futuro? «Nonostante la congiuntura economica sfavorevole, siamo molto ottimisti – ha concluso Piccaia – Crediamo che il mercato, seppur in maniera non evidente, si stia riprendendo e noi ne stiamo cogliendo i risultati».


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LENTI OFTALMICHE

Il nuovo listino Zeiss di lenti oftalmiche (a sinistra), completo di tutte le necessarie informazioni tecniche, sarà dedicato al reparto professionale del centro ottico; ma la vera novità per il 2013 è rappresentata dal secondo strumento, “Guida alla scelta” (in alto)

ZEISS: UN LISTINO PER OGNI ESIGENZA A dicembre l’azienda di Castiglione Olona lancia il suo nuovo listino lenti oftalmiche, valido per il 2013, nato per supportare il centro ottico partner non solo in fase di consultazione tecnica, ma anche e soprattutto nella proposta di vendita al cliente finale

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lena Rubino, responsabile marketing e comunicazione per l’impresa varesina, spiega la nascita del listino 2013. «Siamo partiti dall’analisi delle esigenze dei nostri clienti partner con l’obiettivo di aiutarli a comunicare in modo chiaro ed efficace il valore e le caratteristiche che contraddistinguono i prodotti a marchio Zeiss – dice - Oggi i clienti finali sono sempre più esigenti e desiderano fare scelte consapevoli prima di effettuare un acquisto: per questo abbia-

di Angelo Magri

mo ritenuto necessario andare oltre la proposta di un listino tradizionale e abbiamo aggiunto anche un innovativo strumento di vendita». Il listino lenti oftalmiche, rinnovato nelle dimensioni e nella struttura delle schede prodotto, completo di tutte le necessarie informazioni tecniche, sarà, quindi, dedicato al reparto professionale del centro ottico. Il secondo strumento, già dal nome individuato, “Guida alla scelta”, rappresenta la novità. «Facile e intuitivo da consultare e dal format innovativo, pratico e maneggevole nella consultazione, permetterà

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all’ottico optometrista non solo di illustrare al suo cliente le caratteristiche dei prodotti, di fare confronti in termini di materiali e spessori, ma di arrivare anche alla proposta di vendita, grazie alla disponibilità immediata di tutte le informazioni necessarie, come range e prezzi», afferma Rubino. L’intenzione di Carl Zeiss Vision, infatti, è fornirne uno per ogni banco di vendita del negozio, con l’obiettivo di aiutare le vendite e, soprattutto, favorire l’up-selling, ovvero la proposta di prodotti a maggior valore aggiunto. «Inoltre, proprio perché crediamo nell’importanza di que-


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sto approccio presenteremo questi due importanti strumenti di lavoro e di business anche in uno dei corsi svolti dai nostri tecnici nell’ambito di Zeiss Academy, il pacchetto di corsi di formazione tecnica e professionale dedicata ai partner Zeiss», sottolinea ancora Rubino. Dopo la fortunata esperienza del

2012, anche per l’edizione 2013 i listini saranno consultabili pure on line attraverso la piattaforma multimediale sempre dedicata ai clienti partner. «E se per quello più tecnico si tratta di un’opzione di consultazione in più, la versione digitale del listino rivolto al consumatore finale è sinergica anche con il progetto Eye.

lens, l’innovativo pacchetto di software per iPad, con un’applicazione unica sul mercato, il 3D, che permette i consumatori di mostrare le lenti come realmente appariranno e di coinvolgerli in un’esperienza visiva unica», ricorda il responsabile marketing e comunicazione di Carl Zeiss Vision Italia.

“VEDERE OLTRE”: LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE DI CARL ZEISS VISION ITALIA L’impegno e la solidarietà sociale di Carl Zeiss Vision Italia, filiale italiana del leader tedesco dell’ottica, hanno preso forma nella partecipazione a un importante progetto internazionale nella Repubblica Moldava intitolato “Vedere Oltre”. Durante la cerimonia di chiusura del progetto, svoltasi il 1° novembre nella capitale Chisinau, alla presenza dell’ambasciatore italiano in Moldavia, Stefano De Leo, è avvenuta la consegna di oltre 250 paia di occhiali, con lenti Zeiss prodotte su ricetta individuale a orfani, anziani e bisognosi della Repubblica Moldava assistiti da don Cesare Lodeserto, dalla Fondazione Regina Pacis e dall’Associazione Nuvola Rossa. Oltre al contributo incondizionato dell’azienda, all’iniziativa hanno collaborato l’oculista Giacoma Lorusso del Lions Club di Jesce (Bari) e Ottica Buoncuore di Verona, che hanno prestato la propria opera, visitando gli oltre 250 pazienti e prescrivendo loro la correzione più opportuna. «È fonte di soddisfazione lavorare per un’azienda che dimostra sensibilità sociale e i cui prodotti realmente aiutano a migliorare la vita di chi ne ha bisogno – ha dichiarato il direttore delle Risorse Umane per l’Italia di Carl Zeiss Vision, Roberto Ratti, che ha coordinato l’iniziativa - In questa occasione siamo riusciti, nel nostro piccolo, a migliorare la vita di persone che non si sarebbero mai potuti permettere un paio di occhiali». Ratti ha poi voluto ringraziare i dipendenti e collaboratori di Carl Zeiss Vision Italia, che nella sola provincia di Varese occupa 330 persone, sottolineando che «anche nel mezzo di un periodo economicamente difficile in Italia e nel nostro territorio, non possiamo non guardare alla gravità di situazioni di emergenza che vengono vissute anche nella nostra stessa Roberto Ratti, direttore delle Risorse Umane per l’Italia di Carl Zeiss Europa. Tutto il personale di Carl Zeiss di Castiglione Vision, con due collaboratori dell’azienda di Castiglione Olona, mentre preparano il materiale da inviare in Moldavia per il progetto Olona ha orgogliosamente contribuito a questa piccola umanitario “Vedere Oltre” realizzazione e merita i miei ringraziamenti».

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Galileo: la presbiopia si tinge di rosa Selective Lady, la prima lente progressiva esclusivamente per signore, sarà anche un veicolo d’identificazione del punto vendita come riferimento di soluzioni ottiche da suggerire a marito, colleghi o figli

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Una nuova soluzione tutta “rosa” diretta a signore presbiti attente, esigenti e propense a preoccuparsi di se stesse attraverso soluzioni mirate. Con questo intento,

di Francesca Tirozzi

Oftalmica Galileo ha presentato Selective Lady, una nuova lente progressiva, nata a seguito di accurate analisi di mercato e attraverso la “rivisitazione” della convenzionale distanza di Harmon e l'interpretazione dei parametri ottici riferiti alle montature più selezionate dal sesso femminile. A spiegare le caratteristiche del nuovo prodotto è Paolo Fonelli, direttore generale di Oftalmica Galileo. Ci sono studi o ricerche di mercato che hanno spinto Galileo a dar vita a una lente solo per signore? La grande esperienza, maturata in decenni di realizzazione di superfici progressive da parte del nostro gruppo di appartenenza internazionale, e, in particolare, le più recenti innovazioni tecnologiche nell'ambito della personalizzazione degli specifici design hanno consentito a Bbgr di raccogliere una vasta banca dati relativa ai parametri più frequentemente applicati nella correzione destinata alla presbiopia dell'universo femminile. Oltre a questo, si sono integrate informazioni sul comportamento posturale della donna nella fase Paolo Fonelli, direttore generale Oftalmica Galileo

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di lettura e di visione intermedia, condotte da istituti specializzati. Da un punto di vista della domanda dei consumatori, si è notata, invece, una sempre più forte attenzione da parte del mondo femminile alla ricerca di prodotti che possano maggiormente rispondere alle sue caratteristiche, sia in termini estetici sia di comfort. Di solito le donne “inducono” all’acquisto anche gli uomini che le accompagnano: ritenete possa diventare un’ulteriore spinta al consumo? Le donne hanno la capacità di influenzare le decisioni d'acquisto che riguardano la propria persona o i propri cari, soprattutto in termini di opportunità per il benessere. Sono decisamente consapevoli della realtà tecnologica della quale risultano convinte sostenitrici, in particolar modo quando l'innovazione si traduce in benefici concreti nella quotidianità. Hanno un talento innato per il passaparola e scambiano pareri all'interno del loro contesto sociale. La forza della figura femminile nel promuovere un acquisto è, dunque, poderosa e il riconoscimento della qua-


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lità delle lenti “in rosa” sarà un buon veicolo d'identificazione del punto vendita quale riferimento di soluzioni ottiche da suggerire a tutti: al marito, al collega, ai figli. La nuova progressiva Selective Lady, con la sua specificità, la sua applicazione tecnologica, il suo apporto innovativo, è un moltiplicatore di opportunità. Quali sono i vantaggi per le portatrici? Selective Lady è un prodotto per donne che parla alle donne. Nella sua progettazione integra, in chiave innovativa, parametri della visione femminile basati sull'indagine dei dati accumulati nella vasta esperienza internazionale di Bbgr sulle lenti individuali. Questo si traduce in una lente che consente una visione particolarmente naturale e confortevole. L'ausilio dei trattamenti di gamma Neva Max potenzia poi le qualità della nuova progressiva, offrendo una particolare trasparenza che dura nel tempo, un’elevata resistenza alle micro-abrasioni, una forte azione di contrasto ai depositi imbrattanti e alle polveri. Estetica, leggerezza e scelta fra quattro colorazioni più alla moda

Un’immagine della brochure Selective Lady. La nuova progressiva di Galileo aiuta a sostenere la Fondazione Doppia Difesa patrocinata da Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, per le donne vittime di discriminazioni, abusi e violenze

completano il profilo della nuova lente per signora. Come verrà articolata la promozione e la distribuzione di Selective Lady all’interno dei centri ottici? In questa prima fase di lancio del prodotto ci siamo concentrati nel presentare ai nostri migliori clienti di Galileo Club le caratteristiche del prodotto, le argomentazioni di vendita al consumatore finale e, soprattutto, le enormi possibilità di comunicazione con uno stile

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accattivante e originale. I punti vendita interessati a proporre la nostra Selective Lady vengono dotati di interessanti strumenti di comunicazione, realizzati con uno stile adatto al target di riferimento e le stesse lenti verranno inviate con uno speciale packaging che risponde ai gusti del consumatore donna. L'area marketing di Galileo potrà anche supportare gli ottici che vorranno realizzare localmente campagne informative e promozionali, personalizzandone l'offerta e scegliendo i più opportuni media.


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“Sapere, competenze e abilità nel loro significato originale”

“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2012 - 2013” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici e optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

CORSO DI OTTICA

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIA

Il Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2012/2013 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

Il Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’ esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA

CORSO DI CONTATTOLOGIA

Il Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche. Il corso sarà attivato in novembre in più sedi del centro-nord Italia.

Il Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 23 al 30 settembre 2012, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

dedicato a chi lavora

teorico-pratico

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Dall’anno formativo 2012/2013 per coloro che non posseggono un titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire la qualifica di operatore meccanico del settore ottico o l’abilitazione all’esercizio dell’arte sanitaria ausiliaria di ottico saranno attivati dei corsi intensivi per sostenere gli esami presso Istituti statali convenzionati. Per maggiori informazioni: Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna Tel. 051 480994, Fax 051 481526, info@istitutozaccagnini.it - www.istitutozaccagnini.it

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