B2eyes Magazine n. 01/2014

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Gennaio 2014 numero 1 www.b2eyes.com In copertina Essilor

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Editore Fge Srl Fabiano Gruppo Editoriale Reg. San Giovanni, 40 14053 Canelli (AT) Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@b2vision.com Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Grafica e impaginazione Meloria Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

B2TRADE Editoriale Le fiere sono tornate… dalle ferie 3 Attualità Vision up-to-date fa il bis a Mido 4 Essilor debutta a Mido con gli strumenti 6 Blackfin: sarà un Mido in partnership 8 Oxo: marketing e comunicazione, la nuova direzione 10 Cheratocono: al Fermi un confronto con la classe medica 12 Textureyes: tecnologia in chiave glamour 16 Amarcord Bicocca, verso la prima sessione di laurea 18 B2STYLE Moda High Protection 26 B2EXPERT Consulente Legge di stabilità: una “rivoluzione” negli immobili 32 Meditazioni Parole in libertà 36 B2TECH Lenti oftalmiche Zeiss Academy, la formazione si fa in quattro 40

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Nel servizio Moda di b2eyes magazine 10-2013, abbiamo erroneamente indicato l'occhiale n. 3 di pag. 36 come Nau!. Si tratta, in realtà, di un modello sole Blackfin, realizzato da Pramaor. Ci scusiamo con i lettori e con le aziende interessate.

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EDITORIALE

LE FIERE SONO TORNATE… DALLE FERIE

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el 2010 e nel 2011, sempre sul numero che seguiva il periodo della pausa estiva, ci siamo occupati in questo spazio dei principali saloni dell’ottica, che in Europa sono sostanzialmente tre: Mido, Silmo e Opti. La prima volta con un titolo sarcastico (“Fiere o… ferie?”) e un intervento volto a stimolare cambiamenti; la seconda, invece, per sottolineare i passi avanti compiuti dagli organizzatori (“Finalmente fieri di queste… fiere!”): ora, infine, a consacrare il percorso intrapreso e i risultati raggiunti. Partiamo da Mido, non tanto per amor di patria, quanto soprattutto per la stretta vicinanza temporale. Vuoi per la crisi, vuoi per la concorrenza, vuoi per l’innesto o il consolidamento nella “macchina” organizzativa di figure imprenditoriali e manageriali nuove, l’edizione di marzo 2014 preannuncia una lunga e articolata serie di novità, a partire dal ritorno di gruppi importanti e dal debutto di molte realtà più piccole, fino al coinvolgimento del consumatore finale nella città di Milano. Il tutto inserito in un layout espositivo più funzionale e in una chiave di maggiore centralità del visitatore, cioè, l’ottico, in particolare quello italiano. Ma quello che ci ha ancora più sensibilmente colpito, in quanto operatori dell’informazione, è l’ulteriore propensione alla comunicazione delle iniziative per l’edizione 2014 da parte degli organizzatori, come forse mai era successo a livelli simili da una decina d’anni a questa parte. Mido debutterà il primo marzo, a meno di due mesi da Opti, che come sempre apre il calendario fieristico del nostro settore. Il salone di Monaco di gennaio è stato ancora una volta una fucina di contatti, idee, confronti, eventi e business. Quest’anno, tuttavia, si tornava dalla

capitale bavarese con un po’ di amaro in bocca: era stato annunciato, infatti, che nel 2015 i giorni sarebbero cambiati, dal momento che la fiera avrebbero dovuto tenersi dal giovedì al sabato anziché dal venerdì alla domenica. Perché rompere un così bel giocattolo? Perché cambiare una squadra che vince? Tant’è che pochi giorni dopo la chiusura dell’edizione 2014 gli organizzatori diramavano un comunicato annunciando l’intesa con l’ente fiera locale: anche l’anno prossimo Opti manterrà le stesse giornate, che, insieme a un’organizzazione eccellente, a una collocazione temporale vantaggiosa e a una città bella e funzionale, sono tra gli ingredienti del suo successo, da un lustro a questa parte. E Silmo? La rassegna di Parigi sembra quella più in affanno fra le tre, nonostante le dichiarazioni rassicuranti dei suoi vertici e i comunicati di soddisfazione al termine di ogni edizione. Si avverte una farraginosità di comunicazione, soprattutto nei confronti del mercato italiano, che comunque rappresenta uno dei bacini più significativi in termini di espositori e un potenziale notevole, ma forse ancora poco sfruttato, quanto a visitatori. Al momento sono state annunciate novità all’interno della Silmo Academy, lo spazio dedicato alla formazione professionale, inaugurato nel 2010 ma mai decollato davvero. Comunque, per gli organizzatori parigini c’è ancora tempo per allinearsi all’effervescenza milanese e alla meticolosità bavarese; purché anche loro tornino Angelo Magri rapidamente dalle ferie...

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In queste pagine alcune immagini di Vision up-to-date a Mido del marzo 2013

VISION UP-TO-DATE FA IL BIS A MIDO Lo scorso anno aveva riportato la formazione al salone milanese: quest’anno l’iniziativa organizzata dalla FGE la ripropone con nuovi interventi e relatori

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opo il successo del 2013, confermato dalle centinaia di ottici e optometristi che hanno partecipato agli interventi in plenaria e ai corsi d’approfondimento, quest’anno torna a Mido Vision up-to-date. «Anche con l’edizione del prossimo marzo Mido si accinge

di Angelo Magri

a diventare un punto di riferimento pure per la formazione: domenica 2 e lunedì 3 marzo ospiterà, infatti, Vision up-to-date, la manifestazione promossa da Fabiano Gruppo Editoriale – spiega la società che organizza l’iniziativa, editrice anche di b2eyes – Si tratta di due giornate congressuali dedicate a quattro temi su cui poter acquisire o perfezionare le nozioni tecniche necessarie

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per effettuare un esame refrattivo e fornire la soluzione ottica di sicuro successo: nelle varie sessioni si alterneranno alcuni dei migliori docenti nazionali». Come al Mido di un anno fa, i corsi in programma nelle due giornate di fiera proporranno alcuni elementi di distinzione all’interno dell’offerta formativa nazionale. «I partecipanti potranno fruire di corsi pratici in

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sale appositamente attrezzate adiacenti l’area Otticlub, che ha debuttato con successo al salone di due anni fa e ormai è diventato il punto d’incontro dei professionisti italiani che visitano la fiera – dicono alla FGE - Inoltre i docenti coinvolti non saranno soltanto ottici e optometristi, ma anche oftalmologi». L’evento prevede una sessione plenaria mattutina e corsi pratici pomeridiani. «L'iscrizione alle sessioni plenarie è gratuita, ma obbligatoria per chi desidera prendere parte ai corsi pratici del pomeriggio – ricordano

ancora gli organizzatori - Le sessioni plenarie d'informazione e reporting, rivolte a una platea di 100-120 persone, si prefiggono di aggiornare sull'evoluzione e i più recenti sviluppi nei vari settori specifici. A loro volta i 4 corsi pratici di formazione e training, rivolti a un massimo di 20 persone ciascuno, si propongono come opportunità concreta di acquisire o perfezionare, con l'assistenza di tutor altamente qualificati, le tecniche per una corretta refrazione e la determinazione della soluzione ottica adeguata nei vari campi di

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applicazione». Ma non solo. Oltre a queste tematiche, infatti, l’edizione 2014 di Vision up-to-date terrà conto anche di altre fasi, parimenti importanti, dell’attività di un centro ottico: la trasmissione di una vera cultura del design, grazie al contributo di Luisa Redaelli, o l’illustrazione delle tecniche di stile e la consulenza al consumatore finale, con l’intervento di Angelica Pagnelli, o ancora la gestione e la valorizzazione di un’impresa ottica, temi intorno al quale si alterneranno Anna Gatti, Roberto Pregliasco e Nicola di Lernia.

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ATTUALITÀ

ESSILOR DEBUTTA A MIDO CON GLI STRUMENTI La strumentazione da laboratorio e l'optometria, che con i dispositivi di supporto alla vendita compongono la Divisione Strumenti di Essilor Italia, saranno protagonisti dell'edizione 2014 della fiera milanese

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a cura della redazione

Uno spazio importante dello stand al salone milanese sarà riservato alla strumentazione di supporto al punto vendita. «Siamo fortemente convinti che animare il punto vendita con strumenti evoluti, interattivi e personalizzabili differenzi e caratterizzi l'attività coinvolgendo il consumatore in una customer experience totalmente nuova - ricorda ancora Di Trapani - Grazie all’acquisizione della quota di maggioranza di Interactif Visuel Système, leader mondiale nelle soluzioni tecnologiche di supporto alla vendita, presenteremo, quindi, nuovi e utili strumenti che faciliteranno la comunicazione tra ottico e consumatore: nello specifico, Airio e Activ’screen Junior, due totem interattivi e ultratecnologici. Tutto questo senza dimenticare il nostro prodotto di punta Visioffice 2, il sistema di presa misure multifunzionale, strumento indispensabile per identificare i parametri utili alla realizzazione di lenti top di gamma della famiglia Varilux».

erché a Mido 2014 con le nuove proposte nella strumentazione per il centro ottico? «La nostra partecipazione a Mido con uno stand dedicato esclusivamente a Essilor Strumenti nasce da un rinnovato desiderio di consolidare la nostra immagine di leader nel settore e dalla volontà di ricreare un’occasione d’incontro con i nostri clienti partner e dare appuntamento a nuovi potenziali - commenta Christophe Di Trapani, Instruments & EBusiness Manager di Essilor Italia - Mido è sicuramente la vetrina ideale per presentare le importanti novità che abbiamo in serbo per quest’anno e, al tempo stesso, una straordinaria opportunità per i visitatori di testare da vicino le performance dei nuovi prodotti e apprezzarne la tecnologia innovativa. Siamo pronti ad accogliere anche i clienti più attenti e appassionati alle innovazioni che sicuramente nel nostro stand troveranno piena soddisfazione». L’offerta di Essilor Strumenti comprende tre grandi famiglie: la strumentazione da laboratorio, l’optometria e la strumentazione di supporto alla vendita. «Le novità più importanti, per le quali nutriamo grandi aspettative, riguardano sicuramente la strumentazione da laboratorio – spiega Di Trapani - Non posso svelare ancora nulla, ma posso garantire che saranno sicuramente di grande effetto: tra queste, una novità unica nel suo genere ed esclusiva per il mercato italiano. Inoltre, grazie a un recente accordo siglato a livello mondiale con Topcon International, presenteremo una linea di strumenti optometrici all’avanguardia destinati a supportare l’ottico-optometrista nello svolgimento della propria attività e a offrire valore aggiunto in termini di servizio al consumatore finale. Un insieme di apparecchiature caratterizzate da elevati standard tecnologici in grado di garantire qualità, affidabilità e semplicità d’uso e di soddisfare qualsiasi esigenza in termini di refrazione, adattamento lenti a contatto e screening».

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Forma ampia e morbida per questo occhiale da sole femminile in contrasto con lenti dalle linee tese, in perfetto Blackfin style

BLACKFIN: SARÀ UN MIDO IN PARTNERSHIP Per consolidare la forte crescita registrata lo scorso anno, grazie soprattutto alle vendite sui mercati esteri, il marchio, prodotto da Pramaor, presenterà al salone milanese di marzo una linea realizzata con Arrigo Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia

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a cura della redazione amministratore delegato dell’azienda di Taibon Agordino. Tra i nuovi modelli in mostra alla rassegna fieristiva bavarese ci sono i Blackfin Zero EDGE, 4,1 grammi di tecnologia ultraleggera unita a una palette cromatica di forte impatto. «Avevamo già presentato i primi Zero Edge all’ultimo Silmo, alla fine del settembre scorso - dichiara a questo proposito Del Din - La risposta degli ottici è stata così entusiastica che per opti abbiamo deciso di sviluppare ulteriormente la collezione, proponendo nuove forme e colorazioni che finora non erano mai state realizzate su un occhiale in titanio così sottile e leggero». Soddisfatto, quindi, e molto positivo, Nicola Del Din rivela i progetti per Mido. «Il salone milanese resta la più prestigiosa vetrina a livello internazionale di questo settore – conclude il manager veneto – Per l’occasione, sempre nell’ottica di portare un messaggio di eccellenza e qualità made in Italy, presenteremo una serie di occhiali Blackfin in edizione limitata e realizzata in partnership con Arrigo Cipriani, conosciuto in tutto il mondo per i suoi esclusivi ristoranti italiani. Si tratta di un settore diverso da quelli dell’occhialeria, che condivide obiettivi di eccellenza e lusso in linea con la nostra filosofia».

ttimo successo per Pramaor che ha chiuso il 2013 con un fatturato di 3,4 milioni di euro, +39% rispetto all’anno precedente. Secondo Nicola Del Din, amministratore delegato dell’azienda agordina, il risultato, determinato in larga parte dalle esportazioni, ma con numeri positivi anche sul mercato interno, «è stato raggiunto grazie alle collezioni Blackfin, nelle quali abbiamo infuso tutta la nostra passione per questo prodotto, il nostro desiderio di eccellenza e il nostro concetto di vero made in Italy, che si contrappone “fake made in Italy”, sempre più diffuso. E quando parliamo di made In Italy, parliamo di un prodotto davvero concepito e realizzato totalmente da noi in Italia. A quanto pare abbiamo avuto ragione e ne siamo molto soddisfatti». Un apprezzamento confermato anche all’ultima edizione di opti, che ha avuto luogo all’inizio di gennaio. «Alla fiera di Monaco di Baviera, oltre alle ottime performance registrate con i clienti tedeschi, merito pure della nostra consolidata rete di vendità diretta, nelle tre giornate di fiera abbiamo visto clienti anche di paesi diversi e nuovi rispetto a quelli abituali, come Giappone o Canada», dice ancora il giovane

Montatura in betatitanio della linea “Blackfin Zero EDGE”. In soli 4,1 grammi si concentra la massima tecnologia Blackfin: cerniera frizionata Atom Zero, terminale brevettato Swordfish Mini, che consente di modificare in tre semplici mosse la lunghezza originale dell’asta attraverso il sistema di “rottura pre-programmata”

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OXO: MARKETING E COMUNICAZIONE, LA NUOVA DIREZIONE Parla Daniela Poletti, che dal settembre dello scorso anno ha assunto la guida di queste due funzioni: l’obiettivo è consolidare il posizionamento del Consorzio, che vanta circa 400 punti vendita associati, e armonizzare le sue progettualità sul territorio

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a cura della redazione

nuovo anno è “progetto multilivello” - dichiara Poletti opo molti anni di esperienza Le progettualità 2014 di Oxo saranno, infatti, orientate nell’ambito di multinazionali a coinvolgere diversi attori per creare sinergie volte a del settore con l’incarico di dare valore al marchio Oxo, ai servizi e soprattutto ai marketing manager, Daniela clienti finali. Nel 2014 prevediamo, inoltre, attività di Poletti ha deciso di interlocomunicazione che si collocano in periodi dell’anno quire ancora con il centro ottico, ma dall’altra parte. ben definiti a sostegno di proposte mirate, con il preciso «Mi sembrava giunto il momento di vedere il mondo dell’ottica dalla parte del retail, grazie al background di intento di “invitare” il cliente a entrare nei centri ottici Oxo. Stiamo, poi, rivedendo le nostre linee di occhiali, realtà strutturate – spiega Poletti – L’interlocutore resta identificando brand Oxo vicini alle esigenze dei diil medesimo, ma mentre prima prevaleva la politica di versi target di riferimento. branding aziendale, in Oxo Continuiamo la ricerca di prevale il consolidamento linee di montature sole e dell’insegna Oxo e della vista esclusive e distribuite professionalità dei nostri solo nei centri ottici Oxo, per centri ottici, aspetto che, migliorare la fidelizzazione alla luce di questi primi e, soprattutto, la marginalimesi d’esperienza, mi sta tà che i prodotti a marchio arricchendo». devono garantire, nonché Il Consorzio Optocoop la visibilità dei centri ottici Italia-Oxo nasce nel 1993 Oxo. Infine sono in pro«associando Cooperative gramma iniziative locali a e Consorzi fra esercenti sostegno della visibilità dei attività di Ottici OptometriCentri Ottici Oxo, attraverso sti», come spiega il sito web la produzione di materiali ufficiale: dal 1995 opera sul e supporti vetrina differenmercato italiano con il marzianti». chio Oxo, che oggi è visibile Insomma, per il nuovo sulle insegne di circa 400 responsabile marketing e centri ottici italiani. All’incomunicazione del gruppo, terno del gruppo Daniela «il lavoro è tanto, ma grazie Poletti riporta al direttore agli stimoli e alla collabogenerale, Luca Sangalli, e razione dello staff interno a si occupa di tutta l’attività di Oxo, delle segreterie e degli marketing e comunicazione, associati stessi, siamo conche prima veniva invece vinti di raggiungere i nostri gestita in outsourcing. Quaobiettivi», sottolinea Daniela le sarà la sfida per il 2014? Poletti. La parola d’ordine per il Daniela Poletti

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CHERATOCONO: AL FERMI UN CONFRONTO CON LA CLASSE MEDICA Il seminario organizzato in gennaio all’istituto di Perugia ha spiegato come la collaborazione tra ottici, optometristi e oftalmologi possa avvenire sin dalla diagnosi di questa patologia

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ondere le competenze dei professionisti che seguono i pazienti affetti da cheratocono, presentare lo stato dell’arte nella diagnostica, le tecniche chirurgiche e parachirurgiche e il trattamento mediante diversi ausili visivi in ambito contattologico. Sono stati gli obiettivi del seminario che si è svolto il 12 gennaio presso l’Aula Magna dell’Istituto Enrico Fermi di Perugia, il cui dipartimento di Scienze della Visione da quest’anno scolastico è diretto da Dino Marcu-

di Angelo Magri

glia. All’iniziativa hanno partecipato circa 130 persone, tra professionisti della visione e studenti. Particolarmente soddisfatti anche i vertici delle associazioni professionali presenti, a livello nazionale e locale, tra cui Federottica e Sopti. Il meeting ha affrontato un argomento come il cheratocono con la partecipazione di professionisti nel campo medico e nel campo tecnico, evidenziando l’importanza di un approccio multidisciplinare nei pazienti affetti da cheratocono. «Questo seminario è stato organizzato dallo staff dei docenti di Ottica e Optometria del Fermi, supportato dalla dirigenza, che ha condiviso gli obiettivi formativi rivolti a chi vuole intraprendere questa professione, stabilendo una collaborazione con la classe medicooculistica e inserendola nel percorso didattico – spiega Marcuglia – L’obiettivo è continuare a dimostrare la necessità di una collaborazione tra le figure professionali che si dedicano alla salute visiva delle persone, che questa collaborazione è possibile ed è già un dato di fatto. E dimostrare ai futuri ottici e optometristi quello che sarà l’orientamento futuro della nostra professione: non contrapporsi alla classe medico-oculistica, ma anzi accogliere la possibilità di col-

Carlo Cagini

Francesco Piccinelli

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laborazione per una crescita professionale che poi si riflette sulla qualità del servizio verso l’utente finale». L’apertura del seminario è stata affidata a Fabrizio Fornari, presidente dell’Istituto Fermi, che ha sottolineato l’importanza di questo evento, l’impegno a sostenere iniziative che promuovono l’incontro tra i professionisti della visione e il ruolo della scuola con una prospettiva di collaborazione tra la categoria degli oculisti e quella degli ottici e optometristi. Gli oftalmologi intervenuti sono stati Carlo Cagini, direttore del diparti-

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La platea all'evento del gennaio scorso presso la scuola umbra

mento di Specialità Medico-Chirurgiche e Sanità Pubblica, Sezione di Oculistica, dell’Università degli Studi di Perugia e docente di Fisiopatologia oculare presso il dipartimento di Scienze della Visione del Fermi, e il suo assistente, Francesco Piccinelli. Quest’ultimo ha esposto le teorie di eziopatogenesi del cheratocono e ha descritto in maniera dettagliata e completa come le strutture della cornea si modificano in presenza di tale patologia e i segni che si manifestano all’ispezione della cornea mediante lampada a fessura. Picci-

nelli ha, inoltre, affrontato la diagnostica del cheratocono, evidenziando come questa patologia possa essere riconosciuta dai professionisti che seguono la visione della persona, illustrando quali sono i sintomi iniziali, oggettivi e soggettivi, in modo che ci sia un invio mirato dall’oculista se la persona viene seguita da un professionista non medico. Ha, infine, illustrato la strumentazione più utilizzata per la valutazione diagnostica e di controllo dell’evoluzione del cheratocono, analizzando gli aspetti clinici che si presentano nell’uso di ogni strumentazione, dal semplice cheratometro di Javal al più sofisticato topografo corneale. A sua volta Cagini ha spiegato come il medico oculista può affrontare il cheratocono, proponendo soluzioni chirurgiche e para-chirurgiche, alla luce delle nuove tecnologie, e come si sono evolute le tecniche relative al trapianto corneale: i professionisti e gli studenti presenti al seminario hanno così potuto conoscere in modo approfondito le tecniche di crosslinking, l’uso di anelli intrastromali e l’utilizzo di laser di ultima generazione per il trapianto di cornea, con il contributo di interessanti casistiche sul suo utilizzo. In particolare il crosslinking ha come obiettivo, secondo

Dino Marcuglia

Francesco Ragna

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Cagini, di rallentare o bloccare l’evoluzione del cheratocono; obiettivo raggiungibile con successo soltanto attraverso una diagnostica efficace associata alla collaborazione tra le figure professionali dell’oculista, dell’optometrista e dell’ottico. La conoscenza da parte dell’ottico e dell’optometrista di queste tecniche, sia chirurgiche sia parachirurgiche, ottimizza, quindi, la capacità d’interagire con il paziente affetto da cheratocono, in particolare quando si dovrà procedere all’adattamento della lente a contatto, e risulterà

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«La conoscenza da parte dell’ottico e dell’optometrista delle tecniche che si possono adottare ottimizza la sua capacità d’interagire con chi è affetto da cheratocono, in particolare nell’adattamento della lente a contatto, e risulterà importante per la corretta gestione interdisciplinare del paziente»

importante per la corretta gestione interdisciplinare del paziente. «Nel mio intervento, invece, ho voluto proporre una riflessione, evidenziando l’importanza della componente psicologica ed emotiva verso il paziente affetto da cheratocono o in riferimento alla diagnosi di questa malattia – dice Marcuglia – Ho, quindi, messo in luce gli aspetti ansiosi ed emozionali che spesso accompagnano la persona che ne è affetta, dando l’adeguata importanza all’ascolto della persona, accogliendo le sue preoccupazioni, le sue aspettative e il suo vissuto, sotto l’aspetto visivo e relazionale». Da qui la proposta di un protocollo applicativo di lenti a contatto, dove l’attenzione viene posta su come la lente, modificando la forma dell’epitelio corneale, possa migliorare la visione anche con l’ausilio di un occhiale, cosa che nella maggior parte dei casi non avviene, proprio per l’irregolarità della superficie corneale. «Questa tecnica è stata esposta portando diversi case report, dove veniva spiegata la tecnica applicativa che favoriva questo “rimodellamento” dell’epitelio, e attraverso l’applicazione dettagliata del protocollo proposto», ricorda Marcuglia.

L’ultima relazione, presentata da Francesco Ragna, ottico, optometrista e docente di contattologia al Fermi, ha riguardato lo stato dell’arte sulle tecniche di applicazione di lenti a contatto su pazienti affetti da cheratocono. Ragna ha illustrato un’ampia selezione di tecniche applicative: dalle lenti a contatto rigide-gas permeabili, con riferimento alle varie geometrie in produzione, alle lenti a contatto morbide toriche dedicate, alle lenti ibride, fino alle lenti sclerali e semisclerali. Oltre alle tecniche applica-

Fabrizio Fornari

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tive, Ragna ha anche proposto un protocollo applicativo generale, con particolare attenzione all’educazione del paziente nella gestione delle lenti a contatto e a uno scrupoloso follow-up. «Questo seminario è stato il primo di una serie d’incontri in fase di progettazione per i prossimi mesi presso l’Istituto Fermi di Perugia – conclude Marcuglia - Gli argomenti che verranno affrontati, sempre in ambito interdisciplinare, saranno la contattologia specialistica, l’ipovisione e il visual training».

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Unimib, 2005: il corpo docente del corso di laurea in Ottica e Optometria, al termine di una sessione tesi. Da sinistra: Dimitri Batani (Ottica Geometrica), Massimo Moret (Chimica I), Mauro Faini (Optometria I), Alessandro Borghesi (preside della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali), Sandro Bresciani (Contattologia II), Antonio Papagni (referente del corso di laurea in Ottica e Optometria), Rossella Fonte (Optometria II), Adele Sassella (Fisica I), Sergio Perris (Optometria III) e Silvio Maffioletti (Contattologia I)

BICOCCA, VERSO LA PRIMA SESSIONE DI LAUREA In università, nel settembre del 2002, era iniziato il secondo anno del corso di laurea in Ottica e Optometria a Milano: l'ISSO ne aveva ospitato i laboratori sino a dicembre, quando aveva dovuto trasferirsi da via Soderini al CAPAC 2 di via Olgiati. Un trasloco dietro l'altro, il corso accademico avrebbe beneficiato di spazi sempre più adeguati nella struttura universitaria, completando positivamente una transizione lunga e necessariamente complessa

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li eventi milanesi si susseguivano veloci e scandivano un periodo importante per tutti gli ottici optometristi italiani, che guardavano con interesse all'evoluzione della situazione nel nostro ateneo: un suo positivo sviluppo, infatti, avrebbe

*Ottico optometrista e docente

di Silvio Maffioletti*

fatto da preambolo all'apertura di altri corsi di laurea italiani in Ottica e Optometria. Le riunioni operative promosse da Alessandro Borghesi, coordinatore del neonato corso di laurea, erano proseguite per tutta l'estate: si svolgevano al primo piano dell'edificio U5 di via Cozzi e vi partecipavo insieme a Sandro Bresciani, Alessandra Danese, Mauro Faini, Rossella Fonte, Renato Pocaterra e Adele Sassella. In ciascuno di noi c'erano fiducia, determinazione e

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il desiderio di fare le cose presto e bene: ci confrontavamo in modo approfondito sulle varie incombenze organizzative e sul programma da adottare nelle materie caratterizzanti, ovvero Ottica Visuale, Optometria I, II e III, Strumenti Ottici e loro evoluzione storica, Contattologia I e II. Non avevamo riferimenti accademici italiani cui ispirarci, essendo il primo corso universitario di questo tipo; avevamo, però, sia la ricca e decennale esperienza delle scuole italiane di Ottica e di

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Optometria sia il know how già adottato in corsi simili da importanti università straniere. Borghesi, nei primi incontri, ci aveva indicato due obiettivi prioritari su cui impegnarci: il primo che in tempi brevi la laurea in Ottica e Optometria divenisse ipso facto abilitante per la professione; il secondo che si arrivasse a un'unica laurea europea in Ottica e Optometria, uguale per tutti gli Stati e con corsi riconosciuti in tutto il territorio del vecchio continente1. Mentre il primo obiettivo si sarebbe rivelato difficile da raggiungere e avrebbe segnato il passo, il secondo sarebbe avanzato anno dopo anno soprattutto grazie al Progetto Erasmus, un programma di promozione delle università europee che si concretizza attraverso la collaborazione transnazionale fra gli atenei, la mobilità degli studenti, le borse di studio Erasmus e lo sviluppo di programmi interuniversitari di cooperazione. Molti dei nostri studenti avrebbero, negli anni successivi, vissuto l'intensa e arricchente esperienza dell'Erasmus. In quei mesi, pur frequentandolo solo sporadicamente, iniziavo a conoscere l'ateneo e, in particolare, il Dipartimento di Scienza dei Materiali che ospitava il nostro corso insieme a quelli in Scienze e Tecnologie Chimiche, in Scienza dei Materiali e in Scienze e Tecnologie Orafe, oltre alcuni corsi di Dottorato di Ricerca. Il Dipartimento aveva sede nell'edificio U5, era stato costituito nel 1997 ed era governato da un direttore, un consiglio di dipartimento e una giunta; per funzionare al meglio si era dotato di un'ampia serie di servizi, rivolti sia al personale sia agli studenti dei vari corsi a esso afferenti. Nonostante le buone motivazioni di ognuno, le nostre riunioni operative si stavano però incagliando a seguito di varie difficoltà: era soprattutto la bozza di programma didattico che Fonte aveva predisposto per le materie caratterizzanti a dividere il gruppo di lavoro e a immetterlo nel vicolo cieco di lunghe disquisizioni, incomprensioni, irrigidimenti reciproci. Borghesi e Sassella ci chiedevano di adattarci rapidamente 1

alle finalità dell'istituzione universitaria, ma il disorientamento era palpabile. Come fare a uscirne? Per superare quell'inquieta fase di transizione ognuno di noi avrebbe dovuto prendere le distanze dalle proprie storie precedenti e dai propri desideri, per valutare la strada migliore per il nuovo corso di laurea. In quella fase confusa si era rivelato quanto mai prezioso l'intelligente lavoro di Adele Sassella, che collaborava con Borghesi nell'impegnativa fase iniziale del corso. Giovane e autorevole docente, Sassella si era laureata in Fisica presso l'Università di Pavia. Era divenuta ricercatrice presso l'Università di Milano e presso quella di Milano Bicocca dove, dal 2001, è professore associato di Fisica sperimentale. Sassella aveva maturato un’esperienza specifica sulla caratterizzazione fisica e chimico-fisica dei solidi. Era una presenza poco appariscente ed estremamente efficace del nascente corso di laurea, una persona positiva che trasmetteva, anche nelle situazioni più complesse, sicurezza e fiducia. L'inizio delle lezioni si avvicinava e, in assenza della necessaria produttività e del clima adeguato, le riunioni operative erano state diradate e poi sospese. In autunno i responsabili del corso di laurea milanese avevano inaugurato la collaborazione con il New England College of Optometry di Boston: nell'ottobre del 2002 in U5 si era tenuto un seminario di Joanne Caruso sulle patologie del segmento anteriore dell'occhio, mentre nel gennaio del 2003 si era svolto il primo dei minicorsi di Antony Cavallerano sulle patologie retiniche che, anno dopo anno, sarebbero stati riproposti agli studenti dell'ateneo ambrosiano. Iniziano i corsi delle materie caratterizzanti Diversamente dalla classe dell'anno precedente, nella quale erano numerosi i “fuori quota”, le matricole dell'anno accademico 2002-2003 costituivano un gruppo omogeneo con età e percorsi scolastici tipici degli universitari. Ecco i loro nomi: Alari, Baggio, Bosone, Bruni, Castro, Colombo R., Colombo S., Colosini, Dalla Torre, Da Pra, De Lucia,

Fagnola, Fuoco, Luiselli, Mangano, Manzin, Marazzi, Martino, Musitano, Oliana, Pagani, Ravasi, Rena, Samudio, Sforza, Ziella. Gli studenti che erano passati al secondo anno iniziavano le materie professionalizzanti: nell'estate del 2002 erano stati pubblicati i bandi Unimib per le docenze a contratto e, dopo qualche settimana, era stata resa nota l'assegnazione delle materie. Nel primo semestre del 2002-2003 erano stati nominati Faini in Optometria I, Maffioletti in Laboratorio di Optometria I, Pocaterra in Ottica Visuale e Bellodi in Strumenti Ottici e loro evoluzione storica. Per me era stata forte la gioia di poter contribuire come docente a contratto all'avvio del corso universitario, in una materia che mi appariva congeniale per utilizzare al meglio le esperienze che avevo accumulato nel decennio di docenza all'ISSO: ero davvero contento e motivato. I corsi di Pocaterra e di Faini si svolgevano in Università, mentre il mio corso si svolgeva presso l'ISSO, dove utilizzavamo gli strumenti in dotazione alla scuola. Così dalla Bicocca gli studenti, nella pausa pranzo del lunedì, si spostavano in via Soderini, all'altro capo di Milano; lì, prima con un'introduzione in aula magna e poi con la parte clinica nei box optometrici, si svolgevano le lezioni. Per favorire la pratica clinica degli studenti che muovevano i primi passi con la strumentazione optometrica, ero affian-

Renato Pocaterra

Borghesi A., L'Optometria a Milano Bicocca,Ottica Italiana, luglio 2002, pagg. 18-20

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cato da tre validi colleghi: Greta Achini, Gabriella Pagani e Ottavio Segantin, con i quali predisponevo, settimana dopo settimana, gli argomenti da trattare e i protocolli da adottare in ogni esercitazione. Con Ottavio, dinamico collega di Casazza che già da anni faceva parte del corpo docente dell'ISSO, lavoravo con naturale sintonia: la sua laurea in Psicologia e la sua esperienza clinica gli consentivano di offrire agli studenti una panoramica completa ed evoluta delle procedure che stavano apprendendo. Gabriella, una collega di Canegrate dotata di una solida preparazione (era stata assistente al corso di Ottica dell'ISSO milanese dal 1994 al 1999), si era confermata attenta, paziente, particolarmente adatta ad accompagnare con gradualità gli studenti nella pratica clinica. Greta, giovane e brillante collega di Malnate, si era distinta per l'efficienza e la capacità organizzativa: l'anno precedente aveva terminato l'ISSO con un impegnativo tirocinio sull'implicazione del sistema visivo nella lettura, effettuato su un ampio campione di bambini nelle scuole di Malnate, che sarebbe stato premiato come miglior lavoro di tesi al congresso AdO del 2003. Le lezioni procedevano con puntualità ed efficacia, gli studenti che frequentavano erano motivati, gli spazi a dispo-

Ottavio Segantin

sizione presso l'ISSO erano più che sufficienti. Nelle settimane precedenti alcuni degli studenti più esperti, già in possesso dell'abilitazione professionale in Ottica, erano stati esonerati dall'obbligo di frequenza nei Laboratori: ciò aveva reso ancor più agibili gli strumenti a disposizione, consentendo che in ogni box optometrico lavorassero non più di tre studenti. Condividere il corso universitario di Optometria I con Mauro Faini era per me un'esperienza positiva, in continuità con i precedenti anni all'ISSO, nei quali avevamo condiviso la docenza in Optometria. Metodico e analitico nelle spiegazioni, Faini nelle sue lezioni faceva emergere lo stretto legame tra la teoria e le procedure cliniche che, nelle ore di Laboratorio, gli studenti apprendevano. Dietro al robusto approccio didattico che Mauro utilizzava c'erano studi di Ottica, Optometria e Psicologia, anni di docenza, lo stretto confronto con i colleghi e il suo metodico aggiornamento sui libri e sulle riviste nazionali e internazionali del settore. Il timone passa da Borghesi a Papagni In autunno, nell'arco di pochi giorni, si erano succeduti due avvenimenti importanti. Nel novembre del 2002 si era svolto l'11° Convegno Scientifico dell'ISSO:

Gabriella Pagani

Greta Achini

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eravamo in centinaia e condividevamo la gioia di trovarci per la prima volta in un contesto universitario. Quel giorno, seduti sulle poltroncine rosse della splendida aula magna, avevamo festeggiato la nascita del nostro corso universitario nella prestigiosa Università degli Studi di Milano Bicocca e avevamo approfondito i temi optometrici e contattologici d'attualità. Era stata una giornata scientifica memorabile, ricca di contenuti, ma soprattutto di soddisfazione per lo storico traguardo raggiunto dalla nostra categoria professionale. Qualche giorno dopo, al termine di una riunione in U5, Alessandro Borghesi ci aveva comunicato che avrebbe rinunciato al posto di coordinatore del corso di laurea in Ottica e Optometria a causa dei numerosi impegni: dopo poche settimane diventerà preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali. Non sarebbe stato facile sostituirlo: Borghesi era la vera guida del nostro nuovo corso universitario, la sua competenza e il suo equilibrio erano stati fino a quel momento fondamentali per superare le oggettive difficoltà e le inevitabili incomprensioni che nascono lavorando a un progetto tanto delicato e complesso. L'avevo conosciuto nel 2001 all'ISSO: inizialmente riservato, si era presto rivelato carismatico e coinvolgente. Mi colpiva la

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sua inesauribile e giovanile sete di sapere, capire, realizzare. Borghesi stimolava i membri dello staff a dare il meglio nelle varie situazioni. Affrontava ogni singola situazione focalizzandola, analizzandola in dettaglio e passando all'azione con procedure chiare e definite, applicando così con naturalezza il latino age quod agis. Giorno dopo giorno avevo accumulato grande stima e riconoscenza verso il vivace e intraprendente professore pavese, grazie al quale il corso di laurea milanese in Ottica e Optometria era divenuto realtà: Borghesi ne era stato, infatti, promotore, architetto e regista con intelligenza e determinazione. Dopo aver fatto nascere il corso di laurea in Ottica e Optometria, dal 2002 al 2009 Borghesi sarà preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali e successivamente, dal 2009 al 2012, direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali. Prima delle vacanze natalizie era stato nominato il nuovo referente del corso di laurea in Ottica e Optometria: Antonio Papagni, professore associato di Chimica Organica presso il Dipartimento di Scienza dei Materiali. Laureato in Chimica presso l’Università degli Studi di Milano, Papagni aveva inizialmente lavorato come ricercatore presso la Zambeletti Farmaceutici, poi come ricercatore universitario presso l’Università degli Studi di Milano e dal 1998 era professore associato di Chimica Organica presso l’Università di Milano Bicocca. La sua attività di ricerca si focalizzava principalmente sulla progettazione e preparazione di materiali organici e polimerici. Papagni condurrà l'attività di referente con diligenza e discrezione, dando priorità al corretto funzionamento delle strutture didattiche e cliniche senza perdere di vista l'importanza di promuovere il corso, facendolo conoscere e favorendo il significativo aumento del numero di iscrizioni che si sarebbe verificato negli anni successivi. Il trasloco da via Soderini al CAPAC 2 Alla fine del 2002 era stato necessario, per motivi contrattuali, lasciare la

struttura regionale di via Soderini. La scuola era frequentata ancora dalle due classi (diurna e serale) del terzo anno del corso di Optometria dell'ISSO, inoltre vi confluivano, ogni lunedì pomeriggio, gli studenti del secondo anno del corso universitario per frequentare il Laboratorio di Optometria I. Approfittando delle vacanze natalizie, avevamo traslocato al Centro Addestramento Perfezionamento Addetti al Commercio di via Olgiati (CAPAC 2), dove era stato messo a nostra disposizione un ampio salone interrato e potevamo utilizzare un'aula al primo piano per le lezioni teoriche. Il CAPAC 2 non era certo la sede adatta alle nostre delicate strumentazioni, ammassate in un unico salone con uno spazio senza divisorie che si era rivelato insufficiente e troppo affollato: non avevamo però alternative e, trattandosi di una fase provvisoria, ci eravamo adattati rapidamente. Non era peraltro la prima volta che venivamo ospitati dal CAPAC, una fondazione costituita nel 1966 per iniziativa dell'Unione del Commercio della Provincia di Milano: prima del 1990 per alcuni anni l'ISSO era stato ospite del CAPAC 1 di via Murillo. Gli studenti del terzo anno del corso di Optometria dell'ISSO utilizzavano in toto il CAPAC 2, mentre gli studenti universitari del secondo anno usufruivano delle aule universitarie in Bicocca per le lezioni teoriche e si recavano in via Olgiati soltanto per i Laboratori. Per gli studenti universitari avevamo organizzato in U5 anche un corso di Laboratorio di Lenti Oftalmiche che era stato affidato a Claudio Rapisarda, un qualificato insegnante di Bergamo: mediante questo corso facoltativo, gli studenti interessati potevano apprendere come montare un occhiale completo nelle modalità previste dagli esami di abilitazione per ottici. La breve stagione di via Olgiati era durata dal gennaio al luglio del 2003. Nel secondo semestre universitario le materie caratterizzanti erano state assegnate a Fonte in Optometria II e Bresciani in Contattologia I; nei Laboratori erano stati nominati Achini, Maffioletti, Segantin

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Pierluigi Mapelli

e il genovese Roberto Pregliasco, che mi aveva affiancato nel Laboratorio di Contattologia I. Roberto aveva messo la sua competenza clinica e la sua grande capacità didattica (aveva insegnato dieci anni nella scuola di Optometria di Genova) a disposizione della classe, con generosità e senza risparmio. Nelle afose serate di fine giugno e inizio luglio del 2003, presso il CAPAC 2 si erano svolte le sessioni tesi che avevano coronato il percorso degli ultimi optometristi dell'ISSO: vi avevano partecipato, oltre agli studenti in corso, anche parecchi studenti iscritti negli anni precedenti, che si erano affrettati a terminare. Eravamo davvero stati di parola quando due anni prima avevamo promesso agli studenti, nell'aula magna di via Soderini, che avremmo completato il corso di Ottica e quello di Optometria. Con gli esami dell'estate 2003 l'ISSO, durante la sua attività iniziata nel 1969, aveva totalizzato il rilascio complessivo di 249 diplomi di Ottica e 1.025 attestati di specializzazione in Optometria. Erano passati trentaquattro anni: era cambiato il modo di vivere, erano mutate le persone e si era trasformata anche la nostra professione. L'esame visivo non si limitava più alla compensazione delle eventuali ametropie, ma riguardava anche l'analisi di altre abilità visive quali la motilità oculare, la funzione acco-

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Antonio Papagni

modativa e la visione binoculare: ciò era indispensabile per valutare la loro adeguatezza alle richieste visive indotte dall’ambiente. La chiusura dell'ISSO aveva comportato anche la chiusura del Dipartimento di Ricerca Optometrica (Di.R.O.), attivo nel campo della progettazione e la realizzazione di lavori di ricerca in ambito optometrico. Era uno degli ambiti verso i quali Renato Pocaterra negli ultimi anni del Novecento aveva rivolto la sua attività dinamica e innovativa, permettendo all'ISSO di mantenersi al passo dell'evoluzione didattica e scientifica. Ho lavorato con Pocaterra in decine di screening, ricerche, iniziative, corsi e pubblicazioni, accrescendo nel tempo la mia stima nei suoi confronti e apprezzando la sua grande capacità di estrarre il meglio dai propri collaboratori nelle situazioni ordinarie e soprattutto in quelle difficili, complicate. Renato è rimasto un esempio, un trascinatore capace di mettersi in gioco in prima persona e affrontare con coraggio, determinazione e dinamismo ogni situazione. Nuovi equilibri ai vertici delle associazioni di categoria Contemporaneamente ai primi passi del corso di laurea milanese in Ottica e Optometria si erano tenute alcune elezioni che, in un anno e mezzo, avrebbero ridisegnato l'organigramma di tre protago2

nisti della sua nascita: l'Assopto Milano, l'Albo degli Optometristi e Federottica. Avevano iniziato gli ottici optometristi del capoluogo lombardo: alla fine del 2001 alla presidenza era stato eletto Nicola Ricco di Milano. Subentrava a Gianfranco Sala e assumeva la presidenza sia dell'Assopto Milano sia dell'ISSO “Giuseppe Ricco” (la scuola dedicata a suo padre dopo la prematura scomparsa avvenuta nel 1997). L'asprezza della fase precongressuale aveva però impedito la predisposizione di un programma comune tra i vari candidati e la loro collaborazione dopo le elezioni. Dopo il rinnovo delle cariche si erano infatti disimpegnati sia Sala, il meritorio e generoso collega di Sesto San Giovanni che era stato uno dei principali protagonisti degli intensi anni precedenti, sia il milanese Giorgio Bollani, che stava lavorando a un innovativo e incisivo progetto chiamato Educazione alla Visione. Successivamente due varesini, Alberto Benzoni e Giulio Velati, erano assurti ai vertici delle associazioni nazionali di categoria degli ottici optometristi. Nel luglio del 2002 Velati, presidente dell'Albo degli Optometristi in carica, aveva rassegnato le proprie dimissioni2. Alla presidenza dell'AdO era stato nominato Alberto Benzoni di Malnate, che sarebbe rimasto in carica fino al 2008. Ottico dal 1969 e specializzato in Optometria dal

Silvia Tavazzi

1973, Benzoni arrivava alla presidenza AdO con un percorso imprenditoriale assai diffuso tra i colleghi della sua generazione. Era subentrato al padre nell'attività commerciale di famiglia in cui, come era d'uso nei piccoli comuni, venivano trattate svariate tipologie di merci; dopo il completamento degli studi e l'acquisizione di una sufficiente esperienza, Alberto aveva deciso di investire nel settore ottico rinnovando l'identità dell'attività commerciale di Malnate e trasformandola in un ambiente dedicato alla gestione professionale dei problemi visivi, alla vendita e alla fornitura di occhiali e lenti a contatto. Pacato e riservato nei modi quanto attento e puntuale nella sostanza, Benzoni contribuirà al rinnovamento dell'AdO nel segno di una maggior scientificità di corsi, congressi e pubblicazioni e, sul piano istituzionale, di una più precisa e visibile identità dell'associazione fondata nel 1973 da Giuseppe Ricco. Nel giugno del 2003 era stato rinnovato il Consiglio Nazionale di Federottica, che aveva chiuso il positivo periodo di presidenza di Fabio Zanacchi di Piacenza. Alla presidenza di Federottica era stato eletto Giulio Velati di Gallarate, che sarebbe stato in carica fino al 2013. Imprenditore oculato e professionista affermato, Velati negli anni del boom economico aveva trasformato la storica attività di famiglia, presente a Gallarate fin dal 1894, in un centro ottico elegante, professionale e qualificato. Ottico e specializzato in Optometria presso l'ISSO di Milano nel 1975, Velati aveva portato la propria autorevolezza al vertice di un'associazione che stava concretizzando il grande lavoro realizzato in passato: si sarebbe occupato in particolare dei nuovi corsi di laurea universitari, dei corsi ECM, del rapporto con altre categorie professionali e della presenza italiana negli organismi internazionali. Non conoscevo né Alberto Benzoni né Giulio Velati: li avrei incontrati nei successivi congressi dell'AdO percependo la determinazione nello svolgere in modo fruttifero il loro mandato e lo stretto

Velati G., Cari colleghi..., Rivista Italiana di Optometria vol. 26, n° 1, pagine 5-6

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legame che li univa; un affiatamento antico, una lunga amicizia e comunanza d'intenti che avrebbe consentito loro di affrontare i problemi e le questioni associative con accortezza e cautela. Il trasloco dal CAPAC 2 all'edificio U5 di Unimib I mesi estivi del 2003 erano stati dedicati al trasporto di strumenti e materiale didattico dal CAPAC 2 all'edificio U5 di Unimib. Un nuovo trasloco, ma questa volta c'era la soddisfazione di andare nella nostra nuova casa, l'Università: era stato infatti messo a nostra disposizione, per i Laboratori di Optometria e di Contattologia, un ampio laboratorio di Fisica cui si accedeva svoltando a sinistra appena varcato l'ingresso principale della struttura di via Cozzi. Gli spazi erano ristretti ma sufficienti a svolgere l'attività clinica, in una sede che sapevamo provvisoria; avevamo sistemato i riuniti ordinatamente e utilizzavamo una piccola aula adiacente per la presentazione delle procedure e la discussione dei dati raccolti. A ottobre era iniziato il terzo anno del corso e, per la prima volta, tutte e tre le classi erano a regime. Ecco le matricole dell'anno accademico 2003-2004: Benzi, Bianchi, Binetti, Capuzzi, Causio, Crven, Desiati, Di Tria, Ferrara, Fossati, Garofalo, Gariboldi, Gjetja, Lanaro, Magnante, Marazzi, Masserdotti, Mesiano, Mutti,

Nordio, Necchi, Palmisano, Rappa, Sartori, Serafino, Toti, Venturelli, Viganò. Nel primo semestre il corso di Optometria III era stato affidato a Fonte, il corso di Contattologia II a Bresciani e il corso di Patologia Oculare a Stefano Miglior, oftalmologo e professore ordinario in Malattie dell’Apparato Visivo dal 2001. Il corso di Materiali per l'Ottica era stato affidato al fiorentino Mario Casini, uno degli insegnanti italiani più qualificati ed esperti del settore che, negli anni precedenti, aveva insegnato nelle principali scuole nazionali di ottica. Le docenze degli altri corsi caratterizzanti non avevano subito variazioni: la sola novità era la bolognese Letizia Ruggeri, che mi aveva affiancato nel Laboratorio di Optometria I. Il nostro Laboratorio aveva tratto giovamento dall'energia e dalla competenza della collega emiliana, che aveva arricchito gli argomenti attinenti allo sviluppo della visione nei bambini: erano temi che aveva approfondito nel corso di laurea in Psicologia brillantemente completato a Bologna, che erano stati il nucleo della sua docenza all'ISSO negli anni precedenti e che Letizia quotidianamente utilizzava nella città felsinea durante l'attività clinica. Nel trasloco dal CAPAC 2 alla struttura universitaria il contenuto della biblioteca dell'ISSO (circa trecento testi, dispense e manuali) era stato depositato nel magazzino

adiacente all'edificio U9. Poi era iniziata la cernita di quelli che avrebbero potuto essere inseriti nella Biblioteca di Scienze in U1, in base a precisi e selettivi criteri in uso in ateneo. Avevo seguito insieme a Faini il personale universitario nell'analisi dei testi: per noi avrebbero dovuto esserne salvaguardati molti di più, ma purtroppo, in base al regolamento del sistema bibliotecario vigente, non ne avevano i requisiti e quindi, nonostante il nostro disappunto, numerosi volumi erano stati messi da parte. Il trasferimento da U5 a U16 All'inizio del 2004, nel mese di sospensione didattica, avevamo traslocato lasciando l'edificio U5 per spostarci nella palazzina dell'edificio U16. Nel secondo semestre del 2003-2004, che iniziava a marzo, i docenti a contratto designati erano stati Fonte in Optometria II e Maffioletti in Contattologia I; tutor erano, Pregliasco, Ruggeri, Segantin e il bolognese Pietro D'Agati. In U16 era stato messa a nostra disposizione una grande aula nella quale avevamo trasportato la strumentazione per i Laboratori di Optometria e di Contattologia; al piano interrato era intanto aperto il cantiere per la preparazione di sei salette optometriche che sarebbero state pronte soltanto nel periodo estivo, i piani superiori erano invece di pertinenza del Dipartimento delle Scienze Umane per la Formazio-

Roberto Pregliasco

Letizia Ruggeri

Pietro D’Agati

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Docenti e Tutor delle materie caratterizzanti del corso di laurea in Ottica e Optometria dell’Università degli Studi di Milano Bicocca (2001-2005)

ne. Ci eravamo adattati e, con lezioni opportunamente organizzate, eravamo riusciti a realizzare corsi completi e qualificati. Il mio passaggio dalla docenza in Optometria a quella in Contattologia era stato facilitato dall'ottimo rapporto che avevo con Sandro Bresciani dai tempi in cui studiavo all'ISSO e Sandro era stato mio docente: il corso di Contattologia I che avevo predisposto era ben calibrato e complementare a quello di Contattologia II che egli avrebbe presentato nel quadrimestre successivo. Erano nuove le esercitazioni monotematiche predisposte dal collaudato Pregliasco e dal nuovo entrato Pietro D'Agati, che gestivano il Laboratorio di Contattologia I. Originario di Palermo, D'Agati si era trasferito in giovane età a Milano, dove aveva lavorato in un centro ottico del centro cittadino, frequentando l'ISSO ed entrando poi nel suo corpo docente. Pietro si era successivamente trasferito a Bologna, dove svolgeva con grande passione e competenza la propria attività professionale. Anno dopo anno in Unimib erano cresciute la quantità e l'efficacia del lavoro di Silvia Tavazzi, impegnata nel far progredire il nostro corso di laurea mediante un lavoro, spesso sottotraccia, iniziato già all'ISSO nel 2001. Essenziale, sintetica e rigorosa nel rispetto dei tempi e dei compiti, Tavazzi era divenuta un punto di riferimento per colleghi, studenti e collaboratori esterni,

affiancando Borghesi nello sviluppo del corso e nel continuo adeguamento alle situazioni nuove. Laureatasi in Fisica nel 1999 presso l'Università degli Studi di Milano, aveva conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienza dei Materiali nel 2002 presso l'Università degli Studi di Milano Bicocca. Silvia è un riferimento stabile e sicuro: lavorando al suo fianco ho apprezzato la sua capacità di rispondere in modo lucido e chiaro alle varie situazioni Si avvicina la prima sessione di laurea Ormai le prime lauree si avvicinavano. Il lavoro continuava a essere impegnativo ma l'organizzazione, gli spazi e l'impostazione didattica dell'università si stavano consolidando. Personalmente avrei voluto utilizzare al meglio le grandi possibilità che l'università ci apriva. Mi sembrava prioritario e urgente costruire un programma italiano condiviso, realizzato in funzione dei corsi di laurea in Ottica e Optometria che sarebbero stati aperti negli anni successivi in altre università italiane e costruito tenendo conto di una prospettiva europea. Pur guardando con ammirazione e riconoscenza alle università d'oltreoceano, avrei preferito si fossero privilegiati i rapporti accademici con le università britanniche e spagnole: i nostri colleghi iberici avevano raggiunto la formazione universitaria qualche anno prima di noi e avevano organizzato un percorso accademico equilibrato e intelligente,

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che funzionava bene. Non sarà però questa la strada che verrà seguita a Milano, dove i riferimenti statunitensi, in particolare la collaborazione con il New England College of Optometry di Boston, rimarranno egemoni. Nell'autunno del 2004 aveva avuto avvio il quarto anno del nostro corso di laurea. Le sale optometriche in U16 erano pronte e avevamo, per la prima volta, approntato i corsi di Laboratorio in Università in spazi appositamente progettati per il nostro corso di laurea. Le matricole dell'anno accademico 2004-2005 erano Argiolas, Bianchessi, Bonifazi, Bruni, Casiraghi, Cazzadore, Curci, Detta, Franchina, Gaseni, Lakic, Manzoli, Matteri, Mattioli, Mazzeo, Monica, Mosca, Niendorf, Nigrotti, Nodari, Palmisano, Peraldo, Piana, Pilotti, Pirotta, Poyasov, Procopio, Promberger, Rossi, Rota, Suh, Tait, Veltri, Venezia, Zivic. I docenti del 2004-2005, invece, erano Faini in Optometria I, Fonte in Optometria II, Sergio Perris in Optometria III, Pocaterra in Ottica Visuale, Bellodi in Strumenti Ottici e loro evoluzione storica, Maffioletti in Contattologia I e Bresciani in Contattologia II; i tutor erano D'Agati, Ruggeri e Segantin. Il tempo era volato, sotto Natale si sarebbe svolta la prima sessione di laurea, che attendevamo con impazienza: sarebbe stato un momento importante e simbolico, un momento eccezionale. (Continua nel numero 2)

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1. Adidas 2. Carrera 3. Zeiss 4. Vuarnet

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9. Demon 10. Ziel 11. Rudy Project

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CONSULENTE

LEGGE DI STABILITÀ: UNA “RIVOLUZIONE” NEGLI IMMOBILI Iuc, Tasi e Tari saranno le nuove sigle con cui dovremo avere confidenza dal 2014, secondo la normativa varata dal Governo alla fine dello scorso anno

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di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

ella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 27 dicembre 2013 n. 147 è stata pubblicata la Legge di Stabilità per il 2014. Vediamo quali sono le novità principali che ha introdotto.

a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani: saranno comunque escluse le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative e le aree comuni condominiali, che non siano detenute o occupate in via esclusiva.

Nasce la IUC Dal 2014 la nuova Imposta Unica Comunale (IUC) incorporerà tre imposte: l’IMU, la Tasi e la Tari. La nuova tassa si baserà sul possesso d’immobili e sul godimento dei servizi comunali. La Tasi è un’imposta riferita ai servizi comunali indivisibili a carico sia del possessore sia dell’utilizzatore dell’immobile, mentre la Tari rappresenta l’imposta sui rifiuti a carico dell’utilizzatore. Le aliquote dei tributi locali saranno deliberate dai Comuni, ma è previsto che per ciascuna tipologia d’immobile la somma dell’aliquota TASI e dell’aliquota IMU non possa superare l’aliquota massima dello 0,6% sulle abitazioni principali e dell’1,06% sugli altri immobili. Sulle abitazioni principali per il 2014 il tetto massimo della somma delle due variabili non potrà superare lo 0,25%. La Tari sarà, invece, dovuta da chiunque possieda o detenga,

IMU e imposte sui redditi L’IMU pagata dalle imprese e dai professionisti per gli immobili strumentali sarà deducibile, per l’anno 2013, dal calcolo dell’Ires e dell’Irpef nella misura del 30% (in via transitoria) per l’anno d’imposta 2013, mentre a partire dal 2014 la deducibilità sarà del 20%. Il versamento dell’imposta rimane però indeducibile ai fini Irap. Obbligo di regolare gli affitti e i canoni di locazione tramite mezzi tracciabili Non potranno più essere pagati in contanti gli affitti, con la sola eccezione dei canoni dovuti per le locazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica. I pagamenti dovranno avvenire tramite assegni, bonifici o attraverso altre modalità tracciabili.

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Tutti i diritti riservati. DSX è un marchio registrato di D.A.I. Optical Industries, Italia. Materiale ad uso esclusivo dell’ottico.

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CONSULENTE

Proroga det razioni d’i mposta su rist rut tu razioni edilizie e opere di rispa rm io energet ico La detrazione Irpef del 50 % per i lavori di ristrutturazione edilizia e quella del 65% per i lavori di risparmio energetico sono prorogate per tutto l’anno 2014. Nel 2015 la detrazione del 50 % si ridurrà al 40 % , fino a ritornare alla percentuale del 36% nel 2016 con limite di spesa a 48 mila euro, mentre la detrazione del 65% sui lavori finalizzati al risparmio energetico si ridurrà al 50 % dal 2015. Anche la detrazione Irpef del 50 % per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe A e A+ per arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione è prorogata per tutto il 2014.

ti superiori a 15.0 0 0 euro, solo se hanno ottenuto l’apposizione del visto di conformità sulle singole dichiarazioni dal quale emerge il credito. I crediti possono essere compensati dal giorno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta relativamente al quale dev’essere presentata la dichiarazione. Si applica, quindi, anche alle altre tipologie di crediti tributari il meccanismo già previsto per il credito Iva. Ca rtelle esat toriali senza interes s i Sarà possibile pagare le cartelle Equitalia senza interessi di mora e da ritardata iscrizione a ruolo, a condizione che il pagamento avvenga in un’unica soluzione entro il 28 febbraio 2014. Sono escluse da questa agevolazione le somme dovute per sentenze di condanna della Corte dei Conti. La definizione agevolata si applica, invece, anche agli avvisi di accertamento esecutivo.

La compensazione dei credit i d’i mposta A decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2013, quindi già dalla liquidazione dello scorso 16 gennaio 2014, i contribuenti che vogliono utilizzare i crediti relativi alle imposte sui redditi, alle ritenute, alle imposte sostitutive delle imposte sul reddito e all’Irap, lo possono fare, per impor-

Bonu s bebè 2014 Viene rifinanziato il “bonus bebè” per bambini nati o adottati nell’anno 2014 in famiglie residenti a basso reddito.

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MEDITAZIONI

PAROLE IN LIBERTÀ Le parole troppo in libertà possono produrre effetti sorprendenti, spesso comici, a volte drammatici, possono interrompere la comunicazione o possono risolvere problemi: ecco perché la libertà delle parole deve essere consapevolezza di partecipazione attiva

di Luisa Redaelli Communication consultant

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e parole sono libere e la libertà è un progetto impostato e desiderato, con una chiara intenzione di base. Le parole sono una freccia, che deve essere ben indirizzata all’obiettivo; le parole non possono essere lanciate a caso, altrimenti inducono effetti indesiderati. Sono uno strumento, le parole, possono generare positività o anche far molto male. La consapevolezza di cosa diciamo e come lo diciamo è di estrema importanza, sempre, in ogni contesto, in ogni tipo di relazione. Cantava quel sensibilissimo poeta di Giorgio Gaber che la libertà non è uno spazio libero, non è neanche avere un’opinione, non è neanche un gesto o un’invenzione: libertà è partecipazione1. Lo sviluppo delle nostre abilità di comunicazione ci aiuta a star molto meglio con le persone e con noi stessi, credetemi, chiedete a chi sta lavorando con me nei semina-

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ri e nelle consulenze. La competenza di comunicazione non può prescindere dall’affinamento della nostra intelligenza e sensibilità emotiva. Di questo sono convinta: per acquisire la consapevolezza di come e cosa comunichiamo bisogna passare attraverso la presa di coscienza dei nostri meccanismi emotivi, difensivi, abituali, culturali, ecc. Non esiste tecnica appresa da applicare, non vale concetto teorico da studiare se prima non vi è un minimo di conoscenza di noi stessi. Da noi stessi partono le parole e i gesti, gli atteggiamenti e i “tic”: noi comunichiamo con tutto, sollecitati da quel contesto, stimolati da quella persona, sotto l’influenza delle tempeste emozionali di cui siamo spesso in balia. Spesso non ci rendiamo conto dell’effetto che genera il nostro modo di agire, di parlare, di comunicare e ci meravigliamo quando le conseguenze non sono quelle che volevamo. Il mondo non gira intorno a noi, non siamo il centro unico dell’universo: usciamo dalla logica egocentrica ed egoistica.

Accanto a noi, insieme a noi, coesistono infinite galassie di persone, con emozioni, sentimenti, intimità. Di queste relazioni abbiamo bisogno. Di tutto questo immenso patrimonio diverso da noi dobbiamo tenere conto; queste vibrazioni diverse dalle nostre dobbiamo riconoscere e con esse confrontarci, per raggiungere l’obiettivo di comunicare ciò che desideriamo. “Gli altri” ci capiscono solo quando sappiamo trovare il linguaggio giusto e non è “colpa” loro quando il messaggio non arriva. Noi e solo noi siamo responsabili della nostra comunicazione e possiamo imparare a progettarla in modo sensibile e consapevole. Possedere argomenti solidi e di cui siamo convinti è molto importante, ecco perché i vari corsi d’aggiornamento e studio scientifico sono preziosi e significativi. Una competenza indispensabile e complementare è anche quella che riguarda la trasmissione di tutti questi contenuti scientifici e tecnici. Il migliore sapere al mondo è nullo se non è comunicato. Non siamo solo scien-

Giorgio Gaber (1939 – 2003), La libertà, 1972-1973

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ziati ricercatori, ma abbiamo anche a che fare con le persone, svolgiamo un’attività professionale pubblica, è necessario essere capaci di trasmettere le meravigliose competenze che continuiamo a studiare con tanta passione. Parole in libertà è uno stile letterario introdotto dal Futurismo all’inizio del secolo scorso: “in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L'irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell'aggettivazione.” 2 Ecco, può esser suggestivo comunicare così, spesso lo vedo fare nel centro di ottica, quando si pensa di dare saggio

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delle proprie specializzazioni professionali con un linguaggio tecnico e i con i paroloni scientifici, il risultato percepito da chi ci ascolta è questo. Poi però le persone spesso non possono capire e chiedono le lenti “trasgressive”, il trattamento “antifesso”, l’“alloggio” per le lentine e le infinite ordinarie follie che si verificano durante le normali giornate professionali. Allora, impariamo a metterci in relazione e a comunicare con chiarezza, in modo adeguato e ben indirizzato, per riuscire a soddisfare le persone che si rivolgono a noi e per trasmettere anche a loro la cultura delle competenze che definiscono la nostra preparazione specialistica. La qualità delle relazioni che costruiamo agisce sul benessere nostro e di chi si avvicina a noi. La formazione

sulle competenze comunicative è un percorso di crescita e di benessere personale. Nel contatto con le persone non possiamo più permetterci di essere superficiali né di essere egoisti o manipolatori. I tempi sono severi e i valori si affermano diversamente. Non è più il tempo del più furbo e del prepotente. Cerchiamo fiducia, rassicurazione, affidabilità: via le maschere, per comunicare la qualità della nostra persona attraverso la passione della professione che svolgiamo, attraverso l’espressione delle nostre competenze reali, non finte, sincere, non effimere. Facciamoci distinguere, noi che continuiamo a impegnarci e che crediamo nella cultura professionale, comunichiamo in modo efficace le cose in cui crediamo, facciamo in modo che arrivino forti e chiare al nostro bacino di utenza e che le persone sensibili possano sceglierci. La relazione con le altre persone ha inizio dentro di noi

Filippo Marinetti, Distruzione della sintassi/Immaginazione senza fili/Parole in libertà, 11 maggio 1913

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e i suoi esiti sono determinati dalle armonie e dai conflitti che portiamo in noi stessi. A noi interessa un modo d’agire comunicativo moralmente ispirato, piuttosto che atteggiarci in maniera puramente strategica. Ancora Giorgio Gaber mi aiuta, con questa sua riflessione: “Guardo molto dentro me stesso. … Serve a farmi capire gli altri, ma serve anche a me per resistere all'omologazione imperante”. Le parole troppo in libertà possono produrre effetti sorprendenti, spesso comici, a volte drammatici, possono interrompere la comunicazione o possono risolvere problemi: ecco perché la libertà delle parole deve essere consapevolezza di partecipazione attiva. Per documentare le tante situazioni assurde e paradossali che viviamo quotidianamente nell’esperienza del lavoro lanciamo l’idea per realizzare tutti insieme un film, intitolato “Design your day: momenti di ordinaria follia nel centro di ottica professionale”. Il film sarà composto dai filmati che ci invierete tutti voi, come fu l’iniziativa del regista Salvatores, “Italy in a day”, per documentare una “normale” giornata italiana. Sarà un bellissimo sviluppo di idee e di visioni, un documento straordinario di esperienza e di verifica, l’occasione per collaborare e fare gruppo, osservarsi e osservare, trasmettere valori e allegrie. Buona partecipazione a tutti, in libertà, con un progetto di condivisione e di complicità nell’ironia.

IO SONO SPACCATA, IO SONO NEL PASSATO PROSSIMO Io sono spaccata, io sono nel passato prossimo, io sono sempre cinque minuti fa, il mio dire è fallimentare, io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo e non lo so dire, io sono senza aggettivi, io sono senza predicati, io indebolisco la sintassi, io consumo le parole, io non ho parole pregnanti, io non ho parole cangianti, io non ho parole mutevoli, non ho parole perturbanti, io non ho abbastanza parole, le parole mi si consumano, io non ho parole che svelino, io non ho parole che puliscano, io non ho parole che riposino, io non ho mai parole abbastanza, mai abbastanza parole, mai abbastanza parole ho solo parole correnti, ho solo parole di serie, ho solo parole fallimentari, ho solo parole deludenti, ho solo parole che mi deludono, le mie parole mi deludono, sempre mi deludono, sempre mi deludono, sempre mi mancano io non sono mai tutta, mai tutta, io appartengo all’essere e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo e non lo so dire, non lo so dire, io appartengo all’essere, all’essere e non lo so dire. (da Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi, 2003) Mariangela Gualtieri, poetessa e donna di teatro romagnola, nella sua opera ha spesso accentuato l'aspetto della "inadeguatezza della parola"

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HOYA APPS. ANCORA PIÙ NUOVE, SEMPRE PIÙ INNOVATIVE Hoya arricchisce le sue famose Apps con nuove funzionalità, per supportare i professionisti della visione nel miglioramento dell’esperienza d’acquisto nel Centro Ottico

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OYA lavora costantemente per sviluppare e rinnovare i sistemi che supportano l'ottico nel processo di vendita. L’obiettivo di HOYA è quello di creare un’esperienza di acquisto unica per il consumatore all’interno del Centro Ottico, per aumentare la soddisfazione del cliente e valorizzare la professionalità dei propri Partner. visuReal Portable Plus – misurazioni più immediate, precisione di sempre! visuReal Portable Plus, il premiato sistema di centratura Hoya per iPad, presenta nuove interessanti funzionalità che lo rendono ancora più facile e veloce da utilizzare. Questa nuova versione è programmata per rilevare le condizioni ottimali dell'immagine e scattare automaticamente la foto senza intervento dell'ottico. E con “il software per l’ottimizzazione dell’immagine”, lo scatto e la definizione dell’immagine risultano migliori. Inoltre, vengono aggiunti il rilevamento automatico del diametro e la precalibratura e METS, il sistema di ottimizzazione dello spessore di Hoya, per semplificare e rendere più veloce il processo di ordinazione. L’aggiornamento di visuReal Portable Plus è utilizzabile anche sul nuovo iPad Air, è lo strumento ottimale per lenti personalizzate.

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HVC Viewer Sensor – per consigliare la miglior protezione degli occhi! La Realtà Aumentata di Hoya è stata arricchita per misurare sia i raggi UV sia la luce blu. HOYA ha sviluppato un dispositivo di misurazione, il nuovo UV e Blu Light Sensor, che può essere facilmente collegato all’iPad tramite il jack per le cuffie. I risultati vengono immediatamente visualizzati sullo schermo, confrontando la quantità di raggi UV nocivi e di luce blu emessa dai dispositivi digitali con e senza lente che protegge gli occhi. Per gli Ottici-Optometristi è uno strumento per argomentare maggiormente l’importanza del benessere visivo e valorizzare in modo più immediato la necessità di una protezione adeguata.

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LENTI OFTALMICHE

ZEISS ACADEMY, LA FORMAZIONE SI FA IN QUATTRO Dopo il positivo riscontro dello scorso anno, per il 2014 sono in programma nuovi corsi per i centri ottici partner

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ontinua l’attenzione di Zeiss per la formazione professionale, con l’obiettivo di supportare i centri ottici partner nel presentarsi alla propria clientela nella forma più elevata e qualificata possibile. «La missione di Zeiss Academy è, infatti, quella di formare, informare e stimolare sul mondo Zeiss e su quanto può arricchire la pratica quotidiana a favore di una maggiore soddisfazione del cliente finale e non in ultimo anche personale dell’ottico optometrista - dicono alla Carl Zeiss Vision Italia - Un’attività che per l’azienda ha molto valore e nella quale ha deciso di investire ancora di più nel 2014». E i numeri parlano chiaro: un totale di 27 giornate formative, itineranti in tutta Italia, con una media

Corso i.Pro_Lens - Milano

a cura della redazione

di 30 partecipanti a corso, e quattro offerte formative. I.Tech new, dedicata al personale di vendita si focalizza sul processo di vendita fornendo non solo nozioni tecniche di prodotto, ma anche approfondimenti marketing e commerciali finalizzati a massimizzare l’efficacia della proposta al consumatore. A questo modulo si aggiungono quelli più mirati, dedicati alla refrazione, suddivisi in tre specifiche aree tematiche: I.Pro_Lens sulla valutazione dello stato aberrometrico dell'occhio e la compensazione ottimizzata a questo stato, con i.Profiler e i.Scription; I.Optics, inerente all'attività di verifica refrattiva finalizzata all’individuazione della migliore soluzione ottica personalizzata; I.Vision², rivolto a costruire solide competenze sulla refrazione, approfondendo quanto inerente la visione

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binoculare, e il metodo MKH. «I tre corsi monotematici tenuti da Gianandrea Ianese e Giancarlo Montani, uniti al corso base i.Tech new, tenuto dai trainer Zeiss, rappresentano la prosecuzione della proposta del 2013, molto apprezzata dai partecipanti perché in grado di trasmettere quella che è la pratica reale – spiegano alla sede di Castiglione Olona – toccando, quindi, tutti gli aspetti della vendita e della strumentazione Zeiss a disposizione». Concludono l’offerta formativa Zeiss degli incontri dedicati, con la modalità dell’Open Day, come il recente corso monotematico EyeLens, dedicato all’approfondimento dell’uso del software di realtà aumentata introdotto dall’azienda per consentire una vendita più interattiva ed emozionale.

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“Sapere, competenze ed abilità per l’esercizio della professione”

“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2014 - 2015” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici-optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

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CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIA

Il Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2014/2015 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

Il Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA

CORSO DI CONTATTOLOGIA

Il Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche. Il corso sarà attivato in autunno a Bologna, Catania e Venezia.

Il Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 15 al 21 settembre 2014, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

dedicato a chi lavora

teorico-pratico

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Nell’anno formativo 2014/2015 saranno attivati corsi intensivi di preparazione agli esami presso Istituti Statali convenzionati per coloro che non possiedono il titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire l’abilitazione all’esercizio dell’arte ausiliaria sanitaria di ottico.

Per maggiori informazioni: Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna Tel 051 480994 - Fax 051 481526 - info@istitutozaccagnini.it - www.istitutozaccagnini.it

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Essilor® e Varilux® S™ sono marchi registrati di Essilor International. MC PR CVXS 01.2014

VARILUX S PROTAGONISTA INSIEME A TE ESSILOR torna a comunicare al Grande Pubblico con la nuova Campagna Media dedicata a VARILUX S.

Un progetto di comunicazione forte. Dal 5 marzo

In anteprima per voi le immagini dello SPOT che andrà in onda sulle reti RAI e SKY. Uno SPOT di grande effetto che dà voce ai portatori di Varilux S e raccoglie emozioni e comportamenti visivi del vissuto quotidiano. Attraverso questa importante programmazione TV, Essilor si rivolge al consumatore in maniera semplice e diretta, cattura l’attenzione dello spettatore che identificherà le proprie esigenze visive attraverso le testimonianze rappresentate nello SPOT. Varilux S sostiene il valore del mercato, preparatevi ad accogliere la sfida che apre nuove opportunità di business.

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COMUNICARE PER SOSTENERE IL VALORE Innovazione e comunicazione. Le esigenze dei portatori sono in continua evoluzione, mutano al mutare del sistema sociale, essi sono sempre più informati. Per un’azienda come Essilor, innovare nella comunicazione, pertanto, è uno degli elementi trainanti per stimolare il dialogo tra ottico e consumatore. Comunicare al grande pubblico è certamente una via per alimentare il traffico nei punti vendita. Solo attraverso l’innovazione, nel prodotto, nel servizio e - in modo sempre più forte nella comunicazione, si ottiene la differenziazione e la conseguente creazione di valore. Massimo Barberis, Direttore Marketing e Vendite

La parola ai consumatori. Abbiamo fortemente voluto una nuova comunicazione che parlasse della vita reale dei portatori, delle loro esperienze e necessità. Tutti i mercati, affrontano oggi un consumatore che è, di fatto, un “consum-attore”: che desidera essere sempre più coinvolto e protagonista nella scelta di acquisto. La strada per il successo è innovare nella relazione con questo nuovo “consum-attore”: relazione che dovrà essere sempre più stretta e personalizzata. La nuova Campagna Media Varilux S è un progetto di comunicazione importante che, dai media nazionali sarà strettamente legata all’attività dei punti vendita grazie ad una Campagna Vetrine impattante e a molti progetti di Marketing Locale. Alessandra Barzaghi, Responsabile Marketing

Spot Varilux S. Il progetto, l’idea e il primo ciak. Il nirvana del creativo pubblicitario è avere un prodotto radicalmente diverso dalla concorrenza, innovativo, superiore. Ho testato le Varilux S in anteprima e ho provato subito una grande voglia di spiegare ai miei amici quanto ero soddisfatto. Chi prova le Varilux S ne diventa subito un ambasciatore. Partendo da questo concetto abbiamo chiesto agli ottici di riferirci i pareri dei loro clienti, testimonianze che sono diventate la nostra campagna: semplice, autentica, credibile. Aldo Pugnetti, Strategic, Planner & Creative Director - Brexlab

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DESTRIMANE – MANCINO? OTTIMIZZA LA TUA LENTE PROGRESSIVA CON DSX Migliora la lente progressive free-form con la lavorazione DSX per DESTRIMANI E MANCINI. DSX OTTIMIZZA LA ZONA INTERMEDIA E QUELLA DA VICINO! COS’È?

SDal centro di ricerca, sviluppo e innovazione (crsi) di D.A.I. Optical è nato un nuovo concetto produttivo e, grazie a una sapiente industrializzazione del processo, ha creato l’ottimizzazione DSX. DSX è un design ottimizzato, applicabile su qualsiasi lente progressiva freeform (DIVA IAD - DAITACH

- DAITACH STAB - DAITACH PLUS), studiato per destrimani e mancini. Una lavorazione, cioè, che tiene conto della preferenza per l’uso della mano nelle attività quotidiane. La lente progressiva risulta, quindi, ulteriormente personalizzata e soprattutto potenziata. DSX permette di migliorare il canale di progressione, ampliare la zona da vicino dal 20% al 35% in più (in base al disegno progressivo scelto) e avere una visione confortevole in tutte le distanze e una naturale postura nelle attività quotidiane.

PERCHÈ SCEGLIERE DSX?

Tutti noi, quando utilizziamo un dispositivo mobile (tablet, smartphone, cellulari, notebook e smart pc), quando leggiamo un libro o scriviamo una lettera, utilizziamo una postura differente in base alla nostra lateralità manuale.

1 British Contact Lens Association

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Ad esempio, incliniamo il foglio verso destra o verso sinistra quando scriviamo, spostiamo il baricentro verso il lato con cui sosteniamo il libro o lo smartphone, svolgiamo innumerevoli attività quotidiane con una postura asimmetrica a causa della preferenza d’uso di una mano. Questo, chiaramente, influenza anche la visione: un destrimano e un mancino non utilizzeranno mai la stessa zona da vicino. Visione e postura sono correlate fra di loro e una modifica della funzione visiva spesso coincide con un cambiamento della postura e viceversa. Quando muoviamo gli occhi inviamo, alla muscolatura della testa, innumerevoli dati che ci permettono di ricercare la migliore postura per focalizzare l’oggetto di nostro interesse. Tale postura, ovviamente, è condizionata dalla nostra lateralizzazione, ovvero dalla predominanza del lato

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DAI OPTICAL INDUSTRIES destro o del lato sinistro del nostro corpo. Grazie all’ottimizzazione DSX la lente progressiva tiene conto della lateralità manuale e vi si adatta. In questo modo il portatore ha il campo di visione più ampio nel vicino, il canale di progressione più fluido e la visione libera in tutte le distanze. La tecnologia DSX, applicabile su qualsiasi lente progressiva free-form, permette di perfezionare la zona intermedia e da vicino attraverso un’ulteriore mappa che ricalcola il canale di progressione e, di conseguenza, ne ingrandisce il campo di visione, mantenendo inalterate le proprietà e le caratteristiche tecniche della lente scelta.

lente progressiva free-form ampliando dal 20% al 35% (in base al disegno progressivo scelto) la zona da vicino e intermedia. Di seguito alcuni esempi:

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Con l’ottimizzazione DSX le lenti progressive free-form della D.A.I. Optical Industries DIVA IAD, DAITACH, DAITACH STAB e DAITACH PLUS - si adattano in modo ancora più preciso ai bisogni visivi di ogni utente. Aggiungendo l’ottimizzazione DSX personalizzerete ulteriormente la vostra lente progressiva free-form

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categoria mantenendo un prezzo contenuto; la caratteristica che le contraddistingue è la produzione del fotocromatismo “nella massa” che, attraverso l’utilizzo di una tecnologia innovativa, consente uno schiarimento omogeneo e indipendente dallo spessore della lente.

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