B2eyes magazine 07-2012

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Vision Group presenta Oscar, IL NUOVO SISTEMA COMMERCIALE PER migliorare Il tuo business.

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali, della vista, della visione e della percezione visiva Luglio/Agosto 2012 numero 7 www.b2eyes.com In copertina: Vision Group

N72012 sommario

VISION GROUP PRESENTA OSCAR, IL NUOVO SISTEMA COMMERCIALE PER MIGLIORARE IL TUO BUSINESS.

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Direttore Responsabile Angelo Magri Redazione B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Francesca Tirozzi f.tirozzi@b2vision.com Direzione generale Luciano Cristiano cel. 334 6970786 l.cristiano@b2vision.com Pubblicità advertising@b2vision.com Editore B2Vision Via Ripamonti 44 - 20141 Milano Tel. 02 36638601 - Fax 02 36638600 Art Direction Meloria Stampa Mediagraf S.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di Milano N. 293/2009 in data 17 giugno 2009 Registrazione R. O. C.: 18653 € 1,80 - Copia omaggio

b2trade Editoriale Chi è senza peccato… 3 Il punto Prossimità e anziani, cambiano i modelli di business 5 Strategie e mercato Prodotti farmaceutici, nasce il primo distributore mondiale 6 Marketing e gestione La leva dell’assortimento 10 Attualità Da venditori a consulenti, con la formazione Vision Group 14 Amarcord «Quanto manca quella sua pacca sulla spalla…» 16 Speciale Un po’ per sport, molto per passione 23 Funzionali sì, fashion pure 24 Con Essilor allenati e… informati 26 Ricerca e business viaggiano insieme 28 Per uno sportivo sempre più attento 30 Sport e moda: effetto olimpico 32 Visione e sport: torniamo a parlarne 36 Mettere una lac non è un gioco… 42 B2EXPERT Formazione 2012, anno primo dell’optometria italiana certificata 47 Meditazioni Apriamo le porte 55 Consulente I furti nei negozi e la deducibilità fiscale 58 B2JOB Vetrina Offro/cerco 62

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EDITORIALE

Chi è senza peccato…

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'è qualcuno che, nel corso o addirittura al termine della vita, può vantarsi di non avere alcuno scheletro nell’armadio o anche solo una lieve ombra nel proprio curriculum, personale o professionale che sia? Persino i più grandi di tutti hanno commesso errori: pensiamo a Francesco d’Assisi, che ha trascorso parte della gioventù a dissipare denaro ed energie, prima della conversione che ne ha fatto il santo forse più amato del mondo cattolico. Persino Pietro, per rimanere in ambito cristiano, ha rinnegato tre volte Gesù Cristo, che pure ha voluto costruire su di lui la Chiesa cattolica. Anche in ambito storico o politico non mancano i personaggi che, pur indimenticabili per le proprie gesta pubbliche, hanno condotto una vita poco commendevole nel privato: uno su tutti, John Fitzgerald Kennedy. Del resto, chi è senza peccato scagli la prima pietra… E questo vale in ogni ambito. Venendo, infatti, a quello di nostra competenza, nel gennaio 2011 questa rivista ha lanciato una rubrica che aveva l’intenzione di ricordare figure o realtà che hanno fatto la storia dell’ottica in Italia o ne hanno segnato un periodo o, perché no, sono stati di esempio per le nuove generazioni di ottici. Non a caso Amarcord – questo è il suo nome – è partita con la storia di Giuseppe Ricco. Dal 2012 la rubri-

ca è diventata un appuntamento fisso di b2eyes magazine, perché va a toccare il cuore dei lettori e da loro ne è generalmente apprezzata. La ricerca, numero dopo numero, di chi scegliere come protagonista richiede un attento lavoro di analisi e di confronto. Di solito il risultato è un bilanciamento tra il ricordo – se il personaggio non è più tra noi – di ciò che ha fatto e la percezione di quanto ha lasciato, tra l’affetto non sempre oggettivo di chi lo descrive e la stima di quanti hanno collaborato con lui o l’hanno conosciuto professionalmente. Convinti che non si tratta di beatificare figure assolutamente umane, nel bene e nel male, ma di farle “rivivere”, di trasmetterne lo spirito a chi non le ha conosciute e, infine, di rinverdire ricordi ed emozioni a chi, invece, ha avuto la fortuna d’incontrarle sulla propria strada. In ques'ultima categoria c’è anche qualcuno, purtroppo, che ci tiene a sottolineare le inevitabili debolezze di tali personaggi, magari legate a episodi marginali o a situazioni contingenti, che poco hanno a che vedere con la complessità e la totalità della loro storia. Del resto, sta proprio qui la differenza tra chi è stato, comunque, grande e quanti, invece, continuano a Angelo Magri vivere nella mediocrità.

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il punto

PROSSIMITà E ANZIANI, CAMBIANO I MODELLI DI BUSINESS

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he noi italiani siamo diventati un popolo di vecchi non ce lo dicono solo le statistiche demografiche, ma anche l’osservazione quotidiana. In certe ore le vie delle nostre città sono popolate solo di anziani, così come i negozi, per inevitabile simmetria, sono frequentati da una clientela sempre più anziana, composta prevalentemente da single. Questo dato di fatto pone un problema a tutta la distribuzione – e naturalmente non solo a questa - che vede trasformarsi qualitativamente e quantitativamente la domanda. Si pensi solo alle diverse esigenze, in termini di quantità e formati, che pone una famiglia o un single anziano, oppure all’aumento del peso degli uomini (che non lavorano più) nella clientela e nelle decisioni d’acquisto. Il dato più importante di tutti è il venir meno della prospettiva di ricambio della clientela. Un principio demo-sociologico afferma che una società che, almeno, non è capace di riprodurre i propri componenti (due figli per ogni coppia) ha smesso di esistere. Qualcosa di simile si può dire per i negozi di prossimità che dispongono, per definizione, di un bacino d’utenza circoscritto, di cui vedono invecchiare i residenti e quindi cambiare i modelli di consumo e la loro capacità di spesa, ma, peggio, ne vedono contrarre il numero. Se si escludono circa 350 grandi superfici ottiche presenti nei centri commerciali e non più di 500 grandi negozi indipendenti presenti nelle vie dello shopping che possono contare sulla clientela captiva delle loro location, la restante massa dei centri ottici sono punti di vendita di prossimità che con questa realtà debbono fare i conti e tanto più dovranno farli in futuro. Per predisporre i centri ottici a ricevere al meglio questa clientela è necessario ripensare la loro struttura, eliminando le barriere e le soste prolungate, così come l’offerta e i prezzi dei prodotti oftalmici, riconsiderando l’approccio comportamentale (non ritenere la vendita dei premontati una vergogna) e i servizi. Come, ad esempio, quello di refrazione e consegna degli occhiali a domicilio. È fisiologico per il commercio adattarsi ai cambiamenti del mercato e perciò del consumatore e, quindi, anche gli ottici lo stanno facendo; ma il risultato è diverso se i cambiamenti si subiscono o se vengono anticipati e vissuti Danilo Fatelli positivamente.

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Strategie e mercato

PRODOTTI FARMACEUTICI, NASCE IL PRIMO DISTRIBUTORE MONDIALE La fusione tra Alliance Boots e Wallgreens darà vita a un distributore in grado di coprire il mondo dei prodotti farmaceutici della cosmesi e molto altro con una rete di magazzini all’ingrosso e di punti di vendita

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di Danilo Fatelli

punti di vendita di farmacie intehanno l’insegna “Essere Benesseno degli grate nel sistema. Questa complesre” e sono state realizzate secondo aspetti più sa struttura, che agisce lungo tutta il modello di farmacia Boots aperto complessi la filiera dei prodotti che costituialla vendita di tutti i prodotti dell’adella globascono il suo core business (i prodotti rea della salute e del benessere lizzazione personal care di Boots sono arrivati con estensioni a quasi tutti quelli di è costituito di recente anche in Italia), dalla gestione strategica sta per concludere un’aldelle imprese multinazioleanza per fondersi con nali che, indipendenteWallgreens. Quest’ultima mente da quanto accade è la più importante catena nel loro paese di origine, di drugstore americana, debbono spostare la proche ha oltre 6.000 punti di duzione, gli investimenti e vendita negli Usa e dinle risorse finanziarie nei torni, vale a dire farmacie paesi che offrono maggiori integrate con molti altri prospettive di sviluppo per prodotti in cui la vendita i loro prodotti. dei farmaci su ricetta è il È in forza di questa logica motore, ma non il nucleo che quando due imprenprincipale, molto similditori italiani, Stefano mente a quello che accade Pessina e Ornella Barra, in Boots. presero alcuni anni fa il A proposito di Wallgreens controllo del colosso invale la pena di ricordare glese Boots, trasformato in che ha acquisito Duane Alliance Boots, la notizia Reade, insegna di quella passò senza molti claL’ingresso di uno store Boots. Nella pagina successiva, un totem che che probabilmente è la più mori sui media nazionali; indica l’ingresso di un altro store della catena farmaceutica, situato eppure i due imprenditori in un centro commerciale: è evidente l’indicazione della presenza antica e famosa catena di drugstore del mondo. erano e sono tra i maggiori anche dei prodotti ottici Il primo punto di vendita protagonisti della distrinacque a New York, tra la Duane e largo consumo. buzione dei farmaci e dei prodotti Reade Street a Manhattan, da cui Il business all’ingrosso di Alliance per il benessere in Italia, dove ha preso il nome. I punti di vendita Boots si estende a molti paesi sia attraverso Alliance Healthcare Duane Reade offrono un’ampissima con i magazzini di distribuzione Italia servono circa 11.000 farmacie gamma di prodotti con tecniche all’ingrosso sia direttamente con di cui 2.300 socie. Fra queste molte

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Strategie e mercato

“Le Boots Pharmacy hanno spesso anche grandi reparti di ottica convenzionati col sistema sanitario nazionale; lo stesso vale per i drugstore di Wallgreens, in cui sono sempre vendute almeno le lenti a contatto”

espositive e promozionali da supermercato, sono tecnologicamente molto avanzati, durante le ore di chiusura utilizzano dei chioschi sulla strada per ricevere ordinazioni e dare consigli medici. Questo tipo di punto di vendita rappresenta, nell’area dei consumi di prodotti per la salute, del benessere e parzialmente del grocery, quello che Ikea rappresenta per l’universo dei prodotti per la casa o Decathlon per quello dei prodotti per lo sport o il tempo libero. Si tratta di category killer, che utilizzando location appropriate, generano volumi di traffico che non hanno nessun riferimento con quello delle farmacie tradizionali.

strutture mondiali del settore. Come sanno i nostri lettori (cfr. b2eyes magazine n.8/2011) le Boots Pharmacy,

Pharmacy, drugstore e ottica La notizia è di per se interessante ma, apparentemente, non lo è per la distribuzione ottica. In effetti questo tipo di pharmacy/drugstore ha un riferimento in Italia con le parafarmacie, che si vorrebbe vendessero anche i farmaci su prescrizione in nome di un attacco alla casta dei farmacisti. Nella realtà le parafarmacie sono un potenziale grosso affare per la distribuzione e sarebbero il terminale naturale per chi, come Alliance Healthcare Italia, fa parte di una delle più grandi

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oltre a vendere tutto quello che riguarda la salute e il benessere, hanno spesso grandi reparti di ot-


Strategie e mercato

tica convenzionati col sistema sanitario nazionale; e la stessa cosa può dirsi per i drugstore di Wallgreens, in cui sono sempre vendute almeno le lenti a contatto. Questa probabile evoluzione rappresenta un pericolo per l’ottica tradizionale, che in altre realtà più dinamiche si pone come motore di strutture distributive che inglobano l’audiometria, le cure dentali e la clinica oftalmica. Quando si cominciò a parlare di parafarmacie sembrava che si trat-

Due punti vendita Essere Benessere, realizzati secondo il modello di farmacia Boots: la parafarmacia al centro commerciale Portello e la farmacia di via Cassiodoro, che offre mille mq di esposizione, entrambi a Milano

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tasse di un tema lontano nel tempo; invece in un anno e mezzo divenne una realtà che oggi ha 3.000 punti di vendita in Italia. Le farmacie, attaccate dalla riforma del sistema sanitario e dalla pressione delle parafarmacie, oltre a perdere una parte del proprio business vedranno aumentato il loro numero e, quindi, contrarsi il proprio giro d’affari. Per garantirsi un futuro meno duro di quello che la riforma sembri riservargli, stanno puntando molto sui servizi al consumatore e anche all’integrazione dei reparti di ottica nella farmacia. Quando si affronterà nell’ottica il tema della difesa del canale specialistico e dell’integrazione di altre attività compatibili che possano ampliare la capacità d’attrazione del punto di vendita ottico e, quindi, il suo giro d’affari?


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LA LEVA DELL’ASSORTIMENTO Le vendite delle montature e degli occhiali da sole dipendono dalla capacità di incontrare le richieste dei consumatori attraverso una costante revisione degli assortimenti e la pianificazione degli acquisti

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a brutta piega che hanno preso eventi collegati con l’economia ci hanno portato in casa una serie di termini, di cui non sentivamo molto il bisogno, quasi tutti in inglese, che sono diventati il tormentone di questa prima metà del 2012. Tutti viviamo con ansia le vicende dello “spread” o aspettiamo di sapere se e quando partirà la “spending review”, termine inglese inutile, equivalente all’italiano revisione dei costi. Detto in italiano o in inglese, come si preferisce, comunque questo è il tema centrale per tutti, individui, famiglie e aziende.

di Ario Terzi

Il blocco dei consumi non autorizza nessuno a fare previsioni positive, l’esigenza di essere in linea con la concorrenza o con il calo del reddito impone un recupero di marginalità molto problematico, l’unica leva che resta per contrastare questa situazione è quella della continua revisione dei costi alla ricerca della massima efficienza. Il modello di business dell’ottica è piuttosto semplice, si basa su quattro categorie di ricavi, vista, sole, lenti oftalmiche e lenti a contatto e su quattro costi: personale, affitto, costi di gestione e costi finanziari. Per quanto riguarda il margine lordo, i prezzi al pubblico sono fissati dall’industria che struttura i listini in modo da garantire un margine

standard per ogni categoria di prodotto: pertanto l’imprenditore ottico non ha molte possibilità di migliorarlo, se non ricorrendo a massici acquisti di prodotti anonimi – non di marca – che spesso producono effetti catastrofici sulle giacenze. La limitazione delle poste in palio nella gestione economica del centro ottico non consente molta flessibilità, una persona in organico in più richiede un incremento delle vendite di oltre 130.000 euro, così come ogni intervento in comunicazione, sempre dall’esito incerto, penalizza il risultato economico. L’unico terreno sul quale l’imprenditore ottico può far valere le proprie capacità commerciali e gestionali è quello della gestioAlcuni esempi di assortimento e di esposizione in centri ottici

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MARKETING E GESTIONE

le scorte di magazzino e di migliorare il cash flow prima degli acquisti della stagione successiva. Questa serie d'impatti negativi, derivanti dalla gestione degli assortimenti, possono essere corretti da una selezione accurata di prodotti da vendere: ma come è possibile mettere in moto i relativi processi di ottimizzazione dell’assortimento e, a caduta, della riduzione delle scorte di magazzino?

ne dell’assortimento e del magazzino degli occhiali da sole e delle montature, il cui costo, essendo variabile diretta della qualità dell’assortimento, può incidere fino a cinque o sei punti in più sulla gestione economica del punto vendita.

La composizione dell’assortimento Il problema dell’assortimento nasce dalla complessità dell’offerta di montature e di occhiali da Category management sole cui non corrisponde una parallela complessità La risposta a questo interrogativo nel mondo dei delle richieste e dei bisogni dei consumatori, come beni di largo consumo è data dal category manainvece accade in quasi tutti i settori dei beni di gement, che è largo consumo. un metodo di Chi ha la reformazione e sponsabilità di gestione degli fare gli acquisti assortimenti, e, quindi, gli basato sul prinassortimenti nel cipio del ripristicentro ottico si no del venduto trova di fronte e sul confronto a un’offerta con i dati analidi centinaia tici delle vendidi marchi e di te del mercato migliaia di modi riferimento. delli e di prezzi Presupposto diversi, proposti del category da una quindimanagement è cina di fornitori, la disponibilità fra cui deve di un sistema selezionare le di classificaziopoche centinaia L’intensità del colore giallo indica, in maniera proporzionale, l’incidenza delle vendite per fasce ne dei prodotti di cui ha bisodi prezzo all’interno dei vari segmenti su più livelli di gno. Logicamensintesi che rendano confrontabili, nell’ambito del te la conoscenza e l’esperienza del settore aiutano grande database rappresentato dalle vendite di a commettere meno errori, ma non è pensabile che tutti i prodotti in tutti i canali di commercializzaziosi possa gestire un fenomeno così complesso senza ne, l’andamento dei propri risultati con quello del avere delle linee guida e un metodo per affrontare mercato nei singoli segmenti in cui è composto. e pianificare gli assortimenti. L’indisponibilità di un sistema di classificazione e La mancanza di metodo e di linee guida trova dei dati di mercato per prodotto e la mancanza di riscontro nella pesantezza degli stock di quasi livelli di sintesi non consentono un’applicazione tutti i centri ottici che, se fossero valutati in prezzo razionale del category management nell’ottica, a al pubblico, corrisponderebbero a valori supemeno che qualcuno non sia capace di riorganizzariori alle vendite di un anno. Questa pesantezza re i dati secondo schemi di proprio interesse, possigeneralizzata è alla base dei costi della gestione bilità di cui non conosco alcun esempio concreto. dell’assortimento che si traducono in costi finanziari, perché i prodotti si finisce di pagarli mediaLa pianificazione dell’assortimento mente prima di averli venduti e in riduzione di degli acquisti valore per effetto del deprezzamento delle scorte di In sostituzione di metodi complessi che si basano magazzino. La liquidazione e i saldi che la distrisulla conoscenza continua dei propri dati delle buzione ottica non ha mai amato rappresentano vendite e quelle dell’intero mercato, esiste comunil male minore, perché consentono di alleggerire

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dell’assortimento in base alle categorie e alle famiglie indicate, tenendo conto delle variabili: prezzo, materiale, forma, marca e modello. Se si riesce a fare una compilazione razionale di questo schema, avendo nozione delle marche più richieste dalla propria clientela, si ottiene una guida su ciò che per categoria, famiglia e fascia di prezzo è ragionevole acquistare. L’ultimo passaggio è quello di utilizzare questo schema per programmare gli acquisti, identificando per ogni famiglia di prodotto il totale del potenziale di vendite del centro di ottico e riportando nello stesso schema le giacenze al momento della sua compilazione. Ovviamente le quantità di cui va pianificato l’acquisto sono rappresentate dalla differenza tra il potenziale della vendita e le giacenze depurate di quelle obsolete commercialmente, la cui probabilità di vendita è molto bassa. Fin qui non abbiamo detto che per fare questo tipo di programmazione è indispensabile disporre di un programma di gestione del magazzino, caricato con continuità dei dati di vendita e di acquisto. Forse è impegnativo procedere in questo modo, ma navigare a vista può portare a risultati molto pesanti. L’esposizione a parete è lo specchio parlante dell’assortimento. Questa tecnica di esposizione, che si chiama display, è lo strumento che guida il consumatore negli acquisti grazie all’adozione di tecniche di realizzazione specifiche. Nella stragrande maggioranza dei negozi di ottica il display è organizzato per marche, cioè la cosa che il consumatore ha più in mente, mentre non viene utilizzato, quasi mai, per evidenziare prezzi, forme e quant’altro. Nella scala dei valori delle leve della gestione quelle dell’assortimento e dei prezzi sono per importanza inferiori solo a quella della location.

que la possibilità di pianificare gli assortimenti e gli acquisti, seguendo uno schema che può essere attuato con un semplice foglio elettronico, che però dev’essere alimentato dai movimenti di magazzino, cioè dal saldo per prodotto di giacenze più acquisti meno vendite. Questo schema è riportato nella tavola che pubblichiamo ed è un tentativo di semplificare e disciplinare le variabili che influenzano le vendite di montature e occhiali da sole. L’informazione che identifica i prodotti è ovviamente la codifica del modello così com’è classificato dal fornitore/produttore, ma questa identificazione non ha alcuna valenza per il consumatore che, a seconda delle due categorie di prodotto che stiamo esaminando, fa prevalere nelle proprie scelte la forma della montatura e/o il materiale (glasant, farfalla, mascherina, ecc), la marca, ma quasi mai identifica uno specifico modello, tranne che per alcuni modelli di grande successo. La variabile che però opera trasversalmente per tutte le tipologie di consumatori è il valore del prezzo. Ogni consumatore attribuisce a tutti i prodotti una scala di valore delimitata da un tetto massimo che rappresenta la sua barriera psicologica d’acquisto. Tendenza generalizzata è quella che colloca l’attenzione del consumatore sul valore medio alto della scala dei prezzi da lui identificata. È per questa ragione che, dove gli assortimenti sono ben fatti, i prodotti più venduti sono quelli a prezzo medio/medio alto. In questi casi media dei prezzi e mediana dei pezzi venduti tendono a coincidere. Nella tavola citata le diverse sfumature di giallo/arancione identificano le fasce di prezzo in cui sono collocati i prodotti a più alta vendita, la cui somma rappresenta in genere più del 50% delle vendite in pezzi della categoria. Se si condividono queste premesse è abbastanza semplice comporre uno schema di classificazione

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attualità

Da venditori a consulenti, con la formazione Vision Group Da febbraio ad aprile si è svolto il primo ciclo d'incontri per le persone di contatto con la clientela nel centro ottico. E il percorso continuerà focalizzandosi sulla gestione del cliente

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di Angelo Magri

smare per “concludere”), per la vendita del servizio (personalizzare le caratteristiche dell’offerta valorizzandone tutte le componenti in una logica di beneficio per il singolo cliente) e per la fidelizzazione del cliente (creare un legame con la persona, “vendere” il valore del rapporto individuale, valorizzare tutte le soluzioni personalizzate che il centro ottico gli può offrire). «Il percorso verrà sviluppato con una metodologia innovativa e l’utilizzo di supporti multimediali, quali mail e newsletter, materiali di lettura e di approfondimento, filmati esemplificativi, questionari e strumenti di autovalutazione, assistenza individuale personalizzata – sottolinea Bianchi – Ogni incontro rappresenterà anche un’importante opportunità per

l programma formativo, organizzato dalla Vision Group Academy, ha come titolo: “Tecniche di vendita: facciamole lavorare”. «Sono stati progettati tre incontri per ogni area, per un totale di 42 meeting su scala nazionale, che, dando per acquisita la conoscenza delle tecniche di base, si propongono di fornire ai partecipanti modelli comportamentali di riferimento per ottimizzare le opportunità di vendita nel quotidiano rapporto con i clienti», spiega Maurizio Bianchi, responsabile Qualità e Formazione di Vision Group. Il ciclo è stato studiato per la vendita empatica (coinvolgere per “aprire”, ascoltare per “guidare”, personalizzare per “influenzare”, entusia-

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attualità

meglio focalizzare e condividere le strategie e i supporti del Gruppo e discutere di tutti quegli accorgimenti che possono ulteriormente migliorare la qualità del servizio al cliente finale da parte dell’affiliato e dei suoi collaboratori». Il team di formazione è coordinato per l'aspetto tecnico-professionale da Massimo Panattoni, ottico optometrista, titolare di tre centri VisionOttica Paros, nel Monferrato. «La novità sostanziale di questo iter formativo sta nel fatto che i corsi non sono tenuti soltanto da consulenti di marketing, bensì arricchiti dalle esperienze pratiche di chi queste tecniche le applica tutti i giorni e cerca di renderle più produttive per il negozio di ottica – afferma Panattoni – L’obiettivo è la metamorfosi dell’ottico da semplice venditore a consulente: un atteggiamento che in altri settori merceologici è già presente, mentre nell’ottica fatica a prendere piede, dato l’ampio spettro di competenze richieste al professionista. Così Vision Group Academy ha voluto focalizzarsi su attività di centri ottici che, pur in dinamiche congiunturali difficili come le attuali, non vogliano abbassare la

Autunno in… sicurezza «L’accordo Stato-Regioni ha definito la modalità e i tempi per la formazione obbligatoria dei dipendenti prevista dal decreto legislativo 81/2008 sulla sicurezza. Ogni dipendente dovrà fruire di 4 ore di formazione di base e di altre 4 ore di formazione specifica, da svolgersi entro il 26 gennaio 2013: ulteriori 6 ore di aggiornamento dovranno essere fruite entro i cinque anni successivi alla frequenza dei primi corsi – ricorda Maurizio Bianchi - Mentre per la formazione di base (4 ore) e per gli aggiornamenti quinquennali (6 ore) è possibile utilizzare la Formazione a Distanza, per la formazione specifica è prevista la sola modalità di corsi in aula con l’emissione di un attestato di frequenza rilasciato tassativamente da un Ente di Formazione Accreditato autorizzato da un Ente Bilaterale Qualificato». Così, per agevolare l’adempimento di questo obbligo Vision Group Academy ha dato precedenza assoluta nella formazione autunnale alla realizzazione sul territorio dei corsi di formazione specifica per i dipendenti (4 ore d’aula). Il corso tratterà argomenti come concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della sicurezza aziendale, diritti, doveri e sanzione per i vari soggetti che operano in azienda, organi di vigilanza, controllo e assistenza. «Il corso sarà realizzato nel rispetto delle modalità previste dalla Conferenza Stato Regioni con il supporto di un Ente di Formazione Accreditato e il coinvolgimento di un Ente Bilaterale, verrà gestito da relatori qualificati e darà diritto al conseguimento di un attestato di frequenza valido ai fini di legge – dice il responsabile Qualità e Formazione di Vision Group – Si comincerà il 24 settembre a Milano e si terminerà il 12 novembre ad Ancona, per un totale di quattordici tappe, che copriranno tutte le aree di riferimento di Vision Group». guardia, sulle opportunità offerte dal marketing per arricchire la proposta al cliente finale con un più elevato livello di professionalità e sull’offerta commerciale, che dev’essere più concorren-

Due dei corsi sulle tecniche di vendita di Vision Group Academy: sopra tenuto da Massimo Panattoni, nella pagina precedente da Huber Donà

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ziale rispetto al punto vendita di nicchia». Questo approccio è la diretta conseguenza dei feed back ricevuti da Vision Group Academy durante il roadshow organizzato nella seconda metà del 2011. «Un consumatore finale sempre più informato e con esigenze nuove, ma, proprio per questo, anche più confuso: è quanto emerso dal roadshow dell’anno scorso, per cui era necessario un programma che potesse dare risposta a queste richieste provenienti dagli affiliati», dice ancora Panattoni. Quali, invece, le tappe future. «Alla luce dei risultati ottenuti finora e dell’apprezzamento espresso dai partecipanti, la prossima fase del percorso formativo di Vision Group Academy punterà sulla gestione del cliente in toto, tenendo cioè conto di tutti i suoi bisogni nel momento in cui entra in un centro ottico», spiega Panattoni.


AMARCORD

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«Quanto manca quella sua pacca sulla spalla…» L’immagine, semplice e affettuosa, è del figlio Paolo e sintetizza il carisma e la personalità di Maurizio Ciati, che ha scritto un capitolo importante della tecnologia italiana a servizio degli ottici italiani

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redici milioni e mezzo di fatturato annuo, centoquaranta collaboratori, dieci depositi in tutta Italia, quindici agenti. I numeri non sono la chiave di lettura di questa rubrica, ma nel caso di Maurizio Ciati rendono al meglio l’idea di quanto ha costruito. Sia-

di Angelo Magri

mo alla fine del 2005 e l’imprenditore, parmigiano di nascita ma milanese d’adozione, non c’è più da oltre un anno. Tuttavia è come se ci fosse ancora: nel 2005, infatti, viene ufficializzato l’acquisizione di Atr Mec Optical da parte della francese Bbgr. E quei numeri, realizzati in poco più di vent’anni sotto la guida di Ciati, sono la migliore credenziale perché una

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società come quella francese, in orbita Essilor, decida di investire in una solida realtà italiana. «Noi vendiamo un dispositivo medico, non siamo quindi dei meri commercianti. E il nostro fine dev’essere sempre e solo uno: che il cliente finale ci veda bene. Questo era il pensiero di mio padre che ne ha guidato sempre l’azione professionale», dice Paolo Ciati,


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Nella pagina a fianco: inizio anni ’70, Maurizio Ciati (il terzo da destra) a una delle prime edizioni del Mido, nello stand Rodenstock; sotto l’imprenditore milanese in una delle sue ultime immagini ufficiali

che oggi, dopo una breve parentesi alla direzione generale della Atr Mec subito dopo l’ingresso di Bbgr, dal padre ha ereditato non solo l’insegnamento, ma anche la prima struttura logistica e guida la E-Clipse, società con vendita al dettaglio di occhiali, laboratorio, licenza delle lenti oftalmiche Nikon e house brand See Vision. Maurizio Ciati nasce a Parma nel 1942, prende il diploma di ottico alla scuola civica di Milano e si trasferisce in Cadore per insegnare all’istituto statale di Pieve. L’allora nascente distretto degli occhiali è teatro di due incontri per lui decisivi: quello con Raffaella Zuliani, che di lì a breve diventerà la compagna di una vita, e quello con Emilio Ciliotta, che vede in lui le potenzialità per vendere agli ottici prodotti di alto livello, come le lenti e gli strumenti Rodenstock. Così Maurizio viene a Milano, dove si sposa e comincia a fare mille lavori. «La sua passione per l’ottica, tuttavia, insieme alla sua grande voglia di vivere, non la mise mai da parte, anzi fu il motore di tutte le sue scelte – spiega Paolo – Ha sempre voluto creare qualcosa di sano e di bello per il nostro settore, coinvolgendo anche le multinazionali». L’attività in Rodenstock procede positivamente, tanto da diventare un responsabile d’area. Poi arriva l’esperienza in Oliva, società che di lì a poco vivrà un triste epilogo, ma che a lui offre un ulteriore bagaglio di conoscenze professionali,

soprattutto in termini di relazioni con ottici e agenti sparsi su tutto il territorio nazionale: siamo sul finire degli anni ’70 e Ciati riveste un ruolo commerciale nell’azienda milanese che distribuisce le lenti della Bbgr e le Reactolite, le prime fotocromatiche della Pilkington. Ma sono gli anni ‘80 a sancire il salto di qualità e a fare del bravo commerciale un imprenditore di successo. «Decise di rilevare l’azienda di Carate Brianza di proprietà dei fratelli Mazza, che produceva prodotti e accessori per vari settori merceologici – ricorda il figlio Paolo – La riconvertì in un’impresa specializzata in riuniti, ne trasformò il nome in Meccanottica Mazza, strinse collaborazioni con le migliori aziende italiane di tecnologia

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oftalmica e si ritagliò, quindi, un ruolo già significativo nel panorama dell’offerta di strumentazione di qualità per i centri ottici del nostro paese e non solo: papà non conosceva l’inglese, comprava i corsi in audiocassetta in edicola, che regolarmente non ascoltava mai, intanto però girava il mondo e le fiere, da Parigi a Hong Kong». Non passa molto tempo, tuttavia, che la salute gli presenta il primo conto da pagare: un infarto lo costringe a un riposo forzato, che viene interpretato dai fratelli Mazza, ancora titolari di una quota minoritaria del pacchetto azionario dell’azienda lombarda, come un campanello d’allarme. Si danno subito da fare, quin-


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Era come una candela che brucia da due parti! «In questo modo arde più in fretta, ma fa molta più luce: Maurizio Ciati, per me, era proprio così». Marco Compare riassume con queste parole il suo ricordo dell’imprenditore milanese, per il quale ha lavorato dall’81 fino al giorno della sua morte. «Il momento clou per lui era il Mido: sentiva l’evento, quando si avvicinavano le date sembrava un leone in gabbia, ci credeva – racconta Compare, che oggi si occupa di marketing e comunicazione presso la E-Clipse di Paolo Ciati – Ha partecipato a tutti i Mido, sin dalla nascita della fiera. In quei Mido prima di tutto si vendeva, si presentavano tutte le novità, era quindi la cartina di tornasole per valutare se un’azienda fosse in crescita o meno». Tanto che a Mido è legato, tra i numerosi ricordi, l’aneddoto che non potrà mai dimenticare. «Il signor Ciati voleva che lo stand delle sue aziende, prima Meccanottica Mazza, poi Meccanoptica, quindi Atr Mec fosse al centro del padiglione di tecnologia, perché tutti potessero vederlo e raggiungerlo facilmente – dice Compare – Un anno mi scordai le carte sulla scrivania e feci passare il termine ultimo per la conferma del solito stand. Corsi dagli organizzatori della fiera insieme a lui, ma non ci fu nulla da fare: lo spazio tradizionale, quello preferito, non era più disponibile. Al ritorno in azienda il signor Ciati non mi disse una parola: credevo che quell’errore avrebbe significato la fine della mia avventura professionale con lui, invece ancora una volta mi stupì. Ora devi farmi il miglior Mido che ho mai avuto, mi disse. E il nostro stand, pur posizionato in una zona più defilata, venne visitato e addirittura appositamente cercato da centinaia di clienti italiani e stranieri».

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di, per trovare nuovi investitori, così Maurizio Ciati, impossibilitato a rilevare anche la loro parte, si trova costretto ad abbandonare il gioiello che ha fin lì costruito. «Non siamo ricchi, viviamo del nostro lavoro e continueremo a farlo, senza portare rancore ad alcuno: un altro avrebbe maledetto gli uomini e il destino, mio padre invece preferì usare queste parole e si rimise in pista», ricorda il figlio. Viale Lunigiana, circonvallazione esterna a est di Milano: riparte da qui, da un piccolo laboratorio, la corsa di Maurizio Ciati. «Voleva ributtarsi sulle lenti oftalmiche, ne comprendeva le potenzialità di sviluppo economico e tecnologico – spiega Paolo – Cominciò, quindi, a costruire quelle standard, le lenti bianche, investendo in macchinari appositi e puntando su consegne velocissime». Nasce così, nel 1984, Meccanoptica, che tre anni dopo si trasferisce in un capannone molto più ampio, in fondo a viale Monza, al confine con Sesto San Giovanni, dove ha sede oggi la società del figlio: ecco il nuovo salto di qualità dell’ottico venuto da Parma e passato poi dal Cadore. Direttore di produzione è Gianluca Ciati, il figlio maggiore, mentre Paolo si occupa di amministrazione e commerciale, spalla a spalla con Pino Loiacono, responsabile della Direzione Vendite. Una squadra affiatata e motivata, guidata da un vero capitano, duro ma leale, esigente ma comprensivo. «Sin dai suoi esordi in viale Lunigiana, la


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Da sinistra in senso orario: anni ’60, un giovane Ciati in mezzo ad alcuni colleghi, quando insegnava all’istituto statale di ottica di Pieve di Cadore; in azione sul bob, altra sua grande passione: in questa disciplina fu riserva della Nazionale alle Olimpiadi di Cortina d’Ampezzo; nel negozio di foto ottica di via Parini a Milano, aperto insieme alla moglie

Meccanoptica faceva sì un prodotto, ma in realtà noi lo consideravamo un servizio – sottolinea Paolo Ciati – La sensibilità di mio padre e i suoi contatti allacciati in quasi vent’anni di attività, unita alla qualità della produzione, spinsero, perciò, anche i marchi internazionali ad affidarsi a noi. Del resto papà sapeva essere lungimirante, attrezzandosi anche in anticipo rispetto ai colossi internazionali per offrire servizi innovativi ai clienti: fu di Meccanoptica uno dei primi macchinari installati in Italia per fare l’antiriflesso, che in breve tempo sarebbero diventati addirittura due. E il policarbonato per le lenti oftalmiche: la so-

cietà guidata da mio padre lo produceva già nel 1992, una decina d’anni prima che fosse “scoperto” dai concorrenti». Così, dopo la Bbgr, che le garantisce la distribuzione esclusiva sul mercato italiano dei suoi prodotti, nel ’91 la società milanese lancia le montature in titanio della Nikon, marchio che un paio d’anni più tardi concede a Meccanoptica anche l’esclusiva per l’oftalmico: e non solo per la distribuzione, ma anche per la produzione, «unici al mondo a realizzare localmente le lenti con il consenso della casa madre giapponese», afferma Paolo Ciati. Verso la metà degli anni ’90 Maurizio Ciati riesce a trasformare una questione spinosa in un’opportunità. «Papà decise di cambiare nome all’azienda: non più Meccanoptica, ma da allora in avanti Atr Mec Optical – spiega il figlio minore – La sua sempre più capillare penetrazione sul mercato del nord Italia, soprattutto in Lombardia, la quale rappresentava quasi il 50% del fatturato complessivo, rischiava di sovrapporsi con l’attività, nella stessa regione, di Meccanottica Leonardo, società controllata da Leonardo Del Vecchio. Papà, quindi, volle puntare su una parte di nome, Mec Optical, che

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Settembre 2001, con la moglie, Raffaella Zuliani, e Roberto Tussardi, uno degli agenti di più lunga data della famiglia Ciati, prima con Maurizio, oggi con Paolo responsabile delle lenti Nikon per il Triveneto

ricordasse le nostre origini, e su un’altra parte, Atr, acronimo di Advanced Technologies Research, che mostrasse chiaramente l’obiettivo di un ulteriore salto di qualità dal punto di vista tecnologico e di un’espansione sull’intero territorio nazionale». I numeri elencati all’inizio confermano che, una decina d’anni dopo, le aspettative sono state soddisfatte. E questo nonostante

la lotta di Maurizio Ciati contro la dialisi e una brutta forma di diabete, che lo costringe persino all’amputazione di una gamba. «Ma lui non si è mai fermato di fronte a nessuno di questi ostacoli né davanti a difficoltà di altro genere, finché la salute lo ha sorretto – dice Paolo – Dobbiamo ringraziare tutti coloro, e sono tanti, che gli sono stati vicino e lo hanno accompagnato nelle molteplici avventure

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che ha saputo affrontare. Alcuni di loro sono ancora qui, nella società che oggi guido e nella quale, in ogni cosa che fa, riecheggiano il suo spirito e il suo insegnamento». Eppure, nel racconto del figlio, si legge in filigrana una sorta di vuoto. Il vuoto lasciato da un imprenditore e da un padre che se n’è andato troppo presto, come se dovesse ancora completare il proprio lavoro. «Papà ci lasciò a


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Maurizio Ciati accanto a due ottici di riferimento a Milano: da sinistra, Carlo Redaelli e Giovanni Pallavicini; allo stand di Nikon, durante uno dei suoi ultimi Mido, in una tenera posa con la moglie, mentre li guarda divertito il figlio Gianluca

tre giorni dall’incontro decisivo con i vertici francesi di Bbgr per la cessione di Atr Mec – ricorda Paolo – Tutto era pronto e, difatti, poi l’operazione andò in porto, ma personalmente venne a mancarmi un punto di riferimento importante, quella pacca sulla spalla che era stata fondamentale per la mia crescita personale e professionale, forse senza che nemmeno me ne rendessi conto». Maurizio era solito riprendere il figlio con una frase, a metà tra il serio e lo scherzoso: cosa vuoi capirne ora, solo quando avrai 35 anni potrai capire tutto. «Purtroppo, però, se n’è andato quando di anni ne avevo soltanto 32…».

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Un po’ per sport, molto per passione 24

Funziona li sì, fashion pure

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Con Essilor allenat i e... informa ti

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Ricerca e business viaggian o insieme

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Per uno sportivo sempre più attento

La funzionalità visiva è fondamentale per chi pratica una disciplina sportiva, a livello agonistico o semplicemente amatoriale. Tanto che gli ottici optometristi più preparati si trasformano in veri e propri consulenti della visione, proponendo i giusti occhiali vista-sole o applicando le lenti a contatto adatte. Grazie al prezioso contributo di quelle aziende fornitrici che si trovano sul mercato… non certo per sport!

Sport e moda:

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Visione e sport: torniam o a parlarn e una lac

42 Mettere non è un gioco… . ..

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Funzionali sì, fashion pure Nel triathlon l’occhiale deve proteggere da sole e vento, con una lente che agevoli nei cambi di luminosità, oltre a essere leggero, stabile e con un ampio campo visivo. Ma per una giovane atleta come Anna Maria Mazzetti, che rappresenta l’Italia a Londra 2012, deve anche adattarsi alla sua personalità

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di Angelo Magri

Da quando utilizza gli occhiali Adidas? Sono stati i primi occhiali che ha scelto? Utilizzo gli occhiali Adidas da gennaio 2012, ma non sono stati i primi. Che caratteristiche deve avere l’occhiale quando corre e quali invece quando va in bicicletta? Leggerezza, stabilità, ampiezza del campo visivo: sono i requisiti che deve avere il mio occhiale

'appuntamento è per il 4 agosto, il giorno del triathlon alle Olimpiadi londinesi. Questa impegnativa disciplina, che comprende corsa, bici e nuoto, vede Anna Maria Mazzetti vestire i colori azzurri. Mazzetti figura tra gli atleti olimpici su cui ha puntato Adidas eyewear, il brand di montature sportive in licenza a Silhouette.

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perfetto quando corro. Durante la frazione in bici, gli occhiali mi devono proteggere dal sole, dal vento e dai cambi di luminosità. In entrambi i casi i miei occhiali devono anche essere fashion, perché mi piace aumentare il mio lato femminile. Quanto incidono le condizioni atmosferiche nel triathlon e che aiuto possono dare gli occhiali? Per un atleta è importante adattarsi velocemente a qualsiasi condizione atmosferica, per cui gli occhiali devono agevolarlo anche in tal senso: l'occhiale può, quindi, aiutare l'atleta adattandosi in modo rapido ai cambi di luce e a eventuali acquazzoni improvvisi durante la competizione. Gli occhiali devono avere anche un fattore estetico importante? In questo senso, cosa la spinge a scegliere un modello anziché un altro? Certo! Gli occhiali oltre che funzionali sono comunque un accessorio e, come una collana, una borsa o un paio di scarpe con tacco, aggiungono un tocco in più alla tua personalità. Quindi li scelgo non solo per le caratteristiche tecniche e la vestibilità, ma anche in base al mio gusto personale. Collabora con Silhouette nel design dell’occhiale? Al momento no, ma mi piacerebbe moltissimo. Quali sono i punti di forza degli occhiali Adidas? Sicuramente la vestibilità è un loro plus: aderiscono molto bene al viso. E il modello Adidas per le Olimpiadi di Londra? Penso adizero tempo S, nei colori blu e bianco.

Da tre anni al vertice del triathlon mondiale Ventitreenne di Magenta, in provincia di Milano, tra il 2009 e il 2012 Anna Maria Mazzetti è stata tre volte campionessa italiana, terza ai Campionati Europei Under 23 nel 2010 e negli ultimi tre anni si è sempre piazzata al secondo posto nella World Cup di specialità. Ha iniziato a praticare il triathlon per gioco all’età di 8 anni con il Friesian Team di Magenta, guidata dal coach Daniele Bargellini che continua a seguirla anche oggi. Il suo percorso sportivo ha avuto una svolta nel 2008, quando è entrata nel gruppo sportivo della Polizia di Stato, le Fiamme Oro. Oltre all’attività agonistica, Anna Maria studia Economia all’Università Bicocca di Milano.

Anna Maria Mazzetti mentre fa stretching prima della frazione di corsa e, sotto (nella foto Delly Carr/ ITU Media), a Sydney, prima della frazione in bicicletta: indossa gli adizero tempo del brand in licenza a Silhouette

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Con Essilor allenati e… informati La multinazionale ha riorganizzato Essicolor, la gamma di colorazioni per sole, sport e tempo libero. E punta a un maggiore coinvolgimento sia del centro ottico sia del cliente finale di Mario De Paola

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econdo Massimo Barberis una parte della responsabilità è delle aziende fornitrici. «Molti consumatori sono ancora convinti che, se si è ametropi, per fare sport sia assolutamente necessario indossare un paio di lenti a contatto e proteggersi con un paio di occhiali da sole – dice il direttore marketing e vendite di Essilor Italia – Eppure oggi è possibile graduare con ottimi risultati anche montature con curve importanti: tocca a noi produttori, quindi, comunicarlo sempre di più e meglio». Ed è quello che conta di fare Essilor nell’estate 2012 con la riorganizzazione dell’offerta Essicolor, la gamma completa delle proposte correttive solari: declinate nelle differenti destinazioni d’uso, aiuterà l’ottico a consigliare al portatore la miglior protezione visiva in base alle specifiche necessità e allo stile di vita di ciascuno. Secondo la multinazionale oftalmica, Essicolor è un nuovo modo di concepire le colorazio-

ni. «Considerate per molto tempo come un semplice optional, è giunto ora il momento di svelare le loro vere qualità e gli aspetti tecnici su cui si basano le loro proprietà specifiche – affermano alla Essilor - Le colorazioni più note sono quelle usate ai fini della protezione solare per ridurre il riverbero e l’intensità della luce, ma ne esistono molte altre, sviluppate per migliorare l’acuità visiva, riducendo l’affaticamento o semplicemente per stare al passo con le nuove tendenze della moda. Con Essicolor la scelta della colorazione non si basa solo su motivazioni di carattere estetico, ma deve tener conto anche dei vantaggi offerti da ogni opzione in base alle necessità specifiche di ciascun portatore». La proposta Essicolor si sviluppa su quattro linee, disponibili per tutte le correzioni visive: SunProtection, lenti polarizzanti e tonalità scure; CityTrend, tonalità chiare e specchiate alla moda; ActivLife, colorazioni specifiche per le attività sportive; MedicalVision, protezione e prevenzione per occhi particolarmente sensibili. Un’attenzione

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speciale viene riservata alle lenti correttive solari per lo sport. «L’80% delle informazioni che raccogliamo sull’ambiente che ci circonda deriva da ciò che vediamo. Una buona percezione dei contrasti è, quindi, ancora più importante durante le attività sportive che richiedono una particolare attenzione per garantire prestazioni ottimali – aggiungono al gruppo con casa madre in Francia - La colorazione delle lenti gioca un ruolo importante nell’ottimizzare le prestazioni visive in linea con l’ambiente. Essilor propone Sports SOLutions, le lenti specifiche per migliorare le prestazioni visive durante le attività sportive: sei tonalità appositamente concepite per oltre venti tipi di sport e disponibili in materiale Airwear Plus 1.59, sottile, leggero ed estremamente resistente agli urti. Per contrastare l’abbagliamento da riverbero, inoltre, Essilor propone Xperio, la famiglia di lenti correttive polarizzanti che offrono comfort e qualità di visione superiori rispetto alle lenti solari tradizionali. Adatte a tutti i tipi di attività, in tutte le stagioni, le lenti polarizzanti Essilor


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Masnaghetti: oggi il vista-sole soddisfa tutti «Chi ha problemi visivi e vuole comunque praticare una o più attività sportive deve inevitabilmente mettere in conto di sopportare una spesa economica: la lente a contatto non sempre è la soluzione ideale, perché non tutti riescono a portarla. Ecco che, quindi, bisogna affidarsi a un buon centro ottico per un occhiale vista-sole adatto». Così Paolo Masnaghetti riassume l’incontro tra domanda e offerta per il segmento sport. Un segmento che conosce molto bene, perché non solo guida il centro ottico di Gallarate, aperto nel 1992, ma anche perché pratica personalmente jogging, golf, vela e sci, testando quindi la qualità delle montature e delle lenti. «Essilor oggi offre una serie di opportunità importanti nel sole graduato, grazie alla gamma di colorazioni Essicolor – spiega Masnaghetti – Da un lato, infatti, propone lenti in policarbonato che vantano una resistenza alla rottura molto elevata, dall’altro dà la possibilità di avere colori specifici per un ampio ventaglio di discipline sportive, a seconda delle esigenze visive imposte da ognuna di queste». L’ottico di Gallarate, inoltre, ricorda che oggi i clienti che vogliano un occhiale vistasole possono scegliere tra una vasta offerta non solo di colorazioni, «con la giusta attenzione pure alla componente Xperio eliminano l’abbagliamento da riverbero fornendo visione chiara, percezione naturale dei colori e protezione dai raggi Uva e Uvb». A completamento dell’offerta Essicolor c’è il nuovo trattamento Crizal UV per proteggere gli occhi dalle radiazioni ultraviolette che colpiscono la superficie interna delle lenti, offrendo protezione globale dai raggi Uva e Uvb. Per ogni proposta solare è, inoltre, indicato il valore E-SPF (Eyes-Sun Protection Factor), il nuovo indice introdotto da Essilor che

fashion, ma anche di trattamenti come polarizzate o antiriflesso, ad esempio il nuovo Crizal Uv di Essilor a protezione dei riflessi interni», dice Masnaghetti.

Paolo Masnaghetti, titolare dell'omonimo centro ottico di Gallarate, in azione sul green

certifica il valore globale di protezione Uv offerta dalle lenti. Quanto più alto è il valore E-SPF, tanto maggiore è il livello di protezione contro i dannosi raggi Uva e Uvb: un modo semplice e diretto per far comprendere ai portatori l’importanza della protezione dai raggi ultravioletti per gli occhi. Sulla gamma di colorazioni Essicolor il valore E-SPF raggiunge 50+, offrendo la maggiore protezione Uv. «L’offerta Essicolor fa oggi parte del percorso di formazione “Corretti e protetti”,

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attraverso il quale spieghiamo al punto vendita le opportunità che può trarre dalla nuova gamma di colorazioni di Essilor – ricorda Barberis – A partire dall’estate 2012 Essicolor è stata riorganizzata proprio per illustrare meglio al consumatore le potenzialità dei prodotti che ne fanno parte, passando dalla formazione e dall’informazione dell’ottico: quest’ultimo ha ricevuto molto più materiale per il proprio negozio e ha finora mostrato un interesse elevato e concreto nei confronti di Essicolor».


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Ricerca e business viaggiano insieme In Carl Zeiss Vision sono convinti che, pur di nicchia, il segmento delle lenti oftalmiche per chi fa sport mantenga un ruolo rilevante. Attenzione alle specifiche necessità d’uso, capacità di innovazione e formazione per l’ottico optometrista sono le chiavi di successo

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ell’ultimo decennio il business dell’oftalmico dedicato a chi pratica attività sportive è risultato in netta crescita. «Pur rimanendo una nicchia all’interno del fatturato dei centri ottici, si tratta comunque di un fenomeno evidente – afferma Giovanni Guiraud, trainer lenti oftalmiche di Carl Zeiss Vision – I motivi? Innanzitutto il consumatore è più maturo, per cui va alla ricerca di prodotti che gli consentano di avere prestazioni visive elevate in qualsiasi condizione di luce, meteorologica e climatica. E poi perché le aziende leader nella produzione di lenti oftalmiche, tra cui naturalmente Carl Zeiss Vision, hanno saputo formare l’ottico e contribuire a farne un interlocutore affidabile per il cliente finale che pratica ciclismo, vela, sci, golf o quant’altro il variegato mondo dello sport è in grado di proporre». Carl Zeiss Vision, nell’ambito della ricca proposta Zeiss, offre alla propria clientela due

di Angelo Magri

famiglie consolidate di prodotti in grado di rispondere al meglio alle aspettative degli sportivi, amatoriali o di alto livello. «Oggi il binomio vincente è dato dall’offerta di lenti adatte anche

a montature avvolgenti, capaci di fornire la gradazione compensata adatta a chi fa sport su tutte le monofocali e progressive, abbinata a colorazioni specifiche», spiega Guiraud. Zeiss risponde con una linea completa di lenti della linea Sport, abbinabili alle colorazioni ad alte

prestazioni della famiglia Skylet: Fun, Road e Sport, accomunate da un’elevata percentuale di assorbimento della luce blu, che crea problemi di abbagliamento

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e una non perfetta definizione dei contrasti. «Utilizzando le colorazioni Zeiss Skylet si ottiene una visione più rilassata e una minore sensazione di immagine diffusa», sottolinea Guiraud. Per gli amanti del golf, Zeiss propone la colorazione Progolf. Il trattamento è disponibile sull’intera gamma delle lenti in materiale organico 1.5 ed è consigliato per un’utenza esigente che ama il green. «A differenza delle colorazioni standard, Progolf elimina i riflessi superficiali e migliora il contrasto grazie all’assorbimento selettivo della luce - dice il trainer di Carl Zeiss Vision – Consente, quindi, al giocatore di avere una visione perfetta in ogni situazione, anche in presenza di cambiamenti di luce, nonché una perfetta visione e percezione del terreno». E per finire la gamma delle lenti polarizzate SkyPol di Zeiss rappresenta «la migliore soluzione per tutti coloro che praticano attività a contatto con l’acqua, come la vela o la pesca, perché consentono di eliminare tutti i fastidiosi riverberi, grazie alla loro struttura a microrete verti-


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Giovanni Guiraud, trainer lenti oftalmiche di Carl Zeiss Vision

cale che elimina gli elementi oscillanti della luce, molto frequenti in presenza di uno specchio d’acqua – afferma Guiraud - Con SkyPol, i riflessi vengono abbattuti e i colori e contrasti resi più intensi». La ricerca procede di pari passo con la domanda degli sportivi. «Chi pratica uno sport mette al primo posto sempre e comunque la performance

di un paio di occhiali rispetto all’aspetto estetico: il che non significa che il prodotto finale non debba essere gradevole, ma che sport e fashion rimangono due mondi distinti – ricorda il trainer di Carl Zeiss Vision – E poi le discipline sportive sono in costante aumento o evoluzione: Zeiss si prefigge di soddisfare le esigenze visive che ne conseguono».

Zeiss, con PhotoFusion lo scurimento è “superveloce” Lenti a scurimento automatico? Sì, ma con una reazione più rapida. Si tratta di un’esigenza sempre più sentita da coloro che praticano, a qualsiasi livello, una disciplina sportiva. Così Carl Zeiss Vision propone le lenti PhotoFusion, che reagiscono con una velocità del 20% superiore alle precedenti versioni di lenti fotocromatiche dell’azienda «Le lenti PhotoFusion, infatti, si scuriscono in 15-30 secondi e tornano chiare mediamente in 5-10 minuti – spiegano in Carl Zeiss Vision - Risultano particolarmente chiare in ambienti interni (92% di trasparenza con trattamento antiriflesso) e diventano molto scure alla luce del sole (11% di trasparenza con trattamento antiriflesso). Offrono il 100% di protezione ai raggi UV fino a 400 nm e un’eccellente stabilità cromatica per una visione naturale. Mantengono inoltre la loro capacità di scurimento automatico a lungo».

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Per uno sportivo sempre più attento Lo definisce così Roberto De Gennaro, numero uno di Dai Optical, alla luce dei positivi risultati ottenuti anche sul segmento tecnico dopo un semestre di comunicazione in televisione e sul web di Angelo Magri

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vita senza compromessi: è la linea delle lenti per occhiali i è evoluta la sensibilità degli ottici avvolgenti ideale per chi pratica attività all’aria aperta italiani nei confronti dei prodotti in quanto fornisce protezione dal sole, dal vento e dalla oftalmici per le attività sportive? polvere; potendo combinare basi, indici, materiali, colori «Sicuramente sì, vista la richiesta e trattamenti sia su monofocali sia progressive, assicucrescente di lenti e trattamenti ad ra ottime performance di estetica e hoc. Siamo stati fra resistenza. Quest’anno Dai Optical ha le prime aziende in lanciato le lenti Libera Novae, un’intera Italia a introdurre gamma di lenti avvolgenti Free Form, sistemi di montaggio a fresa specifici per della famiglia delle Daitach Plus, per la occhiali sportivi (da qui il nome dato al correzione di ametropie basse, medie, tipo di montaggi “no limits”) che prealte e altissime, prodotte con particolari sentano sfaccettature, alesature, ecc. Il tecniche di costruzione che permettonostro reparto montaggi è conosciuto per no personalizzazioni ultrasottili. Il bordo l’altissima tecnologia, la totale automatizdella lente presenta una raccordatura zazione e vi operano maestri montatori, multiasferica e ha un potere ricalcolaveri professionisti nel settore, che garanto. La novità importante è che Libera tiscono un’elevata qualità nella lavoraNovae è realizzata mantenendo un zione artigianale, oltre che un’attenzione Un’immagine del laboratorio rapporto ideale fra comfort visivo e risempre crescente per i processi d’innodell’azienda pugliese duzione di spessore, con una zona ottica vazione tecnologica. Le nuove fresatrici variabile da 35 a 65 mm con forma tonda, ellittica o vae sistemi di montaggio industriale garantiscono l’assoluta libertà di scegliere le forme più particolari e le sfaccettatu- riabile in funzione della montatura. La zona ottica variabile, la tecnologia Daitach Plus e, quindi, il ricalcolo del re più ricercate, comprese quelle diamantate, di incidere potere garantiscono una visione perfetta: compensando sulle lenti loghi, icone o le proprie iniziali, di creare i le distorsioni generate dall’elevata curvatura delle lenti, biselli esteticamente più gradevoli, alesature, ancore permettono di raggiungere uno standard qualitativo ed di aggancio e tanto altro, così da soddisfare le esigenze estetico mai visti prima, rendendo graduabili occhiali estetiche più svariate». Così Roberto e Onorio De Gennaavvolgenti non graduabili con tecnologie tradizionali. ro, titolari di Dai Optical, proiettano l’azienda pugliese nel Alle lenti per occhiali avvolgenti si affiancano altri segmento dei prodotti tecnici per le varie attività sportive. prodotti per chi cerca nell’occhiale da sole l’accessorio Quali sono le lenti che Dai Optical dedica speglamour ma anche confortevole senza dover scegliere cificatamente allo sport o, più in generale, alle per l’uno o per l’altro. Tra queste va segnalata la Orgalite attività all’aria aperta? Polar, l’unica lente in materiale organico a essere prodotLa ormai storica linea Libera offre soluzioni differenti ta in diversi indici con filtro polarizzante, che permette di per permettere al portatore di scegliere il proprio stile di

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Alcune campagne di Dai Optical per tipologie di lenti particolarmente adatte a chi fa sport

anche i prodotti oftalmici per lo sport possono trarne beneficio? Certo, la campagna multimediale sulle lenti progressive di Dai Optical ha interessato, infatti, nel primo semestre 2012 in modo capillare tv, web e social network, garantendo un'alta visibilità del prodotto e rafforzando la brand awareness, tanto che la stessa campagna pubblicitaria riprenderà a ottobre fino a dicembre. Grazie alla campagna il valore delle lenti progressive è cresciuto del 22% e il volume del 15%: la gamma sport ha ottenuto un aumento del 30% in volume e valore. Questo significa che il consumatore sportivo è un consumatore attento e informato.

eliminare tutti i riflessi sia percettibili sia impercettibili dell’occhio umano: risulta, pertanto, particolarmente adatta a tutti coloro che desiderano una visione perfetta in ogni condizione di luminosità estrema (ad esempio riflessi del sole sulla neve, sul mare e sul manto stradale). Il filtro polarizzante associato alla melanina con colore brown è possibile averla anche su lente in policarbonato: infatti, la Carbolite Polar Melanin 1.6 offre il 50% di protezione in più rispetto alle altre lenti da sole, riducendo il rischio di degenerazione maculare e di cataratta, oltre a proteggere il contorno degli occhi, dove l’epidermide è più soggetta all’invecchiamento. Grazie al filtro polarizzante elimina il 99% dei riflessi parassiti, accresce la percezione dei rilievi e delle distanze, aumenta i contrasti, intensifica i colori, riduce la fatica oculare e i disturbi creati dalla luce blu eliminando l’effetto offuscamento. Dai Optical è attiva anche con prodotti per discipline di nicchia, come le maschere da sub o gli occhiali da nuoto graduati? Le lenti Dai Optical per maschere subacquee con zona ottica completa o ridotta, in funzione della diottria, sono realizzate in titanio nelle versioni: monofocale lontano, monofocale vicino e bifocale. Costruite in Pcx o Pcn, dopo la sagomatura a mano vengono sovrapposte ai vetri già esistenti mediante un incollaggio a freddo con particolari materiali che ne garantiscono la tenuta. Dai Optical sta investendo importanti risorse nella comunicazione al consumatore finale:

Da sinistra Roberto e Onorio De Gennaro, alla guida dell’azienda di Molfetta

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Sport e moda: effetto olimpico Per le Olimpiadi di Londra 2012 le aziende di montature hanno puntato su occhiali tecnici e performanti, con lenti di qualità ed estremamente leggeri. Strumenti indispensabili per gli atleti in gara all’evento sportivo dell’anno, che è stato d’ispirazione anche per i designer di abbigliamento e altri accessori di Francesca Tirozzi

Adidas running

Timberland vela

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Salice ciclismo

ZeroRH+ ciclismo

Oakley varie discipline

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Gucci Guardiani Sport

Jimmy Choo

Speedo Italia Independent

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Visione e Sport: torniamo a parlarne La valutazione della funzionalità visiva degli atleti non può essere monitorata in maniera statica: da questo presupposto può trarre giovamento anche chi fa un esame della vista convenzionale

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di Francesco Vargellini docente di Optometria e Contattologia Istituto B. Zaccagnini iscritto al Registro dell’Optometrista Magistrale

• spazio e tempo: la nostra elaborazione di questi fattori

er parlare di visione e sport occorre introdurre alcune considerazioni di base: • si deve sfatare il mito dei 10/10. Al fine di una buona performance sportiva non si deve soltanto considerare l’acuità visiva, come principale elemento su cui concentrarsi; • la visione fornisce circa 80% delle informazioni elaborate dal nostro cervello dall’ambiente, per questo motivo si può affermare che gli “occhi guidano il corpo”;

caratterizza la velocità e la precisione potenziale della nostra risposta motoria; • il mito della forza. La potenza fisica è utile, ma il massimo risultato si ottiene solo se tutte le potenzialità visive e mentali sono in equilibrio. • una perfomance sportiva eccellente è possibile solo se si hanno a disposizione qualità visive eccezionali. Controllo delle capacità visive Le metodiche di refrazione possono testare in modo diverso le abilità visive di un soggetto. Sappiamo ad esempio che eseguire la refrazione usando l’occhiale di prova ha dei pregi, che non possiede un esame condotto con il forottero, e viceversa. In ogni caso si possono condurre i test con una di queste modalità riuscendo a finalizzare la prescrizione in modo ottimale in quasi tutti i casi. Considerando come viene eseguito l’esame, notiamo che il soggetto per consuetudine viene esaminato mentre si trova a sedere sulla poltrona. Ciò è normale, se non per il fatto che se si vuole testare le abilità percettive dinamiche di un soggetto, o in modo più semplice se si vuole metterlo nelle migliori condizioni visive per poter aumentare le sue abilità visive e poi sportive, si dovrà tener conto che una volta in piedi verranno attivati dei meccanismi di controllo della posizione del corpo, che non vengono utilizzati mentre si trova passivamente seduti, con una postura del corpo e della testa non abituale o forzata. Al termine dell’esame visivo convenzionale è buona norma far alzare in piedi il soggetto e verificare mentre

Gli indicatori di performance sportiva. I risultati migliori si ottengono migliorando tutte le aree coinvolte

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speciale

• l’acuità visiva statica: la capacità di riconoscere e discri-

indossa la nuova correzione se riesce a “integrare” la percezione visiva con l’equilibrio e il movimento. Non è scontato che riesca a farlo. I sintomi iniziali, una volta in piedi, vanno dalla sensazione di perdita di equilibrio, alla percezione alterata dello spazio ambientale e, in qualche caso, a un lieve ma maggiore affaticamento visivo. Nella maggior parte dei casi, l’atleta si muove nello spazio ed è importante che durante le attività le normali performance visive siano efficaci. Un esame visivo condotto in condizioni più vicine possibile a quelle di utilizzo della correzione prescritta, può aiutarci ad avvicinare la miglior visione statica a quella dinamica. Lo sport vision può misurare la performance di molte abilità visive dinamiche e spaziali.

minare un target fisso, consente di utilizzare al meglio il sistema di “identificazione”; • la dominanza oculare: occorre identificare l’occhio dominante in quanto è indispensabile fornirgli una visione leggermente migliore rispetto all’altro; • i movimenti oculari: sono quelli che consentono di decidere quali informazioni selezionare nell’ambiente, per realizzare una risposta del corpo più veloce ed efficace; • i movimenti saccadici: detti anche “salti” saccadici sono i movimenti veloci e ampi. Servono per spostare l’attenzione a diverse scene dell’ambiente in cui ci troviamo o nella lettura quando si dà uno sguardo veloce a uno scritto per trarne alcune informazioni importanti; • i movimenti di Pursuit: sono movimenti oculari d'inseguimento del target. Costituiscono l’abilità oculomotoria con la quale riusciamo a seguire un oggetto che si sposta. Nella visione prossimale sono importanti durante la normale lettura; • i movimenti di vergenza: sono costituiti dall’abilità di convergere e di divergere, per mantenere la normale visione binoculare.

Un soggetto può percepire la spazio in modo alterato, dalla sua correzione ametropica o semplicemente come abitudine visiva appresa. La sua elaborazione del rapporto spazio-tempo e della sua posizione nell’ambiente può risultare alterata, spesso senza essere percepita. Durante una azione sportiva si evidenziano al massimo anche i piccoli errori cognitivi

Ammiccamento e azione sportiva Ammicchiamo mediamente quindici volte al minuto, cioè circa quindicimila volte ogni giorno. L’ammiccamento ci consente di lubrificare, ossigenare e nutrire gli occhi e ripulire dai detriti ambientali la superficie oculare. Durante lo sport, però, ammiccare significa interrompere le informazioni della nostra azione sportiva, nessuno lo farebbe nel momento più importante. Un ammiccamento dura circa 1 decimo di secondo. Se, ad esempio, pensiamo a un target che viaggia a 100 km/h, come un pallone o una pallina da tennis, si calcola che nel tempo di un ammiccamento, questo si sposterà di circa 3 metri.

I pilastri della sport vision: correzione e protezione visiva, misura e miglioramento delle abilità visive

Elementi chiave La visione periferica e il livello di attenzione che siamo in grado di concedere a questa parte del campo visivo durante l’azione sportiva si traduce nella capacità di riconoscere quello che sta accadendo nell’ambiente circostante. Nel migliore dei casi il soggetto dovrebbe riuscire a mantenere la sua fissazione centrale sul bersaglio d’interesse e contemporaneamente, comprendere quello che sta accadendo nel suo campo visivo periferico.

Abilità visive, misurazione e allenamento Le abilità visive che devono essere valutate e migliorate nella visione dinamica sono:

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speciale Negli sport di palla, specialmente in quelli di squadra (calcio, pallavolo, basket, ecc) ci sono molte informazioni che devono essere processate, come guardare il movimento della palla e stare attenti agli spostamenti degli altri giocatori della squadra propria e avversaria. La visione centrale è specializzata nel riconoscere e inseguire la posizione spaziale del target, mentre quella periferica nel riconoscere il movimento.

Visione periferica L’importanza della visione periferica nel garantire informazioni propriocettive è dimostrato da studi che hanno valutato il decremento della performance quando viene eliminata la visione periferica di un occhio mediante parziale occlusione come, ad esempio, durante lo stop o il controllo di un pallone durante una partita di calcio. È importante fare un distinguo tra due definizioni simili ma sostanzial-

Le diverse abilità visive hanno diversa importanza, a seconda dello sport praticato

mente differenti: il “campo visivo discriminabile” e il “campo visivo percepito”. Il primo si riferisce alla massima ampiezza angolare, nel quale un soggetto può riconoscere la presenza di uno stimolo visivo che colpisce la retina. Il secondo invece e la conseguenza del livello di attenzione periferica che il soggetto riesce a utilizzare durante l’azione sportiva. Quest’ultimo è estremamente variabile e si modifica anche nello stesso atleta a seconda del livello di stress, fatica e stato di eccitazione. Concentrazione Grazie a questa abilità si può mantenere l’attenzione visiva sullo stimolo d'interesse. Oltre che alla visione in se, ci sono alcuni fattori che sono in grado di favorirla come la pratica, l’abitudine e la consapevolezza rispetto alla situazione nella quale ci si trova. La concentrazione visiva deve rispondere a stimoli centrali e periferici e per poterlo fare in modo efficace le nostre abilità sportive devono essere liberate dalla nostra attenzione conscia e automaticizzate in modo da non aggravare lo sforzo sportivo e diminuirne cosi l’efficacia. Coordinazione occhio-mano La coordinazione occhio mano, non è altro che l’integrazione tra quello che gli occhi vedono e la risposta motoria del nostro corpo. Saper anticipare la futura posizione di un oggetto, rende possibile una risposta efficace, ad esempio, nel caso si debba colpire una palla.

Legenda VA=Acuità visiva DVA=Acuità visiva dinamica OMS=oculomotricità B/E= coordinazione occhio/mano/corpo DP= percezione di profondità ACC=accomodazione CPA=consapevolezza centro/periferia VRT=tempo di reazione visiva VAd=orientamento visivo Viz= visualizzazione

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speciale Tempo di reazione visiva È la velocità con cui il soggetto riesce ad assimilare gli input visivi e trasformarli in risposta motoria. Per ottimizzare il tempo di reazione il soggetto deve possedere: • sequenzialità: l’abilità di organizzare una risposta, a uno stimolo visuo-motorio; • capacità di visualizzazione: l’abilità di creare un'immagine mentale, basata su un mix di esperienza, aspettativa, e consapevolezza con lo scopo di rendere più veloce ed efficace la reazione allo stimolo; • riflessi: una risposta motoria veloce a uno stimolo, che spesso fa uso del midollo spinale come centro d'integrazione al posto della corteccia visiva. Considerazioni conclusive Le diverse discipline sportive possono essere praticate grazie ad adeguate capacità fisiche. Parimenti alcune abilità visive sono utili se si vuole praticare bene un certo sport. Skeffington diceva: "Vision is dominant". Alcuni sport presentano oggettive difficoltà visive che altri non presentano. Conoscendo i punti di debolezza di un soggetto rispetto alle abilità (skill) necessarie, si può sviluppare un’attenzione maggiore verso quella direzione, in modo da aiutare in modo mirato l’atleta. Esso potrà così esprimere a pieno le sue potenzialità, senza le limitazioni e gli errori che una visione non efficace può causare. Se si guardano i requisiti visivi, si nota che il nuoto è una disciplina nella quale i “visual skill” non sono tutti basilari al contrario dello sci, che risulta essere la più difficile e completa di tutte le azioni sportive. Gli sciatori di alto livello, per non parlare dei campioni assoluti, hanno sempre abilità visive fuori dalla norma, ed è grazie anche a queste abilità, innate o sviluppate con il tempo e in diversi modi, che hanno raggiunto risultati di eccellenza.

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Mettere una lac non è un gioco… Le indicazioni da tenere in considerazione nell’applicazione e uso delle lenti a contatto disciplina per disciplina

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di Marco Tovaglia contattologo

hi si applica con un certo impegno nello sport fa già uso, o desidererebbe farlo, di lenti a contatto. Questa opportunità di compensare il difetto visivo, in alcune discipline sportive, necessita, peraltro, di particolari avvertenze e accorgimenti. Durante uno sforzo intenso, nella corsa a piedi o in bicicletta ad esempio, si possono instaurare condizioni di acidosi in grado di provocare un’instabilità e un’alterazione del film lacrimale, la sua contaminazione da parte della sudorazione e la variazione del volume lacrimale a causa dell’aumentata velocità. Ne possono, quindi, derivare conseguenze sulla qualità della visione: appannamenti frequenti, abbagliamenti e discomfort, per citarne alcune. Inoltre la tipologia di lente a contatto utilizzata nello svolgere un’attività dinamica riveste una notevole importanza: durante uno sport di contatto può, infatti, provocare una lesione all’occhio o essere facilmente espulsa a seguito di un inaspettato e repentino decentramento. È opportuno, quindi, scegliere la giusta lente in relazione alla circostanza sportiva in cui verrà impiegata: le cosiddette “semirigide” sono indicate nel mezzofondo o nel ciclismo, mentre le morbide, sia convenzionali di lunga durata sia usa e getta, sono più adatte a sport di contatto o estremamente dinamici, quali il calcio, il basket, ecc. In particolare possiamo confermare su base statistica che le lenti a contatto morbide, nelle conseguenze da trauma sportivo, non rappresentano mai una causa di danno: semmai, spesso si sono

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rivelate un fattore protettivo. Vi sono attività sportive, invece, che possono indurre un prolungato utilizzo delle lenti a contatto, addirittura in circostanze di scarsa ossigenazione generale, ad esempio in montagna: in questi casi l’adozione di materiali per lenti a contatto ad alta trasmissione di ossigeno (cioè con un elevato Dk) e l’abbinamento a un sostituto lacrimale ne consentono un porto sicuro. E questo vale anche in situazioni dove lo sforzo può indurre una condizione ipossica, che rischia di essere aggravata dall’utilizzo di una lente a contatto costituita da un materiale che permette il passaggio di una scarsa quantità di ossigeno. Vediamo, nel dettaglio, alcuni consigli sull’utilizzo delle lenti a contatto, in base alle varie discipline sportive.

rafting possono tranquillamente essere praticati con lenti a contatto morbide di vario tipo: non è, infatti, elevato il rischio di smarrimento e non vi sono condizioni specifiche di riduzione prolungata dell’ossigeno.

Sport acquatici La principale problematica nell’utilizzo di una lente a contatto in ambiente acqueo è rappresentata dalla facilità di smarrimento: è, perciò, opportuno l’impiego di occhialini protettivi come quelli per piscina. Peraltro, se l’uso delle lenti a contatto avviene proprio in questo ambiente, con lenti a contatto morbide soprattutto convenzionali si può incorrere in infezioni importanti, come la contaminazione oculare da Acantamoeba: è consigliato, a tal proposito, l’impiego di lenti a contatto monouso, che vengono gettate non appena l’attività a contatto con l’acqua sia cessata. Al mare la presenza di un’alta concentrazione salina può indurre variazioni del grado di idratazione di una lente a contatto morbida, oltre che risultarne poco igienico l’impiego: anche in mare, infatti, è stata riscontrata un’elevata presenza di batteri. Qualora, però, si voglia adottare ugualmente un ausilio a contatto per la compensazione del difetto visivo, volendo praticare delle immersioni, è preferibile l’utilizzo della comune maschera da sub, con la particolare raccomandazione di cambiare spesso il volume di aria contenuto al di sotto della stessa. Bisogna, inoltre, prestare sempre attenzione alla facilità di spostamento di una lente a contatto, soprattutto semirigida, in presenza di un inatteso aumento di volume di acqua: lo smarrimento di una lente, per un forte miope, può risultare molto rischioso, poiché verrebbero meno i riferimenti visivi per riemergere. Per chi ama l’apnea, esiste la possibilità di impiego di specifiche lenti a contatto morbide, costruite su misura, realizzate con diametri molto grandi e con una concentrazione diottrica nella parte centrale caratterizzata da un elevatissimo grado. Infine canottaggio, vela o

Sport in palestra Tutte le attività dinamiche di palestra possono essere tranquillamente effettuate con lenti a contatto, pur tenendo conto di quanto scritto prima in fatto di ossigenazione: sport che richiedono un grande sforzo fisico, prolungato, dove la richiesta di ossigeno è alta, necessitano dell’adozione di polimeri a elevata trasmissibilità. In queste situazioni l’altra raccomandazione è fare attenzione a contatti violenti, che potrebbero influenzare la stabilità della lente a contatto e determinare un pericolo di trauma in caso di urto, se il portatore indossa lenti semirigide: basket, pallavolo o pallamano sono gli sport in cui bisogna considerare questa eventualità. Calcio Il calcio, come tutti gli sport di contatto in generale, si adatta meglio all’impiego di lenti a contatto morbide, perché più solidali al bulbo e meno inclini, quindi, a un improvviso decentramento. L’unica possibile limitazione può derivare da particolari condizioni di correzione delle diottrie per soggetti con un elevato grado di astigmatismo, patologie complesse come il cheratocono o già sottoposti a trattamenti di chirurgia refrattiva: in queste circostanze la tipologia di lenti a contatto da impiegare può essere sofisticata e difficilmente concretizzabile con una comune morbida usa e getta. Nel caso, però, di un soggetto affetto da cheratocono, è possibile continuare a utilizzare la lente di tipo duro, generalmente rigida gas-permeabile, sovrapponendole una lente morbida usa e getta, così da aumentar-

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in pista A 250 all’ora, con le lenti a contatto…

ne la sicurezza nella stabilizzazione. Ovviamente si tratta di condizioni specifiche che devono essere raccomandate sotto la supervisione dell’oculista e dello specialista applicatore di lenti a contatto, consigliandone, peraltro, un tempo di utilizzo limitato alla sola attività sportiva.

E in qualsiasi condizione non solo di clima, caldo, pioggia o vento, ma anche di orario, mattina, pomeriggio e persino la sera. Quando non hai problemi visivi, parti già più sereno. Se invece sei astigmatico e miope, con un occhio che vede meglio e compensa i deficit dell’altro… beh, o rinunci ai sogni di gloria o ti affidi a un buon contattologo. E quest’ultima è la scelta che ha fatto Claudio Corti, di Como, 25 anni, pilota emergente delle due ruote, alla terza stagione in Moto2. «È stato proprio Paolo Anzani, l’ottico cui mi sono rivolto, a capire fino in fondo il mio problema visivo e a trovarmi una soluzione – rivela Corti – Così dal 2008 indosso lenti a contatto, inizialmente soltanto nel tempo libero, poi anche durante gli allenamenti e la gara». E la sua vita, quella di tutti i giorni, ma soprattutto quando è in sella, è radicalmente cambiata. In meglio. «Ho calcolato che prima di portare regolarmente le lenti a contatto perdevo almeno qualche secondo a gara, tendevo ad andare verso destra, la parte dell’occhio più deficitario, per compensare la visione con quello sinistro, il che mi procurava anche problemi di postura con conseguente mal di schiena – racconta il pilota comasco – Ora ho trovato una soluzione, peraltro neanche particolarmente costosa, di cui non posso più assolutamente fare a meno». «Quanto più è elevato il livello professionale del paziente tanto più il contattologo deve esprimere al massimo le proprie competenze, con una grande attenzione a non trascurare alcun dettaglio: un’esperienza che gli procurerà notevoli benefici nelle applicazioni di tutti i giorni», spiega Paolo Anzani, il “guru” della visione per Claudio Corti, titolare di 6 centri ottici tra le province di Como e Milano. Il lavoro svolto da Anzani con il pilota comasco è passato lungo diverse fasi, che si sono rivelate paradigmatiche per chi svolge questa professione. «Dalla conoscenza estrema e accurata del problema visivo, in relazione allo sport praticato, siamo arrivati all’intuizione: trovare la lente giusta, con la geometria, i materiali e la versatilità ideali, fino alla sperimentazione di tale intuizione – sottolinea Anzani – Per raggiungere il risultato sperato, tuttavia, l’applicatore deve essere molto pignolo, mentre il paziente molto… paziente appunto. E, soprattutto, deve collaborare, fornendo tutte quelle informazioni su come si sente addosso la lente che per noi contattologi diventano fondamentali».

Tennis Nel tennis non vi sono particolari limitazioni di utilizzo di una lente a contatto, sia essa morbida o semirigida. Vi sono, però, alcune considerazioni da fare inerenti al terreno su cui verrà effettuata la pratica sportiva: la terra battuta, nel momento in cui la pallina colpisce la racchetta, provoca, infatti, una piccola nube di polvere che è sempre elemento di possibile abrasione se si dovesse frapporre tra lente a contatto e cornea, qualsiasi sia la tipologia di prodotto utilizzato per correggere il difetto visivo. Sia per questa ragione sia per proteggere anche la cornea dal potenziale urto con la pallina, è consigliabile l’adozione di occhialini specifici per la protezione degli occhi durante le partite di tennis, costituiti da lenti oftalmiche in policarbonato a prova d’urto.

Claudio Corti in azione nel campionato di Moto2

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2012, ANNO PRIMO DELL’OPTOMETRIA ITALIANA CERTIFICATA Il 2 luglio un gruppo selezionatissimo di optometristi ha sostenuto a Bologna, e naturalmente superato, gli esami per la certificazione delle qualità professionali, premessa per l’ammissione al Registro dell’Optometrista Magistrale

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di Danilo Fatelli

li esami per la certificazione dell’idodi lavoro si è giunti (settembre 2011) alla formulazione di un neità a iscriversi al Registro dell’Opprogetto di certificazione delle conoscenze e delle competenze tometrista Magistrale sono venuti a optometriche e alla conseguente creazione di un registro. concludere una lunga fase di lavoro Prima di costituire il Consorzio che avrebbe dovuto gestire e di riflessioni che si erano avviate il Registro, si sono dovuti affrontare problemi di natura conalcuni anni fa come reazione allo cettuale e normativa che facessero accettare il progetto a chi stallo del processo d’innovazione e governa il sistema delle certificazioni. ammodernamento della distribuzione Ciò è accaduto a Roma (20 maggio 2011) e ha consentito di ottica. Una delle sue cause era rappresentata dall’instabilità arrivare alla costituzione del Consorzio a fine dicembre 2011. provocata dalla continua forzatura di Federottica nei confronti Il Consorzio è una struttura societaria senza fini di lucro della figura dell’ottico, da abolire ex legge, senza confronti con i cui proventi, al netto dei costi di gestione, sono investiti le altre componenti in gioco e con la scomparsa del sistema nella valorizzazione dell'Optometrista Magistrale. I soci scolastico che da sempre ne cura la formazione e l’abilitazione. sono imprenditori e professionisti attivi in campi utili alla La pretesa di stravolgere l’assetto professionale della distrirealizzazione del Registro e al funzionamento del Consorbuzione appariva immotivata anche a chi, come me osserzio che ne utilizza le strutture e il personale. Questo lungo vatore professionale dei sistemi distributivi, non coinvolto in percorso preparatorio, che ha portato alla prima sessione interessi diretti nel conflitto, non aveva ragioni preconcette d’esami del 2 luglio e ha concretamente dato vita al Regiper formarsi un'opinione. D’altro canto, avendo conosciuto le stro dell’Optometrista Magistrale, è stato compiuto con il ragioni di molti optometristi, convinti assertori della necessità solo sostegno dei soci del Consorzio. del coinvolgimento istituzionale della materia nella pratica Gli esami sono stati affrontati, per ovvie ragioni simboliche, distributiva, appariva assurdo e incongruente con gli inteda un gruppo selezionatissimo di optometristi, quasi tutti ressi della distribuzione, ma anche dell’industria produttrice, docenti di scuole di ottica o università, che hanno accettato di che questa disciplina venisse tenuta fuori della porta in base farsi esaminare sul piano teorico e pratico da altri colleghi afal principio del “o tutto o niente”. finché questi accertassero le loro qualità professionali, il tutto Dopo il verificarsi di una serie di tentativi duri e maldestri di sotto la regia di un ente esterno certificatore – AICQ SICEV risolvere la questione, ebbi modo di confrontarmi con alcuni - che ha validato la documentazione scientifico/didattica su esponenti di primo piano dell’optometria in Italia, Francia cui sono stati fatti gli esami, la correttezza e la congruità degli e Inghilterra da cui ricavai la convinzione dell’assurdità di stessi e proceduto alla certificazione. questa situazione. Sono rimasto personalmente colpito dallo stupore e dal Mi posi allora l’obiettivo di ricercare una soluzione che presercompiacimento con il quale tutti si sono sottoposti alla severità vasse i valori acquisiti dal sistema distributivo specializzato e degli esami, in particolare optometristi noti e accreditati, nel contempo non frustrasse ulteriormente le legittime attese di ad esempio Ianese, Pintus, Lolli, Comuzzi e Cappa, e come chi all’optometria ha dedicato gran parte del suo tempo e delabbiano registrato con grande soddisfazione il fatto di aver le sue capacità intellettuali, nonché molte risorse economiche. avuto l’opportunità di dimostrare la profondità e l’ampiezza Il contemporaneo maturare delle loro conoscenze in campo della crisi delle professioni optometrico, avendo intraviconsentì di approfondire la sto finalmente la possibilità, ricerca sulle possibili soluzioni attraverso lo strumento della che portò all’individuazione certificazione, che l’esercizio dell’area delle professioni non dell’optometria, dopo oltre venti regolamentate. anni, uscisse dal mondo delle Crisi delle professioni e indivichiacchiere, dei compromessi duazione della certificazione e delle buone intenzioni, per di parte terza come strumento diventare professione certificata di validazione delle professioni ostentabile di fronte al mondo non regolamentate, sono state Un momento degli esami che hanno certificato i primi optometristi dell’ottica e soprattutto dei conle premesse su cui in due anni magistrali del Registro: a destra, Enrico Lolli sumatori ametropi.

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UNA RIFLESSIONE SCIENTIFICA SULLA DISINFEZIONE CON SOLUZIONI UNICHE (MPDS) Le sfide delle soluzioni uniche per lenti a contatto I nuovi stimoli per le soluzioni uniche disinfettanti (MPDS) per lenti a contatto nascono, al momento, soprattutto per lo sviluppo di materiali 1 innovativi, per la necessità di mantenere l’efficacia delle soluzioni a fronte di nuovi o più resistenti agenti patogeni 2 e, infine, per la scarsa attitudine dei portatori verso le procedure di pulizia 3, manutenzione e utilizzo delle lenti. Queste nuove sfide richiedono una completa revisione della disinfezione con MPDS, che tenga in considerazione i nuovi bisogni emersi dalle analisi scientifiche e fornisca sicurezza e fiducia ai portatori di lenti a contatto.

Figura 1. L’immagine dell’Acanthamoeba trophozoite è stata catturata attraverso un microscopio elettronico contenente vacuole di cibo con Stenotrophomonas Maltophilia fagocizzata (frecce).

Le soluzioni MPDS hanno bisogno di mantenere l’efficacia contro gli attacchi degli Staffilococchi Aureus ed Epidermis 1, agenti patogeni resistenti a molti agenti disinfettanti

Figura 2. Buone abitudini che i portatori di lenti a contatto dovrebbero avere per evitare complicazioni associate all’utilizzo delle lac.

così come contro l’Acanthamoeba 4-5, un microorganismo che dovrebbe essere sempre incluso nei comuni test per le MPDS standard (Fig. 1). Inoltre, ci sono sempre più casi attestati di contaminazione delle soluzioni per lenti a contatto da Stenotrophomonas Maltophilia 6, un agente patogeno che può diventare nutrimento per l’Acanthamoeba e che non riesce a essere debellato dalla maggior parte delle soluzioni disinfettanti presenti sul mercato. L’attenzione del portatore di lac nel lavarsi e asciugarsi le mani prima di maneggiare le lenti, pulendo (con o senza sfregamento), risciacquando, disinfettando le lenti e cambiando regolarmente la custodia, resta ancora un fattore cruciale e una necessità per evitare l’insorgere di complicazioni nell’utilizzo delle lenti 3 (Fig. 2). La scarsa cura del portatore è risultata, in oltre l’80% dei casi, responsabile di problemi legati all’uso delle lac e causa scatenante di infezioni oculari. In particolare alcuni di questi problemi riguardano le soluzioni per le lenti a contatto, come il riutilizzo e il rabbocco delle soluzioni, lo scarso e non adeguato riempimento del porta-lenti, oppure

la mancata o errata chiusura del porta lenti durante l’ammollo 7. Infatti gli astucci parzialmente o completamente aperti, specialmente in ambienti molto caldi, poco umidificati e con forti flussi d’aria e le lac non immerse abbastanza nella soluzione, contribuiscono alla parziale evaporazione della soluzione che fa aumentare la concentrazione di MPDS e altera potenzialmente l’efficacia chimica e antimicrobica degli eccipienti attivi 8. D’altro canto, rabboccare le soluzioni può provocare una maggiore concentrazione degli eccipienti del prodotto e una successiva alterazione dell’effica-

Figure 3. Complete RevitaLens da Abbott Medical Optics Inc.


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cia antimicrobica della soluzione. Questo articolo è una review dei più recenti scritti sull’efficacia e la biocompatibilità della nuova generazione delle soluzioni MPDS. La nuova generazione di MPDS Il risultato di questa riflessione sulla disinfezione con soluzioni uniche è una nuova generazione di MPDS che ha come obiettivo un’attività antimicrobica ad ampio spettro, efficace anche in caso di scarsa compliance e priva di tossicità per la superficie oculare. Complete RevitaLens MPDS, dai laboratori Abbott Medical Optics Inc (Fig. 3), è una di queste soluzioni MPDS di nuova generazione ed è stata sviluppata in collaborazione con oltre 600 esperti nella cura e nel benessere visivo, per offrire eccellenti soluzioni per la pulizia e la disinfezione delle lenti a contatto, senza comprometterne il comfort, per rimuovere efficacemente proteine e lipidi, con una bassa incidenza di staining corneale di complicanze e un’eccellente compatibilità e comfort sia con le lenti a contatto in silicone hydrogel sia con quelle tradizionali 8-9. Questa soluzione MPDS ha ricevuto l’approvazione FDA a settembre 2010. Il motivo della maggiore efficacia di questa nuova generazione di MPDS è un sistema interattivo composto da 2 agenti disinfettanti complementari e un sistema tam-

Figura 4. Principi attivi di Complete RevitaLens da Abbott Medical Optics Inc.

pone. Due disinfettanti, alexidina e polyquaterium-1, lavorano insieme all’agente EDTA e al sistema tampone che include l’acido borico, per svolgere tutte le funzioni essenziali per la manutenzione di queste lac di ultima generazione (Fig. 4).

Meccanismo avanzato di azione delle nuove soluzioni MPDS Secondo le linee guida 10 della International Standards Organization (ISO), una MPDS deve passare un rigoroso test in vitro o una prova in vivo, che garantisca che la soluzione è in grado di ridurre almeno il 99,9% dei batteri o almeno il 90% dei funghi e lieviti, indipendentemente dal materiale o dal sistema di utilizzo consigliato. Questa efficacia antimicrobica può essere ottenuta con l’inserimento nella formulazione della MPDS di uno o più agenti disinfettanti efficaci in combinazione con altri evitando anche intolleranza oculare e garantendo comodità d’uso. La tabella 1 riporta i disinfettanti principali per le soluzioni.

SOLUZIONE UNICA

PRINCIPALI DISINFETTANTI

AMO

COMPLETE Easy Rub Multi-Purpose Solution

PHMB (0.0001%)

COMPLETE RevitaLens MPDS

PQ-1 (0.0003%) + alexidina (0.00016%)

Oxysept System

Perossido di idrogeno (3%)

OPTI-FREE Express MPDS

Polyquaternium-1 (PQ-1, 0.0011%) + Aldox (0.0005%)

OPTI-FREE RepleniSH MPDS

PQ-1 (0.0010%) + Aldox (0.0005%)

Alcon

Bausch + Lomb

Ciba Vision

ReNu Sensitive Eyes MPS

PHMB (0.00005%)

ReNu Fresh MPS

PHMB (0.0001%)

Biotrue MPS

PHMB (0.00013%) e polyquaternium (0.0001%)

AQuify/ Solo Care Aqua MPS

PHMB (0.0001%)

Aosept

Perossido di idrogeno (3%)

Tabella 1. Principali disinfettanti nelle principali soluzioni uniche e in altri prodotti per lenti a contatto.


FUNZIONE

AGENTE

CARATTERISTICHE

Disinfettante

Alexidine Dihydrochloride (0.00016%)

Derivato della biguanide con azione anti microbica simile al (PHMB)

Disinfettante

Polyquaternium-1 Non viene assorbito dalle lenti se (0.0003%) associato al citrato, mantiene efficacia nel porta lenti e provoca poco staining

Tensioattivo

Tetronic 904

Copolimero non-ionico tensioattivo. Valido nella rimozione di lipidi dalla superficie. Lubrifica e reidrata

Tampone

Boric acid, sodium borate decahydrate

Sistema tampone che mantiene il PH della soluzione a valori confortevoli per l’occhio, aiuta nella rimozione delle proteine e aumenta in generale le performance disnfettanti

Agenti tonificanti

Sodium citrate, sodium chloride

Mantengono la tonicità, o tensione, della soluzione. Aiuta ad evitare che il polyquaternarium-1 sia assorbito dalle lenti e nella rimozione delle proteine

Chelante

Edetate disodium Agente chelante migliora l’azione anti (EDTA) microbica

Tabella 2. Ricapitolazione della composizione di Complete RevitaLens.

Solo Complete RevitaLens (Abbott Medical Optics), Opti-Free Express e Opti-Free RepleniSH (Alcon), e ReNu Fresh (Bausch & Lomb) sono stati etichettati come MPDS e quindi hanno passato il rigido test ISO. Tutti includono come agente disinfettante il polyquaternium-1 (PQ-1) o derivati, che è a base

quaternari di ammonio che reagisce con le membrane cellulari, distruggendo appunto le pareti cellulari dei microbi nocivi 11. Oltre a ciò, Complete RevitaLens MPDS include, come agente disinfettante, la alexidina (tabella 2), che è una molecola guadinide che reagisce anche con le membrane delle cellule dei

microorganismi, rafforzandone l’interazione e aumentando la sua capacità di distruggerli 12. Entrambi gli agenti disinfettanti non inducono staining corneale, preservando l’integrità della superficie della cornea. Inoltre, l’EDTA e il sistema tampone lavorano insieme per legare le proteine e prevenire il loro depositarsi sulla superficie delle lenti a contatto e migliorano anche l’efficacia della disinfezione, aiutando a evitare la crescita della Acanthamoeba 13. L’efficacia nella disinfezione di differenti MPDS Molti autori hanno studiato l’efficacia nella disinfezione di differenti MPDS. La tabella 3 mostra i risultati di 2 studi comparativi effettuati contro i microorganismi inclusi nelle linee guida ISO. Complete RevitaLens MPDS fornisce una disinfezione ad ampio spettro, comparabile ai sistemi al perossido di idrogeno 9, migliore rispetto alle principali soluzioni uniche, compreso il nuovo

STAND ALONE TEST RIDUZIONE LOG10

Pseudomonas Serratia aeruginosa marcescens

Staph. aureus

Candida albicans

Complete RevitaLens MPDS

>4.0

5.1

>4.0 5.3

>4.0 5.3

3.7

4.1 3.0

4.6

AOSept System

>4.0 >4.0

5.1 5.1

>4.0 4.2 >4.0 2.8

>4.0 5.3 2.3 2.3

3.1 3.3

4.7 3.0 3.3 2.1

2.5 2.1

OPTI-FREE EverMoist MPDS

--

4.6

--

3.7

--

2.5

--

4.8 --

4.4

Biotrue MPS

--

5.0

--

4.2

--

4.6

--

4.5 --

4.4

OPTI-FREE RepleniSH MPDS

Fusarium solani

Tabella 3.- Analisi comparative dell’efficacia biocida di differenti soluzioni per lenti a contatto (MPS, multipurpose solution; MPDS, multi-purpose disinfecting solution).

Log kills obtained using higher challenge inoculum but in accordance with ISO 14729 guidelines for testing10. Nikolic et al, 201115


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Biotrue 14 (tabella 3). Nello stesso studio, Complete RevitaLens MPDS comparato alle soluzioni uniche 14 Opti-Free RepleniSH, Opti-Free Evermoist e Biotrue (tabella 4), ha dimostrato di essere estremamente efficace (>3-log oppure >99.9%) contro l’Acanthamoeba, in entrambe le sue forme trofozoiti e le più resistenti cisti. In un altro studio comparativo, Complete RevitaLens MPDS e Opti-Free RepleniSH sono stati testati su agenti clinici isolati, confermando una superiorità di disinfezione di Complete RevitaLens MPDS nei confronti di S. Aureus, S. Marcescens, D. Acidovorans, S. Maltophilia e C. Albicans, dopo 6 ore di disinfezione 15 (Fig. 5). Nello stesso studio, a 6 ore di immersione, nessuna differenza statisticamente rilevante è stata rilevata fra Complete RevitaLens MPDS e OptiFree RepleniSH contro altri clinici isolati come P. Aeruginosa, S. Marcescens, Acineto Sp, P Fluorescens, S. Aureus, and F. Solani (Fig. 5) 15. In un’altra indagine 16, differenti soluzioni uniche contenenti PHMB e Complete RevitaLens MPDS hanno dimostrato, dopo 6 ore di esposizione, la capacità di riduzione ≥ 3.6 log 10 S. Maltophilia, senza alcuna ricrescita nei successivi 28 giorni (Fig. 6). Tuttavia, la S. Maltophilia si è riprodotta soltanto durante l’incubazione con Opti-Free RepleniSH. Si dovrebbe considerare che la S. Maltophilia potrebbe fornire una fonte di nutrimento per la crescita di Acanthamoeba nei

ACANTHAMOEBA CASTELLANII RIDUZIONE LOG10 SoluZIONE

TROFOZOITI

CISTI

4h

6h

4h

6h

COMPLETE RevitaLens MPDS

3.6

3.6

3.2

3.7

Biotrue MPS

2.0 2.2

2.3 2.4

1.0 0.1

1.5 0.2

OPTI-FREE Evermoist MPDS

3.7

3.7

0.1

0.3

ClearCare (AOsept)

3.4

3.9

1.7

2.2

OPTI-FREE RepleniSH MPDS

Tabella 4. Analisi comparative sull’efficacia biocida di differenti soluzioni per lenti a contatto contro l’Acanthamoeba (MPS, multi-purpose solution; MPDS, multi-purpose disinfecting solution).

contenitori per le lenti a contatto e, potenzialmente, potrebbe aumentare i rischi di una cheratite amebica. Un’area critica per gli specialisti è la mancanza di disciplina dei portatori delle lenti a contatto. Come accennato, custodie parzialmente o completamente aperte contribuiscono alla parziale evaporazione della soluzione per le lenti a contatto e portano a una diminuzione dell’attività biocida delle MPDS. È stato dimostrato che MPS ReNu con

MoistureLoc (RML) ha perso dal 90 al 100 % della sua efficacia biocida contro C. Albicans con l’evaporazione e rispettivamente il 75-99% della sua efficacia contro F. solani e 29-33% contro A. castellanii a 2X o 4X di concentrazioni 8. Inoltre, Opti-Free RepleniSH ha perso 7290% della sua efficacia contro C. albicans e F. solani, e 61% contro A. castellanii a 2X e 10% a 4X di concentrazioni. Nell’ambito dello stesso studio 8, ReNu MultiPlus,

Figura 5. Comparazione dell’efficacia disinfettante di RevitaLens OcuTec MPDS rispetto a Opti-Free RepleniSH 16.


Figura 6. Comparazione dell’efficacia disinfettante di differenti soluzioni per lenti a contatto contro la Stenotrophomonas maltophilia 16. Abbreviazioni: OFP=Opti-Free Plus, OFE=Opti-Free Express, OFR=Opti-Free RepleniSH, RMP= ReNu Multi-Plus.

AQuify Multi-Purpose e Biotrue hanno dimostrato soltanto una perdita in efficacia con C. albicans a 4X di concentrazione, con riduzioni rispettivamente di 79%, 34.5% e 48%. Di contro, nessuna perdita di attività biocida con l’evaporazione è stata osservata per il Complete RevitaLens MPDS su una grande varietà di microorganismi testati 8 (Fig. 7). Altri benefici scientificamente provati di Complete RevitaLens La rimozione di lipidi e proteine, indipendentemente dal materiale delle lenti a contatto ha un significativo impatto sul comfort e sullo staining corneale. Lo staining corneale indotto dalle soluzioni (SICS) è un potenziale segnale di citossicità e può contribuire all’abbandono

delle lenti a contatto, all’irritazione, all’infiammazione oculare e al dolore. Nello studio clinico sperimentale statunitense di Complete RevitaLens, sono stati riscontrati livelli di

SICS significativamente più bassi se comparati all’utilizzo da parte dei pazienti di Opti-Free RepleniSH MPDS (Fig. 8). Nello specifico, è stato riscontrato un caso di incidenza più bassa di SICS con materiali silicone-hydrogel, come il Balafilcon A 17. È stato evidenziato anche un valore molto basso di reazioni avverse con Complete RevitaLens MPDS, con un rapporto di 4:1 fra Opti-Free RepleniSH e Complete RevitaLens MPDS (Tabella 5). Anche la citossicità associata all’uso di Complete RevitaLens MPDS è stata testata utilizzando un metodo di analisi dell’ipersensibilità data dalla soluzione. In uno studio condotto su fibromi di ratti, la citossicità di Complete RevitaLens MPDS era molto più bassa delle soluzioni

Figura 7. Analisi grafico-comparativa dell’incidenza dell’evaporazione sull’efficacia di diverse tipologie di soluzioni multifunzione 8. Abbreviazioni: OFR, Opti-Free RepleniSH; RMP, ReNu MultiPlus; AQU, AQuify Multi-Purpose Solution; CRL, Complete RevitaLens; BioT, Biotrue.


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Opti-Free RepleniSH MPDS

COMPLETE RevitaLens MPDS

Reazioni oculari avverse – Totale (n)

17

Related to regimen (e.g.. redness. hypersensitivity reaction)

4

0

Relationship to regimen uncertain (e.g. keratitis. viral conjunctivitis)

5

4

Staining cornealesuperiore a “leggero” ad ogni controllo

3

2

5

Tabella 5. Effetti oculari collaterali rilevati negli studi clinici che hanno valutato e confrontato la soluzione MPDS Complete RevitaLens con Opti-Free RepleniSH MPDS

Opti-Free RepleniSH MPDS 17 In uno studio analogo che è stato effettuato sulle cellule corneali epiteliali umane, invece che su quelle dei ratti, è stato dimostrato che: OptiFree RepleniSH MPDS risultava più tossico di Complete RevitaLens MPDS 9. In studi successivi presentati dagli stessi autori, fu osservata una significativa perdita della vitalità cellulare dopo 15-30 minuti con Opti-Free Replenish MPDS, mentre nessuna perdita significativa della produttività cellulare fu riscontrata con Complete RevitaLens MPDS 18. Rispetto al comfort e alla tolleranza dei soggetti, uno studio condotto con 133 professionisti dell'ottica e dell'oculistica provenienti da 10 Paesi e 1260 portatori di lenti a contatto ha confermato che l’89% dei soggetti descriveva le soluzioni

te RevitaLens un’alternativa valida ed efficace nel mantenere la qualità della visione rispetto alla precedente soluzione.

Complete RevitaLens MPDS come più efficaci nel fornire comfort rispetto all’altra soluzione per lenti a contatto precedentemente usata. Inoltre, in questo studio, il 91.3% dei soggetti ha considerato Comple-

Figura 8. Comparazione del tasso di incidenza dell’insorgere dello staining corneale dovuto all’uso delle soluzioni con Complete RevitaLens OcuTec MPDS rispetto a Opti-Free RepleniSH 17.

Conclusioni Complete RevitaLens MPDS è una delle ultime soluzioni uniche introdotte nel mercato della cura delle lenti a contatto morbide, ed è il frutto di una revisione scientifica sulla disinfezione con soluzioni uniche. È una soluzione MPDS estremamente efficace con un avanzato meccanismo attivo che si innesca grazie alla sua sofisticata formulazione, che uccide efficacemente la Acanthamoeba e gli agenti patogeni isolati resistenti ad altre MPDS. Mantiene un'alta efficacia nella disinfezione, anche in condizioni igieniche non sempre rispettate, è compatibile con le lenti in silicone hydrogel e quelle tradizionali. Inoltre, Complete RevitaLens è stato efficacemente formulato per minimizzare le sensibilità oculari, lo staining corneale e le altre reazioni avverse, fornendo un comfort eccellente all’inserimento e nel tempo di utilizzo. È chiaramente superiore alle attuali soluzioni uniche disponibili, garantendo molti vantaggi e benefici clinicamente testati. Complete RevitaLens è il sistema disinfezione di ultima generazione per la cura del benessere visivo e delle lenti a contatto.


AUTORE: David Piñero

tibility in bacterial keratitis: 5-year study, 2005-2009].

solutions comprised of quaternary ammonium

Laureato in Ottica e Optometria presso l’Università di Alicante (Spagna) e in Scienze della Documentazione presso L’Università di Oberta – Catalogna (Spagna). Ha portato a termine un dottorato in Fisica, in Ingegneria dei Sistemi e in Teoria dei Segnali all’Università di Alicante (Spagna). È autore e coautore di più di cento pubblicazioni scientifiche su riviste di revisione paritaria. Attualmente è Professore Associato all’Università di Alicante (Dipartimento di Ottica, Farmacologia e Anatomia), redattore capo del Journal of Optometry, coordinatore scientifico della Fondazione per la qualità visiva (FUNCAVIS) ed esegue anche attività clinica al Dipartimento di Oftalmologia (Oftalmar) all’Ospedale Internazionale Medimar ad Alicante.

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meditazioni

APRIAMO LE PORTE L’immagine rimanda una sensazione evocativa, speranzosa, interessante, intrigante. Significa, infatti, accettare la visione di nuove esperienze, di nuovi incontri, di nuove prospettive

di Luisa Redaelli Communication consultant

A

prendo le porte cambiamo l’aria, lasciamo entrare nuovi profumi e uscire i vecchi fumi stantii. Con le porte aperte circola energia, si crea curiosità, si offre l’opportunità di dilatare le prospettive. Le porte del paradiso, le porte della speranza. Le porte dell’inferno, le porte del carcere. Tanti anni fa, quando mi occupavo solo di architettura, ebbi la fortuna di fare una serie di trasmissioni radiofoniche insieme con un filosofo, dove analizzavamo il significato degli elementi che costituiscono l’edificio e il loro valore simbolico: porta, finestra, soglia, maniglia, colonna,

ecc. Io ne parlavo dal punto di vista dell’arte, dell’architettura, del progettare e del costruire; il filosofo ne indagava i significati archetipici per l’anima umana, esplorando l’uso metaforico utilizzato nel lessico quotidiano, dove questi elementi assumono valenze evocative molto importanti. Parliamo e pensiamo per immagini, diamo forme al nostro ragionare, ci appoggiamo alle simbologie per orientarci nella logica (o meno…) di una fantasia, di una riflessione, di un discorso. Son certa che ognuno di noi ha nel proprio immaginario intimo e privato la forma di una porta, da aprire per gli amici e per la libertà di uscire-entrare; da chiudere per proteggerci, per selezionare, per filtrare. Immaginiamo la porta di casa, quella della camera, la porta del negozio, dello

studio; porte di legno, a doghe o lineari, porte vetrate, trasparenti, porte blindate, corazzate. Il nostro archetipo interiore di porta ha caratteristiche ben definite: la mia porta oggi sono due lunghe ante di legno che combaciano e stanno insieme, credo appartengano alla mia casa da oltre duecent’anni. Con tanta fantasia e tanto lavoro manuale, le abbiamo volute recuperare, per dare loro nuova vita, nuova posizione, nuovi significati. Oggi si schiudono su un mondo sorprendente: celano, per conservare un mondo intimo e delicato; svelano, per consentire un piccolo universo, utile solo quando necessario. Le abbiamo rimontate, abbiamo cercato una cornice proporzionata e il decoro di raccordo, abbiamo modellato il legno, cercato i colori. Per le maniglie

DNA ZEISS: la perfezione delle lenti progressive oggi in una gamma rinnovata

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N7 N6 2012


meditazioni ci siamo inventati un sistema per poterle cambiare seguendo l’ispirazione dei nostri umori, delle stagioni e delle luci del lago, delle nostre poesie: saranno, di volta in volta, dei vecchi chiodi, delle gocce in pasta vitrea, dei ciottoli levigati dall’acqua, poi le cambieremo ancora e saranno conchiglie raccolte nei nostri viaggi, un pezzo di legno del nostro bosco magico, i bottoni di un cappotto da avventura, poi magari ci verrà in mente di usare un fiore profumato, il nastro di un regalosorpresa, un monile appartenuto alla storia e chissà che altro ancora suggeriranno le nostre fantasie. Le vecchie ante restaurate sono oggi sedimentate nel mio immaginario, nutrono la metafora della mia porta, sono la porta del mio mondo. Mentre mi accingevo a lavorarle ho avuto l'opportunità d'imparare tante cose, oltre a usare le mani e gli utensili: per esempio, mi è stato insegnato a “sentire” come le viti entrano nel legno, quasi fosse un esercizio zen, quando due materie dalla diversa natura si compenetrano senza sforzo e trovano l’armonia della coesione, per un’unione che diventa forza. Oggi le vecchie ante sono lì e vibrano, hanno luce e vita. È una sensazione di grande soddisfazione quella di rigenerare e ridare vita alla materia, è bello inventare il lavoro con ciò che è a disposizione, senza buttare via risorse ancora utili, avendo il tempo di pensare ed elaborare. In questo mondo, dove si spreca davvero troppo, aver la capacità e l’opportunità di ri-utilizzare è una vera scelta etica. I materiali hanno un significato, economico e di risorsa fisica. La creatività ne può indicare nuovi modi di utilizzo, il tempo a disposizione consente di elaborare nuove forme, l’intelligenza di saper fare porta la realizzazione. Purtroppo, spesso accade che non si ci siano più gli artigiani capaci della maestria manuale che offre l’opera. Guardiamo anche nel settore specifico, quanta poca manualità è ancora necessaria alla professione? Quanto diventa complicato avere le mani abili? Siamo tutti “intellettuali”, svolgiamo lavori di testa, deleghiamo il contatto fisico con la materia. Quando lo riscopriamo, invece, possiamo

provare un piacere immenso! In questo mondo si potrebbe fare tutto, ma davvero tutto, senza muoverci da casa, dal nostro ambiente, quindi senza mai aprire le porte. Ecco perché il mio parere è che, proprio in un mondo così, sia necessario non chiudere, al contrario. Aprire le porte del cuore porta a sentire le emozioni, il palpito della vita, aprire le porte di casa significa far uscire il profumo della crostata d’albicocche e attirare gli amici, aprire le porte dell’attività professionale significa farci vedere, farci conoscere, lasciar entrare chi è curioso e potrà aprire con noi una relazione di lavoro, di acquisto, di consulenza. Una soglia senza impedimenti, senza barriere architettoniche, aiuterà senza dubbio a creare relazioni foriere di fertilità. Anche il sorriso è una porta che si apre per generare gentilezza, accoglienza, affetto; si dice che gli occhi siano le porte dell’anima, guardarsi negli occhi è un meraviglioso istante di sincero contatto umano. Oltre alle varie tecniche di comunicazione che si possono studiare, magari anche apprendere, forse mettere in pratica, ben più importante è avere la sensibilità dello sguardo, del tocco attento, del sorriso gentile. Aprire le porte non fa paura, aprire le porte è un atto fondamentale per far scorrere la vita. Oggi, quando la situazione economica ha le caratteristiche della contrizione, è importante che le porte rimangano aperte, anzi si aprano sempre

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N7 2012

di più, per essere insieme, per condividere. Non possiamo più permetterci di acquistare e spendere per leggerezza o voluttà, sarebbe una stupida mancanza di rispetto. Se abbiamo la necessità di acquistare un bene, ci documentiamo (è talmente facile), ci informiamo. Cerchiamo l’interlocutore che ci dia più affidamento. Ecco perché, chi svolge un’attività professionale con determinate specificità, qualità e valori, deve esprimersi con chiarezza, farsi conoscere, presentarsi. Aprire le porte significa invitare dentro in negozio, in azienda, in studio le persone con cui vogliamo lavorare. Significa scrivere, esprimersi, parlare, incontrare. Invitare nel nostro mondo le persone con cui vogliamo relazionarci, nella materialità di un luogo fisico-architettonico oppure nel giardino dei pensieri che sviluppiamo. Inventiamoci iniziative, ammantiamo i luoghi con altri significati, ampliamo il ventaglio di senso con creatività. Un negozio non è solo un negozio, può essere una galleria d’arte, il luogo di un concerto, di una degustazione, di una riunione per progetti di solidarietà, un teatro per i burattini, un corner d’informazioni, un’esperienza per chi vive il mondo in condizioni differenti, ecc. Un luogo può essere molte cose, dipende da quanto vogliamo aprire, da come sappiamo offrire, accogliere, donare. Quanto più teniamo chiuse le porte, tanto meno le persone saranno motivate a spingerle per


meditazioni varcare la soglia; tanto più sapremo creare avvenimenti coinvolgenti, suggestioni invitanti, curiosità intriganti, tanto più i nostri interlocutori vorranno venire a trovarci, a scoprire il nostro mondo. La porta è la metafora del filtro, da utilizzare con consapevole maestria, con consapevole abilità, conoscendo l’obiettivo prescelto. Ognuno di noi dà il meglio di sé quando si sente accolto. In un rapporto privato, in una relazione di lavoro, in uno scambio professionale occasionale, possiamo esprimere il nostro pieno potenziale solo dopo aver avuto la possibilità di sentirci accolti, di aver avute le porte aperte. Negli ambienti con troppe porte serrate, con i divieti d’accesso, con le chiavi segrete, siamo a disagio, non ci sentiamo liberi di essere, non possiamo spaziare. Si dice, infatti, che trovare la “chiave” di una persona significa poter comunicare, collocarsi su un livello d’intesa e di comprensione. Essere attenti alla chiave delle persone con cui abbiamo rapporto è un atto di rispetto fondamentale, è un gesto che aiuta a lavorare meglio, a essere più efficaci e diretti. Le chiavi del cuore appartengono allo spazio dell’amore e la loro consegna è un gesto preziosissimo, di estrema delicatezza e rarità. Le chiavi della comunicazione sono a portata di mano in tutti i momenti del nostro quotidiano e debbono essere utilizzate, per aprire il dialogo, la comprensione, l’espressione. Ci sono collaboratori che sanno cogliere questa sensibilità e altri

che ne sono totalmente incapaci: a noi la scelta dell’interlocutore più affine. Ci sono situazioni d’incontro con scambio e situazioni di predominanza senza ascolto: dove vogliamo stare? Vogliamo osservare dalla finestra, tenendoci protetti e schermati, oppure abbiamo voglia di sentire il vento che scorre e di uscire, con sole e pioggia sulla pelle? Apertura significa accettare idee diverse dalle nostre preconcette e ispirarci a mettere in atto i cambiamenti necessari. Il mondo di oggi richiede più garbo, una sensibilità profonda, onestà e chiarezza. Non apriremo mai le porte a chi non ci dà completo affidamento, lasceremo fuori chi vuole entrare con prepotenza, sbarreremo a chi ci sembra voglia solo approfittare e fare il proprio interesse. Rigenerare la materia del nostro spazio, utilizzarlo in modo creativo e inventarsi nuovi modi d’uso rappresenta una maniera naturale e vitale di accogliere contatti. Quando la materia ha una sola possibilità di funzione, invecchia e deperisce; quando le persone sono costrette in ruoli appiccicati stereotipati, s’inaridiscono e periscono. Via, apriamo le porte al nuovo, a nuove idee, a nuove immagini, a nuove opportunità, a nuove curiosità. Apriamo le porte e lasciamo entrare la vita, gli amici, il sole. «Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito» (Antoine de Saint Exupery)

UNA PORTA APERTA Ci sono filosofe che non amano la poesia. Trovano, forse, che sia una porta aperta da cui è facile passare, da cui tutte/i possono tentare una fuga che non porta a niente. La poesia, però, non è di tutte/i, anche se in certi periodi è cosa di tutti i giorni e la si trova in luoghi che sembrano circondati da non poesia e pare venire da cose minime e somigliare alle briciole che cadono, alla mano che s’apre, a un colpo sull’uscio, all’attimo prima dell’accadere o a quel silenzio fatto di non mancanza che fa chiudere gli occhi mentre ridi. La poesia è tratta da un testo di Patrizia Cavalli. Nata a Todi, vive a Roma e ha pubblicato varie raccolte di successo per la casa editrice Einaudi: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974), Il cielo (1981), Poesie 1974-1992 (1992), L'io singolare proprio mio e Sempre aperto teatro (1999), La guardiana (2005). L'ultima raccolta è Pigre divinità e pigra sorte (2006).

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consulente

I FURTI NEI NEGOZI E LA DEDUCIBILITà FISCALE Il fenomeno nei centri ottici sembra in aumento: oltre al più comune caso delle merci, vanno considerate anche le sottrazioni di denaro e di beni strumentali

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di Tobia Chiesurin Consulente aziendale

ficati e documentati nel giornale di magazzino. In particolare, alla conclusione delle procedure d'inventario fisico della merce presente nei magazzini e delle successive verifiche tese a eliminare ogni possibile fonte di errore nei conteggi, il confronto fra le risultanze contabili e le quantità fisicamente esistenti evidenzierà differenze inventariali non giustificabili, causate appunto da eventuali furti. Generalmente l’onere derivante dai furti costituisce una componente straordinaria, ovvero non si ripete con costanza nei diversi esercizi e deriva da fatti estranei alla gestione d’impresa. Gli eventuali rimborsi assicurativi relativi sono considerati, per le stesse ragioni, proventi straordinari. Essi vanno pertanto indicati nel conto economico come proventi e oneri straordinari, rispettivamente alle voci E.20 ed E.21. Nel caso in cui, però, l’azienda operi nella grande distribuzione utilizzando la formula commerciale a libero servizio (dove la merce è esposta al pubblico in grandi quantità, su superfici piuttosto vaste e con una sorveglianza discontinua da parte del personale addetto alle vendite), i furti di merce sono più ricorrenti, pertanto vengono considerati un costo di natura ordinaria che si riflette sul minor valore delle giacenze di magazzino. I furti di merci di magazzino sono considerati come un mancato conseguimento di ricavi o proventi che hanno formato il reddito in esercizi precedenti e causati da eventi non prevedibili nel periodo di competenza, pertanto sono sopravvenienze passive deducibili. Sopravvenienze passive indeducibili sono, invece, quelle generate dal mancato rispetto dei princi-

n generale, le perdite a causa dei furti nel settore del retail, ossia della vendita al dettaglio, sono le più alte: secondo quanto emerge dal cosiddetto Barometro Mondiale dei Furti (Global Theft Retail Barometer), un’indagine condotta a partire dal 2007 dal Centre for Retail Research di Nottingham, in Gran Bretagna, il valore delle perdite in Italia nel 2011 è stimato a 3,5 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente. I mercati più colpiti sono quelli della moda e degli accessori; e in cima alla lista degli oggetti più rubati ci sono gli accessori firmati, tra cui appunto gli occhiali. Il negoziante derubato subisce un notevole danneggiamento economico che non sempre viene colmato. Le assicurazioni, infatti, non sempre forniscono un risarcimento e l’ammontare dell’indennizzo potrebbe non compensare l’intero danno subito. Oltre a un contratto assicurativo, tuttavia, l’imprenditore può trarre benefici da una corretta contabilizzazione dell’evento e dalle conseguenti detrazioni fiscali applicate ai furti di beni. Di seguito, oltre al più comune caso del furto di merci, vengono anche considerati i furti di disponibilità finanziarie, cioè di denaro, e di beni strumentali. Furto di merci Le perdite riguardanti le merci influenzano negativamente la determinazione del reddito attraverso minori rimanenze finali. Le quantità fisiche in rimanenza risulteranno diminuite in misura superiore al complessivo volume dei prelievi giusti-

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consulente Percentuale delle perdite per settore sul totale delle vendite. I dati fanno riferimento alla situazione globale nel biennio 2010-2011. (Fonte: globalretailtheftbarometer.com)

Abbigliamento/accessori Cosmetici/profumi Fai da te e bricolage Grandi magazzini Specialità gastronomiche Media Libri/giornali/cancelleria CD/DVD/Videogiochi Supermercati e ipermercati Prodotti per ufficio Mobili e tessuti Giocattoli Gioielli e orologi Discount Computer/elettronica Calzature/abbigliamento sportivo Liquiri/vini/birra

dal reddito d’impresa, purché venga dimostrata la perdita dei beni tramite la denuncia del furto alle autorità competenti. In mancanza di tale notificazione è possibile, entro i termini stabiliti dalla legge, predisporre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa e firmata entro 30 giorni dalla data del furto. Furti di beni strumentali Si considerano furti di beni strumentali o cespiti i furti di automezzi, attrezzature o altri beni mobili (ad esempio computer, macchinari elettronici, veicoli aziendali, ecc). Oneri ed eventuali rimborsi da terzi devono essere classificati nel conto economico come nei casi precedenti. Se invece il rimborso avviene attraverso la reintegrazione del bene perduto con un cespite equivalente in termini di funzionalità, stato d’uso e valore commerciale, non va riconosciuta alcuna sopravvenienza. Le perdite di beni appartenenti al patrimonio dell’impresa sono deducibili sulla base del costo risultante dalla fattura di acquisto. Tuttavia, se i beni cui ineriscono sono a deducibilità ridotta, rilevano in base alla proporzione tra ammortamenti dedotti e ammortamenti effettuati.

pi di competenza, ovvero da semplici errori o negligenze. Il fondamentale presupposto per la deducibilità fiscale dell’onere è la denuncia del furto subìto alle autorità competenti (Carabinieri, Polizia e Autorità giudiziaria): infatti, quando simili eventi accadono, è necessario giustificare all’Amministrazione Finanziaria il furto subìto. Tale comunicazione è essenziale per vincere la presunzione di cessione dei beni, secondo la quale si presumono ceduti i beni acquistati che non si trovano nei luoghi in cui il contribuente esercita la propria attività. In altre parole il negoziante deve dimostrare che la minor giacenza in magazzino non dipende da vendite effettuate in nero, bensì dal furto subìto. La denuncia dovrà necessariamente contenere la quantità della merce rubata. Furti di disponibilità finanziarie Le sottrazioni di denaro, assegni o equivalenti vengono anch’esse rilevate come oneri straordinari e classificati alla voce E.21 come insussistenze passive. Come nel caso precedente, in presenza di polizze assicurative che coprano tali furti di disponibilità liquide, i relativi rimborsi costituiscono sopravvenienze attive straordinarie. Fiscalmente il costo non ancora ammortizzato è deducibile

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Congratulazioni ! L’ISTITUTO B. ZACCAGNINI SI CONGRATULA CON I 74 NEO ABILITATI DEL CORSO OTTICI 2011/2012, AUGURANDO UN FUTURO PROFESSIONALE PIENO DI SUCCESSI Agyemang Gilbert Kwarteng Aldrovandi Giuseppe Alves Machado Josileide Ambrosini Nicolò Appolloni Lorenzo Balestreri Federico Ballato Andrea Barca Laura Belleri Stefania Bellotti Cinzia Bertuccelli Eleonora Bompani Gasparini Lucia Bonazza Davide Buzzi Diego Campani Andrea Cappelletti Giulia Ciantra Monica Cirillo Sara Corradossi Monia Dagianti Virginia Dal Santo Mara Dal Santo Chiara De Villa Silvia Di Bernardo Francesco

Dotti Ludovica Durigon Arianna Esposito Ilaria Ferlito Elena Florio Manola Fornasiero Michela Galletti Claudia Garau Alessandro Geraci Gabriele Geraci Maria Giust Sara Iaia Maria Luisa Lazzaro Melissa Levanto Paola Llanaj Dorina Maffezzoni Lorenzo Maggiora Andrea Mainenti Samanta Maniero Michele Marigo Laura Marino Teresa Monreale Maurizio Moretto Silvia Mori Elisabetta Murillo Cesario

Pahomi Zinaida Papageorgiou Francesco Pataro Camilla Pavanetto Gina Perkovic Marijana Pozzi M. Beatrice Prestigiacomo Calogero Ramina Giulia Ravaioli Federica Rossi Marco Rotondaro Francesco Rovatti Nicoletta Spelta Alberto Spelta Anna Stradiotto Catia Strocchio Alberto Suma M. Cristina Tonetto Guido Tosi Elisa Tudose Liliana Urbiztondo Florence Visani Sara Zanella Thomas Zilioli Samuele Zoia Elisa

I candidati e la commissione esaminatrice degli esami di abilitazione del corso biennale A.S. 2011/2012

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Nella nostra attività di sviluppo e ricerca andiamo diritti alla fonte – proprio l’occhio – per la nostra bio-ispirazione.

La Bio-Ispirazione Porta a Prodotti Innovativi Il processo di ideazione di nuovi prodotti può essere un viaggio insolito. Lungo la strada si può imparare e migliorare: per questo viaggio si possono conoscere la destinazione ed avere obiettivi ben precisi, da dove partire e dove si vuole arrivare, ma le tappe intermedie non sono mai così certe. Sarebbe utile predisporre una roadmap ben definita, ma sfortunatamente tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… o no? Forse le risposte che cerchiamo le abbiamo già sotto gli occhi e dobbiamo solo sapere dove sono e come poterle vedere. In sostanza è questo il concetto che sta dietro la scienza della bio-ispirazione, una disciplina che studia la natura e, da essa, trae le idee migliori per generare prodotti e tecnologie all’avanguardia. Nella nostra attività di sviluppo e ricerca andiamo diritti alla fonte – proprio l’occhio – per la nostra bio-ispirazione. Che cosa ci può insegnare l’occhio? Una delle cose che ci ha rivelato è che è una sorgente eccellente di sostanze idratanti e lubrificanti. Per una maggior ispirazione i nostri ricercatori sono in costante sintonia con la superficie oculare dell’occhio umano, vero e proprio focus delle ricerche in corso. La capacità di progettare una lente a

contatto che imita funzioni e caratteristiche della naturale superficie oculare, del film lacrimale e della cornea, unitamente alle recenti e complesse tecnologie per l’elaborazione informatica di nuove geometrie, può di sicuro venire in aiuto ai nostri pazienti. Siamo letteralmente circondati dai prodotti che si ispirano alla biologia. Il più conosciuto è forse il Velcro, basato su minuscoli uncini che permettono a certi tipi di semi di attaccarsi agli animali di passaggio e di farsi portare in giro. La bioispirazione non si applica solo a nuovi prodotti, ma anche a nuovi modi di fare le cose. Per esempio se dobbiamo colorare un oggetto noi utilizziamo dei coloranti, ma in natura il colore può essere creato dalla diffrazione dei raggi luminosi con particolari modalità. Alcune ali di farfalla utilizzano questa proprietà per creare i loro colori vibranti, e oggi anche noi siamo in grado di impiegare questa tecnica. Un altro esempio è la pelle dello squalo, che ha ispirato un particolare tipo di tessuto per i costumi da bagno, abbassandone la resistenza all’acqua e facendo andare più veloci i nuotatori. La natura, ivi compreso il corpo umano, è il risultato di trasformazioni biologiche durate milioni di anni che hanno eliminato tutto

quanto era inefficiente e superfluo, e promosso invece quello che si è dimostrato efficace. Ci sono vari tipi di sistemi in natura che noi possiamo imitare, come l’accumulo di energia, la pulizia e il movimento, ma prima che questi sistemi vengano impiegati per i nostri scopi personali occorre innanzitutto studiarli e comprenderli. Questo è più semplice a dirsi che a farsi, perché la natura tende a lavorare a livelli di micro- e nano strutture. Solo dopo aver decifrato questo tipo di processo si parte con l’emozionante processo della sua imitazione. La grandezza di quello che i prodotti bioispirati possono fare per noi è limitata solo dal nostro livello di comprensione su come lavora la natura, e l’occhio rappresenta una riserva di opportunità incredibili.

Joe Barr, OD, MS, FAAO Vice President Global Clinical & Medical Affairs and Professional Services Vision Care Bausch + Lomb

ADVERTO RIAL © 2012 Bausch & Lomb Incorporated. ®/™ sono marchi di Bausch & Lomb Incorporated o di sue affiliate. Altri nomi di prodotti / marchi appartengono ai loro rispettivi proprietari. PNS0601


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“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2012 - 2013” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici e optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

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