B2eyes Magazine 10/2014

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Novembre 2014 numero 10 www.b2eyes.com In copertina VisionOttica

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Editore Fge Srl Fabiano Gruppo Editoriale Reg. Rivelle, 7/F 14040 Moasca (AT) Tel. 0141 1768908 - Fax 0141 1768900 info@fgeditore.it Pubblicità Ferdinando Fabiano f.fabiano@fgeditore.it Cell. 335 5654574 Direttore responsabile Angelo Magri a.magri@fgeditore.it Redazione Francesca Tirozzi f.tirozzi@fgeditore.it Grafica e impaginazione Meloria Stampa Giuseppe Lang - Arti Grafiche S.r.l. Via Romairone, 66/N 16163 Genova (GE)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

B2TRADE Editoriale Quando la rabbia (pre)monta... 3 Attualità La polarizzazione? C’è anche nel vista… 4 Perché dal 2015 Mido sarà “new” 6 Design Your: un evento di qualità 8 Arbore: un "conservatore" degli occhiali 12 Un premio in linea con il percorso di Vision Group 14 Zaccagnini: con Aston avviato un nuovo sistema di studio 18 Oxo: prevenzione 365 giorni all’anno 20 Amarcord Mattioli: chi avrà vinto tra l’ottica e il basket? 24

B2STYLE Moda Blue Wave 30 Round and more 32 B2EXPERT Meditazioni Comunic-amare, comunica-mare 34 Spilli Quello che sta in mezzo tra protesi e passerella 38 B2TECH Lenti oftalmiche Polarizzazione della luce e fotoelasticità 40 Bari: la filiale Carl Zeiss Vision si rinnova 48 Hoya, un supporto nella vendita di lenti su misura 50

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Editoriale

QUANDO LA RABBIA (PRE)MONTA… di Angelo Magri

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l’evergreen della polemica, il senza età dell’inquietudine, la chiave di volta dell’emotività… Il tutto a livello professionale, s’intende, ma è sufficiente scrivere, parlare, discutere di premontati che gli ottici hanno, nella peggiore delle ipotesi, un sussulto o, nel migliore dei casi, uno scatto d’orgoglio. Lo constatiamo ogni volta che su b2eyes Today o su b2eyes.com escono notizie al riguardo: gli accessi s’impennano, i commenti su Facebook si surriscaldano, le e-mail in redazione si sprecano. L’occhiale da lettura è un nervo scoperto per il professionista dell’ottica, abituato sino a non molti anni fa a esserne il nume tutelare, alla peggio insieme al farmacista, ma poi costretto a condividerne vizi e virtù con un’ampia gamma di esercizi commerciali: edicole, cartolerie, tabaccherie, aree di servizio, grande distribuzione e altro ancora. La prima reazione è sempre quella: il Palazzo, le autorità, le associazioni non hanno fatto o non fanno abbastanza per proteggere il nostro canale da una concorrenza agguerrita e veloce, perché qui, a differenza di altri prodotti, il prezzo è basso e l’accesso per il pubblico finale più immediato. Ci mancava anche il Corriere della Sera a lanciare sul mercato un occhiale per vicino con il suo brand… Pochi, tuttavia, propongono rimedi concreti. Lo ha fatto sulle nostre pagine web Nicola Di Lernia, partendo proprio da questa notizia e da quella, molto più lusinghiera per l’ottica, dell’iniziativa denominata “Occhiale sociale”, messa in piedi da Federottica Milano Acofis. Forte della propria storia e del proprio patrimonio umano, che da sempre ne fanno uno dei locomotori della politica associativa, sindacale e professionale in Italia, la territoriale meneghina di Federottica ha lanciato poco più di un anno fa un format di occhiale su misura da vicino da 49 euro. I risultati sono stati significativi: quasi cinquemila pezzi venduti in oltre un centinaio di centri ottici di Milano e provincia, insieme a manifestazioni o eventi di sostegno che proseguono con successo. Poco, tanto? Rispetto al volume di premontati che girano in Italia, non si può certo parlare d’inversione di tendenza rispetto all’acquisto occasionale. Di certo, però, il progetto rappresenta un modello, uno stimolo, un punto d’incontro tra esigenze commerciali, valutazioni socio-economiche e valorizzazione professionale. Senza la quale non esistono strategie che tengano, a nessun livello, per difendere un prodotto e un canale.

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Attualità

LA POLARIZZAZIONE? C’È ANCHE NEL VISTA… Le due fasce estreme nelle montature hanno fatto segnare performance molto positive di sell out sul mercato italiano nel primo semestre 2014 di Angelo Magri

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bassa di prezzo delle montature, quella fino ai 79 euro in vetrina, e la fascia medio-alta, dai 150 euro in su, mostrino i trend di crescita più considerevoli: rispettivamente +15% e +8%. «Siamo di fronte a un segmento di mercato che certamente cresce a livello generale, ma che si è soprattutto polarizzato nelle due fasce estreme - commenta Falconio - La fascia bassa è sempre più trainata dalle private label, con un tasso di sviluppo nel primo semestre dell’anno doppio rispetto a quello dei marchi commerciali. Nella fascia alta, invece, fa scalpore il dato negativo dell’uomo, trainante nelle ultime stagioni, bilanciato, tuttavia, dal boom degli occhiali da vista unisex, evidentemente più legati a uno stile sobrio, tipico dell’hypster style o nerd, ancora tanto in voga».

a gennaio a giugno di quest’anno le vendite di occhiali da vista nei negozi di ottica italiani hanno fatto registrare un incremento complessivo a volume del 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo GfK, società di ricerche di mercato, leader nell’ottica. «La perfomance è legata soprattutto alle catene, che tuttavia hanno fatto segnare un calo del prezzo medio a fronte di una stabilità dei listini nei centri ottici indipendenti - spiega Giampaolo Falconio, Global Eyewear Manager di GfK - Ne consegue un incremento della quota di mercato delle prime, grazie a un aumento percentuale di 13 punti dei volumi realizzati, a scapito delle seconde, ferme al +5%». Sempre in termini quantitativi emerge come la fascia

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Attualità

PERCHÉ DAL 2015 MIDO SARÀ “NEW” Nuovo marchio e nuova campagna di comunicazione, ma anche molte novità legate ai padiglioni e ai progetti, tra cui il premio Bestore per il centro ottico più eyewear oriented a cura della redazione

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2015 a Fieramilano Rho, che annuncia un’evoluzione «per essere ancora più vicino alle esigenze e alle aspettative delle aziende dell’occhialeria e dei visitatori». Vediamo nel dettaglio alcune delle novità per la prossima edizione, anticipate in una conferenza stampa tenuta durante l’ultimo Silmo di Parigi. Il restyling del marchio «L’alternanza di linee nette e morbide, nella forma e nel carattere, come nel design di un occhiale, sono gli elementi che distinguono il nuovo marchio, definendo quell’identità che conferisce riconoscibilità e unicità al

ido diventa New, acronimo che sta per “Never ending wonder”. «Milano, capitale mondiale della moda e del design e nel 2015 sotto i riflettori del mondo intero con Expo, ospiterà il nuovo Mido, un evento internazionale che trova nell’unicità e inimitabilità del patrimonio italiano il punto focale di un nuovo modo di vedere, apprezzare e amare ciò che ci circonda. Un nuovo punto di vista da cui guardare… oltre», affermano gli organizzatori del salone milanese, in programma dal 28 febbraio al 2 marzo

In queste pagine, alcuni momenti dell'ultima edizione di Mido

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Attualità

Il nuovo logo del salone milanese

Il premio ai punti vendita Viene confermata l’iniziativa Bestand, il riconoscimento allo stand più attrattivo, originale e comunicativo, lanciato lo scorso anno e votato dai buyer. «Mido vuole essere sempre più vicino anche al mondo degli ottici, che rappresentano i visitatori di riferimento della manifestazione – ricordano gli organizzatori - Per l’edizione 2015 prenderà il via il progetto Bestore, un premio internazionale al miglior modo di presentare il prodotto occhiale. Il negozio di ottica si sta evolvendo da semplice store a luogo dove si vive un’esperienza d’acquisto e Mido vuol essere testimone e stimolo di questa evoluzione: una giuria internazionale di esperti valuterà le immagini dei punti vendita che gli stessi ottici invieranno online per partecipare al concorso».

brand – spiegano gli organizzatori - Il logo è completato dal nuovo pay off “Never ending wonder” dove l’acronimo delle iniziali compone la parola New e comunica in modo trasversale l’essenza di Mido». La campagna: eleganza e raffinatezza per immagini «Sei immagini diverse, sei scatti fotografici, sei suggestioni che catturano l’attenzione e portano a guardare con occhi diversi quello che è sempre stato lì, la grandiosità e la genialità della nostra creatività – dicono - Il concept della campagna ruota intorno ai simboli inequivocabili dell’eleganza e della raffinatezza italiana nel mondo. Il particolare di un occhiale, una creazione di alta moda, una parete finemente affrescata e poi solo una firma: quella di Mido». Un format espositivo più razionale L’edizione 2015 punta a visualizzare e valorizzare meglio le aree tematiche e rendere più facile e funzionale la visita. «I padiglioni saranno i più prossimi alla metropolitana, garantendo così una maggiore praticità e velocità nel raggiungerli – sottolineano gli organizzatori – Poi il layout sarà completamente ridisegnato e unico per tutti i padiglioni: consentirà di rendere più razionale e immediato il viaggio dei visitatori garantendo al contempo agli espositori la più ampia visibilità. Sono confermate le aree tematiche Design Lab, Fashion District, Lenses, Mido Tech e il Fair East Pavilion. All’interno del Design Lab arriva LabAcademy, uno spazio a invito riservato ai giovani designer emergenti che partecipano per la prima volta a Mido».

SILMO-MIDO, INSIEME PER MONITORARE IL MERCATO «Per meglio identificare le aspettative e le realtà del settore e offrire all’industria uno strumento di sviluppo economico pertinente, le due manifestazioni leader mondiali hanno deciso di commissionare all’istituto GfK un barometro semestrale di misura delle performance economiche del settore dell’otticaocchialeria in Europa», hanno annunciato gli organizzatori di Silmo. Il primo appuntamento con questa iniziativa congiunta tra le due fiere è per marzo 2015, in occasione del prossimo Mido a Milano: lo hanno anticipato all'ultima edizione del salone francese, che si è svolta dal 26 al 29 settembre, Philippe Lafont, presidente della mostra parigina, Cirillo Marcolin e Giovanni Vitaloni, rispettivamente presidente e vicepresidente della rassegna milanese, durante la conferenza stampa di presentazione delle novità di Mido 2015.

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Attualità

DESIGN YOUR: UN EVENTO DI QUALITÀ Promosse dagli espositori sede e location, qualche perplessità sulle date. Ma il format dell'iniziativa, che si è svolta dal 18 al 20 ottobre negli spazi di Impact Hub a Bari, ha consolidato l'interesse delle prime due edizioni ad Altamura di Luisa Espanet

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’esigenza di rinnovarsi: se ne parla in tutti i campi e anche troppo. Le idee sono necessarie ma non sufficienti. Guardare al passato sì, ma come? Sono le tematiche su cui è nato l’evento che si è svolto dal 18 al 20 ottobre nel capoluogo pugliese. E dalla parte dell’espositore sono le stesse? La presenza di nomi nuovi è già una risposta. Qui un prodotto con una lavorazione particolare può essere meglio recepito. È il caso degli occhiali Lamarca di Trisottica, distribuiti da Florence Distribution, quattro linee ognuna caratterizzata da veri virtuosismi: cesellature, incollaggi speciali o incisioni effetto strass. Anche Domenico Cartolano del marchio Loupe è soddisfatto e deciso a tornare l’anno prossimo. Il pezzo forte della collezione è un occhiale

con tre fasce di colori diversi, risultato di creatività e ricerca tecnica. Non a caso lui è ingegnere e il socio Giovanni Ferrari architetto. Un punto di vista diverso ma uno stesso giudizio finale per Vincenzo Cinque, con un lungo curriculum in questo mondo, con Vega distributore in esclusiva per l’Italia di marchi esteri di livello. Secondo lui l’iniziativa è coraggiosa e interessante per fare sistema, un concetto sconosciuto agli ottici. «C’è un’invidia di base, ognuno guarda il suo campicello. La crisi degli ottici non è solo un problema economico, dipende anche dall’incapacità di rinnovamento. Dovrebbero investire, migliorare il loro negozio, curarne maggiormente le vetrine e invece sono legati a schemi vecchi». Diverso il giudizio di Fabrizio Bozzato, agente per l’Italia di marchi

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Attualità

negozi di abbigliamento. «Ci è sembrata una buona idea, è un salone di nicchia ma di qualità, qui tutto è a misura d’uomo». Buoni anche i giudizi sulla scelta di Bari, nessuna anticipazione invece su future location. Complessivamente nelle tre giornate dell’evento sono entrati 600 operatori, provenienti da diverse province italiane, già esperti di una certa tipologia di occhiali presente a Design Your oppure alla scoperta di idee e valori nuovi. L’ARIA BELLA DI QUEI TRE GIORNI A BARI Si è respirato una bella aria a Design Your. E non solo per i quasi 30 gradi, il sole splendente, il cielo blu da cartolina e la collocazione sul lungomare, proprio accanto a Eataly, scelta per la terza edizione dell’evento di ottica pugliese. Sono le persone con il loro entusiasmo che l'hanno creata. In perfetta coerenza con l'idea da cui è partita l'iniziativa. Tre giovani Sabino Bux, Michele Cassano, Costantino Gesualdo, tutti della zona con una competenza nel settore (o per famiglia o per studi), complementari tra loro e con un progetto preciso da portare avanti. Fondamentale il loro incontro con Luisa Redaelli, architetto milanese, esperta di comunicazione e consulente per il settore, che ha colto immediatamente motivazioni e interessi. Libertà, idee, cuore, etica sono i quattro punti su cui si basa tutto. E non sono solo parole. Si percepisce parlando con gli espositori. Felici di mostrare il prodotto, che creano o distribuiscono, nei dettagli. Occhiali belli da vedere, ma soprattutto funzionali e ben costruiti. Dietro nessuna volontà di stupire e nessuna voglia di seguire la logica perversa delle firme. Anche lo spazio era piacevole, senza divisione in stand, per vedere e contattare senza filtri. Con divani dove sedersi, parlare, commentare. Al centro per rafforzare il concetto di design, inteso come creatività ed etica, un invitato extrasettore Michele Barberio con i suoi mobili, poltrona, tavolo, pouf, due lampade, realizzati con rotoli-supporto della carta da disegno e il legno e il metallo del cemento da costruzione. In linea anche le relazioni su tematiche diverse, dalla comunicazione con il pubblico ai coinvolgimenti con la storia. Nel modo di esporre dei relatori evidente una grande competenza, ma niente toni cattedratici che qui avrebbero stonato.

di design come l’austriaco Andy Wolf o l’elitario lussemburghese Gold & Wood che utilizza oro, corna di bufalo, diamanti. D’accordo sulla maggiore possibilità di contatti ravvicinati. La sua critica va ad aspetti organizzativi. «Non trovo giusto aprire l’evento a tutti il sabato. È sbagliato mischiare pubblico e privato. E anche la data, troppo vicina al Silmo e ora anche al Date. Sarebbe meglio dopo il Mido». Nessun problema, da questo punto di vista, per Stefano Ottone e Alessandro Forte di Glassing, marchio di quattro anni in continua espansione, con una campagna pubblicitaria sempre molto forte. È la loro prima volta a Design Your e sono forse gli unici a proporre più modelli da sole che da vista e a essere venduti in

Nelle foto in queste pagine, alcuni momenti espositivi e della parte congressuale di Design Your 2014

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Attualità

ARBORE: UN "CONSERVATORE" DEGLI OCCHIALI Faccia a faccia con il celebre uomo di spettacolo, che svela i segreti legati alle montature. Compresi i pezzi unici della sua collezione personale di Luisa Espanet

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antautore, deejay, clarinettista, showman, Porta sempre lo stesso modello? conduttore radiofonico, attore, sceneggia- D’estate uso quelli da sole. tore e regista, Renzo Arbore vive da anni a Non li toglie mai, neanche al mare? Roma ma è legatissimo alla sua città, Fog- No, eccetto quando mi tuffo. gia, e alla Puglia. È stato protagonista di “Focaccia Ritiene gli occhiali un complemento Blues”, un docufilm di Nico Cirasola che racconta la importante del look? storia vera di un fornaio di Altamura che fece chiude- Certo, bisogna saperli scegliere. Sono una protezione re un Mc Donald’s. Gli occhiali li porta da pochi anni, e a una certa età nascondono le occhiaie. Trovo che ma da molto tempo, invece, ha una collezione di oc- siano qualcosa che arricchisce. Mi piacciono anche chiali in plastica con straordinari pezzi unici. sulle donne, se una ragazza è carina e ben vestita le Indossa gli occhiali della sua collezione? danno quell'aria da studentessa… che è interessante. No, sono eccessivi. Sono in plastica coloratissima, ne Ha mai indossato gli occhiali da sole ho con palme, a forma di boccale da birra, con dei per non farsi riconoscere? pappagallini. Li colleziono da moltissimi anni, li ho Come si dice, si fa tanto per farsi conoscere e poi acquistati per la maggior parte negli Stati Uniti, ma quando si è noti, si fa di tutto per non essere riconoora vedo che si trovano anche in Italia sulle bancarel- sciuti… No, non uso gli occhiali per non farmi riconole del vintage. Ne ho circa un centinaio. Un modello scere. Se sono di fretta e non voglio essere fermato, mi è appartenuto a Elton John, l'ho comprato a un'asta. camuffo, ma con un berretto da ciclista della mia colLei non ha sempre portato lezione. C'è anche chi si mette gli ocgli occhiali? chiali da sole per timidezza o per non Li porto da quando ho incominciato a far vedere gli occhi, se si commuove… non vedere bene né da lontano né da viLei è noto per collezionare cino. E così ho scelto dei multifocali con gilet, che indossa anche. montatura metallica e lenti leggermente Diciamo che i miei gilet raccontano ambrate, che si scuriscono quando la l'evoluzione del gilet. Provengono da luce aumenta. Mi proteggono soprattutte le parti. Ci sono quelli degli anni tutto dalla luce dei riflettori durante gli Ottanta della Naj Oleari, quelli con spettacoli. Ho avuto un po' di difficoltà patchwork di materiali, quelli “avanzi” ad abituarmi, ma adesso vedo bene sia dei completi del nonno. Molti me li fada lontano sia da vicino, in pratica ho ceva Sarti, lo stilista d’alta moda. Li uso Renzo Arbore riacquistato la vista. e li faccio indossare dai miei musicisti.

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Attualità

Giuseppe Longoni tra il primo classificato dei VisionOttica Award 2014, Alberto Valsecchi, e Alessandro Borghesi, figura storica di riferimento per il corso di laurea in Ottica e Optometria all’Università di Milano Bicocca, durante la cerimonia di consegna

UN PREMIO IN LINEA CON IL PERCORSO DI VISION GROUP Giuseppe Longoni, uno dei principali artefici di VisionOttica Award, racconta sensazioni e obiettivi dell’iniziativa che si appresta a lanciare l’edizione 2015 di Angelo Magri

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nome a questo riconoscimento», spiega Longoni. Del resto lo aveva sottolineato lui stesso, in qualità di responsabile della Vision Group Academy, nel presentare la prima edizione dell’iniziativa: «VisionOttica Award vuole essere un chiaro messaggio a tutto il settore dell’Ottica e dell’Optometria: il valore dell’Università nella formazione di oggi è fondamentale e il livello qualitativo raggiunto dalle specifiche facoltà italiane è al passo con le migliori realtà europee. Da qui la decisione del CdA di Vision Group di premiare i laureati, sia con un inserimento lavorativo all’interno dei centri ottici VisionOttica di eccellenza sia con il contributo economico per percorrere una formazione superiore

n premio che s’inserisce coerentemente nel percorso che ha come obiettivo la valorizzazione della professionalità e l’elevato livello dei servizi offerti all’utente finale. Così Giuseppe Longoni, da tutti meglio conosciuto come Jeff, valuta il VisionOttica Award recentemente consegnato a quattro neolaureati in Ottica e Optometria all'Università degli Studi di Milano Bicocca. «Un percorso iniziato oltre vent’anni fa da un gruppo lungimirante di imprenditori e manager dell’ottica, portato avanti sotto l’egida di Vision Service prima e Vision Group poi e culminato nel 2008 nel lancio di VisionOttica, l’insegna di punta del gruppo, che dà il

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Attualità attraverso la partecipazione a un master europeo del più alto livello disponibile». Così a metà ottobre, a margine della sessione di laurea in Bicocca, Vision Group, in collaborazione con l’Associazione Laureati Ottica e Optometria, l’Albo degli Ottici Optometristi e le Università italiane con corsi di laurea o scuole di Ottica e Optometria, ha consegnato al primo classificato, Alberto Valsecchi, una borsa di studio per un Master in un’Università europea e uno stage retribuito di due mesi presso un centro VisionOttica, al secondo, Giuditta Ottavian, e ai due terzi classificati ex-aequo, Federica Cozza e Umberto Bassi, uno stage retribuito di due mesi presso un centro VisionOttica. «La tesi vincente, sullo “Sviluppo di una nuova metodica strumentale per la valutazione del segmento anteriore dell’occhio”, di fatto non è una tesi prettamente sull’optometria, ma beneficia dell’influenza degli studi accademici svolti dal giovane neolaureato – dice Longoni – Del resto il corpo giudicante è composto non solo da ottici optometristi, ma anche da un oftalmologo, Maurizio Carlo Cusani, indicato da “Amici per la vista”, il programma di Vision Group che mette in relazione parte tecnica e classe medica: così un’iniziativa come VisionOttica Award s’inserisce pure nel solco di questa importante attività di collaborazione interdisciplinare». Per l’edizione 2015 sono in cantiere diverse novità, alcune già ufficiali, altre ancora in fase di sviluppo. «Sicuramente coinvolgeremo di più tutti i corsi di laurea

Longoni con Angela Muto, marketing manager di VisionOttica

italiani in Ottica e Optometria, ad esempio con una serie di manifesti negli atenei, grazie al prezioso supporto dell’Associazione Laureati in Ottica e Optometria – afferma Longoni – L’intitolazione, quest’anno dedicata al canadese Armand Bastien, dovrebbe andare al belga Jean Thiriart, padre della Società d’Optometria d’Europa. Continueremo, inoltre, a gratificare i vincitori con stage presso i centri VisionOttica di Milano, perché poter lavorare come ottico optometrista in questa città rappresenta un valore aggiunto per la crescita professionale di un giovane». Che cosa ha provato un professionista dell’esperienza di Giuseppe Longoni nel veder nascere questo riconoscimento, che rappresenta l’ideale prosecuzione di quasi cinque decenni di sacrifici e di conquiste per la professione? «Alla consegna dei premi ero così emozionato che mi è venuta la tachicardia…», ammette.

I quattro attestati del premio messo in palio dall’insegna di punta di Vision Group

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Attualità Lezione in una delle aule della struttura formativa bolognese

ZACCAGNINI: CON ASTON AVVIATO UN NUOVO SISTEMA DI STUDIO Risolte le difficoltà iniziali, docenti e studenti italiani si sono trovati di fronte a scenari e opportunità inusuali. Ma anche presso la sede bolognese non mancano le novità, soprattutto in fatto di strumentazione all’avanguardia a cura della redazione

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con la Aston University, è in linea d’arrivo dopo un lavoro di preparazione durato oltre otto mesi e nel corso dei quali abbiamo dovuto affrontare due problemi. Il primo, stimolante, apprendere un nuovo modo di insegnare e di rapportarci con gli studenti. Per entrare nei metodi didattici inglesi e di Aston abbiamo fatto quattro stage con gli insegnanti, guidati dai responsabili del corso e della didattica di Aston. Va tenuto conto che

iorgio Righetti, direttore dell’Istituto Benigno Zaccagnini di Bologna, traccia un primo consuntivo dell’anno che si sta concludendo. Nel 2014 avete lanciato il corso di laurea con la Aston University: a che punto è l’iniziativa? Il BSc, il corso di laurea in Optometria che realizziamo

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Attualità Aston non usa materiale cartaceo, anche se ci hanno quest'anno scolastico con un corso di inglese suddiviso fatto montare una voluminosa biblioteca di testi di opto- in tre moduli che dovrà portare chi già conosce la linmetria originali inglesi e americani, ma un sistema in- gua, ma in modo insufficiente, a superare le prove dei formatico che fornisce tutto quanto serve per insegnare, testi IELTS presso il British Council. apprendere e fare gli esami. La parte più complessa, Come valuta complessivamente l’anno come dicevo, è stata come coinvolgere gli studenti in che sta per chiudersi all’Istituto Zaccagnini, un processo educativo in cui non è, almeno concettual- in termini di iscritti, visibilità, ecc? mente, prevista la bocciatura e per questo, in alternati- Siamo molto contenti dei risultati ottenuti in tutti i settova, sono eseguite, in corso d’opera, una serie continua ri della nostra attività. Nulla accade per caso. In questi di verifiche dello stato di apprendimento e di tutoring di anni di difficoltà continua l’Istituto ha investito consirecupero. Alla fine di ciascun anno e del biennio non si derevolmente in ampliamento e formazione del corpo viene bocciati per voti scadenti, ma il giudizio è com- insegnati e in sistemi e attrezzature, fino a un ultimo plessivo e riguarda la somma di qualità che lo studente acquisto di strumenti di simulazione dell’attività clinica: ha dimostrato di possedere. Il fenomeno del fuori corso, punte di diamante e supporti didattici unici in Italia. Più così pesante nelle nostre università, nel Regno Unito è, in generale, abbiamo cercato di migliorare tutto quello di fatto, sconosciuto: per la prova finale è prevista una che concorre a formare il learning environment, cioè l’ambiente in cui gli studenti producono i propri sforzi di possibilità di recupero, assistito, a settembre. Il meccanismo, unico ed esclusivo, che abbiamo messo apprendimento. Va detto, infine, che il nostro approccio in moto porta gli studenti a prendere il diploma abili- al tema studio-lavoro ha suscitato molto interesse. tante di ottico e a laurearsi in optometria in quattro anni Cosa vi aspettate dal Congresso (2+2), con un flusso didattico armonico e una serie di Interdisciplinare 2015? pratiche, anche cliniche in Inghilterra, in cui nulla vie- Contiamo, come accaduto nel passato, su un ampio ne ripetuto, ma tutto è nuovo e stimolante. Alla fine di ritorno in termini di apprezzamento per i contenuti questo percorso chi raggiunge laurea possiede due tito- e l’organizzazione del Congresso, che nel febbraio li che gli consentono di lavorare in area sanitaria e pro- scorso è stato molto importante, sia per la partecifessionale in Europa e di poterlo fare anche in inglese: pazione (oltre 600 persone) sia per la presenza attiva non solo all’estero, ma penso anche ai tanti turisti e stra- dell’industria. Come facciamo da anni ci sforziamo di nieri che vengono in Italia e che tendenzialmente parla- portare l’ottica e l’optometria fuori dall’orticello degli no inglese. Non solo, nel BSc abbiamo uno studente che, specialisti e di proiettarle nel mondo delle cose reali e di quello che riguarda gli individui, le persone, teconseguita la laurea, si trasferirà in Australia. nendo conto che la qualità della vista è condizione Accennava a due problemi iniziali: necessaria per una buona qualità della vita in tutti il primo lo abbiamo visto, il secondo? i suoi momenti. Se nel 2014 il tema era Il secondo, previsto ma non nella dimencentrato su età e lavoro, l’anno prossisione di fronte alla quale ci siamo trovati, mo lo sarà sulle implicazioni sulla vista è stato quello della difficoltà di trovare dell’utilizzo di strumenti digitali per tutte studenti che, interessati al BSc, conoscale attività, di lavoro e non, che noi tutti no l’inglese a livello tale da poter seguire facciamo. La partecipazione di relatori un corso universitario. I nostri partner delcon provenienze professionali e accadela Aston University, forti di un’esperienza miche diverse confermerà e accentuerà internazionale, sono stati fermi sui criteri il carattere multidisciplinare e internadi accettazione che tra l’altro sono imposti zionale del nostro evento. Naturalmente anche dal QAA, il loro sistema nazionale sarà presente anche una folta delegadi controllo della qualità della formazione zione di relatori della School of Health universitaria. Per ovviare a questo proGiorgio Righetti, direttore dell’Istituto Zaccagnini and Life Science di Aston University. blema e aiutare gli studenti, partiamo in

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Attualità

OXO: PREVENZIONE 365 GIORNI ALL’ANNO Non solo per la Giornata Mondiale della Vista, che ha registrato un'importante collaborazione con Optometry Giving Sight: il Consorzio Optocoop Italia sensibilizza al benessere visivo sempre a cura della redazione

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romuovere l’attenzione al benessere visivo. «È da sempre uno dei nostri principali obiettivi – commenta Luca Sangalli, direttore generale di Optocoop Italia – I dati che emergono dal rapporto dell’Organizzazione Mondiali della Sanità, secondo cui un italiano su cinque non si è mai sottoposto a un controllo della vista, più del 60% non fa un esame da oltre tre anni e una persona su quattro ha un difetto visivo non corretto, dimostrano che manca, in Italia, una cultura della prevenzione, perché il 42% dei deficit può essere superato semplicemente attraverso l’utilizzo di occhiali o di lenti a contatto. Ed è proprio per questo che nei nostri centri sono stati effettuati screening gratuiti per tutto il mese di ottobre». Inoltre, per la Giornata Mondiale della Vista, del 9 ottobre scorso, Oxo e Optometry Giving Sight hanno collaborato a un’iniziativa. «Si è trattata di un’occasione importante, ma non dobbiamo dimenticare

Il poster di presentazione dell’iniziativa di prevenzione visiva presso i centri ottici Oxo

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Attualità

Un’immagine di campagna relativa alla collaborazione tra Oxo e Optometry Giving Sight, in occasione della Giornata Mondiale della Vista

di tutelare il benessere visivo anche negli altri 364 «In vent’anni di attività abbiamo aiutato più di 800 giorni dell’anno – continua Sangalli – È per questo mila bambini a vedere bene – conclude Sangalli – E motivo che abbiamo ideato la campagna “Rega- lo stesso vale per gli adulti: 16 milioni i test per l’efficienza visiva effettuati nei nostri centri la a un bambino la possibilità di vedeottici: il Consorzio Optocoop Italia – Oxo re”, un progetto che si pone l’ambizioso nasce, infatti, nel 1993 associando coopeobiettivo di trasmettere, nei paesi in via rative fra esercenti di attività di ottici optodi sviluppo, know-how e formazione a metristi, e dal 1995 opera sul mercato itastudenti o specializzandi in optometria liano con il marchio Oxo. È l’unico gruppo e oftalmologia, dando loro la possibilità italiano che si impegna attraverso una di collaborare alle sessioni diagnostidichiarazione di intenti, essendo compoche e di approntamento di occhiali». Per sto unicamente da ottici optometristi con aderire all’iniziativa i clienti troveranno circa 400 punti vendita su tutto il territorio in ogni centro ottico Oxo una cassettina nazionale, e che può quindi vantare un dove poter effettuare un’offerta. Inoltre, grande valore scientifico e di affidabilità acquistando un occhiale da vista della La cassettina, presente nella trattazione di tutte le problematiche linea BioFrame, una parte del ricavato nei punti vendita Oxo, viene devoluto a OGS, a sostegno delle dove si possono effettuare connesse alla vista, senza trascurare gli le offerte al progetto aspetti legati alla moda e al piacere di insue iniziative di formazione nei paesi in “Regala a un bambino la dossare un paio di occhiali “belli”». via di sviluppo. possibilità di vedere”

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Amarcord

MATTIOLI: CHI AVRÀ VINTO TRA L’OTTICA E IL BASKET? Lombardo di nascita, ma cadorino d’adozione. Ottico di professione, ma manager di pallacanestro per passione. E viceversa. Con molti ricordi, tante soddisfazioni e qualche rimpianto per un mondo (anzi due) che non c’è più di Angelo Magri

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Amarcord rendo conto che non ce n’è una specifica sulla correzione visiva. Così ne parlo con il mio insegnante di ottica fisica, il professor Dezza, di Stradella, persona dalle grandi qualità umane e professionali: lui sa poco di correzione visiva, ma rimane colpito dalla mia “fame” di nozioni al riguardo, tanto che ci procuriamo un testo in tedesco, la lingua delle grandi case di lenti oftalmiche, datoci dal Consolato dell’allora Germania Ovest in piazza della Repubblica. Finalmente ho tra le mani un vero testo di ottica, che da autodidatta e con il prezioso aiuto di Dezza mi permette di approfondire la materia». Anche se internet era ancora molto lontano da comparire, la notizia che un giovane studente di Milano si fosse tanto appassionato agli studi sulla refrazione giunse fino in Cadore. «Un amico della zona, con un’attività di ottica a

Alberto Mattioli consegna una targa ricordo a Milos Prazak, segretario generale della Federazione Ceca: è la sua prima partita da consigliere federale e responsabile della Nazionale di basket, proprio nella sua amata Treviglio, il 30 gennaio 1997

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n’attività commerciale che sarebbe potuta diventare florida. E, soprattutto, una conoscenza profonda e appassionata dell’ottica. «Entrambe sacrificate sull’altare del basket». L’epigrammatico commento di Alberto Mattioli, al termine di una lunga chiacchierata negli uffici del Coni di Milano, dove opera in qualità di Presidente Regionale della Fip, la Federazione italiana pallacanestro, vale più di mille parole. Mattioli è un personaggio diviso tra due mondi, l’ottica e il basket, conosciuto e apprezzato da entrambi. Ma se in ambito cestistico svolge ancora un ruolo di primaria importanza, dopo quasi 45 anni di attività, di cui dodici, dal 1996 al 2008, come consigliere federale e come responsabile della Nazionale maggiore, l’ottica per lui è un misto di ricordi, affetti, malinconie, conquiste. E, forse, qualche rimpianto. «Nel 1959, a quindici anni, mio padre Remo, titolare di un negozio di cartoleria e fotografia a Castiglione delle Stiviere, località in provincia di Mantova in cui sono nato, mi manda a Milano a frequentare l’Istituto Tecnico Galilei per periti ottici, alla scuola allora in piazza Tito Lucrezio Caro – racconta Mattioli – Purtroppo sono molto miope e studiando proprio quelle materie, mi

Da sinistra, Dino Meneghin, il massofisioterapista Sandro Galleani, Mattioli e l'addetto stampa Giuseppe Longo, nel novembre 1998, davanti al Palasport di Praga

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Amarcord Udine, Alberto Giacobbi, pure lui perito ottico, scomparvero, ma prima producevano migliaia fa il mio nome in Cadore – prosegue Mattioli e migliaia di pezzi di lenti in vetro, grazie alle – Sono all’ultimo anno delle superiori e all’Isti- macchine sbozzatrici provenienti dalla Lomtuto Ottico Brustolon di Pieve di Cadore m’invi- bardia, come quelle dei Fratelli Colombo, o tano a concludere lì il mio iter scolastico e, una dalla Germania». volta ottenuto il diploma, a insegnare ottica Il 1970 fu un anno cruciale per Alberto e la fisica, forte degli approfondimenti sviluppati sua nuova famiglia. Con Silvana, infatti, si trasferì a Treviglio, negli anni precedencrocevia tra le proti». Siamo nel 1964: vince di Bergamo, Alberto rimarrà nel Milano e Cremona, cuore del distretto dove avviò il punto dell’occhiale per sei vendita “Ottica Matanni, sufficienti a tioli” insieme con un farsi una seria culsuo studente, Marco tura del prodotto, Ferrari di Soresina. che si tratti di lenti «Ero convinto che ci oftalmiche o di monfossero i presupposti tature, ma anche per per realizzare qualsposarsi, nel ’70 a cosa di molto inteCalalzo, con Silvana ressante dal punto di Cecchinato, che era vista commerciale, stata sua allieva al grazie alla mia espeBrustolon e che poi rienza e ai miei conaveva lavorato in tatti nell’ottica e alla fabbrica e, quindi, competenza di mia come commessa in moglie nella gestioun negozio di ottica ne di un negozio», ad Agordo. Di quel dice. In effetti erano distretto e di quell’eMattioli insieme ai giocatori italiani e a Yao Ming, anni carichi di entupoca oggi è rimasto il più celebre cestista cinese, nel luglio del 2002 siasmo per il settore ben poco. «Ricordo ancora nitidamente e ovunque l’odore di ni- e il centro ottico è attivo ancora oggi. trato di cellulosa, la cosiddetta celluloide, per Ma proprio allora Mattioli venne contagiato costruire le montature – rivela – ma anche l’o- dall’altra sua grande passione, la pallacanedore del rossetto, per smerigliare le lenti of- stro. «Vedo la mia prima partita quando sono talmiche, o dell’ossido di cerio, che abbinato studente nel novembre 1959, alla celebre paleal panno serviva per lucidarle. Mi vengono stra Forza e Coraggio di Milano: Simmenthalin mente i nomi delle innumerevoli fabbriche Villeurbanne juniores – ricorda Alberto – Da che popolavano il Cadore, che aveva in Ca- allora divento tifoso dell’Olimpia Milano. Appelalzo e in Domegge le capitali dell’occhialeria, na arrivato a Treviglio viene fondata l’Or.Sa., sonon solo italiana, ma addirittura europea: la cietà di basket che mi chiede di fare il dirigente. famiglia De Silvestro per gli sbozzi, la Ilpo per Da lì inizia per me tutta un’altra vita». Una vita le lenti, Bonazzola, Cian o la famiglia Ciliot- che lo ha portato ai massimi livelli dirigenziata, che dopo l’avvento della plastica purtroppo li nella pallacanestro italiana, all’interno della

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cioè le persone cui il mio ruolo maggiormente mi ha avvicinato, non avrei esitazione a dire Ettore Messina, Boscia Tanjevic e Carlo Recalcati. E come dirigente, naturalmente, l'ex presidente del Coni, ora tornato a guidare la pallacanestro italiana, Gianni Petrucci», sottolinea Mattioli.

quale ancora oggi è un punto di riferimento per tutti. Una vita che gli ha consentito di condividere i maggiori successi della nostra Nazionale in Europa e nel mondo, dal bronzo all'Europeo di Barcellona ’97 all’argento olimpico di Atene 2004, passando dall’oro europeo di Parigi ’99 fino al bronzo continentale di Stoccolma 2003; e di affiancare gli allenatori migliori, i giocatori più forti e i dirigenti più carismatici. «Sono stati anni indimenticabili e non posso dimenticare nessuno, ma se dovessi scegliere tre allenatori,

Le foto in queste pagine sono tratte dal "Diario di 12 anni di conti non sempre esatti con la Nazionale italiana di pallacanestro", volume della Fip, scritto da Alberto Mattioli nel 2012.

Alberto Mattioli con due tra i protagonisti di un periodo d'oro per il basket italiano: l'allenatore Carlo Recalcati e il team manager Dino Meneghin. In alto la conferenza stampa successiva alla conquista della medaglia d'argento ai Giochi Olimpici di Atene 2004: da sinistra, Fausto Maifredi, l'allora presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Recalcati e Mattioli

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Meditazioni

COMUNIC-AMARE, COMUNICA-MARE Diciamo le cose come stanno e mettiamo le persone in grado di scegliere, di selezionare. I nostri clienti saranno più soddisfatti quando si sentiranno ben compresi, non manipolati. La felicità, la serenità, il riconoscimento di valori sono contenuti sacri per ognuno di noi, non ci giochiamo, non è “etico”

di Luisa Redaelli Architetto della comunicazione

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ì, comunicamare, è il significato che ritengo più adeguato alla parola comunicare. Ciò che significa per me, almeno. Tanti possono essere i modi d’intendere la comunicazione. Per alcuni è un metodo e uno strumento, per altri una scienza, un’arte, una costruzione. Forse è tutto questo, anche. Per come la intendo io, in tanti anni di riflessione, ho studiato tutti questi significati e sono convinta che comunicare è un atto di sensibilità, di rispetto, di attenta consapevolezza, d’amore. Quando la comunicazione è intesa come metodo e come strumento, vuol dire che la si utilizza per manipolare altre persone, per indurle a fare qualcosa di mirato,

ci si concentra sul fine e sul mezzo. L’interlocutore è una “conquista soggiogata, ipnotizzata”, e questo non mi piace. Quando si pensa alla comunicazione come a una scienza, si perde in sensibilità di contatto, si finisce con l’elaborazione di sistemi teorici, efficaci ma artificiosi, quasi una tela di ragno, perfetta ma letale. E l’interlocutore non dovrebbe mai essere una “preda”, bensì considerato un altro essere umano, con paure ed entusiasmi, gioie e fragilità da rispettare. La comunicazione è un’arte, un’architettura, già si avvicina al mio intento, presuppone così la volontà di costruire qualcosa di bello e utile, luoghi piacevoli dove le persone si incontrino. Se intendo

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la comunicazione come arte e architettura, significa che sarò attenta alle persone, ricercherò la bellezza, avrò sensibilità ai rapporti, alle proporzioni, inseguirò un’impronta di significato da condividere. Siamo molto vicini a ciò che mi piace, un intento di scambio e di condivisione, una ricerca di contatto sincero, con le vibrazioni dell’armonia. C’è un passo, oltre ancora, che la maturità insegna a compiere, cioè quello di pensare la comunicazione come un atto d’amore. Tutto è comunicazione, comunichiamo con ogni gesto che compiamo, comunichiamo verso il mondo, comunichiamo con le altre persone, vicine o meno, e comunichiamo con noi stessi. Mol-

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Meditazioni to spesso siamo del tutto inconsapevoli, non sappiamo che messaggi lanciamo, non sappiamo leggere i messaggi che riceviamo, perché non abbiamo una comunicazione chiara nemmeno con noi stessi. Il primo passo della comunicazione è l’ascolto. Ascolto attivo, attento a tre soggetti: all’interlocutore, a noi stessi, alle reazioni che si generano dal contatto dell’interlocutore con il nostro mondo interiore. È importante che io abbia ben chiaro cosa voglio che il mio interlocutore capisca, debbo essere consapevole di cosa il mio interlocutore sta vivendo, devo essere in grado di intuire qual è la comprensione del mio interlocutore. Da qui parte la comunicazione, dal rispetto del mondo interiore dell’altra persona che voglio raggiungere. Perché sappiamo, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che è importante che io abbia dei contenuti e degli argomenti validi, da trasmettere, poi è importante che sappia come trasferire i temi che voglio comunicare, ma la cosa più importante è che il messaggio sia compreso dal mio interlocutore. Sono io che debbo trovare il canale, il linguaggio, la via per coinvolgere il mio interlocutore e condurlo a comprendere il mio messaggio. Se questo messaggio non è ben chiaro in me, sarà difficile che riesca a trasmetterlo, a meno che non voglia “manipolare”, confondere, intorbidire le acque. Comunicamare, il mare meraviglioso e affascinante, ricco di infiniti mondi da scoprire, metafora del mondo della comunicazione, da navigare a vele spiegate, cogliendo i venti propizi, le onde potenti. Navigare in mare 1

significa rispettarlo, amarlo. Il mare non si domina, si asseconda, ci si fonde. Troppo spesso si pensa alla comunicazione come connessa al marketing e quindi se ne fa uno strumento da imparare, da utilizzare. La comunicazione, per me, non è una moto d’acqua, è una vela. Troppi corsi di comunicazione insegnano tecniche e metodi da applicare, per vendere, sé stessi o un prodotto. Troppe parole, pochi contenuti. Troppa finta filosofia, poca sostanza. Liberi tutti di scegliere. Io mi occupo d’altro. La comunicazione, per me, è qualcosa che ha a che fare con la concentrazione e il rispetto, significa allenarsi all’attenzione, alla sensibilità, all’ascolto e all’osservazione. Di noi stessi e delle altre persone. Posare uno sguardo amorevole e offrire attenzione, cercando di vedere davvero, senza filtri, senza pregiudizi, senza “ansie da prestazione”, questo è il primo passo. Cercare di “sentire” ciò che ci viene raccontato, cogliendo la reale intenzione, con il cuore e con gli occhi. E, dopo aver individuata la domanda, la necessità, provare a dare risposte sincere, a offrire servizi di valore, a proporre prodotti di qualità riconosciuta. La trasparenza è la forma di comunicazione attuale, da parte delle aziende e da parte dei professionisti. Siamo sinceri e veri, diciamo ciò che siamo in grado di dare, non si parli di “made in Italy” se non c’è traccia nel nostro paese, non di “fatto a mano” se il passaggio è solo la spolverata, non di “ecologico-bio” se in realtà si violentano natura e creato, non si usino parole vuote solo perché hanno un suono evoca-

tivo. Diciamo le cose come stanno e mettiamo le persone in grado di scegliere, di selezionare. Anche i nostri clienti saranno più soddisfatti quando si sentiranno ben compresi, non manipolati. La felicità, la serenità, il riconoscimento di valori sono contenuti sacri per ognuno di noi, non ci giochiamo, non è “etico”. Le parole hanno un peso, un valore, un significato, non sono strumenti da usare per manipolare emozioni, debbono essere portate con il giusto rispetto. Questa è la mia idea, questa è la formazione che propongo e parte dal presupposto che Homo sum: nihil humani mihi alienum puto1, sono un essere umano, niente di ciò che è dell’uomo ritengo a me estraneo.

L’ALBERO Non possiede parole, l’albero, ma se sente parole d’amore porge più foglie al soffio del vento. Le foglie del nuovo anno saranno d’un verde ancora più smagliante. E quando la nostra estate sarà trascorsa rifulgerà lì, d’un rosso fuoco che nessuno potrà mai eguagliare. D’un rosso fuoco che nessuna fine d'amicizia umana potrà mai terminare. (da L’isola che canta, Lietocolle, 2009, traduzione di Vincenza D’Urso) Ko Un (Pusan, 1931) è un poeta, scrittore, saggista, autore teatrale e pittore, tra le figure più rappresentative della Corea del Sud contemporanea. Più volte candidato al Nobel, è stato anche monaco buddista.

Celebre motto di Publio Terenzio Afro, commediografo berbero di lingua latina, attivo a Roma dal 166 al 160 a.C.

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XVIII CONGRESSO INTERDISCIPLINARE

L’ERA DELL’INFORMATION E COMMUNICATION TECHNOLOGY: UNA NUOVA SFIDA PER IL MONDO DELLA VISIONE.

Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato le elaborazioni dei dati e le informazioni, nuovi strumenti d’informazione - a cui i media e l’informazione cartacea, dal tabulato al giornale, stanno lasciando il campo - hanno conquistato la comunicazione. La lettura e l’ascolto sono sostituiti dalla visione di visori e schermi delle macchine operatici, dei lettori di cassa, dei giochi elettronici e dei sistemi di pagamento. • Quali conseguenze questa rivoluzione provoca all’occhio e alla visione? • Quali soluzioni per contrastare il fenomeno? • Come adeguare la professionalità dell’ottico e dell’optometrista a questa nuova sfida?

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Spilli

QUELLO CHE STA IN MEZZO TRA PROTESI E PASSERELLA Il designer non è un artista, che mal sopporterebbe limiti imposti alla sua fantasia, e nemmeno uno stilista, la cui ricerca è sempre un’interpretazione, ma del mondo, non di un singolo cliente. Il designer è un interprete

di Laura Rattaro*

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centri per prototipazione rapida, ecc. Non essendo né stilisti né artisti, il nostro nome spesso non appare e, a parte alcuni casi, per la maggior parte di noi la notorietà non è prevista, tantomeno ricercata. La figura del designer rimane sicuramente nascosta in tutti quei casi in cui lavori per una griffe o per un marchio affermato. In qualche caso, invece, lo stesso designer diventa anche imprenditore e investe sulle proprie idee producendo e commercializzando direttamente il proprio prodotto. In ogni caso e qualunque strumento si utilizzi, per far sì che un progetto diventi realtà, ci vuole un’idea: l’idea del committente. Si parte con un briefing, ossia il committente descrive al designer il prodotto che vorrebbe. È un po’ come andare da un sarto e dirgli: “vorrei un abito per un matrimonio, voglio che sia elegante e molto classico, vorrei fare un figurone e il mio budget di spesa è tot”. Attenzione: ho detto un sarto, non uno stilista, il quale fa il lavoro inverso: pensa a un pubblico ideale e

opo un rapido giro, nei numeri precedenti, fra diavoli, mari in tempesta e linguaggi discutibili, vi parlo del lavoro del designer, perché ho riscontrato spesso una certa curiosità (e confusione) per questo mestiere un po’ “strano”… “Ah, fai la stilista?”, “Ah, allora sei un’artista!”. No, niente di tutto questo: il designer è una cosa diversa. Innanzitutto è un lavoro che si svolge dietro le quinte, in solitudine o in équipe, presso le aziende produttrici oppure in una propria sede. Carta e matita o computer sono solo alcuni degli strumenti di lavoro. C’è, fra noi, chi costruisce i primi campioni a mano, chi li realizza con stampanti 3D o con piccoli * Nasce a Genova, si diploma in ottica e trascorre i primi anni nel centro ottico del padre Armando. A Parigi impara a progettare montature per occhiali e a realizzarne i prototipi, avvia l’attività di progettista di occhiali prima per piccole aziende italiane, poi per medie e grandi imprese tedesche. Oggi collabora dall’Italia come freelance con medio-piccole aziende di nicchia.

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Spilli propone soluzioni stilistiche a priori. Ora, se il sarto è un buon sarto saprà indicare il colore, il tipo di stoffa e il taglio adatti per soddisfare le richieste del cliente, facendo attenzione a proporre materiali e fattura che rientrino nel budget di spesa dichiarato. Se propone un completo in jeans con strappi qua e là, tempestato di Swarovski a un prezzo triplo di quello previsto, non è un buon sarto, ma potrebbe essere un bravissimo stilista… Qui sta la differenza. Il designer, come il sarto, interpreta le richieste del committente, calcola i costi di produzione per restare dentro un budget dato e propone diverse idee o soluzioni che il committente sceglie, mette in produzione e vende. Fino a qui tutto semplice. Le cose si complicano quando il committente non ha le idee chiare. Immaginate ancora il sarto che si sente fare questa richiesta: “vorrei un abito, bello, che costi poco e che mi faccia fare un figurone”. Sempre che il sarto sia il buon sarto di prima, non potrà esimersi dal fare un bel po’ di domande tipo: “per quale occasione servirà l’abito? Di che genere dev’essere? Quanto vuole spendere?”. Il designer è un interprete e per trovare buone soluzioni ha bisogno di indicazioni chiare. Quanto più i dati sono precisi tanto più agevolmente si muove, anche se sembra un paradosso. Lo ripeto, il designer non è un artista, che mal sopporterebbe limiti imposti alla sua fantasia, e nemmeno uno stilista la cui ricerca è sì sempre un’interpretazione, ma del mondo, non di un singolo cliente. È diverso. È relativamente facile progettare un occhiale di base, anonimo, essenzialmente “protesi”; ed è altrettanto semplice dare sfogo alla propria immagi-

Protesi e passerella, immagine di Laura Rattaro

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nazione per progettare un occhiale “da passerella”. Sono concetti semplici anche da trasmettere e assimilati nella cultura e nel gusto delle persone, dei fruitori. Fare tutto quello che sta in mezzo è un po’ più complicato e gli stessi committenti, soprattutto quando si tratta di imprenditori alle prime armi, non hanno le idee molto chiare. A me è capitato di tutto: dalle aziende che elaborano in anticipo ogni tipo di costo, da quelli di produzione fino ai listini al dettaglio, ad altre che per inesperienza o poco spirito imprenditoriale hanno idee confuse e, in questi casi, il briefing è molto simile al secondo esempio del buon sarto: bello, economico e di grande impatto. Dire “voglio un prodotto bello”, peraltro, è sempre fuorviante, perché il “bello” è un concetto che non può prescindere dal gusto personale. Detto e spiegato tutto questo, pur in estrema sintesi, il mio intento è invitarvi a scoprire quale idea sia contenuta nei prodotti che tutti i giorni voi ottici toccate con mano: gli occhiali. Quali concetti esprimono attraverso i materiali, le forme, i colori e perché sono fatti in un modo piuttosto che in un altro? Che idea c’è dietro? Chi l’ha pensata cosa vuole dirmi? L’idea fa la personalità del prodotto. Senza idea non c’è carattere! E non mi riferisco per forza a occhiali di tendenza o di nicchia, strani o carissimi. Anche un occhiale semplice ha un carattere, diciamo che è in stile minimal. Se le caratteristiche di un prodotto sono percepite al volo o se al contrario sono confuse, anche la scelta dei vostri clienti ne sarà influenzata. I concetti di leggerezza o volume, colore o ricercatezza dei dettagli, minimalismo assoluto o virtuosismi barocchi… Va bene tutto, ma dev’esserci chiarezza. Il mercato offre di tutto e voi siete il filtro fra le aziende e i vostri clienti. Non intendo suggerire di acquistare un prodotto piuttosto che un altro, ci mancherebbe. Mi permetto solo un consiglio: scegliete quelli che contengono l’idea più chiara, decisa, coerente, convincente. In sostanza, la più semplice da capire. Qualsiasi essa sia.

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POLARIZZAZIONE DELLA LUCE E FOTOELASTICITÀ L’efficacia della lente oftalmica polarizzata nella protezione solare è relativa alla sua capacità di ridurre l’intensità luminosa in presenza di luce parzialmente polarizzata per riflessione, come le superfici piane riflettenti che rinforzano le componenti orizzontali del campo elettromagnetico e che vengono assorbite da un analizzatore di polarizzazione con asse verticale. Riducendo così in modo consistente l’abbagliamento da riflesso

di Paolo Traù Optometrista e docente

I

Fondamenti fisici: l’elettrodinamica La carica elettrica è una proprietà intrinseca degli elettroni e dei protoni che costituiscono la materia insieme ai neutroni. Concettualmente non c’è una spiegazione esauriente riguardo queste particelle nella branca della fisica che è l’elettromagnetismo. Per capirne di più acquisiamo conoscenza dall’osservazione del comportamento di oggetti che risultano elettricamente carichi. Come illustrò Benjamin Franklin, la carica è di due tipi, negativa o positiva: i cor-

l fenomeno della polarizzazione della luce rappresenta una condizione peculiare della radiazione luminosa che può manifestarsi naturalmente o venire indotto artificialmente. Diverse sono le applicazioni nell’ottica oftalmica, ma anche in altri campi, e le considerazioni relative all’interessante fenomeno della fotoelasticità. Per avere una migliore comprensione del fenomeno della polarizzazione ripercorriamo per sommi capi i passi della fisica che ne sono il fondamento.

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stessa. Il campo elettrico è presente in ogni punto dello spazio ed è una caratteristica dell’universo e della materia. Deriva direttamente dal concetto di carica elettrica il fenomeno del magnetismo, per cui il moto delle cariche elettriche subisce l’azione del campo magnetico. Un magnete è una sostanza che esercita una forza su altri magneti o su metalli e questa forza, collegata alle cariche elettriche presenti, si esplica all’interno di una zona definita, appunto, campo magnetico (vedi Fig. 2, Il campo magnetico). Gli studi sulla natura della luce portarono James C. Maxwell nel 1873 a concludere che la luce è un fenomeno ondulatorio inquadrabile fra le onde elettromagnetiche e che esse nella loro propagazione non trasportano materia bensì energia. Le onde elettromagnetiche, tra cui la luce, in natura sono caratterizzate da un campo elettrico che cambia direzione continuamente, in modo rapido e irregolare (vedi Fig. 3, Propagazione della luce), si ipotizza a causa della sovrapposizione caotica della onde provenienti da ciascuna delle microscopiche sorgenti che costituiscono, nel caso della luce, la fonte luminosa; mantenendo co-

Fig. 1

pi hanno una carica netta che è il risultato della somma algebrica di queste (vedi Fig. 1, Struttura atomica) e cariche concordi si respingono e cariche opposte si attraggono. Questo di per sé implica l’esistenza di una forza e di conseguenza un campo (elettrico) inteso come una zona in cui si esplicano le caratteristiche della forza in questione rappresentabili da vettori che indicano l’intensità, la direzione e il verso della forza

Fig. 3

Fig. 2

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Fig. 4

Fig. 5

munque l’ortogonalità rispetto alla direzione di vibrazione (trasversalità) e la perpendicolarità al piano su cui vibra il campo magnetico. Individuata così la direzione di propagazione dell’onda, sono infinite le coppie di piani perpendicolari fra loro, una contenente il vettore E e l’altra il vettore B, che caratterizzano la trasversalità (vedi Fig. 4, Le onde elettromagnetiche).

cie liquida viene parzialmente polarizzata nella direzione orizzontale. L’efficacia della lente oftalmica polarizzata nella protezione solare è relativa alla sua capacità di ridurre l’intensità luminosa in presenza di luce parzialmente polarizzata per riflessione, come appunto le superfici piane riflettenti che rinforzano le componenti orizzontali del campo elettromagnetico e che vengono assorbite da un analizzatore di polarizzazione con asse verticale. Riducendo così in modo consistente l’abbagliamento da riflesso. Alcuni materiali sintetici, come la plastica Polaroid, ed anche alcuni cristalli hanno per loro struttura delle direzioni preferenziali quando vengono attraversati dalla luce. Edwin H. Land creò nel 1934, all’età di venticinque anni, il primo foglio di materiale polarizzante sintetico allineando un gran numero di microscopici cristalli, molecole di idrocarburi a lunga catena, all’interno del foglio di un polimero plastico

La polarizzazione Può accadere che il campo elettrico vibri (così come il campo magnetico) sempre sullo stesso piano e non arbitrariamente su più piani (vedi Fig. 5, Polarizzazione lineare). Un’onda elettromagnetica in tale situazione si dirà polarizzata piana o linearmente. Un fascio di luce proveniente da una sorgente come il sole o una lampadina può risultare polarizzato per riflessione e per rifrazione. La luce che si riflette sul cofano dell’auto, sul piano stradale o su una superfi-

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del campo elettrico e, di conseguenza, di quello magnetico. Nel propagarsi nello spazio il vettore campo elettrico si muoverà su una retta e, quindi, le oscillazioni saranno contenute su uno stesso piano sempre perpendicolare alla direzione di propagazione. Interponendo al cammino ottico particolari materiali con caratteristiche di birifrangenza come il quarzo o la mica, si possono avere particolari effetti di polarizzazione. Una lamina d’onda o ritardatore, cioè una lamina con le caratteristiche appena dette, può alterare la polarizzazione. Sono comunemente usate due tipi di lamine: una detta a un “quarto d’onda” (quarter wave plate), per convertire la luce polarizzata linearmente in luce polarizzata circolarmente e viceversa; e l’altra detta a un “mezzo d’onda” (half wave plate), per convertire la luce polarizzata orizzontalmente in polarizzazione sempre lineare ma obliqua e viceversa. Nella polarizzazione ellittica il campo risultante dall’oscillazione delle due componenti campo elettrico e campo magnetico descrive un'ellisse: quando le ampiezze delle due componenti coincidono e lo sfasamento di un'onda rispetto all’altra è un multiplo dispari di π/2 si parla di polarizzazione circolare. (continua nel n.11)

Fig. 6

che chiamò, appunto, Polaroid, richiamando il nome commerciale di una pellicola di acetato plastico di cellulosa: il “rhodoid”. Un materiale polarizzante si lascia attraversare senza attenuazione soltanto dalla componente il cui campo vibra nella direzione preferenziale del polarizzatore stesso o asse di trasmissione. Ciò comporta una riduzione dell’intensità emergente della luce pari al 50%, secondo la relazione detta legge di Malus. Da ciò consegue che lamine polarizzatrici sovrapposte con assi di trasmissione perpendicolari cioè incrociati, non permettono la trasmissione della luce (vedi Fig. 6, Trasmissione nulla): un’onda elettromagnetica viene, cioè, completamente assorbita da un polarizzatore lineare con asse di trasmissione orientato perpendicolarmente rispetto alla direzione di polarizzazione della radiazione stessa. Così per polarizzazione lineare si intende, indicato o noto, un piano specifico di orientamento

Biblio e sitografia: • F. Catalano, Elementi di Ottica Generale, Zanichelli, 2002 • R. Wolfson, Elettromagnetismo, ottica e fisica moderna, Vol.2, Pearson Education, 2008 • www.strainoptics.com

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Lenti oftalmiche

BARI: LA FILIALE CARL ZEISS VISION SI RINNOVA Nella nuova location pugliese l'azienda di lenti oftalmiche propone ai clienti della regione e delle aree limitrofe un modello di sede ideale, in termini di efficienza e innovazione tecnologica a cura della redazione

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a vicinanza sul territorio ha sempre rappresentato un indiscutibile punto di forza per Carl Zeiss Vision. «Tramite le sei filiali di proprietà è sempre stato possibile offrire ai clienti un servizio su misura che rispondesse alle esigenze locali, che fosse veloce e puntuale e, non in ultimo, fosse testimone anche di una vicinanza culturale – fanno sapere dal gruppo di lenti oftalmiche – Nel corso degli ultimi due anni l’azienda ha investito molte risorse per riammodernare gli impianti presenti in tutte le sedi, introducendo avanzati sistemi di taglio e fornendo un’adeguata formazione al personale sia da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista gestionale e di comunicazione: attività che continuano a essere sostenute con programmi periodici per tutti gli operatori». Per la filiale di Bari, nello specifico, l’investimento ha riguardato anche lo spostamento e il rinnovo completo dei locali, «progettati con l’ambizione di rappresentare un modello di filiale ideale, capace di sostenere carichi di lavoro variabili con flussi sempre più efficienti, gestendo così al meglio i picchi di richieste, di offrire lavorazioni più veloci e precise per consegnare il prodotto richiesto nel minor tempo possibile senza perdere di vista la qualità e rendere disponibile impianti con tecnologie all’avanguardia per garantire la migliore soddi-

sfazione delle aspettative dei nostri clienti – dicono in Carl Zeiss Vision – La filiale dispone anche di un software di monitoraggio in tempo reale del servizio telefonico in ingresso e in uscita per rispondere con la massima efficienza e velocità alle richieste dei clienti».

ZEISS: SEMPRE PIÙ VICINI ALLA CLASSE MEDICA Continua la partecipazione attiva di Zeiss ai più importanti congressi di ottica e oculistica organizzati sul territorio nazionale. «Nei soli mesi di ottobre e novembre l’azienda è stata presente a otto appuntamenti di settore, tra cui la Low Vision Academy di Milano, i meeting di Monopoli, Irsoo, Sopti e Aloeo, e Date, in qualità di unica azienda oftalmica in un evento dedicato alle montature di design, per finire con il Congresso Soi, che si è tenuto a Roma dal 21 al 24 novembre – dicono alla Carl Zeiss Vision – Con la classe medica Zeiss ha da sempre un rapporto privilegiato grazie all’attività svolta dalla Divisione Meditec. In collaborazione con quest’ultima, Vision Care anche nel 2014 ha confermato la propria presenza a uno degli appuntamenti più qualificati per gli oftalmologi italiani per sostenere il ruolo di informatore e fungere da collante fra il medico oculista e l’ottico optometrista, sicura che una collaborazione sempre più sinergica possa portare

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“Tramite le sei filiali di proprietà è sempre stato possibile offrire agli ottici un servizio su misura per le loro esigenze locali: veloce, puntuale e testimone di una vicinanza culturale”

rafforzare la vicinanza con i collaboratori che ogni giorno rendono viva la struttura in un contesto festoso e meno formale – precisano in Carl Zeiss Vision – Per questa occasione la filiale ospita anche una selezione di strumenti ottici Zeiss che ogni cliente, se lo desidererà, potrà scoprire più da vicino».

A fine novembre è stato organizzato un open day presso la nuova sede. «La giornata a porte aperte è un'occasione per conoscere da vicino le opportunità di collaborazione che Carl Zeiss Vision offre, per comprendere meglio lasqualità sdel servizio che ogni nostro cliente può aspettarsi dalla sua filiale e

soddisfazioni e incremento della professionalità. L’opportunità di essere presente a queste manifestazioni, talvolta molto diverse fra loro per target e argomento trattato, scaturisce dall’offerta stessa di cui l’azienda dispone e, per alcuni casi, rappresenta a tutt’oggi un valore aggiunto, come il parco strumenti recentemente rinnovato e arricchito con soluzioni sempre più efficienti per analisi visive complete o l’offerta di ausili per ipovisione e di lenti a contatto». Al centro dell’attenzione ci sono il consumatore finale e la sua soddisfazione. «Sempre di più la sua aspettativa si orienta su un servizio completo, su un’analisi precisa sia che questa venga eseguita in uno studio medico sia che venga eseguita da un ottico optometrista, in assenza di patologie, e su un risultato in termini di qualità visiva eccellente. La conoscenza di quanto il mercato oftalmico possa offrire oggi giorno e il dialogo sono essenziali per rispondere al meglio a tale esigenza», ricordano in Carl Zeiss Vision.

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HOYA, UN SUPPORTO NELLA VENDITA DI LENTI SU MISURA L’azienda ha organizzato un ciclo formativo online rivolto agli ottici optometristi e ai loro dipendenti, tenuto da due esperti consulenti tecnici, Gianmario Reverdy e Valter Veratti, che ha riscosso un notevole successo a cura della redazione

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li incontri online sono stati organizzati in due moduli distinti, di quattro argomenti ciascuno: il primo di base su soluzioni generali, terminato a metà novembre, il secondo focalizzato sulle lenti progressive e indoor previsto per gennaio 2015. «In base alle proprie competenze e alle necessità di approfondimento, sarà possibile seguire il primo o il secondo modulo o entrambi, aprendo anche ai propri collaboratori la possibilità di partecipare ed estendere le loro conoscenze – fanno sapere dall’azienda – Gli argomenti proposti sono fra loro disgiunti pur creando un percorso omogeneo che, se seguito per intero, forma una solida competenza nel campo delle problematiche oftalmiche», spiegano in Hoya Lens Italia. Il 30 ottobre Giammario Reverdy ha dato il via alla formazione con una lezione dedicata a “Materiali, peso e spessori in una lente: i criteri di scelta”. Il docente milanese è affiancato in questo percorso

Gianmario Reverdy

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“Queste conferenze costituiscono un'occasione di approfondimento e confronto immediato con il formatore e i colleghi, direttamente dal proprio centro ottico, con un buon collegamento internet”

formativo dall'ottico optometrista piemontese Valter Veratti. «Queste conferenze costituiscono un'occasione di approfondimento e confronto immediato con il formatore e i colleghi, direttamente dal proprio centro ottico o da qualsiasi altro luogo tramite pc o tablet, basta un buon collegamento internet – afferma Silvano Larcher, responsabile tecnico di prodotto Hoya – Non intendiamo assolutamente sostituire la nostra presenza fisica al fianco dei partner, anzi: vogliamo offrire uno strumento ulteriore per essere sempre vicini ai centri ottici». Con la partecipazione a quattro interventi l'ottico otterrà un attestato, che nel caso dei dipendenti sarà personalizzato da Hoya e centro ottico. Valter Veratti

HOYA FACULTY IN MISSIONE A BOLOGNA «Dal 2010 Hoya promuove la propria “Faculty Education & Experience Centre” a Budapest, al fine di supportare gli ottici optometristi nel loro lavoro quotidiano, migliorando le loro competenze inerenti la refrazione e la conoscenza dei prodotti ad alto contenuto tecnologico», fanno sapere dall’azienda. Il 4 dicembre Hoya Faculty è approdata a Bologna, dove sono stati affrontati gli argomenti che stanno più a cuore agli ottici italiani. Era presente Bruce Evans, direttore di Ricerca presso l'Istituto di Optometria e Visiting Professor alla City University, nonché relatore internazionale esperto nella pratica optometrica e nella visione binoculare alla London South Bank University.

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RODENSTOCK GLOBAL PROTECTION SERVICE L’OTTICO È A SERVIZIO DEL CONSUMATORE PER UN BENESSERE VISIVO SENZA PENSIERI Rodenstock presenta ai propri ottici il nuovo servizio GPS che prevede la sostituzione delle lenti in caso di rottura, furto o smarrimento Da novembre 2014 tutti gli ottici optometristi partner Rodenstock possono offrire ai consumatori un servizio di maggiore tutela sull’acquisto di lenti oftalmiche. Il GPS (Global

Protection Service) rappresenta la promessa concreta di sostegno e valorizzazione dei propri partner ottici optometristi quali primi consulenti in tema di benessere visivo.

Questo nuovo servizio Rodenstock prevede, per la durata di due anni, la copertura della sostituzione delle lenti con tolleranza ½ diottria in caso di rottura, furto o smarrimento. Una prestazione aggiuntiva che può essere facilmente attivata su richiesta al momento dell’ordine, senza necessità di alcuna ulteriore registrazione da parte del consumatore. Rodenstock Global Protection Service diventa un prezioso ausilio nella vendita per l’ottico che ha, quindi, modo di riservare al proprio cliente, oltre a competenza e consulenza, la massima tranquillità nell’utilizzo quotidiano delle lenti da vista. Il consumatore può sentirsi in questo modo ulteriormente fidelizzato identificando nel proprio ottico un professionista competente e affidabile. Materiale dedicato da esporre all’interno del punto vendita e da consegnare ai consumatori verrà fornito da Rodenstock a tutti gli ottici aderenti, nel rispetto della completa trasparenza e correttezza dell’informazione alla clientela.

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IV Copertina C.S.O. 50018 Scandicci (FI) Via degli Stagnacci 12/E Tel. 055 7221913 Fax 055 721557 support@csoitalia.it www.csoitalia.it

17 BLUDATA INFORMATICA 31030 Breda di Piave (TV) Via delle Industrie, 10 Tel. 0422 445442 Fax 0422 699318 info@bludata.com www.bludata.com

2 CONSORZIO OPTOCOOP ITALIA SC.-OXO 25064 Gussago (BS) Via Golgi, 31 Tel. 030 313561 Fax 030 3732856 info@oxoitalia.com

21 HOYA 20024 Garbagnate Milanese (MI) Via Zenale, 27 Tel. 02 990711 Fax 02 9952981 hoya@hoya.it www.hoya.it

35 MONACOFIERE 20126 Milano Via Rucellai, 10 Tel. 02 36537854 Fax 02 36537859 info@monacofiere.com www.monacofiere.com

53 SIOO 50121 Firenze Stazione di Santa Maria Novella, binario 1/A Tel. 055 216033 Fax 055 216033 info@scuolaottica.it www.scuolaottica.it

37 ISTITUTO BENIGNO ZACCAGNINI 40141 Bologna Via Ghirardini, 17 Tel. 051 480994 Fax 051 481526 info@istitutozaccagnini.it www.istitutozaccagnini.it 43 NAU! 21043 Castiglione Olona (VA) Via Mazzucchelli, 7 Tel. 0331 861233 Fax 0331 824435 info@nau.it www.nau.it 45-46-47 ESSILOR ITALIA 20141 Milano Via Noto, 10 Tel. 02 535791 Fax 02 53579270 marketing@essilor.it www.essilor.it

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N10 2014

04/12/14 14.57


EDUCATION

28 febbraio 1-2 marzo

MIDO 2015

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